Svelato l’algoritmo che regola il funzionamento del calendario meccanico universale di Giovanni Plana

Premiati i vincitori del concorso organizzato da Politecnico di Torino, Seat Pagine Gialle e Pia Congregazione dei Banchieri, Negozianti e Mercanti, che ha rivelato i segreti del Calendario del 1831, ritenuto tra i primi computer meccanici della storia.
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Il team vincitore   (da sx, Meysam Nasiri e Roberto Cappato)
il modello è da oggi a disposizione dei visitatori  della Cappella dei Mercanti.

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Pochi sanno che nel cuore di Torino è custodito un vero e proprio tesoro ingegneristico, un capolavoro di ingegno e matematica applicata considerato il primo computer della storia: al civico 25 di via Garibaldi, all’interno della Cappella dei Mercanti (qui la pagina di TripAdvisor e qui la pagina aggiornata dall’Uff. Luigi Pasqua), si trova il Calendario Meccanico Universale, una macchina affascinante e sorprendente per gli standard tecnologici dell’epoca nella quale fu costruito (l’anno 1831).
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Il Calendario, realizzato dall’astronomo e matematico piemontese Giovanni Antonio Amedeo Plana, permette di identificare la collocazione mensile e settimanale di ogni giorno dell’anno dalla nascita di Cristo fino al 4000, informazione a cui si associano i dati relativi a lunazioni, maree, festività e Santi del giorno. Fin dalla sua costruzione, l’estrema precisione del congegno e l’ampio spettro temporale che il Calendario ricopre hanno suscitato interesse ed ammirazione. Ora, grazie a un concorso organizzato dal Politecnico di Torino, con il contributo di Seat Pagine Gialle e in collaborazione con la Pia Congregazione dei Banchieri, Negozianti e Mercanti, quattro team di studenti dell’Ateneo torinese sono entrati nel cuore pulsante della macchina per svelarne, quasi 200 anni dopo la sua realizzazione, il complesso funzionamento.
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Al concorso hanno partecipato studenti delle Lauree Triennali e Magistrali. Duplice l’obiettivo dello studio condotto dai partecipanti: da un lato scoprire quale sia l’algoritmo che regola il funzionamento meccanico del Calendario, dall’altro realizzare un’interfaccia digitale che permetterà a chiunque, attraverso un sito web dedicato, di fruire del Calendario, riuscendo così ad avere informazioni precise su qualsiasi giorno dell’anno.
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A vincere la competizione sono stati Roberto Cappato, Sergio Spano e Meysam Nasiri, che sono stati premiati quest’oggi nel corso di una cerimonia proprio nella Cappella dei Mercanti, alla presenza di Lorenzo Masetta – Pia Congregazione dei Banchieri, Negozianti e Mercanti, Enrico Macii – Vicerettore Politecnico di Torino, Vincenzo Santelia – Ad Seat Pagine Gialle ed Elide Tisi – Vice Sindaco Città di Torino.
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La ricerca degli studenti ha rivelato che il Calendario funziona come un vero e proprio computer, composto da memorie a tamburo (ovvero cilindri su cui sono scritti dati in forma numerica), a disco e a nastro in grado di memorizzare oltre 46.000 dati. La ricerca ha condotto, inoltre, alla realizzazione di un prototipo in scala, che sarà ora fruibile da tutti i visitatori della Cappella. Dall’ingegneria dell’Ottocento alle più moderne innovazioni tecnologiche il passo è breve: il gruppo vincitore ha realizzato, infatti, anche una versione informatizzata del meccanismo di funzionamento del Calendario, disponibile online al sito: www.cappelladeimercanti.it/calendariouniversale

“La reverse engineering, cioè la digitalizzazione di un oggetto fisico, è un campo di studi molto interessante e una buona palestra per i nostri studenti per esercitarsi mettendo a sistema conoscenze derivanti da discipline differenti. Questa capacità risulta sempre più importante, in un mondo della ricerca nel quale i confini tra i vari ambiti dei saperi sono sempre più permeabili e i progetti sono sempre più multidisciplinari”, ha commentato il Vicerettore per la Ricerca del Politecnico Enrico Macii, che ha concluso: “Proprio in questo senso abbiamo voluto proporre ai nostri studenti questa sfida, che si è rivelata anche un utile modo di valorizzare il territorio, proponendo l’utilizzo delle discipline ingegneristiche per migliorare la fruizione dei beni culturali”.

“Il calendario di Plana non solo è un orgoglio della città che da 90 anni ci ospita – ha dichiarato Vincenzo Santelia, Amministratore Delegato di Seat Pagine Gialle – ma è anche tra i primissimi esempi al mondo di macchina da calcolo. Seat è da oltre un ventennio una delle protagoniste della digitalizzazione italiana ed è quindi naturale che associ il proprio nome ad un così illustre predecessore della rivoluzione informatica di oggi”.

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Il Comm. Lorenzo Masetta, Prefetto della Pia Congregazione dei Banchieri, Negozianti e Mercanti, e l’Avv. Marco Raiteri, legale e Direttore Artistico musicale, salutano entusiasti l’evento organizzato in collaborazione con Seat e il Politecnico:

“Siamo onorati, a conclusione di un periodo denso di eventi organizzati in concomitanza con la solenne Ostensione della Sindone, di aver ospitato fra le mura della nostra Cappella, che trasudano aria di storia, alcune eccellenze della cultura torinese, esempio tangibile di una gioventù sana, produttiva e che sa valorizzare il patrimonio culturale cittadino. Il prodotto del concorso consentirà ai numerosissimi visitatori della Cappella, provenienti dalle più svariate parti del mondo, di poter usufruire di un “moderno” calendario per poterne apprezzare il funzionamento, in quanto l’originale ormai viene custodito in maniera statica, evitando frequenti rotazioni degli ingranaggi ed aggiornando solo l’anno solare corrente, per non comprometterne lo stato di conservazione”.

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ELENCO TEAM PREMIATI

1° Classificato

CAPPATO ROBERTO
SPANO SERGIO
NASIRI MEYSAM


2° Classificato

CAPONETTO FERNANDO
GIANNANTONI LEONARDO
ZARRO MATTEO
POLISANO ROBERTO

3° Classificato – ex aequo 

BACCHINI ALESSANDRO
CONIO FILIPPO
GIULIANI MARCO
MARIANI CARLOTTA


3° Classificato – ex aequo

SINATRA FABIO
SOLA FABIO
SIMONETTI MARCO
CAVANA MARCO

Per prenotare visite alla Cappella dei Banchieri e dei Mercanti
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Per  informazioni sul progetto del Calendario meccanico del Politecnico di Torino  
Ufficio stampa del Politecnico di Torino 
Elena Foglia Franke
COmunicazione, Eventi e Relazioni con l’Esterno
c.so Duca degli Abruzzi, 24 – 10129 Torino
tel. 011 090 6286 – fax. 011 090 6028
Facebook: http://www.facebook.com/politecnicotorino
Twitter: @poliTOnews

Le 3 “T” di Papa Francesco

Di seguito presentiamo il testo dell’articolo del Prof. Franco Peretti, docente presso l’Università Popolare di Milano e referente per il Piemonte della Fondazione “Sorella Natura”.

