Perchè Marco Muller ce l’ha con il Torino Film Festival

Questa mattina la Torino cinematografica si è svegliata con il grido d’allarme lanciato da Gianni Amelio attraverso La Stampa (il cui sito al momento non funziona granchè bene).

La questione è che il neodirettore del Festival di Roma Marco Muller (in realtà non ancora nemmeno nominato ufficialmente) ha comunicato per mail al nostro le date della prossima rassegna romana, che guarda caso sono le stesse del Torino Film Festival.
In aggiunta ha pensato bene di comunicare anche quelle delle prossime sei edizioni (sebbene il suo mandato duri solo quattro anni) che confermano come periodo fine novembre.

Amelio lamenta l’arroganza di Muller e l’intenzione evidente di voler far fuori il TFF che non potrebbe competere in quanto a budget con il colosso (economicamente parlando ma mai veramente decollato dal punto di vista culturale) romano.

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La crisi mette a rischio i nostri festival?

Siamo alle solite!

Si arriva a gennaio e si ventila l’ipotesi di drastico ridimensionamento se non di chiusura di qualcuno dei festival cinemtografici cittadini.
Quest’anno è il turno di GLBT e CinemAmbiente, mica robetta.

Il problema sembra però essere un po’ più serio del solito (e già “il solito” non è che fosse una bellezza).
Durante l’ultima riunione la Fondazione che cura il Museo Nazionale del Cinema (e che gestisce anche TFF, GLBT e CinemAmbiente) non è riuscita a chiudere il bilancio.
I costanti cali di immissione di denaro da parte di Regione e Comune quest’anno subiranno un ulteriore colpo (pare 2 milioni sui 15 rimasti).
Considerando che i tre festival vivono con l’incredibile cifradi 3,5 milioni di euro (2,5 per il TFF, 550.000 per il GLBT e 400.000 per CinemAmbiente) è evidente che un ulteriore sottrazione non sarebbe sostenibile.
E visto che il TFF è giustamente intoccabile, le vittime sembrano predestinate.

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Torino Film Festival 29 – considerazioni finali

Vi dovevo qualche conclusione sul Torino Film Festival di quest’anno.
I dati ufficiali dicono 6% in più di spettatori, 191.000 euro di incasso, 25% in più di giornalisti accreditati.

Numeri che stanno ad indicare che il nostro festival è andato alla grande.
Impensabile l’aumento di pubblico (costante ormai da cinque edizioni), ed evidentemente le continue polemiche su tappeti rossi e star presenti hanno anche sollevato quell’attenzione che l’assessore Coppola ritiene fondamentale.

La mia impressione è che in realtà i grossi quotidiani abbiano abbastanza snobbato il TFF (forse più ancora degli altri anni), ma a questo siamo abituati ed i giornalisti presenti evidentemente si sono goduti i film ma non ne hanno scritto moltissimo.
Ad onor del vero mai come quest’anno la sala stampa è stata piena di gente.

E i film? (che lo sapete che a Torino quello che conta sono i film!)
La qualità media è stata molto alta (ma questa non è una novità), non mi sono però quest’anno imbattuto in quel film che ti lascia a bocca aperta e che ricordi per gli anni a seguire.
Potrebbe anche essere un caso.

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Torino Film Festival 29 – l’arduo compito dei giurati

Ho capito quanto è difficile essere giurato in un concorso cinematografico grazie alla mia esperienza al ToHorror Film Fest, quando mi trovai a dover giudicare film profondamente diversi tra loro.

Capisco quindi benissimo le difficoltà (ancora maggiori) che staranno affrontando in questi giorni Jerry Schatzberg ed i suoi soci nel giudicare i film in concorso al Torino Film Festival.

Per il momento tra i film in concorso che ho avuto modo di vedere c’è una varietà di generi e situazioni davvero incredibile.
Impensabile pensare di poter giudicare con lo stesso metro The Raid e Ulidi piccola mia, Attack the block e Three and a half.
Sono pellicole talmente diverse tra loro, per genere, significato, obiettivi, stile che è impensabile usare la stessa scala di giudizio.

