Il Piemonte? Una dinamo

Bruno Gambarotta nel dossier Piemonte di Lastampa.it

Una molla d’acciaio compressa e pronta a scattare se l’obiettivo merita lo sforzo: potrebbe essere questo il logo per caratterizzare le riserve di energia, accumulate nella volontà e nel carattere degli abitanti, delle nostre tre regioni: Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Se invece ci abbandoniamo al gioco delle libere associazioni, una valanga di immagini viene in soccorso della memoria. Rivediamo gli astigiani che, quando è trascorsa una sola settimana dalla disastrosa alluvione del 1994, ricevono la visita del presidente Scalfaro, che resta incredulo perché la città è già stata completamente ripulita e rimessa a nuovo e deve fi – darsi delle descrizioni.

Vediamo una guida alpina che, dopo aver condotto il cliente fi no al rifugio sotto il Cervino, lo saluta e ridiscende di corsa in valle saltando di roccia in roccia come uno stambecco perché un altro impegno lo attende.
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Parte una nuova porzione della Torino del futuro

Beppe Minello su Lastampa.it

L’impegno di spesa approvato ieri dalla giunta su proposta dell’assessore all’Urbanistica Mario Viano è di «appena» 3 milioni di euro, ma ha un alto valore simbolico. Con quei soldi verranno pagati parte dei lavori necessari per sistemare l’area davanti all’ex-stabilimento Savigliano, cioè il tratto di corso Mortara che sta fra l’edifico industriale trasformato in eleganti e costosi loft con il nascente Parco Dora della Spina 3, quella con le case colorate, il grattacielo che di notte s’llumina di blu e il multisala Medusa. Lavori che rappresentano il primo tassello di una trasformazione urbana che anticipa la Torino del futuro.

La Torino cioé che si svilupperà a Nord, là dove oggi c’è la grande discarica di via Germagnano, la Falchera, l’arrivo della Torino-Milano circondata da capannoni industriali. Una trasformazione che intorno al 2012 imporrà una rivoluzione alle abitudini degli automobilisti e cambierà la prospettiva sulla città, dove si potrà entrare non solo da corso Giulio Cesare come già avviene oggi, ma dal nuovo «Viale della Spina» che correrà, come in corso Castelfidardo da largo Orbassano a corso Vittorio Emanuele, sopra il Passante ferroviario che sarà ultimato quell’anno. I lavori di sistemazione davanti all’ex-Savigliano sono diventati possibili perché a dicembre il traffico ferroviario di Porta Susa verrà trasferito nelle prime due canne delle quattro che si stanno costruendo nelle viscere dell’immensa area compresa fra corso Inghilterra e corso Bolzano.

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La ricerca perduta

Andrea Rossi su Lastampa

Sette di sera. Via Giuria, al primo piano Francesco Prino, professione ricercatore, è ancora in ufficio. Il suo team lavora al progetto Alice. Da quel laboratorio sono usciti due «pezzi» dell’Lhc, il maxi acceleratore di particelle realizzato al Cern di Ginevra per ricreare i primi momenti successivi al Big Bang. In quattro anni di lavoro il ricercatore Francesco Primo ha raggiunto quota 1600 ore «extra» lavorate. Il ministero non gliele pagherà mai, perché non era tenuto a farle. Lui lo sa e ci scherza su: «Se mia moglie lo viene a sapere rischio il divorzio».

Gli Stakanov dell’Università non estraggono carbone come il leggendario minatore sovietico, ma idee, volumi, progetti. Macinano giornate tra cattedra e laboratorio, accumulano ore in eccesso che mai saranno pagate. Un esercito di under 40: 857 all’Università, 347 al Politecnico dove al conto vanno aggiunti 588 assegnisti e 700 dottorandi. Precari, molti, eppure pilastri della ricerca. Poi ci sono docenti e direttori di dipartimento, e anche qui – per molti – le ore lavorate e le nottate in bianco non si contano.
In Italia non hanno molti rivali. Basta scorrere l’ultimo rapporto del Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca (Civr), che vede Università e Politecnico piazzate ai primi posti in molti settori, a cominciare dalle aree scientifiche e tecnologiche. Un universo che produce ad altissimi livelli ma vive al limite e – ora che nuovi tagli sono in arrivo – spesso oltre. Prendete Francesca Filippi. Il computer su cui lavora al dipartimento di Progettazione architettonica è suo, nel senso che l’ha comprato di tasca propria: «Siamo in tanti, senza telefono e a volte anche senza una targhetta fuori dall’ufficio».
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Arrivano i piemontesi nel WI-MAX

Vittorio Pasteris su Lastampa.it

Fra le 48 aziende o raggruppamenti di aziende che hanno presentato e una proposta di interesse per la partecipazione alla gara dell’assegnazione delle frequenze WI-MAX italiane, una ha vinto di certo il premio per il nome più lungo. Si tratta della compagine tutta piemontese che dal nome denota la sua composizione: “Ribes Informatica, Lan Sevice, Informatica System, Hal Service, Tex97, B.B.Bell”.

