Carolyn, Anastacia e la loro energia

Lo dico senza timore, amo il talent televisivo Ballando con le stelle! Mi piace l’eccellente orchestra dal vivo diretta da Paolo Belli, la professionalità degli insegnanti di ballo e di Milly Carlucci, la capacità sempre dimostrata di affrontare tematiche sociali oltre alla particolare attenzione  verso la disabilità e la malattia.

Anche nell’edizione di quest’anno non mancano spunti interessanti come l’emozionante esibizione della presidente di giuria Carolyn Smith, che ha ballato insieme a tutti gli insegnanti, nonostante le difficoltà fisiche dovute alla chemioterapia.

Carolyn è scesa in pista anche per dare testimonianza e solidarietà a tutte le persone, che stanno affrontando, come lei, delle difficoltà. L’artista ha scelto di ballare sulle note di Paid my dues, di Anastacia. 

La scelta non poteva essere più azzeccata. Il brano parla di una rinascita al femminile e Anastacia, nella sua vita, ha conosciuto diverse patologie invalidanti dal morbo di Chron al tumore e si è fatta sempre portavoce di chi soffriva delle stesse malattie.

Stiamo comunque parlando di una grandissima interprete ed autrice per la quale é stato creato il nome di un nuovo genere musicale, lo SPROCK, acronimo di soul, pop e rock!

 

Eleonora, mamma Maura e i Pooh

In questi giorni la mia amica Eleonora non è stata bene.Ho così deciso di riproporre un post che ho scritto un po’ di tempo fa. Riguarda un evento molto emozionante per lei e spero di comunicarle ulteriore grinta rispetto all’aiuto della grande mamma Maura, diventata ormai una piccola star di Facebook. Eleonora Riggi, 50 anni, di Nettuno, è in carrozzina da quando era bambina. Da sempre fan dei Pooh, nel 2001 ha avuto una brutta polmonite, che l’ha ridotta in coma per più di un mese. È stata dura, ma ne è uscita, anche se, al risveglio, ha scoperto di non poter più piegare le gambe e di avere grosse difficoltà a muovere le braccia. Vinta questa a battaglia, con l’aiuto del suo caro amico Nicola e di una catena di solidarietà, attraverso il web, è riuscita a festeggiare nel migliore dei modi il suo ritorno alla vita, assistendo ad un concerto dei Pooh, addirittura all’Olympia di Parigi. Dal viaggio e dall’incontro con i suoi idoli è nato addirittura un film documentario La strada verso Olympia, che la dolce Eleonora cerca di portare in giro per l’Italia, per raccontare della esperienza e della battaglia sui diritti dei disabili. L’opera è stata curata da tre giovani registi indipendenti, Michele Bizzi, Claudia Di Lascia e Federico Monti. Abbiamo raccontato le emozioni – hanno detto tempo fa in una intervista a Famiglia Cristiana – Ecco perché si è scelto di farlo camera alla mano, vicini alle sensazioni, alle paure ma anche alla meraviglia della scoperta dell’inatteso, fino all’incontro con i Pooh nel mito del teatro Olympia di Parigi. Lì tutta l’energia si è fatta scintilla e le braccia di Eleonora, fino ad allora prive di forza, si sono alzate al cielo.

 

In Un posto al sole, é comparsa una sedia a rotelle…mi raccomando non demonizzatela!

Oggi sposto l’interesse del mio occhio indagatore dalla realtà alla fiction. In particolare mi sono concessa il piacere di raccontare una storia di gambe disabili, provenienti da Un posto al sole. Questa serie tv va in onda con grande successo su Rai Tre. È stata una delle prime soap opera italiane ed è interamente ambientata a Napoli. Devo confessarlo. Amo moltissimo questa serie. Anche perché gli autori adattano le trame all’attualità e cercano di parlare spesso di tematiche sociali importanti. Nelle ultime settimane si è parlato con delicatezza e serietà di violenze domestiche ora è stato toccato il tema della disabilità, dell’uso della sedia a rotelle e della riabilitazione. 

Come potete vedere cliccando qui.Il protagonista della storia è l’invincibile Franco Boschi. La scelta è molto azzeccata perché può fare capire meglio come la disabilità possa entrare nella vita di chiunque, indipendentemente dalla sua prestanza fisica. Però cari sceneggiatori non create troppo ildramma intorno alla sedia a rotelle! Quell’ausilio, per noi disabili diventa spesso un fantastico mezzo di libertà! 

Reddito di cittadinanza e disabilità: una presa in giro

Il reddito di cittadinanza non considera i disabili dei cittadini come gli altri! Andrea De Chiara lo spiega in un video.

Per approfondimenti consultare

http://www.fishonlus.it/2019/01/18/reddito-di-cittadinanza-la-bufala-della-disabilita/

 

 

 

 

 

 

Le mie gambe, la disabilità, la poesia

Stanca e pensosa, dopo aver sceso la solita rampa di scale, aprii con un po’ di fatica il portone e mi affacciai sul tratto di strada, davanti alla mia casa. Un gruppo di persone stava arrivando sul marciapiede alla mia destra, tra loro distinsi un ragazzo che avanzava con disinvoltura, appoggiandosi ad una stampella bianca. Mi girai di scatto a sinistra, per decidere se potevo scendere l’alto gradino che dava sulla strada, appena in tempo per evitare un anziano signore, seduto in carrozzina e spinto da una giovane donna con delle borse della spesa. Una persona con la stampella, una in carrozzina ed io col deambulatore ci siamo incrociati come seguendo una coreografia. La danza emozionante del ritorno alla normalità della vita, nonostante la disabilità. La sceneggiatura del film della mia vita, mi aveva offerto un momento di sottile poesia. 