Da Santa Cruz in Bolivia, durante il suo recente viaggio in alcuni paesi dell’America Latina, partecipando al secondo incontro mondiale dei movimenti popolari, papa Francesco ancora una volta ha fatto sentire la sua voce per proclamare i diritti sacri, così li ha definiti il pontefice, dell’uomo, evidenziando in particolare il diritto alla terra, alla casa e al lavoro. Per inciso va sottolineato che, parlando in spagnolo, ha usato “tierra”, “techo” e “trabajo” e quindi è stata coniata da Francesco l’espressione “i diritti delle tre T”. Già queste poche parole sarebbero sufficienti per dare spazio ad interessanti e significative considerazioni filosofiche e giuridiche, perché Francesco ha contribuito per alcuni aspetti ad introdurre il superamento della dottrina dei diritti naturali. L’uomo in altre parole non ha solo dei diritti, che gli competono in quanto uomo, ma addirittura quegli stessi diritti sono il dono della volontà del Creatore. Poiché questi tre diritti non sono ancora riconosciuti non solo in America Latina, ma in molte parti del mondo, per Francesco è necessario un cambiamento.

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Il processo del cambiamento 
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Anche nel richiamo al cambiamento emerge la novità del pensiero del Vescovo di Roma. Dice infatti il papa che c’è necessità di cambiamento in tutta l’ America latina, c’è necessità di cambiamento in tutto il mondo perché “ ci sono contadini senza terra, molte famiglie senza casa, molti lavoratori senza diritti” e questa è situazione non più tollerabile, che richiede una radicale azione, Se vogliamo possiamo dire che in questa presa di coscienza sta la novità di Francesco_ alle condanne di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI aggiunge lo spirito francescano della necessità dell’azione, di un azione di rinnovamento, che deve coinvolgere tutti, in particolare i poveri, perché a loro spetta il compito fondamentale in questo processo di cambiamento. E anche su quest’ultimo modo di dire, processo di cambiamento, c’è una sottolineatura del Pontefice. Dice infatti di apprezzare queste parole, che ha trovato in diversi documenti dei movimenti popolari, perché ritiene che parlare solo di cambiamento significa avere una visione statica e soprattutto significa fare riferimento ad un evento, che cade sull’umanità, che è chiamata a sopportarne le conseguenze, in una situazione, che la vede totalmente passiva. Parlare invece di “ processo di cambiamento” significa invece fare riferimento all’azione di una comunità, che agiusce e sceglie di essere protagonista degli eventi. Nell’ uomo d’oggi c’è un’ attesa, c’è un forte desiderio di essere protagonista del cambiamento, che diventa molto urgente. “ Non c’è più tempo per aspettare” esclama il pontefice “il tanfo del marcio è molto forte. L’intero sistema socioeconomico rovina la società, condanna l’uomo e lo fa diventare schiavo”. Particolare non secondario, ma tutto francescano: non è sufficiente denunciare e diagnosticare il malanno: “ Noi oggi soffriamo di un certo eccesso diagnostico, che a volte ci porta ad un pessimismo parolaio o a crogiolarsi nel negativo.” Urge agire.
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I Poveri protagonisti del processo di cambiamento 
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Il papa dà anche una risposta alla domanda “ Chi sono i protagonisti del cambiamento? “ I protagonisti del cambiamento sono i poveri, gli umili, coloro, che vivono nelle periferie, sopportando ogni giorno le difficoltà della vita, coloro che con il loro eroismo giornaliero affrontano i problemi della sopravvivenza. Queste persone sanno creare un rapporto con gli altri, iniziando così a realizzare concretamente quella che papa Francesco chiama “ la cultura dell’incontro”, quella cultura che crea rapporti umani, perché, dice il pontefice, “ non si amano né i concetti, ne le idee, si amano le persone!” Ai seminatori del cambiamento sono da affidare tre compiti. Il primo lavoro da fare: operare in modo da mettere l’economia al servizio dei popoli. E’ questo, tra l’altro un principio molto sentito dalla scuola degli economisti cattolici anche italiani. Meritano una citazione tutta particolare in questa sede Giuseppe Toniolo, che contribuì alla stesura della “ Rerum Novarum” di Leone XIII e Francesco Vito, economista e rettore della Università Cattolica, che nella prima metà del novecento, pubblicò un libro dal titolo molto significativo “ L’economia al servizio dell’uomo”. Papa Francesco riprende il termine “economia” per dargli un significato meno tradizionale: oggi, usando la parola economia si fa riferimento alle leggi che regolano la casa, il papa usa questo temine per indicare la buona amministrazione della casa comune, volendo ricomprendere nella buona amministrazione la possibilità per i suoi abitanti di esercitare tutti i diritti , non solo terra, casa lavoro, ma anche istruzione, salute, cultura.
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In questo contesto viene anche collocata l’equa distribuzione dei frutti della terra, equa distribuzione che, se per tutti è un diritto, per i cristiani è un comandamento. Il secondo compito dei seminatori è quello di unire i popoli nel cammino della pace e della giustizia. Dopo aver richiamato il desiderio dei popoli, che vogliono essere artefici del proprio destino e quindi vogliono essere indipendenti e, dopo aver ribadito che qualche risultato è stato ottenuto, citando i progressi dell’ America latina nella costruzione della “ Patria Grande”, evidenzia come molti fattori minano ancora lo sviluppo umano e limitano la sovranità. In modo particolare oggi un nuovo colonialismo, quello delle istituzioni finanziarie, finisce per bloccare questo processo di cambiamento, aiutato dalla concentrazione monopolista dei mezzi di comunicazione sociale. Il terzo ed ultimo compito è quello di difendere la madre Terra. “ la casa comune è saccheggiata, devastata, umiliata. Non solo commette peccato chi danneggia la casa comune,” ma anche chi per codardia non la difende. Di conseguenza una serie di interessi globali, ma non universali, devono essere bloccati.”
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Considerazione finale 
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Il discorso di papa Francesco a Santa Cruz rappresenta un momento molto interessante di insegnamento pontificio e nello stesso tempo è un’ulteriore prova della volontà di un papa che, essendo vescovo di Roma, come primus inter pares, vuole contribuire in modo forte al cambiamento del mondo.
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Il prof. Franco Peretti ha svolto incarichi di direzione presso ENAIP (Direttore provinciale per Novara e Vercelli; Direttore dei centri di formazione professionale di Novara,Vercelli, Domodossola, Borgomanero, Canobbio, Oleggio; Responsabile regionale del settore organizzazione; responsabile regionale delle aree progettazione del settore grafico e attività II livello delle arre di marketing dell’assicurazione; Presidente regionale)

Fondazione Sorella Natura: intervista al Presidente Roberto Leoni

Dalle esperienze di docenza a quella di dirigente tecnico consigliere al Gabinetto del Ministro, fino alla collaborazione con l’Università Popolare di Milano, sul tema dell’Economia Solidale e Sviluppo Sostenibile per l’Africa, ripercorriamo le tappe del professor Roberto Leoni, presidente di una delle Fondazioni italiane più legate allo sviluppo della cultura e dell’educazione ambientale.

