Vacanze in una fiaba: In Abruzzo c’è la Contea degli Hobbit Il Signore degli Anelli

La Contea degli Hobbit Il Signore degli Anelli

La notizia ha fatto il giro del mondo, in questo straordinario progetto c’è tutto il cast del “Signore degli Anelli” Nicolas Gentile, ideatore e pasticciere abruzzese ama vivere alla maniera degli hobbit, gli indimendicabili personaggi nati dall’immaginazione di Tolkien. Un appello e un lancio: con l’intervento di crowfunding si sta per realizzare la Contea Gentile, il primo villaggio hobbit in Italia.

La Terra di Mezzo tra le colline abruzzesi, corsi d’acqua e boschi intorno che richiamo alla perfezione il  contesto fiabesco di Tolkien, così da far nascere a Nicolas Gentile la sua idea, i primi passi che ha mosso sono stati un prototipo di abitazione e un evento a tema hobbit “Bentornati a Casa”, il primo grande evento ospitato dalla Contea che ha lasciato a bocca aperta tutti i partecipanti, una festa che ha riunito oltre tremila persone nella Terra di Mezzo Abruzzo.

 

la-contea-gentile-nicolas-hobbit-signore-anelli

Leggi tutto “Vacanze in una fiaba: In Abruzzo c’è la Contea degli Hobbit Il Signore degli Anelli”

Festa dell’uva: domenica negozi aperti in via Nicola Fabrizi

Radio Antenna 1 (www.antennaunoradio.com) sarà presente con una diretta speciale alla 35ª edizione della Festa dell’Uva. Gli speaker radiofonici Katia e Alex vi aspettano al numero civico 64 di via Nicola Fabrizi per interviste in diretta 

 

Fest

 

 

Domenica 18 settembre 2022 dalle 9 alle 20 si svolgerà la 35esima edizione della Festa dell’Uva in via Nicola Fabrizi – Torino 

L’evento, patrocinato dalla Circoscrizione 4, è organizzato da Federvie Piemonte, Centro Commerciale Artigianale Naturale Campidoglio ONLUS in collaborazione con il Museo d’Arte Urbana e Galleria Campidoglio.

Per tutta la giornata in via Nicola Fabrizi, i cui negozi resteranno eccezionalmente aperti, diventerà pedonale per ospitare bancarelle di prodotti tipici e artigianali e animazione. Alle 16:30 ci sarà la tradizionale pigiatura dell’uva!

Radio Antenna 1 in diretta alla Festa dell’Uva

Le voci radiofoniche di Katia D’Orta e Alex Dardano saranno presenti in diretta e in presenza con uno stand in Via Nicola Fabrizi, all’altezza del numero 64 per incontrare il pubblico con interviste e per prendere parte alla kermesse che animerà la via.

Come seguire la diretta radio 

  • FM 104.7 Torino e provincia e Cuneese  –  FM 104.6 Astigiano
  • Sul DIGITALE TERRESTRE dal Televisore Nella Sezione Radio Su Tutto Il Piemonte
  • In streaming da tutto il mondo su www.antennaunoradio.com cliccando  su “ASCOLTA LA DIRETTA”

 

 

 

La Mostra Mercato degli Editori Piemontesi

Ospite per la terza volta all’evento anche la Mostra Mercato degli Editori Piemontesi Indipendenti, organizzata in collaborazione con Voglino Editrice e il Comitato Editori Piemonte: Quartiere Campidoglio cerca di dare spazio alla cultura e all’editoria indipendente, durante la sua storica manifestazione organizzata dai commercianti di Via Nicola Fabrizi. Sarà presente anche un presidio di SlowFood e della LAV Lega Anti-Vivisezione.

Salone Off di Terra Madre Slow Food 

Questa edizione della Festa dell’Uva diventa un evento di avvicinamento a Terra Madre, con i locali di ristorazione del Centro Commerciale Naturale Campidoglio che proporranno piatti ispirati al territorio, per esempio il gelato all’uva.

Visita guidata 

È in programma la visita guidata alla Chiesa di Sant’Alfonso, al  Museo d’Arte Urbana, al Rifugio Antiaereo di Piazza Risorgimento e al Borgo Campidoglio.

Ritrovo ore 15.30 sagrato Chiesa San Alfonso, corso Tassoni angolo via Cibrario. Visita guidata con CulturalWay, in collaborazione con Abbonamento Musei.Torino Piemonte.
Costo visita 14 € (min. 15 persone)
Prenotazioni e info: tel 3393885984 – [email protected]

La visita al Rifugio Antiaereo è con guida del Museo Diffuso della Resistenza.

FESTA DELL’UVA: TUTTE LE INFO

Dove: a Torino in via Nicola Fabrizi
Quando: domenica 18 settembre dalle 9,00 alle 20,00
Pagina Facebook: @festauvaviafabrizitorino

Una visita alla grande Muraglia Piemontese di Fenestrelle

Passeggiare lungo le antiche mura è affascinante, si respira la storia di questo luogo. L’accesso ai palazzi e ai sotterranei della muraglia, vi daranno modo di immedesimarvi in un tempo ormai passato. Buon percorso!

La grande fortezza è anche detta la grande muraglia piemontese, si trova in Piemonte in Val Chisone, roccaforte di difesa contro la discesa degli eserciti dalla Francia, è il complesso fortificato più esteso d’Europa ed è seconda solo dopo la Grande Muraglia Cinese. Le sue mura sono di una lunghezza di oltre tre chilometri, e raggiungono un’altitudine di 1.800 metri.

I lavori di costruzione iniziarono intorno al 1728 e ci vollero 122 anni per terminarlo. Il forte fu un contingente militare mantenendo sempre la sua funzione difensiva. Oggi diversamente è divenuto un luogo da visitare e valorizzare perché unico al mondo: “E’ la nostra muraglia italiana” ed è un modello incredibile di architettura militare.

Quando visitare Il Forte di Fenestrelle

D’estate il panorama è a perdita d’occhio sulla valle e delle montagne, ed offre varie possibilità di visita per ogni tipo di turista. L’esperienza più intensa dura circa sette ore offrendo tutto il giro della struttura. Si parte al mattino alle ore 9 e il rientro è nel tardo pomeriggio.

 

 

Questo tipo di escursione è adatta a chi ha un minimo di allenamento, si sale infatti fino a quota 1.800 metri di altitudine dove finisce la fortezza, per visitare minuziosamente il Forte delle Valli e ci si addentra anche all’interno della bellissima pineta che costeggia il Forte di Fenestrelle.

Ma niente paura c’è una soluzione meno impegnativa, con la partenza alle ore 10 del mattino o alle 15 del pomeriggio, per un tour all’interno del Forte di Fenestrelle che privilegia e approfondisce la storia e la cultura della valle.

Se il tempo è tiranno esiste la visita da un’ora con partenza alle 10.

Qui tutte le info: https://www.fortedifenestrelle.it/le-visite/

I volontari dell’associazione Progetto San Carlo- Forte di Fenestrelle Onlus si occupano della gestione delle Visite all Fortezza, offrendo la visita guidata in lingua inglese, francese o tedesca.