Corredandola con un’immagine diRoberto Porcella, che ha illustrato anche le Avventure semiserie delle mie gambe (il mio libro, edito dallaGolem) ho cercato di riproporre una breve istantanea della mia quotidianità di persona disabile, una nuova avventura delle mie colonne portanti. In questo ho seguito lo stile dei miei brevi ritratti di corsia, con cui ho iniziato la mia collaborazione con La Stampa anni fa. Arrivai quasi dal nulla, in un piccolo spazio della copertina domenicale della cronaca di Torino.

Un frammento del mondo della disabilità, attraverso momenti rarefatti. Hanno ragione Simonetta Morelli eAntonio Giuseppe Malafarinala poesia può essere il linguaggio privilegiato per parlare di disabilità.

Ma quale disabilità, la mia vita è musica

La storia di Valeria l’ho già raccontata questa estate sul mio blog de La Stampa, ma è troppo bella per non riproporla!

La mia idea di felicità è stare sotto un palco con un cocktail in mano ! Questa la frase di presentazione del profilo Facebook della trentanovenne Valeria Carletti, impiegata amministrativa. carrozzata di Torino. 

Da quando ho scoperto la disabilità sul mio fisico ed ho iniziato a scriverne nei miei blog, ho cominciato a stringere amicizia sui social con molte persone, che vivono la disabilità con coraggio e leggerezza.Valeria è una delle mie preferite, che vive col sorriso ed una grande voglia di conoscere e buttarsi nella mischia. Per lei la carrozzina è solo un mezzo di trasporto. Soprattutto è  una grande frequentatrice di concerti. Valeria ama la musica indie italiana ed in questo campo ha una conoscenza da vera esperta. 

Cara amica ti confido un segreto, ti seguo  da tempo e ti stimo e ti invidio tantissimo! Anche io amo la musica, ma non ho il tuo coraggio!

                     

Nella foto che vedete è di oggi ed è in ottima compagnia. Sono al suo fianco Daniele Silvestri, Manuel Agnelli, Max Gazzè, Samuele Bersani e Nicolò Fabi. Praticamente il top! Perchè la combattiva Valeria non si è lasciata sfuggire la partecipazione al MI AMI, il festival della musica importante di Milano.                          

Sulla sua carrozzina elevabile ha seguito tutto al meglio. Ha visto ed ascoltato i suoi artisti preferiti ed ha scambiato con loro chiacchiere e foto perché Valeria per loro non è solo una fan, ma una cara amica!

Più di cinquemila like su Facebook ad una presa in giro ad una donna affetta da nanismo. Non si fa aspettare la presa di posizione di Valentina Tomirotti

Valentina Tomirotti è sicuramente una delle  professioniste italiane della comunicazione, che più rappresenta l’immagine moderna della disabilità, sensuale disinibita, affermata e stimata sul lavoro, autoironica ed indipendente. Per saperne di più sulla trentacinquenne mantovana, potete cliccare qui oppure su quest’altro link.  Vi ho incuriosito? Spero di si, perché nelle prossime righe vi racconterò della sua nuova battaglia social. Intanto leggete il contenuto di questa foto, presa dalla pagina Facebook Commenti memorabili

                              

Questo post ha ricevuto più di cinquemila like. Il suo significato è solo uno sberleffo ad una donna bassa di statura. “Che pesantezza ridere sempre delle stesse cose. Che monotonia usare sempre le solite parole per cercare di far ridere. Spero che a Natale vi arrivi un vocabolario da sfogliare o almeno in fronte”. È la risposta di Valentina sul suo profilo Facebook. Il livello raggiunto in molti ambienti è totalmente sconfortante. Incapaci di trovare spunti veranente nuovi per far ridere, si ricorre all’abilismo, all’uso di un limite fisico come strumento di presa in giro. Eh si cara Valentina, ci vorrebbero nuovi vocabolari. Anzi, come diceva il compianto Franco Bomprezzi, bisognerebbe proprio riformulare il vocabolario della disabilità! 

Avete mai parlato con le vostre gambe?

                                      Non posso negarlo.                                Sono molto emozionata, come lo sono le mie gambe, già protagoniste del libro che ho scritto per la Golem edizioni, Avventure semiserie delle mie gambe ! Le mie colonne portanti ora si trovano addirittura nel titolo di un blog. Parlare dei miei arti inferiori per me è uno spunto per parlare di disabilità in maniera anche ironica e disincantata. Io ho la sclerosi multipla, ma ho cercato di raccontare le mie esperienze con la maggior leggerezza possibile, come potete capire da questo bel trailer realizzato dalla brava Mariagrazia Talarico. Nel libro dialogo e talvolta litigo con le mie gambe dispettose ed impertinenti. A voi capita mai di parlare ad una parte del vostro corpo che vi fa penare?   Scherzi a parte, nel mio blog voglio cercare di raccontare delle storie vitali, che possano, far emozionare, piangere, ma anche arrabbiare. Soprattutto mi piacerebbe contribuire a diffondere la conoscenza della disabilità perché quando si conoscono le situazioni, diminuisce la paura e l’intolleranza. Un mondo a misura della disabilità è un mondo accessibile a tutti e quindi migliore. Adesso vi propongo la videolettura della prefazione di Carla Fracci. Dimenticavo  accetto proposte e  segnalazioni. A presto!