Circonvallazione

Di tanto in tanto si sentono le proteste di qualche paese o citta` che si lamenta del traffico leggero e pesante che attraversa il centro urbano, rendendo la vita impossibile agli abitanti di quel luogo. Quasi sempre la soluzione proposta sta in una magica parola: “circonvallazione” o,  se la citta` e` piu’ grande,  “tangenziale”. In alcuni casi questa soluzione e’ l’unica possibile ed e’ quindi condivisibile, ma vi sono almeno due considerazioni da fare:
1) In molti casi la scelta di costruire una circonvallazione, normalmente a spese della collettivita` non viene neanche messa in competizione con quella di migliorare il servizio ferroviario; quest’ultimo al contrario  riceve sussidi sempre minori; peccato che strada chiami auto ed in molti casi la costruzione di un nuovo tratto di strada non faccia che favorire ed incrementare il traffico su gomma.

2) Molte abitanti,  che oggi si lamentano per il traffico davanti a casa loro, hanno affittato, comperato o costruito delle case su delle circonvallazioni. Questo ad esempio e’ il caso di Carmagnola oggi.
Non ha senso costruire circonvallazioni, se non si dispone il divieto di costruire a meno di cento  metri dalla nuova strada. Altrimenti il problema non fara’ altro che ripetersi molte volte.

Per un Lingotto raggiungibile

Il Lingotto
presto diverra’ sede della stampa internazionale in trasferta a Torino per
seguire le olimpiadi. Tutti noi speriamo che il Lingotto divenga un centro
fieristico, commerciale, alberghiero, ricreativo, ecc. (polifunzionale) davvero utilizzato appieno. In quelle occasioni in cui il Lingotto ha lavorato a pieno regime
si e` spesso sentito parlare di mancanza
di parcheggi. La cosa strana e` che Lingotto e` anche una stazione ferroviaria,
ma la ex fabbrica e la stazione non sono collegati ed il visitatore che arrivi
in treno deve fare un lungo percorso per raggiungere il centro fieristico,
l’albergo, l’auditorium e tutto il resto. Detto percorso, unitamente con lo scarso servizio spesso offerto dai treni, e’ sufficiente a convincere il visitatore a prendere l’auto.
La situazione non
migliorera’ di molto poco quando la passerella sospesa al grande arco rosso
bulgaro diverra’
accessibile al pubblico. Essa fa fare un’ inutile deviazione verso gli ex mercati
generali . E` un percorso troppo lungo per divenire la soluzione standard per
il grande pubblico diretto al Lingotto; praticamente e’ un invito a non venire in treno. Ricordo  che l’Italia e` il paese al mondo con la piu’ alta percentuale di anziani. E’ a loro che chiediamo di far una mezza maratona?
Resta aperto il
problema di collegare la stazione con il centro fieristico e la ex fabbrica.
Una buona soluzione potrebbe essere un collegamento veloce tramite scale mobili e tapis
roulant o con una specie di treno senza conduttore, come si usa in diversi
aeroporti del mondo. Potrebbe partire dal lato  ovest della  stazione, fermare al lato est, poi all’Oval, quindi all’estremo sud del  Lingotto, quindi a meta’ fabbrica ed infine all’estremo nord dell’ ex stabilimento.
Questa soluzione
permettera’ anche a chi non e’ un atleta o ha bambini piccoli al seguito o ha bagagli di prendere il treno per andare  al  Lingotto o all’Oval.
Prendere il treno
non deve essere una missione o una vocazione, deve essere la soluzione piu’
semplice e comoda.

Come pago il bus?

