La rivincita di Marco Polo

Per vari secoli la rotta piu’ importante del commercio mondiale e’ stata
quella che da Genova, Venezia, Pisa ed
Amalfi conduceva verso Costantinopoli e
la Terra Santa e da li’ verso l’oriente e la Cina. La rotta di Marco Polo. I mercanti tedeschi, francesi ed olandesi
erano quasi costretti ad avvalersi dei servizi dei porti italiani, i quali su
cio’ costruirono la loro fortuna. I porti inglesi erano del tutto marginali in
questo commercio.
La scoperta dell`America da parte di Cristoforo Colombo e della marina
spagnola fece si’ che la rotta fondamentale del commercio internazionale
divenisse un’altra: la rotta atlantica. Porti spagnoli, portoghesi, inglesi ed
olandesi divennero molto piu’ importanti di quelli mediterranei e di quelli
italiani in particolare e cio’, insieme con il crollo di Costantinopoli in mani
turche, contribui’ grandemente alla decadenza italiana. Gli Italiani persero
rilevanza per la loro incapacita` gestionale e miopia (sfruttavano il loro
quasi monopolio sul commercio con l’oriente in modo esoso) e per la loro
ubicazione molto svantaggiosa. Il percorso di Marco Polo verso l’oriente non
contava piu’. La rotta di Colombo lo aveva reso obsoleto.
La rotta fondamentale da Colombo in
poi e` stata quella atlantica e negli ultimi cinquanta anni per le merci e`
stata la Rotterdam-New York; Rotterdam  e` tuttoggi il primo porto
d’Europa.

L’affermarsi della Cina come centro manifatturiero del pianeta sta
cambiando questi equilibri. Per gli Stati Uniti la rotta atlantica sta
diventando meno importante con i porti del pacifico (Los Angeles e Long Beach)
che sono ormai i due primi porti in termini di valore importato; New York e
Houston , per ora, sono ancora i due porti da dove parte la maggior parte
dell’export americano. Va pero’ detto che gli Stati Uniti hano un disavanzo commerciale strutturale per cui le
merci da loro importate contano molto di piu` di quelle esportate. Se da Los
Angeles nel 2003 e’ passato un valore pari a 122,050 milioni di dollari
per New York sono passati solo 101,176 milioni di dollari di merce. In
parallelo osserviamo la crescita vorticosa dei porti cinesi. Anche per l’Europa le importazioni cinesi stanno progressivamente diventando piu’ importanti. La rotta che collega la Cina con l’Europa sta aumentando sempre piu’
d’importanza.

In questo cambiamento i porti dell’Atlantico e del Mare del Nord  stanno perdendo parte del loro vantaggio
naturale. Rotterdam e` ancora il porto della zona piu’ ricca d’Europa cosi’
come e’ ancora bene organizzato, ma non e` piu’ nel posto migliore.

L’Italia in questo contesto non e’ piu’ naturalmente svantaggiata, potrebbe
divenire il naturale molo di sbarco delle merci orientali in Europa, cosi’ come
era, quando le citta` italiane primeggiavano in Europa.

Il Tenda vietato a camion e pulman

La Stampa del 4 marzo riporta il grave danno arrecato alle piccole aziende cunesi dalla chiusura a pulman e camion del traforo stradale di Tenda.
Perche` chi protesta non chiede invece di avere un servizio merci ed un miglior servizio passeggeri sulla linea ferroviaria? Oggi essa non e` fortemente sotto-utilizzata?
Certo chi fa affari deve disporre di mezzi di trasporto, ma devono essi necessariamente essere su ruote di gomma?

In provincia di Cuneo si sta perseguendo il progetto di alterare il vicino parco del Mercantour per far passare un tunnel autostradale, mentre nulla si fa per utilizzare bene e potenziare il collegamento ferroviario con Nizza, con Torino e con Asti. Il protocollo di Kyoto forse non riguarda la provincia di Cuneo. Speriamo che anche il cambiamento climatico si fermi al Colle di Tenda, anche se lo scioglimento dei nevai e ghiacciai del Mon Viso farebbe pensare il contrario.

