Il CIOFS FP al forum internazionale dell’orientamento di Genova

Il cuore del più grande “villaggio dell’orientamento” d’Italia sarà al Porto Antico di Genova, Ma il programma prevede eventi anche a Palazzo Ducale e al Palazzo della Borsa oltre a Palazzo San Giorgio, Acquario e Museo della Navigazione.

Il Salone, organizzato da Regione Liguria e dal comitato promotore composto da Comune di Genova, Città Metropolitana di Genova, Università degli Studi di Genova, Ufficio Scolastico Regionale e Camera di Commercio in strettissima collaborazione con il MIUR ed il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è la tappa più importante di un percorso che si è esteso nel tempo e nello spazio. Il Forum Internazionale sull’Orientamento, in programma all’Auditorium dell’Acquario di Genova dalle 9 alle 16 nella giornata di martedì 12 novembre, rappresenta un appuntamento ormai tradizionale all’interno del Salone Orientamenti. Quest’anno il convegno, organizzato con la collaborazione del CIOFS-FP e la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, sceglie come focus centrale del dibattito il “saper fare” e la formazione tecnico-professionale, senza tuttavia dimenticare gli aspetti più generali e teorici dell’orientamento.

L’intera mattinata sarà dedicata alla scoperta dei nuovi orizzonti dell’orientamento grazie agli interventi di esperti nazionali e internazionali che spazieranno dall’imprenditoria giovanile al ruolo della famiglia nel percorso orientativo. Il pomeriggio, invece, sarà caratterizzato da un impianto più dinamico, con la presentazione di progetti, strategie e buone pratiche attivati in Italia e in Europa. L’obiettivo è valorizzare il percorso compiuto e indicare quello ancora da compiere per rendere l’orientamento una vera e propria disciplina essenziale nel bagaglio degli studenti.

Dopo i saluti delle autorità, coordinati da Silvana Rasello, Presidente del CIOFS FP Piemonte, e da Franco Chiaramonte, Esperto in politiche del lavoro, interverranno in una tavola rotonda dal titolo “Orientamento: nuovi orizzonti”:

  • João Santos, DG EMPL — Direzione generale per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione – “Orientamento in Europa”
  • Schany Taix, ELAIS – “Orientamento MULTIMODALE”
  • Lauretta Valente, CIOFS-FP COSPES – “Orientamento e saper fare”
  • Diego Boerchi, Università Cattolica di Milano – “Disponibili, troppo coinvolti o assenti: come i genitori partecipano alla scelta dei propri figli”
  • Ludovico Albert, Presidente Fondazione per la scuola – Compagnia di San Paolo “Dispersione implicita e Orientamento”
  • Jan Wilker, Start-Net Europe – “Best practices in Europe”

Nel pomeriggio, fanno il punto sugli strumenti di orientamento, coordinati da Furio Truzzi:

  • Mirko Cutrì, Coordinatore di World Skills Italy
  • Tomas Sprlak, FECBOP
  • Raffaella Nervi, Regione Piemonte e Antonella Sterchele, Città Metropolitana di Torino
  • Elisabetta Donato ed Elisabetta Beccio, CIOFS-FP Piemonte – BILCO e integrazione dei servizi
  • Francesco Isetta e Alice Barbieri, Aliseo – #Progettiamocilfuturo
  • Tiziana Piacentini e Matteo Barbetta, CIOFS-FP Nazionale – GUIDE 2.0
  • Daniela Volpe e Angelika Bartholomäi, Regione Puglia – Presentazione del progetto Or.Co.
  • Ilaria Cavo, Assessore Regionale alla Scuola, all’Università e alla Formazione

A tirare le conclusioni sarà Carmela Palumbo, Capo Dipartimento del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione-MIUR.

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Info: Monica Roncari
Ufficio Comunicazione
CIOFS FP PIEMONTE
www.ciofs.net
www.centrobilco.it

Piazza Maria Ausiliatrice, 27
10152 Torino
Tel. 011 5211773

 

 

Gli errori giudiziari e le loro conseguenze

Abbiamo intervistato la Professoressa Maria Gaia Pensieri, docente di sociologia presso l’Università Popolare degli Studi di Milano –  Università di Diritto Internazionale – autrice del libro “La falsa giustizia” scritto a quattro mani con il Generale Luciano Garofano che tratta il tema dell’errore giudiziario.

Perché avete sentito l’esigenza di pubblicare un’opera sull’errore giudiziario?

Insieme al  mio coautore il gen. Luciano Garofano abbiamo sentito questa esigenza, perché riteniamo che il nostro sistema giudiziario non sia perfetto  e con questo non vogliamo lanciare accuse a chi ogni giorno si impegna per mandare avanti la macchina della giustizia, ma solo dire che la giustizia del nostro Paese come quella di molti altri, può senz’altro migliorare intervenendo con delle riforme che introducano dei protocolli e delle linee guida in grado di limitare la possibilità di commettere errori, lo  sosteniamo sulla scorta delle esperienze  già compiute  da altri Stati.

Consideri che negli ultimi 25 anni l’Italia ha speso circa 790 milioni di euro a titolo riparatorio per le 27.200 persone colpite da errori giudiziari e da ingiusta detenzione; questi di cui parliamo sono solamente i casi noti che seguendo le corrette procedure hanno ottenuto i risarcimenti, ma chissà quante altre persone rivendicano la loro innocenza e sono ancora in attesa di avere giustizia.

Sin dalla prefazione del libro ponete l’accento sulla necessità di un approccio scientifico alla scena del crimine. Non è sempre così che dovrebbe accadere? 

Certo dovrebbe essere sempre così, in Italia abbiamo molte eccellenze e nulla da invidiare ad altri Paesi, però non sempre sono queste ad entrare per prime in azione; accade ancora che la scena del crimine nell’immediatezza dei fatti non venga adeguatamente protetta, con il rischio concreto di inficiare per sempre un caso.

Una parte importante dell’iter giudiziario è rappresentata proprio dalle fondamentali attività di sopralluogo necessarie all’acquisizione di tracce e reperti da sottoporre ad analisi, che dovranno essere svolte in maniera attenta e completa, con modalità che evitino contaminazioni e alterazioni. Oggi possiamo contare sull’apporto di nuove tecnologie e materiali per l’attività di acquisizione, ma è pur sempre un’attività svolta dall’uomo e per questo s’impone l’applicazione e il rispetto di protocolli e procedure scientifiche sia in queste fasi che nelle successive analisi di laboratorio, allorché il valore probatorio dipende dal corretto svolgimento di queste attività.

Quali sono le cause che non lo permettono in Italia?

Le basi per lavorare in modo professionalmente valido ci sono anche in Italia, devono solo essere codificate alcune procedure, certificati tutti i laboratori che operano sulle fonti di prova, dev’essere garantita la catena di custodia, devono essere più stringenti i criteri che consentono a Periti e Consulenti di operare in ambito giudiziario.

Quali sono gli errori più comuni commessi nell’identificazione del reo, di chi è accusato di un delitto? 

Paradossalmente nei casi in cui sono presenti dei testimoni il riconoscimento dell’autore di un crimine sembra una questione semplice da dirimere.

