Nata nel mese di ottobre, attualmente vive e lavora a Milano. Un Master in Giornalismo Enogastronomico presso l'Accademia Telematica Europea. Dopo alcune esperienze lavorative nel settore commerciale della comunicazione intraprende l'attività di consulente per aziende del food ed editorialista per alcune testate a diffusione nazionale. Giornalista, Scrittrice, trendsetter, dopo alcuni anni passati a farsi le ossa in giro per l'Italia è ora libera professionista nel campo più ampio della comunicazione di eventi legati alla cultura/lifestyle/travel, ed enogastronomia di nicchia. Appassionata d'arte, musica e letteratura, la scrittura per lei è sempre stata la sua forma di espressione più viscerale, l'intezione era quella di diventare scrittrice, per poter raccontare luoghi, persone, e pezzi di vita così diversi tra loro. Scrivere è stato un modo di riconoscersi, di mettere insieme piccoli frammenti di verità, ricordi, emozioni, destinati a prendere vita in una forma letteraria.
Sceglie di firmare i suoi libri sotto pseudonimo Isabel Sheldon, sensibile e curiosa, "abbiate anche una piccola fede, e non c'è nulla che non potrete fare", è il suo mantra.
Al via l’Inaugurazione di Starbucks a Milano: piazza Cordusio, grande affluenza e fermento per la storica catena di caffetteria più internazionale al mondo, l’ispirazione è partita proprio dal bel paese, lo storico amministratore delegato di Howard Schultz, in viaggio proprio a Milano nel 1983, prese spunto di portare in America la realtà della caffetteria italiana e i suoi segreti, usando le migliori qualità di caffè nel mondo.
Starbucks all’attivo ha quasi 13mila store in quasi tutto il mondo, Il nuovo Starbucks milanese è piazzato nel palazzo delle ex Poste aggiudicandosi il primato dello store più grande d’Europa.
Al pubblico aprirà venerdi 7 settembre, hanno puntato a una torrefazione di prima classe, infatti la linea Reserve roastery, è presente solo in altri due luoghi al mondo, Seattle e Shanghai.
Caffè espresso è altri possibili varianti, si possono gustare biscotti, torte, donuts, tramezzini salati, succhi di frutta, bevande al cioccolato e il notissimo frappuccino, (latte, caffè, latte condensato, zucchero di canna, ghiaccio, gocce di cioccolato, Panna montata spray). Il Frappuccino al cioccolato di Starbucks è dolce, dolcissimo, avanti golosi.
Per omaggiare la cultura italiana, sono state pensate cinque nuove tipologie di caffè che si aggiungono alla miscela tradizionale e al classico espresso.
La cucina hawaiana è un mix di culture diverse, nata appunto dalle tante emigrazioni di razze; cinesi, filippini, giapponesi, coreani, polinesiani, piatti unici di carni miste, pesce, cucina fusion, sushi, riso e uova fritte, questa è la saporita e godereccia cucina hawaiana.
Curiosi di scoprire sapori nuovi e meticci? Oggi facciamo capolinea da Poku Place, la buona cucina dell’isola Hawaiana in una formula tutta singolare, che vi permette di assaporare piatti sempre diversi.
Il concept
Poku Place è piccolo locale nel fermento di corso Sempione, prepara bowls pokè di riso bianco o integrale, una base che vi da l’occasione di sbizzarrirvi negli assaggi dellal bowl, con del pesce crudo, o carne (salmone, tonno, polipo, branzino, gamberi, astice, pollo, manzo ecc..), i condimenti variano, un mosaico di proposte che accenderà i vostri gusti.
Le marinature sono sfiziose gli conferiscono un tocco caraibico, e le salse completano la tradizione, le troviamo, (salsa teriyaki, sesamo e peperoncino, alla barbabietola e zenzero, salsa yuzu, salsa kimiche preparata con cavolo cinese, sale, rafano, grano, peperoncino rosso, e ancora al sesamo e altre varianti, tutte ricche di gusto). A completare troviamo la frutta, l’insalata, le verdure, le spezie, pomodorini, naruto, rapanelli, cetrioli, sesamo, edamame, carote, cipolle rosse, zenzero, cavolo, mandorle, avocado, alghe, tobiko, ananas, fico e mango, fiori di loto, shiso, gazpacho, sesamo e nori. tante sfumature di sapori.
