Gli italiani e la tecnologia

Via Vittorio Pasteris blog

In Italia i beni tecnologici più diffusi sono la televisione, presente nel 95,9% delle famiglie e il cellulare (85,5%). Seguono il videoregistratore (62%), il lettore DVD (56,7%), il personal computer (47,8%) e l’accesso ad Internet (38,8%). Tra i beni tecnologici presenti nelle famiglie hanno un certo rilievo anche l’antenna parabolica (28,6%), la videocamera (26,1%), il decoder digitale terrestre (19,3%) e la consolle per videogiochi (17,5%).
Tra le famiglie si osserva un forte divario tecnologico da ricondurre a fattori di tipo generazionale, culturale ed economico. Le famiglie costituite da sole persone di 65 anni e più continuano ad essere escluse dal possesso di beni tecnologici: appena il 6,5% di esse possiede il personal computer, soltanto il 4,8% ha l’accesso ad Internet ed è quasi del tutto inesistente la diffusione di connessioni a banda larga (2,2%). Inoltre, in queste famiglie è limitato il possesso delle nuove tecnologie collegate alla TV: antenna parabolica (10,6%) e il decoder digitale terrestre (6,4%). L’unico bene diffuso (a parte il TV color) è il cellulare (52,2%).

All’estremo opposto si collocano le famiglie con almeno un minorenne che possiedono il personal computer e l’accesso ad Internet rispettivamente nel 71,2% e nel 55,7% dei casi. Sono queste famiglie ad avere il più alto tasso di possesso di connessione a banda larga (34%), mentre per loro il telefono cellulare ha raggiunto i livelli di diffusione della televisione (97,9%). Molto diffusi anche il videoregistratore (80,3%) e il lettore DVD (81,4%

Sono le famiglie del Centro e del Nord a possedere le quote più elevate di beni tecnologici. Il personal computer, ad esempio, è diffuso in uguale misura al Centro e nel Nord (circa il 50%) e meno nel Sud (42,7%). Nel Centro-nord si riscontra la quota più alta di famiglie con accesso ad Internet (oltre il 41%) e alla connessione a banda larga (circa il 25%), mentre nel Sud e nelle Isole le quote scendono rispettivamente al 32% e al 18% circa.

Considerando la percentuale di famiglie con almeno un componente tra i 16 e i 64 anni che possiedono un accesso ad Internet da casa, indicatore definito da Eurostat per esigenze di confronto internazionali, l’Italia è indietro rispetto a molti dei paesi della Comunità Europea, risultando solo al diciottesimo posto in questa graduatoria (con un tasso di penetrazione del 43% rispetto alla media europea del 54%).

Il premio Eureka a un ricercatore sui polimeri

Il Premio Eureka per l’Innovazione Tecnologica, promosso dall’UGIS, Unione dei giornalisti scientifici italiani, in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca, è stato conferito a Alessandro Sannino, giovane ricercatore barese della facoltà di Ingegneria dell’Università del Salento che svolge attività di ricerca nel settore dei polimeri, con particolare attenzione all’aspetto applicativo nel settore dei biomateriali, del processing industriale e delle plastiche biodegradabili.

Il Premio è stato consegnato presso il Circolo della Stampa di Milano dal Presidente e Vicepresidente dell’Ugis, alla presenza del ministro Luigi Nicolais.

“Giovanissimo ricercatore che ha saputo indirizzare gli importanti risultati delle sue ricerche direttamente verso applicazioni di innovazione tecnologica. Affiancando spirito imprenditoriale alle sue potenzialità scientifiche, che gli hanno consentito di ottenere decine di brevetti nazionali ed internazionali, ha creato Spin Off di successo. Applicando in Italia i risultati di attività di ricerca da lui svolte anche all’estero, ha creato innovative strutture nel settore della bioingegneria. I successi raggiunti lo rendono un testimone delle potenzialità che può esprimere la creatività dei giovani ricercatori nel nostro Paese”.

Communia a Torino il 18 gennaio

Venerdì 18 gennaio 2008 il Centro NEXA del Politecnico di Torino organizza il primo workshop di COMMUNIA, la Rete tematica europea sul pubblico dominio digitale.