 

 

Passeggiare lungo le antiche mura è affascinante, si respira la storia di questo luogo. L’accesso ai palazzi e ai sotterranei della muraglia, vi daranno modo di immedesimarvi in un tempo ormai passato. Buon percorso!

Strada al Forte, 1

10060 Fenestrelle TO

Italy

 

Bellussi è la 79 mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

Belussi per il quattordicesimo anno consecutivo, la cantina di Valdobbiadene servirà i propri vini alle cene di gala della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, in programma dal 31 agosto al 10 settembre.

La 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica quest’anno compie novant’anni dalla sua fondazione, sono ventitré film in concorso, cinque dei quali diretti da registi italiani: Il signore delle formiche di Gianni Amelio, L’immensità di Emanuele Crialese, Bones and All di Luca Guadagnino, Chiara di Susanna Nicchiarelli e, infine, Monica di Andrea Pallaoro.

A inaugurare la manifestazione è invece White Noise, film di Noah Baumbach prodotto da Netflix, mentre a presiedere la giuria che assegnerà l’ambito Leone d’oro è l’attrice statunitense Julianne Moore.

Per il quattordicesimo anno consecutivo, la cantina di Valdobbiadene servirà i propri vini alle cene di gala della 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, in programma dal 31 agosto al 10 settembre.

Per il quattordicesimo anno consecutivo, Bellussi presiederà a uno degli eventi più importanti del panorama artistico-culturale mondiale con una selezione dei suoi più prestigiosi vini. La collaborazione che da anni lega Bellussi e La Biennale di Venezia è sancita dalla linea Lido 1932, composta da quattro vini bianchi prodotti nella Valle Isarco in Alto Adige, che la cantina guidata da Enrico Martellozzo ha ideato in onore della kermesse cinematografica. Il nome della linea, difatti, è un vero e proprio tributo alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica: “Lido” fa riferimento alla zona della città lagunare in cui si tiene il celebre festival, mentre “1932” rimanda all’anno della prima edizione della rassegna, la più longeva al mondo.

 

Le portate servite durante le cene di gala che inaugureranno e chiuderanno l’imminente manifestazione saranno accompagnate da Belpoggio Rosso di Montalcino DOC 2020, un vino morbido e setoso dalle note balsamiche prodotto nella tenuta, sempre di proprietà della famiglia Martellozzo, di Belpoggio a Montalcino e da Bellussi Lido 1932 Kerner DOC 2021, un vino bianco intenso e fruttato con note di pesca e albicocca.

Per l’intera durata della Mostra del Cinema, nella lounge Bellussi allestita sulla terrazza dell’Hotel Excelsior verrà offerto agli ospiti della rassegna cinematografica un calice di BellusSì Blanc de Noir. La kermesse costituisce anche l’occasione per la cantina di presentare in anteprima la nuova Demi BellusSì Blanc de Noir da 375 ml.

Torino: Arte Visiva Tra Arte Olfattiva

Nel contesto di una Torino ricca di eventi dedicati all’arte come Paratissima, The Others, fino alla più famosa Altissima, manifestazione Internazionale d’Arte Contemporanea che si svolge a Torino dal 1994, presso Lingotto Fiere, il nostro Laboratorio Olfattivo store di Via Giolitti 5 apre le porte all’arte del fotografo Gianni Oliva, le cui foto rappresentano “la verità del momento”.

Gianni Oliva è da scoprire leggendo nel colore inebriante delle sue immagini così come nel bianco e nero metafisico, quasi surreale di un mondo che fluttua nella ricerca perenne di una verità in continua mutazione.

Tre le foto scelte per il nostro percorso sinestetico aperto al pubblico, collegabili a tre fragranze della collezione Laboratorio Olfattivo Eau de Parfum: Décou-Vert, Vanagloriaed ExpLOud.

Il rimando tra arte visiva e arte olfattiva è presto fatto, creando un ventaglio di suggestioni che saranno diverse per ciascun fruitore. Come afferma il nostro direttore creativo, Roberto Drago: “Laboratorio Olfattivo incontra l’arte. Ho sempre pensato a Laboratorio Olfattivo come a un laboratorio creativo, artistico. I legami con le altre forme d’arte sono molteplici e la fotografia, già fonte ispiratrice di Kashnoir, si presta a delle connessioni con il mondo del profumo. Gianni Oliva scruta il mondo attraverso la sua macchina fotografica e io ho scelto 3 foto per abbinarle a tre nostri profumi. Il legame è perfetto, da scoprire…

 

Visitabile tutti i giorni, secondo le aperture del Laboratorio Olfattivo Store di Via Giolitti 5, Torino, dalle 10,30 alle 19,30 fino a fine mese.

A gennaio approderà nella capitale: il percorso sinestetico sarà visitabile nel Laboratorio Olfattivo Store di Roma, sito in Via delle Carrozze 18.

Dasein: Champagne e musica

Lo champagne rimane uno dei vini che rappresenta l’eleganza, una caratteristica che lascia spazio ad intrecci come l’arte in genere, alcuni la chiamerebbero attitudine, forse potrebbe essere quella capacità che ricerca una costante, quale? l’armonia come fonte di emozione, proprio come l’arte, ogni forma ha quella bellezza, un approccio che ci regala piacere sensoriale. Una cosa è certa quando ottimo vino e cultura si incontrano avviene uno scambio tra due poli culturali, Dasein (Esserci), è un luogo dove la volontà di proporre champagne e musica ha una forte mission, farvi apprezzare insieme questo connubio.

 

Dasein è una champagneria nel centro di Porta Venezia, un format essenziale ma immediato, varcando la soglia l’atmosfera è soft, ospitale, nella quale potrete trovare oltre cento etichette di champagne, l’idea è di Monika Zanic e Victor Jerkunica, coppia nella vita. Monika, di origine ceca, è cresciuta a Vienna, laureata in architettura; Victor, milanese ma di origini dalmate, è avvocato e grande appassionato di sport e natura, entrambi condividono una passione per il feng shui e hanno voluto costruire questo spazio assecondando pesi e bilanciamenti di questa filosofia.

 

Il design ha un impatto estetico che conquista, come le due conchiglie fossili sezionate di oltre 180 milioni di anni sono i sigilli che aprono un mezzo anfiteatro, una menzione speciale va al grosso ramo di nocciolo degli alpeggi valtellinesi che domina la piccola cucina e le porte della stessa che risalgono a cantine milanesi del 1800. Il bancone si ispira ad una famosa creazione di David Lynch, è stato rivisitato investe tridimensionale dalla stessa Monika, utilizzando come base una mangiatoia del 1600 di Medesimo.

“Champagne e musica”, coppia che vince, il pianoforte è un altro grande protagonista, serate a tema dove affermati musicisti suoneranno i migliori repertori scelti come ideali d’accompagnamento, degustando si sà. E’ stato fatto uno studio accurato per una perfetta insonorizzazione e diffusione musicale, per questo sono state scelte casse verticali ispirate alle canne di un organo.