Combinazioni stimolanti che danno un piatto equilibrato e salutare, che non guasta mai al fine di un alimentazione sana, inoltre permette ai vegetariani di avere una vasta scelta di combinazioni.
Una pausa pranzo Milanese molto alternativa, dove recarsi anche per bere un aperitivo, in maniera diversa, buoni davvero i frozen sembrano frullati, e noi gli diamo importanza. ( kocktail euro 7).
Il pesce è leggermente marinato in modo da rendere il sapore più intenso, ottima scelta perché in questo modo il risultato finale delle combinazioni rende il piatto più interessante al palato.
Il servizio è veloce, il personale è formato da ragazzi gentili e sorridenti, le materie prime sono tutte di alta qualità. Il locale è piccolo ma all’esterno a favore della bella stagione hanno allestito abbastanza posti a sedere.
Mano al portafogli
Potrete gustare la vostra bowl a partire da 9 euro, medium o large, troviamo la “Waikiki beach poke”, la più costosa è “Ala Moana Poke” con abbondanti pezzi di astice euro 20,00. Spenderete col bere, birra o cocktail 20/30 a persona.
Note positive:
La consegna a domicilio risolve il problema delle attese sul posto.
Non esiste modo migliore se non il cibo e i suoi antichi sapori per trasmettere la cultura, sono i sapori della tradizione che raccontano la storia di una città e dei suoi abitanti, i ristoranti tipici, e le nostre trattorie fanno proprio questo: figure, costumi, luoghi e usanze antiche.
L’Ulmet oggi a nuovo nome l’Olmetto è stata una trattoria milanese delle più note alla cronaca, piatti della tradizione della cucina Milanese, che rendono unica l’esperienza a tavola, (due volte vincitori come “Miglior risotto alla milanese”), si è di certo distinto come uno degli indirizzi ben frequentati della Milano bene, dal 1985 fino alla fine del 2014, la filosofia di questa trattoria raffinata ha mantenuto alta la tradizione classica, ma come spesso accade tutto si rinnova, così dal 2015 cambia faccia presentando al pubblico una cucina contemporanea per chi abbia voglia di variare dalla classica Milanese, doppia filosofia, doppio risultato; 100 punti.
Stefano, Lorenzo, Martino, Paolo e Alessandro quattro amici con la grande passione per la buona tavola decidono di intraprendere insieme questa avventura.
La Cotoletta e il risotto alla milanese con l’ossobuco risultano essere pilastri della cucina dell’ Olmetto, è qui la tradizione padroneggia, ma vediamo di più. Dal 2017 lo chef Fabio Poggi cura le proposte, addizionando la creatività a una filosofia culinaria già consolidata, così potrete gustare:
Tacos all’italiana con verdure estive, formaggio morbido e salsa leggermente piccante, Filetto di Triglia con vellutata di zucchina trombetta e crumble alle olive, Spaghetti di Gragnano ai ricci di mare e lime, Gazpacho di verdura con semi di zucca e capesante marinate, Coniglio in porchetta con peperoni di carmagnola e terrina di patate, Astice con pesche e spinaci saltati all’olio;
Buono a sapersi
A pranzo, la carta viene affiancata da un “business lunch” che cambia settimanalmente.
Oasi segrete
Parliamo di una antica cantina del Quattrocento, culla di una buona selezione di etichette italiane e francesi.
Per chi abbia voglia di un drink prima o dopo ai pasti, nasce il cocktail bar, qui sarete coccolati da una giovane barman professionale e sorridente.
Mani al portafoglio
Prezzo medio a persona si aggira intorno ai 45 €, escluse bevande.
All’Olmetto ogni portata è invitante, tradizione milanese e accenti mediterranei vari, con quel tocco calibrato che ci piace molto.
Olmetto
via Disciplini, 20 – Milano
+39 0291663899
da lunedì a sabato 12.00 – 15.00 / 19.00 – 24.00 – Domenica chiuso www.ristoranteolmetto.it
Vi piacciono i confort e l’eleganza, e cercate sempre la giusta dose di gusto in locali chic, accoglienti, e dallo stile raffinato. A Pavia nel centro storico diventa quasi un rito fermarsi da Lino Restaurent, dove l’eleganza degli arredi in stile newyorkese si abbracciano con le prelibatezze della cucina.