 

La Fondazione SORELLA NATURA è nata come associazione nel 1991 e poi diventata fondazione nel 2001, con sede ad Assisi, e opera ad educare alla custodia del creato, per lo sviluppo della cultura e dell’educazione ambientale, ispirandosi al messaggio di San Francesco d’Assisi.
Abbiamo intervistato il presidente Roberto Leoni, che da Maestro elementare di ruolo ad appena 19 anni percorre una carriera di grande merito e successo fino al livello di Dirigente superiore per la funzione ispettiva a 50 anni e  poi…  capo di gabinetto delle Direzione Regionale del Lazio del MIUR, consigliere alle relazioni internazionali del MIUR, dirigente tecnico consigliere al Gabinetto del Ministro, e molto altro,  come è visibile nella scheda della Fondazione.

CHI PUÒ FAR PARTE DELLA FONDAZIONE?
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Roberto Leoni in udienza dal Papa
“La Fondazione Sorella Natura annovera ai vertici della propria struttura esponenti di spicco della vita religiosa, culturale, sociale, politica, economica e scientifica”.
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A CHI SI RIVOLGE?
 
“Una delle caratteristiche di Sorella Natura è quella di essere aperta al dialogo interculturale e interreligioso. Con noi c’era ad esempio anche Margherita Hack che si dichiarava francescana atea. Anche se la maggior parte di noi è cattolico, basta avere una intesa basata sui principi etici del cantico delle creature. Del resto l’enciclica il Papa l’ha rivolta non solo ai credenti ma a tutte le persone di buona volontà.
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QUAL È IL PRINCIPALE IMPEGNO DELLA FONDAZIONE? 
 
“A pochi giorni dalla presentazione della enciclica del Papa siamo estremamente contenti perché l’enciclica conferma un lavoro iniziato 25 anni fa in un periodo difficile; il nostro impegno fondamentale è infatti proprio quello dell’educazione ambientale. Anche perché ricordo che iniziai la mia carriera proprio cinquant’anni fa come maestro elementare, e poi ,dopo vari passaggi, mi sono ritrovato a operare come consigliere per vari ministri dell’istruzione”. 
“Da alcuni anni portiamo avanti un progetto “Ambientiamoci a scuola” per scuole del sistema pubblico (statali e paritarie) di ogni ordine e grado inviando una newsletter settimanale in cui diamo indicazioni di ordine generale soprattutto agli insegnanti di ordine metodologico e didattico sui temi dell’ambiente. Proviamo anche a fare chiarezza su quello che qualcuno definisce le “bugie dell’ambientalismo”, il catastrofismo e cioè quell’approccio ideologico emotivo che non porta in nessun posto se non far credere ai giovani che i problemi dell’ambiente si risolvano con qualche corteo, con le proteste con i concerti Rock. Tutto serve evidentemente  a livello di emotività e pubblicità giornalistica, ma poi i problemi sono altri.

E secondo noi è importante innanzitutto che ci sia una cultura libera e per questo, tra le altre cose, apprezzo molto l’Università Popolare di Milano [e il Museo dell’Università Popolare di Milano)] perché nasce da un grande movimento di cultura popolare che ha portato avanti questo impegno per molti anni e anche se (le popolari) non sono da annoverare tra le più grandi Università, svolgono comunque un ruolo fondamentale”. 
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UN FORTE IMPEGNO SOCIALE 
Roberto Leoni e il Cardinale Oscar Andrés Maradiaga
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“Quando abbiamo organizzato  un simposio nella Pontificia Accademia delle Scienze nel novembre 2013 credo siamo stati l’unica realtà che ha voluto trattare il tema dell’Economia Solidale e Sviluppo Sostenibile per l’Africa (presente il Burkina Faso) sempre tramite l’Università Popolare di Milano, che al termine conferì la Laurea Honoris Causa dell’Università del Burkina Faso ad Oscar Andrés Maradiaga, Cardinale e Pres. On. FSN.
“Tra l’altro oggi bisognerebbe dire che a  fronte dei problemi che l’Europa sta attraversando, quello dell’emigrazione, che è quello più emergente, c’è sotto soprattutto quello della formazione e istruzione del cittadino europeo. Permettiamo la contraddizione in termini di puntare sulla libera circolazione monetarista senza premettere la libera circolazione degli studenti, dei titoli accademici, dei titoli scolastici. C’è una agenzia europea sul prosciutto e non c’è una agenzia europea dei processi formativi e dell’educazione, dei programmi scolastici. Manca una unificazione e nonostante materie come la matematica siano uguali in tutti i paesi, nessuno ha pensato a realizzare un libro di testo europeo”. 
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PROSSIMI OBIETTIVI?
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Intendiamo sviluppare una formazione per guardie ecologiche volontarie anche in collaborazione con l’Università Popolare di Milano e altri atenei. Lo scopo è di procedere a una tutela del creato nei giorni in cui si parla di scandali come le più grandi discariche europee, vorremmo operare anche con il volontariato ma anche con cooperative per l’occupazione giovanile. Soprattutto in regioni come Lombardia, Umbria e in Campania e qualche altra regione test.
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Per approfondire il Sito Web è: www.sorellanatura.org

CNA: opportunità di lavoro nel Web Marketing e con i Social Media

Vorresti metterti in proprio nel campo del Web Marketing e Social Media?

Un numero crescente di piccole imprese avverte la necessità di strutturare la propria presenza sul Web per aumentare il numero dei clienti e/o fidelizzarli, pertanto si ricercano aspiranti Web Marketing Specialist che mettano a disposizione delle azienda le competenze ed il tempo lavoro necessario per sfruttare correttamente il canale web.
“Piccoli imprenditori e lavoratori 2.0: quando il riscatto parte dal Web” è un progetto che intende supportare l’inserimento sul mercato di 15 consulenti Web Marketing Specialist orientati alle piccole imprese e nasce da una precisa esigenza di mercato.
Entro il 19 giugno 2015 verranno raccolte le candidature e verrà fatta una pre-selezione dei potenziali candidati, che verranno invitati ad un incontro di approfondimento.

