Cosa sono i mutui 100% e con quali garanzie si richiedono

Cosa sono i mutui 100%? Sicuramente non se ne sente molto parlare, ma sono un’opportunità di finanziamento molto utile, perché permettono di coprire interamente il costo dell’immobile. Per permettere questa soluzione, gli Istituti di Credito richiedono maggiori garanzie: i mutui 100%, dal momento che permettono di ottenere l’importo utile a coprire interamente il costo dell’immobile, Leggi tutto “Cosa sono i mutui 100% e con quali garanzie si richiedono”

Euro Deputati M5S: qual è la prospettiva?

Molte delle cose che dice Marco Valli​ sono condivisibili. Ovviamente essendo la sua, il M5S, una forza di opposizione minoritaria, la loro influenza sulle decisioni prese è assai limitata, ma ciò è ovvio. Il problema per me è un altro. Una pattuglia di deputati di opposizione al parlamento europeo ha una prospettiva ed un senso solo se può creare  contatti in vista un alleanza con cui presentarsi alle prossime elezioni europee per cercare di cambiare davvero l’Europa. Non ho l’impressione che gli euro deputati del M5S stiano facendo ciò. Sono sì in un gruppo politico, ma di gente che sarebbe meglio perdere che trovare (tra essi gli uomini dello speculatore di borsa Nigel Farage, ex lepenisti, neo-nazi svedesi e negazionisti polacchi). Per fortuna, quasi mai i parlamentari del M5S votano come i loro compagni di gruppo. Questo fa loro onore.

Comunque che prospettiva ha tutto ciò? Anche le buone idee, se non fan parte di un progetto di vere alleanze a livello europeo, servono ad entusiasmare i sostenitori in Italia, che, dopo aver visto i video, sono contenti e mettono “mi piace”, ma poi? Come potrebbe cambiare questa Europa? Anche il giorno in cui il M5S prendesse il 100% dei voti in Italia ed avesse 80 euro deputati che differenza farebbe?

 

P.S.

Ovviamente, l’argomento che molti eurodeputati di altre forze politiche italiane giochino ruoli nulli o negativi e si disinteressino del bene dei cittadini italiani non mi sembra una gran consolazione.

 

 

Perso il 28% della produzione industriale

Dal 2007 ad oggi la produzione industriale italiana e` diminuita del 28.08%

Anche se la produzione dell’ industria gia` diminui’ del 21.36% nel 2008 e 2009 poi nel 2010 si riprese un po’. Oggi la produzione dell’industria e` del 12,20 % inferiore a quella del 2010 ed e` perfino inferiore del  6,72% inferiore a quella del 2009, vero e proprio anno orribile.

141209 produzione industriale

Fonte: Elaborazione dell’autore di dati ISTAT

Per capire la dimensione i questa catastrofe bisogna pensare che durante la seconda guerra mondiale dal 1940 al 1945 la produzione diminui’ del  73,64%, ma gia` nel 1946, con il paese distrutto, la produzione industriale era del  35,45% inferiore a sei anni prima.

141209 produzione industriale 40 46

Fonte: Elaborazione dell’autore di dati Banca d’Italia

Oggi siamo ad un -28,08% nel 1946 erano ad un -35,45%.

In termini di produzione industriale le cose andavano un po’ peggio di oggi, ma non di tanto.

Gli Italiani continuano a chiedersi cosa potrebbe succedere loro di brutto ed hanno gia` subito, in termini di produzione industriale, quasi gli effetti di una guerra.

 

L’Italia e` un paese con troppa inflazione?

Che oggi l’Italia sia  in deflazione, che i prezzi scendano, lo sanno anche i muri. I prezzi scendono, il PIL scende e i debiti restano dove sono. Il rapporto debito/PIL cresce.
Non e` stato sempre cosi’. Mi spiegano che l’Italia non ha saputo beneficiare dell’euro perche` a causa della troppa inflazione ha perso competitivita`. Dal 99 ad oggi i prezzi italiani sono cresciuti di un 15% piu’ di quelli tedeschi. Cerco di capire. Chiedo ad amici sindacalisti e mi spiegano che sono stati i commercianti, gli artigiani e le imprese in genere ad approfittare dell’euro, a speculare ed a metterci in questo guaio. Chiedo ad amici imprenditori e mi spiegano che il sindacato ha difeso una rigidita` del lavoro senza senso e per questo i nostri prezzi sono saliti troppo. Sono molto confuso. Sembrano avere ragione entrambi.  Qualcuno poi mi spiega che la nostra bassa competitivita` deriva dal fatto che i nostri beni incorporano il costo della politica corrotta, di una burocrazia eccessiva e della mafia.  Ma come e` possibile?

