TARANTOLE FRITTE LO STREET FOOD DA PASSEGGIO: SNACK DAL MONDO

Si Dice che tutto il mondo è paese, si ma non sempre è così, soprattutto se si parla di tradizioni culinarie, e lo sanno bene tutti quei viaggiatori a caccia di squisitezze dal mondo, o quasi. La gastronomia locale è la più ricercata perché nascondono ricette e tradizioni in un piccolo lembo di terra, che probabilmente pochi hanno il coraggio di assaggiare. Oggi vi portiamo in Cambogia a mangiare le “tarantole fritte”.

 

Gli appassionati della cucina orientale sicuramente non hanno paura di sperimentare, il palato è già preparato a certi sapori, la tarantola fritta per chi l’ha assaggiata è una vera prelibatezza, ma dove bisogna recarsi di preciso? Il famoso villaggio in Cambogia è Skuon, si trova a 75 km dalla capitale di Phnom Penh, è il ragno gourmet gli ha resi noti, oltre agli affari d’oro.

Sfido chiunque a non rabbrividire pensando ad una tarantola, io per prima, eppure qualcuno le tiene anche come animali da compagnia, “l’uomo è strano”, detto questo, la tarantola da degustazione la si trova sulle bancarelle dei mercati, proprio accanto a ceste di frutta e verdura.

 

Donne cambogiane al-mercato

Qual è il suo sapore?

Il sapore a detta di chi le ha assaggiate ricorda una via di mezzo tra pollo e granchio, un interno morbido ed un esterno croccante

Vengono cucinate immerse in una pastella di sale, e zucchero, e poi buttate nell’olio bollente ancora vive con degli spicchi d’aglio. Di solito si mangiano solo le zampette pelose, però è tutta commestibile, la testa è ricca di polpa bianca.

Purtroppo, a causa della deforestazione sembra che la popolazione di tarantole stia diminuendo, e infatti il loro prezzo è lievitato notevolmente.

Io per il momento passo, e voi avreste il coraggio di assaggiarle?

Quali sono i vini pregiati meno conosciuti del Piemonte?

I vini della regione Piemonte sono famosi nel panorama vinicolo di tutto il mondo, chi tra gli appassionati del vino non conosce bene l’aroma ricca del Barolo, le note acide del Barbera, le sfumature del Barbaresco, il retrogusto di mandorla nel Dolcetto, sono etichette che mettono d’accordo tutti.

Ma indubbiamente come in molte cose esiste una realtà meno nota, al di là delle degustazioni sdoganate dietro alla splendida cornice dei vini piemontesi, non tutti conoscono le etichette meno famose, noi siamo qui per svelarvi la prossima degustazione da non perdere. Scopriamoli insieme.

 

Partiamo dal Timorasso, che è un vitigno autoctono portato quasi all’estinzione, questo vino dimostra di essere un gran bianco, dalle note agrumate, molto sapido e minerale, gli aromi terziari di frutta secca gli donano grande eleganza. Le vigne sono diffuse nella zona di Tortona, in provincia di Alessandria.

Il Lista rientra anche il Bramaterra anch’esso poco conosciuto ma di grande carattere, l’invecchiamento lo rende gradevole e corposo, riposa 22 mesi, di cui 18 in legno, o nella versione più pregiata, 34, di cui 24 in legno, naturalmente per il riserva affiorano caratteristiche più piene. La collocazione dei vigneti è tra i 200 e i 600 metri sopra il livello del mare, ha un’ottima esposizione solare, Nello specifico, la zona di produzione comprende sette comuni: Masserano, Brusnengo, Curino, Villa del Bosco e Sostegno in provincia di Biella, Lozzolo e Roasio in provincia di Vercelli.

Nascetta, o ( Nas-cëtta), risulta essere il meno conosciuto, un autoctono delle Langhe che sa esprimere il territorio, giallo paglierino, profuma di miele di acacia, agrumi ed erbe aromatiche. Si percepiscono lievi sentori di moscato, un vino persistente.

Erbaluce o Erbalus è uva bianca autoctona chiamata appunto così, perché biancheggiando risplende, il vitigno risale ai primi del 1600. Le zone di produzione in cui è consentita la coltivazione si trovano nel Vercellese e nel Biellese, ma è tra le colline del Canavese.  La DOC è stata istituita nel 1967, mentre il riconoscimento della DOCG è avvenuto l’8 ottobre del 2010. E’ un bianco sapido dal retrogusto leggermente mandorlato, si presta  all’invecchiamento che lo rende ancora più interessante.

Adesso tocca a voi appassionati degustatori scoprirne le sensazioni che regalano al palato, perché come si sa ad ognuno il suo personale giudizio.

Giù Le Mani Dal Made In Italy: La dieta Mediterranea Sotto Accusa Formaggi, Salumi, e Vino

Se l’interesse è la salute della popolazione bisognerebbe istruire i consumatori sul corretto consumo degli alimenti, e non demonizzare il Made in Italy leader mondiale di una filiera eccellente.

“Nuoce gravemente alla salute”, lo sostiene l’Unione Europa, le etichette allarmistiche non sono rivolte alle sostanze nocive a tutti ben note come la nicotina, ma ad alimenti e bevande simbolo dell’enogastronomia italiana, nonché pilastri della famosa dieta mediterranea, citata dal mondo come una delle più equilibrate e gustose. Sotto accusa finiscono; formaggi, salumi, e vino.

 

La proposta dell’Unione Europea è di inserire le etichette nel vino e bevande alcoliche entro il 2023, oltre a voler eliminare dai programmi di promozione i prodotti agroalimentari associati ai rischi di tumore, come le carni rosse  trasformate.