Successivamente i selezionati riceveranno:
  • 16 ore di consulenza orientativa per affrontare al meglio la scelta dell’autoimpiego;
  • 80 ore di formazione tecnico-specialistica su web marketing e social media, basata su case history e project work;
  • 4 mesi di tutoraggio a supporto della costruzione del pacchetto clienti, potendo contare sull’interesse delle piccole imprese aderenti a CNA
L’obiettivo è far incontrare persone motivate, opportunamente formate e supervisionate, con potenziali clienti attraverso project work personalizzati, che potranno tradursi in precisi incarichi professionali.

Le attività verranno svolte nei territori di Torino, Asti e Biella.

Scopri di più su CNA PIEMONTE

Mario Furlan, Angelo e Life Coach

Mario_Furlan
Mario Furlan – Wikipedia

Non sono molti gli italiani che possono vantare una voce su Wikipedia, e Mario Furlan è uno di questi. Classe 1964, è un noto giornalista, scrittore e docente italiano noto per essere il fondatore e leader dei City Angels, che ora sono diffusi in 18 città italiane e a Lugano, in Svizzera. Per queste e altre sue attività umanitarie ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso Ambrogino d’oro, la qualifica di membro onorario del Rotary Club e del Lions Club, il Paul Harris Fellow e il premio Carlo Porta.

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Dopo la laurea presso l’Università Cattolica di Milano ottiene il PhD in psicologia. È giornalista professionista dal 1989, formatore, life coach.
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In Italia è stato il primo docente universitario di Motivazione: insegna “Motivazione e crescita personale” all’Università e-Campus di Novedrate (Como), a Roma, a Bari e a Messina. È stato docente di Teoria e tecnica della comunicazione all’Università Cattolica di Milano e docente di Motivazione all’Università LIUC di Castellanza (Varese). Collabora con l’Università Popolare di Milano per la formazione BTS-Business Training Solution, rivolta ai manager e ai dirigenti aziendali.

 

DI COSA SI OCCUPA ESATTAMENTE UN LIFE COACH?
Di aiutare le persone a trasmettere il meglio di sé, trovando le risorse e le motivazioni necessarie per ottenere i propri obiettivi motivazionali.
QUANTO DEVI ALLA TUA FORMAZIONE UNIVERSITARIA PER ESSERE QUELLO CHE SEI DIVENTATO OGGI? 
Molto: una buona università serve ad acquisire una buona forma mentis, indispensabile per raggiungere risultati importanti.
QUALI SONO LE MATERIE CHE INSEGNI PRESSO L’UNIVERSITÀ POPOLARE DI MILANO
Corsi di motivazione, comunicazione, leadership e management per le aziende.
“L’ITALIA NON È UN PAESE PER GIOVANI”: LO SI SENTE SPESSO DIRE A CHI HA INTENZIONE DI CREARSI UN FUTURO LAVORATIVO. COSA CONSIGLIERESTI A UN GIOVANE CHE SI TROVI A FARE DELLE SCELTE DI VITA? 
Gli consiglierei di credere in se stesso più di quanto si può credere nel nostro Paese. Se è attaccato all’Italia può provare a realizzare i suoi obiettivi qui; se invece si sente cittadino del mondo conviene che vada all’estero finché è giovane. Perché più invecchi più diventa difficile inserirsi nel mondo del lavoro, non solo in Italia. E più diventa difficile cambiare Paese, lingua, abitudini…
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A CHI CONSIGLIERESTI IL TUO ULTIMO LIBRO: “BASTA PAURA?
Lo consiglio a chiunque voglia trasformare la paura da nemica ad amica. E a chiunque voglia imparare la vera autodifesa: che non è soltanto “fare a botte”, ma soprattutto prevenzione e psicologia.
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Mario Furlan è istruttore di due arti marziali, Krav Maga e Jeet Kune Do, e di autodifesa.  È tra i primi in Europa ad aver approfondito il tema dell’aspetto psicologico dell’autodifesa: è infatti l’ideatore dello psicokrav, la psicologia applicata al krav maga e all’autodifesa in genere. Nel 2012, dopo 12 anni di pratica sulla strada con i City Angels, ha creato una nuova disciplina: il Wilding, una nuova forma di autodifesa che si basa sulla riscoperta dei nostri istinti primordiali e selvaggi (il termine deriva dalla parola inglese wild, che significa selvaggio). Una tecnica, il Wilding, che non si basa su mosse o tecniche bensì sulla psicologia e su principi di comportamento, è stato sviluppato per essere adatto principalmente alla difesa personale femminile, degli anziani e delle persone prive di preparazione atletica. Gli chiediamo dunque di parlarci di questa forma di autodifesa.
AUTODIFESA PSICOFISICA BASATA SULL’ISTINTO: SE DOVESSI SPIEGARE IN UN MINUTO IN COSA CONSISTE QUESTA TECNICA? 
Il Wilding (l’autodifesa istintiva da me creata) insegna a non essere vittime. A non avere, cioè, le due D: debolezza e distrazione. I delinquenti cercano infatti persone deboli (fisicamente, ma soprattutto psicologicamente) e distratte, facili da sopraffare.
 
Mario Furlan è attivo dalla metà degli anni Novanta in varie iniziative sociali, in particolare in quelle a favore delle fasce deboli della popolazione e delle categorie discriminate.
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DALLA TUA AUTOBIOGRAFIA SI EVINCE CHE HAI VISSUTO UNA GIOVENTÙ TURBOLENTA SALVO POI ABBRACCIARE UNA FILOSOFIA PACIFISTA E FORTEMENTE SPIRITUALE. C’È UN EPISODIO CHE TI HA SEGNATO E CHE TI FATTO CAMBIARE IDEA SUL MODO DI ABBRACCIARE LA VITA? 
Quando mi sono innamorato ho capito che la vita valeva la pena di essere vissuta nell’amore, e non nella violenza. Inoltre quando ho trovato lavoro ho capito che adesso avevo qualcosa da perdere. Quindi non era più il caso di comportarmi da imbecille e di rischiare l’arresto…
Il sito web di Mario Furlan: www.mariofurlan.com
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Ecommerce Day 2015: una grande risorsa per le imprese

