Scienza e tecnologia in cifre 2007

ceriscnr.jpgIl CERIS del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha realizzato un data book, dal titolo ‘Scienza e tecnologia in cifre. Statistiche sulla ricerca e sull’innovazione’, che raccoglie i principali indicatori relativi all’impegno italiano e internazionale in ricerca e sviluppo (R&S): risorse finanziarie ed umane, pubblicazioni, brevetti, import-export, high-tech, innovazione, ricadute a livello economico e produttivo.

“Il sistema scientifico italiano soffre ancora per l’insufficiente livello di stanziamenti”, sostiene Secondo Rolfo, direttore dell’Istituto di ricerca sull’impresa e lo sviluppo (Ceris) del Cnr di Torino: 15.252 milioni di euro complessivi tra comparto pubblico e imprese (dati 2004) pari all’1,1 % del Prodotto interno lordo. Una cifra che colloca l’Italia al nono posto tra i paesi Ocse, Cina e Israele: al primo posto della graduatoria compaiono gli Stati Uniti con 312,5 miliardi di dollari Usa (a parità di potere di acquisto), seguono con 118 il Giappone e la Cina con 94, Germania (59,2) Francia (38,9) e Regno Unito (32,2), Corea (28,3), Canada (20,8). Nel 2004 si segnala comunque un aumento rispetto al 2003 dell’1,2 per cento, dopo una generale diminuzione negli anni novanta.

L’1,1% come rapporto R&S/Pil assegna all’Italia l’ultimo posto nei Paesi Ocse, Cina e Israele, a pari merito con la Spagna: nella graduatoria, Israele è al primo posto con il 4,4%, la Svezia investe il 4,0%, la Finlandia il 3,5%, il Giappone 3,2%, la Svizzera e la Corea il 2,9%. Gli altri paesi oscillano tra il 2,7% degli Stati Uniti e l’1,2% dell’Irlanda. Sia come valore assoluto, sia come incidenza percentuale, le risorse finanziarie impegnate nelle attività di R&S collocano insomma l’Italia nella fascia medio-bassa dei paesi industrializzati, molto lontano dal 3% del Pil proposto a Lisbona come obiettivo della politica comunitaria tesa a fare dell’Unione la prima economia al mondo basata sulla conoscenza.

La spesa complessiva per R&S intra-muros, cioè svolta da imprese private, istituzioni pubbliche e istituzioni non profit al proprio interno, con proprio personale e con proprie attrezzature, nel 2004, è sostenuta per il 47,8 % dalle imprese (7.293 milioni di euro) e per il 32,8 % dalle università (5.004 milioni di euro). Più contenuto il peso delle altre istituzioni pubbliche e del non profit, rispettivamente con il 17,8% e l’1,5% per cento.

In Italia la spesa delle imprese in ricerca rappresenta lo 0,53% del Pil, dunque circa la metà dello sforzo complessivo nel comparto. Ma si posiziona molto distante da quella delle imprese degli altri paesi Ocse, Cina e Israele. Sempre in rapporto percentuale al Pil è Israele con il 3,25 a occupare la prima posizione; seguono Svezia e Finlandia rispettivamente con 2.93 e 2,42. Prima di noi Germania con l’1,75, Danimarca (1,69), Austria (1,51) e Francia (1,34), ma anche Cina (0,82), Irlanda (0,78) e Spagna (0,58).

A livello locale, osservando i dati sulla spesa, al primo posto compare il Nord-ovest con il 36,9 % della spesa complessiva, seguito dal Centro (26,6%), dal Nord-est e dal Mezzogiorno (rispettivamente 18,3% e 18,2 %). L’investimento in R&S delle imprese è concentrato per più della metà (54,9 %) nel Nord-ovest. Le differenze territoriali si attenuano considerando la spesa per ricerca sostenuta dagli altri settori: il 57,3 per cento dell’attività di ricerca delle istituzioni pubbliche si svolge infatti nell’Italia centrale (in particolare nel Lazio) e il 30,7 per cento di quella universitaria nel Mezzogiorno.