Invece gli studi compiuti hanno affermato esattamente il contrario, l’erroneo riconoscimento rappresenta l’80% delle cause di errore individuate negli Stati Uniti.

Molto dipende dalle condizioni ambientali e dalla durata dell’esposizione alla vista del possibile autore del crimine; ci sono elementi che influiscono negativamente sul ricordo, ad esempio: il tempo trascorso tra l’evento e l’identificazione; ma giocano a sfavore anche i condizionamenti dovuti al pregiudizio, e la comune difficoltà a riconoscere i dettagli dei volti di etnie diverse dalla nostra, per cui tendiamo ad avere una visione d’insieme gestaltica.

Nel caso delle descrizioni fatte ai disegnatori di identikit, la nostra memoria potrebbe inconsapevolmente ricostruire parti mancanti del ricordo, estraendo dalla memoria elementi di volti familiari sovrapponendoli a quello da delineare, tutto ciò in perfetta buona fede.

Ma possono giocare cattivi scherzi la pressione psicologica proveniente dal contesto istituzionale, la motivazione a voler fornire informazioni utili al caso e l’ansia per le aspettative degli investigatori, come anche le modalità di presentazione delle persone o delle fotografie disposte da parte degli inquirenti per il riconoscimento del potenziale reo, si è visto che sono state foriere di errori.

Ciò detto si comprende quanto sia importante conoscere quali siano gli elementi che condizionano il corretto riconoscimento per porvi dei correttivi, questo in funzione del ruolo di primo piano che riserviamo alla testimonianza all’interno del processo.

Il libro tratta molti casi giudiziari americani. Abbiamo letto il lavoro svolto dall’associazione “Innocence Project” in merito. In Italia si può affermare che non vi sia ancora una sensibilità e degli strumenti adeguati sul tema? 

Nel libro oltre ai casi italiani abbiamo riportato il risultato esperienziale statunitense, raccontando attraverso dei casi reali le tipologie di errori commessi, casi che sono stati sottoposti a processi di revisione e dai quali è risultata la piena innocenza delle persone precedentemente condannate in via definitiva. Questi casi sono stati utili per comprendere dove si era prodotto l’errore e per iniziare quel percorso che auspichiamo inizi anche da noi, affinché tutto ciò non si ripeta mai più.

Da quello che abbiamo appreso leggendo questi documenti, generalmente non è mai un solo errore che porta ad un’erronea condanna, ma una somma di essi.

Quando nel 1992 il percorso dell’Associazione Innocence Project è iniziato, l’opinione pubblica americana era scettica, il popolo americano ha sempre riposto estrema fiducia nel proprio sistema giudiziario.

Ebbene, man mano che l’attività di revisione procedeva ed emergevano nuovi casi di errore, anche l’atteggiamento delle persone è cambiato, tanto da spingere alcuni stati dove vigeva la pena di morte ad interrompere le esecuzioni e ad istituire commissioni d’inchiesta per far luce su alcune prassi che hanno avuto un ruolo importante nella commissione di errori che hanno portato ad ingiuste condanne.

A nostro avviso il dibattito sull’errore giudiziario in Italia è iniziato recentemente; alla fine di alcuni processi noti alle cronache, capita sempre più spesso di assistere a discussioni sui media e sui social di persone schierate tra gli innocentisti e i colpevolisti, questo vuol dire che in alcuni di noi permangono dei dubbi dopo certe sentenze.

Il nostro sistema ha tre gradi di giudizio posti proprio a garanzia di un giusto esito, però sulla scorta di quanto abbiamo appreso dal lavoro già svolto negli Usa, manca ancora una vera consapevolezza di quali siano gli errori commessi nella nostra realtà, fino a che non daremo inizio ad un percorso simile al loro.

È previsto a breve uno studio approfondito della casistica italiana? 

Consideri che la prima sede italiana dell’Innocence Project Italia è stata aperta nel 2014, prima di poter vedere dei risultati concreti del lavoro svolto, pensiamo che occorra ancora qualche anno.

Il libro
La falsa giustizia La genesi degli errori giudiziari e come prevenirli
di: Garofano Luciano Pensieri Maria Gaia
Prefazione di Manfredi Mattei Filo della Torre
Introduzione di Baldassare Lauria
Autori: Luciano Garofano, Maria Gaia Pensieri

Gli allievi del CIOFS FP di Chieri vincono il concorso radiofonico #cistalaradiorap

Per gli allievi del CIOFS FP Piemonte di Chieri l’anno scolastico è stato ricco di proposte didattiche stimolanti. Fra tutte è stata molto coinvolgente ed apprezzata quella offerta dall’AsL TO 5 in collaborazione con l’associazione Terra mia: il progetto “#cistalaradiorap” che già dal nome faceva capire quanto fosse vicino al sentire dei giovani proposto alle scuole professionali del territorio. 
 

L’itinerario annuale ha visto gli allievi riflettere sui temi di grande importanza per la salute come il contrasto al fumo e all’alcol, il benessere nelle relazioni, la media education, la cultura della sicurezza, le dipendenze, il gambling. 

 
Attraverso modalità interattive, l’individuazione e la sperimentazione di nuove tecniche e nuovi linguaggi comunicativi (la musica RAP) sono state proposte agli adolescenti riflessioni sugli stili di vita nei contesti del divertimento e sul ruolo che in questi stili rivestono sostanze ed alcol. Altrettanto importante e qualificante è stato motivare e sostenere gli adolescenti a raccogliere informazioni, dati e competenze in misura tale da offrire spessore al confronto, evitando la superficialità di luoghi comuni. 
 

Il progetto aveva come obiettivo finale la promozione di abilità e talenti personali attraverso la creazione e conduzione di un programma radiofonico per il quale sono stati messi a disposizione gli strumenti della locale Radio Ohm e la produzione di un videoclip rap. 

 
I dieci incontri hanno portato alla realizzazione di due belle canzoni in stile rap da parte delle due classi prime coinvolte (Operatori della trasformazione Agroalimentare dei due indirizzi Panificazione/Pasticceria e Valorizzazione delle filiere territoriali) poi pubblicate sul Socia Network YouTube al fine di trasmettere i messaggi positivi creati. 
 
Per favorire la diffusione è stata ideata una gara fra le varie scuole partecipanti, vinta dalla 1ª A del CFP dell’Istituto Santa Teresa che ha ottenuto per il giorno dell’evento finale del progetto, il 17 maggio presso la Open Factory di Nichelino, oltre 2500 visualizzazioni. 
 
Grazie al progetto, questa volta sono stati virali messaggi positivi, sentimenti e richieste dei giovani e non altri contenuti superficiali o addirittura falsi che talvolta incontriamo navigando in Internet. 

Oltre alla bella esperienza vissuta, gli allievi del CIOFS FP si sono aggiudicati la realizzazione di un videoclip professionale. 

 
Come ha espresso l’Assessore alle politiche del lavori e ai giovani del Comune di Nichelino, Fijodor Verzola, attraverso un post su Facebook: “Centinaia di ragazze e ragazzi sono stati presenti per esprimere le loro emozioni e le loro speranze attraverso il linguaggio universale del Rap, con l’obiettivo di trovare uno spazio in una società contemporanea che troppo spesso li v uole par tecipanti passivi e non protagonisti. Un ringraziamento a tutte loro e tutti loro per aver fatto uscire il sole a Nichelino in una  piovosa giornata di maggio”.

