Microsoft BizPark in Italia

Un programma di Microsoft per le startup

Sbarca anche in Italia Microsoft BizSpark un programma globale per accelerare il percorso degli startup. Microsoft BizSpark offre un accesso semplice ai più recenti strumenti di sviluppo Microsoft in versione completa, oltre che a licenze per l’utilizzo in ambienti di produzione dei prodotti server, senza costi iniziali e con requisiti minimi.
BizSpark fornisce supporto tecnico e visibilità sul mercato. Un Aacesso semplice e rapido alle versioni complete degli strumenti di sviluppo Microsoft, alle piattaforme e alle licenze per l’utilizzo dei prodotti server in ambienti di produzione, immediatamente utilizzabili per sviluppare e introdurre sul mercato soluzioni innovative e interoperabili.
Collegamento con i Network Partner di tutto il mondo (incubator, investitori, consulenti, enti governativi e fornitori di servizi di hosting), che sono coinvolti nell’innovazione nell’imprenditorialità nel campo del software, oltre che disponibili a fornire un’ampia gamma di risorse di supporto. Esposizione nei confronti di potenziali investitori, clienti e partner di tutto il mondo.

Se a livello mondiale sono già coinvolte 300 realtà di supporto , in Italia il progetto vede la partecipazione di incubatori universitari , come l’Acceleratore di Impresa del Politecnico di Milano, di investitori come l’Italian Business Angel Network ( Iban), di Pni Cube ( associazione che riunisce università e incubatori universitari).

A livello ufficiale il programma BizSpark intende coinvolgere startup private che sviluppano prodotti e servizi software e sono in attività da meno di tre anni con un fatturato inferiore al milione di dollari. Non ci sono quote di ingresso al momento dell’adesione , ma solo una fee di uscita di 100 dollari. Il punto di ingresso nella comunità è la Startup Zone di Microsoft.

Negli ultimi 11 mesi hanno aderito a BizSpark oltre 400 Start-ups. Oltre 50 Network Partner (Incubatori, Parchi scientifici, Venture Capitalist, Business Angels) sono entrati nel programma e insieme ogni giorno supportiamo tali aziende.Sono stati organizzati tour di 17 eventi all’interno degli Incubatori, per il periodo Novembre-Dicembre, per far conoscere le nuove opportunità legate alla piattaforma di sviluppo per il Web e per Windows 7.

Giugiaro si allea con Microsoft

Luca Castelli su Lastampa.it

Inseguire l’innovazione, sempre e comunque. A maggior ragione nei momenti di crisi. E’ questo l’obiettivo dichiarato della partnership tra Italdesign Giugiaro e Microsoft Italia, firmata lo scorso giugno e presentata martedì mattina a Moncalieri alla presenza dei massimi dirigenti delle due aziende. Lo storico marchio di design per l’automobile si sposa ufficialmente con il ramo italiano del colosso di Redmond, per una collaborazione localizzata soprattutto nella gestione informatica dell’azienda, nell’upgrade dell’infrastruttura di comunicazione, nella ricerca delle informazioni e nello sviluppo di nuove soluzioni legate al Web.

“I computer non aiutano a essere più creativi”, spiega il fondatore di Italdesign Giorgetto Giugiaro. “Nel mio ufficio io non ne ho neanche uno, faccio ancora tutto con la matita. Però i sistemi informatici sono fondamentali nella seconda fase della creazione: quando l’idea è già stata fissata e deve essere sviluppata. Permettono di velocizzare i processi, una dote che oggi è sempre più importante”.

In un mondo che si presenta frammentato, complesso e competitivo – e in cui il settore dell’auto è chiamato a rispondere ormai praticamente in tempo reale alle sollecitazioni del mercato – la rapidità è diventata una condizione sine qua non dell’innovazione. “E non bisogna pensare che sia qualcosa di negativo”, dice Giugiaro. “Pensiamo agli aerei: devono andare veloci, se no cadono giù. Per fortuna l’uomo riesce ad adattare la propria capacità di pensiero e ha imparato a fare in pochi giorni ciò che prima gli richiedeva molte settimane. Anche grazie ai computer”.

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Domande a Microsoft sull'innovazione

Via Vittorio Zambardino

Dall’intervista di Umberto Paolucci, vicepresidente Microsoft  a Repubblica.it:

Perché non stiamo usando fino in fondo un’area che è in grado di fare la differenza. Senza parlare di nazioni europee evolute come quelle del Nord, basta l’esempio del Portogallo: lì, anche con la nostra collaborazione, lo Stato ha dato a tutti bambini delle elementari un computer. E sto parlando di 1 milione di terminali connessi in rete. Cosa che ha finito per trasformare – in meglio – anche i modelli di insegnamento. Da noi non è così. Ci sono delle esperienze locali di eccellenza, è vero, ma se restano isolate il loro valore si disperde”.

Vediamo se ho capito.  Lo stato deve prendere coscienza che il paese e la scuola sono indietro rispetto all’innovazione e devono dare a Microsoft tanti soldi per mettere computer con sistema operativo e software applicativi Microsoft in ogni scuola?