Non mi resta che tornare ai numeri. Ma e` vero che siamo un paese dove    l’inflazione e corsa? E` vero’ che i prezzi qui da noi sono cresciuti in maniera anormale?

141021 inflazione nei paesi ricchi

 

Tra il 1999 ed il 2014 i prezzi da noi non sono cresciuti in modo  anormale. Sono cresciuti non solo meno che  in Grecia ed in Spagna, ma anche meno che in Norvegia, Australia, Lussemburgo, Canada… meno che negli USA… meno che nel Regno Unito. L’Italia  ha avuto l’inflazione mediana. E allora da dove derivano i nostri problemi? Essi derivano dal fatto che abbiamo accettato come modello di inflazione la Germania. Statisticamente, direi  oggettivamente, la Germania e` un paese non normale. Con il Giappone e la piccola Svizzera fa parte dei paesi con inflazione anormalmente bassa.

Prendere la Germania come riferimento e` un po’ come prendere come modello di alimentazione un vegano. Se uno sottoscrive un impegno a diventare vegano e poi talvolta beve un bicchiere di latte o mangia un uovo fritto, non e` un criminale. E` solo uno che ha sottoscritto un impegno un po’ stupido, perche` non adatto a lui. La cosa sensata e` recedere da quell’impegno e tornare serenamente a mangiar uova e formaggi e bere latte. Non cercare delle spiegazioni astruse per spiegare come mai si e` dei vegani falliti.

L’Italia e` un paese normalissimo, con inflazione tendenzialmente bassa. Ne’ i commercianti, ne` i sindacati, ne’ le imprese, ne’ la burocrazia, ne’ la corruzione, ne` i sindacati ne han fatto un paese ad alta inflazione. E` solo il paragone che ci siamo imposti che non ha fondamento alcuno.

Guardiamo ai numeri, non ai pregiudizi. Smettiamola di parlar male dell’Italia. L’Italia e` grande paese normale.

 

 

 

L’Italia Puo’ Farcela

Io credo che si debba chiaramente dire una cosa: L’ITALIA HA OTTIME CHANCE DI FARCELA, l’Italia puo’ tornare ad essere un luogo di speranza e di crescita economica e culturale, non ci vuole molto. Ovviamente si tratta di cambiare cammino, lasciare le scelte economiche basate sull’ignoranza e sul pregiudizio, quelle fatte negli ultimi trentacinque anni, e fare poche scelte di buon senso. Si tratta di decidere di mettere il denaro per investire sulle persone e sulle infrastrutture a loro necessarie e non per aricchire una classe di intermediari inutili. La palla e`  nelle mani degli Italiani. Devono solo decidere che l’autolesionismo e’ sbagliato. Devono capire che questo paese potrebbe fare cose grandissime.

Non la benevolenza….. conduce ad una trattativa

Non la benevolenza del verduraio fa si’ che, quando io vado da lui, esso mi tratti con rispetto e cerchi di servirmi con fagiolini, uva, zucchini e quanto io gli possa chiedere, ma la minaccia, la paura di restarsene con la sua merce non venduta, che marcisce sul banco. E` l’implicita minaccia che io e gli altri potenziali acquirenti facciamo, che induce il verduraio ad essere ragionevole a cercare di venire ad un accordo con me e con gli altri clienti, fornendo buona merce ad un prezzo ragionevole. Senza minaccia, ben difficilmente c’e` una trattativa. Se una parte non ha nulla da minacciare, diviene automaticamente serva dell’altra parte.

 

Ebola, basterebbe poco

In Sierra Leone e Nigeria c’e` qualche forma di controllo, ma in Liberia la situazione e` totalmente fuori controllo.  Nella capitale Monrovia, una citta` delle dimensioni di Torino e cintura, non vi e` un ospedale.  In molti casi non si sa dove siano i malati e con chi entrino in contatto. In Senegal siamo ai primi casi e si stanno prendendo delle misure.
Basterebbe poco per intervenire in Liberia, Sierra Leone, Guinea, Nigeria e Senegal per sostenere questi paesi nella lotta all’Ebola. Con una pitoccheria senza senso il mondo dei ricchi se ne disinteressa, quasi che virus e batteri fossero fermabili con fogli di via e carte bollate.