Di seguito i video vincitori sul canale video LargeMotive

 

 

Convegno a Mantova per lo sviluppo delle PMI nell’era digitale

Sabato 6 aprile 2019 a Mantova si svolgerà un convegno (qui la pagina di adesione) dedicato alle Piccole e Medie Imprese – PMI, tessuto imprenditoriale predominante nell’area padana. Gli obiettivi principali del convegno mirano alla sensibilizzazione degli imprenditori verso le nuove opportunità della Rete. a cura della Vighi & Partners patrocinato dalla Fondazione Sorella Natura, da Register.it S.p.A. e dalla Università Popolare degli Studi di Milano
Gran parte delle piccole imprese sono ancorate a vecchi schemi di comunicazione, decisamente obsoleti ed inefficaci, che ne impediscono la crescita.
La mancanza di una cultura digitale spinge la competizione soprattutto nell’ambito delle tecnologie produttive, e crea un pericoloso vuoto nella comunicazione d’impresa.Durante i lavori verranno affrontati i seguenti temi: la strategia ACP (ascolto, condivisione e partecipazione), il marketing delle piccole imprese nell’era digitale, le nuove strategie di comunicazione delle piccole imprese.
Mantova 6 – 04 – 2019 ore 9:00 – 12:30 sala Mantegn+a – Best Western Hotel Cristallo Via Cisa, 1E, 46034 Cerese (MN)

Tra i relatori:

Dott.ssa Monica Daccò filosofa – consulente di comunicazione
Dott. Carlo Vighi consulente di marketing
Prof. Franco Peretti docente universitario – consulente per la formazione

Ultima tappa di Giochi di Inorto, della Fondazione Bonduelle

Dopo il successo delle ultime due tappe – a Crema e a Morbegno – arriva a Mantova sabato 01 dicembre “Giochi di inOrto” della Louis Bonduelle Foundation in occasione del Forum Mondiale sulle Foreste Urbane.  Iscrizione libera presso il negozio Città del Sole dove si verrà suddivisi in diversi turni nel corso della giornata.

L’ultimo appuntamento dell’anno della Fondazione Bonduelle con l’attività educativa ludica “Giochi di inOrto” in Lombardia, a Mantova, per l’intera giornata di sabato 1 dicembre.

I bambini, tra i 5 e i 12 anni potranno sperimentare in prima persona come si possa costruire uno spazio verde in uno spazio urbano, e più precisamente, in un negozio. Durante il corso della giornata, presso il negozio Città del Sole di Mantova, i bambini potranno imparare come consumare e coltivare frutta e verdura possano essere attività divertenti. Infatti, attraverso diverse prove e domande, i bambini seguiranno un percorso che li porterà a creare un vero e proprio orto posto all’interno del negozio. Ma non è tutto. I bambini avranno l’occasione di approfondire la tematica dello spreco alimentare attraverso la materia organica. In particolare, si farà capire ai più piccoli i materiali che portano benefici o arrecano danni al terreno attraverso le caselle del gioco.

L’iscrizione è libera e verrà aperta prima dell’inizio del gioco presso il negozio di Città del Sole (Via Cappello, 1, Mantova). I bambini verranno poi suddivisi in diversi turni – dalle 10.30 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00 – così da poter svolgere il gioco in maniera ottimale all’interno del negozio.

Disponibili ulteriori informazioni relativamente al negozio sul sito ufficiale di Città del Sole: www.cittadelsole.it.

Questa tappa di Giochi di inOrto si terrà in concomitanza del Forum Mondiale sulle Foreste Urbane. Quattro giornate in cui, rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, istituti di ricerca e accademici, organizzazioni nongovernative, urbanisti, forestali e professionisti di molti altri settori discuteranno per creare possibili forestazioni urbane per una città sempre più ecologica. Il fine ultimo del Forum sarà quello di migliorare il networking tra amministrazioni locali e esperti per poter creare più spazi verdi all’interno delle città.

Per questo Fondazione Bonduelle, che con diversi progetti sostiene la promozione di città ecosostenibili, cerca di avvicinare anche i più piccoli all’amore per la natura. Con il progetto “Giochi di InOrto”, infatti, si insegnano giuste pratiche di vita quotidiana e sane abitudini alimentari.

Le prove pratiche consisteranno in giochi interattivi che insegneranno ai bambini le attività necessarie per la creazione di un proprio orto: dalla preparazione del terreno alla semina, fino alla cura e il raccolto delle piantine. Così non solo impareranno come nascono le verdure che trovano a tavola, ma probabilmente le apprezzeranno di più.

“Dopo il successo delle tappe di Crema e Morbegno, abbiamo ritenuto interessante inserire la Fondazione nella cornice più ampia del Forum Mondiale sulle Foreste Urbane a Mantova.” – afferma Laura Bettazzoli, Responsabile della Louis Bonduelle Foundation per l’Italia – “Per noi è infatti importante supportare le idee che avvicinino i cittadini ad un ambiente più sano e ecosostenibile. Senza trascurare i valori che da sempre contraddistinguono Fondazione Bonduelle quali consapevolezza sullo spreco alimentare e sull’importanza del consumo di frutta e verdura. Se in più riusciamo ad insegnare ai bambini come sia possibile condurre una vita sana e sostenibile, non solo avremo adulti più consapevoli e attenti all’ambiente, ma anche un pianeta migliore e, a quel punto, a vincere saremo tutti.”

LUOIS BONDUELLE FOUNDATION

Nata in Francia nel 2004 e approdata in Italia dal febbraio 2005, è un istituzione senza scopo di lucro che dal 2005 si impegna concretamente in Italia per fare in modo che le verdure entrino a far parte del consumo quotidiano con iniziative utili, pratiche e originali.

La Fondazione si propone, come mission sociale, di favorire un’evoluzione sostenibile dei comportamenti alimentari, nel rispetto dell’umanità e del pianeta. Le attività sono, infatti, finalizzate a informare le popolazioni e sviluppare le conoscenze scientifiche, incoraggiandone anche l’applicazione sul campo.

Le tre principali azioni concrete della Fondazione:

Informazione e sensibilizzazione: elabora e diffonde informazioni mirate a contribuire all’evoluzione dei comportamenti quotidiani.

Sostegno alla ricerca: promuove la ricerca scientifica in varie discipline, con particolare focus nel campo medico e della nutrizione, per favorire il progresso nell’alimentazione sostenibile.

Azioni sul campo: sostiene azioni concrete portate avanti da attori locali, che si propongono di accompagnare i consumatori verso comportamenti alimentari sostenibili.

Pornografia: gioco, uso, abuso. Conferenza a Torino

Dopo gli appuntamenti che l’hanno vista impegnata nell’organizzazione di conferenze su tematiche come la psicologia criminale, l’Associazione ECO  organizza a Torino la prima conferenza legale-scientifica sul tema della pornografia.