Ma se è vero che noi siamo anche quel che mangiamo, effettivamente la nostra lunga tradizione di eccellenti prodotti ha tirato sù bene tante generazioni, questa scelta mi sembra abbastanza azzardata, bisognerebbe si, fare attenzione a non consumare eccessivamente insaccati, e prodotti ricchi di grasso, e non bersi una bottiglia di vino, ma qui si tratta solo di quantità, “anche il potere non è il male in sé, dipende sempre da l’utilizzo che ne fai”.

Tra le misure previste l’aumento delle tasse, campagne di sensibilizzazione e altre misure simili previste dai best buys dell’Oms, aumento dei prezzi, limitazione della disponibilità fisica ed economica degli alcolici sul mercato e divieto di pubblicità.

La bozza di comunicazione europea propone inoltre la revisione della normativa Ue sulle tasse sulle bevande alcoliche e sulle compravendite internazionali, anche tra privati; la riduzione della pubblicità on line; lo stop al consumo di alcol attraverso i programmi di promozione dei prodotti agricoli Ue.

 

Visto lo scenario, anche il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti, ha scritto a Gentiloni, denunciando una demonizzazione indiscriminata del vitivinicolo e definendo totalmente inappropriate, inefficaci, inadeguate, addirittura controproducenti le misure contenute nella bozza di comunicazione.

Qui Bruxelles non è stata molto cortese nei confronti dell’Italia, a dieci anni dal riconoscimento dell’Unesco della Dieta mediterranea, che ricordiamo si è classificata come la “migliore dieta al mondo”,  proprio perché ricca e diversificata, (pasta, frutta, verdura, formaggi, carne, olio extravergine e lui l’immancabile calice  di vino), ha consentito agli italiani di conquistare il primato europeo di longevità, tutte caratteristiche principali dei nostri prodotti e del nostro regime che si possono riassumere in due parole: Tradizione e benessere.

Se l’interesse è la salute della popolazione bisognerebbe istruire i consumatori sul corretto consumo degli alimenti, e non demonizzare il Made in Italy leader mondiale di una filiera eccellente.

Cibo E Ormoni Della Felicità: Come Stimolare Le Endorfine

E’ possibile cambiare il nostro umore mangiando degli alimenti che ci aiutano ad essere felici? E’ riscontrato che il pensiero positivo e la gratitudine stimolano la produzione di serotonina, cosi come alcuni cibi sono dei veri e propri antidepressivi, (serotonina, dopamina, ossitocina, endorfine), queste sostanze ci aiutano a riequilibrare il nostro benessere psicofisico e a farci sentire meglio quando siamo giù di tono.

Esistono diversi alimenti che contengono gli ormoni della felicità. Il cibo non è solo nutrizione, ha una valenza psicologica, in grado di renderci felici, rifornendo quella carenza energetica che non è solo biologica, avremo un appagamento che premierà corpo, mente e spirito, si ma attenzione tutto con le giuste quantità. Allora concediamoci i nostri “Must”

Gli amanti del cioccolato saranno felici di sentire che la cioccolata è uno degli alimenti più potenti, infatti è ricca di triptofano, precursore della serotonina, in particolare la cioccolata fondente determina l’aumento dei livelli di endorfina.

MANDORLE, ricche di magnesio proteggono il nostro corpo da stanchezza fisica e mentale, l’acido folico aiuta il sistema nervoso, contribuendo a mantenere alto il tono dell’umore grazie alle sue proprietà antidepressive.

PANE E PASTA, alimenti molto amati, infatti contribuiscono a tenere alto l’umore, forniscono carboidrati che stimolano in modo costante la sintesi di serotonina.

UOVA, sono ricche di proteine ad alto valore biologico, omega-3, vitamine del gruppo B e triptofano. Nel tuorlo si trova l’alleato maggiore per combattere il malumore, il consumo durante la stagione invernale è un toccasana.

BANANE, ricche di potassio e di magnesio, aiutano a fornire la giusta energia al nostro corpo. Ci regalano anche il sorriso: contengono elevate quantità di vitamina B9 che aiuterebbe la serotonina a raggiungere più velocemente il cervello.

Se invece siamo alla ricerca costante dell’adrenalina sempre attiva non deve mancare la tiramina contenuta nei formaggi e nei funghi. Provare per credere!

I Più Tradizionali Piatti E Rituali portafortuna del Capodanno Nel Mondo: Italiani- Greci- Irlandesi- Argentini- Messicani e tanti Altri

Antiche tradizioni, tempi moderni, costumi locali, portafortuna e piatti di portata, per festeggiare il Capodanno nel mondo moltissimi sono i rituali per salutare la notte del 31 dicembre, perché in qualunque latitudine vi troviate il benvenuto al nuovo anno è d’obbligo.

 

I rituali per lasciarsi l’anno vecchio alle spalle e abbracciare il nuovo

In ogni luogo del mondo per lasciarsi alle spalle l’anno vecchio si eseguono usanze di ogni genere per esempio in Argentina il 31 dicembre si usa strappare vecchi documenti e lanciare i brandelli di carta dalla finestra. In Irlanda si bussa sui muri di casa con delle pagnotte, mentre in Danimarca si lanciano vecchi piatti e bicchieri contro la propria porta o quella di parenti e amici, per allontanare gli spiriti malvagi. In Algeria i bambini scrivono ai genitori delle letterine con i buoni propositi e i desideri per il nuovo anno. In Russia Ded Moroz (Nonno Gelo), un personaggio del folklore sovietico, porta i doni assieme a sua figlia, la Fanciulla di Neve. In Italia si usa indossare dell’intimo rosso per la notte di San Silvestro che pare sia di  buono auspicio per accogliere il nuovo anno.