La scelta è quella di partire da un aperitivo, o scegliere una degustazione di differenti champagne, con abbinamenti di food pairing, dalle 18,00 in poi. La cucina è aperta sino alle 24,00 quindi potete optare per una cena che omaggia la prelibatezza.

 

 

 

Dalle piccole cantine disseminate tra Reims e dintorni, agli alpeggi ed alle malghe della Val Chiavenna. La volontà è quella di privilegiare chi ama produrre in modo artigianale e di proporlo ad un prezzo etico e sostenibile

Dasein: Noi ci lasciamo ispirare dalla leggerezza delle bollicine per momenti inaspettati, che diventano sorprendenti quando la musica audace e raffinata la completa.

Dasein

via Lodovico Settala 2N01

Milano

Martedì – Sabato 18:00 – 24:00

Fragranze e pietre preziose: Omnia Stones Collection By Fabrizio Tagliacarne

Quando annusiamo un profumo, l’olfatto il più antico dei sensi, improvvisamente  diventa più sensibile, si attivano sensazioni che non hanno bisogno di una logica, ma di qualcosa che arriva da dentro il nostro istinto.

L’olfatto viene definito “il gusto a distanza” per il collegamento diretto che ha con le nostre pupille gustative, quindi un profumo che ci cattura ha la capacità di suscitare una sorta di desiderio, espresso nella volontà di indossarlo addosso.

Fabrizio Tagliacarne è sempre stato uno straordinario creatore di gioielli, è proprio il suo amore per le pietre preziose e per l’ammirazione che l’uomo ha sempre avuto per esse che l’ha portato a sviluppare un’attenzione più intuitiva della sola bellezza estetica, così da interrogarsi fino a trovare un connubio perfetto nello sviluppare e creare fragranze che hanno come materia primaria il mondo delle gemme, dando un valore più viscerale a quello che non si può definire comunemente solo un profumo.

L’abbiamo incontrato in occasione di un evento della preziosa Collezione Omnia a Milano.

Nel momento della scelta nel creare un’essenza, qual è per lei il componente primario che spinge una fragranza verso la sensualità?

La sensualità è l’insieme delle essenze che compongono una fragranza, se sapientemente miscelate tra loro daranno vita ad una fragranza sensuale che per alcuni sarà sensuale e per altri no, perché i profumi artistici sulla pelle si trasformano ed elaborano in base al calore al PH all’umore, quindi risulteranno sensuali a seconda di chi li indossa o di chi li annusa. Noi cerchiamo di trasmettere la sensualità se vogliamo comunicare questo in un profumo ma è chi lo indossa o chi lo percepisce che potrà dire se riconosce la sensualità nella fragranza.

 

Se dovesse creare un profumo esclusivo dedicato a lei stesso, cosa direbbe? Non è semplice immagino?

Ho già creato più di un profumo esclusivo dedicato a me stesso, le posso vitare US66 che l’ultimo che ho creato della mia omonima Collezione. US66 è proprio dedicato a me, al mio viaggio lungo la Route US66 ai ricordi che mi sono portato dietro da quel viaggio che ha fatto nascere Omnia Profumi. OPALE è un altro profumo esclusivo che ho dedicato a me stesso, nasce dai miei ricordi di bambino nella casa di mare dei miei nonni, ricordi indelebili che porto nel cuore e Opale è il mio profumo preferito.

Creerò ancora profumi esclusivi dedicati a me, ma ho sempre bisogno di molto tempo per creare un profumo che ho nel cuore, a volte mi serve anche un anno per arrivare al punto in cui sono davvero soddisfatto della fragranza.

Prossimamente creerò ancora per la mia Collezione personale.

 

 

Gli elementi che compongono le sue creazioni “Stones Collection Omnia” sono gemme della natura, minerali e pietre preziose che hanno un effetto benefico ed energetico per l’uomo, le sue fragranze hanno una risonanza che ci riporta a questa antica disciplina?

OPALE DI FUOCO è nata proprio con questo spirito, di portare le energie della pietra da cui prende il nome unita alle essenze che la compongono per donare energia e forza a chi la indossa.

 

Nelle ultime creazioni, citando “Madera” ho potuto godere di intriganti accenni gourmand. Note di caramello, vaniglia, cocco, un potpourri che ha riscontrato alti consensi, possiamo definirlo un grande classico?

Possiamo definirlo il nostro Best Seller. Un grande Classico è una fragranza come Channel n°5, Omnia Profumi è una piccola Azienda artigianale Italiana che fino ad oggi, dopo 12 anni, parla alle persone attraverso sensazioni ed emozioni, ma non possiamo definire una delle nostre Fragranze un Grande Classico, E’ un Grande Gourmand!

 

Opale di Fuoco è l’ultima fragranza che si unisce alla collezione, una tuberosa prepotente ma allo stesso tempo accogliente, aldilà dei gusti personali, certamente non per tutti, mi ricollego alle proprietà energetiche, ha qualche spiegazione più profonda per chi è attento a questi dettagli.

Opale di Fuoco ci porterà in Messico per vivere ciò che già Fabrizio a creato: il legame tra una meravigliosa pietra, OPALE DI FUOCO, e un fiore misterioso come la TUBEROSA.

Nell’antichità, per centinaia d’anni le tribù Maya e Azteche raccoglievano l’opale di fuoco nei pressi di vulcani spenti. Era chiamato ‘Pietra dell’uccello del paradiso’ e usato nei riti e negli ornamenti.  Le pietre più pregiate al mondo vengono oggi raccolte in Messico e sono caratterizzate da un intenso colore rosso fuoco.

In Cristalloterapia viene consigliato per risvegliare il fuoco interiore, stimolare l’energia vitale, il potere personale, la volontà, la passionalità e la sessualità.

Le proprietà dell’Opale di Fuoco sono utili alle persone flemmatiche di carattere debole o a quelle che non riescono a vivere armoniosamente la passionalità e la sessualità.

Favorisce l’intraprendenza e la produzione di nuove idee e iniziative, spinge l’individuo ad osare e ad affrontare i rischi, aiuta nei nuovi inizi spingendo ad agire e garantendo rapidità di pensiero e capacità di prendere decisioni immediate.

Permette di guardarsi profondamente e capirsi in un modo migliore; ottima scelta per chi sta cercando lo scopo della propria vita.

Le proprietà dell’Opale di Fuoco migliorano l’umore favorendo la fiducia in sé stessi e speranza in un futuro migliore, aiutano a sintonizzarsi con tutto ciò che ha a che fare con il progresso e i cambiamenti.

Apporta forza decisionale, chiarezza di idee, da forza e persistenza nei periodi stressanti, favorisce l’intuizione e la realizzazione dei propri desideri, rende capaci di vedere la vita come una sfida e di raggiungere velocemente i propri obiettivi, potenzia la capacità intuitiva, apporta stabilità affettiva ed emotiva.