Un nome da film della Wertmuller per un gruppo di aziende che cercheranno di aggiudicarsi una licenza regionale in Piemonte e Valle d’Aosta tentando di contrastare lo strapotere di operatori nazionali come Telecom Italia, Wind, Fastweb, Eutelia o di altri grandi aziende non del settore TLC.

Il WI-MAX dovrebbe essere LA tecnologia del futuro che consente l’accesso a reti di telecomunicazioni a banda larga e senza fili, con prestazioni nettamente superiori al Wi-Fi che potrebbe risolvere molti dei problemi digitali dell’Italia del futuro. Una killer application o una bufalona ? molto dipenderà da come verranno assegnate le frequenze dopo il bando. Le scelte politiche ed economiche potranno alimentare o attutire gli effetti innovati o conservativi della nuova tecnologia.

Le aziende “made in Piedmont” fanno parte dei nuovi operatori di telecomunicazioni emergenti, ai quale il bando WI-MAX dedica una priorità che si pare perdersi nelle parole dell’incipit del bando stesso, che però si presentano scattanti ed agguerriti, pronte ad occupare nicchiette e nicchione territoriali lasciate scoperte dai collossi delle telecomunicazioni italiane. E lo dicono senza paura delle loro intenzioni: “Assieme, noi abbiamo quello che conta, il vantaggio di oltre 10.000 clienti larga banda e il presidio tecnico-commerciale di tutto il territorio regionale”.

D’accordo ma 10.000 clienti a banda larga non sono troppo pochi per contrastare i big ? “Niente affatto, se sono concentrati in un mercato interessante come il Piemonte e la Valle d’Aosta, e soprattutto se sono tra i più soddisfatti e affrancati dalla dipendenza dall’operatore dominante Telecom”. Una specie di “Fastweb senza i fili ” ? “Si, ormai anche i bambini si sono accorti che cablare i clienti finali in fibra ottica non era e non sarà per parecchio tempo più un buon affare, e che invece le tecnologie di questo nuovo decennio permettono agli investimenti di rientrare subito”.

Come contrastare i rilanci milionari degli altri concorrenti al bando WI-MAX? “Non ci ha ordinato il medico di dissanguarci per portare a casa la licenza WI-MAX: se perderemo continueremo a dare filo da torcere ai big come stiamo facendo oggi, inclusi i nuovi che utilizzeranno la nuova tecnologia”. Le società della compagine producono già utili e anche senza WI-MAX il loro tasso di crescita li ha portati nel corso del 2007 a raddoppiare il numero di clienti erosi ai più blasonati concorrenti.

La strategia delle aziende della Torino Valley sarà anche quella di approfittare della vetrina WI-MAX per farsi notare da qualche potenziale partner finanziario che possa supportarli con “soldi freschi” per poter mettere il turbo e trasformare la loro crescita in esponenziale: “Questo sì sarebbe un vero affare per tutti, incluse le Regioni dove operiamo e, di riflesso, l’Italia intera”.

Vedremo ora che succede.

Lavoro subito e soldi, a Torino laurea d'oro

Giovanna Favro su La Stampa del 27 ottobre 2007

Laurearsi all’Università di Torino conviene. Per la prima volta uno studio scientifico misura l’efficacia e la qualità formativa degli atenei badando all’ingresso nel mondo del lavoro dei laureati. Incrociando i dati sulla possibilità di impiego e di avere stipendi alti, l’ateneo di via Po risulta primo in Italia. Una performance ben 130 volte migliore degli atenei di Campobasso e Cagliari, ultimi nella top ten, ma le facoltà torinesi stracciano, quanto a «rendimento», tutti i concorrenti, da Milano a Venezia, da Bologna a Trieste, a Roma, a Bari.

