Porta Nuova- Lingotto: qualche precisazione

Voglio ringraziare chi ha contribuito  con il suo parere sul tema della metropolitana tra Porta Nuova e Lingotto.

Voglio solo precisare che allo stato attuale e probabilmente anche in futuro il Comune di Torino non ha i soldi per comprare dalle ferrovie l’area dei binari di Porta Nuova. Le ferrovie in generale non pare vogliano dismetterla completamente, ma solo parzialmente. Se fossero costrette a dismetterla, lo farebbero solo per vendere i diritti per l’ edificazione di qualche bel palazzone. E’ un po’ tutta la storia delle  "spine" del  piano regolatore  Gregotti- Cagnardi: si fanno sparire dei binari per fare brutti palazzoni, senza qualita’, senza tecnologia e senz’anima.

A Londra e a Berlino le metropolitane a cielo aperto e le ferrovie urbane sono parte fondamentale del sistema metropolitano. La Circle Line, la PiccadillY line, la Central Line e molte altre a Londra e la SBahn a Berlino sono alla luce del sole in ampi tratti e vanno benissimo. Nessuno si sogna di sotterrarle.

L’unico argomento che mi convince e’ che forse i soldi del lotto Porta Nuova Lingotto non sono trasferibili ad altri lotti. Questo e’ triste ed assurdo. Con i soldi disponibili potremmo avere molto presto un collegamento da Rivoli a Nichelino ed invece dobbiamo accontentarci di Collegno-Lingotto (Ma ci sono davvero tutti i soldi per arrivare a Lingotto?).

Io non voglio meno metropolitane, ne voglio di più, il più in fretta possibile.

G.R.

I_binari_di_porta_nuova_visti_da_sud_1   

Porta Nuova Lingotto: una spesa utile?

Il tratto di via Nizza piu’ vicino a Porta Nuova  e’ stato recentemente chiuso per iniziare i lavori della metropolitana.

Ora si spenderanno grandissime somme per scavare una metropolitana tra Porta Nuova e Lingotto, ma la metropolitana tra Porta Nuova e Lingotto esiste gia’, si chiama binari 1 e 2 della ferrovia tra Torino e Lingotto. Mancano solo le fermate.

Porta Nuova nei piani di Trenitalia e del Comune di Torino e’ destinata ad essere sempre meno importante come stazione ferroviaria ecco dunque che due binari potrebbero  essere dedicati alla metroplitana, senza danno.

Si tratta di fare delle fermate vicino a corso Somellier, corso Dante, corso Bramante per un costo che sarebbe solo una piccola parte di quello che si vuole sostenere ora.

Con i soldi risparmiati si potrebbe raddopiare il binario della ferrovia tra Lingotto e Nichelino ed iniziare a scavare altri tratti in sotterranea  (ad esempio tra Porta Nuova, Piazza San Carlo, Piazza Castello ed avanti verso Torino nord)  dove uno scavo e’ davvero necessario.

I soldi sono pochi e saranno ancora meno in futuro. Dobbiamo concentrarli su cio’ che e’ davvero necessario.

Gustavo Rinaldi

Metro_in_via_nizza

I benefici dell’immigrazione vanno redistribuiti

 

Abbiamo scritto che il lavoro degli
immigrati non e` in concorrenza con quello degli italiani:

http://gustavorinaldi.blog.lastampa.it/il_mio_weblog/2006/03/gli_immigrati_r.html

Nuovi studi ci dicono che e` il caso di correggere in parte quanto scritto. Martin Wolf del Financial Times di mercoledi’ 5 aprile riferisce di due recenti studi sull’immigrazione. Da essi risulta che e` vero che gli immigrati favoriscono la crescita economica nei paesi ricchi, ma e` anche vero che esiste una concorrenza tra i lavoratori immigrati e certi lavoratori nazionali con un profilo professionale piu` simile a quello degli immigrati: i poveri ed i meno istruiti. Anche se spesso gli immigrati sono istruiti, di fatto, inizialmente e` con gli italiani meno istruiti che essi sono in diretta concorrenza. In certi casi e` vero che, se lavora l’immigrato, non lavora l’italiano.  Allora che fare? Bloccare l’immigrazione? Non  necessariamente. L’immigrazione porta comunque molti benefici al paese. Questi benefici vanno sopratutto alle classi piu’ ricche ed istruite e alla classe media e medio bassa. Non vanno alla classe piu’ bassa. Bisogna ricordarsi di cio’ e dare dei benefici specifici a quei cittadini italiani che sono in diretta concorrenza con gli immigrati: i meno istruiti e qualificati. Loro non hanno torto ad essere contro l’immigrazione, quando sono lasciati soli a pagarne il costo. Le tasse, il sistema formativo, i servizi sociali, le case popolari ed altri sussidi pubblici dovranno tenere conto di questa realta`.
Gustavo Rinaldi