Il tema è quanto mai di attualità se pensiamo che il giro d’affari del solo porno online è di oltre 4 miliardi di euro. Il 35% di tutti i download effettuati da Internet ha contenuti porno, e ogni secondo oltre 28.000 persone si collegano a un sito hard.

Pornografia: conferenza a Torino

Ogni giorno nel mondo circolano oltre 2,5 miliardi di e-mail hot. Ogni secondo vengono spesi online 2800 euro per contenuti pornografici.

Tanti problemi ovviamente si legano alla “visione adatta ad un pubblico adulto”.

Dalla definizione di normalità al disagio sino alla franca dipendenza, oramai nota. Non ultimi ad essere implicati sono gli adolescenti; le possibilità della multimedialità li sposta su terreni per i quali andrebbero meglio preparati. La dimensione dell’affetto, della sessualità, del genere e complessivamente la costruzione della relazione con l’altro sesso possono essere fortemente minacciati.

Questi  i temi che saranno trattati da altrettanti studiosi e psicologi che saranno a disposizione dei presenti per domande e approfondimenti.

 

PORNOGRAFIA: COSA DICE LA LEGGE?

La pornografia in Italia è sia consentita e sia vietata. Tra leggi vage o mancanti, e leggi precise scopriremo i confini del lecito e dell’illecito.
Avv. Mario Motta, civilista 

 

PORNOGRAFIA: I NUMERI 

Siamo purtroppo abituati a chiamare “statistiche ” qualunque serie di numeri inerenti un certo fenomeno. Come si fa a stabilire se questi numeri sono attendibili? Indaghiamo insieme dietro le quinte  dei numeri della pornografia.
Prof. Walter Caputo

 

IL PORNO NELLA COPPIA 

Cosa succede usando la pornografia in chi sta vivendo un rapporto di coppia?
L’uso concordato può aiutare a far rinascere, mantenere o crescere l’interesse e l’attività sessuale?
La ricerca e l’esperienza clinica sottolineano come l’uso della pornografia raffreddi il rapporto di coppia, ostacolandone l’intimità mentale, fisica ed emotiva. L’intervento metterà in luce i meccanismi sottesi all’uso della pornografia e evidenzierà i possibili rischi a cui si espone la coppia ,osservando come si modifica il ciclo naturale della risposta sessuale nelle sue fasi (desiderio/eccitazione, orgasmo e risoluzione) .
Dr. Fulvio Trombotto

 

DROGATI DI PORNO 

Le nuove dipendenze (new addictions) comprendono tutte quelle nuove forme di dipendenza in cui non è implicato l’uso di alcuna sostanza chimica. Tra queste rientra la dipendenza da pornografia (porn addiction), ossia la la ricerca compulsiva del piacere sessuale che si raggiunge attraverso l’autoerotismo e tramite la visione di materiale pornografico.
Il porno dipendente spesso ha una bassa autostima ed è soggetto ad ansia, umore depresso. stress, vergogna e senso di colpa;  tra le conseguenze ci possono essere forti implicazioni a livello sociale, lavorativo e affettivo relazionale”
Dr. Stefano Lagona

 

L’Associazione senza fini di lucro E.C.O. (Epistemologia – Comunicazione – Orientamento) è stata fondata a Torino nel 1998 per rispondere a delle carenze che si sentivano nell’ambito dell’offerta da parte dell’area disabili del Comune di Torino. Sono stati quindi avviati dei gruppi AMA per famiglie di disabili con lo scopo di fornire sostegno e trovare soluzioni alle difficoltà che queste incontravano nella gestione dei figli.
Lo scopo fondamentale a cui è sempre rimasta fedele è il miglioramento della qualità della vita delle persone.

Nel corso degli anni gli interventi sono stati ampliati ed hanno coinvolto realtà diverse da quella dell’area disabili del Comune arrivando ad includere scuole di diverso ordine e grado, i Centri per l’impiego della Provincia di Torino, l’Ospedale Valdese, i CSM di Avigliana-Giaveno-Rivoli, e in generale la popolazione.

Per informazioni: www.ecoassociazione.it   alla pagina dei contatti

 

Figlie di Maria Ausiliatrice: si apre l’anno scolastico e pastorale 2018/19

Il giorno 8 settembre 2018 dalle 9 alle 13 in Piazza Maria Ausiliatrice 35 – Torino, le Figlie di Maria Ausiliatrice (suore salesiane di don Bosco) del Piemonte e della Valle d’Aosta daranno inizio all’anno scolastico e pastorale con un’assemblea rivolta a tutte le comunità educanti. Ad essa parteciperanno tutte le Direttrici, le Comunità religiose, i Dirigenti Scolastici, una delegazione di docenti e di educatori delle opere e delle Associazioni presenti nelle 40 case delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Piemonte ed in Valle d’Aosta:

  • 13 CENTRI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE (CIOFS FP PIEMONTE) e 3 SCUOLE SECONDARIE DI SECONDO GRADO frequentati da 2.000 adolescenti della fascia 14/19 anni
  • 13 SCUOLE PRIMARI E SECONDARIE DI PRIMO GRADO frequentati da 3.890 minori dai 6 ai 14 anni
  • 22 SCUOLE DELL’INFANZIA frequentate da 2.270 bambini della fascia 3/5 anni
  • 8 ORATORI CENTRI-GIOVANILI frequentati da 1.340 bambini, preadolescenti e adolescenti della fascia 6/19 anni
  • ASSOCIAZIONI SALESIANE (Ex-allieve/i delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Salesiani Cooperatori, CGS, PGS, TGS, Vides)

L’Assemblea ha come obiettivo il lancio del tema del prossimo anno “Io sono una missione”, come indicato nella Evangelii Gaudium di Papa Francesco:

“La missione al cuore del popolo non è una parte della mia vita, o un ornamento che mi posso togliere, non è un’appendice, o un momento tra i tanti dell’esistenza. È qualcosa che non posso sradicare dal mio essere se non voglio distruggermi. Io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere sé stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare”. 

Evangelii gaudium, 273

Nell’anno dedicato al Sinodo sui giovani, il tema si propone di formarli ad una spiritualità del servizio responsabile, attraverso la quale, fin a partire dall’età dell’infanzia e della fanciullezza, ognuno si senta proiettato verso l’altro nella solidarietà, inserendosi nell’ottica di una comunità ecclesiale “in uscita”, aperta verso chiunque abbia bisogno di attenzione e di sostegno. L’intento degli educatori è duplice: mettersi in ascolto delle necessità dei giovani e coinvolgerli nella missione di aiutare il prossimo trovando nell’apertura agli altri la loro vera identità ed il loro posto di cittadini attivi nella società.

Il brano evangelico che guiderà gli approfondimenti spirituali che sottendono alle attività di servizio non potrà che essere la parabola del buon Samaritano che cura con dedizione il malcapitato viaggiatore.

La Pastorale Giovanile salesiana è arrivata a questo obiettivo di riflessione sviluppando il cammino in tre tappe annuali

Anno 2016/17: L’incontro con il Signore #conteosenzatenonèlastessacosa 

Anno 2017/18: L’appartenenza gioiosa alla Chiesa #nessunoescluso 

Anno 2018/19: Io sono una missione #perlavitadegliatri 

Ogni tema è accompagnato da un hastag, per la facile memorizzazione e interiorizzazione dell’argomento e per l’immediata riconoscibilità e condivisione degli eventi formativi, educativi e culturali e delle riflessioni da questi emerse sui social, modalità comunicativa privilegiata dai giovani destinatari del cammino formativo.