Ne ha parlato ieri il rettore Ezio Pelizzetti nell’aula magna della facoltà di Economia, dove con il preside Sergio Bortolani ha accolto il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, che ha aperto la riunione annuale della Società italiana degli economisti. Davanti ai più importanti esperti di economia del Paese, tra i quali molti docenti torinesi – da Domenico Siniscalco a Franco Reviglio, Elsa Fornero e Mario Deaglio – Pelizzetti ha dato il benvenuto al Governatore «in un ateneo che ha un’illustre scuola di Economia e che è tra le migliori università italiane, come ribadisce una ricerca dell’università di Padova e della Cattolica di Milano, che ci colloca al primo posto per qualità e probabilità di occupazione dei laureati».

Il riferimento è a uno studio di Lorenzo Cappellari (Cattolica di Milano) e Giorgio Brunello (ateneo di Padova), i cui risultati (pubblicati anche su «Panorama») saranno presentati martedì all’Università di Milano. La ricerca spiega quanto paga studiare in un ateneo rispetto a un altro esaminando molti fattori, a partire dalla fotografia dei laureati italiani a tre anni dal titolo. Le conclusioni decretano il trionfo di Torino, prima assoluta nella classifica. Un risultato tanto più interessante, per Pelizzetti, «perché conclamato da seri studiosi di altri atenei, e perché i colleghi hanno applicato modelli econometrici utili a depurare i dati da elementi localistici, come l’andamento del mercato del lavoro di ogni territorio».

I due professori si sono invece proposti di misurare la produttività delle università (Politecnici esclusi) in termini assoluti. I risultati sono una messe di curiosità. Viene fuori ad esempio che un medico laureato a Padova guadagna il doppio del collega di Pisa, o che studiare a Bari «rende» più che a Roma. Stabilito che la qualità degli atenei è tutt’altro che uniforme, si dimostra che le facoltà private hanno mediamente performances migliori, e che la grande dimensione ha un effetto positivo, incrementando guadagni e impieghi del 10%. Salari più o meno pingui e buone o misere chances di occupazione creano più classifiche: certe università, come Cagliari, Cosenza, Messina o Salerno, sono sotto la media italiana sia per gli stipendi che per probabilità di occupazione. Napoli Orientale, L’Aquila e Sassari garantiscono guadagni sopra la media, ma poche chances di lavoro. Alta probabilità di impiego, ma stipendi bassi, caratterizzano Roma Sapienza, Modena, Ferrara e Tor Vergata. Nel gruppo che presenta le migliori performances per entrambi i fattori ci sono Milano, Brescia, Bergamo, Verona e, in testa a tutti, Torino.

Nella tabella si leggono i piazzamenti di alcuni atenei: dietro Torino (del 130% migliore rispetto al fanalino di coda) c’è Verona (126%), e conquista il terzo posto (125%) il Piemonte Orientale. Anche questo è per Pelizzetti fonte di soddisfazione: «L’ateneo Avogadro è nato come nostra gemmazione. Anche il suo piazzamento sottolinea la forza del sistema formativo piemontese». Del primo posto non s’è stupito: «Siamo primi in alcune aree di ricerca e per il basso numero di abbandoni degli studenti, ma in tutte le rilevazioni siamo sempre nel gruppo di testa: ci viene riconosciuta da tutti un’eccellente qualità complessiva. Giorni fa gli studenti hanno protestato per le aule affollate: lo sono anche perché ascoltare i nostri docenti è occasione preziosa».

Emanuela Minucci su Lastampa.it

Non sarà il Guggenheim, ma poco ci manca. Certo è che la stretta di mano fra il sindaco Chiamparino e l’amministratore delegato di Rfi Mauro Moretti (ieri a Roma) se sarà seguita da un accordo nero su bianco, sancisce la nascita di un nuovo, cruciale trampolino per la città: dal punto di vista culturale, turistico ed economico.

Il tutto grazie all’intervento della Fondazione Crt, che ha puntato fondi freschi (si parla di 55 milioni di euro) sull’intera operazione. Come? Proponendo a Rfi di comprare i muri delle Ogr, le ex Officine Grandi Riparazioni che si affacciano su corso Castelfidardo, nel cuore di Spina 2. Un modo per poter finalmente disporre di quel duomo dell’archeologia industriale e trasformarlo nel più completo e moderno polo dell’arte contemporanea di Torino e inserirlo nel circuito delle eccellenze europee dell’arte. «La Fondazione Crt – spiega l’assessore all’Urbanistica Mario Viano, che ha accompagnato il sindaco nella sua missione romana – ha fatto un’offerta economica che a Roma hanno ritenuto molto interessante. Ora non restano che da approfondire alcuni aspetti tecnico-procedurali, ma la strada è spianata». Soddisfatto il primo cittadino che ha commentato: «speriamo che l’affare vada in porto, quando sono in gioco cifre del genere il condizionale è d’obbligo». E anche l’assessore alla Cultura Fiorenzo Alfieri, che da anni ormai punta su questo gioiello dell’architettura industriale torinese per trasformarlo in roccaforte dell’arte contemporanea in cui Torino già eccelle, ieri si è rallegrato della notizia.