2 caste: un commento di Stefano L.

La rivoluzione del sistema economico italiano verso un modello di maggior competitività è necessaria, ma il passaggio deve essere gestito, altrimenti si rischia di farsi del male. Abbiamo già perso troppo tempo, ma non possiamo permetterci di destabilizzare oltre un certo limite il tessuto sociale, sennò l’obiettivo di modernizzazione del paese non lo si raggiungerà mai.

Tranne che si voglia ridurre il reddito medio italiano a quello cinese, altro non c’è che investire in settori a tecnologia avanzata e ad alto valore aggiunto. Ma per fare questo occorrono tante risorse che le aziende medio-piccole non hanno.

La modernizzazione avrà un inevitabile costo. E dal momento che i sacrifici vengono meglio tollerati se se ne conosce il motivo, bisognerebbe fornire ai cittadini una informazione obiettiva e completa. Cosa che non si fa: nei dibattiti politici l’onestà intellettuale viene sacrificata in favore di discorsi demagogici, unicamente finalizzati all’accaparramento dei voti. Basta vedere il balletto delle cifre, anche su parametri sui quali dovrebbe esserci certezza e condivisione.

Un altro enorme ostacolo è l’efficienza nella distribuzione delle risorse, minata alla base dalla fitta rete di clientelismi e dalla mafia, potente soprattutto in certe aree del paese. Altro che risorse destinate alle tecnologie avanzate!

Per quanto riguarda i dazi, sono misure poco diplomatiche, tuttavia ci sono degli altri strumenti per ostacolare le importazioni. Se carichiamo i prodotti in entrata di adempimenti a standard e leggi, per esempio, se ne rende più complicata sia la produzione che l’import. Tuttavia è importante che i requisiti oggetto di conformità, siano testabili direttamente sul prodotto, per evitare di cadere nelle trappole del marchio CE.

Siamo divisi in due caste?

Se io produco
scarpe, motociclette, automobili o telefoni cellulari il mio stipendio
dipendera` dal prezzo mondiale delle scarpe, delle motociclette, delle auto o
dei cellulari.
Se questo prezzo
scende, perche` qualcuno nel mondo sa produrli a prezzi bassi, il mio stipendio
scende pure. Se non scende, l`azienda per cui lavoro dovra` licenziare prima qualcuno e poi tanti.
Io dovro` pur sempre
affittare una casa, avere un conto in banca,andare dal medico, chiamare l’idraulico, prendere il bus o
il taxi, pagare il notaio, comprare le medicine, andare al bar, andare
all’anagrafe…. Tutte queste spese non
scenderanno di prezzo tanto quanto scende il mio stipendio. I loro prezzi non
sono fissati sul mercato mondiale, ma secondo regole nostrane. Il loro prezzo
potra` anche salire, mentre il mio stipendio scende.

Di conseguenza io,
produttore di scarpe e telefonini, diventero’ progressivamente piu` povero.
Si verranno a
formare due caste. La casta di quelli esposti al commercio internazionale e la
casta dei non esposti.

Per evitare cio’ i casi sono due:
o riusciamo a
bloccare tutte le importazioni (e quindi le esportazioni, perche’ gli altri non
staranno a guardare, mentre noi blocchiamo i loro prodotti)

o mettiamo piu’
concorrenza in quei settori, che oggi ne sono privi.

Chi lavora in lavori non esposti alla concorrenza internazionale beneficia alla grande di essa. Le cose che si possono commerciare (telefoni, automobili, motociclette, vestiti, scarpe, ecc.) diventano sempre piu’ economiche, beneficiando tutti. Alcuni pero’ pagano un alto prezzo (salari che non crescono o diminuiscono) e altri no (le loro paghe non sono toccate dalla concorrenza internazionale).

