Al Politecnico di Torino un nuovo centro per studiare tecnologie innovative per contrastare il riscaldamento globale

A Torino nasce un nuovo centro per lo sviluppo di tecnologie innovative per contrastare il riscaldamento globale. Si chiamerà Centre for Sustainable Futures dell’Istituto Italiano di Leggi tutto “Al Politecnico di Torino un nuovo centro per studiare tecnologie innovative per contrastare il riscaldamento globale”

Il premio del World Economic Forum a Electro Power System

Via Lastampa.it

Una tecnologia che trasformerà il mondo. Con questa motivazione l’azienda torinese «Electro Power System», è stata premiata dal World Economic Forum, l’organizzazione internazionale che ogni anno a Davos, in Svizzera, riunisce politici ed economisti coinvolgendo i leader mondiali del business e della scienza, per sviluppare e premiare progetti di sviluppo.

Il premio è stato assegnato per la prima volta a un’azienda italiana, e per tecnologie che guardano a un futuro che va molto più in là di quello che possiamo ora immaginare. Si tratta di «fuel cell», in pratica batterie a idrogeno in grado di generare energia pulita che possono essere di supporto ad altre energie rinnovabili, e che si autoricaricano. «Pensiamo all’eolico o al fotovoltaico – spiega il “creatore” dell’azienda Adriano Marconetto – quando manca il sole o manca il vento». Le fuel cell producono energia dall’acqua e «scartano» acqua. Marconetto è un manager che da sempre precede il futuro delle tecnologie e del business è lui che creò Vitamic il portale per scaricare musica mp3.

Ceduta Vitamic poi un «giro» negli States tornando con la convinzione che il futuro era nelle energie rinnovabili. «E la sfida era usare la tecnologia italiana – racconta – che ho trovato attraverso i ragazzi giovani e bravissimi che avevano studiato al Politecnico». Oggi la Electron Power System ha sette milioni di fatturato annui e un mercato enorme da conquistare, anche se le batterie a idrogeno prodotte a Torino finiscono per la maggior parte già in Asia e in Africa, solo un terzo resta qui.

A inizio giugno Cinemambiente 2010

CinemAmbiente cambia stagione. Da quest’anno annuncerà l’arrivo dell’estate. Il Festival infatti si sposta da ottobre a giugno per festeggiare il 5 di questo mese la Giornata Mondiale dell’Ambiente proclamata nel 1972 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Spostare un festival è un impegno gravoso, ripagato nel nostro caso dalla collaborazione con l’agenzia dell’Onu per l’ambiente che l’ha inserito tra gli eventi da essa riconosciuti. È una soddisfazione che corona oltre un decennio di lavoro che ha fatto di Torino la sede del principale festival cinematografico sull’ambiente a livello internazionale.

In questi anni CinemAmbiente si è evoluto, ha proposto migliaia di film e ospitato centinaia di registi e personalità, si è radicato nel territorio, ha visto crescere il pubblico di anno in anno e ha differenziato le proprie attività, varando progetti come CinemAmbiente Tour, che organizza eventi su tutto il territorio nazionale, CinemAmbiente Tv, che offre la possibilità di proiettare in classe centinaia di film a tematica ambientale, ed Ecokids, che dedica alle scuole proiezioni seguite da approfondimenti condotti da esperti. Questa tredicesima edizione propone come al solito il meglio della produzione internazionale: film vincitori di Oscar o reduci da passerelle internazionali come il Sundance o la Berlinale, segno che il cinema ambientalista si sta imponendo nei principali eventi cinematografici mondiali.

Progettato a Torino Solarox il pigmento per l’edilizia del futuro

Una nuova famiglia di pigmenti Solarox, è stata progettata in Italia attraverso la collaborazione tra la Rockwood Italia Spa e il Dipartimento di Chimica Analitica dell’Università di Torino, e sarà commercializzata in tutto il mondo dal gruppo multinazionale Rockwood Holding Inc.

Per il Rettore Ezio Pelizzetti, ha detto: “Come chimico è con enorme soddisfazione che vedo che le idee da me sviluppate ormai trent’anni fa giungono ad essere implementate a livello commerciale. Il percorso della ricerca richiede sovente tempi lunghi. E’ proprio su una visione a lungo termine, che contempla la ricerca di base, e lo sviluppo di concetti che ai più possono apparire curiosi se non sempre segnati dal dubbio del “a cosa serve?”, che prevede un attento e laborioso sviluppo di conoscenza sperimentale, e che poi diventa ricerca applicata, che si deve articolare la programmazione della ricerca scientifica. I due tempi della ricerca di base e della ricerca applicata devono essere supportati prima dal sistema di ricerca pubblico (universitario) e poi da quello privato. L’attività Università-Rockwood mostra come possa essere sinergica e fortemente produttiva la ricerca applicata”.
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Ambiente, biotecnologie e ICT trionfano nella StartCup 2009

Sono stati dieci i finalisti che  hanno presentato i loro progetti imprenditoriali alla Cerimonia di Premiazione della quinta edizione della Start Cup Torino Piemonte, il concorso per progetti imprenditoriali innovativi, promosso dai tre Atenei piemontesi ed organizzato dalle rispettive strutture di incubazione di impresa, rivolto a tutti coloro che desiderano trasformare i ritrovati della ricerca in progetti imprenditoriali innovativi.