Pavia è una città frizzante, da i tanti volti, l’arte e la cultura l’hanno sempre caratterizzata, ricca di monumenti che raccontano le varie fasi della sua storia, è nota per il suo Ponte Coperto sul Ticino, il Castello Visconteo e le chiese Maestose.
Lino Restaurant si fa notare per il suo stile, anche perché è situato in una bella piazza nel centro storico, la posizione e la vista sono un valore aggiunto a tutto il resto.
Si tratta di un’ambiente ricercato, con un atmosfera intima “I love New York”, reso ancora più cozy dal grigio tenue delle pareti e dai piccoli oggetti in stile newyorkese, certamente ha conquistato il cuore di ogni appassionato di design, e affascinato ogni cliente.
L’angolo bar personalizza la sala d’ingresso, straordinari e innovativi cocktail speziati vi accoglieranno in un inizio serata di preziosi accostamenti. A curare la mixology dei drink di selezione italiana e internazionale troviamo di Luigi Garrone.
La sosta golosa ha la consulenza stellata di Andrea Ribaldone di Osteria Arborina, ai fornelli c’è il resident chef Marco Mannori, giovane promessa animato da un entusiasmo trascinante.
La cucina è incentrata da alcuni signature dish, legati alla tradizione gastronomica piemontese, tecnica ed eleganza sono il fil rouge di ogni portata, ricerca, sperimentazione per un gusto tradizionale ma nuovo, capace di mescolarsi con la cucina Pavese-Lombarda, ingredienti tipici del luogo che insieme formano un’accattivante menù.
Il risultato è una gastronomia dal sapore genuino che vi stupirà. Provate la Tagliatella di calamaro, funghi porcini e mandorle, il crudo di Ricciola e gamberi rossi in salsa ceviche all’italiana, gli Spaghetti di pasta fresca, acqua di pomodoro e gamberi bianchi, i Tortelli al ragù di coniglio e crema di scamorza affumicata, piatti equilibrati, pensati e ben studiati.
I secondi piatti
La Cotoletta di Vitello alla moda di Lino è un tocco di raffinatezza, con un grande occhio di riguardo alla presentazione, l’estro dei piatti si ritrova in ogni pietanza, godereccio il Merluzzo di nostra salatura, salsa di olive nere e pure di patate, il gusto è davvero ampio. Sul fronte dei dolci continui stimoli visivi, assaggiate le composizioni dolciari per concedervi ancora l’ultimo sfizio, Babà al Rhum, crema di latte e frutti di bosco, oppure cocco mango cioccolato bianco. Dopo un pranzo come questo è una certezza.
Quando la tradizione incontra la tecnica
Nei primi piatti trova la sua eccellenza il Risotto carnaroli, asparagi, crema di robiola e limone piatto che incontra le materie prime del luogo un omaggio al riso simbolo emblematico del territorio.
I signature dish dello chef Ribaldone al ristorante Lino
Lo chef Ribaldone è famoso per la capacità di rendere un primo piatto la carta vincente a tavola, vediamoli qui: Ravioli ripieni di gallina ed erbe selvatiche ai due servizi: sono ravioli ripieni di gallina con carne bianca, tarassaco ed erbe del papavero, che vogliono essere un omaggio ai suoi celebri Agnolotti in due servizi – agnolotti alle tre carni, serviti in due servizi, prima caldi con sugo d’arrosto e riduzione di vino rosso, poi sparsi sul ghiaccio come la soba in Giappone.
Ad aggiungere quello sprint in più è di certo l’accoglienza di sala, curata dalla professionalità del Maître Angelo di Stefano, ex colonna portante al Duomo di Ragusa con Ciccio Sultano. La lista è stata realizzata focalizzandosi nella scelta di realtà di piccoli produttori italiani, con un ottima qualità prezzo.
Mano al portafoglio
Spenderete a persona una media di 50 € escluse bevande.
Certo che Lino Restaurant è un posto da appuntare nei propri pensieri, non solo un luogo di svago, ma una vera esperienza a tavola, che ogni buongustaio ama rendere unica, anzi trés bon!