Venaria e Regione

Ieri, dice La Stampa, vari presidenti di regione italiani si sono incontrati alla reggia di Venaria con Danuta Hubner, commissario europeo ai fondi regionali.
Hanno parlato di soldi, giustamente. Cio’ che io trovo interessante e` dove lo hanno fatto.
Sono ormai alcuni anni che si lavora per restaurare Venaria, ma cio’ che manca e` un idea chiara sul cosa farne. Una parte ospita il centro/scuola di restauro, una parte ospitera` una mostra sui siti patrimonio dell’umanita` dell’UNESCO ed il corpo principale e` senza chiara destinazione. Si e` parlato di un museo sulla storia dei Savoia, che ritengo inopportuno, perche’ la storia dei Savoia potrebbe essere raccontata egregiamente a Palazzo Reale a Torino, A Racconigi, a Stupinigi, senza utilizzare i locali di Venaria, che all’interno e` ormai un guscio non decorato, fatta eccezione per la galleria di Diana.
Io avrei dedicato il tutto alla funzione per cui era stata creata la Reggia: sede di alta dirigenza politica. Attualizzando ci avrei messo degli  uffici della   Regione.
Per le seguenti ragioni:
Venaria e` vicina all`aeroporto;
Venaria puo’ essere ben collegata in treno con Torino e con il resto del Piemonte;
Venaria e` facilmente raggiungibile dalla tangenziale;
Venaria potrebbe essere una sede prestigiosa;
Venaria` eviterebbe il centralismo su Torino;
Venaria puo`ridurre il costo dell’abitazione dei dipendenti regionali;
In un mondo di servizi telematici non tutto deve essere basato in solo luogo.
Ben venga l’incontro di ieri, specie se puo’ stimolare una riflessione sull’uso di Venaria.
G.R.

Metropolitana: una storia vera

Sì, perché ormai non ci credeva più nessuno. E invece dopo settant’anni anche Torino ha la sua prima linea di metropolitana. Seppur solo un tratto di quella che doveva portare a Porta Nuova e un giorno, forse al Lingotto.
Certamente non basterà e già si pensa ad una linea che vada da nord a sud.
Sebbene la dicitura “Linea 1” faccia un po’ sorridere, per lo meno fa ben sperare per il futuro.
Il primo giorno dell’inaugurazione, erano numerosi i torinesi curiosi del “nuovo” mezzo di trasporto: anzi penso che un buon 95% di coloro che erano in coda non avevano mai visto o non avevano mai preso un metrò in vita loro.
Ma un altro tassello è stato posto e speriamo solo che non ci sia più nessuno che dimentichi di accendere un interruttore e che blocchi tutto come è successo a due giorni dall’apertura del servizio effettivo di linea.
Il sistema VAL già una realtà in altre città europee è il primo in Italia: non ha conducente ma ciò non disturba; l’apertura delle porte è automatica ma qualcuno tentava di schiacciare il pulsante, memore forse di quanto accade altrove. Solo una voce registrata ricorda durante la corsa che non è prevista la chiamata per le fermate perché in ogni caso il treno si ferma in tutte le stazioni e che i pulsanti servono solo in caso di emergenza. Sarà una cosa a cui tutti dovranno abituarsi, ma poco male.
Chiare le informazioni sui convogli e nelle stazioni, compreso un interessante quadro a Porta Susa che indica non solo i possibili mezzi di superficie che transitano su P.za XVIII Dicembre ma anche uno relativo ai principali musei e monumenti con i bus e tram per raggiungerli.
Anche questo traguardo è raggiunto e finalmente anche per Torino varrà la notizia di “Domani sciopero di autobus, tram e metropolitane”.
Marco Brignone

Nuovi locomotori sulla Torino-Caselle

La buona nuova e’ che in occasione delle Olimpiadi
sono state sostituite le vecchie locomotive delle linee ex-Satti
Torino-aeroporto-Ceres e Canavesana, con altre nuove a trazione elettrica.
I nuovi locomotori ai quali ne seguiranno altri
nel corso dell’anno, saranno un buon biglietto da visita per chi arrivera’ in
aeroporto a Caselle e proseguira’ per Torino citta’.
Cio’ permettera’ di evitare cio’ che e’ gia’
capitato usando locomotori diesel anche nei tunnel tra le stazioni di Madonna
di Campagna e Stazione Dora con le conseguenti situazioni da camera a gas.

Marco Brignone

Circonvallazione – un commento

Le circonvallazioni sono la soluzione di tanti problemi o ne sono la causa?
Tempo fa ce ne ocupammo:

http://gustavorinaldi.blog.lastampa.it/il_mio_weblog/2006/01/circonvallazion.html

Ora riceviamo e volentieri publichiamo:

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Il caso di Carmagnola e’ eclatante perche’ la Circonvallazione
a suo tempo era stata fatta ma ormai e’ in citta’.

Savigliano nel lato sud ovest (tra la strada di
Saluzzo e quella di Cuneo) sta avendo lo stesso problema.

Il problema e’ che le circonvallazioni presentano
due conseguenze:

a) le attivita’ commerciali, una volta realizzata
la tangenziale, lamentano un calo dei passaggi e delle fermate: e’ normale.
Questo fenomeno a me piace chiamarlo, “caso Biraghi” per l’effetto che ha avuto
quella ditta casearia che vende i suoi prodotti al pubblico, dopo la
realizzazione della circonvallazione di Cavallermaggiore (CN). Quella ditta ha attenuato il
problema offrendo i suoi prodotti in molti supermercati, compresi a Torino, ma
non tutti possono fare lo stesso.