La qualità dei progetti è garantita da una rigida selezione che ha analizzato sia gli aspetti tecnico-scientifici sia quelli imprenditoriali. La valutazione sulla fattibilità tecnico-scientifica è stata affidata ad esperti del settore in cui l’idea si collocava. Tre gruppi di Business Angel indipendenti hanno valutato se le imprese nascenti avessero le carte in regola per raggiungere il successo imprenditoriale ed affrontare le sfide del mercato. e.

Con 158 idee imprenditoriali e 55 piani di impresa presentati. La Start Cup Torino Piemonte ha attratto nel tempo un numero sempre crescente di partecipanti e ha dimostrato di essere una tappa importante per chi desidera realizzare la propria idea di impresa, infatti, mediamente, nasce una nuova impresa ogni tre business plan presentati.

Il primo premio è stato vinto da Cellufloc, azienda produttrice di isolanti termici per l’edilizia da recupero di scarti di cellulosa ad essersi aggiudicata il podio e quindi il premio di 20.000 euro. Al secondo posto si è piazzata B.Ionica, un’azienda, tutta al femminile, impegnata nel campo dei biomateriali e in particolare focalizzata sullo sviluppo, produzione e vendita di viti in titanio bioattivo e cementi per ortopedia e vertebroplastica. Terza piazza per I-See che offrirà servizi applicativi agli operatori nei campi di Fisica Medica, Radiobiologia, Radioprotezione per il calcolo e l’analisi degli effetti delle radiazioni sui tessuti viventi, in particolare nell’ambito delle terapie oncologiche.

La prossima tappa per i tre vincitori sarà ora il Premio Nazionale per l’Innovazione: la coppa dei campioni dei progetti di impresa nati in ambito universitario che si terrà a Perugia il 4 Dicembre e vedrà in gara i vincitori di 19 competizioni locali. In palio il primo premio da 60.000 euro offerto da Vodafone Italia, partner strategico dell’iniziativa; 30.000 per il secondo e 20.000 per il terzo classificato.

Partecipano alla finale nazionale altri due progetti selezionati tra quelli in gara per Start Cup Torino Piemonte: Biomedical S.r.l. che ha brevettato dispositivi per la diagnostica medica e sta iniziando la relativa industrializzazione ed Eolicar: Progettazione, produzione e commercializzazione di mini-turbine eoliche. Durante la premiazione sono anche stati assegnati i contributi ed i premi speciali, in particolare, il Premio Donna Innovazione assegnato a ScatterTape Test che fornisce un sistema di accertamento qualità nella produzione di corpi verniciati; il premio ICT conferito a BookMates che mira alla creazione di un SaaS – Software as a Service dedicato – che offra ai lettori nuovi strumenti per la lettura e alle case editrici la possibilità di interagire con i propri clienti anche dopo il momento di acquisto; ed ancora Geo4Map che si aggiudica il premio Turismo e Innovazione.

La green economy regala benessere e lavoro

Marco Trabucco su Repubblica

«Sulla green economy abbiamo anticipato Obama» dice sorridendo, con una punta di autoironia, Mercedes Bresso, presidente del Piemonte per sottolineare come gli investimenti della sua amministrazione nelle energie alternative siano stati una delle priorità in questi cinque anni di governo del Piemonte.
D’altronde lei, definita dagli avversari “la zarina” per il piglio decisionista, nella sua vita precedente, prima cioè di impegnarsi in politica, era stata docente di economia dell’ambiente al Politecnico di Torino. Un’esperienza che non ha mai dimentatico. Antinucleare o meglio «contro questo nucleare che è pericoloso e antieconomico», è stata tra le prime a convincersi che le energie alternative non sono solo una questione legata alla tutela dell’ambiente, ma anche una grande opportunità economica. «La green economy è la migliore risposta alla crisi — spiega — il primo obiettivo nella nostra amministrazione è creare benessere, quindi economia e lavoro, guardando al futuro e alla qualità della vita. Il futuro, come dimostrano le scelte di molti paesi del mondo avanzato, è legato all’economia verde, che incrocia praticamente tutti i settori economici, dall’edilizia alla meccanica, dalla chimica all’agricoltura. E il Piemonte che è una regione storicamente all’avanguardia, non vuole rimanere indietro in questo settore».