Cioè, per la precisione, cosa significa “con la nostra collaborazione”? Che fanno lo sconto sui programmi?

E non sarebbe meglio che lo stato avesse un suo autonomo pensiero sull’innovazione invece di appaltare a un gigante proprietario lo sviluppo della propria cultura digitale? Evitando, per esempio, di diffondere l’identificazione tra computer e prodotti micrososft, che sarebbe come dire che andare in auto è la Fiat? Com’è italiana questa idea del “mettemose d’accordo” , magari detta con accenti del nord.

No,  son solo domande, per carità, ma ogni tanto si sente un effluvio di trattativa tra poteri, di accordone con soldoni pubblici  che non è proprio il massimo. Ma sarà l’estate, che fa sentire tante puzze (mentre sarebbe bello sentire l’odore della cultura dell’innovazione: ma c’è nell’intervista di Paolucci? L’innovazione è solo “ferro” da portare nelle scuole?)

Sette aziende promosse al MIT del Politecnico

Giovanni Favro dalla Stampa del 6 maggio

Il Politecnico ha scelto i suoi «magnifici sette». Tanti sono i gruppi industriali selezionati dall’ateneo fra i 29 che da mezzo mondo, dopo aver letto il bando sul Financial Times, hanno presentato domanda per insediare i loro centri di ricerca nella Cittadella del Poli, per poter lavorare a stretto contatto con i suoi scienziati e laboratori. Fra le prescelte che sbarcheranno con i loro migliori cervelli in corso Duca degli Abruzzi 24, ci sono autentici colossi. Microsoft, e altri numeri uno al mondo nei loro settori, come la Vishay, la cinese Huawei e l’italiana Metecno. Se sette, e non di più, sono i marchi, è perché il Poli non ha per ora spazi per ospitarne altri nel campus (fuori dal quale le industrie non vogliono collocarsi). Come spiega il rettore Francesco Profumo, «per i 22 esclusi, scrematura degli 85 fattisi avanti in prima battuta, ho creato una lista d’attesa».

I sette, alcuni dei quali sbarcano con i loro ricercatori per la prima volta non solo a Torino, ma in Italia, sono stati scelti badando a più fattori, «dalla qualità delle imprese alle loro prospettive di sviluppo, alla nostra necessità di variare i settori, per lo sviluppo armonico dei segmenti dell’ateneo». S’insedieranno «entro uno o due mesi» nelle ex Fucine Ogr, in 4 mila mq del «Business and Research Center», che ospiterà anche la nuova sede dell’Incubatore di imprese innovative. Qui ha già ha trovato casa anche il primo polo di venture capital italiano: 11 fondi che gestiscono un miliardo di euro.

Il modello, molto in piccolo, è quello del Massachusetts Institute of Technology, dove convivono campus universitari e industriali. Sempre in piccolo, è l’idea applicata da Profumo con General Motors, che insedierà al Poli il suo centro di ricerca mondiale sui diesel. Con l’arrivo dei 7, i vantaggi saranno, oltre ai contratti di ricerca pagata al Poli, più d’uno. «Siamo soddisfatti di questo ennesimo riconoscimento alla nostra qualità scientifica. I ricercatori aziendali saliranno nel campus a 1300, sommando i 650 di General Motors, i 500 delle 80 aziende dell’Incubatore e i 7 centri, in ciascuno dei quali lavorerà una ventina di persone. Oltre ad offrire lavoro ai nostri dottori di ricerca, sarà occasione di internazionalizzazione e crescita per l’ateneo e per la città».

Le prescelte: Chi sono e cosa fanno
Asja Ambiente: torinese, opera nelle tecnologie per produrre energia da fonti rinnovabili.
Huawei Technologies: cinese, leader mondiale per i dispositivi di telecomunicazione.
Intelligence Focus: è spin-off del Poli, opera nella security informatica.
Jac Automotive: cinese, produce veicoli commerciali leggeri.
Microsoft Corporation:
è il colosso informatico creato da Bill Gates.
Metecno Group: milanese, opera nell’edilizia, è il più grande produttore al mondo di pannelli coibentati.
Vishay Semiconductors: leader mondiale nella componentistica di potenza, tra le più grandi fabbriche di semiconduttori del pianeta.

Microsoft sceglie Torino per la ricerca genetica

dal Sole24ore del 19 settembre 2006

II Politecnico di Torino sta lavorando a un progetto di collaborazione con la Microsoft di Bill Gates che porrebbe portare in tempi brevi alla creazione di un centro di ricerca sotto la Mole. L’idea era nell’aria da tempo, ma il cronoprogramma ha preso forma la scorsa settimana, quando il rettore Francesco Profumo ha incontrato la top manger e scienziata del colosso americano Jennifer Tour Chayes, invitata nel capoluogo piemontese per una lezione sui “modelli matematici avanzati nella teoria della trasmissione dei dati”, «Adesso abbiamo due fronti aperti – spiega Profumo – Il primo è in collegamento diretto con la casa madre della Microsoft negli Stati Uniti, anche se potrà entrare in gioco la fondazione di Bill Gates. Stiamo predisponendo in questi giorni il progetto tecnico-scientifico.

