“In un Paese come l’Italia – spiega il Prof. Stefano Pigolotti – dove le micro e piccole imprese sono la grande maggioranza del tessuto produttivo nazionale, la figura dello startupper è, se possibile, più importante che altrove. Per quanto riguarda i giovani che intendano mettere su impresa, l’aspetto principale è legato all’alto numero di compiti che un imprenditore deve svolgere, resa difficoltosa per il basso numero di persone a cui delegare gli stessi”.
In Piemonte lo sappiamo, Tanto che il Politecnico di Torino ha costituito, ormai da circa 20 anni (1999) l’I3P, il principale incubatore universitario italiano e uno dei maggiori a livello europeo, come più volte certificato dal ranking internazionale UBI Index.
Un punto di vista autorevole quello espresso da Pigolotti, capace di guardare da un’ottica privilegiata il mondo delle imprese di oggi: e spiega che:
La “digital transformation” coinvolgerà sempre più tutti i settori industriali ed è fondamentale per le nuove imprese innovative che intendano raggiungere il successo. Una startup deve anticipare le esigenze del mercato crescendo con nuovi profili professionali al proprio interno che possono aiutare a gestire la rivoluzione in atto.
Quali sono allora le principali difficoltà di chi avvia una startup innovativa? Lo abbiamo chiesto a Stefano Pigolotti, – che durante gli ultimi anni ha formato centinaia di giovani imprenditori e startupper – da noi incontrato a febbraio di quest’anno insieme al Prof. Marco Novarese – docente di economia comportamentale dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.
La frase “non ho le persone adeguate a cui poter delegare” – spiega Pigolotti – accantona il problema della delega sublimandolo in uno spazio generico al di fuori del controllo personale, dove la soluzione implicita è quella di un maggiore controllo sull’intera organizzazione aziendale. Il problema si pone maggiormente quando l’impresa è matura, e il ruolo dell’imprenditore dovrebbe passare da quello di sorvegliante di ogni processo produttivo a motore delle spinte evolutive, necessarie per l’espansione aziendale.
Ma come fare? A Torino il problema di dar vita ad una startup si è reso avvicinabile grazie agli incubatori di impresa del Politecnico di Torino e dell’Università degli Studi di Torino. Un affiancamento ottimale per i giovani imprenditori che non è sufficiente, se pensiamo agli alti fallimenti di impresa.
Tra le caratteristiche delle neo-imprese vincenti – spiega il docente , stabili e con un futuro roseo davanti a loro, anche se di piccole dimensioni, troviamo:
Questi aspetti sono alla base di un’azienda di successo, e il neo-imprenditore deve puntare a ottenere tutti questi aspetti, delegando alle persone competenti gli aspetti che non riesce a seguire personalmente, ma mantenendo sempre un contatto e un confronto diretto.
È bene sottolineare l’importanza del feedback dei clienti, che possono proporre linee evolutive e innovazioni differenti rispetto a quelle promosse dall’azienda stessa. L’innovazione, specialmente in questi ultimi anni di veloce crescita tecnologica, è fondamentale per mantenere l’azienda competitiva, risparmiando risorse che possono essere quindi investite per la realizzazione di nuovi prodotti e di nuovi investimenti, anche e soprattutto di formazione delle persone che lavorano per l’azienda.
La formazione di un team di lavoro efficace ed efficiente è legata anche alla collaborazione nella gestione dell’azienda stessa. In questo la delega alle persone giuste è fondamentale, per poter far evolvere sia il personale interno all’azienda che l’azienda stessa. Sembra facile, ma tutto ciò richiede un buon lavoro in da parte dell’imprenditore, che deve essere disponibile ad affrontare un evoluzione personale mettendo in atto alcune strategie che prevedono un’evoluzione personale.
Di seguito alcuni consigli di Stefano Pigolotti:
Conoscenza di se stessi
Per diventare persone di successo, è necessario conoscere a fondo i propri punti di forza e i propri limiti. Se non conosciamo noi stessi, è impossibile impostare un percorso che ci aiuti a puntare sui primi e lavorare sui secondi
Passione
La passione è fondamentale, essa ci consente di esprimere al massimo le nostre potenzialità. L’optimum sarebbe saper trasformare le proprie passioni nel proprio lavoro è la strada principale e più facile per avere successo nel proprio lavoro.