In certe giornate di caldo afoso, non conviene andare al mare, meglio andare al fresco in collina, o nel silenzio della campagna dove si ci può rilassare tra le coccole di un relais immerso nel verde, per esempio a Relais Rocca Civalieri nel Monferato, lo stile ha un sapore moderno, adagiato sulle spoglie di un antico casale.
Nasce da una accurata ristrutturazione, lo noterete a colpo d’occhio, Rocca Civalieri è un indirizzo spumeggiante e perfetto per un’intera condivisione di relax, allegria e buona tavola, infatti all’attivo ha due ristoranti di diverse caratteristiche, il ristorante gourmet già noto per la sua linea, è l’ultimo arrivato, il nuovo Bistrot dove potrete assaggiare piatti più ruspanti con un impronta innovativa, e veloce.
Il menu è ideato e seguito dallo chef Fabio Bianchi, la sua idea di cucina è legata al territorio, con l’obbiettivo di comunicare e propagandare la tradizione gastronomica piemontese, raccontata in maniera semplice ma al contempo contemporanea. Una formula che ci permettere di scegliere il mood a tavola su misura, che sia un pranzo veloce, una pausa gourmet, o una cena romantica, senza tralasciare la possibilità di un business lunch durante la settimana.
Ecco qualche tendenza nelle new entry
I tegamini un tipico piatto torinese, avvero la pizza cotta nel tegamino: alta, soffice, con un diametro che non supera mai i venti, venticinque centimetri, proposta in diversi tipi di varianti dalla classica margherita alla gustosa acciughe dissalate e capperi, prosciutto e mozzarella di bufala e il tegamino “del casaro” con formaggi piemontesi DOP;
Proposte ispirate allo street food;
Insalate realizzate con l’altissima qualità degli ingredienti stagionali provenienti dal territorio, e tanti altri abbinamenti.
L’idea in più della Rocca
Il giovedì diventa cosmopolita, un aperitivo che si veste di fashion creando un vero e proprio happy hour di tendenza, l’atmosfera è frizzante, la musica del deejay Angelo Cattaneo ha il sapore d’estate, gli spazi sono cool con vista in un panorama suggestivo, gli ottimi cocktail sono realizzati dal bartender Nicola Mancinone, gli assaggi al buffet? gustose specialità locali preparate dallo chef Fabio Bianchi.
(La novità estiva dei “giovedì della Rocca”, sono proposti uno al mese, il prossimo giovedì trendy e del 2 agosto). Il costo dell’ingresso con la prima consumazione è di € 15 per persona, mentre le successive hanno un costo di € 8. Le serate esclusive sono a numero chiuso, per questo è consigliata la prenotazione.
Pausa in piscina
Avete del tempo libero, e non volete rinunciare ad una giornata di sole, bagni e relax, oltre ai trattamenti benessere e la SPA, una piscina esterna completa l’eleganza di questa location, e ancor di più in questo periodo abbiamo bisogno di lasciarci trasportare dai sensi e dal benessere fisico.
(La quota di ingresso e di € 15 dal lunedì al venerdì e € 25 il sabato e la domenica). Con prenotazione obbligatoria.
Rocca Civalieri ci permette di trascorrere una giornata a ritmo lento, lontani dalla frenesia della città, immersi nella natura, nel verde, nell’armonia, in sintonia col glamour, la buona tavola, e l’energia rigenerante.
Il suo fascino, le sue bellezze, le acque pastose che profumano d’antico, il Lago di Como è un rifugio dove gli occhi brillano intorno a spazi romantici fuori dal tempo.
Montagne, lago, tramonti e viste panoramiche.
L’estate quando arriva, arriva, e con l’estate arrivano sempre le cene all’aperto, in riva al mare, o in mancanza in riva al lago, che sia un appuntamento, un anniversario, o una sorpresa del momento, l’effetto di un luogo suggestivo rende ogni attimo intenso e speciale, e se anche voi siete fra quelli che confermano la regola, sulle acque del lago di Como a Moltrasio sorge il ristorante Imperialino, si aprono le porte di un antica dimora costruita agli inizi del ‘900 in stile liberty, nata col nome di Hotel Regina, e portato a nuova vita nel 1995, attraverso un progetto dell’architetto Terragni, dopo la grande ristrutturazione fu ribattezzato Grand Hotel Imperiale, oggi resort di lusso della Moltrasio più elegante.