Atenei e Microsoft verso un accordo

Parte la collaborazione scientifica tra l’Universita’, il Politecnico di Torino e il colosso americano Microsoft. I rettori dei due ateni torinesi e la manager responsabile della ricerca per la multinazionale americana, Jennifer Chayes stenderanno le linee del progetto. Si tratta di mettere a punto un sistema informatico e matematico applicato alle neuroscienze con ricadute significative anche nella lotta contro il cancro.

Bill Gates chiama Torino

via La Stampaweb del 15/8/2006 di Giovanna Favro

Arriva Bill Gates. Il colosso dell’informatica made in Usa potrebbe aprire a Torino un grande polo di sviluppo tecnologico. L’amministratore delegato di Microsoft Italia, Marco Comastri, conferma: «Sì. Ci stiamo pensando. Con Torino ci sono già stati diversi contatti. Vorremmo e potremmo varare un centro di ricerca d’eccellenza Microsoft al Politecnico. Bisogna vedere se si realizzeranno alcune condizioni». In pratica, il Politecnico è sì in cima ai pensieri di Microsoft, ma si sono già fatte avanti anche altre candidature: il top manager non rivela quali, ma ammette che è in corso un pour parler con importanti università di altre regioni. Per la multinazionale, l’importante è che non si perda tempo. Se il matrimonio si farà, tutto dovrà concludersi entro un tempo massimo di 12 mesi. «Diversamente per noi purtroppo sarebbe troppo tardi», taglia corto Comastri. Se il patto non muoverà a breve i primi passi concreti, l’occasione sfumerà, e Microsoft si rivolgerà altrove.

Il rettore del Poli, Francesco Profumo, il giorno della sua intronizzazione sul soglio di «magnifico» di corso Duca degli Abruzzi, nel giugno 2005, aveva promesso di impegnarsi per realizzare nell’area del raddoppio dei campus aziendali, ovvero poli scientifici congiunti fra imprese innovative e ateneo. Non aveva fatto mistero di puntare a bersagli grossi: non a microaziende promettenti, ma colossi, a cominciare da Ibm, e, appunto, Microsoft.

Il progetto di Profumo non è rimasto sulla carta, visto che ha già incontrato Comastri un paio di volte, e adesso si prepara a ricevere, a metà settembre, una pattuglia di inviati di Bill Gates che verranno al Poli da New York: «Una cosa come quella che abbiamo in mente – chiarisce Profumo – non può certo nascere senza l’intervento della casa madre newyorkese. Occorre anche un passaggio in Inghilterra, dove ci sono i responsabili Microsoft della ricerca per l’Europa».

Sarebbe un grande successo per il Politecnico, ma anche per tutto il territorio, che guadagnò proprio grazie alla presenza del Poli l’insediamento del centro di ricerche di Motorola. La scelta di Torino sarebbe significativa anche perché – secondo il rettore – in fatto di ricerca di solito Microsoft ha un interesse molto relativo verso paesi come l’Italia, importanti invece come mercato: i poli di studio e sviluppo tecnologico più forti della multinazionale si trovano, oltre che a New York, in grandissimi paesi come la Cina, e dotati di distretti fortissimi per l’Ict, (information and communication technologies), come l’India con Calcutta e Bangalore.

Tuttavia la Microsoft vorrebbe riallacciare contatti con alcune università europee d’eccellenza. Non per caso lo scorso anno è partito un primo centro di studi all’Università di Trento, mirato all’informatica applicata ai sistemi biologici: un centro nato con il 60% di investimenti del Governo e della Provincia di Trento, e il 40% di Microsoft. Tra le condizioni necessarie, per quanto non sufficienti, perché si realizzi il «research centre» targato Bill Gates al Politecnico, c’è quindi, conferma Comastri, anche la cooperazione concreta degli enti locali: «Senza l’attività della provincia di Trento, in quella università non avremmo fatto sorgere alcunché», conferma l’ad di Microsoft Italia.

Saitta, Bresso e Chiamparino sono avvisati. Anche perché, se Torino partisse, avrebbe dimesioni e ricadute superiori a quelle trentine. Molto dipenderà comunque anche dal primo colloquio fra il rettore e i newyorkesi. Se la scelta cadesse su Torino sarebbe grazie alla forza del Poli, ma anche in virtù di altri fattori. Per il top manager, tra i punti d’attrazione di Torino c’è innanzitutto la sua fertilità industriale: «Non penso solo a Fiat – aggiunge Comastri.- Siamo molto impegnati per lo sviluppo dell’innovazione nelle piccole e medie imprese, su cui l’antenna di Microsoft e Politecnico potrebbe irradiare competenze tecnologiche». E poi c’è un distretto Ict, che consentirebbe di triangolare con Torino Wireless o Tilab.

Il timer è partito.