Ecommerce Day 2015: una grande risorsa per le imprese

Torna a Torino la VI edizione dell’Ecommerce Day, evento dedicato al mondo del commercio elettronico.
L’appuntamento è per il 9 giugno al Mirafiori Motor Village di Torino, piazza Cattaneo 9.
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Il 9 giugno 2015, presso la prestigiosa location Mirafiori Motor Village di Torino, si terrà la VI edizione dell’Ecommerce Day, evento dedicato al mondo della vendita online. L’evento, organizzato dall’ecommerce agency Jusan Network in collaborazione con il Gruppo FCA, avrà il sostegno del Gruppo CNA, il sistema che da più di mezzo secolo rappresenta gli interessi delle micro, piccole e medie imprese, soprattutto nei settori manifatturiero e artigianale.
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CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) che da oltre sessant’anni tutela gli interessi delle PMI operanti nei settori della manifattura, dell’industria e dell’artigianato, (artigiani, liberi professionisti, imprenditrici e imprenditori, per un totale di 670000 associati) ha dato pieno supporto all’iniziativa, in piena coerenza con la visione che anima il suo sistema, improntata a una costante ricerca di sintonia tra i molteplici interessi delle imprese, la promozione economica delle stesse e la loro integrazione all’interno di uno scenario europeo e globale caratterizzato da continui cambiamenti.
L’appuntamento, data la varietà delle tematiche, si rivolge a un ampio ventaglio di figure professionali e attori della realtà virtuale, come testimoniato dal grande interesse che hanno riscontrato le cinque edizioni precedenti sia da parte di aziende di riferimento nel settore (tra le altre, Google, Regione Piemonte, Unioncamere, Venchi, Università di Torino, Jusan Network, Fastweb, ecc) che da parte di PMI e start-ups.
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A unire tra loro tante realtà diverse e distinte è un fatto concreto: nel mondo vi sono oltre 1,2 miliardi di consumatori online, e il loro numero va aumentando; di conseguenza, sia per le grandi aziende che per le PMI o le start ups, diventa essenziale informarsi appieno circa il ruolo rivestito dal commercio elettronico in un simile scenario.
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Rilevante, all’interno dell’e-commerce, è il fattore di crescita che sta compiendo l’export mondiale, con transazioni cross-border destinate a un incremento annuo del 21% dal 2013 al 2018, secondo uno studio condotto dal consorzio Netcomm.
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Le PMI interessate a rafforzare le proprie potenzialità di export devono tenere conto di questi dati e, stante l’inevitabile concorrenza con i grandi gruppi, creare regole, sanzioni e controlli volti ad aumentare la fiducia dei consumatori e tutelare i propri prodotti a fronte di una competitività internazionale sempre maggiore.
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Anche per le imprese ancora legate a criteri tradizionali di vendita è sempre più importante aggiornarsi e analizzare con attenzione gli andamenti del mercato online, valutando soluzioni e strategie di marketing di successo che siano in grado di sfruttare adeguatamente gli strumenti offerti dal mondo del digitale.
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Questo è ciò che è avvenuto durante l’ultima edizione dell’Ecommerce Day, datata 18 ottobre 2014 e tenutasi a Villarbasse. Sono state invitate imprese agricole piemontesi interessate a informarsi sul tema del commercio elettronico, le quali hanno avuto l’occasione di esporre i propri progetti e assimilare informazioni e concetti chiave relativi al mondo della vendita online.
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Al di fuori delle piccole, medie e grandi imprese, l’evento si rivolge anche ai blogger, i giornalisti e tutti coloro che sono intenzionati a formarsi e acculturarsi in merito all’e-commerce.
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Blog e testate dedicati possono essere utilizzati infatti quali piattaforme di formazione e scambio di idee, confronto e diffusione di notizie relative a eventi, analisi, andamenti e previsioni, in maniera tale da tenersi costantemente aggiornati e al passo con il dinamismo di un mondo in perenne trasformazione.
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L’Ecommerce Day è un marchio registrato di proprietà dell’e-commerce agency Jusan Network, creatrice dell’evento e organizzatrice, assieme al Gruppo FCA, della VI edizione dello stesso.
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ISCRIZIONE GRATUITA
La partecipazione all’evento è gratuita (numero posti limitato).