La giornata si aprirà con il saluto di suor Elide Degiovanni, Superiora Provinciale, responsabile di tutte le Opere delle Figlie di Maria Ausiliatrice del Piemonte e della Valle d’Aosta, seguirà l’intervento di don Silvio Zanchetta, sdb, Delegato per la pastorale giovanile salesiana nel Triveneto che illustrerà il tema della proposta pastorale 2018/19.

La parte finale della mattinata sarà dedicata alla visita degli stand delle Associazioni che hanno aderito all’invito degli organizzatori per illustrare ai presenti le concrete possibilità di volontariato da proporre ai destinatari delle scuole, dei centri di formazione professionale, degli oratori e dei centri giovanili nelle opere delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Piemonte e Valle d’Aosta.

Associazioni di volontariato presenti: 

  • ALTROCANTO
  • Associazione di Volontariato “La Carità di Santa Luisa”
  • COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO
  • GIULLARI DI DIO
  • MOVIMENTO PER LA VITA
  • OPERAZIONE MATO GROSSO
  • Fondazione PAIDEIA
  • SERMIG – Servizio missionario giovani
  • Ufficio Pastorale Migranti diocesi di Torino
  • SERVIRE CON LODE – Volontariato universitario
  • VIDES ITALIA – Ufficio Servizio Civile (con 5 progetti, per 115 volontari, da realizzare nelle case delle FMA in Piemonte)
  • VOL.TO – Volontariato Torino

Per informazioni:

Monica Roncari 

Ufficio Comunicazione Sociale

Figlie di Maria Ausiliatrice Piemonte e Valle d’Aosta

Piazza Maria Ausiliatrice, 35 TORINO

www.fmapiemonte.it

IL SERVIZIO RESPONSABILE. L’ESITO NECESSARIO DELLA NOSTRA SPIRITUALITÀ APOSTOLICA

di Rossano Sala

(Note di Pastorale Giovanile 2018-05-4)

Nel quadro della spiritualità giovanile salesiana

La proposta pastorale per il prossimo anno educativo-pastorale ha come tema di fondo il “servizio responsabile”. È l’ultimo dei cinque grandi pilastri della nostra Spiritualità Giovanile Salesiana, che fa da riferimento ineludibile al nostro modo di essere Chiesa e di essere nella Chiesa:

1. La vita quotidiana come luogo dell’incontro con Dio. Il quotidiano ispirato a Gesù di Nazareth è il luogo in cui il giovane riconosce la presenza operosa di Dio e vive la sua realizzazione personale.

2. Una spiritualità pasquale della gioia e dell’ottimismo. Il quotidiano va vissuto nella gioia e nell’ottimismo, senza rinunciare per questo all’impegno e alla responsabilità.

3. Una spiritualità dell’amicizia e della relazione personale con il Signore Gesù. Il quotidiano è ricreato dal Cristo della Pasqua che dà le ragioni della speranza e introduce in una vita che trova in Lui la pienezza di senso.

4. Una spiritualità ecclesiale e mariana. Il quotidiano si sperimenta nella Chiesa, ambiente naturale per la crescita nella fede attraverso i sacramenti. Nella Chiesa troviamo Maria, prima credente, che precede, accompagna e ispira.

5. Una spiritualità del servizio responsabile. Il quotidiano viene consegnato ai giovani in un servizio generoso, ordinario e straordinario.

L’anno 2018-19 porta a compimento un triennio organizzato intorno a tre di questi nuclei, che hanno una distensione ben precisa e fortemente unitaria:

– 2016-2017: L’incontro con il Signore

– 2017-2018: L’appartenenza gioiosa alla Chiesa

– 2018-2019: Il servizio responsabile nella vita quotidiana.

Possiamo pensare ad una dinamica generativa che parte dall’incontro con Gesù e che ci orienta in due direzioni: quella dell’accoglienza della grazia che salva, ben chiarita dal tema dell’appartenenza e della comunione ecclesiale, che ci fa discepoli del Signore; e quella della testimonianza in uscita, rappresentata dalla necessità di diventare sempre di più missionari del Vangelo nel mondo e nella società in cui viviamo.

Nel tempo del Sinodo sui giovani

L’anno pastorale che stiamo per cominciare segna la presenza del Sinodo dal tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, che si svolgerà dal 3 al 28 ottobre 2018.

Il Sinodo non ha l’intenzione di parlare genericamente dei giovani, ma di farlo a partire da un’ottica specifica, che è quella della “fede” e soprattutto del “discernimento vocazionale”. Puntando sull’idea di “pastorale giovanile vocazionale” il Sinodo desidera qualificare la pastorale giovanile in ottica vocazionale e far diventare patrimonio di tutti i giovani il discernimento a proposito della propria missione nel mondo e nella Chiesa.

A partire dall’ottica del “discernimento”, frutto della laboriosità della fede, prende corpo l’idea e la specificazione di che cosa significa il “discernimento vocazionale”, tipico dell’età giovanile. Esso non avviene rinchiudendosi nella propria interiorità per cercare la propria identità in forma intimistica e autoreferenziale, ma esattamente aprendosi al senso e all’orientamento della propria esistenza in forma “estatica” ed “eccentrica”:

«Tante volte, nella vita, perdiamo tempo a domandarci: “Ma chi sono io?”. Ma tu puoi domandarti chi sei tu e fare tutta una vita cercando chi sei tu. Ma domandati: “Per chi sono io?”. Come la Madonna, che è stata capace di domandarsi: “Per chi, per quale persona sono io, in questo momento? Per la mia cugina”, ed è andata. Per chi sono io, non chi sono io: questo viene dopo, sì, è una domanda che si deve fare, ma prima di tutto perché fare un lavoro, un lavoro di tutta una vita, un lavoro che ti faccia pensare, che ti faccia sentire, che ti faccia operare. I tre linguaggi: il linguaggio della mente, il linguaggio del cuore e il linguaggio delle mani. E andare sempre avanti» (Veglia in preparazione alla XXXII Giornata Mondiale della Gioventù, 8 aprile 2017).

Già in Evangelii gaudium vi era un passaggio di grande lucidità sull’argomento quando, parlando dell’identità del cristiano, si dice che «io sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo» (n. 273). Un’affermazione molto forte e precisa: la missione non è un “fare”, ma un “essere”, cioè mi offre consistenza personale nella forma della generosità sistemica verso il prossimo.

Il passaggio dal “chi sono io?” al “per chi sono io?” è decisivo e segna un cambio di prospettiva radicale e imprescindibile. Questa mossa sinodale è kairologica, perché propone esattamente l’antidoto alla malattia tipica e specifica del tempo in cui siamo chiamati a vivere e operare dal punto di vista educativo e pastorale: il narcisismo sistemico, autistico e autoreferenziale.