Niente fretta
Di fronte a una scelta importante, specialmente se si tratta di investimenti, la fretta è una pessima consigliera. Valutare attentamente pro e contro consente di fare scelte razionali e ponderate.
Studiare, sempre
Il mercato del lavoro attuale ha al suo centro la formazione continua delle persone. Raggiungere il successo è anche una questione di evoluzione personale e culturale, ed è ugualmente importante formare le persone con le quali si lavora, in modo da creare un team preparato ad affrontare le attività fi ogni giorno. l
Circondarsi di validi collaboratori
Conoscere e frequentare persone che stimolino la crescita personale e la spinta personale verso il successo è fondamentale, circondarsi di “yes man” sarebbe inutile e controproducente. La followship è un’importante caratteristica nel team-work che garantisce al leader sostegno e stimoli costruttivi in grado di portare l’intero team al raggiungimento dei risultati prefissati.
Cura te stesso
Potrai avere idee di successo, avere intorno le persone giuste, avere fra le mani l’invenzione che cambierà le vite di tutti per i prossimi anni, ma non dimenticare di avere cura di te e della tua immagine, sia fisica che online. Le idee di successo sono strettamente legate a chi le ha, e il personal brandig è fondamentale.
Definisci i tuoi obiettivi
Puntare al successo è facile, raggiungerlo no. Definire obiettivi sostenibili che, un passo alla volta, portino al successo, è parte della strada per ottenerlo.
GLI ERRORI DA EVITARE …
Nella seguente infografica, gli errori più frequenti che commettono gli startupper. Errori dovuti alla sottovalutazione dei problemi, a una visione limitata, a corto raggio.
Come si nota dalla grafica, il primo errore è non avere un team smart e innovativo almeno quanto il fondatore.
Il team di ogni impresa fa di quella una impresa vincente, fa la differenza nella fase di proposizione, ovvero quando bisogna trasformare un’idea in un progetto d’impresa strutturato e portarlo al successo.
All’interno della startup bisogna costruire un team multidisciplinare con competenze diversificate e utili per creare e sviluppare un business. Ad esempio è inutile avere solo progettisti e nessun incaricato al marketing del prodotto: in una impresa i compiti devono esser chiari e separati, anche per evitare sovrapposizioni e incomprensioni.
Nel business plan l’attenzione degli investitori è sempre fortemente focalizzata su questo aspetto. Ma attenzione: è importantissimo che esista sintonia tra i componenti del team, solo così tutti saranno entusiasti di dedicare tempo e sfrzi che di solito nelle startup sono maggiori di quelli in ogni altro incarico: un team capace di infondersi sicurezza ma anche sostenere sacrifici comuni. Come afferma Guy Kawasaki nel suo libro The art of the start 2.0, “Recruit to build, not to fund” ovvero non è sufficiente avere un co-founder solo perché è uno che investe soldi nell’idea di impresa: è importante che condivida la mission di tutto il progetto. Un altro aspetto, ancora sottovalutato nella formazione di un team, è la presenza di persone di genere diverso: una donna ad esempio con una visione cosiddetta soft skill, può portare avanti interessi della società altrimenti inespressi e fornire spunti per creare nuovi servizi e obiettivi a medio lungo termine.