Rivivi il Digital Festival sul Web

CNA Torino protagonista dell’evento che si è svolto dal 3 al 20 maggio 2013.

Si è concluso oggi, 20 maggio 2013, il Digital Festival, la kermesse nazionale che ha visto coinvolto tutto il territorio torinese in primis, contaminando luoghi e spazi con argomenti sempre più all’ordine del giorno per cittadini e imprese.I dati di una recente ricerca condotta da Duepuntozero Doxa evidenziano una costante crescita di popolazione che accede giornalmente a Internet: oltre 28 milioni gli italiani attivi nel mese, di cui quasi 15 milioni nel giorno medio.

E le imprese stanno a guardare? Sono di fronte a una nuova sfida. Comprendere l’evoluzione dei consumi e le nuove dinamiche del consumatore multicanale. Ed è su queste basi, e per assolvere alla necessità di comprendere meglio le opportuntià che il mondo digitale può offrire alle imprese ed ai cittadini, che il Digital Festival ha articolato i suoi contenuti, che in questi giorni hanno invaso Torino.

“Un susseguirsi di iniziative – spiega Stefano Saladino, Presidente dell’Associazione Luoghi di Relazione organizzatrice del Digital Festival – che partendo dai temi del lavoro e degli sbocchi occupazionali che il settore può offrire in Italia, hanno portato a parlare dell’impatto, dei rischi e delle opportunità che questo settore può comportare per il cittadino”.

Ma non sono mancati i momenti business, dove grazie alla collaborazione con CNA e Seat Pagine Gialle, si è organizzato un percorso di due giorni sui temi “Internet per l’artigianato e la piccola impresa: le potenzialità di business online” e “Web & Business: comunicare con Internet per essere visibili e apmpliare il giro di affari”.
Le tracce digitali del festival sono su www.digitalfestival.net

Le slide con le conferenze svolte presso la CNA Torino saranno a breve visibili su  www.slideshare.net/cnatorino

La CNA al Digital Festival con un messaggio agli artigiani e le PMI: “Internet come opportunità per combattere la crisi”