Proteggere certi settori dalla concorrenza, quando altri sono esposti
ad essa, vuol dire permettere che qualcuno diventi piu’ ricco proprio mentre
tanti diventano piu’ poveri.

Gli immigrati rubano il lavoro?

Di quanti immigrati ha bisogno l’Italia?
Forse un numero piu’ grande di quello autorizzato dalle norme attuali?
E` vero ad esempio il bassissimo tasso di disoccupazione tra gli immigrati. Lavoro immigrato e lavoro italiano non sono normalmente sostituti. Non e` corretto il motto “se lavora il marocchino, non lavora l’italiano”. Il lavoro dei nati in Italia e il lavoro dei nati all’estero sono spesso complementi. E` spesso vero che "se c’e` abbastanza lavoro immigrato, allora ci sara` abbastanza lavoro per gli italiani". Ogni X lavoratori immigrati impegnati in lavori pesanti o di cure personali, c`e`  bisogno di Y  contabili, W impiegati, e Z addetti al marketing  che in molti casi saranno piu’ probabilmente italiani. Se la famiglia italiana non puo’ assumere la badante per curare la vecchia nonna o i bambini piccoli, qualcuno, spesso la moglie, dovra` restare a casa e non potra` lavorare, con danno per il reddito di quella famiglia e per l’economia nazionale. Lo stesso in certi casi puo’ valere per alcune professionalita` di immigrati ultraspecializzati.  La loro presenza puo’ creare posti di lavoro per italiani. Il lavoro immigrato puo’ creare lavoro italiano. Il semplice calcolo "mors tua, vita mea" non e` egoistico, per lo piu’ e` autolesionista.

Invece delle code al freddo

Si e` gia` parlato dell’incivilta` di far attendere in coda al freddo quelli che volevano regolarizzare se’ stessi o altri, secondo le vigenti leggi italiane sull’immigrazione.
Condivido.

Vediamo pero’ cosa si sarebbe potuto fare in un paese un po’ piu’ civile e meglio organizzato.
Il problema da risolvere era come assegnare un numero limitato di “posti” ad un un numero largamente piu’ grande di richiedenti.
Ammettiamo, che effettivamente il numero di posti disponibili non potesse essere piu’ grande di quello stabilito dalle norme emanate. Che criterio utilizzare per distribuire in modo giusto i pochi posti disponibili? Ci permettiamo di suggerire due strade: sorte o merito.

SORTE
Il metodo della sorte consiste nell’organizzare una lotteria. Ci si iscrive per posta o via internet  e non conta l’ordine d’iscrizione; il tempo per iscriversi e’ lungo, non serve a nulla fare code di notte. La lotteria e` pubblica, trasmessa per televisione, controllata da un notaio e svolta in presenza di rappresentanti degli immigrati gia` residenti. Chi vince, se ha i requisiti previsti dalla legge, ha il posto.

MERITO
Qualcuno dira` che in fondo un permesso di soggiorno in Italia  va dato a chi piu’ lo desidera e piu’ intende sacrificarsi per l’Italia. In fondo far la coda al freddo e` un modo per dimostrare cio’. Si’, ma e` un modo umiliante, inutile, stupido e che non beneficia nessuno, salvo chi vende prodotti contro il raffreddore e la polmonite. Inoltre e` un sistema che ha fatto perdere al paese migliaia di ore di lavoro, di euro di prodotto e di tasse (non incassate).
Oltre, ovviamente, la faccia. Se si ritiene che un permesso di soggiorno vada dato a chi piu’ e` disposto a sacrificarsi per esso, allora lo si dica esplicitamente. Un modo sensato potrebbe essere una specie di asta di offerte per cause meritevoli, tipo l’ INPS, il Sistema Sanitario Nazionale o i fondi per gli aventi diritto all’asilo politico. Supponiamo che ci siano 100,000 posti disponibili. Ogni candidato propone di dare una somma, a sua scelta, a favore, per esempio, di  un fondo per i rifugiati politici. Questi ultimi attualmente in Italia ricevono un trattamento indegno. Il richiedente potra’ fare la sua domanda via internet o via posta. Le offerte generano una graduatoria di analisi delle domande; si comincia a considerare quelle di chi ha offerto di piu’; ad essi, se hanno i requisiti previsti dalla legge, si da un permesso di soggiorno. Gli altri non dovranno pagare nulla e non riceveranno il permesso di soggiorno, ma almeno si saranno risparmiati una notte al gelo.

