Il catalogo didattico per il 2017-18 per le scuole del Laboratorio Museo  Tecnologic@mente

Il Laboratorio Museo  Tecnologic@mente ha presentato il catalogo didattico per il 2017-18 con le attività per le scuole  primarie e secondarie per stimolare la creatività e la Leggi tutto “Il catalogo didattico per il 2017-18 per le scuole del Laboratorio Museo  Tecnologic@mente”

Il 27 e 28 maggio a Torino da Toolbox e Fablab Torino la quarta edizione della Torino Mini Maker Faire che raddoppia

Il 27 e 28 maggio negli spazi di Toolbox e Fablab Torino si svolge la quarta edizione della Torino Mini Maker Faire che quest’anno raddoppia diventando una due giorni per mettere insieme i nuovi progetti su cui i makers hanno lavorato per tutto un anno. Leggi tutto “Il 27 e 28 maggio a Torino da Toolbox e Fablab Torino la quarta edizione della Torino Mini Maker Faire che raddoppia”

Piazza Risorgimento Smart a Torino passa in gestione ai cittadini

Giovedì 23 marzo alle ore 15, in piazza Risorgimento verranno presentati i risultati dei sei mesi di sperimentazione  della prima Piazza Smart d’Italia: uno spazio pubblico riprogettato per essere più Leggi tutto “Piazza Risorgimento Smart a Torino passa in gestione ai cittadini”

Presentata la strategia della Torino Smart City del futuro: i cittadini al centro nella Torino 4.0

Il 7 marzo presso il Collegio Carlo Alberto di Torino si è tenuta una giornata seminariale sul tema Smart City. Ricerca e innovazione per la Città di Torino. L’Università di Torino, il Leggi tutto “Presentata la strategia della Torino Smart City del futuro: i cittadini al centro nella Torino 4.0”

Lo startupper torinese di 60 anni che salverà la nostra privacy. Intervista a Pietro di eMemory

Si chiama Pietro Jarre e ha fondato eMemory. Puoi visitare il sito e iscriverti gratis, per iniziare a salvare la tua vita in digitale. Sono quasi andato in collina, per capire di cosa parliamo quando si parla di eMemory Leggi tutto “Lo startupper torinese di 60 anni che salverà la nostra privacy. Intervista a Pietro di eMemory”

Lunedì 5 dicembre la presentazione dei primi risultati di Torino Living Lab Campidoglio e dei 32 progetti attivati

Il quartiere Campidoglio ha ospitato dal mese di giugno le 32 sperimentazioni che imprese, startup, Università e Centri di Ricerca hanno proposto alla Città rispondendo al primo bando di Torino Living Leggi tutto “Lunedì 5 dicembre la presentazione dei primi risultati di Torino Living Lab Campidoglio e dei 32 progetti attivati”

Core Values. Il Vaticano che sfida la complessità del web

Siamo a Roma io e Jacopo Maria Vassallo, quel 4 di novembre. Ci siamo alzati presto, per recarci a Core Values. Dopo una non proprio breve passeggiata e una colazione, un po’ troppo repentina per essere chiamata “colazione”, eccoci finire i resti di un croissant, con le schiene appoggiati a mura non più Italiane. I nostri sguardi si arrampicano sull’obelisco di Piazza San Giovanni in Laterano. Ci circonda il rumore di mercedes e audi nere che fanno il giro della piazza e si fermano solo per scaricare top manager e chairman da tutto il mondo. Noi, che siamo arrivati a piedi, ce ne saremo poi andati con un normalissimo taxi bianco.
Ci mettiamo in fila e conosciamo un professore dell’Università di Perugia che si occupa di complessità. Gli stiamo simpatici, decide di sedersi vicino a noi. Con lui avremmo poi commentato una parte della conferenza e ci saremmo dunque fatti una minima idea di quanto ardua sia la sfida lanciata dal Vaticano, raccolta dai padroni della comunicazione digitale internazionale: la trasmissione dei valori nell’era tecnologica del digitale.