L’obiettivo è quello che “la zarina” chiama del 20+20+20: vale a dire ridurre, entro il 2020, i consumi di energia primaria del 20 per cento, abbattere il livello dei gas serra del 20 per cento rispetto al 1990 e coprire, sempre per quella data, almeno il 20 per cento del fabbisogno con le energie rinnovabili. «Raggiungere questi obiettivi significa creare lavoro, economia, risparmio per i cittadini e migliorare la qualità della vita. Obiettivi tanto ambiziosi però — dice Bresso — si possono raggiungere solo a due condizioni: bisogna favorire in Piemonte la nascita e lo sviluppo di una filiera produttiva che renda disponibili prodotti tecnologicamente avanzati per la produzione di energia da fonti rinnovabili. E allo stesso tempo bisogna fare in modo che i cittadini acquistino una consapevolezza nuova, ovvero capiscano che mettere sul tetto della propria casa o della propria azienda una serie di pannelli fotovoltaici non significa soltanto “fare un’opera buona per l’ambiente”, ma consente anche risparmi consistenti e duraturi. A loro e a tutti. Insomma inquinare meno è conveniente».

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La strategia verde del Piemonte

Diego Longhin su Repubblica

Il Piemonte ha deciso di dare un’impronta «Green» a tutta la sua economia, una scelta strategica in tempi di crisi, di cassa integrazione e di perdita di posti di lavoro nei settori tradizionali. Una stima di quanto valga l’economia verde del Piemonte è difficile, ma sul tavolo ci sono ad ora, tra soldi pubblici e privati, più di mezzo miliardo di euro per sostenere progetti, nuove aziende, ricerca e sviluppo, trasformazione di quelle vecchie.

L’impegno della Regione sul fronte dell’energia in questi quattro anni si è concretizzato in un consistente investimento. Ultimo atto: una serie di bandi aperti a giugno 2008, che utilizzano i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea. Nel complesso si tratta di risorse pari a 300 milioni. Sono oltre 300 le domande pervenute, cento già finanziate con lo stanziamento di 50 milioni, sul fronte della razionalizzazione dei consumi energetici e la produzione di energia rinnovabile negli insediamenti produttivi. Oltre 35 domande, di cui 16 già ritenuti ammissibili, per l’insediamento di nuovi impianti e nuove linee di produzione di sistemi su cui la Regione ha già investito 40 milioni di euro. Altri fondi, 15 milioni, sono serviti a sostenere il risparmio energetico nel patrimonio pubblico, mentre altri 15 milioni sui grandi progetti dimostrativi e strategici. «È una mobilitazione generale dice la Presidente della Regione, Mercedes Bresso – per risparmiare, creare economia e posti di lavoro, migliorare l’ambiente e diventare il più possibile indipendenti dal petrolio. È un grande strategia per moltiplicare l’innovazione in tutti i settori: dall’edilizia alla domotica, dalla meccanica all’informatica e alla chimica».
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5 anni di A come Ambiente

4anni-a-come-ambientePer festeggiare i cinque anni di attività, il Museo A come Ambiente inaugura il suo nuovo ciclo di attività con un fitto di programma di nuove proposte, nuovi exhibit e allestimenti, e anche con una curiosa installazione temporanea sulla facciata del Museo.

L’inaugurazione e la presentazione del nuovo programma si svolgerà venerdì 11 settembre 2009 alle ore 12 (corso Umbria 90, Torino), alla presenza del direttore del Museo Carlo Degiacomi; del Presidente del Museo A come Ambiente Fiorenzo Alfieri, e degli assessori all’ambiente della Provincia di Torino Roberto Ronco, della Città di Torino Roberto Tricarico e della Regione Piemonte Nicola De Ruggiero.

L’installazione, frutto della collaborazione tra il Museo A come Ambiente, Public Art Association, Interaction Design Lab e Lindab, realizzata con il contributo della Provincia di Torino, è costituita da un sistema di tubi azzurri che, una volta sfiorati, “sussurrano” messaggi ecologici, e che possono essere utilizzati interattivamente dai passanti come telefono senza fili per mandare messaggi vocali, periscopio per scoprire immagini e guardare oltre il tetto, altoparlante per attivare voci e suoni e rumori e anche per veicolare messaggi “forti” anche se sussurrati.
L’inaugurazione dell’installazione è anche l’occasione per presentare il programma da settembre a dicembre del 2009 che per il Museo A come Ambiente coincide con il quinto compleanno: 5 anni di attività, con circa 200.000 presenze complessive (52.000 annue nel 2008).

Nulla si crea, nulla si distrugge


La necessità di confrontarsi con le questioni legate all’impatto dell’uomo sull’ambiente è divenuta una questione centrale nel dibattito nazionale ed internazionale. Le recenti vicende che hanno colpito la Campania hanno suscitato forti polemiche a livello mondiale, offuscando in parte l’immagine di un Paese che ha basato parte della sua economia sul turismo e sul fascino del territorio.

Esistono dei percorsi e delle possibili soluzioni? In realtà, come dimostrano le recenti politiche statunitensi, questa criticità può divenire una risorsa. Il nuovo Presidente ha manifestato una volontà di cambiamento e prospettato le politiche ambientali come un percorso di sviluppo e un possibile antidoto alla crisi globale. E’ possibile immaginare un percorso simile anche in Italia?

Se ne discuterà  al prossimo incontro del C-Lab che si terrà giovedì 21 maggio presso l’Environment Park.