Torino e` troppo piccola

Quando ho incontrato qualcuno di Moncalieri, Nichelino, Venaria o Rivoli in giro per il mondo e questo non sapeva che ero un italiano di Torino mi diceva "Sono di Torino". E diceva bene.
Tantissime linee
di autobus  han capolinea fuori
dai confine comunali di Torino.
La metropolitana
di Torino inizia a Collegno e forse in futuro partira` da Rivoli e finira` a
Nichelino.

Torino e` troppo
piccola quando si deve disegnare la rete
dei trasporti metropolitani.

Non si puo’
pensare a rifare l’ospedale di Venaria senza pensare alla zona nord ovest di Torino.L’inceneritore di Torino e` di fatto un’affare di Torino e dei comuni della cintura.

Ci sono certi
servizi che hanno una dimensione minima efficiente che supera i confini dell’attuale comune.
E chi saprebbe dire dove corrono i confini
tra Torino e Nichelino in Piazza Bengasi e quelli tra Torino e Collegno in
Corso Francia, senza guardare i cartelli e le mappe?
Una famiglia in Piazza Bengasi aveva camera da letto a Torino, tinello a Moncalieri…
Era la divisione del’indivisibile.
Come si fa a
regolare le targhe alterne a Torino e non a Nichelino o Rivoli? L’inquinamento rispetta i confini comunali?
Come si fa a
regolare il traffico a Torino senza pensare a parcheggi a Rivoli, Moncalieri e
Venaria?

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Foto: Comune di Torino

Torino e` troppo piccola
quando si deve presentare a livello nazionale, europeo e mondiale, per far
valere le sue ragioni.
E` troppo piccola
quando deve reclamizzare il suo nome nel mondo.

Infatti e` rarissimo vedere la promozione di Torino nel mondo.
E` una citta` di un milione e mezzo di
abitanti, ma non lo puo’ dire.
   Sembre che perda abitanti ed invece ne sta trasferendo molti dal suo nucleo centrale a quelle cinture che dovrebbero essere considerate la sua parte piu’ esterna. Con l’attuale distribuzione dei confini comunali le statistiche
non rappresentano bene la realta’. Una realta` che e` fondamentalmente unitaria. La Reggia di Venaria, il Castello di Rivoli, Stupinigi ed il Castello di Moncalieri sono sempre stati la corona di Torino. Dividerli artificialmente da essa non ha senso.
 
Le
circoscrizioni di Torino potrebbero decidere sull`80% delle questioni, che oggi
sono decise dal comune di Torino, divenendo veri e propri comuni; alcune funzioni
strategiche oggi suddivise tra comune di Torino, comuni della cintura e
Provincia di Torino (programmazione delle grandi reti, controllo ambientale, richieste alla regione in materia sanitaria, promozione di Torino nel mondo)  potrebbero essere assegnate ad un sindaco dell’area
metropolitana, con competenza da Settimo a Nichelino, da Venaria ad Orbassano, da Rivoli a Moncalieri.

In questo modo i problemi che devono e possono  essere risolti piu’ vicino alla gente sarebbero risolti a livello da comunita` di 100-200.000 abitanti ed alcuni grandi problemi diffusi e con potenziali economie di scala sarebbero affrontati dalla citta` metropolitana.

