Quali sono i vini pregiati meno conosciuti del Piemonte?

I vini della regione Piemonte sono famosi nel panorama vinicolo di tutto il mondo, chi tra gli appassionati del vino non conosce bene l’aroma ricca del Barolo, le note acide del Barbera, le sfumature del Barbaresco, il retrogusto di mandorla nel Dolcetto, sono etichette che mettono d’accordo tutti.

Ma indubbiamente come in molte cose esiste una realtà meno nota, al di là delle degustazioni sdoganate dietro alla splendida cornice dei vini piemontesi, non tutti conoscono le etichette meno famose, noi siamo qui per svelarvi la prossima degustazione da non perdere. Scopriamoli insieme.

 

Partiamo dal Timorasso, che è un vitigno autoctono portato quasi all’estinzione, questo vino dimostra di essere un gran bianco, dalle note agrumate, molto sapido e minerale, gli aromi terziari di frutta secca gli donano grande eleganza. Le vigne sono diffuse nella zona di Tortona, in provincia di Alessandria.

Il Lista rientra anche il Bramaterra anch’esso poco conosciuto ma di grande carattere, l’invecchiamento lo rende gradevole e corposo, riposa 22 mesi, di cui 18 in legno, o nella versione più pregiata, 34, di cui 24 in legno, naturalmente per il riserva affiorano caratteristiche più piene. La collocazione dei vigneti è tra i 200 e i 600 metri sopra il livello del mare, ha un’ottima esposizione solare, Nello specifico, la zona di produzione comprende sette comuni: Masserano, Brusnengo, Curino, Villa del Bosco e Sostegno in provincia di Biella, Lozzolo e Roasio in provincia di Vercelli.

Nascetta, o ( Nas-cëtta), risulta essere il meno conosciuto, un autoctono delle Langhe che sa esprimere il territorio, giallo paglierino, profuma di miele di acacia, agrumi ed erbe aromatiche. Si percepiscono lievi sentori di moscato, un vino persistente.

Erbaluce o Erbalus è uva bianca autoctona chiamata appunto così, perché biancheggiando risplende, il vitigno risale ai primi del 1600. Le zone di produzione in cui è consentita la coltivazione si trovano nel Vercellese e nel Biellese, ma è tra le colline del Canavese.  La DOC è stata istituita nel 1967, mentre il riconoscimento della DOCG è avvenuto l’8 ottobre del 2010. E’ un bianco sapido dal retrogusto leggermente mandorlato, si presta  all’invecchiamento che lo rende ancora più interessante.

Adesso tocca a voi appassionati degustatori scoprirne le sensazioni che regalano al palato, perché come si sa ad ognuno il suo personale giudizio.

Autore: Isabella Scuderi

Nata nel mese di ottobre, attualmente vive e lavora a Milano. Un Master in Giornalismo Enogastronomico presso l'Accademia Telematica Europea. Dopo alcune esperienze lavorative nel settore commerciale della comunicazione intraprende l'attività di consulente per aziende del food ed editorialista per alcune testate a diffusione nazionale. Giornalista, Scrittrice, trendsetter, dopo alcuni anni passati a farsi le ossa in giro per l'Italia è ora libera professionista nel campo più ampio della comunicazione di eventi legati alla cultura/lifestyle/travel, ed enogastronomia di nicchia. Appassionata d'arte, musica e letteratura, la scrittura per lei è sempre stata la sua forma di espressione più viscerale, l'intezione era quella di diventare scrittrice, per poter raccontare luoghi, persone, e pezzi di vita così diversi tra loro. Scrivere è stato un modo di riconoscersi, di mettere insieme piccoli frammenti di verità, ricordi, emozioni, destinati a prendere vita in una forma letteraria. Sceglie di firmare i suoi libri sotto pseudonimo Isabel Sheldon, sensibile e curiosa, "abbiate anche una piccola fede, e non c'è nulla che non potrete fare", è il suo mantra.