Varchiamo la soglia dell’Imperialino, immaginate un luogo dove vi verrà voglia di stare in completo relax ore e ore, e vivere una straordinaria esperienza gourmet, gli arredi sono eleganti in stile imperiale, il bianco ne caratterizza la sala interna, si tratta di un ambiente raffinato, tutto è sofisticato e armonioso. Attraverso una straordinaria apertura vetri che lascia aperta la visuale sul lago, proseguiamo ad accomodarci nel giardino elegantemente presentato, abbiamo la fortuna di sostare nella tribuna d’onore, “la cupola di cupido”, un tavolo all’interno di un pergolato in pietra molto romantico.
Per le emozioni del palato lo che Adobati e la sua brigata crea menu creativi che mescolano la tradizione lariana alla cucina della tradizione Piemontese, ecco allora la sequenza dei piatti del menu experience con vini abbinati.
A coccolarci dei riti del servizio troviamo Calogero Alessi Maitre ed esperto sommelier, una bella testimonianza gli abbinamenti dei vini (Villa Broglia Gavi 2016 DOCG, Sciavè Riofvara Nero d’Avola con piccole percentuali di vitigni locali della Val di Noto, e un Riesling cantine Pietro Rossi) Scelte mirate ad esaltare ogni pietanza, aiutando a capire meglio il sapore dei piatti.
Per apprezzare l’arte bisogna ammirarla, per apprezzare la cucina bisogna mangiar bene, ricercando la cultura che c’è dietro un piatto, l’ Imperialino è un vero tesoro, una tavola dove tutti i sensi ne godranno.
Sebastiano Adobati è l’executive chef del Grand Hotel Imperiale e del ristorante Imperialino, classe 1980 originario di un piccolo paesino ai piedi del Monte Rosa in Val D’Ossola, ha coltivato fin da piccolo l’amore e il rispetto per un lavoro che regala emozioni, dopo la scuola alberghiera di Stresa, la sua formazione lo vede a fianco dello Chef Philippe Livolsi, poi con lo Chef Osvaldo Presazzi dove ha potuto maggiormente identificarsi nel mondo della cucina d’alto livello.
La sua crescita passa attraverso diversi ristoranti, nel 2009 arriva la sua prima conduzione in cucina al ristorante Villa Geno, a Como.
La sua carriera prosegue come Chef al ristorante Imbarcadero e dal 2012 inizia a lavorare al ristorante Imperialino.
Nel 2017 conosce lo Chef Davide Oldani e inizia un lungo stage al Ristorante D’O a Cornaredo. Alla fine dello stesso anno, si trasferisce, per un breve periodo in Sicilia per apprendere nuove ricette e sapori alla Locanda Don Serafino (due stelle Michelin).
Lo staff
Sebastiano Adobati Executive Chef
Mattia Grasso Chef De Cuisine
Ferdinando Romano Chef De Cuisine
Calogero Alessi Maître e Sommelier
Jissen Veneegopaul Restaurant Manager
Direttore del Grand Hotel Imperiale Spa&Resort (Umberto Butti)
Rosalba Gagliardi Marketing Communications
Via Regina 26, Moltrasio, Lake Como, 22010, Italy Phone: +39 031 346600
Fax: +39 031 346120
Siamo alla IV edizione di Sicilia in bolle, svoltasi domenica 1 e lunedì 2 luglio nella seducente Scala dei Turchi, luogo intenso e vigoroso della Sicilia, si è degustato il 700 2013, cantine Cusumano
Parliamo di vini d’autore, e la Sicilia testimonia una vocazione per la viti-cultura che risale già all’antica Grecia, la terra collinosa, la leggera brezza marina, il sole caldo, la rendono l’isola del vino.
Il Marsala ed il Moscato è l’uva simbolo, che rappresenta ancora una delle ricchezze di maggior importanza per l’alta qualità e quantità, che rendono la Sicilia famosa in tutto il mondo.
la Sicilia è la regione italiana a detenere il primato del patrimonio vitivinicolo di tutta l’Italia, seguita dalla Puglia, e dal Veneto. I terreni coltivati per produrre il miglior vino siciliano si raccoglie per il 65% in collina, il 30% in pianura e per il restante 5% in montagna. Le province di coltivazione più note portano il nome di Trapani, la più energica, accompagnata da Agrigento e Palermo.