 

Cos’è Core Values

Core Values è un’iniziativa promossa e patrocinata dalla Segreteria per le Comunicazioni della Santa Sede, recentemente inaugurata da Papa Francesco, dalla Pontificia Università Lateranense e dalla Tela Digitale. Lo scopo dell’iniziativa e far sorgere, alimentare e dunque promuovere una riflessione sulla necessarietà di infondere valori nelle comunicazione digitali, al fine di dare i giusti strumenti etici alle nuove generazioni.
Le menti del Vaticano propongono una ben ampia domanda: “quali sono le trasformazioni che la rivoluzione digitale porta con sé, quali i valori che ci devono sostenere?”.
Non penso di fare nessuno spoiler, se vi dico che nessuno fra i big presenti ha saputo fornire una risposta anche solo lontanamente soddisfacente.
L’incontro si è svolto nell’ Aula Magna Benedetto XVI ,

con di fronte alla platea, la cattedra con il grande mosaico da cui il Divino Maestro pronuncia la sua Parola, attorniato dalle mistiche pecorelle e contornato in alto dai simboli degli Evangelisti con la scritta: “Magister vester unus est Christus”.

Il grande Cristo in Mandorla mosaicato, che guarda le spalle ai signori di Google, di Dentsu, di Vice e di CandyCrush (sì, c’era pure il capo della software house che ha ideato il giochino delle palline colorate), ci fisserà tutti, vigile, per l’intera durata della conferenza. E sarà stata la suggestione o il poco sonno ma il Suo sguardo in certi momenti mi sembrava terso, come se stesse percependo la difficoltà di infondere strutture assiologiche come i Valori nel flusso dirompente, disordinato e discontinuo, che è il web.

I relatori di Core Values

Valori nell'era digitale Core Values

La conferenza è stata suddivisa in tre fasi: Comunicazione, Advertising, Tecnologia.
A seconda della loro specificità, competenza o agiatezza nel parlare, i relatori erano stati assegnati a una di queste fasi e insieme formavano un panel di alto livello che per un’ora e quarantacinque avrebbe provato a snocciolare il discorso dei Valori nel web dal loro prestigioso punto di vista.

Advertisting | Moderator: Philip Larrey, Pontifical Lateran University;  Vatican City

Communications | Moderator: David Willey, Vatican Corrispondent for BBC;  Vatican City

New digital technologies | Moderator: Delia Gallagher, Vatican Correspondent for CNN;  Vatican City

Eric Schmidt, Executive Chairman of Alphabet;  USA,  fa la suo comparsa solo in digitale, appunto, tramite un video-messaggio, lasciando l’onere dell’argomentazione a Carlo D’asaro Biondo. Questo un po’ ci è spiaciuto perché l’opportunità di conoscere l’artefice del nuovo assetto societario di big G, sarebbe stato elettrizzante. Ma abbiamo ascoltato tutti gli interventi con interesse e curiosità, senza però avere una reale idea di come rispondere alla domanda posta dagli organizzatori del Vaticano.
I relatori hanno spiegato come si possono sfruttare le nuove tecnologie per indurre gli utenti ad assumere atteggiamenti responsabili. Hanno fatto ad esempio vedere il prototipo di una chiave d’accensione di un’automobile che funziona solo se il tasso alcolico del guidatore è a norma di legge.
Hanno parlato di come il digitale può dare nuova rilevanza e nuove analisi a problemi sociologici che affliggono la nostra società. Hanno discorso su come la comunicazione attraverso mezzi digitali sia una potente occasione per incanalare messaggi in un sistema media many to many. Si è citato l’importantissimo ruolo del carattere multimediale dei contenuti e quindi di nuove forme di narrazione e comunicazione interattiva. In certi casi di comunicazione all’interno di una realtà aumentata, e dunque delle nuove frontiere della proiezione identitaria degli individui, non più online, bensì onlife: una dimensione in cui vita digitale e analogica si mischiano e si aumentano vicendevolmente, espandendosi una nei confini dell’altra.