L’Opale di Fuoco in passato era considerata la pietra degli esploratori e conquistatori, a quali assicurava fortuna e successo e aiutava ad evitare i pericoli. Anche oggi viene associato al mondo del Business, conservato all’interno della propria attività, posto vicino ad una candela verde, si dice che aiuti a migliorare gli affari e ad attirare Clienti.

Omnia ha voluto associare questa meravigliosa pietra ad un’essenza altrettanto preziosa che ha caratteristiche molto simili nel suo utilizzo in aromaterapia.

La preziosa essenza è la TUBEROSA che è anch’essa coltivata in Messico ed ha con una storia millenaria.

La Tuberosa è una fragranza molto sensuale, caldo e ipnotico. Un profumo per una donna pronta ad usare tutti i mezzi per sedurre senza alcuna inibizione.

La Tuberosa è un’essenza perfetta per chi hanno bisogno di superare un blocco che le impedisce di esternare la propria naturale sensualità. E’ un aroma narcotizzante che abbatte i “muri” e i tabù che impediscono di abbandonarsi alla passione fisica, il profumo di una personalità che ama la vita sociale, di una persona attraenti, magnetica ed amanti delle sfide, che cura il suo aspetto con la massima attenzione.

Ha un potere narcotizzante sulle emozioni, infatti è usato in aromaterapia per curare i conflitti emotivi, l’emotività, l’irritabilità e lo stress. Il suo profumo stimola la parte destra del cervello, la parte intuitiva e creativa. L’aroma estroverso, prepotente e sensuale della tuberosa dona entusiasmo e spontaneità.

Ecco perché Opale di Fuoco è una fragranza alla Tuberosa, è tutto questo ci porta in Messico, in una terrà che nell’antichità i popoli precolombiani iniziarono a coltivarla per le sue proprietà curative con il fine di attenuare la fatica dei viaggiatori, ma anche per aromatizzare le bevande al cioccolato grazie al suo intenso profumo.

Con questa nuova fragranza Omnia desidera andare a toccare l’intimità di chi la indosserà, dando qualcosa in più, lavorando sulle note della piramide olfattiva e quindi valorizzando ancor di più l’essenza della Tuberosa affiancandola a note che ne esaltano il suo aroma.

Piramide Olfattiva:

Note di teste: gardenia, neroli, note acquatiche

Note di corpo: gelsomino grandiflorum, tuberosa, Ylang Ylang

Note di fondo: ambra, muschio, sandalo indiano

 

Grazie Fabrizio per la sua compatenza, e la sua capacità di narrarci il meraviglioso mondo dei profumi, regalandoci attraverso le sue creazioni il suo pensare, sentire, credere e percepire.

 

Ritorno al presente: Benvenuti Cultura, Cibo, Convivialità

Nella libertà non c’è inganno, non c’è un’educazione data dalla società, la libertà non è un dono, la libertà dovrebbe essere incontaminata, perché nasce con l’uomo, è per ogni uomo. Nella storia del mondo la libertà è stata l’unica causa per cui l’uomo abbia mai combattuto con il massimo principio, perché la libertà è espressione, di parola, di pensiero, di religione, di scelta, la libertà è un diritto indipendente da ogni potenza, e, oggi come in qualsiasi epoca passata è il valore essenziale di una vita.

La pandemia ha oscurato la nostra indubbia libertà, questo arresto è servito per limitare i danni di una crisi che ci ha scoperti indifesi, impreparati, diversi, strada facendo siamo arrivati in affanno a cambiare molto di noi stessi, e della società in cui viviamo, ci siamo scoperti riuscendo anche a trovare qualcosa di buono, oggi si ha la necessità di ritornare ai nostri lavori, interessi, passioni, e non ultimo alla spensieratezza di uno svago, dall’aperitivo con gli amici, alla rappresentazione di un’opera di teatro, all’ascolto di un concerto in presenza, al profumo di un piatto al ristorante, all’emozione di ammirare l’arte in un museo, è di certo il carburante di una convivialità che ci manca moltissimo.

Vorrei illustrarvi dei luoghi dove disporre a piccoli passi del piacere dell’arte, del cibo, e della convivialità:

 

 

Musei&D’intorni

Il grande Museo Egizio di Torino è il secondo più grande al mondo dopo quello del Cairo, è principalmente dedicato alle divinità egiziane.

Le opere di grande interesse culturale sono davvero molte e fra le più suggestive troviamo la Cassa di Menerekhmut risalente al terzo periodo intermedio, scoperta alla necropoli di Tebe. Fra i reperti più significativi è presente un frammento del Libro dei Morti di Aaner e il Libro dei Morti di Aseturet. Tutto molto affascinante, se i musei sono il vostro diletto ripartite da questo angolo di cultura.

 

Al Fresco

 

Food&Drink

Non è solo la bella stagione a montare la volontà di bere o cenare all’aperto, le disposizioni le conosciamo tutti, quindi via libera all’idea in più sul luogo da preferire. Voglio segnalarvi un posticino molto tranquillo con un giardino che non ti aspetti, piccole serre e piante verdeggianti che fanno da cornice alle chiacchere e ai calici pieni, non male neanche la cucina. In Luogo in questione si trova in zona Tortona, esattamente in via Savona 50, Milano. Il nome? Al Fresco.

 

Blu Note Milano

BluNote

Uomini e donne la musica dal vivo c’è mancata davvero tanto, ed ecco che il Blu Note è pronto ad aprire i battenti, il giorno previsto è il 30 aprile, con un concerto dedicato all’artista protagonista Franco D’Andrea che nell’occasione festeggerà i suoi primi 80 anni. Il mio consiglio è di tenersi aggiornati con la programmazione. Io ho fatto riferimento a Milano, ma in ogni città la cultura vi aspetta!

 

La Fenice Venezia

Palcoscenici di un Teatro

La Fenice torna, ed è tornata in scena lunedì 26 aprile, quale altro teatro al mondo può rappresentare al meglio la rinascita, “Verdi e la Fenice”, il pubblico in sala è la nostra gioia afferma Fortunato Ortombina, sovrintendente e direttore artistico del Teatro La Fenice. Oggi ogni teatro ha bisogno della vostra presenza, ripopolate la cultura.

Quando si parla di ripartenza, bisogna volgere lo sguardo e soffermarlo un po’ più allungo laddove l’attenzione è mancata, diamo la possibilità a chi è rimasto invisibile di risplendere alla luce di un sole che sorge.

UNA PASQUA IN LOCKDOWN: MA LA TRADIZIONE RESTA

E poi arriva la Pasqua, quelle delle gite fuori porta, con il classico picnic sull’erba, le grigliate con gli amici, e ancora le tavole imbandite, le torte salate, e i dolci fatti in casa. Il lockdown ha chiuso le porte della libertà, non ci sarà la spensieratezza delle nostre belle ricreazioni, ma ci sarà sempre e comunque il calore delle tradizioni in ogni famiglia.