«La Crt si è detta disponibile ad acquisire l’immobile – ha continuato Viano – per traslocare fra quei muri tutte le sue collezioni di arte contemporanea. La Città farà il resto, completando l’allestimento del museo con la Gam e il resto del sistema di arte contemporanea». Un progetto di grandissimo respiro, dunque, che fra l’altro non pone nemmeno un problema dal punto di vista delle varianti urbanistiche necessarie alla metamorfosi della struttura: «Dal momento che se ne ricaverà un museo – ha aggiunto Viano – e il museo è un servizio pubblico, non c’è quindi alcun bisogno di cambiare il piano regolatore». Non è la prima volta che si pensa di trasferire nelle Ogr parte della Gam o comunque trasformarle in un polo dell’arte contemporanea. Fra le ultime suggestioni c’era anche quella di allestire nelle Ogr la seconda sede italiana (dopo Venezia) del Guggenheim Museum. Adesso però, anche se non si tratta del prestigioso museo newyorkese, è arrivata la vera svolta. Un bel passo avanti rispetto all’ultimo accordo, che risale all’agosto scorso, quando Comune e Ferrovie firmarono l’agognato patto sul cosiddetto «Duomo», l’edificio a forma di «H» che è il più pregevole manufatto architettonico delle ex Ogr. Il fiore all’occhiello di Spina 2 venne ceduto in comodato gratuito a Palazzo civico per 30 anni. In quella data Palazzo Civico annunciò pure il primo progetto di utilizzo di parte della struttura, che prevedeva lavori «leggeri» di sistemazione, da 500 mila euro.

Se l’intervento sarà confermato, la pregiata architettura potrà essere aperta al pubblico, inaugurandone la vocazione espositiva. A giugno 2008 (anche questo dovrebbe essere un appuntamento confermato) le Ogr accoglieranno una grande mostra sulle trasformazioni della città, in occasione del congresso mondiale degli architetti. Quando sarà conclusa tutta l’operazione? «Ci auguriamo entro il 2010 – ha concluso ieri Viano – un anno in anticipo rispetto alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia».

Nasce il Museo dello Spazio con il nuovo planetario

Via Lastampa.it

Camminare tra le stelle, verso Alfa Centauri, e non solo con la fantasia. Oggi a Pino Torinese viene inaugurato il Parco Astronomico Infini.to, accanto alle strutture scientifiche e ai telescopi dell’Osservatorio. Con il suo Planetario di nuova generazione e il Museo dello Spazio aprirà le porte della carta del cielo anche a chi si trova in imbarazzo a individuare la stella polare.

Adagiato così com’è sulla collina torinese, con le sue linee curve firmate dagli architetti Giancarlo Gonnet e Loredana Dionigio, il Museo sembra un’astronave in bilico sul vuoto. E in effetti, a suo modo, è una nave per viaggiare nel cosmo, dalle galassie ai buchi neri, e ripercorrere l’avventura dell’uomo davanti all’origine dell’universo e allo spettacolo delle costellazioni. Domani, dalle 15 alle 19, toccherà al pubblico.

Il Parco Astronomico, che si snoda su tre livelli, è innanzitutto uno spazio interattivo di 1700 metri quadri che rivoluziona la divulgazione scientifica. Offre una ricca Mediateca e i giochi multimediali che permettono di simulare la camminata sulla luna, di pedalare nel Sistema solare; si può fare l’esperienza dell’imbuto gravitazionale e scoprire i vortici stellari. La «postazione intergalattica» farà rivedere il circuito di visita, e si potranno seguire lezioni di approfondimento nell’aula didattica. La Mediateca offre una raccolta di documenti scientifici straordinari che ripercorrono la storia delle scoperte dei pionieri dell’astronomia come Ipazia, direttrice della Biblioteca di Alessandria d’Egitto nel IV secolo d.C.