 

 

Ded Moroz (Nonno Gelo)

In Bangladesh il giorno più romantico dell’anno è il 31 dicembre: molte coppie si sposano a Capodanno, con festeggiamenti pantagruelici che iniziano nell’anno vecchio e finiscono all’alba di quello nuovo.

In Grecia il 31 dicembre si usa appendere una cipolla sulla porta d’ingresso, nella Repubblica Ceca bisogna tagliare una mela a metà: se al centro appare una croce l’anno nuovo porterà qualche grattacapo, se mostra una stella sarà un anno positivo.

 

 

 

 

In molte culture in diversi angoli del mondo, dalla Grecia all’ Inghilterra fino alle Filippine, l’ultimo giorno dell’anno si nasconde una moneta dentro l’impasto di una pagnotta: chi la trova avrà un anno molto fortunato.

La tradizione vuole che la notte di San Silvestro ogni Paese abbia una tradizione gastronomica tipica:

in Italia non mancano sulla tavola il cotechino o lo zampone accompagnati dalle lenticchie: secondo la leggenda infatti, questi legumi porterebbero fortuna a chi li consuma il 31 dicembre allo scattare delle mezzanotte. In Argentina si festeggia cucinando un piatto tipico, si i tratta dell’asado, a base di carne di manzo alla brace accompagnata dal chimichurri, una salsa fatta con spezie, olio, aceto e limone.

Rice noodle soup, Laos. La zuppa di noodles è uno dei piatti più prelibati della cucina orientale… In occasione del Capodanno, servite gli spaghetti di riso con erbe fresche e polpettine di manzo in brodo: una vera prelibatezza!

 

Lao-Rice-Noodle-Soup

 

Pork Roast with Boozy Prunes. In Lituania l’odore che proviene dalla cucina è quasi sicuramente quello del maialino arrosto che in Lituania viene consumato per il cenone di San Silvestro o per il primo dell’anno. L’aggiunta delle prugne rende questo piatto un must have Natalizio.

 

 

Pork_Roast_Boozy_Prunes

In Francia per la notte di Saint Sylvestre non mancherà  il foie gras, le ostriche, le escargot, i frutti di mare e i crostacei,  ovviamente con fiumi di champagne al seguito.

 

 

 

Paese che vai tradizioni che trovi, tutti siamo in cerca della buona sorte per un nuovo anno ricco di soldi, salute e soddisfazioni … ( Tutti si augurano ovviamente che il Covid faccia parte del 2020).

L’oro verde della felicità: olio extravergine di oliva- Frantoio Peltristo

Poche sono le colture e i prodotti potentemente radicati nei millenni, e nelle abitudini di tutti noi. L’olio di oliva ha certamente una storia millenaria, i primi olivi risalgono, infatti, a più di 7.000 anni fa, tante sono infatti le tracce lasciate nel corso della storia che ne testimoniano la sua importanza.

 

L’olio di oliva è qualcosa di verace, pregevole, unico, proprio come la verità che emerge sempre, come la caratteristica dell’olio di non mischiarsi con l’acqua quando viene aggiunta.

L’olio umbro è noto per le sue peculiarità organolettiche che gli conferiscono un sapore distintivo, in Umbria infatti si trova il miglior olio EVO. L’olio EVO dell’Umbria è apprezzato a tavola perché è flessibile e adattabile ad ogni tipo di piatto. Ciò è dovuto alla qualità del terreno ed è uno dei motivi, che insieme al clima, rende l’Umbria una regione particolarmente adatta alla coltivazione degli ulivi.

 

 

L’azienda Agricola Frantoio Peltristo è immerso nel cuore dell’Umbria e produce un olio extravergine di oliva dal sapore tipicamente umbro certificato come DOP Umbria. Gli  oliveti vengono concimati da oltre 15 anni esclusivamente con concimi organici e non vengono trattati con prodotti fitosanitari. A partire da ottobre 2009 una parte di questi oliveti sono stati iscritti e vincolati al regime della coltivazione biologica.

Abbiamo avuto la possibilità di degustare i sapori e gli odori tipici delle loro cultivar, che offrono generosamente al palato tutta l’anima del suo frutto trasformato in un tesoro sotto forma di olio dalle proprietà organolettiche eccellenti.

L’estrazione viene prodotta rigorosamente a freddo, le varietà colturali più diffuse sono: frantoio, leccino,  moraiolo e  dolce agogia. L’extravergine  che si ottiene dalle olive di questa zona ha un gusto molto equilibrato e particolare, sprigiona sentori di erba fresca appena tagliata, al gusto rivela una nota piccante con retrogusto amaro che sovente ricorda  il carciofo.

 

 

 

 

 

Chicche di produzione

Dall’anno 2008 hanno iniziato la produzione di condimenti naturali macinando le olive assieme a frutti e altre piante. Oggi producono condimenti a base di olive e limoni, arance, rosmarino, basilico, curcuma zenzero e pepe nero e peperoncino. Tutti gli ingredienti utilizzati in fase di lavorazioni sono naturali e non vengono utilizzati estratti chimici ed essenze.

 

Apre a Milano Mancuso Gelati: 100 anni di storia

Il gelato non è solo un’arte che si impara, ma sono tradizione, passione, e ricette antiche, a fare la differenza. C’è una famiglia in Sicilia dove il mestiere del fare il gelato si tramanda dal 1920, un secolo che ci racconta la sapienza di chi il gelato lo produce da cent’anni; Mancuso gelati 1920.