Torna a Torino la VI edizione dell’Ecommerce Day, evento dedicato al mondo del commercio elettronico.
L’appuntamento è per il 9 giugno al Mirafiori Motor Village di Torino, piazza Cattaneo 9.
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Il 9 giugno 2015, presso la prestigiosa location Mirafiori Motor Village di Torino, si terrà la VI edizione dell’Ecommerce Day, evento dedicato al mondo della vendita online. L’evento, organizzato dall’ecommerce agency Jusan Network in collaborazione con il Gruppo FCA, avrà il sostegno del Gruppo CNA, il sistema che da più di mezzo secolo rappresenta gli interessi delle micro, piccole e medie imprese, soprattutto nei settori manifatturiero e artigianale.
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CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) che da oltre sessant’anni tutela gli interessi delle PMI operanti nei settori della manifattura, dell’industria e dell’artigianato, (artigiani, liberi professionisti, imprenditrici e imprenditori, per un totale di 670000 associati) ha dato pieno supporto all’iniziativa, in piena coerenza con la visione che anima il suo sistema, improntata a una costante ricerca di sintonia tra i molteplici interessi delle imprese, la promozione economica delle stesse e la loro integrazione all’interno di uno scenario europeo e globale caratterizzato da continui cambiamenti.
L’appuntamento, data la varietà delle tematiche, si rivolge a un ampio ventaglio di figure professionali e attori della realtà virtuale, come testimoniato dal grande interesse che hanno riscontrato le cinque edizioni precedenti sia da parte di aziende di riferimento nel settore (tra le altre, Google, Regione Piemonte, Unioncamere, Venchi, Università di Torino, Jusan Network, Fastweb, ecc) che da parte di PMI e start-ups.
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A unire tra loro tante realtà diverse e distinte è un fatto concreto: nel mondo vi sono oltre 1,2 miliardi di consumatori online, e il loro numero va aumentando; di conseguenza, sia per le grandi aziende che per le PMI o le start ups, diventa essenziale informarsi appieno circa il ruolo rivestito dal commercio elettronico in un simile scenario.
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Rilevante, all’interno dell’e-commerce, è il fattore di crescita che sta compiendo l’export mondiale, con transazioni cross-border destinate a un incremento annuo del 21% dal 2013 al 2018, secondo uno studio condotto dal consorzio Netcomm.
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Le PMI interessate a rafforzare le proprie potenzialità di export devono tenere conto di questi dati e, stante l’inevitabile concorrenza con i grandi gruppi, creare regole, sanzioni e controlli volti ad aumentare la fiducia dei consumatori e tutelare i propri prodotti a fronte di una competitività internazionale sempre maggiore.
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Anche per le imprese ancora legate a criteri tradizionali di vendita è sempre più importante aggiornarsi e analizzare con attenzione gli andamenti del mercato online, valutando soluzioni e strategie di marketing di successo che siano in grado di sfruttare adeguatamente gli strumenti offerti dal mondo del digitale.
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Questo è ciò che è avvenuto durante l’ultima edizione dell’Ecommerce Day, datata 18 ottobre 2014 e tenutasi a Villarbasse. Sono state invitate imprese agricole piemontesi interessate a informarsi sul tema del commercio elettronico, le quali hanno avuto l’occasione di esporre i propri progetti e assimilare informazioni e concetti chiave relativi al mondo della vendita online.
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Al di fuori delle piccole, medie e grandi imprese, l’evento si rivolge anche ai blogger, i giornalisti e tutti coloro che sono intenzionati a formarsi e acculturarsi in merito all’e-commerce.
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Blog e testate dedicati possono essere utilizzati infatti quali piattaforme di formazione e scambio di idee, confronto e diffusione di notizie relative a eventi, analisi, andamenti e previsioni, in maniera tale da tenersi costantemente aggiornati e al passo con il dinamismo di un mondo in perenne trasformazione.
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L’Ecommerce Day è un marchio registrato di proprietà dell’e-commerce agency Jusan Network, creatrice dell’evento e organizzatrice, assieme al Gruppo FCA, della VI edizione dello stesso.
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ISCRIZIONE GRATUITA
La partecipazione all’evento è gratuita (numero posti limitato).

Science Camp 2015: aperto a giovani curiosi e nuovi scienziati

I Science Camp 2015 sono una proposta con il marchio ToScience e si rivolgono a ragazzi dai 7 ai 18 anni.   I partner culturali sono Editoriale Scienza, da sempre impegnata nella divulgazione verso i più giovani e la webzine di scienza Gravità Zero.

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Per i giovani curiosi o per i “nuovi scienziati” dai 7 ai 18 anni, una proposta diversa per accendere il cervello e mescolare le idee: dalla scienza in cucina fino alle stampanti 3D.
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Come soddisfare la curiosità dei più giovani permettendo loro di vivere un’esperienza unica? Quali attività di qualità scegliere per i propri figli per il periodo estivo?
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ToScience è la risposta a queste domande: per il quinto anno consecutivo e con un successo sempre crescente, arrivano i Science Camp, settimane di attività di gioco scientifico proposte da ToScience.
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Quest’anno sono ben 7 le proposte, ospitate in tre diverse strutture e con nuovi argomenti: cucina e alimentazione, l’entomologia, la scienza della magia, la robotica e le stampanti 3D, la scienza tra i libri, i presunti misteri, il mondo dei supereroi.
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I Science Camp sono residenziali (per cui i ragazzi dormono nella struttura ospitante) e offrono una settimana lontano dalla solita routine della città. Dalla mattina alla sera i ragazzi vivono immersi tra gioco, divertimento, scoperta e sperimentazione insieme a coetanei in arrivo da tutta Italia. Costantemente seguiti dallo staff, formato da animatori scientifici professionisti, scoprono che chimica, fisica, matematica, robotica, biologia, geologia e botanica si possono imparare giocando e mettendosi alla prova in maniera innovativa, divertente e adatta all’età.
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[Video realizzato durante i Science Camp “La stanza delle meraviglie” e “Indagatori del mistero” (in collaborazione con il CICAP) a Sant’Anna di Valdieri (CN) dal 6 al 12 luglio 2014].
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L’obiettivo è di proporre ai giovani un’esperienza diversa, che sia un’occasione di intrattenimento “intelligente” e che fornisca gli strumenti per diventare così più consapevoli del pianeta che ci ospita e di come renderlo un posto migliore per tutti.
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Tra i Camp 2015, due in particolare sono unici nella loro formula perché affrontano temi che normalmente non sono proposti ai ragazzi: Do It Yourself camp (DIY) realizzato in collaborazione con Scuola di Robotica, dedicato al mondo della robotica e delle stampanti 3D; e Indagatori del mistero, realizzato in collaborazione con CICAP che smonta tutto ciò che appare “paranormale”, per scoprire che in fondo non ha nulla di così inspiegabile… Inoltre ToScience sarà presente al Festival Mare di Libri, a Rimini a metà giugno: un camp decisamente speciale per la possibilità di vivere tre giorni a confronto con autori, divulgatori scientifici e altri ragazzi provenienti da tutta Italia.
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ToScience è un’associazione culturale no profit dedita alla diffusione della cultura scientifica che grazie al suo costante impegno in questo ambito, è oggi uno dei marchi di qualità riconosciuti per la divulgazione scientifica.
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Tra i partner di ToScience, coinvolti in base alla specificità dei diversi camp, ci sono: Tecnoscienza.it, importante realtà bolognese già presente lo scorso anno; CICAP, Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze, punto di riferimento nell’ambito della corretta attività scientifica; G.Eco, bravissimi explainer e divulgatori romani specializzati nelle scienze naturali; i grandi esperti di elettronica e automazione della Scuola di Robotica di Genova, punto di riferimento nazionale ed europeo.
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I partner culturali sono Editoriale Scienza, da sempre impegnata nella divulgazione verso i più giovani e la webzine di scienza Gravità Zero..

