L'ex operaio compra un pezzo di Motorola

Rapahel Zanotti su Lastampa.it

Questa storia piacerebbe a Obama. Piacerebbe a tutti perché sa di successo, famiglia, sudore e radici. Questa è la storia di Mario Rizzante, nato operaio alla Fiat e finito imprenditore. Un imprenditore che si è appena comprato un pezzo della multinazionale Motorola.
L’azienda di Rizzante si chiama Reply, una società che offre consulenza, integrazione di sistemi e application management. Quando è nata, nel 1996, aveva dieci dipendenti. Oggi ne conta 2600, produce un fatturato di 240 milioni di euro (primi nove mesi del 2009) e ha un ritmo di crescita che la pone tra le prime in Europa. Ma lui, Rizzante, l’ex operaio della Fiat oggi imprenditore, presenta così la sua creatura: «Io sono quello con i capelli bianchi. Mia figlia Tatiana, amministratore delegato, è quella giovane che si occupa delle nuove tecnologie. Sergio Ingegnatti, l’altro amministratore delegato, è quello che ha il compito di tenere in quadro i conti. La squadra è tutta qui».

Per acquisire il pezzo di Motorola, il centro ricerche di Torino che contava all’attivo 339 persone tra ingegneri e ricercatori, Rizzante ci ha pensato un po’. «Mica si può fare così, tutto insieme. Un passo alla volta e si arriva. Noi siamo piemontesi», spiega. D’altra parte, è proprio un passo alla volta che Rizzante è arrivato dove è arrivato. Nella sua Valperga, dov’è nato, nel cuore dell’Alto Canavese, non è che i giovani avessero molte possibilità: il campanile più alto della zona in concorrenza con quello di San Maurizio Canavese, le vigne della collina di Belmonte, da una parte l’agricoltura, dall’altra l’attrazione della fabbrica. «Ho fatto le scuole professionali. A 16 anni in Fiat, come operaio».


Ma fare la tuta blu, non è per lui. Bisogna migliorare. Un passo alla volta. E così, mentre di giorno fa il rappresentante di prodotti della Helen Curtis, la sera studia per prendere il diploma. Ottenuto il riconoscimento, torna in Fiat. Questa volta come impiegato. «Da tuta blu a colletto bianco – dice – all’epoca era un salto». Resta 10 anni alla Fiat come programmatore elettronico. Poi si mette in proprio. È il 1981 quando fonda la Mesarteam e comincia la grande avventura nel mondo dell’Ict. Lavora nella campo dell’automazione, parecchi impianti di Termini Imerese portano il suo marchio. Cresce e fa strada. Prende una laurea in Scienza dell’Informazione all’università di Torino. Un passo alla volta. Nel 1990 cede la Mesarteam alla Sligos del Credit Lyonnaise. Poco dopo viene preso come manager alla Digital (oggi HP).

Valperga ha cambiato volto. Lungo la statale stanno sorgendo decine di fabbriche, la meccanica di precisione va alla grande. Due anni più tardi, Rizzante fonda Reply. La pensa come una rete: una holding e quattro società controllate. Ognuna è focalizzata su un tema. Il cliente ha un problema? Reply mette al lavoro una manciata di ricercatori, studia soluzioni. Quando le trova, sviluppa e diventa più grande. Oggi, le controllate, sono 30.
Rizzante guarda i grafici e ammette: «Con il centro Motorola abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo, 340 dipendenti in un colpo solo. Ma si può fare. Un passo alla volta».