Quando fare il gelato ha una filiera tutta propria, frutto di una passione che si tramanda dalle origini famigliari, Salvatore Mancuso che negli anni’20 giunge dalla Sicilia negli States con il suo irresistibile gelato italiano. Nel 1950, il figlio Vincenzo animato dalla stessa passione si trasferisce con la famiglia a Liverpool, ed è subito un successo, ogni giorno nel laboratorio e col cliente.

 

Mancuso e la Sicilia, dopo anni di soddisfazioni vi fanno ritorno per aprire un Laboratorio di gelati di grande successo. Nel 1980 Salvatore, Antonio e Rosario con la stessa dedizione del padre raggiungono i vertici nell’eccellenza di produrre gelati, dosando perfettamente artigianalità innovazione e tradizione.

Tutto ciò ha reso possibile che nel 2020 Mancuso gelati, apre un angolo di paradiso per i golosi, la prima gelateria a Milano, gusti selezionati sono i tratti distintivi dei prodotti Mancuso. Il gelato mantecato al momento, i cannoli dalle cialde croccanti riempiti a vista, i pasticcini di mandorla e pistacchio morbidi e fragranti, rarità da reperire a Milano.

 

L’attenzione alla purezza dei prodotti la si può assaggiare nei gusti; mandorla, pistacchio, arancia, limone, mandarino, tutto coltivato nelle loro campagne in Sicilia. Un tributo va certamente al gelato alle nocciole del Piemonte, mele del Trentino, che spingono a privilegiare i prodotti del territorio italiano.

L’assaggio che non mente:

Il pistacchio salato è unico nel suo genere, perche? Un’eccellenza che ha al suo interno il 100% del pistacchio salato siciliano, ha un retrogusto delicato, corposo, ha davvero il gusto del pistacchio al naturale.

L’assaggio che non mente:

Gusto fragola di Marsala, purea di fragola, acqua e zucchero. Non lo chiamerei solo sorbetto alla fragola di Marsala, la sua morbidezza data dalla mantecatura  è il risultato sul quale le piccolissime note di rosso affiorano prepotenti al palato,  sono i semini dell’eccellenza.

 

 

 

 

 

Un mix di altissima qualità che non ha bisogno di moltissimi gusti per diventare la gelateria del cuore. Classici artigianali dove c’è molto di più. A voi la prova.

 

 
Indirizo: Via Gaetano de Castillia, 20, 20124 Milano MI
Orari: 11,30/ 23:30

 

Ristorante Comi 107: Disciplina e Sapori

Comi 107 è un intimo ristorante a Como dove potrete passare una serata all’insegna del gusto e della giusta atmosfera romantica. Lo Chef Federico Comi vi stupirà con i suoi piatti.

Comi 107, semplicemente un new entry per cene affascinati, presentiamolo; è un progetto ideato da Tiani Taurisano e Federico Comi, un progetto di famiglia nato e pensato per far sì di accogliere il cliente in un luogo semplice ma ricercato, quella ricercatezza che si racchiude in diversi dettagli che non sono scontati, ma rivelano una cura paziente e precisa, sia in cucina, pezzo forte e motore pulsante, che in sala, dove la padrona di casa lo è davvero, quindi l’ospite è sacro.

 

 

Doppio raviolo merluzzo e panna acida, verdure primaverili, zucchina alla scapece e shiso

 

La location è minimal con pochi coperti, il tutto è animato da un entusiasmo pittoresco, l’ambiente viene vestito da una carrellata di quadri sotto la collaborazione di una piccola galleria d’arte

“Cucina Contemporanea”, questa è la filosofia che segue lo chef in cucina, riproponendo pietanze di mare italiane, con inaspettate influenze messicane, mescolate alle sue origini francesi.

 

 

La qualità e la ricchezza delle sue ricette richiamano il mare e l’energia che il sole dà alla terra per far crescere i suoi frutti, che si sposano con i prodotti e le tradizioni di diversi luoghi. Via libera! Ci accomodiamo per appagare le nostre aspettative. L’imprintig è dato da buona parte dalla  cucina mediterranea come si può gustare in diverse proposte; Linguine “Gerardo di nola” aglio, olio e peperoncino, vongole sgusciate, olio verde e limone. L’innovazione e la contaminazione spicca ad esempio nel polpo croccante, patata americana, bacon d’oca e ciliegie confit, i ricordi di infanzia dall’immancabile pasta fresca e dall’amatissimo e spesso presente foie gras proposto in molte sfaccettature.

 

Calamaro ripieno, cicoria stufata, mousse di bufala e pane alla cannella

 

Per un primo piatto travolgente troviamo: Risotto acqua di pomodoro, gambero rosso, burrata leggermente affumicata, un riso carnaroli dai sapori chiari, le sfere di essenza di nduja svolgono un’azione di sprit piccante che apre le papille a degustare qualsiasi altro piatto. In questo piatto emerge un sapore contrastante molto delicato, preparato con ingredienti che si aprono in bocca. Assolutamente da non perdere per chi ama i risotti!

 

E’ questa la tavola che ti aspetti? Le proposte gastronomiche di Federico Comi promettono una passione gourmet in fase crescente. L’impressione è quella che gli effetti speciali non li ha ancora mostrati tutti qui a Como; quindi attenti teniamolo d’occhio, che l’attenzione si concentri alla sua tavola; Comi 107

COMI107

via Borgo Vico, 107 Como

www.comi107.com

+39 031 2495982

Aperto Martedì 19:30 – 22:30 / da mercoledì a domenica 12:30 – 14:30 / 19:30 –

A Tavola Con La Storia; I Ristoranti Più Antichi D’Italia

Le tavole più longeve del nostro paese sono delle vere e proprie istituzioni del gusto, molte cose della tradizione della nostra cucina è cosa nota in tutto il mondo. Ma quando le tradizioni si uniscono alla storia da diversi secoli ci troviamo di fronte una forma d’arte, l’arte di osterie e ristoranti in centinaia di anni di attività, che hanno visto scorrere tra le loro mura avvenimenti e cambiamenti significativi.

