Level three: clear

Mondonico, 1992
Mondonico, 1992

Dunque siamo a -3. No, avete ragione: a +12. Insomma, è tutto giusto, ma dove bisogna guardare? Mancano tre punti alla zona Europa League (“Europa”: brividi), o siamo lontani dodici punti da quella retrocessione (altri tipi di brivido)? Di certo, i punti non mancano ad Alex Farnerud: gliene hanno cuciti dieci sulla capoccia, alla base della cresta ossigenata. Lui dice che domenica vuole assolutamente essere in campo, e ci sarà.
Nota personale: in diretta tv su Torinow dopo la telecronaca della partita arrivano le telefonate degli ascoltatori; ieri il primo parlava di Europa, il secondo di salvezza. Sembrava quasi fossero d’accordo. Invece è solo la nostra atavica mancanza di mezze misure: soma parèj.

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Volemose bbene

Matteo Darmian
Matteo Darmian

A guardare il tabellino, sembra che l’amicizia fra le curve si sia manifestata anche tra i giocatori: zero gol, un solo ammonito, volemose bbene. Poi se invece hai visto la partita, o anche solo gli highlights che la riassumono, guardi un primo tempo dove i viola fanno il tiro a segno con la porta di Padelli (per fortuna non la centrano quasi mai), e un secondo dove le scorribande granata fanno meritare un buon voto in pagella a Neto. Leggi tutto “Volemose bbene”

L’allenatore nel pallone

Giampiero Ventura
Giampiero Ventura

Era pressoché impossibile leggerne le labbra, visto il ritmo concitato con cui si muovevano, ma nelle parole che Giampiero Ventura gridava in faccia a Gianluca Petrachi nell’intervallo di Parma-Torino in tanti hanno intuito un “Madooonna benedetta dell’Incoronèta!”. Scherzi a parte, la scenata dell’allenatore granata, 66 anni fra una settimana, era davvero degna di Oronzo Canà per la verve espressiva e l’incarnato paonazzo del volto.

Ma le doti attoriali del tecnico non si esauriscono con le manifestazioni più estroverse: anche nel dialogo dai bassi toni, quello della conferenza stampa post-partita, Mister Libidine si é mostrato eccellente. Ci riferiamo alle argomentazioni con cui ha derubricato l’esclusione di Cerci: “Non stava giocando bene, aveva un black-out”. Il tutto detto in modo perfettamente credibile.

Sì, perfettamente credibile per chi non avesse visto la partita. Leggi tutto “L’allenatore nel pallone”

Na bruta giornà

Il bimbo increduloE’ notizia di ieri sera la scomparsa di Mario Piovano, che nella sua Cambiano ha chiuso gli occhi all’età di 86 anni. Il musicista torinese, tanto apprezzato a livello internazionale (non a caso Pertini lo aveva creato Cavaliere della Repubblica) quanto forse sottovalutato in patria, verrà forse ora riscoperto, come spesso capita agli artisti che se ne vanno; da parte nostra, vogliamo iniziare facendo conoscere una sua misconosciuta canzone, pubblicata nel 1967, con la quale vogliamo ricordarlo. Si tratta di una vera chicca, un brano in cui il fisarmonicista racconta lo schianto di Superga del 4 maggio 1949, salutando con dolore ed affetto il Grande Torino. Recuperato questo brano, ne abbiamo realizzato un semplice videomontaggio perché tutti possano fruirne; è in lingua piemontese, la lingua naturale del ragazzino sconvolto dalla notizia della sciagura, ma di facile comprensione per tutti (abbiamo inserito i sottotitoli).

Forza Toro, buone feste a tutti, e ciao Mario.

Il momento giusto per chiedere qualcosa a Cairo!

Vives ringrazia affettuosamente Cerci
Vives ringrazia affettuosamente Cerci

Chi è più felice di lui? La raccolta pubblicitaria va come sempre a gonfie vele, la sua casa editrice guida la crescita di un settore che sta riuscendo nell’impresa di tamponare l’emorragia di lungo corso di cui soffre, la tv che ha comprato pochi mesi fa ha visto lo share crescere dell’11%, e la sua squadra di calcio viaggia come un treno.