Dal 3 al 20 maggio torna il Digital Festival, l’occasione ideale per confrontarsi su come il digitale può aiutarci a risolvere le necessità di tutti i giorni e migliorare la qualità della vita, creare opportunità di lavoro nei vari ambiti e favorire lo sviluppo economico e sociale del territorio.
Organizzato dall’Associazione Luoghi di Relazione, in main partnership con Seat PG ed il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino, Confindustria Piemonte, Asseprim, Cna Torino, CDO Piemonte, FERPI, Pubblicitari Professionisti e Anitec, la quarta edizione del Digital Festival attraverserà tutta la città di Torino, ampliandosi con novità ed importanti collaborazioni.
La sede di Cna Torino Per 16 giorni il Piemonte sarà il centro di un evento che coinvolgerà tutto il territorio italiano con momenti di confronto aperti ad esperti e non, articolato su 4 filoni tematici che vedono le loro dinamiche fortemente influenzate dal DIGITALE: Job, Business, Creativity e People. 16 giorni di incontri, conferenze e workshop differenziati e trasversali per comprendere l’oggi ed immaginare concretamente il domani.
Il lavoro come sfida di crescita forte e costruttiva apre il Digital Festival il 3 e 4 maggio, presso lo Spazio Mostre Regione Piemonte. Il Digital for Job si pone come un’occasione valida per orientarsi sul management 2.0, con la presenza di Marco Minghetti, Direttore Scientifico per il Management 2.0 di GSO, coordinatore della prima giornata. Il 4 maggio si vogliono fornire gli strumenti adatti per formarsi ai paradigmi del lavoro odierni e per orientarsi alle nuove professioni digitali, raccontandole attraverso il job storytelling, favorendo il matching fra domanda e offerta, attraverso il format degli elevator pitch, con aziende che sono alla ricerca di figure professionali con competenze specifiche e con momenti dedicati all’autoimprenditorialità e alle Startup. Da segnalare inoltre un focus sul tema Donne e professioni digitali.
Passi concreti su una tematica d’attualità come quella del lavoro, che porta al secondo filone del Digital Festival, che dal 7 all’8 maggio cambia scenario e trasforma il punto di vista con il Digital for Business. Grazie a collaborazioni importanti, come Cisco, Duepuntozero Doxa, Top-Ix, Politecnico di Torino, ed altre in programma, verranno dunque analizzati e discussi i segreti del Big Data e della Mobile Revolution, del Retail e dell’E-Commerce, in una carrellata di sessioni a cui sono invitati a partecipare imprese, PA e giovani professionisti.
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CNA TORINO PRESENTA LA GUIDA GRATUITA PER LE IMPRESE 
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Molteplici le modalità di partecipazione nelle location individuate ad hoc: il Museo della Radio e della Televisione RAI ed il Teatro Gobetti, con un ‘fuori porta’ presso la sede del Cna Torino.Vitaliano Alessio Stefanoni, Responsabile CNA Comunicazione e Terziaro Avanzato presenterà  la guida  rivolta ad artigiani ed imprese INTERNET PER L’ARTIGIANATO E LA PICCOLA IMPRESA con i suoi tre autori: Giuseppe Izzinosa, Luciano Corino, Claudio Pasqua.
Seguirà un workshop, organizzato da Seat PG. Il business, passione e fatica, raccontato analizzando lo scenario presente per prevedere quello di domani.
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10 app per iPad, iPhone e Androids per business manager e startupper

apple android
apple vs android

Vi sentite più vicini a imprenditori come l’ingegnere informatico Sergey Brin  o il matematico Larry Page (fondatori di Google)  o al biologo Craig Venter, noto per avere sequenziato il genoma umano con la sua azienda Celera Genomics.
O  vorreste assomigliare a Richard Branson, l’uomo più ricco del Regno Unito, fondatore del colosso Virgin e celebre per le sue imprese ai limiti dell’impossibile!

Chiunque voi siate, o vogliate essere, se amministrate una azienda o dirigete una startup, dovete assolutamente prendere in considerazione la possibilità di dotarvi di alcuni strumenti indispensabili.  Non potranno sostituirvi nelle importanti decisioni che prenderete per migliorare il vostro business, ma eviteranno di sprecare il vostro bene più prezioso… il vostro tempo!

Magari vorreste assomigliare a Richard Branson,l’uomo più ricco del Regno Unito, fondatore del colossoVirgin e celebre per le sue imprese ai limiti dell’impossibile!
Chiunque voi siate, o vogliate essere, se amministrate una azienda o dirigete una startup, dovete assolutamente prendere in considerazione la possibilità di dotarvi di alcuni strumenti indispensabili.  Non potranno sostituirvi nelle importanti decisioni che prenderete per migliorare il vostro business, ma eviteranno di sprecare il vostro bene più prezioso… il vostro tempo!

1
WebEx Meeting  [multipiattaforma]
Utilizzo lo strumento della CISCO dal giorno della sua uscita e lo trovo insostituibile.
Permette di collaborare via Web in tempo reale da qualsiasi luogo, in qualsiasi momento e su qualsiasi dispositivo. Da quando esiste anche l’applicazione mobilecosa pretendere di più?

2
QuickMobile  [multipiattaforma]
Una suite di soluzioni ormai per me divenute indispensabili per organizzare meeting, congressi, scambiarsi informazioni utili e gestire riunioni in videoconferenza. Mai più senza!