 

Lanciamo uno sguardo agli itinerari del gusto che ogni italiano porterà in tavola per onorare il giorno più importante dell’anno per la nostra fede cristiana, il giorno della “Resurrezione”.

Dal Piemonte, alla Lombardia, alla Sicilia, e tutte le nostre belle regioni il pranzo di Pasqua è ancora una volta la tradizione. Il casatiello napoletano, gli incomparabili carciofi alla Giudea romani, la torta Pasqualina che possiede molte varianti, in base ai prodotti tipici della zona geografica in cui viene preparata, sono tanti i piatti tipici che si preparano in giro per l’Italia durante le festività di Pasqua, vediamone insieme alcuni fra i più buoni e significativi.

 

 

Piemonte, la torta di spinaci un grande classico, è una  torta di riso e spinaci, realizzata principalmente durante il periodo pasquale, viene servita come primo piatto, o piatto unico, è ideale da preparare il giorno prima e poi scaldarla e servirla in tavola.

 

Veneto, pane dolce e soffice, che può assumere anche la forma di colomba, arricchito con uova, zucchero e burro. La leggenda racconta che fu inventata da un fornaio trevigiano, che regalava questa delizia ai suoi clienti durante le celebrazioni pasquali.

 

Lombardia, vi serviamo un primo piatto lombardo presente per il pranzo di Pasqua, proveniente dalla zona di Milano, è la lasagna di verdure e uova: condita con carciofi, zucchine, piselli o spinaci e composta dai rossi d’uovo. Un mix di sapori molto gustosi.

 

Romagna, la Tardura, una squisita minestra che ha origini contadine, ad oggi un po’ in disuso, la tardura (che in dialetto romagnolo significa “tiratura”). Il sapore è molto simile a quello dei passatelli romagnoli, visto che si prepara con uova sbattute, parmigiano reggiano grattugiato, sale e noce moscata.

 

Toscana, “la Schiaccia”, preparata schiacciando decine di uova alla fine della Quaresima. Alle origini si trattava di un semplice pane, col passare del tempo è stato arricchito con zucchero e strutto, semi di anice e scorza d’ arancia, che gli conferiscono un sapore dolce e delizioso.

 

 

Le Marche, “Strozzose” una ricetta che richiede tempo e la giusta pazienza, parliamo di ciambelle davvero deliziose, preparate un tempo dalle “vergare” marchigiane, cioè dalle donne di casa. Questi dolci si mantengono buoni e fragranti per più giorni e possono essere gustati al naturale oppure farciti con glassa al limone, ghiaccia reale o cioccolato fuso. Per finire si guarniscono con zuccherini colorati.

 

Lazio, “Abbacchio a scottadito”, qui siamo appunto nel Lazio, le tenere e saporite costolette d’ agnello vengono mangiate caldissime, proprio con le dita, che dovranno scottarsi come da copione.  Da qui il nome “a scottadito”. Un piatto semplice e veloce, le costolette vengono marinate per circa mezz’ora, per poi adagiarle nella brace rovente, quindi pronti via; si mangia!

 

Campania, il Casatiello napoletano è la più famosa torta rustica per eccellenza,  le uova vengono fissate nella pasta con delle croci di pasta stessa. Secondo la tradizione, viene preparato la sera del Venerdì Santo, fatto lievitare per tutta la notte e infornato il giorno seguente. La cucina campana è ricca di gusto, ovviamente l’Immancabile pastiera farà la sua famosa comparsa.

 

Puglia la Scarcella pugliese ha un sapore inconfondibile, è una ciambella di pasta frolla decorata e cotta al forno finché non diviene dorata. La semplicità che premia, farina, lievito, uova, latte, zucchero e olio extravergine di oliva sono gli ingredienti di cui si compone questa tipico dolce pugliese.

 

In Sicilia si prepara un grosso dolce dal nome “coddura”, di origine ortodossa, con incorporato un numero variabile, ma sempre dispari, di uova col guscio, che le giovani donne usavano regalare ai fidanzati nel giorno della Resurrezione.

Non abbiamo dimenticato nessuno, le ricette sono talmente abbondanti che c’è uno spazio vasto, quindi a voi la scelta di portare in tavola le vostre tradizioni del cuore e della forchetta.

 

 

Coco Chanel Un Look Senza Tempo: Le Sette Creazioni Davvero Esilaranti

Coco Chanel è un pezzo di storia della moda che non avrà mai fine, le sue creazioni esaltavano la femminilità, rimodellando così la libertà di sentirsi comoda, semplicemente indossando un tubino nero, “little black dress”, ogni donna nel suo armadio ne ha uno. Il suo desing senza tempo la rende ancora oggi la regina dell’eleganza più influente di tutti i tempi.

 

I pezzi cult continuano a fare sognare le donne di ogni generazione in ogni parte del mondo. Ecco alcune delle esilaranti creazioni di Coco Chanel!

 

Petite robe noir, nasce nel 1926 un must che decennio dopo decennio è adatto a qualsiasi occasione ha mantenuto un vero è proprio primato nell’armadio delle donne.

 

 

1928, è la data in cui la moda di indossare le perle come bijoux, che imitavano i veri preziosi, si scatena in un successo, un must della Maison che ancora oggi ne sfoggia il suo fascino, rappresentando lo spirito di Chanel.

 

 

 

Se dico 2.55 le più appassionate fashion lover sospireranno sognanti, la mitica borsa 2.55 nasce nel febbraio del 1955. Rimane una delle tracolle più desiderate, i mitici rombi della lavorazione hanno attraversato più di 50 anni presentandosi senza tempo, straordinariamente attuali. Oggi è anche conosciuta come la Flap Bag, ne siamo tutte innamorate…

 

 

Chanel N° 5, non è solo un profumo di fama mondiale, ma il profumo per eccellenza, nel 1921 nasceva una fragranza che profumava di donna, non di fiori, fu una vera svolta che affermava la nascita di nuove essenze.

 

 

Pantaloni da cavallerizza Coco amava indossarli, grazie alla sua creatività sono diventati una comoda mise, disegnati pensando ovviamente al corpo femminile gli intraprendenti pantaloni incarnavano una vera è propria rivoluzione nel vestire. Il successo arrivò con la prima guerra mondiale, la boutique di Coco Chanel fu l’unica a non chiudere, i suoi capi erano semplici e pratici, proprio come le prime versioni di pantaloni per donna.

 

 

La giacca in tweed, è una delle creazioni più iconiche di Chanel, perfetta combinazione di eleganza, un capo maschile che diventa un’alternativa femminile, un modello Chanel nella maggior forma di espressione di Coco.

 

 

La Maglia Breton, ideata dopo un viaggio in Costa Azzurra, Coco si ispirò alle uniformi dei marinai e iniziò a scegliere le strisce per comporre la collezione di moda del 1917, indossata da Brigitte Bardot, e Audrey Hepburn, fu un successo unico nell’abbigliamento casual della donna.