Il data book del CERIS (formato pdf)

Arrivano i piemontesi nel WI-MAX

Vittorio Pasteris su Lastampa.it

Fra le 48 aziende o raggruppamenti di aziende che hanno presentato e una proposta di interesse per la partecipazione alla gara dell’assegnazione delle frequenze WI-MAX italiane, una ha vinto di certo il premio per il nome più lungo. Si tratta della compagine tutta piemontese che dal nome denota la sua composizione: “Ribes Informatica, Lan Sevice, Informatica System, Hal Service, Tex97, B.B.Bell”.

Un nome da film della Wertmuller per un gruppo di aziende che cercheranno di aggiudicarsi una licenza regionale in Piemonte e Valle d’Aosta tentando di contrastare lo strapotere di operatori nazionali come Telecom Italia, Wind, Fastweb, Eutelia o di altri grandi aziende non del settore TLC.

Il WI-MAX dovrebbe essere LA tecnologia del futuro che consente l’accesso a reti di telecomunicazioni a banda larga e senza fili, con prestazioni nettamente superiori al Wi-Fi che potrebbe risolvere molti dei problemi digitali dell’Italia del futuro. Una killer application o una bufalona ? molto dipenderà da come verranno assegnate le frequenze dopo il bando. Le scelte politiche ed economiche potranno alimentare o attutire gli effetti innovati o conservativi della nuova tecnologia.

Le aziende “made in Piedmont” fanno parte dei nuovi operatori di telecomunicazioni emergenti, ai quale il bando WI-MAX dedica una priorità che si pare perdersi nelle parole dell’incipit del bando stesso, che però si presentano scattanti ed agguerriti, pronte ad occupare nicchiette e nicchione territoriali lasciate scoperte dai collossi delle telecomunicazioni italiane. E lo dicono senza paura delle loro intenzioni: “Assieme, noi abbiamo quello che conta, il vantaggio di oltre 10.000 clienti larga banda e il presidio tecnico-commerciale di tutto il territorio regionale”.

D’accordo ma 10.000 clienti a banda larga non sono troppo pochi per contrastare i big ? “Niente affatto, se sono concentrati in un mercato interessante come il Piemonte e la Valle d’Aosta, e soprattutto se sono tra i più soddisfatti e affrancati dalla dipendenza dall’operatore dominante Telecom”. Una specie di “Fastweb senza i fili ” ? “Si, ormai anche i bambini si sono accorti che cablare i clienti finali in fibra ottica non era e non sarà per parecchio tempo più un buon affare, e che invece le tecnologie di questo nuovo decennio permettono agli investimenti di rientrare subito”.

Come contrastare i rilanci milionari degli altri concorrenti al bando WI-MAX? “Non ci ha ordinato il medico di dissanguarci per portare a casa la licenza WI-MAX: se perderemo continueremo a dare filo da torcere ai big come stiamo facendo oggi, inclusi i nuovi che utilizzeranno la nuova tecnologia”. Le società della compagine producono già utili e anche senza WI-MAX il loro tasso di crescita li ha portati nel corso del 2007 a raddoppiare il numero di clienti erosi ai più blasonati concorrenti.

La strategia delle aziende della Torino Valley sarà anche quella di approfittare della vetrina WI-MAX per farsi notare da qualche potenziale partner finanziario che possa supportarli con “soldi freschi” per poter mettere il turbo e trasformare la loro crescita in esponenziale: “Questo sì sarebbe un vero affare per tutti, incluse le Regioni dove operiamo e, di riflesso, l’Italia intera”.

Vedremo ora che succede.