3
Kadrige i Sharing
 [iPad]

E’ il leader europeo nelle soluzioni Saas di informazione scientifica a distanza e web conferencing, e da poco ha annunciato  il lancio dell’applicazione Kadrige iSharing per iPad. Utilizzo questa applicazione per condividere contenuti interattivi, organizzare riunioni a distanza e svolgere sessioni di training per centinaia di utenti collegati simultaneamente.
Insomma, un’app a tutto tondo per il  business. Grazie a Kadrige Everywhere (una delle innovazioni tecnologiche brevettate da Kadrige Innovative Software), l’applicazione può essere utlizzata ovunque io mi trovi, anche con una connessione a internet molto lenta (4Kb/s)

4
Google Mobile
  [multipiattaforma]

Mi permette di trovare siti web, attività commerciali locali, prezzi di prodotti e altro ancora.  Utile per per postare, visionare mappe, utilizzare documenti e calendario, oltre alla ricerca vocale e alla  localizzazione.  Una vera suite di programmi disponibili nella “nuvola” di Google. 


5
Evernote
 
 [multipiattaforma]
Estremamente utile per  catturare e conservare idee e aspirazioni, fotografare presentazioni e progetti.
Cara vecchia Moleskine, … addio!

6
Microstrategy
 [multipiattaforma] 
Permette di organizzare su tablet o telefono analisi, report, grafici, dashboard e qualsiasi dato che risulti  indispensabile per il lavoro.

7
Tripit
 [multipiattaforma]
Da quando uso questa applicazione non inizio un viaggio senza avere pianificato l’itinerario  la sera prima. Un vero e proprio consulente specializzato. Oltre a fornirmi mete, destinazioni e affini, può darmi tutte le informazioni su una determinata città  e controllare le prenotazioni di alberghi e ristoranti.

8
Business People Magazine
  [multipiattaforma]
Ho scoperto un anno fa che su iPad la rivista è gratuita, almeno per ora. E’ uno dei miei mensili preferiti. Economia, attualità, stile e tendenze disponibile per android e Apple iPad

9
Il Mondo Digital Edition
  [iPad] 

Fonte di grande autorevolezza nell’informazione economica italiana, Il Mondo offre ogni settimana  un panorama completo dei principali fatti economici e dei mercati.

10

Social Flights

Non è una vera e propria App ma un servizio che mi è capitato di provare di recente (la compagnia è attiva solo da febbraio) e che è  un social network per viaggiare, risparmiando, sugli aerei privati: si compra il blglietto con gli amici online e ci si sposta in  aereo Jet in diversi punti del territorio americano, attraverso piccole compagnie private. Molto comodo. Con un jet privato si evitano un sacco di scocciature: niente coda al check in, al nastro dei bagagli, niente procedure di sicurezza o valigie smarrite. E se condivido un aereo da 8 passeggeri con 16 persone, 8 che viaggiano in una direzione e 8 che viaggiano nell’altra, nei volti più brevi il costo si può  aggirare intorno ai 150 dollari.

iStarter, ecco il nuovo incubatore torinese

Sono già 34 le startup che hanno fatto domanda per essere ospitate nella nuova struttura realizzata da un gruppo di giovani angel  – articolo a cura di Silvio Gulizia

L’attenzione sempre maggiore al panorama delle startup italiane sta portando al nascere non solo di decine di nuove imprese, ma anche di strutture e fondi per aiutarle e finanziarle. Una di queste è iStarter, incubatore torinese che fra le altre cose si distingue per essere stato lanciato da un gruppo di giovani business angel.

Sono una cinquantina e hanno un’età media di 32 anni. Fra di loro ci sono persone come Luca Colombo, country manager di Facebook Italia, Anna Gatti, Ceo di Soshoma e board member di Buongiorno, Fernando Napolitano, Ceo di Italian Business & Investment Initiative e board member di Enel, e Nicola Garelli, project leader al Boston Consulting Group e fondatore del gruppo di cui è anche presidente.

Si tratta di angel e persone impiegate in grandi aziende o amministratori di gruppi in sette settori: beni industriali, macchinari industriali, dispositivi biomedicali, Internet, tlc e media, aerospaziale ed energie rinnovabili. Nelle scorse settimane iStarter ha avviato una call for ideas che chiuderà il 25 ottobre: nel successivo fine settimana verranno valutate tutte le proposte (già 34 quelle registrate) fra cui ne verranno selezionate cinque. Queste verranno incubate a Torino nei nuovi locali acquisiti dal gruppo che ha anche una sede a Londra e presenze attive a San Francisco, New York e Shanghai.

