Testaweb + Aware = Bitmama

Si chiama “Bitmama”, la nuova realta nel campo della comunicazione digitale, che nasce dall’unione di Testaweb, della “Armando Testa” e di Aware, realtà della Reply. La nuova web agency è stata presentata, oggi, a Torino, da Marco Testa, presidente del Gruppo Armando Testa e da Mario Rizzante, presidente Reply.

“Dopo 50 anni – ha detto Marco Testa – per la prima volta facciamo una fusione di una parte delle nostre attività e la facciamo con un’azienda tutta torinese, come la Reply. Oggi sono cambiate le regole, non è più sufficiente essere leader nel proprio Paese, il mondo diventa un mercato unico e noi vogliamo dotarci di una tecnologia, che valorizzi appieno le nostre competenze. Siamo due realtà che operano in campi diversi, ciascuna con una posizione di leadership nel proprio ambito e intendiamo fare qualcosa di nuovo, unendo le capacita’ tecnologiche di Reply con la creatività che appartiene alla nostra storia: l’ambizione è di avere la dotazione tecnologica giusta che ci consenta di essere presente e di invadere il mercato internazionale.

Non solo web agency – ha concluso – ma il futuro della comunicazione come lo intendiamo noi”. “Bitmama – ha aggiunto Rizzante – nasce dall’unione delle nostre competenze in questo settore, con un fatturato di 8-10 mln di euro. Ci aspettiamo una crescita significativa”. La nuova societa’ partecipata patiteticamente (51% Reply e 49% Armando Testa) avrà sede a Torino e Milano e vi lavoreranno una settantina di dipendenti, di cui una ventina di creativi. La comunicazione digitale, nel 2008, in Italia ha superato i 450 milioni di euro, fra inserzioni e search advertising, in crescita del 13% rispetto all’anno precedente.

Nonostante cio’, in Italia la rivoluzione digitale e’ ancora agli inizi, soprattutto se confrontata su base europea, dove si stima che il mercato dell’advertising online superera’ i 13 miliardi di euro entro il 2012, guidato dall’Inghilterra che gia’ oggi puo’ contare su oltre 3 miliardi di euro di investimenti pubblicitari concentrati sul canale web. “La Rete – ha ricordato, a questo proposito Tatiana Rizzante – sta crescendo del 42% anno su anno ed in parallelo, ogni anno, vi è una crescita del 38% degli oggetti connessi. Con Bitmama intendiamo creare nel campo della comunicazione digitale un’entita’ nuova ed importante”.

Reply spiega l'operazione Motorola

Via Computerworld Italia

Il centro di ricerca e sviluppo di Torino di Motorola, per il quale Reply ha firmato nei giorni scorsi un accordo di acquisizione, diventerà un centro di ricerca per le tecnologie machine-to-machine (M2M), ovvero sistemi hardware e software per lo scambio di informazioni e l’interazione fra dispositivi in rete, volti all’automazione dei processi mission critical.

L’acquisizione del centro ricerche Motorola s’inquadra nella strategia di sviluppo di Reply articolata su quattro direttrici: reti di processi, di persone, di servizi e di oggetti. Il M2M, alla base dell’internet degli oggetti, è un mercato che in Italia vale oggi oltre 230 milioni di euro (stima NetConsulting) e si prevede che crescerà di circa il 20% in media all’anno nel periodo 2008-2011. A livello mondiale si stima che il mercato M2M raggiungerà il valore di 220 miliardi di euro nel 2010, con un tasso di crescita anno su anno del 50% (stima Idate).

Il centro di Torino, che attualmente comprende 339 dipendenti, porta in dote a Reply liquidità per 20,6 milioni di euro e 3 milioni di altri asset. Reply ha acquisito tale ramo d’azienda a una “cifra simbolica” e accederà a un finanziamento pubblico per la ricerca pre-competitiva che potrebbe arrivare fino a 25 milioni (20 milioni a fondo perduto, più almeno altri 5 milioni a tasso agevolato); 10 milioni saranno messi a disposizione dalla Regione Piemonte, 15 milioni dal Ministero dello Sviluppo Economico.