Si potrebbe scegliere di porre il trasporto pubblico urbano  a totale carico dei contribuenti rendendolo totalmente gratuito per gli utenti. Ciò nell’ottica che il trasporto pubblico urbano ha talmente tanti effetti su coloro che non ne producono e non ne acquistano i servizi, da rendere logico farlo pagare a tutti, semplicemente in base al loro reddito. Chi non usa il trasporto pubblico si trova l’aria meno inquinata,il traffico più scorrevole, maggiore facilità a parcheggiare e gode i benefici di una città dove la mobilità è facilitata (più affari, più turisti e più occupazione)

In alternativa  si può far pagare il trasporto pubblico a chi lo usa, ma allora è il caso di rendere le modalità di pagamento semplici e di evitare che molti viaggino senza pagare.

L’attuale sistema di pagamento dei trasporti pubblici a Torino non ne incoraggia il loro uso occasionale da parte dei residenti o dei turisti. Per comprare un biglietto è infatti necessario andare in qualcuna delle rivendite autorizzate a comprare il biglietto. Ciò a volte vuol dire pensare le cose prima, sapere quali sono le rivendite autorizzate, essere in grado di esprimersi in italiano e magari deviare dal proprio percorso, perdendo tempo. Per un utente abituale questi problemi non ci sono, ma per un utente occasionale che stiamo cercando di convincere ad abbandonare l’auto e a scegliere il bus, sì ci sono. Inoltre ci sono problemi per i forestieri.

In altre città si è deciso di mettere macchinette in tutte le fermate del centro e di vendere i biglietti sui mezzi stessi. Se la vendita sui mezzi, viene effettuata dall’autista stesso all’unica porta d’ingresso del mezzo, si riduce anche fortemente il non pagamento dei biglietti. Questo porta a maggiori entrate per l’azienda di trasporti. Le maggiori entrate saranno spendibili nell’acquisto di nuovi mezzi o nella riduzione delle tariffe. Certo non sarà semplice concordare con gli autisti questo nuovo compito e qualcuno farà notare che ciò comporterà la perdita di un po’ di tempo ed un piccolo rallentamento dei mezzi. Sarà opportuno far vedere agli autisti come i loro colleghi di altre città riescano a svolgere entrambi i compiti, eventualmente si potrà dare loro anche una piccola partecipazione agli incassi. Poi si potrà applicare tariffe differenziate a seconda che l’acquisto avvenga a terra o sul mezzo. Sul mezzo il biglietto potrà costare il 20% in più che dal giornalaio, perché la comodità ha un prezzo. Infine il tempo perso dagli autisti nel emettere e controllare i biglietti, potrà essere ricuperato con bus e tram più frequenti, risultato di un azienda che incassa di più.

Vita notturna, sì, ma dove?

Si avvicina il capodanno ed almeno alcuni di noi lo trascorreranno ballando ed ascoltando musica in discoteche e locali in genere. Ma questi locali sono nei posti giusti?

La  situazione oggi e’ che ci sono discoteche sparpagliate in varie parti della città, però normalmente la discoteca non e’ un servizio a domanda  locale come l’edicola o il panettiere e quindi non c’e’ una grande vantaggio da una sua capillare diffusione sul territorio. In compenso e’ frequente andare in una discoteca e non trovare in essa il tipo di gente che uno si aspettava. Il popolo della notte inizia così lunghi pellegrinaggi dall’una all’ altra parte della città o della provincia; peccato che questi pellegrinaggi spesso siano preceduti da bevute di alcool con conseguenti rischi per la circolazione stradale. Chi non ha la patente deve affidarsi ad amici o prendere un costoso taxi.  Ciò raggiunge il culmine quando questi viaggi sono verso le grandi discoteche della cintura e della provincia. D’altra parte le discoteche di città oggi sono normalmente piu’ piccole delle grandi discoteche  fuori porta ed negli attuali luoghi di ubicazione difficilmente lo spazio ed i vicini permetterebbero di ingrandirle. Le discoteche sono anche luoghi di libertà e la libertà a volte può venire abusata da pochi disturbatori; così le discoteche possono attrarre l’attenzione delle forze dell’ordine, le quali, però faticano ad essere nel mezzo della notte in diversi luoghi tra loro distanti. Per le stesse ragioni le forze dell’ordine faticano a controllare i tassi alcolemici degli autisti che escono dai parcheggi delle discoteche; dovrebbero avere pattuglie in troppi posti e le pattuglie sono scarse e preziose. Le statistiche mostrano una correlazione triste tra attività dei locali notturni ed incidenti stradali, con perdite di giovani vite e grossi costi umani ed economici.