Decisivo è aiutare ogni giovane, ma in verità ogni battezzato e in fondo anche ogni uomo di buona volontà a porsi la domanda giusta circa la destinazione della propria libertà, perché la questione della realizzazione della propria esistenza e della ricerca di una vita felice passa sempre attraverso la mediazione dell’altro: la domanda giusta da fare ai giovani non è “cosa devo fare per essere felice?”, ma “chi devo rendere felice perché io possa davvero trovare la felicità?”.

Qui si vede bene che ogni vocazione personale è una missione verso terzi e mai si riduce ad un monologo mortifero con se stessi. E mai e poi mai diviene una relazione a due con Dio. Anzi, è proprio il dialogo vocazionale con il Dio dell’alleanza e della misericordia che chiama per inviare e mai per restare.

La corresponsabilità apostolica con i giovani

Eccoci così giunti al cuore della proposta pastorale, che consiste sostanzialmente nel pensare ai giovani come ai protagonisti della missione della Chiesa. Effettivamente il soggetto dell’evangelizzazione, come ben ci ricorda Evangelii gaudium al n. 120, è la Chiesa nel suo insieme, perché

«in virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario (cfr. Mt 28,19). Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione e sarebbe inadeguato pensare ad uno schema di evangelizzazione portato avanti da attori qualificati in cui il resto del popolo fedele fosse solamente recettivo delle loro azioni»

E i giovani, in quanto battezzati, sono soggetti attivi della missione della Chiesa. Essi possono prendere consapevolezza della propria vocazione nella Chiesa solo nella forma della condivisione evangelica di vita e della corresponsabilità apostolica. Non è possibile entrare nel ritmo della fede al di fuori di un’esperienza ecclesiale coinvolgente che abbia la forma di un evento sempre inedito capace di generare simpatia, accoglienza e imitazione da parte dei giovani.

Questo è il punto qualificante della pastorale giovanile, perché il cristianesimo è nella sua essenza un evento di donazione e quindi esso “si impara” solo attraverso il contatto con una testimonianza capace di generare sequela e imitazione: non nel sapere teorico, né nel ripetere scolastico, né nel contemplare spirituale, ma nel servizio concreto, nell’esperienza della dedizione reale si fa esperienza di Dio, della sua Chiesa e del suo Regno che viene.

Si diventa discepoli del Signore nell’effettività della vita, attraverso la chiamata e l’esercizio concreto dell’apostolato, attraverso l’accoglienza di un invito percepito come parola non di uomini, ma che rimanda realmente a Dio. E questo impegno, che permette ai giovani di essere protagonisti, apre il campo a tutte le altre istanze della vita cristiana: da qui infatti sorge l’esigenza di una vita che sia moralmente all’altezza della missione, di una vita di fede capace di attingere all’essenziale, di una spiritualità apostolica, di una conoscenza dei contenuti della fede stessa.

La pastorale giovanile desidera fare dei giovani a cui è mandata dei soggetti impegnati in presa diretta nell’esercizio della vita cristiana, e non degli inoperosi, disinteressati e indifferenti destinatari: l’idea che i giovani siano soggetti passivi della pastorale giovanile è assolutamente da respingere, perché – in primo luogo – tradisce il cuore della proposta cristiana, che è certamente ricezione dell’iniziativa di Dio a favore nostro, ma, nella sua piena maturità, è altrettanto un impegno esplicito di attestazione esistenziale di un modo di vivere che si pone al servizio degli altri. In secondo luogo tale prassi non è per nulla rispettosa dell’età della vita del giovane stesso: un’età che richiede l’energica presa in carico della propria vita, caratterizzata dall’esercizio in prima persona della libertà e della responsabilità, dalla capacità di iniziativa personale in molti modi.

La necessaria fiducia e il grande guadagno

Questa strategia pastorale richiede un atteggiamento fondamentale nei confronti dei giovani: la fiducia e la speranza nei giovani stessi. Se questo atteggiamento manca nei responsabili della pastorale giovanile – e in generale nell’istituzione ecclesiale – non vi è possibilità di fare dei giovani dei soggetti della pastorale giovanile, e in fondo diventa quasi impossibile fare di loro dei discepoli del Signore.

L’accompagnamento necessario, il sostegno e la verifica – di fronte anche ai fallimenti a cui si può andare incontro – non possono far perdere la speranza sulle capacità e le possibilità dei giovani di essere protagonisti, di essere dei “giovani discepoli missionari”. Purtroppo il compito educativo e pastorale è colpito a morte quando siamo in presenza dalla perdita generale della fiducia e soprattutto della speranza, che, nel momento in cui aggredisce la fede e la carità, le svuota come da dentro della sua forza motrice.

Il peggior atteggiamento in assoluto per un operatore di pastorale giovanile è quello di non avere speranza nei giovani a cui è mandato.

Infine, il coinvolgimento corresponsabile dei giovani in ordine alla missione della Chiesa – nel momento in cui è adeguatamente accompagnato ed è interpretato con intelligenza – porta con sé un vantaggio di grande attualità proprio nel tempo in cui viviamo: il servizio generoso verso gli altri creano un naturale superamento dell’autoreferenzialità a cui è soggetto il nostro tempo, perché allontanano radicalmente il giovane da un’attenzione e da una concentrazione potenzialmente patologica verso la propria persona e lo costringono a confrontarsi e a misurarsi con l’altro da sé e a partire dall’altro da sé. Occuparsi degli altri, insomma, significa per lo meno distogliersi dalle proprie esigenze.

D’altra parte è decisivo affermare che la contestazione del principio narcisistico nella pastorale giovanile non può essere lasciato ad una enunciazione teorica, ma deve giungere a proporre ai giovani esperienze educative e pastorali di dedizione e di donazione – anche forti e discriminanti, se è il caso – in cui si sentono protagonisti e attori di una forma di servizio praticabile e a loro misura, su cui far crescere la loro responsabilità personale.

SALUTO DELL’ISPETTRICE, SR ELIDE DEGIOVANNI

(Superiora Provinciale)

Carissime sorelle, giovani e membri delle comunità educanti,

si apre un nuovo anno pastorale che si prospetta ricco e fecondo, perché donato da Dio che ancora una volta ci chiama ad essere suoi collaboratori e collaboratrici nel grande e delicato campo dell’educazione e dell’evangelizzazione. L’anno pastorale appena trascorso ci ha accompagnato nella preparazione al Sinodo sui giovani e nell’anno che inizia avremo la grazia di viverne la celebrazione. Sarà per la Chiesa, per l’Istituto e per l’Ispettoria una grande opportunità per continuare a rivolgere l’attenzione del cuore ai giovani e per accogliere con rinnovato slancio la missione educativa ed evangelizzatrice che ci è affidata personalmente, sì, ma sempre in comunione nelle nostre comunità educanti. Il leitmotiv che accompagnerà il cammino “Io sono una missione #perlavitadeglialtri” è un forte stimolo a ritornare alle radici più profonde della nostra vocazione. Ogni educatore ed educatrice salesiana si impegna seriamente nel cammino di fede e nella cura del rapporto personale con il Signore, perché é Lui che affida la missione e chiama ciascuno ad esprimerla con la testimonianza della propria vita “convertita”, cioè orientata a Dio “per la vita degli altri”. Radicati in Gesù noi siamo “prossimi”, come il buon samaritano della parabola evangelica da cui in questo anno ci lasceremo accompagnare e provocare. Vogliamo dare voce non alle tante parole, ma alla vita vissuta e condivisa.