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ToScience per sua precisa scelta propone una politica di quote di partecipazione particolarmente contenute e accessibili a tutti, senza tralasciare nulla nella qualità della proposta e dei servizi offerti, tanto che durante il campo è presente un animatore adulto ogni 5/6 ragazzi, un rapporto decisamente superiore rispetto ad altre proposte. Per ogni Camp sono previsti al massimo 30 iscritti per favorire e assecondare la costruzione del gruppo” in termini di scambi e amicizie tra i partecipanti, la qualità della relazione con gli animatori e la concreta partecipazione in prima persona a tutte le esperienze di laboratorio.
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ASSOCIAZIONE TOSCIENCE
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ToScience è una Associazione di Promozione Sociale senza fini di lucro votata alla comunicazione pubblica della scienza per migliorare il rapporto fra scienziati e cittadini. ToScience è stata fondata a Torino 2014, raccogliendo la pluriennale esperienza di ScienzAttiva e Ambientarci, due analoghe associazioni di divulgatori scientifici che si sono fuse per dare maggior vigore e potenza alla propria missione.
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Soci fondatori di ToScience sono insegnanti, giornalisti e divulgatori scientifici con lunga e variegata esperienza nella science dissemination e nella didattica delle scienze: Francesca Calvo (vicepresidente), Sara Caramello, Mattia Fradale, Davide Pallai, Moreno Strazza (presidente) Eleonora Veneri, Andrea Vico (segretario). Vico in particolare è tra i pochi divulgatori scientifici italiani riconosciuti dall’Unesco per le attività dell’anno internazionale della luce. ToScience è una associazione apolitica, non è legata ad alcuna confessione religiosa, movimento filosofico, partiti, schieramenti.
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Gli obiettivi di ToScience sono la progettazione e realizzazione di mostre scientifiche interattive, di laboratori didattici, eventi di piazza, performances teatrali, libri e audiovisivi. ToScience promuove inoltre conferenze e seminari, aggiornamento professionale per insegnanti e amministratori pubblici, corsi di formazione per explainers.
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Accanto al tradizionale metodo scientifico e analitico, proponiamo una visione olistica della scienza, perseguendo sempre un approccio interdisciplinare per meglio affrontare le questioni complesse dei nostri tempi. Le scelte in tema di energia, cibo, cambiamento climatico, stili di vita sostenibili e in armonia con l’ambiente, l’impronta ecologica e la più equa ripartizione delle risorse fra tutti gli abitanti della Terra vanno affrontate con respiro più ampio possibile.
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Il portfolio è sul sito: www.toscience.it ed è costantemente aggiornato sulla pagina facebook Toscience.
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La crisi e le imprese sul web: il progetto Digitaly

Un’indagine statistica del Registro .it gestito dall’Istituto di informatica e telematica del Cnr di Pisa evidenzia che microimprese e liberi professionisti mantengono in media il proprio dominio web tre anni e poi lo cancellano.   Proprio per fronteggiare la difficoltà economica è necessario affermare la propria identità su Web. Tra le iniziative per renderne più consapevoli le imprese italiane il progetto Digitaly, che parte oggi www.digitalyimprese.it.Disponibile un digital kit da scaricare gratuitamente sul portale della campagna di marketing strategico.

Il mercato dei domini internet a livello europeo è segnato negli ultimi anni da una scarsa crescita e da sempre più numerose cancellazioni. Per quanto riguarda i domini “.it”, ossia il Country code top level domain (ccTLD) che rappresenta il ´made in Italy´ nel web, continuano a crescere (+4,8% nel 2014) assestandosi intorno ai 2.800.000 (aprile 2015), anche se nel 2014 ne sono stati cancellati 495.000.
Per capire i motivi di questa tendenza il Registro .it, l’anagrafe dei nomi a dominio nazionali gestita dall´Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr), ha avviato un´indagine statistica su un campione di 1.417 microimprese (in forma di società e di liberi professionisti) che hanno cancellato il proprio dominio.I risultati raccontano un quadro fortemente collegato alla crisi: la durata media di utilizzo del “.it” è di circa 3 anni e il 69,5% del campione ha cancellato il proprio dominio perché si era concluso il progetto per cui era stata richiesta la registrazione, tant´è che più di tre quarti del campione, dopo la cancellazione, non ha sostituito il suffisso italiano con un concorrente, anche se solo il 20% delle imprese ha cambiato vocazione dopo la chiusura del dominio. Altre ragioni della cancellazione riguardano i costi ritenuti troppo alti, l´utilizzo di alternative o la ricerca di una diversa connotazione di immagine, il mancato riscontro dei vantaggi ipotizzati.

“Energy@home University Day”: le imprese devono guidare la rivoluzione “smart”

Le imprese devono giocare un ruolo proattivo e creare nuovi modelli di business: è quanto è emerso pochi giorni fa a Torino durante la giornata di studio su Smart grid e Smart home, “Energy@home University Day, il convegno organizzato dalla stessa associazione di imprese presso l’auditorium di Telecom Italia.
 «Non dobbiamo attendere che standard e tecnologie ci arrivino; individuiamo noi, in sinergia con la ricerca universitaria, gap da colmare e funzionalità da introdurre nell’interesse dei consumatori e per aumentare la competitività delle nostre aziende»

Fabio Bellifemine

«Un obiettivo che, partendo dal contesto italiano e confrontandosi con un mercato globale, intendiamo a supporto della competitività delle nostre aziende, che dovranno fare sistema con il mondo universitario e della ricerca»: è il messaggio lanciato da Fabio Bellifemine, direttore dell’Associazione Energy@home nel corso dell’ Energy@home University Day, il convegno organizzato dalla stessa associazione tenutosi nell’auditorium di Telecom Italia a Torino, martedì 14 Aprile.

In un contesto globale di crescente attenzione al tema dell’efficienza energetica, il Convegno ha aperto una finestra sui progetti di ricerca italiani che studiano le architetture, le tecnologie e i modelli di business per nuovi servizi che, sfruttando la comunicazione fra la Smart Home e la Smart Grid, sono in grado di adattare i consumi elettrici in armonia con le esigenze della rete e il comfort e gli stili di vita di chi vive la casa.