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L'ex operaio compra un pezzo di Motorola

Rapahel Zanotti su Lastampa.it

Questa storia piacerebbe a Obama. Piacerebbe a tutti perché sa di successo, famiglia, sudore e radici. Questa è la storia di Mario Rizzante, nato operaio alla Fiat e finito imprenditore. Un imprenditore che si è appena comprato un pezzo della multinazionale Motorola.
L’azienda di Rizzante si chiama Reply, una società che offre consulenza, integrazione di sistemi e application management. Quando è nata, nel 1996, aveva dieci dipendenti. Oggi ne conta 2600, produce un fatturato di 240 milioni di euro (primi nove mesi del 2009) e ha un ritmo di crescita che la pone tra le prime in Europa. Ma lui, Rizzante, l’ex operaio della Fiat oggi imprenditore, presenta così la sua creatura: «Io sono quello con i capelli bianchi. Mia figlia Tatiana, amministratore delegato, è quella giovane che si occupa delle nuove tecnologie. Sergio Ingegnatti, l’altro amministratore delegato, è quello che ha il compito di tenere in quadro i conti. La squadra è tutta qui».

Per acquisire il pezzo di Motorola, il centro ricerche di Torino che contava all’attivo 339 persone tra ingegneri e ricercatori, Rizzante ci ha pensato un po’. «Mica si può fare così, tutto insieme. Un passo alla volta e si arriva. Noi siamo piemontesi», spiega. D’altra parte, è proprio un passo alla volta che Rizzante è arrivato dove è arrivato. Nella sua Valperga, dov’è nato, nel cuore dell’Alto Canavese, non è che i giovani avessero molte possibilità: il campanile più alto della zona in concorrenza con quello di San Maurizio Canavese, le vigne della collina di Belmonte, da una parte l’agricoltura, dall’altra l’attrazione della fabbrica. «Ho fatto le scuole professionali. A 16 anni in Fiat, come operaio».

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Il Centro ricerche Motorola passa a Reply

logomotorolaE’ ufficiale: i lavoratori del Centro Ricerche Motorola di Torino hanno approvato l’accordo sindacale che prevede il loro passaggio a Reply.  L’azienda torinese assumerà tutti gli ingegneri del Centro Motorola di Torino, a tempo indeterminato, mantenendo le condizioni contrattuali attuali.

E’ previsto un periodo di cassa integrazione durante il quale saranno individuati tutti gli strumenti necessari per collocare i lavoratori in mansioni equivalenti alla professionalità di ciascuno all’interno della Reply o in altre aziende del settore, con l’obiettivo di ridurre e possibilmente azzerare il numero di dipendenti a cui applicare eventuali ulteriori ammortizzatori.

Il Ministero allo Sviluppo economico ha comunque confermato la propria disponibilità a sostenere l’operazione mediante incentivi erogati a fronte di progetti condivisi, con la regia della Regione.

Chi non accetterà il nuovo posto potrà prendere l’incentivo all’esodo. «I lavoratori – spiega Cosimo Lavolta, segretario regionale della Uiltucs – hanno apprezzato lo sforzo che le istituzioni hanno fatto per sostenere il piano industriale. Il sindacato giudica positivamente la qualità di un accordo che garantisce l’occupazione, l’incentivo e gli ammortizzatori sociali per chi non potrà essere ricollocato. Questo accordo garantisce una prospettiva economica e sociale al territorio torinese per il valore che avrà in futuro l’information technology al posto della tradizionale industria manifatturiera».

Reply prende Motorola con l'aiutino

Raphael Zanotti su La Stampa

L’intesa sulla cifra è raggiunta. Reply vorrebbe acquistare il centro ricerche Motorola e i suoi 327 ingegneri per circa 20 milioni di euro. L’accordo tra la società piemontese e la multinazionale americana, però, non è stato siglato. Ieri le trattative si sono arenate su una serie di questioni legali e procedurali che non sembrano di facile soluzione.