Per chi e’ forestiero la vita notturna di Torino e’ quasi nascosta; non è certo pensata per attrarre turisti, privi di conoscenze locali e di un auto. Se sei nel giro giusto, scopri i locali e se no, ti arrangi. Quella che potrebbe essere un’ottima ragione per venire a passarsi un week end a Torino viene meno. Non ci curiamo dei turisti, salvo poi lamentarci perché essi snobbano Torino e l’Italia in generale.

Qualcuno mi dirà che a Torino ci sono i Murazzi ed il Quadrilatero Romano…. Sono sotto gli occhi di tutti la quantità di proteste generate dalla presenza di due sia pur piccoli poli del divertimento in delle zone residenziali con caratteristiche  monumentali. Non sembra quella la soluzione.

In quelle zone sono evidenti le necessità di limitare gli orari ed i decibel dei locali presenti.

Noi vorremmo che i locali notturni fossero in luoghi che:

  • non disturbino,
  • siano facilmente raggiungibili,
  • siano controllabili dalle forze dell’ordine,
  • non richiedano grandi pellegrinaggi notturni al popolo della notte,
  • non contribuiscano troppo agli incidenti stradali,
  • siano possibilmente servibili con mezzi pubblici,
  • possano attrarre anche un pubblico di “non iniziati”, in particolare turisti.

Per ottenere molti di questi obiettivi dovremmo pensare ad un vero e proprio distretto del divertimento notturno, dove concentrare il piu’ possibile le discoteche, senza escludere un po’ di osterie, pubs e ristoranti. Alle discoteche che accettino di collocarsi nel distretto del divertimento dovremmo permettere dimensioni anche molto grandi, libertà di orario e tolleranza del rumore; a quelle che decidano di restarne fuori dovremmo imporre le limitazioni del caso. Un possibile luogo per il distretto della vita notturna potrebbe essere una parte dello stabilimento Fiat di Mirafiori. Ampie superfici sono disponibili, l’area è sufficientemente isolata dalle zone residenziali di Mirafiori e non dovrebbero nascere conflitti di sorta con i residenti. Sarebbe possibile aprire delle mega-discoteche come quelle che oggi si trovano quasi solo fuori Torino. Si potrebbe garantire la sicurezza con un preciso presidio di polizia urbana o stradale. Si potrebbero mettere bus notturni ogni ora verso il centro ed altre parti della città, riducendo l’uso dell’auto da parte di persone stanche per il troppo ballare, la musica forte, il bere e quant’altro.Le forze dell’ordine potrebbero facilmente controllare che nessuno guidi dopo aver alzato il gomito. Sarebbe possibile indirizzare i turisti verso un unico posto di svago e si potrerbbe rinforzare l’immagine di Torino come città che offre una buona e varia vita notturna. Si eviterebbero i pellegrinaggi notturni da locale a locale, si ridurrebbero i problemi ai Murazzi ed in altre parti della città dove oggi la presenza di vita notturna crea problemi, si riciclerebbe parte  di Mirafiori in un settore produttivo, quello dello svago, con più prospettive dell’attuale.  Grandi investimenti non sarebbero necessari, grandi distruzioni ambientali nemmeno. Il comune agirebbe come regolatore piu’ che come imprenditore. Concilierebbe gli interessi di molti ed aumenterebbe l’attrattività della città.