Come scrive Pettinix

Obiettivo dell’evento è contribuire al dibattito internazionale sui “commons digitali” e sulle complesse relazioni tra l’innovazione tecnologica e l’utilizzo di massa degli strumenti digitali. Il seminario vuole fornire ad esperti e innovatori del settore l’opportunità di incontrare altri soggetti interessati, opinionisti e politici, al fine di approfondire e condividere la comprensione del ruolo della tecnologia nel costruire il presente e il futuro dei “commons” digitali.

La sessione plenaria di apertura, alle 9:15, vedrà l’intervento di Rishab Ghosh (MERIT, Università di Maastricht) centrato sul tema “Tecnologia, diritto e pubblico dominio”. Il seminario proseguirà per l’intera giornata con tre sessioni su tecnologia e scienza, strumenti software e formati, e sui “commons” infrastrutturali – il tutto visto nel contesto generale dello sviluppo dei “commons digitali”.
La lista dei relatori già confermati comprende inoltre Keith Jeffery (Current Research Information Systems), Juan Carlos De Martin (COMMUNIA Coordinator, Centro NEXA), Robert Horvitz (Open Spectrum Foundation), Philippe Aigrain (Society for Public Information Spaces), Andrea Glorioso (NEXA Research Center for Internet and Society). La sessione di chiusura, con tavola rotonda e discussione pubblica, e’ prevista per le ore 16:00.

Il avrà luogo a Torino, presso l’Aula Magna del Politecnico di Torino al Lingotto (Via Nizza 230). Lingua ufficiale l’inglese. L’ingresso è libero e gratuito, previa registrazione e fino a esaurimento posti.

Per ulteriori informazioni: http://ws1-2008.communia-project.eu

Communia è la rete tematica europea sul pubblico dominio digitale, ha l’obiettivo di divenire il punto di riferimento europeo per l’analisi teorica e la discussione politica sul pubblico dominio nell’ambiente digitale, oltre che su argomenti correlati come forme di “licensing” alternative, “open access” per pubblicazioni e risultati della ricerca scientifica; gestione di opere i cui autori siano sconosciuti (’opere orfane’).

Finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma eContentplus, questo progetto triennale intende fornire una serie di linee guida capaci di soddisfare le esigenze di tutte le parti in causa – pubbliche e private, a livello locale, europeo e globale. Communia prevede inoltre di costruire relazioni strategiche con altri paesi extra-europei (a cominciare dagli Stati Uniti e dal Brasile, dove risiedono due dei membri di Communia) in cui simili discussioni sono già in corso.

Il sito di Comunia http://www.communia-project.eu/

Oil project: l'informatica per tutti


Si è concluso prima di Natale il palinsesto invernale delle lezioni organizzate da Oilproject.org, la prima scuola online di informatica completamente gratuita.

L’obiettivo del progetto è quello di contribuire alla diffusione della cultura informatica tra i giovani, facilitando l’apprendimento nella fase iniziale di avvicinamento alla materia con lezioni vocali tenute da appositi tutors.

Soltanto con un servizio gratuito il progetto sarebbe stato accessibile a tutti perchè, nonostante nel nostro Paese la rete sia ormai discretamente diffusa, un vero canale dove un sedicenne possa imparare gli aspetti fondamentali di un linguaggio di programmazione senza essere vincolato da questioni economiche o dalle carenze delle strutture locali forse non esiste.

L’apprendimento di materie come quelle informatiche sia molto piu’ stimolante e piacevole imparare in gruppo, con un tutor che chiarisca i dubbi e un compagno di classe che ci aiuti a rafforzare le conoscenze e ci racconti la sua esperienza

Con questo spirito ogni sera decine e decine di utenti accedono alle lezioni, si scambiano conoscenze e consigli, scherzano e ridono ed a volte vengono richiamati all’ordine se troppo esuberanti.

In attesa delle prossime lezioni che inizieranno a febbraio, è tempo di statistiche. Numerosissime sono state le persone che, per comodità o incompatibilità di impegni, preferiscono scaricare le registrazioni delle lezioni invece che assistervi in diretta.

Le statistiche presentano dei dati significativi: nell’ultimo trimestre ( ottobre, novembre e dicembre 2007 ) sono stati effettuati 54.000 download delle lezioni in archivio che totalizzano, vista la durata media degli interventi, più di 100.000 ore di formazione gratuita elargite da Oilproject solo negli ultimi tre mesi.