Ma il cuore pulsante è la gigantesca cupola del Planetario incastonata all’interno del Museo che, grazie al sistema di proiezione all’avanguardia Digistar 3, permette di viaggiare nell’universo standosene tranquillamente seduti in poltrona. Il Planetario, che accoglie 100 persone per volta, permette di vedere il cielo non solo da vari punti di osservazione sulla terra, ma anche da altri pianeti, da Giove o da Marte. Oppure di contemplare il cielo come lo osservavano gli antichi o di compiere un viaggio attraverso la nostra galassia.

L’effetto è quello del cinema tridimensionale: lo spettatore avrà l’impressione di trovarsi avvolto nello spazio, davanti alle costellazioni come un vero astronomo. «Si possono scoprire le meraviglie dell’universo, a partire dal Big Bang – spiega Attilio Ferrari, ex direttore dell’Osservatorio e ideatore di Infini.to – utilizzando simulazioni e immagini reali filmate». Sono le riprese realizzate dai potenti telescopi delle missioni spaziali.

Per Torino e il Piemonte il nuovo Parco Astronomico è motivo d’orgoglio. Costato 10 milioni di euro stanziati da Regione, Comune di Pino Torinese, Istituto Nazionale di Astrofisica, dall’Osservatorio e dall’Università di Torino, da Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, sarà gestito dall’Associazione «Apriticielo» nata nel 2006, che comprende l’Inaf, il Comune di Pino, l’Università e ora anche la Regione.

In un prima fase sperimentale di un mese il Parco Astronomico sarà aperto al pubblico sabato e domenica, ore 15-19. Mentre giovedì e venerdì, ore 10-16, la visita sarà riservata alle scuole. Le visite sono solo su prenotazione tramite il numero verde 800.329.329 (entro le ore 12 di venerdì per il sabato e la domenica).

Le scuole devono utilizzare il sito web: www.planetarioditorino.it, pagina «contatti», indicando le date e il numero di componenti del gruppo.
Nel mese di ottobre le visite sono gratuite, mentre da novembre il biglietto costerà 7 euro, ridotto 5 euro, e verrà esteso l’orario di visita. Il Parco Astronomico è raggiungibile dal parcheggio in via Osservatorio con un ascensore a cremagliera.

Regione Piemonte ed Ericsson contro il digital divide

Luca Castelli su Lastampa.it

Piemonte contro il digital divide, atto secondo. Dopo la firma del protocollo Telecom nel 2006 e il varo del programma Wi-Pie, la Regione ha raggiunto un accordo con Ericsson Telecomunicazioni per la realizzazione di progetti di allargamento dei servizi di connettività a banda larga.

L’obiettivo dell’ente pubblico è quello di coprire entro la fine del 2008 l’intero territorio regionale con una rete che non serva soltanto per connettersi a Internet, ma anche a sostenere il traffico della telefonia, della televisione digitale e di qualsiasi altro servizio disponibile oggi e in futuro, con un occhio di riguardo alla tecnologia mobile.

Il protocollo d’intesa firmato mercoledì mattina dall’assessore alle politiche per l’innovazione Andrea Bairati e dal vicepresidente di Ericsson Timothy Lucie-Smith avrà per ora uno sviluppo concreto nell’Alessandrino, dove sono già iniziati i lavori che nel giro di pochi mesi dovranno portare Internet ad alta velocità in tutti i 190 comuni della provincia.

“L’accordo segue alcuni criteri”, ha spiegato in conferenza stampa l’assessore Bairati, “a cominciare dall’economicità. La Regione metterà a disposizione le sue infrastrutture, ma non sarà investitore diretto. Non dovrà quindi rispondere ad alcun onere economico”.
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A Torino 1400 chimici da tutto il mondo

da Lastampa.it

Non solo provette. I chimici sanno anche essere dei grandi divulgatori come ha dimostrato ieri pomeriggio Roald Hoffmann, Nobel 1981, che con un intervento su scienza e etica ha inaugurato all’Auditorium del Lingotto il quarantunesimo congresso dell’Iupac, l’Unione internazionale di chimica pura e applicata, al quale partecipano, fino a venerdì prossimo, 5 mila persone. Ma Hoffman, che è anche poeta e drammaturgo, non s’è limitato all’intervento perché, sempre all’Auditorium, è stata rappresentata per la prima volta la sua ultima pièce «Should’ve» (Traduzione italiana «Se si può, si deve?» Di Renzo Editore, Roma). Un altro grande momento del 41° Iupac, al quale partecipano, oltre a Hoffmann, altri due premi Nobel come Robert Huber e Kurt Wüthrich, sarà domani alla Galleria d’Arte Moderna quando verrà ricordato il torinese Primo Levi con una serata dal titolo «Primo Levi Scrittore e Chimico». Primo Levi è universalmente conosciuto per i suoi libri e appartiene alla ristretta cerchia di scrittori annoverati tra i grandi del secolo scorso. La sua vita e la sua personalità sono state profondamente segnate dal suo essere un chimico, un ebreo ed un torinese.