Gli americani, che hanno già accantonato denaro per incentivare l’esodo del personale, non hanno nulla da perdere e ragionano per ultimatum. Il loro obiettivo è avere una data certa per la loro uscita, togliere la bandierina «Torino» dal planisfero delle loro sedi. Ora come ora, però, nessuno è in grado di garantire quella data. Tanto meno Reply.

Il tavolo balla ancora sulla definizione dell’intervento pubblico. Reply (ma lo stesso ha fatto l’altra azienda interessata all’acquisto, la triestina Telit) ha chiesto garanzie agli enti locali.

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I telefoni dei Gormiti vicini a Motorola

Via La Stampa

Stretta finale per la Motorola. Oggi i vertici di Telit, l’azienda di cellulari con sede a Trieste che vuole rilevare il centro ricerche di corso Vittorio e i suoi 350 ingegneri , incontrerà gli americani. Le trattative sono avanzate e se andassero a buon fine, Motorola potrebbe avere una way out (via d’uscita) meno onerosa. Tra Tfr e incentivi, infatti, il conto batte sui 20-25 milioni di euro.

In serata Chicco Testa, ex presidente Enel e oggi presidente di Telit, incontrerà l’assessore regionale all’Innovazione Andrea Bairati e il vicesindaco di Torino Tom Dealessandri. Il vertiche è per valutare le possibilità di Telit e compararle con quelle del concorrente Reply, l’azienda piemontese che in poco più di 10 anni è riuscita a raggiungere posizioni leader sul mercato delle nuove tecnologie e che conta oggi 2600 dipendenti. Reply, per ora, sembra più cauta nelle offerte, ma pare offrire occasioni industriali più solide.
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TamTamy Day

Via Vittorio Pasteris

Reply e Blogosfere organizzano TamTamy Day, il primo dibattito sulle prospettive di innovazione Web 2.0 in tempi di crisi e su come la tecnologia può supportare le aziende in termini di produttività, sviluppo del business e contenimento dei costi. L’evento vivrà interamente interamente online su www.tamtamyday.com dalle 9.30 alle 17.00 di giovedì 27 Novembre 2008.
Tamtamy day vuole offrire sia una panoramica sull’attuale crisi economica, sia un momento di discussione sulle soluzioni offerte in ambito Enterprise 2.0 e sarà caratterizzato dall’ampia proposta di interviste e tavole rotonde.

Il dibattito verterà sulle prospettive di innovazione Web 2.0 in tempi di crisi e su come la tecnologia possa supportare le aziende in termini di produttività, sviluppo del business e contenimento dei costi. Durante l’evento, moderato da Marco Montemagno, non solo sarà possibile ascoltare le testimonianze di diverse realtà italiane Enterprise e PMI che si sono contraddistinte nel panorama dell’Enterprise 2.0, ma anche interagire su TamTamy, la piattaforma di Social Networking che ospiterà l’evento.

Il salvagente di Reply su Motorola

Raphael Zanottti su Lastampa

La Reply è interessata ad assorbire almeno una parte degli esuberi della Motorola. Arriva da un’azienda piemontese la prima risposta alla crisi del centro ricerche della multinazionale americana dei telefonini. La società specializzata in sistemi informatici ha intenzione di espandersi. Per questo ha chiesto la disponibilità di una grossa area (si parla di una superficie compresa tra i 5 e gli 8000 metri quadri) in una delle due maniche delle ex Ogr, proprio accanto al Politecnico di Torino. Una richiesta vagliata in un recente incontro tra Politecnico, Comune di Torino, Regione Piemonte e rappresentanti della banca San Paolo-Intesa.

«Una buona notizia – ha commentato il presidente della Regione Mercedes Bresso – perché se è vero che la crisi c’è, è pur vero che il sistema industriale piemontese sembra rispondere bene. Il Politecnico di Torino si mostra un polo attrattivo per le imprese, e questo potrebbe aiutare il nostro tessuto economico a superare meglio il momento difficile».

