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Si chiama Pietro Jarre e ha fondato eMemory. Puoi visitare il sito e iscriverti gratis, per iniziare a salvare la tua vita in digitale. Sono quasi andato in collina, per capire di cosa parliamo quando si parla di eMemory Leggi tutto “Lo startupper torinese di 60 anni che salverà la nostra privacy. Intervista a Pietro di eMemory”

Renault presenta la prima auto elettrica open source basata sulla piattaforma Osvheicle nata in Piemonte

Una delle maggiori novità del Ces di Las Vegas, il maggior evento tecnologico dell’inverno, è Pom, un veicolo elettrico presentato da Renault basato su Twizy compatto e leggero dotato Leggi tutto “Renault presenta la prima auto elettrica open source basata sulla piattaforma Osvheicle nata in Piemonte”

Pebble fa ciaone a tutti e scappa con i soldi.

Pebble fa ciaone a tutti e scappa con i soldi di Fitbit.
Quando si suole dire che ognuno di noi, ogni idea, ogni impresa, ogni prodotto, ogni persona ha un presso, si dice il vero.
Ce ne ricorderemo quando penseremo al caso Pebble .
Il colosso del werable, Fitbit ha appena acquisito la start up approdata su kickstarter qualche anno fa, acquistando gli asset tecnologici relativi ai software e al know how sviluppato dai tecnici di Pebble.
Il silenzio del blog di Pebble era stato visto con sospetto dai curiosi che iniziavano a vociferare circa la possibile e prossima exit in favore di un qualche big.
C’è che sappiamo è che l’acquisizione degli asset di Pebble è stata compiuta nella giornata del 6 dicembre, senza che venisse pubblicamente comunicato il valore dell’operazione. Ciononostante nei giorni precedenti si è parlato di un esborso cash di circa 30-40 milioni di dollari, anche se l’indiscrezione si riferiva prevalentemente all’acquisizione dell’intera società. Avendo percò Fitbit, acquisito solo asset specifici di Pebble, non si è presa in carico l’onere dei debiti della società, che saranno probabilmente sanati con la liquidità maturata con il controvalore dell’acquisizione.

Pebble nel suo blog precisa alcuni aspetti: si scusa con gli utenti per il suo lungo silenzio e specifica alcuni aspetti del futuro della start up. Già oggi non si possono ordinare nuovi Pebbles dal sito della startup che ha anche organizzato un sistema di rimborso per coloro che hanno aderito alla campagna di kickstarter ma non riceveranno nessuna ricompensa.

Innanzitutto Pebble non promuoverà, né distribuirà, né svilupperà nuovi smartwhatch.
I dispositivi fin’ora venduti continueranno a funzionare normalmente: non sono previsti immediati cambiamenti.
Prevedibile tuttavia che i servizi Pebble vengano ridotti e inficiati in futuro per cercare di far migrare i customers verso la gamma di smart-things di FitBit.
Nel frattempo ieri sera è arrivata anche la conferma da parte del CEO di Fitbit, James Park, che ha detto
“Pebble è stata un’apripista del più grande, aperto e neutro sistema operativo per dispositivi connessi che andrà a complementare la compatibilità multi-piattaforma di Fitbit, che ad oggi conta 200 dispositivi, tra iOS, Android e Windows Phone […] Con gli indossabili di base che diventano sempre più smart e gli smartwatch che aggiungono funzionalità health e fitness, vediamo l’opportunità di costruire sui nostri punti di forza ed estendere la nostra posizione di leadership nella categoria dei wearables. Con questa acquisizione siamo ben posizionati per accelerare l’espansione della nostra piattaforma e dell’ecosistema per rendere Fitbit una parte vitale della vita quotidiana per un più ampio numero di consumatori, così come costruire gli strumenti che i fornitori di servizi sanitari hanno bisogno per integrare in maniera più significativa la tecnologia indossabile nelle cure preventive e croniche”

Sempre più evidente dunque il fatto che il mercato del tech stia abbandonando la sua vocazione di concorrenza pura e perfetta, come si auspicava alla fine degli anni ’90, per consolidarsi in un oligopolio in mano a big. I quali non investano nuovi capitali in ricerca e sviluppo ma investono in start up per poi acquisirne gli assets.
New economy? Nah.

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Helperbit ha vinto la blockchain startup competition al d10e ad Amsterdam. Helperbit è una piattaforma che ha lo scopo di minimizzare i problemi legati alla frequente inefficienza, lentezza e Leggi tutto “Helperbit vince la blockchain startup competition ad Amsterdam”

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Sta procedendo il processo di selezione delle startup per la call Foundamenta  per accedere al programma di accelerazione presso Rinascimenti Sociali a cui hanno partecipato 49 business Leggi tutto “Ecco la shortlist di startup e business idea per Foundamenta”

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Martedì 14 Luglio, a partire dalle 17, l’Incubatore del Politecnico di Torino ospita l’edizione 2015 di Pitch on the beach: organizzato da Treatabit per conoscere le migliori innovazioni targate I3P dialogando sotto l’ombrellone. L’evento, organizzato si aprirà con le interviste di Luca De Biase, Leggi tutto “Pitch on the beach: le startup di I3p si presentano sotto l’ombrellone”

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BancaSellaBanca Sella entra nel business dell’equity crowdfunding e diventa partner strategico di Symbid Italia spa, nuova piattaforma italiana guidata dal business angel Marco Bicocchi PIchi e parte di Symbid The Funding Network, società olandese quotata a Wall Street dal dicembre 2013 negli Usa. Banca Sella fornirà i sistemi di pagamento e i servizi bancari necessari all’attività della piattaforma. Symbid conta oggi oltre 29.000 potenziali investitori in Olanda e ha già finanziato con successo 84 società per circa 6,7 milioni di euro complessivi. Symbid Italia sarà la base per l’espansione dell’attività di Symbid in tutta Europa. Leggi tutto “Banca Sella entra nell’equity crowdfunding diventando partner di Symbid Italia”