Nella giornata si è discusso molto delle tecnologie disponibili e dell’identificazione dei bisogni dell’utente ribadendo che i consumatori sono pronti a recepire nuove tecnologie ma sempre in modo consapevole: la tecnologia deve essere nascosta e non più “esibita”; deve migliorare la qualità della vita, aumentare la sicurezza, ridurre i costi della bolletta energetica; deve, insomma, soddisfare un bisogno o suscitare un’emozione. «I progetti accademici presentati ci hanno evidenziato che la tecnologia e gli algoritmi sono pronti, ma è ancora necessario lavorare per rendere tutto questo fruibile dagli utenti e integrato in modo omogeneo come un eco-sistema di servizi della Smart Home» -sottolinea Bellifemine-.

 Luca Lo Schiavo
 Luca Lo Schiavo

Grande interesse e apprezzamento generale ha registrato l’intervento di Luca Lo Schiavo, responsabile della Unità Regolazioni Caratteristiche e Innovative della Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (AEEGSI), che ha descritto gli studi regolatori in corso sulla riforma delle tariffe elettriche e sulla messa a disposizione dei dati di consumo. Lo Schiavo ha ricordato che le finalità degli interventi è di aumentare equità ed efficienza del sistema, consapevolezza e potere di scelta del consumatore, semplicità delle bollette, per stimolare sempre più comportamenti virtuosi da parte dei cittadini e metterli in condizione di contribuire a raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica.


«Siamo molto soddisfatti della risposta alla nostra iniziativa: alla giornata di studio hanno partecipato 130 persone, abbiamo invitato le università italiane e gli Istituti di Ricerca a proporre i loro progetti – racconta Sergio Brambilla, Consigliere dell’Associazione Energy@home – abbiamo ricevuto 25 proposte e selezionato i 10 progetti più significativi che ci hanno presentato la visione per il futuro e i risultati fin qui raggiunti. – e aggiunge – Nel Foyer dello Auditorium è stata allestita una area dimostrativa con 6 demo per dare l’opportunità di approfondire i risultati presentati e di stabilire contatti per auspicate future collaborazioni.»
Energy@home è un’associazione senza fini di lucro fondata a Luglio 2012 da 4 grandi imprese italiane e che oggi comprende 25 associati; essa è un caso emblematico di positiva collaborazione tra aziende – sia concorrenti su medesimi mercati, sia appartenenti a settori differenti – che studiano assieme le tecnologie e le modalità per creare nuove opportunità di mercato e per costituire un “ecosistema” in ambito residenziale che miri all’efficienza energetica. Utilizzando un protocollo di comunicazione non proprietario e standardizzato, la comunicazione tra i dispositivi in casa diviene lo strumento per fornire ai consumatori le funzionalità necessarie al monitoraggio e al controllo della propria smart home nonché dei propri consumi elettrici. Nel breve termine Energy@home si focalizza sullo sviluppo di un mercato di servizi a valore aggiunto post-contatore per il consumatore domestico e per la smart home. Nel medio termine, essa punta a stimolare la creazione di un nuovo mercato per i servizi di flessibilità della domanda grazie ai quali i consumatori potranno rendere disponibile al sistema elettrico, a fronte di una specifica remunerazione, una quota di flessibilità della potenza impegnata.
Sono associati di Energy@home le seguenti aziende: Electrolux, Enel Distribuzione, Indesit Company, Telecom Italia, Edison, Vodafone, Whirlpool, ABB, Altran, Apio, Assurant Solutions, EuropAssistance, Eurotherm, Flash Reply, Flexgrid srl, Freescale, Gemino, i-EM srl, ISMB, Lyt Inc., MAC srl, Reloc srl, Renesas, STMicroelectronics, Urmet Group.
Maggiori informazioni sul sito istituzionale www.energy-home.it

Presente e futuro della raccolta differenziata

a cura di Fabiana Luise 
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Se chiediamo al nostro vicino se “fa la raccolta”  difficilmente penserà all’album dei calciatori o alle sorprese contenute nelle uova di cioccolato.
Penserà immediatamente alla “differenziata“, cioè all’atto quotidiano di gettare i propri rifiuti nell’apposito contenitore predisposto. La raccolta differenziata è diventata infatti una pratica diffusa e scontata in tutte le famiglie ed è addirittura indice del grado di civiltà di una società. Ma questa non riguarda solo gli oggetti con cui i cittadini vengono a contatto ogni giorno. Ce ne sono tanti altri di rifiuti, scarto delle attività industriali e commerciali.
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Ponendo purtroppo l’attenzione sul cittadino e le sue responsabilità civili verso la società, si distoglie lo sguardo dal sistema che i rifiuti li produce, li riceve, li trasporta, li ricicla, per trarne profitto. Un sistema ben regolato da meccanismi normativi complessi e articolati di cui gli italiani sono poco a conoscenza. Proprio di questo sistema si parla nel libro La raccolta differenziata edito da Ediesse nella collana I Fondamenti, lavoro scritto a quattro mani da Daniele Fortini e Nadia Ramazzini.
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Un libro sulla raccolta differenziata potrebbe apparire curioso oggigiorno, dato che pare essere un tema noto a chiunque. E invece no. Gli autori, infatti, grazie alla loro decennale esperienza sul campo, offrono un quadro critico della situazione della attuale gestione del meccanismo della raccolta differenziata.
Con linguaggio semplice e scorrevole, si analizza in maniera approfondita il problema dello smaltimento dei rifiuti, demistificando credenze perpetuate nel tempo nella popolazione e smascherando errori che si sono propagati negli anni e che hanno spesso portato il nostro Paese ad affrontare, impreparato, situazioni di emergenza, come accaduto a Napoli nel 2007.
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Il libro sottolinea come la raccolta differenziata sia solo una parte del ciclo integrato dei rifiuti, la cui corretta gestione è fondamentale per evitare che essi diventino un problema irrisolvibile e le conseguenze negative per la salute e l’ambiente in futuro.
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Questa conclusione, che può sembrare scontata, viene presentata non in maniera ideologica, ma supportata da fatti e cifre concreti. Ogni affermazione è completata da esempi reali e paragoni puntuali: le disparità vengono analizzate non soltanto a livello nazionale, ma europeo e mondiale. I punti chiave, riproposti più volte nei quattro capitoli del libro in maniera apparentemente ridondante, vengono in realtà di volta in volta arricchiti fornendo evidenze differenti e riassunti nei box di sintesi alla fine di ogni capitolo.
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Analogo spazio viene dato a proposte concrete di cambiamento, che devono necessariamente riguardare non soltanto il modo in cui la raccolta differenziata viene effettuata da ognuno di noi, ma ancora di più calandola in un contesto politico e industriale di trattamento, valorizzazione e smaltimento dei rifiuti, al fine di ottenere l’effettivo recupero di materia e il benessere del pianeta.