UN ESEMPIO DA IMITARE
Jeff Bezos, fondatore di Amazon (attualmente una delle aziende con il fatturato più alto al mondo, è riuscito nell’intento di modellare la sua startup portandola da un semplice negozio virtuale di vendita di libri in un colosso della logistica, con una presenza in ogni Paese del mondo. Oggi diventata anche casa di produzione cinematografica è considerato il nuovo Re Mida, tutto quel che tocca diventa oro, se pensiamo anche alle realtà che Bezos ha incamerato lungo la sua strada, da Whole Foods al Washington Post. Tra i consigli per giovani startupper, ci sono quelli dei suoi principali collaboratori, come Nadia Shouraboura che con “non preoccuparsi del denaro” spiega come la qualità del servizio sia la cosa più importante per il successo aziendale. Nel caso di Amazon il mantra si traduce in “spedite tutto il più velocemente possibile; non perdete un singolo ordine”. La maggior parte delle aziende afferma che il cliente è la cosa più importante, ma farà comunque quello che è giusto per l’azienda. Jeff, invece, fa veramente ciò che è giusto per il cliente”.
La trasformazione dalla vecchia alla nuova economia non si è ancora conclusa del tutto: alcune professioni sono già obsolete e altre lo saranno nei prossimi anni, sostituite da nuove mansioni legate soprattutto al mondo digitale. Social media manager, Lead generation manager, Storyteller, Data Scientist… sono queste alcune delle figure già richieste dalle imprese. Oggi all’interno delle aziende mancano ancora alcune di queste professionalità, dovuta al fatto che esiste anche una diffusa ignoranza da parte delle aziende che cercano persone con esperienza sia nel campo di attività specifico sia nel digitale. Professionalità che ancora non esistono e che si possono creare solo utilizzando gli adeguati strumenti formativi. Formazione che si è totalmente trasformata negli ultimi anni; la formazione “come si faceva una volta”, con il docente in cattedrà in aula e gli studenti dall’altra parte, è destinata a finire. Oggi si studia e si lavora con modalità diverse. Pensiamo ad esempio alla realtà virtuale, che permette di apprendere esperienze in tempo reale, oppure alla formazione esperienziale che, pur non eliminando in toto metodologie e strumenti tradizionali, li utilizza per rendere più solido l’apprendimento aumentando le opportunità di comportamenti tratti dalla realtà lavorativa, o anche che agli outdoor training, che si svolgono in spazi aperti, nella natura, in luoghi diversi e distanti dalla realtà aziendale. Insomma: un mondo quello delle imprese in continua ed in esorabile trasformazione.
Domani mercoledì 12 luglio 2017, alle 12.00, presso il Salone del Rettorato (Via G. Verdi 8 Torino), il Rettoredell’Università di Torino, Gianmaria Ajani presenterà alla stampa il think tank Long-Term [email protected]([email protected]), la nuova iniziativa dedicata agli investimenti di medio e lungo termine, realizzata da Unito in collaborazione con alcuni dei maggiori market player del settore.
Interverranno, tra gli altri, i rappresentanti dei fondatori/sponsor:
Il finanziamento degli investimenti di lungo termine e – di conseguenza – della crescita economica è un obiettivo fondamentale di politica economica ed è al centro dell’agenda di G20, G7; OCSE. La disponibilità futura di tali finanziamenti, anche a causa dell’indebitamento degli stati sovrani, è in dubbio. Soltanto gli Investitori Istituzionali – che investono con un orizzonte di lungo periodo – possono colmare il gap tra tali esigenze di finanziamento e la scarsità di fondi ad esse dedicati,, garantendo al tempo stesso stabilità al sistema finanziario. In questo contesto socio-economico l’Università di Torino, insieme a partner privati, tra cui Collegio Carlo Alberto, Compagnia di San Paolo, Equiter, Ersel SpA, Fondaco, Intesa Sanpaolo, Reale Group, ha istituito a Torino il think tank Long-Term [email protected] ([email protected]), che permetterà di affrontare e sviluppare le tematiche legate all’investimento di lungo periodo, attraverso:
– ricerca, uso sofisticato di dati, divulgazione e formazione
– i migliori esperti internazionali nel campo economico-finanziario, individuati con bandi competitivi
Alle ore 16.00 nell’Aula Magna del Rettorato si terrà la presentazione ufficiale di [email protected] con il seguente programma:
