Microsoft sceglie Torino per la ricerca genetica

dal Sole24ore del 19 settembre 2006

II Politecnico di Torino sta lavorando a un progetto di collaborazione con la Microsoft di Bill Gates che porrebbe portare in tempi brevi alla creazione di un centro di ricerca sotto la Mole. L’idea era nell’aria da tempo, ma il cronoprogramma ha preso forma la scorsa settimana, quando il rettore Francesco Profumo ha incontrato la top manger e scienziata del colosso americano Jennifer Tour Chayes, invitata nel capoluogo piemontese per una lezione sui “modelli matematici avanzati nella teoria della trasmissione dei dati”, «Adesso abbiamo due fronti aperti – spiega Profumo – Il primo è in collegamento diretto con la casa madre della Microsoft negli Stati Uniti, anche se potrà entrare in gioco la fondazione di Bill Gates. Stiamo predisponendo in questi giorni il progetto tecnico-scientifico.

La Regione Piemonte incontra gli emissari di Microsoft

La presidente della Regione, Mercedes Bresso, l’assessore regionale alla Ricerca ed Innovazione, Andrea Bairati, ed i vertici degli enti locali, degli atenei e degli istituti bancari incontreranno nel pomeriggio di martedì 12 settembre Jennifer Chaise, responsabile del Microsoft Research Center di Richmond. Al centro della discussione tra le istituzioni e la vice di Bill Gates la prospettiva della realizzazione a Torino di un centro di eccellenza tecnologica dell’azienda statunitense.

Bill Gates chiama Torino

via La Stampaweb del 15/8/2006 di Giovanna Favro

Arriva Bill Gates. Il colosso dell’informatica made in Usa potrebbe aprire a Torino un grande polo di sviluppo tecnologico. L’amministratore delegato di Microsoft Italia, Marco Comastri, conferma: «Sì. Ci stiamo pensando. Con Torino ci sono già stati diversi contatti. Vorremmo e potremmo varare un centro di ricerca d’eccellenza Microsoft al Politecnico. Bisogna vedere se si realizzeranno alcune condizioni». In pratica, il Politecnico è sì in cima ai pensieri di Microsoft, ma si sono già fatte avanti anche altre candidature: il top manager non rivela quali, ma ammette che è in corso un pour parler con importanti università di altre regioni. Per la multinazionale, l’importante è che non si perda tempo. Se il matrimonio si farà, tutto dovrà concludersi entro un tempo massimo di 12 mesi. «Diversamente per noi purtroppo sarebbe troppo tardi», taglia corto Comastri. Se il patto non muoverà a breve i primi passi concreti, l’occasione sfumerà, e Microsoft si rivolgerà altrove.

Il rettore del Poli, Francesco Profumo, il giorno della sua intronizzazione sul soglio di «magnifico» di corso Duca degli Abruzzi, nel giugno 2005, aveva promesso di impegnarsi per realizzare nell’area del raddoppio dei campus aziendali, ovvero poli scientifici congiunti fra imprese innovative e ateneo. Non aveva fatto mistero di puntare a bersagli grossi: non a microaziende promettenti, ma colossi, a cominciare da Ibm, e, appunto, Microsoft.

Il progetto di Profumo non è rimasto sulla carta, visto che ha già incontrato Comastri un paio di volte, e adesso si prepara a ricevere, a metà settembre, una pattuglia di inviati di Bill Gates che verranno al Poli da New York: «Una cosa come quella che abbiamo in mente – chiarisce Profumo – non può certo nascere senza l’intervento della casa madre newyorkese. Occorre anche un passaggio in Inghilterra, dove ci sono i responsabili Microsoft della ricerca per l’Europa».

Sarebbe un grande successo per il Politecnico, ma anche per tutto il territorio, che guadagnò proprio grazie alla presenza del Poli l’insediamento del centro di ricerche di Motorola. La scelta di Torino sarebbe significativa anche perché – secondo il rettore – in fatto di ricerca di solito Microsoft ha un interesse molto relativo verso paesi come l’Italia, importanti invece come mercato: i poli di studio e sviluppo tecnologico più forti della multinazionale si trovano, oltre che a New York, in grandissimi paesi come la Cina, e dotati di distretti fortissimi per l’Ict, (information and communication technologies), come l’India con Calcutta e Bangalore.

Tuttavia la Microsoft vorrebbe riallacciare contatti con alcune università europee d’eccellenza. Non per caso lo scorso anno è partito un primo centro di studi all’Università di Trento, mirato all’informatica applicata ai sistemi biologici: un centro nato con il 60% di investimenti del Governo e della Provincia di Trento, e il 40% di Microsoft. Tra le condizioni necessarie, per quanto non sufficienti, perché si realizzi il «research centre» targato Bill Gates al Politecnico, c’è quindi, conferma Comastri, anche la cooperazione concreta degli enti locali: «Senza l’attività della provincia di Trento, in quella università non avremmo fatto sorgere alcunché», conferma l’ad di Microsoft Italia.

Saitta, Bresso e Chiamparino sono avvisati. Anche perché, se Torino partisse, avrebbe dimesioni e ricadute superiori a quelle trentine. Molto dipenderà comunque anche dal primo colloquio fra il rettore e i newyorkesi. Se la scelta cadesse su Torino sarebbe grazie alla forza del Poli, ma anche in virtù di altri fattori. Per il top manager, tra i punti d’attrazione di Torino c’è innanzitutto la sua fertilità industriale: «Non penso solo a Fiat – aggiunge Comastri.- Siamo molto impegnati per lo sviluppo dell’innovazione nelle piccole e medie imprese, su cui l’antenna di Microsoft e Politecnico potrebbe irradiare competenze tecnologiche». E poi c’è un distretto Ict, che consentirebbe di triangolare con Torino Wireless o Tilab.

Il timer è partito.