Cordis informa sulla ricerca

Cordis, il servizio di informazione comunitario in materia di ricerca e sviluppo, ha lanciato un nuovo servizio on line riservato alle attività di ricerca e innovazione condotte nel corso della Presidenza slovena del Consiglio dell'Unione europea dal 1° gennaio al 30 giugno 2008.Il servizio presenta le politiche in materia di ricerca e sviluppo (R&S) e innovazione della Presidenza del Consiglio slovena. L'obiettivo globale di questo paese è monitorare l'ulteriore sviluppo dello Spazio europeo della ricerca (SER). I principali settori politici che verranno affrontati durante i sei mesi di Presidenza slovena dell'UE includono le iniziative tecnologiche congiunte (ITC), l'Istituto europeo di tecnologia (IET), le infrastrutture della ricerca, il ruolo delle donne nella scienza e il rafforzamento dei rapporti di collaborazione nella ricerca con i paesi dei Balcani occidentali.

Un'apposita sezione dedicata all'attualità fornirà informazioni sugli ultimi sviluppi della ricerca europea e della politica per l'innovazione per tutta la durata della Presidenza slovena del Consiglio dell'Unione europea.

La sezione sulle manifestazioni offre inoltre una panoramica completa delle manifestazioni dedicate alla ricerca che avranno luogo nel corso della Presidenza slovena. Tra queste si annoverano le riunioni dei ministri UE della ricerca e conferenze aperte ad un pubblico più ampio.

In aggiunta, chi visiterà il nuovo servizio potrà accedere ai dati di contatto dei ministri di governo responsabili della politica in materia di ricerca e dei principali istituti di ricerca del paese.

Una pagina di collegamenti ipertestuali indirizza gli utenti a siti web di un'ampia gamma di organizzazioni coinvolte nella ricerca in Slovenia. Tra queste figurano biblioteche virtuali e sistemi d'informazione sulla ricerca, istituti pubblici di ricerca, servizi connessi alle infrastrutture, università, accademie delle scienze, biblioteche, associazioni e fondazioni, centri di eccellenza e parchi tecnologici.

Il venture capital su la7

Domenica 6 gennaio 2008, alle 23.30 circa, La7 ha dedicato una puntata del suo newsmagazine “Reality” al Venture Capital con un reportage di 26 minuti realizzato in California, Wisconsin e Utah. Interviste al venture capitalist Timothy Draper e a Jarold Hutchings, il ventiquattrenne che a Salt Lake City ha creato un fondo d’investimento di 8 milioni di dollari gestito solo da studenti universitari.

Uno sguardo sul Venture capital italiano nella Silicon Valley con Giacomo Marini (Aurora Biofuels-Noventi) Enzo Torresi (A4Vison- Myqube) Roberto Crea (Creagri) e il punto sugli ultimi business nel campo delle biotecnologie, delle energie alternative e dei sistemi di sicurezza tridimensionali.

Le telecamere de La7 hanno poi seguito l’esperienza dei 5 giovani ricercatori italiani, vincitori del programma Fullbright Best dell’ambasciata americana a Roma, che hanno passato 6 mesi nella Silicon Valley ed anche l’incontro di un gruppo di imprenditori italiani con i Business Angels di Milwaukee alla ricerca dei segreti degli angel investors.

Il reportage, è disponibile registrato sul sito del programma della 7

InnovAction a Udine

InnovAction promuove la cultura dell’innovazione come modello per lo sviluppo di imprese e territorio presso tutti i cittadini, il sistema produttivo ed economico e le istituzioni e si rivolge alle realtà industriali, finanziarie e della ricerca nazionale ed internazionale con un’attenzione particolare all’Euroregione. Alla sua terza edizione, dal 14 al 17 febbraio 2008 alla Fiera di Udine, l’appuntamento ha come tema la Qualità della Vita.