16.00 Saluti
Gianmaria Ajani, Rettore Università degli Studi di Torino
Francesco Profumo, Presidente Compagnia di San Paolo
16.15 Il think tank Long-Term [email protected] ([email protected])
Gianmaria Ajani, Rettore Università degli Studi di Torino
16.45 Long Term Investors: Opportunità e Sfide
Domenico Siniscalco, Vice Chairman e Country Head Italy, Morgan Stanley
Dario Focarelli , Direttore Generale Research e Regulation, ANIA
Moderatore: Marco Zatterin, La Stampa
17.30 Presentazione Partner: tba, Equiter; Guido Giubergia, Ersel Spa; Davide Tinelli, Fondaco; Nicola Fioravanti, Intesa Sanpaolo Vita; Davide Raimondo, Banca Reale
Moderatore: Marco Zatterin, La Stampa
18.15 – 18.30 Q&A
Oggi, lunedì 29 maggio, alle ore 11.00 nell’Aula 29 maggio, alle ore 11.00 nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale (Via Verdi 8, Torino) è stato presentato l’Atlante del Cibo di Torino Metropolitana, il progetto interateneo, promosso da Università, Politecnico e Scienze Gastronomiche in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino, che rappresenta una ricerca transdisciplinare ad oggi unica nel suo genere poiché raccoglie un repertorio di rappresentazioni, info-grafiche, video, testi, ricerche, articoli, a disposizione del cittadino e funzionali ad un’analisi e rappresentazione del “sistema cibo” di Torino e Provincia.
L’obiettivo, è produrre nuova conoscenza sul sistema alimentare metropolitano, aggregando e sistematizzando le informazioni già esistenti e proponendo una visione di crescita che avvalori le potenzialità del territorio.
A tal fine è necessario individuare e definire gli attori, le risorse, i flussi di materia, energia e conoscenza, gli spazi e le relazioni che costituiscono il sistema stesso e di cui si ha, attualmente, poca consapevolezza. Come sottolinea il coordinatore del progetto prof. Egidio Dansero dell’Università degli Studi di Torino: rifacendosi a una delle eredità di Luigi Einaudi, è necessario “conoscere per deliberare” e dunque su può partire dal cibo per rileggere una molteplicità di politiche, azioni, progettualità, grandi e piccole, istituzionali e non che agiscono nel torinese e possono concorrere nel definire l’orizzonte delle politiche locali.
Dunque la ricerca, dal respiro pluriennale e che aspira a diventare un modello replicabile in altri contesti, vuole rispondere al bisogno conoscitivo (che emerge non solo a livello locale, ma anche internazionale) e di messa in rete di attori, sotteso alla volontà di supportare la progettazione di politiche alimentari della città metropolitana e di migliorarne la gestione ordinaria del sistema produttivo e distributivo.
L’Atlante, è uno strumento di narrazione, di analisi, di monitoraggio, attraverso processi di mappatura e funzioni che consentono la connessione d’informazioni esistenti, con la possibilità di effettuare approfondimenti tematici, geografici e culturali, per riflettere sul sistema territoriale del cibo. Ambisce ad accrescere la consapevolezza tra la cittadinanza e i decision-makers, creando nuove occasioni di dialogo, confronto e condivisione degli obiettivi per un benessere diffuso.
Durante la mattinata di lavori è stato presentato il Primo Rapporto sullo stato del sistema del cibo di Torino prima edizione di uno strumento che diventerà un vero e proprio osservatorio per le dinamiche territoriali legate al cibo a Torino, con rapporti periodici e approfondimenti tematici.
La prima edizione del Rapporto contiene riflessioni su diversi temi raccolti in 37 schede specifiche (corredate da cartografia e infografiche), dalle produzioni agricole all’allevamento, dalle mense scolastiche ai prodotti tipici ed eccellenze enogastronomiche, finalizzate a descrivere e interpretare gli elementi più rilevanti dello stato attuale del sistema del cibo di Torino a scala variabile, da quella di quartiere a quella regionale.
La banca dati conoscitiva che costituisce l’Atlante ci restituisce un quadro ricco d’informazioni sui flussi e le dinamiche del sistema alimentare locale, una visione di sistema rispetto all’analisi delle singole componenti che ci può portare a progettare relazioni di valore che narrano di una qualità di sistema, osserva il prof. Franco Fassio dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche e Consigliere Nazionale di Slow Food Italia.
