La nuova agricoltura si presenta a Campus

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Offrire alle aziende agricole gli strumenti e le innovazioni per affrontare in maniera più efficace il mercato del futuro, migliorandone la qualità della vita, il lavoro, la redditività e, nello stesso tempo, presentare al pubblico una realtà dinamica sono gli obiettivi che si pone la prima edizione di Campus, il salone della nuova agricoltura che si terrà nel Lingotto Fiere di Torino dal 26 al 28 marzo 2009.

Campus si pone come una fiera innovativa, perché vuole favorire e incrementare i contatti tra offerta di prodotti e tecnologie, valorizzare ulteriormente le aziende agricole esistenti, aprire le porte alla vita in campagna, sviluppare un’agricoltura di qualità in contrapposizione a quella di massa, contribuire alla crescita dell’imprenditore agricolo, rappresentare la filiera completa, promuovere le opportunità che l’agricoltura può offrire ai giovani, diffondere l’importanza di una corretta gestione dell’acqua, incoraggiare l’utilizzo di energie alternative e rinnovabili, raccontare le eccellenze nelle aziende agricole.

Un evento che ambisce, insomma, a posizionarsi quale punto di riferimento per il settore agricolo italiano perché capace di presentare soluzioni per orientare e sostenere la crescita imprenditoriale e la competitività delle aziende e degli operatori della filiera agroalimentare. Per questo motivo, per la prima volta nel panorama fieristico italiano, saranno gli imprenditori ad illustrare direttamente i loro casi di successo e le innovazioni tecnologiche che hanno già adottato nelle proprie aziende. Inoltre, le sezioni espositive dedicheranno ampio spazio ai metodi di produzione innovativi, alla commercializzazione e distribuzione delle materie prime con particolare attenzione al concetto di filiera corta, ai programmi per lo sviluppo eco-sostenibile delle aree agricole, agli strumenti per la preservazione e salvaguardia del paesaggio, ai progetti per la pianificazione coordinata dell’intero territorio, all’accessibilità alle nuove tecnologie.

L’agricoltura ha messo il turbo

Via Corriere.it

In un’Italia dall’economia ferma, c’è un settore che ha messo il turbo. È l’agricoltura, che nel primo trimestre è cresciuta del 6,9% rispetto ai tre mesi precedenti, mentre l’industria ha registrato un aumento dello 0,6% soltanto e i servizi un misero 0,2%. A confermare la performance del settore primario sono arrivati i dati preliminari Istat. La decrescita dello 0,3% del Prodotto interno lordo è dovuta a una diminuzione del valore aggiunto dell’industria, a una sostanziale tenuta dei servizi. Tiene botta solo l’agricoltura, che conferma la crescita del suo valore aggiunto e, dopo anni duri, ha ritrovato la forma. Ma qual è il segreto? «Negli ultimi anni è cambiato l’imprenditore agricolo, che ha capito di doversi occupare anche di trasformazione e commercializzazione», spiega Federico Secchioni. Per il presidente di Confagricoltura, il cambiamento è avvenuto soprattutto nei settori viti-vinicolo, lattiero- caseario, e orto-frutta. Le insalate già preparate e confezionate sono un esempio. Più indietro il settore dei cereali, che ha una trasformazione industriale più complessa.

L’imprenditore moderno
La «svolta» dell’imprenditore agricolo è stata analizzata anche da un’indagine del Censis del marzo scorso. In Italia, dice il Centro studi investimenti sociali, esiste un nucleo vitale di imprenditori che sta proiettando in avanti l’agricoltura e che costituisce una «minoranza trainante » portatrice di una cultura moderna del fare azienda. Innovazione, orientamento al mercato e ottimizzazione dei fattori produttivi e dell’organizzazione sono gli ingredienti necessari per essere un agricoltore moderno. Il Censis ha individuato cinque protagonisti di questa nuova fase. Tra questi c’è Gabriella Fantolino, che ha deciso di portare avanti la passione del padre Andrea, fondatore di un’azienda di produzione e commercializzazione di uova. Qual è il loro punto di forza? «Seguiamo il nostro prodotto dall’inizio alla fine, cioè dal mangime per le galline a quando le uova arrivano sullo scaffale del supermercato —racconta Gabriella Fantolino —. Siamo noi a gestire lo spazio della vendita, abbiamo anche prodotto i mobili. Il nostro prodotto è fresco e imballato giornalmente, non possiamo trascurarlo nella parte finale dell’atto economico. Cerchiamo di fare in modo che il passaggio tra noi e il consumatore sia ridotto ai minimi, è lui il nostro vero cliente». Oltre a Fantolino, sono stati premiati anche la celeberrima azienda viti-vinicola Castello Banfi, Campoverde Agricola specializzata nella produzione e commercializzazione di pesche, nettarine e clementine, l’azienda di ricerca, ibridazione, selezione e marketing di varietà di rose Nirp international e il big del latte Cirio Agricola.