L’evento è nato dalla consapevolezza che le sfide della competizione a livello globale si possono vincere solo con una costante attenzione all’innovazione – di prodotto, processo, servizi – e intende agevolare i contatti e le contaminazioni tra il mondo della ricerca, delle aziende e della finanza e rivolgersi a molti interlocutori attraverso le sue diverse componenti, dalla parte espositiva a quella convegnistica, dalle presentazioni di prodotto agli eventi per il grande pubblico.

InnovAction, promosso e organizzato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia con Udine e Gorizia Fiere e con l’Università degli Studi di Udine, ha registrato nella seconda edizione oltre 40.000 visitatori e 600 presenze espositive e la partecipazione di 276 relatori di fama nazionale e mondiale, diventando un luogo d’incontro fra gli attori dell’innovazione della scena internazionale grazie alla presenza di centri di ricerca, imprese, incubatori, università, parchi scientifici e tecnologici.

La terza edizione permette a espositori e pubblico di affrontare il concetto di innovazione alla luce dei suoi effetti sulla qualità della vita. Gli incontri in programma trattano varie tematiche: dalle implicazioni dello sviluppo scientifico e tecnologico al suo impatto sugli stili di vita; dalle dinamiche legate alla crescita economica ai cambiamenti in atto nel concetto stesso di welfare; dalla funzionalità dei prodotti d’uso quotidiano allo sviluppo concettuale proprio del design e dell’arte, nel loro rinnovato legame con le nuove tecnologie; dalle strategie di crescita e sviluppo del territorio al cambiamento indotto nella quotidianità dei suoi cittadini.

E ancora, il Torneo dei Paradigmi consente di approfondire argomenti di interesse scientifico e sociale mondiale, come la genomica, il riutilizzo delle rifiuti, le problematiche legate alle risorse idriche, attraverso il confronto fra soluzioni e ipotesi diverse. Infine, una serie di percorsi culturali incentrati su arti visive e musica stimolano i visitatori a riconoscere l’innovazione attraverso le forme di espressione artistica.

Diversi elementi complementari danno vita a InnovAction, che si rivolge così agli attori economici e finanziari, agli esperti dei settori coinvolti, ai media e anche al grande pubblico. La parte espositiva si sviluppa a partire dal concetto stesso di innovazione e dalla rappresentazione del suo processo di creazione: dalle idee ai progetti, dalle nuove soluzioni ai prototipi.

Il Salone si suddivide in tre grandi aree tematiche:

  • la Piazza della Conoscenza, che ospita un articolato programma di incontri e convegni dedicati al dibattito sulle tematiche scientifiche, tecnologiche ed economiche e alla condivisione di esperienze e conoscenze maturate in Italia e all’estero;
  • la Piazza delle Idee, luogo di incontro tra domanda e offerta di idee innovative e vetrina dei progetti e dei prototipi alla ricerca di partner e finanziatori;
  • la Piazza dell’Innovazione, spazio a disposizione delle imprese per esporre nuovi prodotti, processi e servizi già in commercio o in fase avanzata di prototipazione.

Il sito di InnovAction

L'innovazione a Torino secondo Torino plus

Da Innovazione Torino +

Dopo un secolo vissuto da capitale italiana dell’auto Torino ha diversificato le proprie vocazioni e, contemporaneamente, si è concentrata sui settori produttivi ad alto contenuto di conoscenza. Investire su produzioni con forti valori immateriali basati sulla ricerca e l’innovazione: questa è la strada che l’economia cittadina ha intrapreso per disegnare il proprio futuro.