 

 

Ne Raccontiamo alcuni fra i più interesanti, dal più vecchio al più giovane. Buona lettura!

 

Antica Locanda Mincio

L’antica Locanda Mincio – Valeggio sul Mincio 1407 (VR)

Un tuffo nel passato, va a lui il primato del ristorante più antico d’Italia. Si narra che sotto le fondamenta giacciono i resti della “thaberna templare”. La sala è arredata con grandi dipinti alle pareti e un soffitto a cassettoni. Grandi le specialità del territorio, accompagnate da una selezionata carta dei vini, (in Veneto si beve bene). I piatti che vantano la tradizione sono: cotechino con le verze; sfilacci di cavallo con julienne di insalatina e Grana Padano; tortelli di zucca; ravioli di anatra e tartufo nero; faraona al forno.

 

Museumstube Bagni Egart Onkel Taa

Ristorante Museumstube Bagni Egart Onkel Taa – Parcines (BZ) 1430

E’ un locale senza uguali, ai tempi del regno Lombardo Veneto l’imperatore Francesco Giuseppe lo frequentava con Sissi. Ai Muri e travi della locanda centinaia di antichi oggetti della valle. Le venti golose ricette a base di lumache sono le specialità della casa, ma rappresentano una parte modesta di una carta vasta e ricca di singolari contaminazioni fra culture del cibo assai lontane, fra Vienna e Bangkok.

 

Antica Osteria La Rampina – S. Giuliano Milanese (MI) 1500

Si presenta come un solenne casale del Cinquecento, la storia lo premia come la migliore cucina lombarda. Si racconta che il generale Radetzky, allora in fuga da Milano durante i moti delle Cinque Giornate fece accampare l’esercito proprio davanti al cortile de La Rampina. Il Maestro Gualtiero Marchesi era consueto a recarsi a cena.Oggi tra le proposte tradizionali lombarde, troviamo una solida guida Lino Gagliardi, insieme al figlio Luca Gagliardi che implementa una innovazione semplice, che esalta la tradizione.

 

Corona

Ristorante Corona – S. Sebastiano Curone (AL) 1702

Si trova nel centro storico di San Sebastiano, di proprietà della famiglia Fontana, è stata Matilde per decenni la padrona di casa, oggi è la figlia Marta a portare avanti la tradizione. Vanta tra i suoi frequentatori D’Annunzio, il generale Cadorna, l’editore Ricordi e il ciclista Fausto Coppi. Ha tavola potrete gustare; il vitello tonnato, la frittatta alla ricotta, le torte di verdure con le erbe del nostro orto, i fiori di zucchina in pastella, le insalate di funghi freschi, la terrina di toma al tartufo nero, il patè di tre fegati.

 

 

Dal Cambio Torino

Dal Cambio – Torino 1757

E’ il più celebre dei ristoranti della città, la sua lunga tradizione lo precede, i suoi ambienti sono un esempio di prestigio. Dalle sue sale sono passati famosi personaggi provenienti da ogni dove. Fin dal Risorgimento è stato frequentato da politici e aristocratici, deve la sua fama alle assidue visite di Camillo Benso di Cavour. La cucina è firmata da Baronetto, ed è un esempio della tradizione regionale del Piemonte in versione tempi moderni. Troveremo quindi gli agnolotti alla piemontese, il vitello tonnato, gli gnocchi di patate e trippa di Moncalieri, l’agnello farcito alla piemontese, il riso Cavour, ossia bollito con riso venere fritto, sugo d’arrosto, uova e pomodori confit.

 

 


Ristorante Erasmo

Ristorante Erasmo – Ponte a Moriano (LU) 1760     

La famiglia Marcucci è molto orgogliosa di essere considerata un pezzo di storia della zona. Dal 1760, questo locale in via Nazionale a Ponte a Moriano, rappresenta una tappa imprescindibile per chi vuole conoscere a fondo la cucina toscana e lucchese. I piatti tipici sono, il farro e i salumi della Garfagnana, i tortelli e la pasta fatti a mano, la farinata di verdure, il pollo al mattone, le trote del Serchio, gli squisiti fritti di pollo, agnello, funghi porcini cucinati alla griglia, fritti, in casseruola o crudi in insalata.

 

 

Antica Osteria Del Bai

Antica Osteria Del Bai – Genova 1799

La trattoria ha praticamente la stessa età dell’Italia unificata e conserva molti tratti dell’epoca originaria con l’edificio in pietra di robusta solidità. La cucina genovese, sia di terra che di mare, è situata nel quartiere di San Desiderio, la trattoria offre piatti tipici genovesi, come i funghi porcini fritti, il fritto misto di verdure e carne alla genovese (con cervella a richiesta).

 

 

Hotel Ristorante Grotta Azzurra

Hotel Ristorante Granaro Del Monte Grotta Azzurra – Norcia (PG) 1850

I piatti tipici di Norcia, salumi e formaggi, funghi e tartufi, farro e lenticchie d’Appennino, paste caserecce e carni d’ogni tipo, trote, beccacce e cinghiali, un repertorio che di tutto rispetto. Il ristorante apre le sue porte nel 1850, sotto il nome della stessa locanda,  Grotta Azzurra, meta dei  mercanti del sud Italia che si recavano verso nord  sceglievano la sosta a Norcia per le sue squisitezze prima di affrontare l’appennino.