L’espandersi di Reply prelude a nuove assunzioni. La professionalità ricercata è la stessa dei 370 ingegneri del centro ricerche Motorola. Reply, dunque, potrebbe rappresentare un paracadute importante. Anche perché per adesso non sembra profilarsi all’orizzonte un cavaliere bianco che possa acquistare in blocco il centro ricerche e rilevare i suoi dipendenti. «Continuiamo a lavorare all’ipotesi – spiega la Bresso – ma due mesi sono quelli che sono. Per ora dagli Stati Uniti non è ancora arrivata risposta rispetto alla lettera che abbiamo inviato come Comune e Regione».
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La Cittadella dei geni convince anche la Pirelli

Giovanna Favro su Lastampa.it

Telecom, Magneti Marelli, e due leader nel ramo informatico, Reply e Oracle. Sono fra le aziende che corteggiano il Politecnico per aprire un centro di ricerca nella Cittadella, che già ospiterà nel 2008 General Motors e marchi come Microsoft, Indesit, Jac, Vishay o Metecno. Il rettore Francesco Profumo ne ha parlato ieri all’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo, suggello della sfilza di successi conseguiti in un anno davvero d’oro. Ospite d’onore è stato il ministro dell’Università Fabio Mussi, davanti a un parterre d’eccezione: con Luca Cordero di Montezemolo, volti noti come Giancarlo Caselli, Marcello Maddalena, il sindaco, Mercedes Bresso, e il Nobel Alan Heeger, insignito di una laurea ad honorem. Era in prima fila pure Marco Tronchetti Provera con l’ad di Pirelli Tyre, Francesco Gori: hanno firmato con Profumo un accordo di ricerca quinquennale in vista del nuovo stabilimento Pirelli a Settimo. «Vi investiremo 150 milioni e sarà il più avanzato del mondo – ha detto Tronchetti Provera -. Collaboreremo con l’ateneo su pneumatici intelligenti, sistemi robotizzati e metodi di produzione».

Mussi ha elogiato il Poli, «pezzo forte delle università italiane: ha ad esempio il 10% di studenti stranieri. Sarei già contento se gli altri arrivassero a metà: la media è il 2%». Al rettore che ha chiesto meritocrazia e più risorse, specie ai migliori, ha promesso «una svolta: oltre all’agenzia di valutazione, 630 milioni in più per gli atenei quest’anno, 1,2 miliardi in 3 anni, e il 5% del Ffo (350 milioni) in base al merito». Il Poli intensifica le partnership industriali, e Mussi nota: «A chi teme che le imprese s’impossessino dell’università, rispondo: magari! Siamo dell’80% sotto le medie Ue per fondi privati». E, sulla fuga di cervelli: «Gli stipendi sono intollerabilmente bassi».

Se Mussi fuori dalla sala è stato fischiato dal Fuan e accolto da striscioni delle Rsu, nell’aula magna Profumo ha sciorinato risultati brillanti: 1300 nuovi posti per ricercatori, mentre gli studenti salgono a 27 mila; valgono 16 milioni i 604 contratti in atto con le aziende, e sono giunte 930 candidature da 69 Paesi per 150 incarichi di visiting professor; 8 centri di ricerca industriali apriranno nel 2008, scelti fra 89 candidati. Se per la prima volta ha parlato alla cerimonia oltre al rappresentante degli studenti italiani Marco Bertazzi, un esponente dei 2 mila stranieri, Pauline Monkam, prima di cedere la parola all’assessore regionale Bairati, Profumo ha parlato della fame di spazi (30 mila mq) per nuovi research center e ha ragionato di sfide future, con parole d’ordine competizione, autonomia, meritocrazia, e «5E»: etica, economia, energia, environment, Europa. «Due anni fa la sfida fu offrirci come motore della riappropriazione dell’orgoglio tecnologico della regione. Dopo il 2006, anno dell’internazionalizzazione, oggi per noi la sfida sono le tecnologie per nuove fonti energetiche, che produrranno un’accelerazione dei tassi di progresso senza precedenti».