Le tre parole
VOCAZIONE per una missione
CARITÀ unica via della missione
OBBEDIENZA disponibilità totale alla missione affidata a tutti

sono i temi che svilupperemo durante l’anno, ma soprattutto tre realtà che dovranno sempre più incarnarsi nella nostra vita di donazione, aiutando anche i giovani a noi affidati a farle diventare il perno del loro cammino. Percorriamo insieme con fiducia il cammino che ci è prospettato; diamo ospitalità prima di tutto nel nostro cuore e nelle nostre case alle persone e ai giovani che ci sono affidati. Invochiamo dal Padre il dono di un cuore docile per essere disponibili, senza “se” e senza “ma”, alla Sua Missione di Salvezza. Lasciamoci guidare dalla presenza di Maria e chiediamole di starci accanto per rendere sempre più viva e autentica la nostra vocazione salesiana e di educatori; preghiamola di aiutarci a essere veri strumenti della carità di Gesù.

Vi saluto con affetto e riconoscenza.

Sr Elide Degiovanni, Ispettrice

Le mafie nella politica e nel calcio: Calabrò lancia l’allarme

“Caratteristica imprescindibile di ogni organizzazione mafiosa è quella di non trascurare alcun ambiente che sia produttivo di ricchezza e denaro“.

 

È ’ quanto si legge oggi in un articolo di Piero Calabrò, magistrato per 36 anni (dal 1979 al 2015): un nome estremamente noto nella lotta per la legalità, non solo nell’ambiente calcistico. Presidente Fondazione  SDL (contenziosi contro banche, finanziarie ed equitalia) attualmente presidente della nazionale Italiana Magistrati, della commissione rischi della Fgci e dell’Ordine di Vigilanza del Gruppo Pellegrini (ex Presidente Inter).

Peraltro già Relazione conclusiva della Commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi, sottolineava anche ‘preoccupanti forme di contaminazione mafiosa del mondo dello sport’ e ‘in particolare del calcio italiano emerse dall’inchiesta parlamentare e che non possono essere sottovalutate’.

Diversi sono i canali in cui si realizza la contaminazione del sistema calcistico da parte delle organizzazioni criminali. Il primo è rappresentato dalle tifoserie ultras, un mondo in cui è frequente l’osmosi tra la criminalità organizzata, la criminalità comune e le frange violente del tifo organizzato, nelle quali si annida anche il germe dell’estremismo politico.

INSEGNARE LA LEGALITÀ

Uno degli appuntamenti “Progetto Legalità Brianza” che tra gli ideatori ha proprio Piero Calabrò, è una iniziativa realizzata on l’Associazione “Bang” che ha lo scopo di promuovere la cultura della legalità, della solidarietà e dell’ambiente.

 

La strategia adoperata per affrontare il fenomeno della violenza ultras tradizionalmente incentrata sulla fase del ‘controllo’ e del ‘contenimento’ ha indubbiamente prodotto efficaci risultati nel mantenimento dell’ordine pubblico, ma non ha impedito ai gruppi ultras di mantenere e rafforzare il proprio potere all’interno di alcuni settori degli stadi. Non sempre l’attività illecita o violenta dei gruppi ultras riceve la necessaria attenzione della polizia giudiziaria e della magistratura e questa tendenza a sottovalutare il fenomeno è diffusa anche nell’opinione pubblica. La forza di intimidazione delle tifoserie ultras all’interno del ‘territorio-stadio’ è spesso esercitata con modalità che riproducono il metodo mafioso. Inoltre, la condizione di apparente extra-territorialità delle curve ha consentito ai gruppi di acquisire e rafforzare il proprio potere nei confronti delle società sportive e dei loro dipendenti o tesserati. La situazione è ulteriormente aggravata, dal punto di vista delle società, dalla base sociale delle stesse tifoserie, formate, secondo le stime delle forze di polizia, da una quota non indifferente di pregiudicati, in alcuni casi vicini al 30 per cento del totale.

A Torino la ‘ndrangheta si è inserita come intermediaria e garante nell’ambito del fenomeno del bagarinaggio gestito dagli ultras della Juventus, arrivando a controllare i gruppi ultras che avevano come riferimento diretto diverse locali di ‘ndrangheta; in alcuni casi i capi ultras sono persone organicamente appartenenti ad associazioni mafiose o a esse collegate, come ad esempio a Catania o a Napoli; in altri casi ancora, come quello del Genoa o della Lazio, sebbene non appaia ancora saldata la componente criminalità organizzata con quella della criminalità comune, le modalità organizzative e operative degli ultras vengono spesso mutuate da quelle delle associazioni di tipo mafioso. I comportamenti violenti e antisportivi vengono utilizzati come armi di pressione e di ricatto nei confronti dei club. Facendo leva sulla responsabilità oggettiva delle società gli ultras di fatto scambiano la garanzia di partite di calcio tranquille con notevoli vantaggi economici (dai biglietti omaggio al merchandising ai contributi per le trasferte).

Un ulteriore canale di infiltrazione mafiosa non meno preoccupante, riguarda la proprietà delle società di calcio, che possono diventare un canale di riciclaggio di capitali di provenienza illecita, si veda il recentissimo caso del Foggia calcio, oltre che fonte di ulteriore arricchimento per le attività economiche e finanziarie connesse. Ma investire in una squadra di calcio consente alle organizzazioni mafiose di acquisire anche consenso sociale e prestigio che aprono le porte a importanti relazioni anche con le istituzionali locali.

Una necessità è irrobustire l’attività di prevenzione e di controllo e di trovare gli opportuni strumenti, normativi e organizzativo-amministrativi, per rendere tutti i soggetti del mondo del calcio consapevoli del rischio di infiltrazione mafiosa e attrezzati a fronteggiarlo insieme alle istituzioni. Le proposte di intervento normativo, già avanzate nella relazione tematica, sono riproposte nella relazione finale e vanno dal rafforzamento del DASPO, con la creazione di un DASPO ‘interno’ per le società all’introduzione del reato di bagarinaggio fino all’inasprimento delle sanzioni della giustizia sportiva.

Sul piano più generale della governance e dei controlli nell’ambito dello sport, si auspica un ruolo del CONI più incisivo sul rispetto delle norme sulla trasparenza delle proprietà delle società e della normativa antimafia; il rafforzamento degli organismi di vigilanza e degli organi inquirenti previsti dall’ordinamento sportivo (procura federale, procura antidoping, COVISOC, COVISOD); il reinserimento della disposizione sul controllo preventivo dei capitali esteri (c.d.‘emendamento Bindi’); la tracciabilità dei flussi finanziari con riguardo alla costituzione delle società di calcio, alla cessione delle quote, alle transazioni per l’acquisto dei calciatori estendendo i presidi antiriciclaggio anche alle società di calcio. Infine, la commissione sottolinea l’urgenza di regolare in maniera più stringente il sistema delle scommesse legali prevedendo in particolare un divieto assoluto per le partite dei campionati dilettantistici, particolarmente vulnerabili e più esposti al fenomeno del match fixing, senza escludere un allineamento della tassazione delle scommesse ai livelli delle altre operazioni commerciali.