Il nucleo centrale degli angel ha iniziato a operare in privato nel 2007. “Nello scorso febbraio una decina di noi ha avviato una riflessione per capire quale poteva esser

e il mercato in cui investire per i prossimi tre o quattro anni – ci ha spiegato Garelli – Avevamo già fatto investimenti sulle startup e volevamo posizionarci in questo settore. Quindi abbiamo consultato amici fra i venture capitalist italiani e anglosassoni. Abbiamo realizzato che la gestione dell’investimento di capitale e lo sviluppo dell’idea devono restare separati, perché la prima richiede persone che sappiamo gestire un portafoglio. Occuparsi solo dello sviluppo invece ci permette di mantenere alta la focalizzazione e di trasmettere il massimo valore all’imprenditore”.

iStarter, una Spa con 500mila euro di capitale, in sostanza si occupa di offrire formazione orizzontale (sui temi legati al mondo startup) e verticale (sul progetto imprenditoriale della singola realtà) e chiede in cambio una percentuale variabile solo se riesce a far finanziare il progetto tramite gli eventi di networking che riesce a organizzare e le proprie conoscenze. “In linea di massima puntiamo a seed da 200 o 300mila euro e prendiamo un 10% in contanti e un 5% in stock option”. In caso la startup non trovi un finanziamento, l’imprenditore non paga assolutamente nulla.

L’obiettivo di iStarter è diventare parte integrante della comunità torinese e del Nord-ovest offrendo sostegno ai nuovi imprenditori. “Vogliamo diventare un attore di riferimento all’intersezione tra università, industria, enti locali e comunità finan

ziaria”. All’interno dell’incubatore non ci sarà solo spazio per sviluppare le idee degli startupper, ma a questi potrebbero essere affidati anche progetti originati da partner corporate di iStarter.

 

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Web e dintorni a Restructura: l’innovazione, i nuovi media e le imprese artigiane

II dati dell’Osservatorio regionale sull’artigianato indicano che i giovani artigiani e le loro imprese, che rappresentano circa il 25% del sistema artigianale, hanno caratteristiche profondamente diverse dalla media del comparto: mostrano migliori variabili strutturali (come ad esempio, un titolo di studio più elevato, una dimensione d’impresa relativamente più grande, un’organizzazione societaria più complessa ed evoluta), migliori performance di crescita (misurate in termini di evoluzione della domanda, del fatturato e dell’occupazione, maggior propensione all’investimento e all’innovazione), migliori aspettative circa il futuro (nel senso che sono più ottimisti sull’evoluzione della domanda e della produzione). Infine, i giovani utilizzano di più le nuove tecnologie, stante la migliore dotazione in termini di fax, computer, sito web e, in generale, di macchine innovative [fonte: il portale dell’artigianato]
Per approfondire i temi che possono rilanciare e migliorare le capacità di business di questo settore  Venerdì 30 novembre 2012 – Ore: 14.00-16.00 presso la SALA ATTIVITÀ PRODUTTIVE – CNA si terrà la conferenza:



WEB E DINTORNI: LE PRATICHE CHE AIUTANO LA PROMOZIONE E IL VISSUTO DEI PRODOTTI ARTIGIANI

Modera:
Vitaliano Alessio Stefanoni
, Responsabile Comunicazione e Ufficio Stampa CNA Torino

Intervengono
Claudio Pasqua, come usare il web e i social network per fare business.
Giuseppe Izzinosa, andiamo in fiera: lo stand, i contatti e lo sviluppo delle relazioni.
Luciano Corino, sicurezza e privacy in Rete
Giancarlo Simonelli, come migliorare la performance commerciale

Conclude:

Il portale regionale dell’Artigianato, Gianni Menino, Funzionario settore Promozione Sviluppo e Disciplina dell’Artigianato Regione Piemonte