 

 

Ristorante La Matriciana

Ristorante La Matriciana – Roma 1870

Cenacolo di artisti nel dopo-spettacolo, ha messo a tavola i più bei nomi della lirica, come Mario Del Monaco, Maria Callas, Carla Fracci, il regista Zeffirelli. I sapori forti della tradizione romana sono qui inconfondibili, conserva  tutto lo stile, vetrine, persino la cabina telefonica degli anni Trenta del Novecento. “Stracciatella alla romana in brodo di gallina, Bucatini alla Matriciana, Rigatoni alla carbonara, Spaghetti con vongole veraci, Risotto alla crema di scampi, Trippa alla romana con pecorino e menta, Abbacchio al forno con patate, sono i cavalli di battaglia.

 

Il Filippino- Lipari Isole

Il Filippino- Lipari Isole Eolie 1910

Nelle sorprendenti isole Eolie, si conta uno dei ristoranti più antichi del Paese, il Filippino a Lipari, nasce nel 1910, quando, gestito dal leggendario Filippo Bernardi, si chiamava “Belvedere” ed era una modesta trattoria con piatti a base di pescato. Nel secondo dopoguerra, il ristorante cambia nome e diventa un punto di riferimento culinario. Sono gli anni del neorealismo (e dei film “Vulcano”, 1950, con Anna Magnani, e “Stromboli, terra di Dio”, con Ingrid Bergman e diretto da Rossellini). C’è anche una leggenda secondo cui il pittore Monet per pagare un conto lasciò in pegno un suo quadro. Le specialità sono legate alla cucina di mare a base di pesce fresco.

La Douja D’or sorprende anche quest’anno

Palcoscenico del vino, del cibo e della cultura piemontese. 

Per 4 week-end, dall’11 settembre al 4 ottobre, la sera del venerdì, sabato e domenica Asti e il Monferrato saranno la capitale del vino del Piemonte. In sicurezza grazie alle prenotazioni online e agli accessi contingentati.

Riflettori puntati dunque sulla Douja d’Or 2020, l’appuntamento di settembre più atteso ad Asti e nel Monferrato astigiano, capace di richiamare visitatori, winelover, turisti del gusto e amanti della cultura e della natura da tutta Italia e dall’estero. Protagonisti sono le Istituzioni e gli Operatori privati del territorio, una squadra composta da Camera di commercio di Asti e la sua Azienda Speciale, Piemonte Land of Perfection e Fondazione Asti Musei, con il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Asti e del Comune di Asti e con la partecipazione del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg, del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, in collaborazione con l’Unione Industriali di Asti e l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero.

Rinnovata nella formula, ampliata nel tempo e nello spazio rispetto alle edizioni precedenti (estesa a 4 week-end coinvolgendo Asti e tutto il Monferrato Astigiano) e promossa da una nuova comunicazione il cui visual è liberamente ispirato alle città di De Chirico, la Douja d’Or – il Vino, il Cibo, la Cultura, Il Monferrato offre esperienze variegate alpubblico che ha la possibilità di costruirsi itinerari a misura delle proprie passioni sia alla sera – frequentando gli eventi di Asti dalle 18.00 fino alle 24.00 – che di giorno, nel Monferrato Astigiano.

LA DOUJA D’OR AD ASTI…

Tutto inizia venerdì 11 settembre alle ore 18.00 al Teatro Alfieri, quindi per 4 week-end,  dall’11 settembre al 4 ottobre, dal venerdì alla domenica, la Douja D’Or edizione 2020 avrà come palcoscenico diffuso le suggestive piazze e gli splendidi palazzi storici di Asti, creando un percorso tra vino, cibo e cultura, con numerosi eventi, degustazioni, mostre, iniziative in alcuni casi ricorrenti in ogni week-end, in altri ad arricchire giornate specifiche: tutto il programma degli eventi e le relative istruzioni per accedervi in sicurezza tramite prenotazioni on line sono presenti nel sito www.doujador.it.

“La Douja è una manifestazione che riguarda la nostra terra, il nostro saper fare e produrre. Obiettivi principali sono la valorizzazione dei prodotti del nostro territorio, la crescita e lo sviluppo della nostra provincia, a maggior ragione dopo mesi di lockdown – commenta Erminio Renato Goria, Presidente della Camera di commercio di Asti -. In quest’ottica, oltre 110 esercizi commerciali di Asti e provincia hanno deciso di aderire alla nostra iniziativa ‘Menù della Douja, Piatto della Douja e Aperitivo della Douja’: dalla mappa interattiva presente sul nostro sito www.doujador.it e realizzata con l’istituto Artom, si potrà scegliere tra le numerose proposte enogastronomiche della tradizione e tra i prodotti tipici presentati da ristoranti, agriturismi e bar. L’inaugurazione prevista per l’11 settembre sarà, poi, un momento di dialogo con alcuni giornalisti e stakeholder del settore: grazie alla conduzione della vicedirettrice del Tg5 Cesara Buonamici e alla collaborazione con l’Onav – Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino, ci confronteremo sul futuro del nostro Concorso enologico nazionale “Premio Douja d’Or“.

Tra gli ospiti d’eccezione partecipanti al dibattito “Concorso Enologico Douja d’Or: verso il futuro”   sono annunciati Luciano Ferraro de Il Corriere della Sera; Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del Bere; Alessandra Piubello, giornalista, giudice, curatrice della Guida Vini Luigi Veronelli e corrispondente di autorevoli riviste estere; Leila Salimbeni, giornalista enogastronomica e coordinatrice editoriale del giornale di vino e lifestyle Spirito di Vino.