Giovani, campioni d’innovazione
Anche Coldiretti ha la sua classifica di agricoltori «top», selezionati dalla sezione giovani. Il concorso si chiama «Oscar Green» e premia le esperienze migliori di innovazione. Il vincitore di quest’anno per la categoria «esportare il territorio» è Giuseppe Riggio, che gestisce un’azienda agricola in provincia di Reggio Calabria. E che ha inventato l’adozione a distanza di un maiale di razza pregiata. Suo l’allevamento di suini grecanici, da cui ricava salumi naturali senza conservanti venduti direttamente al pubblico. Altre cinque le idee creative premiate. Davide Borghi di Reggio Emilia si è aggiudicato la vittoria per la categoria «Stile e cultura d’impresa» per aver recuperato la tradizione dell’allevamento di asini con la produzione di latte, alimenti e cosmetici a base di latte d’asina. Roberta Creta di Pietravairano (Ce) è stata premiata nella categoria «Campagna Amica» per aver creato prodotti innovativi come la gelatina di vino Aglianico. Paolo Marostegan di Camisano (Vi) ha vinto per la categoria «Sviluppo locale» con l’offerta del pacco famiglia. Gianenrico Spoldi di Trigolo (Cr) ha il primato nella categoria «Energia per il futuro» allevando maiali dai quali ottiene anche energia da biogas. Vincitore nella categoria «Oltre la filiera» è Alessandro Demarchi (Moretta, Cuneo) che ha razionalizzato la filiera che mette in relazione imprenditori agricoli e grande distribuzione.

Vita da imprenditore

First Generation Network ha inaugurato da tempo una sezione dedicata alla creazione e all’evoluzione di un’azienda.

I temo trattati saranno:

Il sogno: “Da grande farò l’imprenditore”
Alla ricerca dell’idea: La collaborazione con universita’, ricercatori, eccetera
L’ideazione: Saper cogliere l’elemento innovativo di un prodotto, di un mercato o di un processo e tradurla in una “business idea”
Lo start-up: La costruzione del team, la prima prototipazione e l’approccio al mercato
Il business plan: Il dettaglio di come fare le cose, programmare i cambiamenti e anticipare gli imprevisti
La responsabilita’ sociale: Vincere e perdere nel rispetto delle regole e della legalita’
L’apertura dell’azienda a terzi: Le risorse finanziarie per crescere, tra Angel Investor e Venture Capital, e la proprieta’ condivisa. Le risorse umane e manageriali necessarie a cui delegare la gestione dello sviluppo
La crescita interna ed esterna: Massima flessibilita’ per cogliere le nuove opportunita’
L’internazionalizzazione: Come sfruttare la globalizzazione dei mercati, per crescere o per lo start-up
La managerializzazione: L’imprenditore separa proprieta’ da gestione e diventa lo stratega o il “coach”
L’errore / l’insuccesso: L’accettazione del rischio del fallimento, momento necessario della creazione distruttiva / selezione delle migliori imprese
La cessione dell’azienda: L’imprenditore e i primi investitori realizzano il frutto del lavoro vendendo a una media o grande azienda, o accelerano il processo di crescita tramite un IPO o aprendo la proprietà in modo “diffuso”
Riprovarci: Ceduta la prima azienda l’imprenditore orientato alla crescita ci riprova, o direttamente creando una nuova azienda (imprenditore seriale) o promuovendo l’iniziativa e investendo su nuovi imprenditori
Restituire (il “Giving back”): Contribuire allo sviluppo continuo dell’area geografica in cui si vive attraverso il supporto all’imprenditorialita’, e altre forme di partecipazione rivolte alla crescita delle “nuove leve”. Questo non solo dal punto di vista finanziario ma anche trasmettendo e divulgando le proprie esperienze