Accanto alle autoctone, non mancano le uve internazionali come le uve Chardonnay, Pinot Nero, Cabernet Sauvignon, Merlot, Muller Thurgau, Syrah .
Tra le più più importanti cantine di tutta la Sicilia spicca Cusumano con oltre cinquecento ettari coltivati e distribuiti in diverse aree geografiche, da Ficuzza nel palermitano fino a San Giacomo non lontano da Caltanissetta, da Monte Pietroso ad Alta Mora lungo le pendici dell’Etna, da Monreale a Pachino, un percorso in grado di offrire caratteristiche uniche.
Ficuzza è la prima tenuta di Cusumano, a Piana degli Albanesi, su colline che superano i 700 metri sul livello del mare. Questo fa sì che ci sia una buona escursione termica: di giorno fa caldo per via dell’esposizione al sole dei vigneti, la sera la temperatura cala, complice il vento di collina.
Sicilia in Bolle, uno spumante metodo classico della Tenuta Ficuzza, un vino che non ti aspetti, a 700 metri sul livello del mare, c’è aria di montagna anche se siamo tra Palermo e Trapani. L’altitudine e il terreno offrono il giusto stimolo al Pinot Nero affinché si sviluppi in tutta la sua eleganza. Viene tagliato con pochissimo Chardonnay della stessa tenuta, il resto è frutto della vinificazione e fermentazione a temperatura controllata del solo mosto fiore per preservare l’acidità preziosa per la sua longevità. Dopo cinque mesi, ha inizio la rifermentazione in bottiglia, seguita da 36 mesi di riposo sui lieviti.
A Ficuzza crescono Insolia e Chardonnay. Da questi vitigni nascono i vini Jalé, da uve Chardonnay in purezza, e il Cubìa, 100% Insolia. Da un blend di Chardonnay e Insolia che vengono da queste parcelle nasce anche l’Angimbé, che prende il nome dal bosco vicino. Qui sono stati impiantati anche Syrah, Nero d’Avola e soprattutto Pinot Nero, un vitigno noto per essere difficile, ma anche elegante. Oltre che per il 700 s.l.m., è utilizzato per produrre un rosato, il Ramusa che prende il nome dal monte roccioso che domina la parte occidentale del bosco della Ficuzza.
Cusumano partecipa a Collisioni con la “compilation 2018”: Catarratto 2017, Shamaris 2017, Jalè 2016, Nero d’Avola 2016, Sagana 2014, Noà 2015, Moscato dello Zucco 2011, Etna Bianco 2017, Etna Rosso 2016, Etna Rosato 2016, Feudo di Mezzo 2014, Guardiola 2014. Queste le etichette che “suoneranno”, domenica 1 luglio, nella masterclass per soli esperti guidata dall’enologo Mario Ronco che, alle ore 18.00, salirà sul Palco Wine&Food, nel Cortile del Castello di Barolo, per presentare l’Etna Bianco 2017 durante l’incontro “BREAD RELIGION”.
La Solidarietà che convince
Il 9 luglio si svolgerà la cena di gala per beneficienza, Shamaris e Benuara in abbinamento ai piatti stellati che accompagneranno le creazioni dei 10 cuochi stellati provenienti da tutta Italia in occasione della cena di gala di beneficienza che conclude TEN – Terrasini Event Night, la manifestazione voluta da Giuseppe Costa del ristorante “Il Bavaglino” e sostenuta dal Comune di Terrasini. Una grande festa per presentare i prodotti di chi “ci mette la faccia e anche le mani” per uno scopo nobile: sostenere l’Associazione Piera Cutino, la Onlus che da 20 anni si occupa di talassemia ed è impegnata nella costruzione del Campus di Ematologia “Cutino” all’interno dell’Ospedale “Cervello” di Palermo.
Il piatto più famoso di tutti i tempi, la pizza. Basta un assaggio a mettere tutti d’accordo, non c’è pietanza al mondo che possa spodestare una deliziosa pizza, specialmente se gli ingredienti sono di alta qualità e made in Italy, non dimenticando di sottolineare che la regina rimane sempre lei: la “pizza napoletana”, riconosciuta Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dall’Unesco.