Porta Susa Coach Station

Nella realizzazione della nuova stazione ferroviaria  di Porta a Susa a Torino  bisogna tenere in particolare considerazione il collegamento con le corriere e le autolinee in generale. Piu’ le due stazioni sono vicine meglio e’. Non ci devono essere scale e gradini per muoversi dall’una all’altra, l’ideale sarebbe se fossero sovrapposte e ci si potesse  muovere dall’una all’altra con degli ascensori. Se la sovrapposizione delle due stazioni fosse impossibile, allora bisogna puntare a ridurre al minimo la distanza, possibilmente servendo il percorso con un nastro trasportatore. Siamo il paese al mondo con il piu’ alto numero di anziani ogni 100 abitanti. Non possiamo pretendere che persone non giovanissime facciano lunghi trasbordi, magari con del bagaglio pesante.  Dobbiamo cercare di semplificare il piu’ possibile la vita a chi si serve dei mezzi pubblici, in particolare a chi non è un energumeno o un atleta. Tante volte si rifiuta il mezzo pubblico e si sceglie l’auto, non tanto perche’ la seconda garantisca molta comodità in più, ma  perchè troppe volte il mezzo pubblico viene progettato da chi non lo usa, da gente che non considera che per una madre con un bambino piccolo, una valigia ed uno zainetto 500 metri per passare  da un treno al bus possono essere troppi.

Targhe alterne, sottopassi, giornate senz`auto e parcheggi.

Le risorse
disponibili per organizzare i trasporti in un`area urbana come quella di Torino
sono  molto limitate. E` quindi indispensabile avere le idee chiare
su cio` che si vuole fare, concentrando
su di esso gli sforzi.
Finora abbiamo
visto l`utilizzo di risorse per la costruzione di parte di una linea di
metropolitana, di parte del passante ferroviario, di alcuni sottopassi
automobilistici e di molti parcheggi. Questo sembra indicare che gli obiettivi
siano due: migliorare il trasporto
pubblico e favorire la circolazione automobilistica. Ma questo non e` tutto. Sono ormai molti anni che
moltissimi giorni all`anno a Torino le auto viaggiano in regime di targhe
alterne  o non viaggiano affatto. Questo in parte e` la conseguenza della specificita`
geografica di Torino, dove, a differenza di Londra o Parigi, raramente c`e` un
po` di vento che porti ad altri i gas di scarico dei locali. A Torino cio` che si
scarica resta sul posto abbastanza a lungo. Le targhe alterne ed i blocchi del
traffico sono anche conseguenza di normative europee che tutelano la nostra
salute.

La domanda di
mobilita` automobilistica e` certamente limitata da molti fattori, quali la
difficolta` o il costo a trovare parcheggio e la presenza di traffico. Di fatto
noi osserviamo solo la domanda di traffico espressa, quella dichiarata da
coloro che, incuranti delle difficolta` di parcheggio e delle molestie del
traffico, decidono comunque di condurre l`auto. Dobbiamo pero’ tenere in conto
anche la presenza di una domanda latente, quella di tutti coloro che prendono
un mezzo pubblico o in genere non usano l`auto, ma che sarebbero al volante, se si offrisse loro
piu` parcheggi e piu’ strade. In pratica l`offerta di parcheggi,
di strade, sovrappassi e sottopassi e` in grado di stimolare  la domanda effettiva di utilizzo dell`auto. Destino
pero` vuole che un`aumentata domanda di circolazione automobilistica si scontri
con i limiti ambientali e le direttive UE. Quindi targhe alterne e giornate del
pedone. Tutto cio` e` abbastanza contraddittorio. Allo stesso tempo si vuole facilitare e
stimolare l`uso dell`auto e poi lo si proibisce. L`introduzione di misure che sono le une in
conflitto con le altre si tramuta in  uno
spreco di risorse ed in una riduzione dell`utilita` collettiva.

Maggiore realismo
condurrebbe a scegliere un solo obiettivo e a riporre su di esso le poche
risorse disponibili. Tenuto conto
dell`oggettiva difficolta` di abrogare le norme UE,  forse bisognerebbe ammettere che spendere le
poche risorse disponibili per costruire sottopassi e parcheggi   nel centro della citta`e` un lusso che non possiamo
permetterci.