Le lezioni

Le dispense

I Forum

Gran premio marketing e innovazione


Pensato per selezionare e premiare l’innovazione di prodotto, il Gran Premio Marketing e Innovazione, che è rivolto ai prodotti di largo consumo, è un premio a votazione, nel quale il decisore è il consumatore.

Il Logo di Prodotto dell’Anno permette ai consumatori di riconoscere velocemente i nuovi prodotti e li aiuta nella scelta dell’offerta proposta dalla grande distribuzione.

Questo porta ad importanti aumenti nelle vendite dei prodotti vincitori che utilizzano il Logo “Eletto Prodotto dell’Anno”.

Il fatturato dei 20 prodotti eletti nel 2006 ha raggiunto nella GDO nel 2006 97,27 milioni di euro e gli stessi hanno fatto in media il 4% del totale del fatturato delle categorie di riferimento (con punte del 10%).
Nell’arco temporale dei lanci dei prodotti eletti nel 2006 le categorie di riferimento sono cresciute del 7,2% e i 20 prodotti eletti nel 2006 hanno contribuito per 3 punti a tale crescita, quindi per un 40% (fonte IRI).
In Francia, più del 70% dei prodotti eletti sono ancora presenti sui lineari dei punti vendita dopo 10 anni, e alcuni sono ancora leader di categoria (fonte IRI).

Perchè Funziona

Perché i consumatori riconoscono i prodotti eletti dal Logo di Eletto Prodotto dell’Anno che trovano sulle confezioni dei prodotti e nelle comunicazioni pubblicitarie e sono invogliati all’acquisto.

I vincitori delle scorse edizioni del Gran Premio Marketing e Innovazione si sono avvalsi del riconoscimento ottenuto nella propria comunicazione utilizzando profiquamente il logo Eletto Prodotto dell’Anno sulle proprie confezioni, nelle proprie campagne di comunicazione o promozionali e sui punti vendita.
Sul sito potete trovare alcuni esempi.

Un progetto strategico di comunicazione e promozione con i partner media di Prodotto dell’Anno supporta le aziende e i prodotti vincitori.

Il sito del prodotto dell’anno

Scienza e tecnologia in cifre 2007

ceriscnr.jpgIl CERIS del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha realizzato un data book, dal titolo ‘Scienza e tecnologia in cifre. Statistiche sulla ricerca e sull’innovazione’, che raccoglie i principali indicatori relativi all’impegno italiano e internazionale in ricerca e sviluppo (R&S): risorse finanziarie ed umane, pubblicazioni, brevetti, import-export, high-tech, innovazione, ricadute a livello economico e produttivo.

“Il sistema scientifico italiano soffre ancora per l’insufficiente livello di stanziamenti”, sostiene Secondo Rolfo, direttore dell’Istituto di ricerca sull’impresa e lo sviluppo (Ceris) del Cnr di Torino: 15.252 milioni di euro complessivi tra comparto pubblico e imprese (dati 2004) pari all’1,1 % del Prodotto interno lordo. Una cifra che colloca l’Italia al nono posto tra i paesi Ocse, Cina e Israele: al primo posto della graduatoria compaiono gli Stati Uniti con 312,5 miliardi di dollari Usa (a parità di potere di acquisto), seguono con 118 il Giappone e la Cina con 94, Germania (59,2) Francia (38,9) e Regno Unito (32,2), Corea (28,3), Canada (20,8). Nel 2004 si segnala comunque un aumento rispetto al 2003 dell’1,2 per cento, dopo una generale diminuzione negli anni novanta.

L’1,1% come rapporto R&S/Pil assegna all’Italia l’ultimo posto nei Paesi Ocse, Cina e Israele, a pari merito con la Spagna: nella graduatoria, Israele è al primo posto con il 4,4%, la Svezia investe il 4,0%, la Finlandia il 3,5%, il Giappone 3,2%, la Svizzera e la Corea il 2,9%. Gli altri paesi oscillano tra il 2,7% degli Stati Uniti e l’1,2% dell’Irlanda. Sia come valore assoluto, sia come incidenza percentuale, le risorse finanziarie impegnate nelle attività di R&S collocano insomma l’Italia nella fascia medio-bassa dei paesi industrializzati, molto lontano dal 3% del Pil proposto a Lisbona come obiettivo della politica comunitaria tesa a fare dell’Unione la prima economia al mondo basata sulla conoscenza.