Quando c’e` un’epidemia ci sono tre tipi di reazioni: quelle dei generosi, sinceramente interessati verso chi e` in difficolta` e desiderosi di aiutare; quelle degli egoisti intelligenti, che capiscono che il problema prima o poi diverra` il loro problema e si dan da fare per aiutare chi e` in difficolta`, non per amore ma per interesse. Poi ci sono gli stupidi. Questi si disinteressano, del problema, pensando che non sia affar loro. Le prime due categorie oggi sono scarsamente rappresentate nei paesi ricchi.
In tanto in assenza di cure mediche minime, la malattia si diffonde. Certo non manca la reazione di qualcuno che chiede blocchi e controlli alle frontiere, cosa che comunque servirebbe a poco.
Medicins sens Frontieres denuncia che si sta facendo poco o nulla. Un piccolo aiuto dato oggi alla Liberia e agli altri paesi colpiti ci eviterebbe di avere serissimi problemi a casa nostra domani.

Se vuoi dare un “reddito di cittadinanza”……

Chi propone un  “reddito di cittadinanza” o un indennita’ di disoccupazione spesso pone, giustamente, delle condizioni.

Se il disoccupato e` in condizione di lavorare e gli viene offerto un lavoro corrispondente alle sue capacita`, finisce per perdere il sussidio. Ottimo.

C’e` un problema.  L’Italia e` uno dei paesi europei con meno addetti agli uffici per l’impiego rispetto al numero dei lavoratori.

In una citta` come Torino,  con 900.000 abitanti, ce ne so no due. Chi volesse far sul serio prima dovrebbe trovare il personale per i centri per l’impiego, gente che si intende di curricula, di colloqui di lavoro, di profili professionali, di colloqui di lavoro, di corsi di  formazione e di molto altro ancora.

Poi si  dovrebbe creare  una rete di centri per l’impiego  sufficiente rispetto alle necessita`.

In fine si  potrebbe pensare a dare un sussidio, si chiami esso ” sussidio di disoccupazione”, “reddito di cittadinanza”, ” denaro per la ricerca del lavoro” o altro.

Senza i centri per l’impiego il progetto avrebbe poco senso.

Tutta colpa di Lehman Brothers?

Non insistero’ mai abbastanza sulla necessita` di riformare il sistema finanziario internazionale. Esso e` stato il detonatore della crisi, finanziaria prima e ed economica poi,  del 2007-2009. Detto cio’,  non possiamo nasconderci dietro di esso. Le reazioni alla crisi finanziaria sono state assai diverse. Gli USA hanno ripreso totalmente il PIL perduto e si trovano circa l’8% sopra la loro situazione del 2007. Qualche purista notera` che non sono ritornati sul sentiero di crescita su cui erano prima della crisi. E` vero. Se la loro crescita fosse continuata ai tassi pre crisi, avrebbero un reddito ancora piu’ alto. Detto cio’,  noi la loro crescita ce la sognamo di notte. Come Eurozona siamo ancora un punto sotto il livello del 2007 e 9 punti sotto il livello USA. Come Italia siamo 8 punti sotto il livello 2007 e 16 punti sotto il livello USA.

Il problema vero non e` stato Lehman Brothers, che ha toccato gli USA come e forse piu’ di noi, il problema vero e` stato l’assurda gestione dell’eurozona, per l’Italia particolarmente dannosa.

Qualcuno mi ha fatto notare che la situazione della zona euro era alla partenza  peggiore di quella USA. E` falso.  Almeno se si guardano i parametri che questa gente normalmente guarda: i governi della zona euro erano in media indebitati ed avevano deficit piu’ piccoli. Avevamo una bilancia dei pagamenti non in disavanzo, mentre gli USA erano in forte disavanzo e l’economia europea in generale (settore pubblico, privato e finanziario) aveva meno passivita` con l’estero di quella USA. Noi partivamo da una situazione migliore.

Io non penso che un’eventuale uscita dall’euro causerebbe una crisi finanziaria paragonabile a quella causata da Lehman Brothers. In ogni caso da una crisi come quella si guarisce, vedi gli USA, da un euro mal gestito non si guarisce.

Il PIL di USA, Eurozona e Italia (2007 =1)

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014
Euro 1.00 1.00 0.96 0.98 0.99 0.99 0.98 0.99
USA 1.00 1.00 0.97 0.99 1.01 1.04 1.06 1.08
Italia 1.00 0.99 0.93 0.95 0.95 0.93 0.91 0.92

P.S. Confermo la necessita` di riformare al piu’ presto il sistema finanziario internazionale.

 

 

140716  GDP USA EZ  I