Inoltre, nell’Italia settentrionale, se alcune aree sono risultate più accoglienti e attrattive di altre, rispetto alla penetrazione della mafia, ‘nessun territorio può essere più considerato immune’. E’ quanto si legge ancora nella Relazione. ‘Si tratta di un movimento profondo e uniforme che interessa la maggioranza delle provincie settentrionali, con una particolare intensità in Lombardia, e che è stato favorito fino a tempi recenti da diffusi atteggiamenti di sottovalutazione e rimozione.

La colonizzazione ‘ndranghetista si è affermata a macchia di leopardo con una particolare predilezione per i comuni minori, che per molte ragioni (i piccoli centri della Calabria sono le roccaforti delle ‘ndrine, è più facile mimetizzarsi e più bassa la soglia di attenzione delle popolazioni) sono risultati più facilmente espugnabili. In questa avanzata i clan calabresi non hanno seguito la legge delle metropoli del riciclaggio ma quella che nella relazione viene chiama la ‘legge dei fortini’.

Estate INPSieme: aperte le selezioni per 450 giovani

Estate INPSieme è una iniziativa dell’INPS che ogni anno  bandisce borse di studio per soggiorni estivi di vacanza e studio in Italia, della durata di una o due settimane, e all’estero, della durata di due settimane.È un’opportunità interessante in cui ai momenti ricreativi e sportivi si alternano varie attività culturali, gite e, soprattutto per l’estero, lo studio di una lingua straniera. Una iniziativa che permette inoltre ai giovani disabili  la possibilità di avvalersi di assistenza continua di personale qualificato, con costi a carico dell’Istituto di Previdenza Sociale.

“Proprio in quest’ottica – spiega Stefano Pigolotti, professional coach –   le agenzie incaricate stanno reclutando personale da formare o qualificato che possa supportare l’iniziativa. Tra queste Phoenix Travel, del Gruppo San Marino Tourservice,  sta cercando giovani da destinare, in qualità di group leader o accompagnatore, ai soggiorni studio all’estero e alle vacanze in Italia organizzate dal Gruppo.

Requisiti indispensabili sono aver compiuto almeno 23 anni per i soggiorni studio all’estero e 21 anni per quelli in Italia, essere in possesso del diploma di scuola secondaria superiore e garantire una disponibilità minima di 15 giorni, dalla fine di giugno alla fine del mese di luglio.

L’operatore è anche alla ricerca di medici laureati ed iscritti all’Albo, che abbiamo una discreta conoscenza di una o più lingue tra inglese, francese, spagnolo (per centri all’estero) e la predisposizione al lavoro con gli adolescenti e al lavoro in team. L’età massima per candidarsi è di 60 anni.

Le giornate di recruiting

Tutti i candidati selezionati saranno invitati a partecipare a un incontro di selezione e formazione gratuito, della durata di un giorno, tenuto dal personale del t.o. che si terrà in diverse città italiane a partire dal mese di aprile.

La prima tappa delle selezioni è Milano sabato 7 aprile per le posizioni aperte all’estero, seguita da Roma il 13 aprile. Sempre nella Capitale il 13 maggio si terrà la selezione per le figure professionali da impiegare in Italia. Altre giornate sono previste a Napoli, Bologna, Bari, Cagliari e Catania.

Workshop a Torino sul riuso creativo: dalla bioarchitettura all’economia circolare

“Se cambi il modo di vedere le cose, le cose che vedi cambiano!”
Matteo Noceti
Vetro, plastica, legno, carta, cartone e altri materiali sono troppo preziosi per gettarli via: materiali che potremmo recuperare e riutilizzare grazie al riuso creativo per dare vita a molti progetti. 
Grazie al riuso creativo possiamo realizzare nuovi vestiti e accessori per noi e per la nostra casa, giocattoli per bambini, cucce per gli animali domestici, vasi per il nostro orto, cornici e portaoggetti, tappetini, tendaggi, mobili fai-da-te e tanto altro ancora.
Reland è nata proprio per sviluppare i concetti alla base dell’economia circolare, quella secondo la quale i “rifiuti”non sono da considerarsi scarti bensì futuri oggetti di quotidiana utilità.
Basatosi inizialmente sullo studio della Bioarchitettura Earthship, con il tempo il progetto si è evoluto, ampliando il proprio raggio d’azione all’intero mondo dei materiali di scarto come elementi di uso quotidiano, artistici e di design.

WORKSHOP A TORINO  SUL RIUSO CREATIVO E… GIOSTRA MUSICAL 
Sabato 17 marzo 2018
OffGrid Italia
Via Santa Maria Mazzarello 30 int. 23 – Torino
ore 9.00 -18.00

Il workshop del 17 marzo vi darà un’ottima occasione, oltre a conoscere il progetto, anche per presentare “La Giostra Musical”, spettacolo sviluppato da giovani autori ed artisti emergenti, in collaborazione al Museo dell’Ambiente di Torino.

Discipline che abbiamo incluso nel progetto di punta dell’associazione: Reland parco sperimentale. La Giostra Musical racconta il tema del cambiamento esistenziale dei personaggi, dal successo alla disgrazia e il loro cambio di prospettiva. 

Una storia inedita (e già questo fa notizia, in Italia), musiche autoprodotte e soprattutto scenografie realizzate esclusivamente con materiali di recupero.  I personaggi migliorano la loro condizione di vita come i materiali di scarto trasformati acquisiscono la dignità perduta come elementi di design. 
Esattamente quello che succede a molti rifiuti, a cui si nega una seconda opportunità. Questa analogia tra il decadimento personale e quello materiale ha convinto i due gruppi a collaborare per dare vita ad un progetto in comune.
Passione, soddisfazione e motivazione sono alcune delle leve che dovrebbero muovere il mondo. Spinti da queste potenti energie, OFFGRID e la Giostra Musical, due realtà torinesi con scopi apparentemente diversi, hanno messo insieme le loro unicità per dare vita ad un incredibile workshop di riuso creativo.

Il workshop ti permetterà di costruire gli arredi per la scenografia di un musical, con materiale di scarto. OFFGRID Italia sensibilizza costantemente sui temi del vivere a basso impatto ambientale quali la bioarchitettura, il design e il riuso creativo. 

In questo modo, chiunque potrà provare la soddisfazione di trasformare un materiale inutilizzato da problema a risorsa che viene valorizzata e ricollocata.

Il menu è ricco, l’appuntamento è fissato: ci vediamo sabato 17 marzo presso OffGrid Italia in Via Santa Maria Mazzarello 30 interno 23, ore 9 a Torino.

 

Verranno costruiti gli arredi per la scenografia dello spettacolo. Inizio ore 9 fine ore 18. 

Fasi del workshop: 
  • breve introduzione al musical
  • lettura e presa visione delle bozze e dei disegni degli scenografi
  • divisione materiali per ogni elemento scenografico
  • assegnazioni: poltrone, luci ribalta, lampade, sedute assemblaggio materiali (pneumatici, telai bicicletta, pallet) decorazioni e rifiniture

Ingresso gratuito