La spesa complessiva per R&S intra-muros, cioè svolta da imprese private, istituzioni pubbliche e istituzioni non profit al proprio interno, con proprio personale e con proprie attrezzature, nel 2004, è sostenuta per il 47,8 % dalle imprese (7.293 milioni di euro) e per il 32,8 % dalle università (5.004 milioni di euro). Più contenuto il peso delle altre istituzioni pubbliche e del non profit, rispettivamente con il 17,8% e l’1,5% per cento.

In Italia la spesa delle imprese in ricerca rappresenta lo 0,53% del Pil, dunque circa la metà dello sforzo complessivo nel comparto. Ma si posiziona molto distante da quella delle imprese degli altri paesi Ocse, Cina e Israele. Sempre in rapporto percentuale al Pil è Israele con il 3,25 a occupare la prima posizione; seguono Svezia e Finlandia rispettivamente con 2.93 e 2,42. Prima di noi Germania con l’1,75, Danimarca (1,69), Austria (1,51) e Francia (1,34), ma anche Cina (0,82), Irlanda (0,78) e Spagna (0,58).

A livello locale, osservando i dati sulla spesa, al primo posto compare il Nord-ovest con il 36,9 % della spesa complessiva, seguito dal Centro (26,6%), dal Nord-est e dal Mezzogiorno (rispettivamente 18,3% e 18,2 %). L’investimento in R&S delle imprese è concentrato per più della metà (54,9 %) nel Nord-ovest. Le differenze territoriali si attenuano considerando la spesa per ricerca sostenuta dagli altri settori: il 57,3 per cento dell’attività di ricerca delle istituzioni pubbliche si svolge infatti nell’Italia centrale (in particolare nel Lazio) e il 30,7 per cento di quella universitaria nel Mezzogiorno.

Il data book del CERIS (formato pdf)

BlogBar quattro: da Amazon direttamente a Ebay

Mercoledì 30 gennaio 2008 alle ore 18.00 alla Fnac di Torino quarto appuntamento di “BlogBar: blog, internet e altro” una serie di microeventi dedicati alla cultura di rete e all’economia digitale che vogliono essere uno spazio aperto per blogger e non, per addetti ai lavori e per curiosi che possono partecipare a una conferenza, ma anche intrattenersi presso gli spazi e il bar della Fnac di Torino.

Questa volta si parla di e-commerce: da Amazon direttamente a Ebay, dopo l’abbuffata degli acquisti di Natale, i regali andranno a finire sulle aste on-line ?Alla Fnac di via Roma Vittorio Pasteris insieme a Marcello Bramante e Fulvio Cerutti.

Arrivano i piemontesi nel WI-MAX

Vittorio Pasteris su Lastampa.it

Fra le 48 aziende o raggruppamenti di aziende che hanno presentato e una proposta di interesse per la partecipazione alla gara dell’assegnazione delle frequenze WI-MAX italiane, una ha vinto di certo il premio per il nome più lungo. Si tratta della compagine tutta piemontese che dal nome denota la sua composizione: “Ribes Informatica, Lan Sevice, Informatica System, Hal Service, Tex97, B.B.Bell”.

Un nome da film della Wertmuller per un gruppo di aziende che cercheranno di aggiudicarsi una licenza regionale in Piemonte e Valle d’Aosta tentando di contrastare lo strapotere di operatori nazionali come Telecom Italia, Wind, Fastweb, Eutelia o di altri grandi aziende non del settore TLC.

Il WI-MAX dovrebbe essere LA tecnologia del futuro che consente l’accesso a reti di telecomunicazioni a banda larga e senza fili, con prestazioni nettamente superiori al Wi-Fi che potrebbe risolvere molti dei problemi digitali dell’Italia del futuro. Una killer application o una bufalona ? molto dipenderà da come verranno assegnate le frequenze dopo il bando. Le scelte politiche ed economiche potranno alimentare o attutire gli effetti innovati o conservativi della nuova tecnologia.

Le aziende “made in Piedmont” fanno parte dei nuovi operatori di telecomunicazioni emergenti, ai quale il bando WI-MAX dedica una priorità che si pare perdersi nelle parole dell’incipit del bando stesso, che però si presentano scattanti ed agguerriti, pronte ad occupare nicchiette e nicchione territoriali lasciate scoperte dai collossi delle telecomunicazioni italiane. E lo dicono senza paura delle loro intenzioni: “Assieme, noi abbiamo quello che conta, il vantaggio di oltre 10.000 clienti larga banda e il presidio tecnico-commerciale di tutto il territorio regionale”.