Eppure non me la sento di contestare Gianni Amelio per la scelta fatta.
Ha più volte detto che ci sono film belli e film brutti e su quello bisogna giudicare, ed obiettivamente la cosa è innegabile.

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Torino Film Festival 29 – appunti in corsa

Qualche riflessione al volo su quello che è stato finora il Torino Film Festival (siamo ad un terzo della manifestazione).

Sale piene, quasi sempre quasi per ogni tipo di film.
Da sempre il TFF ha una grande attenzione ai film ed è difficile imbattersi in una fregatura. Il pubblico lo sa e riempie le sale.

L’organizzazione dei biglietti blu per accreditati e abbonati ha praticamente cancellato le code davanti alle sale.
Il sistema è stato rodato l’anno scorso ed ora funziona bene.
Per evitare la coda per prendere i biglietti blu per evitare la coda basta non presentarsi nella prima ora di apertura delle casse ed il gioco è fatto.

Tra le cose negative ci metto sicuramente la mancanza della navetta, che era funzionale e comodissima.
Non so da cosa dipenda (problemi con FIAT?) ma è un peccato che manchi (sebbene camminare per le vie di Torino avanti e indietro sia uno spettacolo!).

Poi le polemiche immancabili.
Si è cominciato con quella su Penelope Cruz, si è continuato con la scomparsa di Aki Kaurismaki (a proposito il suo film non mi ha entusiasmato) ed è di ieri il clamoroso taglio della proiezione per la stampa del film con Fabio Volo (vomitevoli problemi di anteprime e di autorizzazioni a scrivere)

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Affaire Penelope Cruz: alla fine vince Coppola

Ma Penelope Cruz la si nota di più se non viene o se viene e si mette sul palco davanti a tutti?
L’ex direttore del Torino Film Festival Nanni Moretti l’evrebbe forse commentato così il pasticciaccio sulla presenza dell’attrice.

Alla fine l’ha spuntata Michele Coppola e la Cruz ci sarà alla serata d’apertura del TFF29, sul palco con Sergio Castellitto a consegnare il premio ad Aki Kaurismaki.
Immagino che questa sia stata la scappatoia trovata da Gianni Amelio per giustificare la presenza sul palco di un’attrice che non ha film al Festival.

Il mio pensiero sulla faccenda l’ho già detto, ora non ci resta che dimenticare l’inutile pasticcio e attenderci che tutti i giornali del mondo oggi facciano titoloni sulla presenza di Penelope Cruz al Torino Film Festival, visto che questo è l’obiettivo dichiarato di Coppola.

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Riflessione sul poco glamour al Torino Film Festival

Provo a lasciarvi una veloce riflessione su quello che sarà l’evento culturale torinese ed italiano dei prossimi giorni.
Alle porte c’è infatti la ventinovesima edizione del Torino Film Festival.

Per tutto quello che riguarda il programma, i film da scegliere, gli orari e quant’altro vi rimando al sito del festival (e buon lavoro, perchè scegliere tr ai più di 200 film in cartellone non è cosa facile).
In questa sede vorrei invece fare due chiacchiere sulla storica mancanza di glamour del nostro festival.

La polemica è vecchia e man mano che il TFF cresce negli apprezzamenti della critica e nel numero di spettatori puntualmente ritorna con qualcuno (solitamente un politico) che tira fuori la solita frase: “Dobbiamo portare a Torino i grandi nomi del cinema mondiale”.

Quello che misteriosamente sembra sfuggire ai suddetti è che Torino non è Venezia e tantomeno Roma (si parla di festival), gli obiettivi sono diversi.
Il Torino Film Festival non è mai stato una vetrina per gli attori di Hollywood, non abbiamo – ad esempio – mai avuto una passerella.
I grossi nomi ci sono sempre stati, ma invece di guardarli sfilare in vestiti da sera e fotografarli si èe sempre preferito incontrarli in un bar di via Po col giaccone pesante e scambiarci magari anche due chiacchiere.