Una sezione del sito offre inoltre la possibilità di accedere ad un processo di mappatura partecipata che utilizza il social network civico “First Life” sviluppato dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino.
L’Atlante del Cibo dunque può essere utile a chi interviene nella regolamentazione e valorizzazione del sistema alimentare territoriale, a chi indaga la sua sostenibilità, a chi opera nelle diverse fasi che vanno dalla produzione alla gestione dei rifiuti e dello spreco, a chi semplicemente è curioso di conoscere meglio il sistema del cibo torinese.
Mette a disposizione una prima serie d’informazioni, verificate, trasparenti e aggiornate, che possono aiutare a progettare nuovi prodotti e servizi, e più in generale, ad attivare sul territorio un processo d’innovazione culturale: un terreno nel quale possono crescere nuove idee, modelli di business, orientati ad una sostenibilità di sistema, evidenzia il prof. Paolo Tamborrini, di Design Politecnico di Torino.
Sull’area metropolitana di Torino (considerando una popolazione di circa 1,5 milioni di abitanti, relativa all’area metropolitana ristretta) vengono consumati quotidianamente circa 1.600 tonnellate di cibo all’anno, delle quali 600 di prodotti ortofrutticoli, 400 di cereali e derivati, 300 di prodotti lattieri caseari, 200 di carne e 65 di pesce. Nonostante una richiesta crescente di prodotti biologici, specie in riferimento alla domanda costituita dalla ristorazione scolastica con i suoi 8 milioni di pasti annuali, la percentuale di superficie agricola dedicata al biologico attualmente è pari a 1.839,31 ha, corrispondenti allo 0,88 % della superficie agricola utilizzata (SAU) complessiva. La distribuzione del biologico è decisamente eterogenea: nella coltivazione di riso il modello produttivo del biologico riguarda il 23,6% della SAU, in altre produzioni, quali ad esempio quella cerealicola è limitato ad uno 0,5%. E’ comunque interessante notare come l’attuale superficie in conversione, 1591 ha, sia quasi pari al totale della superficie coltivata con metodi biologici già esistente.
Altro dato particolarmente rilevante riguarda il ruolo dell’agricoltura periurbana e di quella dei territori immediatamente circostanti all’area metropolitana nei canali di vendita alternativi alla grande distribuzione organizzata fondati sulla vendita diretta (mercati dei contadini, gas, etc.).
Le aziende dell’area metropolitana che vendono direttamente i propri prodotti sono infatti il 36 % del totale, percentuale decisamente più alta del dato regionale (12 %) e che raggiunge il 58 % se si considerano solo le aziende situate nel comune di Torino (dati Censimento dell’Agricoltura 2010).
Dal punto di vista della distribuzione, il sistema del cibo di Torino è caratterizzata dalla compresenza di canali tipici del sistema convenzionale industrializzato (Gdo, mercati all’ingrosso) e di un numero di mercati alimentari (ben 42 circa, ogni giorno), caratterizzati anche dalla vendita diretta da parte dei produttori, senza pari in Italia, in rapporto alla popolazione.
A Torino ogni giorno vengono organizzati oltre 40 mercati comunali, nella maggior parte dei quali sono presenti banchi di produttori agricoli (oltre 300 ogni giorno), provenienti in gran parte da territori compresi in un raggio di 50-70 km dalla città, che vendono direttamente i propri prodotti
Nel solo comune di Torino, sono inoltre presenti circa 70 Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) e 15 farmers’ market, oltre a una decina di botteghe specializzate nella vendita di prodotti di filiera corta.
All’altro capo del sistema urbano del cibo si collocano gli scarti: si può stimare che ciascun torinese produca circa 110 kg/anno di rifiuti organici, (dei quali entra nel circuito della raccolta differenziata il 50%) derivanti dal consumo alimentare, ai quali bisogna aggiungere i rifiuti da imballaggio (dati Provincia di Torino, 2012).
