Il salvagente di Reply su Motorola

Raphael Zanottti su Lastampa

La Reply è interessata ad assorbire almeno una parte degli esuberi della Motorola. Arriva da un’azienda piemontese la prima risposta alla crisi del centro ricerche della multinazionale americana dei telefonini. La società specializzata in sistemi informatici ha intenzione di espandersi. Per questo ha chiesto la disponibilità di una grossa area (si parla di una superficie compresa tra i 5 e gli 8000 metri quadri) in una delle due maniche delle ex Ogr, proprio accanto al Politecnico di Torino. Una richiesta vagliata in un recente incontro tra Politecnico, Comune di Torino, Regione Piemonte e rappresentanti della banca San Paolo-Intesa.

«Una buona notizia – ha commentato il presidente della Regione Mercedes Bresso – perché se è vero che la crisi c’è, è pur vero che il sistema industriale piemontese sembra rispondere bene. Il Politecnico di Torino si mostra un polo attrattivo per le imprese, e questo potrebbe aiutare il nostro tessuto economico a superare meglio il momento difficile».

L’espandersi di Reply prelude a nuove assunzioni. La professionalità ricercata è la stessa dei 370 ingegneri del centro ricerche Motorola. Reply, dunque, potrebbe rappresentare un paracadute importante. Anche perché per adesso non sembra profilarsi all’orizzonte un cavaliere bianco che possa acquistare in blocco il centro ricerche e rilevare i suoi dipendenti. «Continuiamo a lavorare all’ipotesi – spiega la Bresso – ma due mesi sono quelli che sono. Per ora dagli Stati Uniti non è ancora arrivata risposta rispetto alla lettera che abbiamo inviato come Comune e Regione».

La trattativa tra Politecnico e vertici della Reply va avanti da tempo, ma è in questi giorni che ha subito un’accelerazione. Nelle prossime ore gli enti locali avranno un incontro anche con la Fondazione Crt, da tempo coinvolta nell’acquisto dell’area delle ex officine. «I vertici della fondazione hanno già fatto sapere di essere disponibili all’ipotesi Reply» spiega il governatore del Piemonte. Tramontata l’ipotesi di un utilizzo dell’intera struttura delle ex Ogr come area espositiva (sono sempre di più le imprese interessate a localizzarsi vicino al Politecnico e all’incubatore) ora la parola d’ordine è diventata «riorganizzare gli spazi».

La Regione si dice disponibile a utilizzare fondi europei per ristrutturare e recuperare gli edifici. La superficie totale è di 20.000 metri quadri, 10.000 circa per ognuna delle due maniche da cui sono composte le ex Ogr. Ma la volumetria è una risorsa importante: i soffitti sono alti una decina di metri. Trasformare il tutto in uffici e laboratori significherebbe arrivare ad avere un’area utile di circa 18-20 mila metri quadri. L’ipotesi su cui si sta lavorando è quello di avere una delle due maniche con Gam e Fondazione Crt. L’altra con Reply e Science Center, in un primo tempo pensato a Torino Esposizioni. La crisi, insomma, c’è. Ma non tutte sono ombre nere. La famiglia Pininfarina cerca di tenere duro, le novità sulla Bertone sembrano positive. Il Piemonte stringe i denti.