Organizza: CNA TORINO
Info: CNA TORINO

Tel. 011 19672228

Email
[email protected]
[email protected]

Durante l’evento si terrà la presentazione del libro scritto da Giuseppe Izzinosa, Claudio Pasqua e Luciano Corino dal titolo “Internet per l’artigianato e la piccola impresa.Il libro, edito dalla CNA-Torino con il contributo della Camera di Commercio di Torino, contiene l’appendice di Michela Martini e la prefazione a cura di Alessio Stefanoni ed Enrico Capirone.Lo scopo del testo, che entra a far parte delle guide pratiche della CNA, è di fornire uno strumento utile ad artigiani e piccola impresa che sia misurato sulle reali esigenze di queste categorie di imprenditori che formano il tessuto vitale dell’economia italiana.

Innovazione: guida agli investimenti dei Venture Capital nel 2012

In quali attività investiranno nel 2012 Private Equity & Venture Capital? Una analisi della Capital Raising Guide del mercato statunitense ci fornisce qualche anticipazione.

Si è portati erroneamente a pensare che gli investitori di venture capital siano interessati ad aziende il cui core business sia esclusivamente basato sull’alta tecnologia. Una analisi più accurata, invece, soprattutto se si guarda il portafoglio di molte aziende di venture capital, fornisce dati opposti: una parte significativa degli investimenti riguardano sempre più spesso settori tradizionali, a discapito di quelli altamente pionieristici.

Nel 2011 in effetti abbiamo assistito, soprattutto negli Stati Uniti, a un numero significativo di investitori che credevano nel successo in settori tra più tradizionali della produzione e dei servizi.

Il motivo di questa scelta è che i prodotti delle industrie tradizionali come vendita al dettaglio, produzione, franchising, ristoranti, prodotti di consumo o servizi sono più facilmente comprensibili per i consumatori finali, e che il profitto di una azienda esistente può essere ampliato senza grossi rischi, ampliando il proprio mercato. Basso rischio scelto anche sulla base della situazione congiunturale in un  periodo di crisi internazionale come questo.

Insomma, se è vero che i Venture capitalist preferiscono investire in attività imprenditoriali, questo non significa necessariamente che queste imprese siano nuove o in fase di startup. Provate a mettervi nei panni di chi ha un capitale da investire  finanziando una attività. Cosa fareste voi?

L’obiettivo dell’investitore istituzionale è quello di realizzare, nel medio termine, un importante guadagno di capitale (capital gain) attraverso la cessione della partecipazione acquisita. Per guadagno di capitale si intende l’incremento di valore della partecipazione maturato dal momento dell’assunzione della partecipazione a quello della cessione e monetizzazione della stessa. L’investitore istituzionale nel capitale di rischio è, per definizione, un sociotemporaneo, seppur di medio-lungo termine, che, come tale, dovrà prima o poi cedere la partecipazione acquisita per realizzare il proprio obiettivo.  [1] 

Gli investitori di venture capital sono interessati solo in società con elevate prospettive di crescita, che sono gestiti da team formati da esperti e ambiziosi in grado di trasformare il loro business plan [2]  in realtà.  Come regola generale si punterà su una azienda che possa dare dei ritorni significativi sull’investimento entro i primi 5 anni.