Il Vino è il filo conduttore della Douja d’Or e delle sue esperienze’ continua Matteo Ascheri, Presidente di Piemonte Land of Perfection, che rappresenta 14 Consorzi di tutela piemontesi e promuove oltre 44.000 ettari di vigneto, un grande patrimonio enologico costituito da 18 Docg e 41 Doc regionali.  ‘Questo è il primo grande evento del vino piemontese ‘in presenza’ dopo il lock-down, una vetrina imperdibile del meglio della produzione enologica della Regione, cui partecipano tutti i Consorzi attraverso i Produttori, alcuni presenti alla Douja per la prima volta’.

Nella centralissima Piazza San Secondo, Piemonte Land of Perfection allestisce “Piemonte Land alla Douja“, un salotto all’aria aperta in cui accomodarsi, tutti i week-end, e lasciarsi guidare dai sommelier alla scoperta di tutte le denominazioni che rendono celebre il Piemonte nel mondo. In degustazione anche tipologie di vino meno conosciute ma altrettanto uniche, accompagnate da alcuni assaggi di prodotti Dop e Igp tra cui formaggi, salumi e nocciole piemontesi. La Douja 2020 tiene inoltre a battesimo la neonata collaborazione tra Piemonte Land ed il Consorzio Tutela Gorgonzola Dop: un’occasione unica per assaggiare il Gorgonzola in abbinamenti anche insoliti. Sempre in piazza San Secondo nella “Cantina della Douja”, gestita da Piemonte Land, si possono acquistare le bottiglie proposte in degustazione.

Appuntamenti imperdibili per gli amanti del vino sono le 12 Masterclass sui diversi vitigni piemontesi, organizzate da Piemonte Land nel Ridotto del Teatro Alfieri in tutti i fine settimana della Douja d’Or. Un approfondimento sulle denominazioni della regione Piemonte, sui vitigni e sulle uve; un viaggio esclusivo tra i territori culla del patrimonio enoico regionale, con i sommelier professionisti AIS che accompagnano con la loro esperienza il pubblico attraverso l’eterogeneità e la ricchezza dei calici in degustazione.

Guidato dai ragazzi di @CantinaSocial, venerdì 25 settembre Piemonte Land propone un Unconventional Wine Tasting, appuntamento imperdibile all’insegna della condivisione per scoprire i vini piemontesi. Una degustazione sui generis che potrà essere seguita dalla postazione di Piazza San Secondo o direttamente dal divano di casa attraverso i social.

Chiude gli appuntamenti del super Consorzio Piemontese “Let’s talk: vino, arte e comunicazione” – sabato 3 ottobre – incontro digital per parlare di come si è evoluta la comunicazione e il ruolo centrale che ha svolto negli ultimi mesi, del legame con l’arte in tutte le sue accezioni e il grande valore aggiunto che porta al territorio e alle aziende produttrici. Una chiacchierata in orario aperitivo tra @CantinaSocial, alcuni esponenti del giornalismo italiano, stakeholder dell’arte e della comunicazione per fare il punto davanti ad un calice di vino.

Casa Asti in Piazza Roma, la sede del Consorzio dell’Asti Docg, apre le sue porte proponendo, tutti i venerdì e sabatoAlessandro Borghese, il Lusso della semplicità”, esclusiva cena in abbinamento all’Asti spumante, in tutte le sue tipologie, e al Moscato d’Asti Docg per 30 persone, prenotabile sul sito della Douja d’Or. Il celebre chef, Ambassador della denominazione, delle tradizioni, della cultura e dei vignaioli del territorio, sarà presente la sera di venerdì 11 settembre. Protagonista delle domeniche sera è “AstiCocktail” con il bar tender Nicola Mancinone de “Il Confessionale” che propone 3 cocktail a base Asti e Moscato d’Asti Docg in abbinamento alle tipicità alimentari del territorio dai salumi, ai formaggi, frutta e dolci. A disposizione dei visitatori è anche il “Tour di Asti e delle aziende dell’Asti Docg”, una mezza giornata in vigna presso le aziende produttrici di Asti Spumante e Moscato d’Asti Docg, oppure un percorso culturale nella città di Asti al termine del quale degustare una coppa dei vini e spumanti dell’Asti Docg in purezza o miscelato, in un locale tipico di Asti.  Infine una Masterclass dedicata ai grandi vini aromatici del territorio, venerdì 18 settembre al Ridotto del Teatro Alfieri.

Nei giardini di Palazzo Alfieri, circondati da un’atmosfera che richiama i colori, il paesaggio e il territorio dei vini del Monferrato, gli ospiti del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato con “Douja del Monferrato” tutte le serepossono spaziare tra i grandi vini, bianchi e rossi del territorio eventualmente accompagnandoli con una box di stuzzicherie, presso isole tematiche organizzate nel rispetto del distanziamento e accessibili, come tutti gli altri eventi, a ingressi limitati per slot orari da prenotare sul sito della Douja d’Or.

Focus sulla Barbera, la regina del Piemonte, anche nella Masterclass dedicata al vitigno più coltivato sulle colline meglio esposte del territorio, venerdì 11 settembre al Ridotto del Teatro Alfieri per scoprire le diverse sfumature del Barbera d’Asti, Barbera d’Alba, Monferrato e Nizza.

Palazzo Ottolenghi, tutti i venerdì e sabato, ospita “La Douja del Vermouth”, una serie di degustazioni che hanno come elemento catalizzatore il Vermouth, il vino aromatizzato la cui produzione ha forti radici storiche nella provincia di Asti. In assaggio 5 prodotti in miscelazione (cocktail a base vermouth) o 5 vermouth in purezza con momenti di didattica e con il racconto di curiosi aneddoti sui cocktail proposti. Sabato 19 settembre e sabato 3 ottobre sono dedicati a “Esperienza Vermouth”, evento in cui si ripercorre la storia millenaria del Vino Aromatizzato, dalle sue origini fino alle forme più moderne, durante il quale i partecipanti realizzano il proprio vermouth personalizzato.