Così allo Iupac, considerato anche che il 2007 coincide con il ventesimo anniversario della sua morte, è parso doveroso ricordare Primo Levi con un incontro pensato per sottolineare gli stretti legami tra il chimico e lo scrittore. In una lunga intervista allo scrittore Philip Roth, Levi disse: «Mi ritrovo più ricco di altri colleghi scrittori perché per me termini come “chiaro”, “scuro”, “pesante”, “leggero”, “azzurro”, hanno una gamma di significati più estesa e più concreta. Per me l’azzurro non è soltanto quello del cielo, ho cinque o sei azzurri a disposizione… Voglio dire che ho avuto per le mani dei materiali di uso non corrente, con proprietà fuori dall’ordinario che hanno servito ad ampliare in senso tecnico il mio linguaggio. Quindi dispongo di un inventario di materie prime, di “tessere” per scrivere, un po’ più vasto di quello che possiede chi non ha una formazione tecnica. In più ho sviluppato l’abitudine a scrivere compatto, a evitare il superfluo. La precisione e la concisione, che a quanto mi dicono sono il mio modo di scrivere, mi sono venute dal mio mestiere di chimico».

Primo Levi, il ricordo alla Gam
La serata della Gam dedicata a Primo Levi si svolgerà in inglese evedrà tre interventi: «Primo Levi Scrittore e Chimico», a cura di Davide Viterbo, docente al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Avanzate – Università del Piemonte Orientale di Alessandria; «Lavorare con Primo Levi» a cura di Renato Portesi, collaboratore di Primo Levi presso la Siva Vernici di Settimo Torinese e «Se questo è un uomo, se questa è una fabbrica» di Giovanni Bissaca, un film che racconta Primo Levi e il suo ambiente di lavoro.

TV@Traffic: il Wi-Pie diventa televisione

Vittorio Pasteris su Lastampa.it

In questi giorni di luglio fresco e ancora non afoso, Torino è attraversata da giovani e meno giovani, in tenuta estiva, che sfollano verso i luoghi cittadini dove sono stati delocalizzati i diversi appuntamenti del Traffic Festival, la grande kermesse musicale gratuita di metà luglio.

Una delle novità della versione 2007 del Traffic Festival è la net-tv realizzata con la collaborazione del programma WI-PIE della Regione Piemonte. La Wi-Pie TV@Traffic trasmette in streaming tutti i pomeriggi in diretta dal backstage del palco principale di Traffic presso il Parco della Pellerina.

Nelle lunghe dirette della net-tv, dalle 16 alle 24, il conduttore Mao intervista nel suo salotto i protagonisti e gli ospiti del festival, trasmette le registrazioni delle precedenti edizioni e degli speciali realizzati “sul campo” da uno staff di agguerrite collaboratrici

Wi-Pie Tv è un’azione della Regione Piemonte per promuovere la diffusione e l’utilizzo della banda larga con un primo esperimento di televisione pubblica on-line. È la prima volta, infatti, che la Regione realizza una sua web-tv con un proprio palinsesto. L’obiettivo del progetto è di presentare concretamente le potenzialità della rete a banda larga che entro il 2008 collegherà quasi tutto il territorio piemontese.

Per l’assessore alle Politiche per l’Innovazione, Andrea Bairati “si tratta di un passo importante nell’ottica di garantire a tutti pari opportunità nell’accesso alle nuove tecnologie. La presenza al Traffic Free Festival segna l’inizio di una nuova fase di lavoro: ora che la Rete è una realtà, occorre lavorare sui servizi da offrire e sullo sviluppo di contenuti, sfruttando al massimo le
potenzialità offerte dalla banda larga”.

Le trasmissioni di Wi-Pie TV@Traffic sono in onda a partire da www.wi-pie.org ,
www.trafficfestival.com e da www.lastampa.it