Banda larga: un passo avanti

Ieri sera l’assessore regionale alle tecnologie Bairati e quello
provinciale (provincia di Cuneo), Invernizzi hanno incontrato,
su iniziativa del consigliere regionale Rabino, i sindaci
e gli operatori economici di 60 comuni di Langhe
e Roero, per illustrare le iniziative per la diffusione della
banda larga.
Riassunto dell’intervento dell’assessore Bairati:
– In Piemonte 870 comuni su 1260 non sono coperti dalla banda larga.
– Ci si è chiesti se continuare sulla strada dell’infrastrutturazione
pesante (scavi, posa di fibra, ecc) o passare a un’infrastrutturazione
leggera (wireless). La Regione (e le Province) propendono per il wireless.
– La tecnologia senza fili costa 1/10 di quella cablata
– La Regione investirà, insieme alle Province, 20 Milioni di Euro in 2
anni, la Regione fungerà da "authority" di verifica dei servizi
erogati, la Provincia sarà l’ente materialmente erogatore e avrà
compiti di vigilanza "finanziaria".
– Tra un mese/ 45 giorni usciranno le prime gare per 180 comuni (non è
stato detto quali)
– Il traino per fare adottare la banda larga anche ai "riottosi" saranno
i servizi potenziati di e-government
Riassunto dell’intervento dell’assessore provinciale Invernizzi:
– La provincia di Cuneo ha chiesto che i fondi per il wi-fi siano
chiaramente evidenziati e distinti da quelli per l’infrastruttura pesante.
– La provincia di Cuneo vuole più mercato, ma preferisce vedere emergere
  un solo operatore sul territorio, come interlocutore unico
Riassunto dell’intervento del funzionario provinciale di Cuneo Alessandro Risso:
– Presentazione sul significato del divario digitale
– solo il 52 per cento della popolazione della provincia di Cuneo può
accedere alla banda larga
– Telecom promette il 98 per cento di copertura per fine 2008
– Fastweb è interessata a cablare Alba e Bra ma non i comuni circostanti
– Se si cablasse tutto in fibra ci vorrebbero 63 Milioni di euro solo
per la provincia di Cuneo
– Si è anche pensato di finanziare Telecom per fare dotare tutte le
centrali di DSLAM e fibra (tramite gara, ovviamente)
– la provincia sta conducendo un censimento delle iniziative già in
essere (coperture wireless di singoli comuni)
– al gestore (i) delle reti wireless co-finanziate dalla provincia e
dalla regione verrà chiesto di garantire il roaming tra comuni limitrofi.
Domande del pubblico
– Sindaco di Diano d’Alba : I comuni che si sono già dotati di
infrastrutture o che si stanno dotando in questi mesi, riceveranno
anch’essi i finanziamenti regionali?
R. Ass Bairati: Se rispettano gli standard comuni sì
– Sindaco di Diano : Quali sono questi standard?
R. Ass. Bairati: Li decideremo al più presto insieme alle province
Altri interventi di amministratori che chiedono se si possono muovere
senza attendere i tempi burocratici degli enti superiori, le risposte
degli assessori sono uguali a quelle date al sindaco di Diano.

Torino e` troppo grande

Torino e` troppo
grande quando una lampadina si brucia e la strada e` troppo buia, quando
l’asfalto o il marciapiede sono da rifare, quando c’e` da risistemare il
giardinetto dietro casa, quando in una zona i rifiuti sono raccolti molto
peggio di quanto sarebbe desiderato, quando c`e` da decidere il senso unico per
strade assolutamente secondarie, quando c`e` da stabilire di vendere una
vecchia palazzina di proprieta` del comune, quando c’e` da concedere licenze
per l’occupazione di suolo pubblico da parte dei ristoranti e dei bar,  quando c`e` da autorizzare un nuovo parcheggio sotterraneo, quando c`e` da organizzare il commercio nel
quartiere, quando c’e` da pensare al suo sviluppo economico ed urbanistico…..

I gusti dei
cittadini possono variare da zona a zona; una risposta unificata puo’
scontentare tutti.
In tutti questi
casi Torino e` troppo grande.

L`amministrazione
cittadina centrale ha troppi probemi da risolvere e troppo poca informazione
diretta per decidere bene ed in fretta. Il voto e l’opinione di quelli che sono
direttamente toccati dalle decisioni non conta quasi nulla. La gente osserva cio’ che viene stabilito dall’alto, spesso senza poterlo influenzare.
Tutti questi
problemi e altri ancora potrebbero essere affrontati meglio a livello di circoscrizione.

Cio’ non vuol
dire necessariamente creare in ogni settore dieci organi diversi, vuol dire che
molte decisioni (la gran parte) dovrebbero essere prese a livello decentrato.