Quindi si tenga presente che una tangenziale,
attenuera’ il traffico nei centri abitati, ma puo’ avere conseguenze economiche
negative, specie nell’immediato.

b) politica del decentramento commerciale proprio
sulle circonvallazioni. Qui si presenta il “fenomeno Carmagnola”. Le attivita’
e le abitazioni debbono avere un accesso solo dall’”interno” del centro
abitato, non dalla circonvallazione, perche’ altrimenti si creano nuovi
incroci, nuovi attraversamenti, nuovo traffico. E in piu’ la cosa va fatta solo
dal lato “interno” della circonvallazione e non a cavallo di essa, come si e’ fatto a Carmagnola o a Tortona e come si sta facendo ad esempio
a Vigone (TO).

Marco Brignone

Cartelli stradali

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Da sempre l’Italia, dal punto di vista dei
pannelli indicatori delle direzioni, ha avuto diversi “buchi” specie per le
destinazioni estere. Un “Confine di Stato” che si trova molto spesso suona
quasi come un “Hic sunt leones” ed è retaggio di quando una frontiera era un
qualcosa di difficile da valicare o magari sospetto. Il mondo è aperto ormai e
sovente le frontiere non ci sono più. Speravo che con le olimpiadi ci fosse un maggiore
senso di “internazionalità” per lo meno a Torino, visto siamo ad un centinaio
di chilometri dalla frontiera più vicina.

A Torino dovrebbe essere indicato ad esempio
Briançon, Chambéry, Martigny, Chamonix. In queste città Torino è indicato. Se
escludiamo un “Chambéry-Lyon” sulla A32 o un “Lione” sempre sulla A 32 ma ormai
in alta Valsusa, in città non vi sono indicazioni estere e ci si limita a Susa,
Bardonecchia, Frejus, Aosta o Cuneo. Neanche Monte Bianco, Gran S. Bernardo,
Nizza.
La situazione è simile con rare eccezioni anche in
altre città italiane di confine.

In più oltre ad alcuni pannelli indicatori
posizionati da poco per i giochi olimpici e che danno alcune informazioni “di
servizio” (Ospedali, stadi, palavela, parcheggi, stazioni etc.) ve ne sono
alcuni incompleti e fuorvianti per uno che viene da fuori.

Alcuni esempi? Alla vecchia serie che dava in
verde MILANO, AOSTA e in blu VERCELLI, LANZO, CUORGNE’ e che in fondo non erano
completi, ne sono stati aggiunti alcuni solo con MILANO, AOSTA in blu (va bene)
ma non più VERCELLI. In altri CUORGNE’ (blu) non c’è più ed è sostituito da
RIVAROLO o ancora SAVONA (sempre blu) ma non più ASTI. Meno male che ci sono i
vecchi cartelli a completare. Ciò genera confusione.  La confusione genera anche traffico inutile.
In più, altri sono posizionati male: all’angolo tra
C.so Sebastopoli e Via G. Reni, l’indicazione FREJUS (che spero qualcuno non
confonda con la cittadina sulla Costa Azzurra) non è insieme a quella per SUSA
ma a quella per MILANO, così uno che non lo sa, anziché uscire dalla città da
C.so Allamano, attraversa tutta la città prima di accorgersi (quando è
indicato!) che non è la strada più breve e soprattutto piu’ appropriata.
Altro esempio? Tra C.so Vercelli e V. Reiss Romoli
l’indicazione RIVAROLO è rivolta verso il centro città anziché dall’altra
parte. Tra l’altro a fianco è presente il vecchio cartello per CUORGNE’ con
l’indicazione giusta, ma chi ha posizionato il cartello forse non sa che per
andare a Cuorgne’ si deve passare da Rivarolo.

Chi decide in Comune cosa mettere sui cartelli e
come?

 La ATIVA, che gestisce le tangenziali di Torino si
è preoccupata di più di inaugurare il nuovo casello di Beinasco piuttosto che
sostituire i vecchi cartelli semi-arrugginiti con le indicazioni.
Sulla tangenziale i nuovi pannelli luminosi oltre
a segnalare “Benvenuti nel territorio olimpico” farebbero bene a segnalare
qualcosa di più utile. Meno male che dopo la nevicata della scorsa settimana
compare talvolta un “Procedere con cautela, possibili buche”. (!)