D’accordo ma 10.000 clienti a banda larga non sono troppo pochi per contrastare i big ? “Niente affatto, se sono concentrati in un mercato interessante come il Piemonte e la Valle d’Aosta, e soprattutto se sono tra i più soddisfatti e affrancati dalla dipendenza dall’operatore dominante Telecom”. Una specie di “Fastweb senza i fili ” ? “Si, ormai anche i bambini si sono accorti che cablare i clienti finali in fibra ottica non era e non sarà per parecchio tempo più un buon affare, e che invece le tecnologie di questo nuovo decennio permettono agli investimenti di rientrare subito”.

Come contrastare i rilanci milionari degli altri concorrenti al bando WI-MAX? “Non ci ha ordinato il medico di dissanguarci per portare a casa la licenza WI-MAX: se perderemo continueremo a dare filo da torcere ai big come stiamo facendo oggi, inclusi i nuovi che utilizzeranno la nuova tecnologia”. Le società della compagine producono già utili e anche senza WI-MAX il loro tasso di crescita li ha portati nel corso del 2007 a raddoppiare il numero di clienti erosi ai più blasonati concorrenti.

La strategia delle aziende della Torino Valley sarà anche quella di approfittare della vetrina WI-MAX per farsi notare da qualche potenziale partner finanziario che possa supportarli con “soldi freschi” per poter mettere il turbo e trasformare la loro crescita in esponenziale: “Questo sì sarebbe un vero affare per tutti, incluse le Regioni dove operiamo e, di riflesso, l’Italia intera”.

Vedremo ora che succede.

Il venture capital su la7

Domenica 6 gennaio 2008, alle 23.30 circa, La7 ha dedicato una puntata del suo newsmagazine “Reality” al Venture Capital con un reportage di 26 minuti realizzato in California, Wisconsin e Utah. Interviste al venture capitalist Timothy Draper e a Jarold Hutchings, il ventiquattrenne che a Salt Lake City ha creato un fondo d’investimento di 8 milioni di dollari gestito solo da studenti universitari.

Uno sguardo sul Venture capital italiano nella Silicon Valley con Giacomo Marini (Aurora Biofuels-Noventi) Enzo Torresi (A4Vison- Myqube) Roberto Crea (Creagri) e il punto sugli ultimi business nel campo delle biotecnologie, delle energie alternative e dei sistemi di sicurezza tridimensionali.

Le telecamere de La7 hanno poi seguito l’esperienza dei 5 giovani ricercatori italiani, vincitori del programma Fullbright Best dell’ambasciata americana a Roma, che hanno passato 6 mesi nella Silicon Valley ed anche l’incontro di un gruppo di imprenditori italiani con i Business Angels di Milwaukee alla ricerca dei segreti degli angel investors.

Il reportage, è disponibile registrato sul sito del programma della 7

State of the net a Udine

stateofthenet.jpgFare il punto sulla situazione di internet in Italia: nasce con questo ambizioso obiettivo la conferenza State of the net  che si svolgerà a Udine l’8 e 9 febbraio 2008.

Sempre più, infatti, la presenza di internet come strumento di comunicazione, come luogo editoriale, ma soprattutto come spazio di interazione tra persone, sta prendendo piede in Italia. La popolazione di internet è crescente e le evoluzioni che si prospettano contamineranno molti settori della società.
Si terrà dunque a Udine, città dell’innovazione, ed in anteprima alla terza edizione di Innovaction ,  una conferenza di due giorni che affronterà internet e il suo uso in Italia da vari punti di vista.

Supportata dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, state of the Net affronterà le diverse tematiche in cui è  importante la presenza del fenomeno-internet, nella sua fase attuale, il cosiddetto web 2.0, considerando le ricadute sociali, economiche e politiche del suo sviluppo.

Fare il punto sulla rete italiana non limiterà comunque la conferenza ad una dimensione nazionale. Gli ospiti internazionali che saranno comunicati a breve garantiranno una visione globale: nel board degli organizzatori ci sarà anche il blogger americano Dave Winer, inventore dei feed Rss, ovvero la tecnologia che è alla base dei blog.