A Torino e in Piemonte il tema del cibo riveste storicamente un ruolo di primo piano: il settore dell’enogastronomia e della ristorazione di eccellenza rappresenta, infatti, un asset maturo della città, soprattutto in termini di valorizzazione del territorio e sviluppo turistico. Basti pensare alla rete di produzioni di qualità (vino, cioccolato, prodotti da forno), alla presenza di grandi mercati (fra tutti Porta Palazzo) e alle relative competenze e saperi che costituiscono un capitale materiale e immateriale di grande rilievo.
Il processo di auto-riconoscimento di queste dotazioni, può contribuire alla definizione delle specificità del sistema alimentare di Torino Metropolitana, allo sviluppo delle sue componenti urbane e rurali, all’individuazione di percorsi ad hoc di valorizzazione, ad attivare processi di visibilità anche internazionale se pensiamo ad eventi gastronomici e allo stesso tempo culturali come Terra Madre Salone del Gusto.
Il cibo è infatti una delle risorse strategiche sulle quali si sta ridefinendo il ruolo della Torino post-industriale, tanto verso l’interno quanto nelle reti urbane internazionali, sia da un punto di vista materiale (attività economiche, trasformazioni urbane, flussi, etc.), sia sotto l’aspetto simbolico e di costruzione di una nuova immagine della città.
Nell’architettura e nel design contemporaneo la sproporzione evidente che intercorre tra domanda ed offerta ha assunto dimensioni tali da farle ormai sembrare nella più parte dei casi prive di effettive connessioni. Per ristabilire il necessario equilibrio, NEST parte dalla domanda stessa, proponendosi di formare una nuova committenza consapevole, capace di considerare il design come linguaggio.
.
Tutte le info su http://www.nest.city/it/
.
L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea è un evento negativo dal punto di vista di un’unione che – pur non essendo perfetta – è garante di pace, libertà e solidarietà. Ora più che mai è necessario analizzare i rischi e le opportunità per l’Italia ed il resto dell’Europa.
Non bisogna d’altronde dimenticare che ci saranno anche rischi e costi aggiuntivi nel medio termine. L’essenziale di queste sfide è la velocità con cui le nostre aziende ed il nostro governo sapranno rispondere.
.
Sarà l’occasione per dotarsi di elementi utili a capire cosa sta succedendo ai mercati europei ancora scossi dal risultato del referendum nel Regno Unito.
.
È necessario confermare la propria partecipazione entro l’8 luglio a [email protected] oppure [email protected]
.
CONFAPI e API Torino partecipano al progetto europeo MobiliseSME (Mobilities for professionals and qualified employees of MSMEs).
Si tratta di un’occasione importante per migliorare i rapporti con gli altri Paesi dell’Ue attraverso la mobilità transfrontaliera dei dipendenti di micro, piccole e medie imprese.
Obiettivo del progetto è dare vita ad un meccanismo stabile di mobilità per dipendenti di PMI analogo al programma Erasmus per gli studenti universitari. E’ una importante opportunità per le imprese che vogliono aprirsi all’Europa.
L’iniziativa prevede la compilazione di un breve questionario, che rimarrà anonimo.
PARTECIPA AL SONDAGGIO (entro venerdì 8 luglio)
Chi lo desidera, può indicare nel sondaggio l’indirizzo di posta elettronica per ricevere più informazioni sul programma di scambio.
Ulteriori dettagli possono essere richiesti anche al Servizio Relazioni Internazionali (tel. 011 4513.276/209 – [email protected]).
In questi giorni in Europa si sta dibattendo sulla possibilità di sospendere il trattato di Schengen che finora aveva garantito la libera circolazione dei cittadini europei all’interno del suo spazio dando sostanza al processo di integrazione.
Le motivazioni avanzate per invocare la restrizione del trattato sono differenti tra Stato e Stato.