 

Turismo Esoterico A caccia Di Mistero: Vi Sveliamo Alcuni Luoghi Affascinanti Da Brivido

La parola proibito evoca in noi il mistero, siamo inevitabilmente attratti da tutto ciò che è misterioso, l’Italia è ricca di luoghi misteriosi, dove si celano incredibili e ignote leggende e altrettanti sono alcuni monumenti che custodiscono sinistre storie.

Nel mondo ci sono davvero un’infinità di posti che possono soddisfare la sete di mistero. Nel nostro paese le destinazioni tra leggenda, realtà, e brivido, hanno molte storie da raccontare, che sapranno certamente solleticare la tua curiosità alla scoperta di un tempo occulto, esoterico, indecifrabile.

 

Le grotte alchemiche di Torino

Torino denominata anche la città magica, di notevole impronta esoterica, pare infatti sia al vertice di due triangoli magici, assieme a Praga e Lione per gli influssi del bene, Londra e San Francisco invece per la Magia Nera. Inoltre così si narra è attraversata da linee telluriche che le conferiscono una notevole forza magica. Questo labirinto passa sotto la città, secondo le leggende popolari esisterebbero dei passaggi verso altri mondi, due dei quali visitabili ed in parte regolati dagli stessi principi fisici vigenti sulla terra. Il terzo mondo parallelo è invece un luogo oscuro, che segna il confine col mondo dei vivi e quello dei morti, dove una volta entrati non è possibile ritornare indietro.

 

Castel del Monte

 

Castel Del Monte Andria

Un luogo intriso di mistero; Castel del Monte, in Puglia nella cittadina di Andria. Una misteriosa costruzione edificata dall’Imperatore Federico II nel 12° secolo, il castello è costellato di simboli, tutto è chiaramente basato sul numero otto, che ricordiamo è associato all’infinito dove niente finisce e tutto continua. Si possono osservare inoltre diversi simboli come i due leoni accovacciati sulle due colonne che fiancheggiano il portale d’ingresso. I due animali guardano difatti lungo la linea dell’orizzonte dove sorge il sole nei solstizi d’estate e d’inverno.

 

Chiesa S. Giusta

 

Santa Giusta il tesoro ed i quattro teschi custodi. Chiaramonti Sardegna

Un altro luogo misterioso si trova nel paesino di Chiaramonti, qui sorge una chiesa dedicata a Santa Giusta. La leggenda che si narra dice esattamente così: tantissimi erano i fedeli che avendo ricevuto la grazia da Santa Giusta, si recavano in Chiesa per donare qualcosa di prezioso in segno di gratitudine. Diversi anni dopo il valore complessivo delle offerte fatte dai fedeli era diventata una vera fortuna. Una notte di primavera, quattro banditi si introdussero nella Chiesa per rubare il tesoro, ma rimasero intrappolati nella chiesa e morirono annegati sotto l’acqua fuoriuscita dalla fonte. Poco prima di morire gli uomini si pentirono, chiedendo perdono a Santa Giusta, e questa salvò le loro anime mettendole a protezione del tesoro per l’eternità. Oggi sono ben visibili 4 teschi murati in corrispondenza dell’ingresso principale.

 

Porta-magica-piazza-vittorio

 

La Porta Alchemica di Roma

La Porta Magica di Piazza Vittorio è un mistero indecifrabile, qui nel 1600  sorgeva Villa Palombara, luogo frequentato dai più illustri alchimisti del tempo. Si racconta che in questa villa si recò un pellegrino, in cerca di un’erba magica in grado di generare oro. L’uomo scomparve misteriosamente lasciando all’ingresso della porta tre pagliuzze d’oro e delle indecifrabili iscrizioni, chiave per conoscere il segreto della pietra filosofale. Ancora oggi le iscrizioni incise sull’arco della porta sono ignote alla logica.

 

Santuario delle fonti di S.Rocco

Le fonti Miracolose del Santuario di San Rocco ad Ardola di Zibello Parma

Delle sorgenti dall’acqua miracolosa, nel piccolo paesino di Ardola di Zibello si trova il Santuario di San Rocco, la storia racconta che nel 1746 sorgeva una vecchia chiesa vicino alla quale apparvero delle fonti miracolose, l’acqua aveva dei poteri taumaturgici, in grado di guarire dall’epidemia di peste che in quell’anno aveva dimezzato la popolazione. Uomini ed animali guarirono semplicemente bevendo l’acqua e in breve tempo molti pellegrini giunsero a visitare il luogo. Gli eventi miracolosi furono certificati dall’allora parroco di Pieveottoville, su incarico del Vescovo di Borgo San Donnino.

 

Triora il borgo delle streghe

 

La storia del borgo racconta di antiche e sinistre leggende, ogni angolo emana una sorta di alone di mistero, i documenti risalenti al 1588 dichiarano che furono processate e uccise diverse donne del paese, l’inquisizione fu uno dei più crudeli e sanguinosi processi della storia che non risparmiò neanche la Liguria. Gli atti sono in mostra nel piccolo Museo Etnografico e della Stregoneria, all’inizio del paese. Visitate la Cabotina, una piccola costruzione dove la leggenda narra che si riunissero le streghe. Qui aggiungo anche un piccolo consiglio gourmet, assaggiate il pane di Triora, preparato con farina e crusca, una bontà casareccia che fa parte dell’associazione dei 37 Pani d’Italia. I segni de passato sono rimasti vivi, mescolati alla sua architettura, sculture affascinanti,  portali  gotici (sec. XII) della Collegiata, a quelli dei palazzi nobili, tutto è poesia e passaggi di energia.

Questo resoconto è solo un piccolo approfondimento per chi ama il turismo esoterico, perché quello che è importante in ogni viaggio che si intraprende è conoscere, scoprire, e godere di ogni cosa che ci suscita curiosità.

Giù Le Mani Dal Made In Italy: La dieta Mediterranea Sotto Accusa Formaggi, Salumi, e Vino

Se l’interesse è la salute della popolazione bisognerebbe istruire i consumatori sul corretto consumo degli alimenti, e non demonizzare il Made in Italy leader mondiale di una filiera eccellente.

“Nuoce gravemente alla salute”, lo sostiene l’Unione Europa, le etichette allarmistiche non sono rivolte alle sostanze nocive a tutti ben note come la nicotina, ma ad alimenti e bevande simbolo dell’enogastronomia italiana, nonché pilastri della famosa dieta mediterranea, citata dal mondo come una delle più equilibrate e gustose. Sotto accusa finiscono; formaggi, salumi, e vino.

 

La proposta dell’Unione Europea è di inserire le etichette nel vino e bevande alcoliche entro il 2023, oltre a voler eliminare dai programmi di promozione i prodotti agroalimentari associati ai rischi di tumore, come le carni rosse  trasformate.

Ma se è vero che noi siamo anche quel che mangiamo, effettivamente la nostra lunga tradizione di eccellenti prodotti ha tirato sù bene tante generazioni, questa scelta mi sembra abbastanza azzardata, bisognerebbe si, fare attenzione a non consumare eccessivamente insaccati, e prodotti ricchi di grasso, e non bersi una bottiglia di vino, ma qui si tratta solo di quantità, “anche il potere non è il male in sé, dipende sempre da l’utilizzo che ne fai”.