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Il Torino Film Festival torna al Reposi

Ci avviciniamo a grandi passi a quello che è l’avvenimento cinematografico principale legato al cinema nella nostra città.
Il Torino Film Festival arriverà a fine novembre (25 novembre – 3 dicembre) con il suo carico di sorprese, giornalisti, autori, registi, produttori e qualche attore (la sapete, il glamour ci interessa poco).

Il vostro blogger ha già provveduto a richiedere l’accredito per conto di Quotidiano Piemontese, quindi non preoccupatevi che vi terrò aggiornati.
Se sapete poco delle rassegne di quest’anno (ma poco in realtà si sa ancora) fate un salto a sbirciare sul sito ufficiale del TFF.

Oggi però la mia vuole essere una riflessione a metà strada tra il malinconico ricordo e la praticità di utilizzo… e riguarda le sale impegnate.
I cinema che quest’anno ospiteranno il TFF sono le tre del Massimo (ovviamente), le tre del Greenwich e le cinque del Reposi.

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Al Torino Film Festival scopriremo Sion Sono

Nel pieno del Torino GLBT Film Festival (che come sapete sto seguendo e sul quale vi darò presto le mie considerazioni) arrivano notizie interessanti anche dal fratello maggiore: il prossimo Torino Film Festival che sta prendendo corpo per essere pronto a novembre.

La novità è che la sezione Rapporto Confidenziale sarà completamente dedicata a Sion Sono, regista ed artista completo giapponese.

Come dite… chi è Sion Sono?

Ecco, bravi! Proprio questo è il punto.
La sezione Rapporto confidenziale è infatti quella dedicata alle nuove scoperte.
Mi correggo subito… prima che mi bacchettiate.
Diciamo che è dedicata a quegli autori che nel nostro paese (e magari in Europa) non sono molto conosciuti.

Vi ricordo infatti che due anni fa la sezione venne dedicata a quel Nicolas Winding Refn che tra qualche giorno sarà in concorso a Cannes col suo ultimo lavoro.

In conclusione sarà un piacere scoprire Sion Sono, ma se volete iniziare a farvene un’idea, la sua scheda su IMDb lascia pochi dubbi.

I nuovi 11 progetti del Torino Film Lab

Una delle cose più interessanti delle ultime edizioni del Torino Film Festival è il Torino Film Lab.

Si tratta di un laboratorio che appoggia un gruppo di registi selezionati nella realizzazione del loro primo (o al massimo secondo) lungometraggio.
Quello che mi piace del progetto è che rende il TFF non solo figo perchè ci sono sempre bei film ma anche estremamente utile per far nascere e crescere nuovi nomi con buoni progetti.
Non solo quindi una mostra del cinema (come Venezia), per nulla una passerella (come Roma) ma sempre più uno strumento che serve a scoprire nuovi talenti per il mondo del cinema.

La lunga introduzione per dirvi che il Torino Film Lab ha scelto gli undici progetti che parteciperanno alle varie fasi del prossimo programma Framework.

Dal 28 aprile al 3 maggio e dal 25 al 29 novembre registi e sceneggiatori saranno a Torino per un doppio workshop.
E durante il Torino Film Festival 29 i progetti realizzati verranno pèresentati alla platea di 120 produttori che abitualmente affollano il festival (senza dimenticare il TFL Production Awards).

Insomma una grandissima occasione per i seguenti progetti.

“The Fungi” – Óscar Ruiz Navia (Colombia)
“Touch Me Not” – Adina Pintilie (Romania)
“The Last Land” – Pablo Lamar (Paraguay)
“Underground Fragrance” – Song Peng Fei (Cina)
“?Beirut, I Love You” – Zena el Khalil (Libano) e Gigi Roccati (Italia)
“?Mr Kaplan” – Álvaro Brechner (Uruguay/Spagna)
“?Deadweight” – Axel Koenzen (Germania)
“?Romanian Spring” – Anca Miruna Lazarescu (Romania)
“?Adama” – Julien Lilti e Simon Rouby (Francia)
“Mercuriales” – Vernier Virgilio (Francia)
“?Historia del miedo” – Naishtat Benjamin (Argentina)