Quattro i settori individuati come strategici: l’automotive, l’Ict, l’aerospazio e la finanza. L’automotive era e rimane – seppur in forma differente – un punto di forza dell’economia cittadina e regionale. La concentrazione di imprese, una ritrovata competitività e ambiti di eccellenza specifici come il design – che a Torino è protagonista non solo nel settore automobilistico con nomi come Bertone, Giugiaro, Pininfarina – o le ricerche sulle fonti d’energia alternativa come l’idrogeno, sono gli ingredienti di un rinnovato protagonismo sui mercati internazionali. L’Information and Communication Technology ha a Torino il primo distretto “senza fili” del Sud Europa – Torino Wireless – oltre a diversi centri di ricerca, come quelli di Microsoft, di Motorola e il Tilab di Telecom Italia. Il settore aerospaziale beneficia della compresenza in città di competenze differenziate che vanno dalla metallurgia all’elettronica e di grandi realtà come Alcatel Alenia Space. La finanza, infine, è motore indispensabile per garantire la crescita del sistema, e l’esistenza di realtà come il gruppo San Paolo-IMI , diventato il terzo polo bancario dell’area euro dopo la fusione con Banca Intesa.

Queste sono le linee strategiche che porteranno le 228.000 imprese cittadine che esportano ogni anno beni per quasi sedici miliardi di euro (con un saldo positivo sull’import di quattro miliardi) a essere sempre più competitive in Europa e nel mondo: la sfida dell’internazionalizzazione è infatti il banco di prova della nuova economia torinese. Una sfida – quella dell’essere protagonisti in Europa – che si gioca tanto sul piano delle imprese quanto su quello delle istituzioni: hanno già sede a Torino, infatti, il Centro di Formazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, l’Istituto per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia e lo Staff College delle Nazioni Unite e la European Training Foundation dell’Unione Europea.

Un fisico presidente del Cnr

II Consiglio dei ministri ha da to il suo via libera alla nomina del fisico Luciano Maiani a presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Maiani proviene dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (lnfn) – di cui è stato presidente dal 1993 al 1997 -, mentre dal 1997 al 2003 è stato direttore generale del CERN (il grande laboratorio europeo di fisica delle particelle) dí Ginevra.

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ProTon Europe Conference a Torino

ProTon Europe è la rete europea degli uffici di trasferimento di conoscenza delle università e dei centri di ricerca. La conferenza annuale del network:: The ProTon Europe Annual Conference si terrà a Torino dal 31 gennaio al primo febbraio 2008 organizzata dal Corep al Centro Congressi Torino Incontra . Il titolo della conferenza sarà Building Successful Partnership.

Verso i festeggiamenti per Italia 150

italia-150.jpgCon la Fiera del Libro 2008 prenderanno il via le attività di avvicinamento ai festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia che si terrà nel 2011. Il Comitato Italia 150, che ne curerà l’organizzazione a Torino e in Piemonte, propone – in collaborazione con la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura – una serie di incontri dal titolo A che punto è l’Italia?

Nell’ambito della Fiera scienziati, intellettuali, politici, economisti ed esponenti del mondo della cultura saranno chiamati ad esprimere le loro considerazioni sull’Italia, la sua identità, i suoi valori e il suo futuro. Ciò che si intende stimolare è una significativa riflessione sulla nostra nazione, in vista del “compleanno” del 2011 e delle prospettive che si aprono fino al 2061, anno del duecentenario.

Ogni giornata vedrà la discussione di un tema e dei diversi aspetti che lo compongono: scienza (medicina, energia, ambiente, alimentazione e ricerca), cultura (teatro, letteratura, cinema, arte e musica), società (volontariato, immigrazione, religione, scuola), economia (industria, design, finanza e rapporto pubblico/privato), politica (locale, nazionale, internazionale e democrazia).

Con A che punto è l’Italia? iniziano le attività verso il 2011 e con loro la collaborazione con la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura: un cammino che prende il via nel 2008 e che proseguirà con continui approfondimenti nel 2009 e nel 2010. In quest’ottica il tema scelto per la Fiera 2008 risulta particolarmente significativo. È proprio la bellezza, in tutte le sue declinazioni, la caratteristica che viene maggiormente attribuita al nostro Paese dai turisti stranieri: secondo recenti studi il 77% di loro ha associato all’Italia l’aggettivo “bella” mentre nella classifica complessiva dei brand nazionali, l’Italia nel 2007 si è collocata al 5° posto assoluto.