Inoltre, una cosa non esclude l’altra e le nuove tecnologie possono essere introdotte a molte imprese tradizionali e in grado di espandersi in nuovi territori, oppure possono essere convertiti in franchising modello di espandersi in altre città o mercati internazionali.
Un altro motivo per cui VC e PE sono sempre più interessati alle attività più tradizionali, è che queste ultime  sono già presenti sul territorio e possono contare su una base di clienti già esistente. Dunque rispetto a una startup, aziende tradizionali possono raccogliere capitali per espandersi su nuovi mercati invece di investire nello sviluppo di nuovi prodotti.
Tra i settori che attraggono investimenti da società di venture capital sempre secondo la Capital Raising Guide ci sono – i servizi educativi. Negli Stati Uniti sono molte le società di private equity hanno anche fornito i finanziamenti per le università o istituti che intendano espandere il loro territorio. Indirettamente qui la tecnologie aiuta (vedi anche 10 motivi per usare la tecnologia nell’innovazione) [3]
Il settore dell’educazione in Nord America sta infatti vivendo una forte crescita, dovuta al notevole afflusso di studenti nazionali, internazionali e professionisti intenzionati a “tornare sui banchi di scuola” di università o centri di formazione professionale per apprendere nuove competenze. Inoltre i campus sono in espansione e stanno offrendo servizi correlati, come l’apprendimento delle lingue e servizi per l’immigrazione.
Altro settore in forte crescita innovativa sono le aziende dei media.
Editori e altre società dei media tradizionali sono molto più facilitate ad attrarre investimenti. Soprattutto nei settori di nicchia ancora poco indagati dalle nuove tecnologie.
Altri investimenti sono in corso anche in aziende di servizi multimediali come le agenzie pubblicitarie, studi di ricerche di mercato e dei media di nicchia, come le agenzie di agenzie di marketing multiculturale o la consegna di nicchia come l’utilizzo di telefoni cellulari o e-mail fornitori di servizi di marketing.
Se è vero che l’Italia arriva con un certo ritardo rispetto alle scelte economiche d’oltreoceano, guardare avanti su questi mercati può dare nuova linfa vitale alle aziende, soprattutto manifatturiere, fortemente attaccate dalle difficoltà economiche della crisi in atto.

Altri mercati infatti in cui l’innovazione sta già dando i suoi primi frutti e verso cui gli investitori americani sono motivati a rischiare sono il Franchising, considerata un’ottima strategia per trasformare un business consolidato in un global business. In questo momento c’è un forte fermento negli Stati Uniti perché una delle ragioni sono le opportunità nei confronti degli immigrati, che in questo modo possono aprire una attività  sotto il marchio di una azienda forte e solida.

Tra i settori: la Fashion Industry, e le opportunità manifatturiere di nicchia.

Questo perché se fino ad ora le aziende, anche medie e piccole,  erano incentivate a produrre i propri beni nei mercati asiatici o nei paesi a basso costo di manodopera, l’aumento dei costi di produzione su questi mercati e l’aumento dei costi di trasporto dovuti alla recente crisi internazionale hanno permesso una rinascita del settore manifatturiero locale.

Una tendenza che probabilmente continuera ancora in tutto il 2012.
Chi meglio dell’ing. Elserino Piol, può sintetizzare meglio quanto appena scritto?
In questa intervista addirittura risalente a due anni fa, ha saputo anticipare concetti che ora sembrano scontati. Il pioniere dei Venture Capital in Italia,  inizialmente per Olivetti, e poi per le attività di venture capital come Advisor di 4C Ventures e dal 1998 come Chairman e Partner di Pino Venture Partners, advisor del fondo di venture capital Kiwi di Madera e Presidente di Pino Partecipazioni S.p.A., Advisor del fondo di venture capital Kiwi II di Madeira.
Con un cameo su Steve Jobs. Pensando che una app voluta da Piol (Fubles)  è entrata di recente nell’Apple Rewind 2011, la classifica dei prodotti multimediali più importanti venuti nell’iTunes Store e App Store stilata in base ai giudizi rilasciati dai vari utenti e ai download eseguiti.

Claudio Pasqua
www.linkedin.com/in/claudiopasqua
twitter.com/ClaudioPasqua
[email protected]

APPROFONDIMENTI GUIDATI 


[1]  GUIDA PRATICA AL CAPITALE DI RISCHIO  (sul portale dell’Università degli Studi di Torino) e la stessa guida sul portale dell’AIFI Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital

[2]
 Guida al Business Plan a cura di AIFI, IBAN e PricewaterhouseCoopers

[3] Guida al finanziamento dei progetti delle Piattaforme tecnologiche europee Strumenti di finanziamento della Commissione europea e della Banca europea per gli investimenti