Protagonista nelle tavole di tutto il mondo, l’effetto pizza ha avuto il suo bel cambiamento, a partire dai suoi primi anni di vita, all’incirca qualche millennio AC, sperimentata dall’antico popolo degli Etruschi. Dalle origini ai tempi d’oggi la nostra protagonista si racconta soddisfando le nostre curiosità.
Tante le versioni, Napoletana, Romana, Siciliana, insieme al resto del mondo, sottile, croccante, al taglio, fritte, quelle dall’impasto alto e soffice, la pizza si degusta in ogni versione la si ama.
Poi c’è spazio per l’innovazione, oggi citiamo la pizza gourmet, e tra gli esempi migliori della pizza contemporanea, nel capoluogo Meneghino c’è La Taverna Gourmet” una tipologia che nasce dall’evoluzione della pizza napoletana, creazione dell’alta cucina pensata per degustare, si perché gli ingredienti pregiati la rendono un mosaico che si compone equilibrando l’impasto alla scelta delle materie prime, divisa in spicchi, guarnita alla perfezione, squisitamente creativa, lascia spazio ad una visione della pizza che va assolutamente raccontata.
Le pizze della Taverna Gourmet sono frutto del lavoro artigianale dell’impasto di Vincezo Masi, conoscenza, sperimentazione e formule esatte lo rendono un chimico della pizza, perché il motto è, (niente si improvvisa), farine, maturazione e lievitazione.
E se il lievito madre fa la differenza, l’uso del lievito madre a coltura liquida, cambia le dinamiche di lievitazione e lavorazione di diverse farine e cereali. Masi dalle sue ricerche ha saputo creare otto impasti, che si sposano con tutte le creazioni dello Chef Leonardo Giannico.
Impasti Speciali
L’impasto classico, quello di Altamura, un vera sfida per Vincenzo, il biologico realizzato con la farina di tipo 1, l’ integrale alla liquirizia un omaggio agli aromi della Calabria,o ancora l’integrale pieno di semi di quinoa rossa, quello al malto fermentato spontaneamente con una birra agrumata artigianale incorporata con la farina di farro, scorze di arancia di Sicilia biologica e miele in fiori.
Pizza, Fitness e Cultura Fisica
Arriva l’impasto proteico la pizza ideale per gli amanti dello sport, Masi ha elaborato il proteico a base di farina di farro integrale, segale e avena con semi di canapa decorticati, una ricetta a basso indice glicemico, strutturata con ingredienti molto proteici è davvero una ricarica eccezionale per i nostri muscoli.
Una delle sfida più ardue ci racconta Masi è stata la lievitazione dell’impasto al grano saraceno, una farina senza glutine e quindi particolarmente difficile per un lievitato importante.
E poi ci sono loro le pizze assemblate con singolari ingredienti di qualità servite in maniera elegante in una piccola alzata pronte da condividere;
La Taverna Gourmet nasce da un’idea di Davide Iannaco, patron con la passione per la pizza da sempre. Si è fatto le ossa nelle pizzerie di famiglia, fin da quando a soli 18 anni ha aperto con il padre Antonio la storica Taverna di Via Anzani e, nel 2011, l’Altra Taverna di Via Cadore, entrambe a Milano.
Mani al portafogli
Dimenticata la solita pizza, riformulate anche il costo, in media spenderete per una margherita 14 euro fino a 35 euro per quella al Gambero di Mazara, ovviamente fuori le bevande.
Se il detto mangiare la pizza ci rende felici, allora aggiungo che una pizza gourmet raddoppia il risultato.
Indirizzo: Via Andrea Maffei, 12, 20135 Milano MI
Orari: Chiuso ⋅ Apre mar alle ore 19
Telefono: 02 546 8297
Prenotazioni: thefork.it
Quando si ha la fortuna di poter vivere la bellezza di un luogo davvero unico allora non si può che essere fortunati. La Puglia è un paesaggio variegato di antiche civiltà, che spazia dal mare blu profondo alle campagne e colline dei suoi borghi più identitari.
Barletta-Andria-Trani è la provincia più adolescente della Puglia situata tra il Golfo di Manfredonia e la Terra di Bari. Barletta e Trani si adagiano sulle acque pulite dell’Adriatico, invece Andria riposa internamente a ridosso dell’Alta Murgia, incanto della vita agro-pastorale della Puglia dei tempi passati.