Trasmissione valori nell'era digitali
photocredit: f. Bottino

Ai panel, sono seguite cinque domande da parte dei partecipanti. Una di queste domande era formulata dal sottoscritto. Mi presento (bisognava presentare il prorio ruolo se no nun te facevano parlà!). Spiego che sono CEO di una piattaforma che permette a chiunque, ovunque, di leggere gratis in streaming. Mi rivolgo ai relatori del secondo panel, quello della comunicazione. Chiedo loro come sia possibile permeare l’iper-testo di valori, quando i valori (antropologicamente) chiaramente necessitano di testi non mobili, di testi fermi, costanti e sempiterni, che possano offrire la stessa lettura degli stessi valori per le generazioni presenti e poi future. Soprattutto se si pensa al fatto che uno dei grandi problemi del web è proprio la non permanenza delle informazioni, la loro veloce stratificazione.
A rispondermi è Mr. Lowe che sorride e mi dice che sono proprio i giovani che lavorano su progetti innovativi come le start up, che hanno l’opportunità di sperimentare nuove metodologie di fruizione e distribuzione dei contenuti, coloro che dovranno trovare le risposte per dare vita a nuove metodologie di trasmissione dei valori.

La fisicità dei valori versus la complessità del web

Perché è questo, secondo me, uno dei punto principali.
Mi spiego, approfondendo la ragione della mia domanda sulla stratificazione delle informazioni.
Per prendere un esempio caro alla Chiesa, parlando dunque di Valori Cristiani, facciamo riferimento a un sistema assiologico talmente consolidato che si interseca così tanto con la nostra immaginazione etica, da diventare cultura. Questo processo di culturalizzazione dei valori, viene reso possibile dalla presenza di testi fisici che descrivono l’applicazione di questi valori. Questi testi danno ai valori una cosmologia credibile (soprattutto per la cultura di riferimento). Questa fa sì che i valori vengano ripresi in testi satellite o indipendenti, talvolta conseguenti, che si fondano però sullo stesso sistema assiologico. Un esempio di questa subordinazione assiologica fra due opere conseguenti e di natura differente è dato dal rapporto fra il Nuovo Testamento e la Divina Commedia di Dante.
La Divina Commedia riprende dei valori descritti nel suo testo di riferimento (il Nuovo Testamento) e li ripropone dandone una lettura, per l’epoca, moderna.
A sua volta la Divina Commedia giunge a noi grazie a testi di studio, critica e citazione, contribuendo alla formazione della nostra cultura; che di fatto è cristianizzata.
Vige sempre, tuttavia, la fisicità del supporto mediatico (testo), il quale, nella sua fisicità, trova rimedio alla stratificazione delle informazioni successive.
Il web non ha ancora ovviato a questo problema, ovvero il sistema di raccolta delle informazioni e quindi dei testi non applica dei filtri per manipolare la permanenza di questo testo nel flusso principale di informazioni. Questo fa sì che un’informazione, anche testuale, non possa da sola consistere nel fondamento (o nella perpetuazione) di un valore. E che a sua volta quest non sia in grado di esercitare un’ influenza culturale sufficientemente proiettata nel lungo periodo, da permettere la nascita di contenuti satellite conseguenti, che hanno la funzione di ammodernare i valori e dar loro nuovi fruitori e nuovi orizzonti.
Il flusso continuo di informazioni eterogenee, assieme alla loro conseguente stratificazione, è solo uno degli aspetti della complessità del web.
I valori hanno bisogno di un manifesto sempre accessibile per sussistere. Per diffondere questo manifesto e, affinché sia efficace, dobbiamo prima chiederci come affiggerlo in alto, laddove nessuno possa metterci sopra qualcos’altro.
Riusciremo a civilizzare (in senso stretto) l’internet solo quando questo smetterà di essere un non-luogo e quindi verrà trattato come una vera e propria estensione territoriale, che necessita degli stessi processi teoretici, che sono stati necessari per intendere il mondo analogico nella sua natura complessa.
Che, fuori metafora, vorrebbe poi dire:
“prima troviamo un modo per affrontare e governare il web semantico nella sua reale complessità al fine di rendere i giusti contenuti sempre accessibili, con facilità, al fine di creare un meccanismo vero di diffusione culturale, poi pensiamo a quali valori infondergli”.
Come fare?
Non ne ho idea.