Il Venture Capital tira nonostante la crisi

Via AgoraVox

Nonostante la crisi finanziaria globale, negli Stati Uniti gli investimenti in “venture capital” – denaro destinato a finanziare settori innovativi a rischio ma ad elevato potenziale di sviluppo – sono scesi solo del 4% rispetto al 2007. Ci sono buone ragioni per credere che, una volta passata la fase recessiva più acuta, proprio da qui ripartirà l’economia mondiale: puntando soprattutto sul nuovo. E’ forse l’esito più augurabile della crisi.

Anche la Cina attrae capitali a rischio. Secondo i dati della Venture Source, una sezione di Dow Jones, solo nella prima metà del 2008 ben 47 venture capital si sono stabilite in Cina creando 63 fondi. Queste compagnie hanno portato su suolo cinese capitali per più di 5 miliardi di dollari, registrando uno strepitoso aumento del +85% rispetto allo stesso periodo del 2007, e hanno investito più di 2 miliardi di dollari in 275 nuove imprese, un aumento del 92.07% rispetto al primo semestre 2007.
Ciò che cambia è la destinazione degli investimenti: i settori in cui si investe, in Cina, non sono tutti innovativi.

Forbes ha identificato undici settori che traineranno l’economia mondiale fuori dalla crisi e che attirano già venture capital. Si parla di clima ma non solo. Su che cosa vale la pena puntare, dunque?

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La nuova agricoltura si presenta a Campus

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Offrire alle aziende agricole gli strumenti e le innovazioni per affrontare in maniera più efficace il mercato del futuro, migliorandone la qualità della vita, il lavoro, la redditività e, nello stesso tempo, presentare al pubblico una realtà dinamica sono gli obiettivi che si pone la prima edizione di Campus, il salone della nuova agricoltura che si terrà nel Lingotto Fiere di Torino dal 26 al 28 marzo 2009.

Campus si pone come una fiera innovativa, perché vuole favorire e incrementare i contatti tra offerta di prodotti e tecnologie, valorizzare ulteriormente le aziende agricole esistenti, aprire le porte alla vita in campagna, sviluppare un’agricoltura di qualità in contrapposizione a quella di massa, contribuire alla crescita dell’imprenditore agricolo, rappresentare la filiera completa, promuovere le opportunità che l’agricoltura può offrire ai giovani, diffondere l’importanza di una corretta gestione dell’acqua, incoraggiare l’utilizzo di energie alternative e rinnovabili, raccontare le eccellenze nelle aziende agricole.

Un evento che ambisce, insomma, a posizionarsi quale punto di riferimento per il settore agricolo italiano perché capace di presentare soluzioni per orientare e sostenere la crescita imprenditoriale e la competitività delle aziende e degli operatori della filiera agroalimentare. Per questo motivo, per la prima volta nel panorama fieristico italiano, saranno gli imprenditori ad illustrare direttamente i loro casi di successo e le innovazioni tecnologiche che hanno già adottato nelle proprie aziende. Inoltre, le sezioni espositive dedicheranno ampio spazio ai metodi di produzione innovativi, alla commercializzazione e distribuzione delle materie prime con particolare attenzione al concetto di filiera corta, ai programmi per lo sviluppo eco-sostenibile delle aree agricole, agli strumenti per la preservazione e salvaguardia del paesaggio, ai progetti per la pianificazione coordinata dell’intero territorio, all’accessibilità alle nuove tecnologie.

Innovazione e nuove tecnologie in Piemonte secondo il PD

Dal Manifesto del Forum del PD su innovazione e nuove tecnologie in Piemonte

Il nostro tempo è caratterizzato da un poderoso sviluppo della scienza e dell’innovazione tecnologica congiunto ad un fenomeno di abbattimento delle distanze e delle frontiere economiche e culturali noto sotto il nome di “globalizzazione”.

Le dinamiche ed i cambiamenti (economici, sociali, culturali, persino ambientali) sono sempre più veloci , complessi, interconnessi e non lineari.

Ad una crescita delle opportunità corrisponde un aumento dei rischi, tra cui quello che l’innovazione e lo sviluppo, anziché rispondere all’esigenza di migliorare le condizioni e le prospettive di vita delle persone e dell’umanità, si pieghino alle pure leggi del mercato competitivo e del profitto.

Diventa perciò sempre più urgente l’esigenza di un governo della complessità a tutti i livelli (locale e globale, individuale e collettivo, privato e pubblico), che consenta anche ai popoli e ai Paesi emergenti di accedere ai benefici dello sviluppo economico, ma che sia ispirato all’etica della democrazia liberale, della responsabilità sociale e della sostenibilità ambientale.

Sempre di più, la risorsa fondamentale per affrontare tutte queste sfide è la conoscenza, intesa sia come accesso all’informazione, sia come sapere, sia come competenza, ovvero padronanza delle tecniche e delle tecnologie; prime fra tutte, proprio quelle tecnologie informatiche che consentono di condividere e socializzare la conoscenza, fertilizzando il tessuto sociale e migliorandone i frutti.

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