C’è chi lo chiede in nome della sicurezza nazionale, chi per arginare il problema dei rifugiati, chi invece per ripristinare una sovranità interna ceduta a fatica nel corso degli anni. Quale che sia la ragione, l’eventualità che venga sospeso mette a serio rischio il progetto europeo più di quanto si possa immaginare. Per gli europei, che vedono così ristretto lo spazio dei propri diritti, ma anche per i cittadini extra europei, che giungono in Europa per cercare lavoro o salvezza dalle ormai molte situazioni di rischio e che cercano in Europa la libertà e la solidarietà su cui si fonda il suo progetto.
Il Dipartimento di Culture, Politica e Società (CPS) è sensibile a questo tema e intende contribuire a elaborarlo avendo al suo interno studiosi che da punti di vista differenti stanno problematizzando la complessità dei rapporti interni ed esterni all’Europa.
Da un anno si è costituito il centro TO-EU che raccoglie intorno a sé una tradizione di studio sulle questioni europee, si sono siglate convenzioni con le istituzioni europee, si sono avviati progetti di ricerca e potenziate iniziative formative.
Con questo primo incontro il CPS intende avviare una serie di iniziative rivolte, oltre che agli studenti, a chi contribuisce a formare il dibattito pubblico – giornalisti e insegnanti in primo luogo – per restituire alla Città i prodotti della ricerca e del lavoro intellettuale, promuovendo uno spazio pubblico di confronto allargato sui temi più urgenti al centro dell’attualità.
Per le iscrizioni cliccare qui
Il Video Seminar, organizzato da Unicredit con Google Italia, fornisce alle imprese un focus per comprendere meglio il ruolo del digitale per l’export e le strategie pratiche da intraprendere per raggiungere i nuovi mercati.
In particolare, l’incontro del 16 febbraio, tenuto Andrea Menè (Sales Manager di Google Italia), dedicherà la prima parte al contesto di riferimento, già molto cambiato rispetto a poco più di un anno fa, saranno poi illustrati i tools a disposizione delle imprese per strutturare un posizionamento strategico nei mercati esteri attraverso esempi conc.reti e dimostrazione in diretta dell’utilizzo dei tools
Si tratterà di un incontro on line in cui il relatore di Google Italia, sarà collegato in diretta audio/video con le sale attivate presenti su tutto il territorio nazionale. API Torino è stata identificata come una di queste sedi.
Per le iscrizioni cliccare qui
Per maggiori informazioni, è possibile contattare il Servizio Credito e Finanza di API Torino al numero 011.4513203 oppure scrivere a [email protected] o cliccare su questo link
.
.
“È certamente un progetto avveniristico, che va visto con gradualismo. Ma a Torino si parte con un progetto ferroviario che collegherà l’Europa e l’Asia. Una super metropolitana mondiale, una metropolitana della pace”.
“Lo scopo istituzionale del Forum – ha spiegato Ernest Sultanov, coordinatore dell’iniziativa, che ha introdotto i lavori – è di coinvolgere i sindaci delle città situate negli snodi principali della futura linea ferroviaria veloce, per fare in modo che la cultura della mobilità fisica come fattore di mobilità sociale e di sviluppo venga recepito innanzitutto dal basso, a partire dalle popolazioni, e diventi poi strumento di pressione nei confronti dei governi per spingere la realizzazione di questa sorta di metropolitana della pace”.
Il dott. Piero Calabrò lascia l’incarico in magistratura per occuparsi a tempo pieno di illeciti bancari in difesa dei correntisti e a fianco della più importante società di settore.
.
Brescia – L’Assemblea degli azionisti di SDL Centrostudi S.p.A., società specializzata nell’analisi dei contenziosi con il sistema finanziario-bancario, dopo aver ringraziato il Presidente uscente Dott. Pierfelice Minoia per il lavoro svolto a favore della Società ha provveduto alla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione per il triennio 2015-2018 che risulta così composto: Piero Calabrò, Sandro Musso e Pierfelice Minoia che mantiene anche la carica di Direttore Commerciale.
:
La carica di Presidente viene assunta dal dott. Piero Calabrò che, lasciata la carica di Magistrato e Giudice del Tribunale di Lecco, pone la sua nuova attività di Legality Manager al servizio di SDL Centrostudi S.p.A.