Il traffico in citta` si cura in provincia

Una buona parte
del traffico cittadino e` dato da pendolari o visitatori da varie parti della
provincia e della regione.

E` vero` che la soluzione ottimale sarebbe che
in provincia ci siano linee di pulman locali, che portino dalle frazioni periferiche ed i paesi piu` piccoli
alle stazioni ferroviarie, evitando completamente l`uso dell`auto privata, a
coloro che vogliono prendere il treno. Molto si potrebbe fare in tal senso.
Purtroppo oggi spesso le autolinee fanno dei percorsi che ignorano o trascurano
le stazioni ferroviarie ed i loro orari (penso per esempio al caso paradossale
di Fossano, dove il pulman per Bra si
tiene a debita distanza dalla stazione). Un`autolinea non deve ricevere sussidi
pubblici (da Regione, Provincia o Comune) se non e` coordinata con le ferrovie
e le altre autolinee, quando cio’ e’ possibile.

Ammesso che
moltissimo si puo` e si deve fare per migliorare i servizi di autobus da e
verso le stazioni ferroviarie, bisogna pure ammettere che alcuni abitano in
localita` piu` difficilmente servibili da bus. Per molti di loro ci sono
parecchi incentivi ad usare l`auto.Uno di questi incentivi e` la qualita` dei treni e ne
riparleremo, un altro e` il fatto che quand’anche volessero venire a Torino in
treno, dovrebbero raggiungere la stazione ferroviaria in auto.Per loro ci
vorrebbero dei parcheggi nelle prossimita` della stazione piu` vicina. In luoghi come  Moncalieri,
Trofarello, Nichelino, Collegno, Pinerolo, Venaria, Settimo, Chivasso, Carmagnola,
Fossano, oggi, alle ore di punta,  puo`
essere difficile per molti pendolari lasciare l`auto in prossimita` della
stazione. E` vicino a
quelle stazioni che bisogna attentamente considerare di predisporre dei
parcheggi. Cosi` facendo si renderebbe appetibile a molti prendere il treno e
girare in Torino con i mezzi pubblici. Non solo, quando si garantisse ai
pendolari questi parcheggi vicini alle loro stazioni di partenza, diverrebbe
ancora piu` forte l`argomento per chiudere Torino al traffico automobilistico
pendolare.

Nelle citta` di
provincia si potrebbe combattere una battaglia importante per migliorare la
vita dei pendolari e la qualita dell`aria a Torino.

Eurotunnel

Uno degli argomenti sollevati dagli anti TAV (Treno ad Alta Velocita`) e` che l` illustre collega anglo francese della TAV , l’Eurotunnel, tra la Francia e la Gran Bretagna,  non ha prodotto altro che perdite, e` prossimo al fallimento ed e` largamente sotto utlizzato.

Purtroppo e` vero.

Quindi queste opere sono sempre destinate a perdere e non servono?

Forse no.

Il caso dell`Eurotunnel e` un esempio di un tunnel ferroviario slegato completamente da una rete ferroviaria merci (questo e` il caso della Gran Bretagna dove si sono tassate le ferrovie e sussidiate le strade).

Chi va a mettere le proprie merci su un treno per far loro attraversarte la Manica, se, quando arrivano a Folkestone (l`uscita inglese), deve di nuovo metterle su di un camion?

I ponti ferroviari inglesi vennero disegnati ai tempi della buon` anima della regina Vittoria e non sono  adatti a far passare molti tipi di carico. Le linee ferroviarie inglesi in generale sono vecchie e malandate.

Il problema e` che i trasporti funzionano come reti.

A me non interesserebbe che ci sia un’ottima autostrada tra Monteluso e Vigata se per arivare a Monteluso dovessi passare per strade di campagna e sentieri.

Un nodo anche di oro in una rete poco estesa e piena di buchi non serve a molto. Un buon nodo in una buona rete la rinforza e la qualifica.

Non si mette una toppa nuova ad un abito vecchio (Matteo,9, v.16).