Marco Brignone

Piu` chiarezza con i biglietti

Riceviamo e volentieri publichiamo:
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Oggi ho comprato l'abbonamento mensile personale GTT.
Ieri lo avevo cercato, ma il mio giornalaio aveva
solo quelli vecchi (considera che dal 4 febbraio
sarà attiva la metro), che non danno accesso alla
metropolitana. Ci ho quasi litigato perché lui ha
detto che quelli del GTT gli avevano imposto di
vendere prima i vecchi tagliandi e poi di vendere
i nuovi (compresi i mensili). Ti risparmio il
senso di fregatura che questo episodio mi aveva lasciato.
Oggi la mia ragazza va da un giornalaio 500 metri
più in là e si verifica la stessa scena, solo che
la giornalaia in questo caso se ne frega dei
dettami della GTT e le vende il nuovo mensile personale.
Finito qua? No. Il nuovo tagliando ha una banda
magnetica, e davanti delle immagine della città,
ma manca il prezzo... che PER ORA è quello dei
vecchi tagliandi. Non dovrebbe essere
obbligatorio che su ogni tagliando di viaggio in Italia ci sia il
prezzo?
Alessandro

Anche l’ICI salga sul Metro’

E`giusto fare sconti sulle imposte locali agli abitanti di certe zone, quando dei cantieri per opere pubbliche rendono molto meno gradevole la vita in quelle aree. In certi casi sarebbe anche giusto dare dei veri e propri sussidi a chi subisce gravi danni. Al contempo e` anche giusto prendere atto che quando il cantiere e` finito e l’opera funziona, il valore degli immobili nell’area circostante normalmente si rivaluta. Bisognera’ tenerne conto al momento di mandare la bolletta dell’ ICI. C’e` gente che vede il valore del proprio immobile rivalutato per il semplice fatto che la collettivita’ ha sborsato enormi somme per fare un’opera pubblica. Il denaro incassato potra’ servire a fornire qualche servizio a zone che hanno pagato, senza ricevere alcun beneficio.
E` semplicemente giusto che chi piu’ ha benefici dalla presenza della metropolitana o di un’altra opera pubblica paghi qualcosa. Sarebbe bello poter dire lo stesso per il passante ferroviario, ma per vedere i suoi benefici bisognera’ ancora aspettare.

Forse per un pensionato un aumento improvviso dell’ICI potra’ essere difficile da gestire. Bisognera’ permettere di posticipare il pagamento della maggiorazione fino al momento della morte, quando l’ente pubblico potra’ esigere il suo credito con gli interessi. 

Quanti aeroporti in Piemonte?

Bene hanno fatto la Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo e vari comuni cunesi ad occuparsi di migliorare i collegamenti aerei della Provincia Granda. Sembra pero’ che abbiano usato lo strumento sbagliato quando hanno speso il denaro ( piu’ di 400 milioni di euro) per trasformare un rispettabile aeroporto turistico in un fallimentare aeroporto di linea.

Se un privato o un aereoclub desiderano dotarsi di un aeroporto e’ solo un problema di pianificazione urbanistica. Se pero’ ci sono di mezzo denari pubblici e` il caso di chiedersi: quanti aeroporti ci possono essere in Piemonte?
Per le provincie del VCO, di Biella , di Novara e di Vercelli l’attrazione di Malpensa e’ forte e logica.
Malpensa e’ un aeroporto con  quasi tutti i collegamenti che si possano desiderare, da li’ si puo’ direttamente volare nei cinque continenti senza necessita’ di aeroporti di transito.

L’aeroporto di Nizza presenta simili vantaggi per Cuneo . E` molto ben servito e non troppo lontano (2 ore in macchina, 3 e qualcosa in treno).

Ecco cosi’ che dei 4.3 milioni di abitanti di Piemonte e Valle d’Aosta restano la valle d’Aosta (legittimamente tentata da Ginevra,  1 ora e 50 minuti di viaggio), e le provincie di Torino, Asti, Alessandria ed in parte Cuneo. Si tratta di circa 3 milioni di persone o poco piu’.

Esiste un aeroporto di Torino Caselle di cui sono anche azionisti il Comune e la Provincia di Torino e la Regione Piemonte.  Caselle ha pochi voli,  raramente piu’ di sessanta  in una giornata. Questo e’ meno del numero dei voli  in un ora in partenza da Londra Heathrow. Cio’ lo rende scarsamente efficiente e caro.

Non ha nessun senso che la Regione ed altri enti pubblici spendano denaro per sovvenzionare Levaldigi. Se si vuole migliorare i collegamenti aerei della provincia di Cuneo si spenda denaro per migliorare la ferrovia Cuneo- Torino – Caselle   e Cuneo-Nizza.
Mi rendo conto che chiudendo i voli di linea a Levaldigici ci sarebbero piu’ di 40 dipendenti  che andrebbero a  spasso: eventualmente li si trasferisca a Trenitalia, garantendo il loro salario.

I soldi disponibili sono pochi, non possiamo permetterci di spenderli in progetti senza speranza.