Tra le misure previste l’aumento delle tasse, campagne di sensibilizzazione e altre misure simili previste dai best buys dell’Oms, aumento dei prezzi, limitazione della disponibilità fisica ed economica degli alcolici sul mercato e divieto di pubblicità.

La bozza di comunicazione europea propone inoltre la revisione della normativa Ue sulle tasse sulle bevande alcoliche e sulle compravendite internazionali, anche tra privati; la riduzione della pubblicità on line; lo stop al consumo di alcol attraverso i programmi di promozione dei prodotti agricoli Ue.

 

Visto lo scenario, anche il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, ha scritto a Gentiloni, denunciando una demonizzazione indiscriminata del vitivinicolo e definendo totalmente inappropriate, inefficaci, inadeguate, addirittura controproducenti le misure contenute nella bozza di comunicazione.

Qui Bruxelles non è stata molto cortese nei confronti dell’Italia, a dieci anni dal riconoscimento dell’Unesco della Dieta mediterranea, che ricordiamo si è classificata come la “migliore dieta al mondo”,  proprio perché ricca e diversificata, (pasta, frutta, verdura, formaggi, carne, olio extravergine e lui l’immancabile calice  di vino), ha consentito agli italiani di conquistare il primato europeo di longevità, tutte caratteristiche principali dei nostri prodotti e del nostro regime che si possono riassumere in due parole: Tradizione e benessere.

Se l’interesse è la salute della popolazione bisognerebbe istruire i consumatori sul corretto consumo degli alimenti, e non demonizzare il Made in Italy leader mondiale di una filiera eccellente.

Cinque paradisi naturali poco conosciuti in Italia: Spiagge non contaminate dal turismo

Che l’Italia sia uno dei paesi più belli al mondo è una certezza, città, arte, paesaggi, calette e scorci dove posare lo sguardo accompagnanti dalla luce del sole, dove spesso ci si arriva solo a piedi attraverso sentieri lunghi e tortuosi, pezzi di paradiso, dove il mare incornicia la bellezza del creato.

Ma dove si trovano queste meraviglie poco battute? Spiagge incontaminate dove rilassarsi, o fare il bagno lontano dal caos, fra le isole e le coste della terraferma, luoghi ideali per chi ricerca mete dal fascino unico e solitario.

Vediamoli insieme, naturalmente con le indicazioni per raggiungerle.

Sicilia

La Sicilia è cento volte nota, ce n’è per tutti i gusti, ma esistono delle spiagge poco conosciute, delle vere perle rare, come i Laghi di Marinello a Tindari, frazione di Patti nel comune di Messina.  La spiaggia in questione ha una sabbia bianca e dorata che scintilla quando i raggi la sfiorano, si affaccia direttamente su un lago di acqua salata, quello che sorprende è la sua capacità di cambiare forma a seconda della direzione in cui soffia il vento.

 

Spiaggia-di-Marinello

Liguria

La pittoresca Liguria non si smentisce, scopriamo Punta Crena la incoronata delle spiagge meno affollata del Ponente. Scogliere a picco sul mare, acqua cristallina, e sfumature azzurre, questa meravigliosa caletta si trova nel comune di Finale Ligure, la difficoltà nel raggiungerla non è poca, infatti ci si arriva solo via mare a nuoto, in barca, e attraverso un avventuroso sentiero anch’esso difficoltoso da affrontare.

 

Punta Crena

Sardegna

La spiaggia di Ziu Martine, si trova nella in località Calagonone, nel golfo di Orosei ha un fascino tutto selvaggio, i suoi meravigliosi colori brillano in estate per donarci la natura incontaminata, la sabbia e i sassi la vestono di bellezza, così come le sue acque pulite e cristalline. Ziu Martine è una di quelle spiagge solitarie e romantiche da vedere assolutamente.

 

Di Ziu Martine Sardegna

 

Toscana

La piccola spiaggia di Buca delle fate a Piombino è situata nel piccolo Golfo di Baratti. Una graziosa caletta dove le rocce sono al picco sul mare nelle sue acque trasparenti. E’ raggiungibile a piedi percorrendo un sentiero fra bosco e scogliera che inizia dal piazzale del Reciso, sulla strada che porta in alto al borgo di Populonia.

 

Cala delle Fate

 

 

Puglia

Baia dell’Orte è la caletta più incontaminata di tutto il Salento, la straordinaria bellezza che la natura sa regalare a questa spiaggia si fonde con un mix di sfumature di colori, l’azzurro del mare, il verde della natura, il rosso del terreno, le austere grotte, la rendono la regina incontrastata delle piccole cale.

 

Baia delle Orte

Le spiagge più solitarie sono mete ambite, la natura incontaminata e la ricchezza delle baie va preservata, quindi ricordatevi di goderne rispettando il flusso della natura. Buona scoperta a tutti!

Intervista Al Compositore Gianluca Cascioli: La Musica Ai tempi Del Coronavirus

Il silenzio della musica non è mai stato così assordante, sono le note della pandemia che vibrano nell’aria, con un repertorio pieno di stati d’animo. Ma le note quelle vere, quelle che ci emozionano sono impresse nelle nostre menti, forse il Corona virus le ha oscurate, ma ci ha fatto anche capire la bellezza di quelle melodie.

 

Il virus ha bloccato totalmente l’economia degli artisti, capace di annullare 80% del loro lavoro, recando danni economici importantissimi, i piani di sostegno alle imprese e ai lavoratori nel campo della musica risultano essere poco adeguati ai modelli imprenditoriali e occupazionali che caratterizzano il settore. Qui non entra in gioco solo la percentuale dei posti di lavoro a rischio, ma certamente anche una grave perdita culturale e sociale che genera la musica. Purtroppo il settore risulta essere ai margini dell’attenzione, noi proviamo a dargli una voce importante a nome di tutti i musicisti.

Abbiamo rivolto alcune domande al noto pianista torinese Gianluca Cascioli, ecco le risposte.

 

Gianluca Cascioli, una vita dedicata alla musica.

Gianluca Cascioli è un pianista, compositore, è nato a Torino dove ha iniziato gli studi musicali con il Maestro Sergio Pasteris. La sua carriera è iniziata nel 1994 con la vittoria del “Concorso Pianistico Internazionale Umberto Micheli”, da allora si è esibito come solista con le più prestigiose orchestre europee ed americane tra cui la “Camerata Salzburg”, i “Berliner Philharmoniker”, i “Wiener Philharmoniker”, la “London Philharmonic”, la “Royal Philharmonic”, l’”Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI”, l’”Orchestra Filarmonica della Scala”, la “New York Philharmonic” e la “San Francisco Symphony”. Le sue composizioni sono state eseguite in sedi prestigiose come la “Musikhalle” di Amburgo, la “Wigmore Hall” di Londra, il “Palau de la Musica” di Barcellona . Nel 2009 Cascioli ha ricevuto il Secondo Premio al 27° “Concorso Internazionale di Composizione I.C.O.M.S.” con il suo primo Trio per violino, violoncello e pianoforte. Nel 2010 i suoi Tre pezzi lirici per violino e pianoforte ricevono all’unanimità il Primo Premio al 28° Concorso I.C.O.M.S. . Nel 2012 Cascioli vince il I Premio al Concorso Nazionale di Composizione “Francesco Agnello”, con il brano orchestrale Trasfigurazione.