“La raccolta differenziata dei rifiuti urbani è parte, dunque, di un ciclo industriale ed economico che non nasce nelle nostre case, ma molto prima.
Nasce dalle scelte dell’apparato produttivo, dal suo interesse a suscitare e soddisfare consumi, dal suo modo di concepire il confezionamento e l’imballaggio delle merci, di organizzare la distribuzione capillare, di trarre economie e vantaggi dal circuito del riuso, del riciclo e del recupero. Quello che chiamiamo ‘ciclo integrato dei rifiuti’ è l’insieme delle politiche e delle strategie che adottiamo dal momento in cui si entra in contatto con il rifiuto. Da casa, come dal luogo di studio o di lavoro, nel momento in cui si genera il rifiuto si attiva il ‘ciclo integrato’ cioè il meccanismo, regolato da norme europee recepite dalla legislazione nazionale, utile a qualificare come ‘risorsa’ ciò che, nel momento in cui si abbandona, non lo è”. 

Questa definizione racchiude, in sostanza, il messaggio del libro. Il saggio parte da una particolare descrizione dei cenni storici e ideologici relativi alla raccolta differenziata. Infatti “la storia dei rifiuti è la storia della vicenda dell’umanità intera” e già nell’antica Atene, come adesso, i rifiuti più problematici erano gli imballaggi, cioè anfore e brocche. Gli stessi che, nell’antica Roma, venivano rotti dagli schiavi per ridurne il volume da occupare al Testaccio, la più antica discarica della capitale.
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Il primo capitolo procede ad analizzare le normative di riferimento, in Europa e in Italia, realizzate per promuovere lo sviluppo di uno schema gerarchico di gestione del rifiuto, che mira alla riduzione del rifiuto alla fonte e al recupero di materia ed energia tramite il riciclaggio. In questo schema la raccolta differenziata è solo uno degli obiettivi che gli Stati membri dell’Unione Europea devono perseguire per facilitare le operazioni di riciclaggio.
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Quanto sappiamo davvero dei rifiuti? Che fine fanno? Sempre il primo capitolo esamina attentamente le principali tipologie di rifiuti prodotti dalla raccolta differenziata. Senza mancare di mettere in luce aspetti controversi. E’ il caso degli imballaggi, che costituiscono oltre il 20% dei rifiuti urbani prodotti nel nostro Paese. Infatti, a differenza di Paesi come la Germania, in cui i produttori di imballaggi sono costretti a pagare un corrispettivo per aiutare verso la raccolta differenziata, in Italia questo meccanismo stenta a decollare.
A rimetterci sono le tasche degli italiani, costrette a pagare non solo il bene, ma anche l’involucro che lo contiene, attraverso le tasse. Ancora, l’Italia è al primo posto per il consumo di acqua in bottiglie, seppure quinta per la qualità dell’acqua del rubinetto. Di tutta quella plastica accumulata, solo il 45% può essere reimpiegata tramite metodiche laboriose e costose. Illusoria inoltre la credenza secondo cui il trattamento meccanico biologico sia la soluzione definitiva per il ciclo di riciclaggio dei rifiuti indifferenziati: la metodica è infatti dispendiosa, e il compost che si ottiene non è quasi mai utilizzabile.
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L’ obiettivo “zero waste” -rifiuti zero- iniziato in America, ha assunto, in Europa e Italia, un significato differente da quello originario. Rifiuti zero, infatti, non vuol dire evitare di conferire i rifiuti in discarica e preferire o meno a questa l’inceneritore. Rifiuti zero può diventare una realtà soltanto con l’impegno e la partecipazione attiva da parte di tutta la popolazione a mettere in atto misure di prevenzione.

“Per perseguire veramente la finalità della riduzione ed eliminazione dell’idea stessa di ‘rifiuti’, abbiamo bisogno di conoscere la verità di tutti i fenomeni, le problematiche, le connessioni e quant’altro interseca l’autentica fisiologia delle materie che scartiamo, rifiutiamo o gettiamo via. Per compiere questa ‘analisi olistica’ abbiamo bisogno di una lente critica laica, che ci mostri la reale verità dell’insieme e che non possa deformare l’immagine per confortarci la coscienza”. 

Non basta dire di fare la raccolta o limitarsi a ad accettare l’inceneritore per risolvere il problema delle discariche. “L’ipocrisia, insomma, non risolve i problemi”. Proprio per fare chiarezza, nel secondo capitolo si analizzano, tra l’altro, in dettaglio, i fattori che vanno presi in considerazione nella pianificazione di un determinato tipo di raccolta differenziata in un Comune rispetto ad un altro.
La realtà di un piccolo comune come Treviso, infatti, non può essere paragonata alle grandi città. Pertanto, un sistema ‘porta-a-porta’ può funzionare solo in determinate realtà virtuose e facili da controllare, ma risulta ingestibile nelle città con livelli demografici e flussi di popolazione molto più elevati. Questi fattori sono fondamentali per la ricerca del livello ottimale tra sostenibilità economica e sostenibilità ambientale. In Italia, invece, le società responsabili, hanno agito, nel tempo, solo a difendere gli interessi personali e non quelli pubblici, incapaci di usare adeguatamente i soldi dei cittadini per gestire i rifiuti in maniera corretta.
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Le uniche lobbies cresciute in Italia sono quelle legate all’ambiente della criminalità. Complici della situazione di emergenza che città come Napoli e Roma si sono trovate a dover fronteggiare di recente, dove la pianificazione si è orientata a indurre il sistema della raccolta differenziata in maniera ossessiva senza, però, fornire sistemi di sostegno opportuni, e causando, di conseguenza, squilibri impressionanti.
Questi i casi analizzati in dettaglio nel capitolo finale, di cui si presentano le attuali lacune e si avanzano proposte di soluzione. Si accenna inoltre, l’importanza della corretta informazione e l’urgenza di incentivare la ricerca verso l’individuazione di quelle metodiche che consentano di progettare i beni in vista del loro fine ultimo prima ancora della loro messa in commercio. In sostanza, il libro si rivolge ad ognuno di noi, ad ogni cittadino a qualunque livello della scala sociale.
Perché:

“…occuparci dei ‘nostri’ rifiuti ci obbliga ad allargare gli orizzonti dei dubbi e della ricerca, delle consapevolezze e delle responsabilità. Ci obbliga, cioè, a interrogarci per progredire verso una ‘cultura differente’, che esamina le moderne contraddizioni dello sviluppo e si fa capace di progettare un futuro differente, per sé e per le generazioni che verranno”.

 
Autori: Daniele Fortini – Nadia Ramazzini
Casa editrice Ediesse
Pubblicato nel: Gennaio 2015
Pagine: 350
ISBN: 978-88-230-1935-5
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Fabiana Luise 
Dopo una Laurea in Scienze e Tecnologie Genetiche all’Università del Sannio,
al momento è PhD student presso
l’University of Manchester (UK) in Stem Cell Biology.
I suoi interessi scientifici riguardano:
Biologia Molecolare e Cellulare, Genetica e Biotecnologie.