La vita è meglio in compagnia, e se siete a tavola questo detto vale doppio, a Trani in una stretta e caratteristica viuzza riparata dal centro c’è un posto dove si dovrebbe accomodare almeno una volta nella vita; Quintessenza.
Quattro fratelli e la storia di una tradizione che sprofonda le sue radici sull’importanza della famiglia, tutto ruota intorno al sacrificio dedizione, e rispetto.
“Quattro fratelli”, ed un ristorante dove i piatti hanno un’anima, quella di: Stefano e Alessandro Di Gennaro alla guida della cucina, Domenico e Saverio alla responsabilità della sala e del servizio cantina.
Varcando la soglia del loro ristorante troverete ambiente candidamente semplice, un luogo caldo ed accogliente, salvo eccezione che rende la tavola un luogo completamente dedicato ai piaceri gourmet, i piatti richiamano lo stile contadino pugliese dove Stefano integra con sapienza le visioni culinarie contemporanee.
Tanta materia prima, patrimonio gastronomico della Puglia, dove terra e mare si fondono nelle sue ricette, in un susseguirsi di stagioni nel piatto. Una cucina che si esprime attraverso cotture brevi allacciate alle loro straordinarie materie prime.
Tutto è nel segno del gusto:
Mano al portafogli
Alla certezza del piacere a tavola si aggiunge il rapporto qualità prezzo, che per uno stellato che realizza queste pietanze solitamente i prezzi sono più sostenuti, ma veniamo ai conti fatti, troverete 2 (degustazioni a 55 e 68 euro), abbinamento vini al calice quattro etichette, 24/ 5 etichette 30 euro. Alla carta spenderete mediamente 40/65 € escluse bevande.
Bella, tradizionale, generosa, il gusto primeggia su tutto, Quintessenza un luogo per concedervi piccole,grandi perle di golosità
Quintessenza
Via Nigrò, 37, 76125 Trani, Italia +39 0883 880948
L’Italia al comando, La Cucina Del Bel Paese Rivendica Il Primato; The World’s 50 Best Restaurants 2018, porta il nome di Massimo Bottura, è l’Osteria Francescana la più brava della classe.
20 giugno 2018 Massimo Bottura, si è nuovamente aggiudicato il pregiatissimo titolo della classifica più importante del panorama gourmet, dove il talento è d’obbligo. Bottura è salito sul palco del palazzo dei congressi Euskalduna Jauregia di Bilbao, insieme a sua moglie Lara Gilmore, l’altra metà della mela che rende unica l’Osteria Francescana
Bottura ha pronunciato un discorso mirato sulle grandi possibilità di volgere ai cambiamenti, ( ricerca, scambi di esperienze, fiducia nel settore), affermando che “gli chef nel 2018 hanno a disposizione una gran voce per dimostrare il cambiamento. Siamo tutti parte della stessa rivoluzione – ha aggiunto Bottura – e tutti insieme possiamo essere parte del cambiamento“.
Sono 1.040 i restaurant experts che in 26 macroregioni nel mondo hanno potuto esprimere 10 preferenze a testa ridefinendo così la classifica 2018.
La massima posizione ci rende tutti orgogliosi, ma non è tutto, l’Italia quest’anno è presente con 3 ristoranti fra i primi 50 : Piazza Duomo ad Alba al n°16 (scende di una posizione rispetto al 2017); Le Calandre a Rubano al n°23 (era 29° nel 2017) e il Reale a Castel Di Sangro al n°36 era alla posizione n°43 nel 2017).
Il premio Chef’s Choice Award 2018, assegnato al cuoco più votato dagli altri chef, è stato conferito a Dan Barber, mentre il pasticcere francese Cédric Grolet del ristorante Le Meurice di Parigi ha ricevuto il premio di World’s Best Pastry Chef.
Il premio Best Female Chef Award è andato all’inglese Clare Smyth, mentre il Lifetime Achievement Award è stato assegnato a Gastón Acurio. SingleThread, in California, è il ristorante One to Watch di quest’anno.
Tanti auguri Massimo Bottura, tutta la gastronomia mondiale ti rende onore, e noi Italiani abbiamo vinto il nostro mondiale in cucina.
THE WORLD’S 50 BEST RESTAURANTS 2018 – LA LISTA COMPLETA