‘Oltre al Vino, la Cultura è l’altra protagonista della Douja d’Or 2020, nelle sue diverse dimensioni, dai Beni culturali alle Mostre – sottolinea Mario Sacco, Presidente della Fondazione Asti Musei… ” Asti, città dell’accoglienza in sicurezza, consente al pubblico di visitare durante la giornata i monumenti, i palazzi storici e i poli museali della città, ampliando l’esperienza anche al territorio astigiano. L’obiettivo – prosegue Sacco – è valorizzare le eccellenze artistiche, culturali ed ambientali del nostro comprensorio in maniera integrata”.

Inaugura venerdì 18 settembre, e sarà in esposizione nelle eleganti sale di Palazzo Mazzetti fino al 17 gennaio 2021, la mostraAsti, città degli arazzia cura della Fondazione Asti Musei. L’antica e rinomata arte arazziera, parte integrante del tessuto artistico e culturale di Asti, vede la nascita del primo laboratorio di tessitura di arazzi con telai ad alto liccio grazie ad Ugo Scassa che porta la manifattura astigiana alla ribalta vincendo, nel 1960, il prestigioso concorso per la decorazione del Salone delle feste di Prima Classe della nave Leonardo Da Vinci. La mostra raccoglie oltre 20 arazzi provenienti da collezioni pubbliche e private tra cui Apollo e Dafne di Corrado Cagli, Composizione astratta nata dall’amicizia di Scassa con Paolo Conte, lo stendardo della Provincia di Asti e il bellissimo Palio progettati da Ugo Scassa, una selezione di arazzi di Vittoria Montalbano, tra cui la Scoperta dell’America, e l’incredibileesplosionefloreale F. Bomb.

La città di Asti, vanta una storica e interessante esperienza nel campo del vino biologico. E’ un Moscato d’Asti nel 1992, il primo vino biologico certificato in Italia e ad Asti e da almeno un quindicennio si svolge ogni anno “Vinissage” – il Salone del vino biologico, animato dai piccoli vignaioli bio piemontesi. Esperienze naturali tra Pellegrino Artusi e le vigne bioè l’evento proposto dall’Associazione produttori di vino biologico sabato 3 ottobre alle 18.30 presso la Sala Platone del Palazzo Comunale di Asti. In occasione del bicentenario della nascita dell’autore del primo codice alimentare, una degustazione guidata tra i vini cru biologici Astigiani in abbinamento a una specialità gastronomica preparata secondo l’Artusi.

 … LA DOUJA D’OR NEL MONFERRATO

Novità della Douja d’Or 2020 è l’ampliamento della manifestazione a tutto il territorio provinciale con l’obiettivo di coinvolgere direttamente anche le imprese vitivinicole, della ristorazione, dell’accoglienza e del turismo che operano nel comprensorio, con l’obiettivo di rilanciare l’economia dell’intera filiera enoturistica e gastronomica astigiana e piemontese.

Sono oltre 110 gli esercizi commerciali, tra ristoranti, agriturismi e caffè di Asti e del Monferrato Astigiano che hanno aderito all’iniziativa della Camera di commercio di Asti Piatto della Douja (piatto di norma non in menù, creato per l’occasione con l’obiettivo di interpretare in modo autentico e originale una ricetta del territorio, anche antica, cui abbinare un calice di vino piemontese), Menù della Douja (proposto dal ristoratore scegliendo tra i piatti in carta quelli che rispondono in modo più autentico e veritiero al recupero della tradizione gastronomica del Monferrato, e del Piemonte più in generale, da abbinare a un massimo di tre vini piemontesi), Aperitivo della Douja (proposta con vini riferibili al Piemonte che devono esaltare il territorio di cui sono espressione, accompagnati da un piattino di prodotti tipici dell’astigiano e del Monferrato).

In prima linea in questa offerta di ‘esperienze turistiche integrate’ è L’Ente Turismo Langhe, Monferrato, Roero che contribuisce alla Douja d’Or 2020 organizzando le informazioni del ricco palinsesto di iniziative e percorsi che si svolgono nel Monferrato Astigiano nel periodo della manifestazione. Vivere la Douja d’Or 2020 in modalità diffusa su tutto il territorio grazie agli Itinerari Astesana tra paesaggi, arte e gusto, i Sentieri Gastronomici da percorrere zaino in spalla o e-bike, gli originali Experience Days proposti da Sistema Monferrato e tutti gli eventi sul territorio che si svolgono in concomitanza con la Douja d’Or.

L’obiettivo è invogliare i visitatori, che hanno colto l’occasione dei voucher della Regione Piemonte, a fermarsi sul territorio per scoprire, ognuno secondo le proprie inclinazioni, il meraviglioso ambiente del Monferrato astigiano, patrimonio UNESCO.

In questo gioco di squadra territoriale piemontese entrano a far parte del programma della Douja d’Or – grazie all’iniziativa del Consorzio dei Vini d’Acqui – anche gli Acqui Wine Days, inedita manifestazione che per tre giorni – da venerdì 25 a domenica 27 settembre – valorizzerà vini, cibi e produzione artistica acquese, protagoniste le bollicine dell’Acqui Rosè, nuova scommessa dei Produttori del territorio.

Informazioni e prenotazioni per tutti gli eventi su www.doujador.it