 

L’attività concertistica in questo momento di restrizioni ha visto annullarsi tutti concerti, tutte le tournèe, i festival, le attività didattiche ecc… quali sono le previsioni per far ripartire il sistema, cosa succederà dopo.

Mi sembra eccessivamente ottimistico parlare di ripartenza, non mi sembra vi siano ancora le condizioni.

 

Quali sono le difficoltà maggiori attuali, che tutti i concertisti e coloro che fanno parte del settore musicale stanno affrontando? Che genere di aiuti avete ricevuto dal Governo.

Difficoltà economiche sicuramente. Il governo aveva promesso un rimborso-Coronavirus: io ne ho fatto richiesta, ma non ho ricevuto nulla. I concertisti hanno pressoché azzerato le loro attività e gli insegnanti di strumento lavorano da casa comunicando via Internet con gli allievi. Le orchestre eseguono i loro concerti a sala vuota, in streaming sul Web, così come è avvenuto anche per i concerti di capodanno da Venezia e Vienna.

L’attuale situazione sanitaria, ha spinto il governo a prolungare ulteriormente le chiusure dei teatri, con l’inevitabile conseguenza di emarginare gli artisti; Lei cosa ne pensa, trova che sia giusto?

Credo sia giusto non sottovalutare questo virus, visto che si è diffuso in tutto il mondo e ha causato molti decessi. Gli artisti sono degli emarginati in questa società già da molto tempo e non solo a causa di questo virus.

 

Se dovesse esprimere il suo stato d’animo attraverso un’opera, per raccontare questi momenti di crisi cosa eseguirebbe?

La Sonatina Seconda di Ferruccio Busoni e Unstern! di Franz Liszt. Busoni è un nostro vanto nazionale, un compositore di livello eccelso! Il fatto che (al giorno d’oggi) sia stato quasi dimenticato, è a dir poco vergognoso.

 

Crede che attraverso questa tragedia ci possa essere un’opportunità di crescita personale al livello artistico.

Il momento attuale ci invita a riflettere su due questioni importanti. La prima riguarda la tecnologia: siamo soddisfatti di vivere una vita prevalentemente virtuale (all’interno dei nostri smartphone), oppure la realtà ha ancora un valore per noi? La seconda questione: la musica  ha ancora un valore nella società contemporanea? Il primo gennaio 2021, in diretta mondiale, Riccardo Muti ha sentito il bisogno di dire che la musica non è intrattenimento e nemmeno semplicemente una professione, ma è una “missione per rendere migliore la società”.

 

Cascioli quali sono gli aspetti della musica contemporanea che vorrebbe approfondire, a quanto pare risulta poco compresa, tutti amano i grandi repertori.

Già da qualche anno ho creato un progetto discografico per Deutsche Grammophon dedicato al ‘900. L’obiettivo è quello di divulgare i brani più espressivi e accessibili che anche un vasto pubblico potrebbe potenzialmente apprezzare. Non tutto il ‘900 è avanguardia e provocazione…

Il fatto che le società di concerti prediligano da ormai più di 70 anni dei repertori stereotipati è per me un segnale di decadenza culturale. Non si dovrebbero fare programmazioni solo con lo scopo di avere la sala piena, ma il business ormai governa ogni cosa (anche l’arte).

 

 Qual è la sensazione più chiara che il pubblico riesce a trasmetterLe­?

Mi accorgo subito se il pubblico ha capacità di concentrazione, se sta ascoltando con interesse.

In Giappone la gente rimane in religioso silenzio per tutto il concerto. Da noi in occidente, i colpi di tosse e gli squilli di cellulare sono molto più frequenti. Temo che la capacità d’ascolto e di concentrazione si stia riducendo molto. Durante un concerto, alcuni accendono addirittura il telefono e in modalità silenziosa controllano la loro email oppure facebook.

 

Un’ultima domanda un po’ inedita, qual è il suggerimento che i suoi genitori le hanno dato per sostenerLa nella vita? ­­­

Avviare un figlio nel mondo della musica è una decisione rischiosa e credo abbia dato non poco da pensare ai miei genitori: i miei nonni materni, per esempio, non erano molto d’accordo. Mia mamma e mio papà hanno semplicemente supportato moltissimo quella che era una mia passione e mi sono sempre stati vicini nei momenti difficili e lo sono tuttora.

Facendo capolino a questa intensa intervista apprendiamo che la sola musica che si può creare e si può ascoltare non è attraverso la solitudine di uno strumento suonato a distanza, ma la condivisione dal punto di vista umano, fisico ed emozionale. Questa magia solo col pubblico si può creare…

 

FONTE: Intervista realizzata da Isabella Scuderi

Fuggire Dall’Italia Per Andare A Vivere In Svizzera: Albinen Il Paesino Che Ti Paga E Ti Appaga

La Paura del futuro ai tempi del Corona virus è raddoppiata, soprattutto se si vive in Italia. In un momento come questo dove solo anche il presente si verifica incerto, il pensiero di fuggire in un luogo sicuro è quasi un chiodo fisso. L’imperativo è, ricominciare, scrivendo nuovi capitoli della nostra vita abbandonando la vecchia. “E vissero felici e contenti”, nella natura più immacolata delle montagne Svizzere.

 

Albinen si trova soli 80km dal confine nel Canton Vallese, un paesino di montagna immerso nella natura rigogliosa e incontaminata, a conti fatti gli ultimi abitanti rimasti sono appena 300, quindi i cittadini avviano una nuova impresa pagando chi decide di costruirci una casa e di andarci a vivere.

 

Ma quali sono le condizioni e i requisiti per godere dei vantaggi e trasferirsi?

avere meno di 45 anni

avere un permesso di domicilio in Svizzera

rimanere nel paese per almeno 10 anni, comprando la casa

Viene offerto un finanziamento di 60mila euro per chi deciderà di costruire una casa: 21mila euro ad adulto e 8mila euro a bambino.

 

 

 

Qualsiasi sia il tuo movente per ricominciare, o semplicemente per cambiar vita godrai della bellezza del creato, ma Albinen non è solo montagna: nei pressi della cittadina si trova la località termale di Leukerbad, conosciuta da oltre 500 anni, addirittura già ai tempi dei Romani, per le sue rilassanti terme in cui riscaldarsi prima di tornare tra la neve

 

“ Nell’infinita quiete della montagna ho sentito il respiro della terra”.  IS

http://fuggire-svizzera-soli-80-km-dal-confine-ce-un-paese-ti-paga-andarci-vivere