Tolti un paio di ingrati che gli fan girare le scatole, come Danilo D’Ambrosio o Rita Dalla Chiesa, Urbano Cairo é l’uomo più sorridente d’Italia, sicuramente molto più sorridente del suo vecchio modello brianzolo che nel calcio – ma non solo – lo guarda dal basso, ben 6 lunghezze sotto.

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L’abito non fa il monaco

Per provare a sfatare un tabù trentennale, gli undici leoni granata non scendono in campo con la casacca “ross com ‘l sangh, fòrt com ‘l barbèra”, ma con un pigiama celeste che non incuterebbe timore agli avversari neppure se in campo dall’altra parte andassero i Pulcini, che in casa hanno diversi pupazzetti dai costumi più spaventosi di quelli di Cerci e compagnia.

 

La gioia dei giovani granata alla partenza da Udinee
La gioia dei giovani granata alla partenza da Udinee

E invece, i giocatori dell’Udinese (che riescono comunque nell’impresa di avere una maglia più brutta di quella del Toro, l’unica maglia più brutta possibile) sono impauriti eccome. Sarà perché in casa hanno un buon ruolino di marcia e comunque contro i granata non perdevano dal 1984, sarà perché vedevano fra i pali avversari quel Padelli che per loro é sempre stato a stento una riserva tanto che Leggi tutto “L’abito non fa il monaco”

Noia, paura e goduria

E’ stato accusato di rigidità estrema per un biennio, Giampiero Ventura, poi improvvisamente ha iniziato a cambiare; era il finire dello scorso campionato, la dogmatica difesa a 4 diventava un fortino a 5 per proteggere una salvezza diventata improvvisamente traballante.

E ora, a cambiare ci ha preso talmente gusto, l’ormai ex Mister Libidine, che non solo ha presentato 13 formazioni diverse in 15 partite, ma ieri ha cambiato tutta l’impostazione studiata in settimana a 7 minuti dal fischio d’inizio.

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Bel Toro: ma allora si può!

Giuseppe Vives, mediano rigenerato
Giuseppe Vives, mediano rigenerato

E’ diventata un’abitudine, al vecchio Comunale, applaudire la squadra di casa dopo un risultato negativo. Quel che un tempo era un’eccezione legata a casi particolari, a momenti sportivi ammirevoli per l’applicazione ma sfortunati per l’esito, sta diventando una consuetudine che a molti inizia a venire a nausea; c’é chi ritiene sia la certificazione di un’ormai dominante mentalità perdente.

 

Certo però la partita giocata dal Toro contro il Genoa di Gasperini, quel Genoa rigenerato per il quale già si parla d’Europa, avrebbe potuto rappresentare a buon diritto – in epoche di maggior equilibrio – una di quelle eccezioni.

Nella cornice di tramontana gelata che solo Marassi sa offrire, tra pezzetti di gemellaggio ritrovato ed ampie sacche di risentimento o indifferenza, l’undici granata ha mostrato un atteggiamento completamente differente da quello di ogni singola partita disputata negli ultimi due anni e mezzo. “Eh sì, ci ha sorpresi, ci ha sorpresi di brutto”, ammetterà un giocatore di casa a fine gara.

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Tre punts is megl che uan

A volte tutto si scioglie in 90′.

Se a novembre é già periodo di ultimatum, di “se non vinciamo questa”, di “Ventura grazie di tutto ma ora tornatene a Bari” e di bocciature definitive quanto anticipate per il calciomercato dell’estate precedente, é il segno che le cose non stanno andando come si era previsto, o quantomeno sperato.

 

Ciro Immobile

E in effetti, il Torino delle due misere vittorie fin qui ottenute, che se si considera il finale della scorsa stagione diventano il numero incredibilmente esiguo di 3 su 25 partite, inizia a far preoccupare i propri tifosi: si é cambiato modulo per poi rimangiarsi tutto, si sono presi alcuni giovani interessanti per poi non fargli mai vedere il campo…

Considerazioni che – a onor del vero – rimangono valide anche dopo il Torino-Catania andato in scena ieri. Ma che si vanno ad affiancare ad altre, di ordine positivo. Leggi tutto “Tre punts is megl che uan”