:
Nato a Desio (MI) da madre lombarda e padre calabrese, Piero Calabrò, dopo il liceo scientifico a Monza, si iscrive all’Università degli Studi di Milano e contemporaneamente ottiene un incarico triennale presso un primario istituto bancario nazionale. Questa prima esperienza di lavoro fornirà i primi stimoli ad occuparsi dei fenomeni e delle problematiche operative del sistema bancario. Laureatosi giovanissimo a 23 anni in Giurisprudenza, fa il suo ingresso in magistratura ad appena 25 anni, diventando nel 1979 il più giovane magistrato italiano e prestando giuramento durante la storica Presidenza della Repubblica di Sandro Pertini. In magistratura si è quasi sempre occupato del settore civile (con una prestigiosa escursione nel settore penale quale componente del “Tribunale dei Ministri”), emettendo svariate importanti sentenze che hanno contraddistinto il suo percorso professionale, tra le quali la più celebre rimane quella sull’anatocismo bancario del 1999 che, dopo circa 40 anni di sentenze negative della Corte di Cassazione, contribuì in modo determinante a invertire detta tendenza e a sanzionare come illegittimo tale modus operandi delle banche.
Il dott. Calabrò, dopo 36 anni di carriera in magistratura, intende mettere la propria esperienza al servizio di altri settori, quale quello che contraddistingue l’attività di SDL Centrostudi, operando in modo tale da imporre al sistema bancario il pieno e incondizionato rispetto delle regole.
.
“Sono al tempo stesso onorato ed entusiasta – conferma il dott. Piero Calabrò – rispetto a questo nuovo impegno professionale, che consentirà di mettere la mia lunga esperienza di magistrato e le conoscenze acquisite al servizio di nuovi settori ove è necessario garantire il rispetto delle regole e l’affermazione del principio di legalità.”
.
“È un onore – dichiara l’Avv. Serafino Di Loreto – che un uomo di così specchiata integrità e competenza giuridica quale il dott. P. Calabrò guidi in futuro l’SDL Centrostudi S.p.A. per proseguirne l’impegno nel mercato nel segno del diritto e della legalità dalla parte di chi viene vessato da comportamenti illeciti.
SDL è una realtà commerciale ma i suoi prodotti sono al servizio di ogni utente che necessiti di meritato sostegno. Sono sicuro che lo spessore umano dell’uomo unito alla competenza specifica anche in diritto bancario e finanziario saprà far fare altri progressi ad una realtà societaria che da anni è leader ed esempio in questo settore.”
.
Il dott. Stefano Pigolotti afferma infine che “Un ulteriore ed importante passo evolutivo è stato fatto nel percorso di SDL Centrostudi S.p.A. Il dott. P. Calabrò quale nuovo presidente del C.d.A., sarà per tutti noi un esemplare punto di riferimento.”
..
SDL CENTROSTUDI
SDL Centrostudi è una società specializzata nell’analisi dei contenziosi con il sistema finanziario-bancario, al fine di ripristinare la trasparenza nei rapporti economici spesso viziati da anomalie e principalmente dal fenomeno dell’anatocismo e dall’usura.
SDL Centrostudi è stata fondata nel Settembre 2010 dall’esigenza di far emergere il fenomeno poco conosciuto delle anomalie finanziarie nei rapporti tra banche, imprese e famiglie. L’intento è quello di informare il soggetto interessato di quanto si possa verificare a suo danno nell’ipotesi di ritardo nei pagamenti, offrendogli una tutela in quanto parte contrattuale più debole. L’informazione è tanto determinante quanto difficile da acquisire. In questa materia infatti la confusione regna sovrana, forse perché chi ha più interesse alla chiarezza è anche il soggetto economicamente più debole ed SDL è al fianco senz’altro di quest’ultimo.
.
Vorresti metterti in proprio nel campo del Web Marketing e Social Media?
Le attività verranno svolte nei territori di Torino, Asti e Biella.
Scopri di più su CNA PIEMONTE