Nel corso della Fiera 2008 inoltre il Comitato presenterà le linee ispiratrici e i principali contenuti del progetto nazionale Scuola e Formazione Esperienza Italia che coinvolgerà da settembre del prossimo anno non solo gli studenti e le scuole ma anche la formazione per adulti.

La forza della Torino scientifica

Angelo Raffaele Meo, presidente dell’Accademia delle Scienze

Leggendo l’articolo in cui La Spina manifestava il timore che Torino avesse perduto «l’egemonia culturale», mi sono domandato se il declino riguardasse anche la scienza.

La prima risposta è stata sicura: «Il declino scientifico della città è evidente». Ho realizzato che io sono presidente della Accademia delle Scienze, ma che la distanza che mi separa da Lagrange, come scienziato, è grande come quella che mi separa da Federer, come tennista. Dopo Lagrange altri torinesi portarono contributi fondamentali alla scienza. Avogadro pose le basi della chimica moderna, dopo gli anni dell’alchimia. Sobrero sintetizzò la nitroglicerina e consentì un universo di applicazioni che hanno trasformato il mondo. Ferraris è il più grande elettrotecnico di tutti i tempi. Per molti anni l’Accademia delle Scienze è stata una delle più importanti al mondo e Torino una delle capitali della scienza. Non è più così ora.

Dopo la prima istintiva risposta pessimistica, ho riflettuto sul fatto che la storia di Lagrange e dei suoi successori è frutto dell’avvento di geni eccezionali in un momento storico eccezionale e la realtà di oggi non va confrontata con quella di allora. Anche la storia recente della scienza torinese, e in particolare la storia degli ultimi 50 anni, presenta motivi di soddisfazione.

La scuola di biologia e medicina fondata da Giuseppe Levi ha prodotto tre premi Nobel: Luria, Levi Montalcini e Dulbecco. Quella di fisica e in particolare di fisica teorica, è stata una delle più creative del mondo. All’Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris è nato il primo orologio atomico del Paese. Molti istituti e dipartimenti del Politecnico hanno contribuito a portare l’industria torinese a livelli di assoluta eccellenza.
Anche nel settore delle scienze umane le varie scuole della nostra Università hanno svolto un ruolo chiave. È universalmente nota l’importanza della nostra sociologia, mentre la filosofia è stata la più aperta in Italia alle novità delle Scuole tedesche, inglesi, francesi e la più attenta a fenomeni come l’esistenzialismo.

Si potrebbe obiettare che quasi tutte le ricerche di successo che ho citato si sono concluse prima degli Anni 90 e che i loro protagonisti sono scomparsi, oppure per ragioni anagrafiche sono molto meno attivi. Altri potrebbero osservare – io ho l’impressione che avrebbero ragione – che i leader della ricerca di oggi, a partire da me, non siano all’altezza dei loro maestri. Tuttavia, penso che i limiti dei leader di oggi non siano gravi. La ricerca e l’innovazione hanno oggi caratteristiche diverse dal passato, e in particolare sono divenute attività collettive, per cui ora molti studiosi a livello ottimo o buono sono meglio di pochi eccelsi come Lagrange, Avogadro e Ferraris.

Le scuole scientifiche della nostra città sono ancora di ottimo livello e si collocano nelle posizioni di testa di un’ideale classifica nazionale. Cito ad esempio, limitandomi alla biologia, i gruppi di ricerca nelle aree delle strutture cellulari, della genetica, dell’immunologia, dell’oncologia, delle biotecnologia, delle neuroscienze.

Battendo in finale Parigi, Torino ha vinto la gara comunitaria per organizzare l’«EuroScience Open Forum» del 2010. È giusto affermare che allora sarà la capitale della scienza europea. Anche la vittoria è un segno positivo del “peso” della scienza torinese.