A Torino nasce un nuovo centro per lo sviluppo di tecnologie innovative per contrastare il riscaldamento globale. Si chiamerà Centre for Sustainable Futures dell’Istituto Italiano di Leggi tutto “Al Politecnico di Torino un nuovo centro per studiare tecnologie innovative per contrastare il riscaldamento globale”
Categoria: Biotech
A Torino il primo progetto di utilizzo di Oculus in ambito medico chirurgico
A Torino è nato il primo progetto di utilizzo di Oculus in ambito medico chirurgico. VeinCareTeam è un gruppo di medici che operano nel Nord Italia in ambito flebologico che Leggi tutto “A Torino il primo progetto di utilizzo di Oculus in ambito medico chirurgico”
Il 26 e 27 Febbraio a Torino lo Startup Biomed Forum
Il 26 e 27 Febbraio si svolgerà a Torino lo Startup Biomed Forum, il primo meeting nazionale delle startup biomedicali. L’evento, organizzato da PNICube con Assobiomedica, BioPmed e Fondazione Filarete, in collaborazione con Italia Startup e Startup Revolutionary Road, vedrà oltre settanta aziende biomedicali del territorio italiano confrontarsi su problematiche comuni, scambiarsi esperienze e best practice, e fare rete per future sinergie e collaborazioni. Il Forum sarà ospitato presso I3P, l’Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino. Nel campo dell’innovazione, il biomedicale si pone sempre più al centro della scena. All’interno di questo settore cresce sia il numero di startup avviate che quelle in fase di consolidamento. Leggi tutto “Il 26 e 27 Febbraio a Torino lo Startup Biomed Forum”
Advanced Accelerator Applications pronta a quotarsi al Nasdaq
La Advanced Accelerator Applications (AAA) società specializzata in medicina nucleare molecolare guidata da Claudio Costamagna e Stefano Buono, con sede principale a Saint-Genis-Pouilly, e sedi operative anche in Piemonte a Collereto Giacosa e Saluggia è pronta a sbarcare al Nasdaq. AAA ha depositato la domanda al Securities and Exchange Commission, la commissione per i titoli e gli scambi della borsa statunitense.
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Web radio: speciale innovazione, intervista a Marco Cantamessa
Ventisettesima puntata di What’s On in Piemonte – Speciale Innovazione: l’intervista è a Marco Cantamessa, presidente di I3P del Politecnico di Torino, il più importante incubatore universitario italiano.
Prende il via Crossover Lab Turin, un laboratorio ideato per esplorare le sfide creative e commerciali connesse allo sviluppo di contenuti e servizi per i media digitali.
Ambiente, biotecnologie e ICT trionfano nella StartCup 2009
Sono stati dieci i finalisti che hanno presentato i loro progetti imprenditoriali alla Cerimonia di Premiazione della quinta edizione della Start Cup Torino Piemonte, il concorso per progetti imprenditoriali innovativi, promosso dai tre Atenei piemontesi ed organizzato dalle rispettive strutture di incubazione di impresa, rivolto a tutti coloro che desiderano trasformare i ritrovati della ricerca in progetti imprenditoriali innovativi.
La qualità dei progetti è garantita da una rigida selezione che ha analizzato sia gli aspetti tecnico-scientifici sia quelli imprenditoriali. La valutazione sulla fattibilità tecnico-scientifica è stata affidata ad esperti del settore in cui l’idea si collocava. Tre gruppi di Business Angel indipendenti hanno valutato se le imprese nascenti avessero le carte in regola per raggiungere il successo imprenditoriale ed affrontare le sfide del mercato. e.
Con 158 idee imprenditoriali e 55 piani di impresa presentati. La Start Cup Torino Piemonte ha attratto nel tempo un numero sempre crescente di partecipanti e ha dimostrato di essere una tappa importante per chi desidera realizzare la propria idea di impresa, infatti, mediamente, nasce una nuova impresa ogni tre business plan presentati.
Il primo premio è stato vinto da Cellufloc, azienda produttrice di isolanti termici per l’edilizia da recupero di scarti di cellulosa ad essersi aggiudicata il podio e quindi il premio di 20.000 euro. Al secondo posto si è piazzata B.Ionica, un’azienda, tutta al femminile, impegnata nel campo dei biomateriali e in particolare focalizzata sullo sviluppo, produzione e vendita di viti in titanio bioattivo e cementi per ortopedia e vertebroplastica. Terza piazza per I-See che offrirà servizi applicativi agli operatori nei campi di Fisica Medica, Radiobiologia, Radioprotezione per il calcolo e l’analisi degli effetti delle radiazioni sui tessuti viventi, in particolare nell’ambito delle terapie oncologiche.
La prossima tappa per i tre vincitori sarà ora il Premio Nazionale per l’Innovazione: la coppa dei campioni dei progetti di impresa nati in ambito universitario che si terrà a Perugia il 4 Dicembre e vedrà in gara i vincitori di 19 competizioni locali. In palio il primo premio da 60.000 euro offerto da Vodafone Italia, partner strategico dell’iniziativa; 30.000 per il secondo e 20.000 per il terzo classificato.
Partecipano alla finale nazionale altri due progetti selezionati tra quelli in gara per Start Cup Torino Piemonte: Biomedical S.r.l. che ha brevettato dispositivi per la diagnostica medica e sta iniziando la relativa industrializzazione ed Eolicar: Progettazione, produzione e commercializzazione di mini-turbine eoliche. Durante la premiazione sono anche stati assegnati i contributi ed i premi speciali, in particolare, il Premio Donna Innovazione assegnato a ScatterTape Test che fornisce un sistema di accertamento qualità nella produzione di corpi verniciati; il premio ICT conferito a BookMates che mira alla creazione di un SaaS – Software as a Service dedicato – che offra ai lettori nuovi strumenti per la lettura e alle case editrici la possibilità di interagire con i propri clienti anche dopo il momento di acquisto; ed ancora Geo4Map che si aggiudica il premio Turismo e Innovazione.
Piemonte capitale solare
Entro la fine dell’anno il Piemonte diventerà la prima regione d’Italia per potenza installata per centrali nucleari. La multinazionale spagnola Opde firmerà con la Regione un protocollo d’intesa che prevede la costruzione di 17 centrali solari e l’installazione di una fabbrica per la produzione dei pannelli inseguitori e di un polo logistica e di ricerca. Sette centrali saranno pronte entro la fine dell’anno e produrranno un’energia pulita pari a 50 milioni di kWh l’anno. I «girasoli» verranno costruiti nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria. La fabbrica, invece, sorgerà in provincia di Torino, forse nell’area industriale di None.
Il via libera della Regione è arrivato ai primi di settembre quando la giunta ha approvato il protocollo d’intesa predisposto dall’assessore all’Innovazione Andrea Bairati. L’esecutivo regionale si impegna ad assicurare la velocizzazione dell’iter burocratico e mette sul tavolo un contributo massimo di 10 milioni per l’insediamento dell’azienda. Il progetto avrà delle ricadute immediate, sia dal punto di vista economico che occupazionale: nei primi due anni è possibile valutare in 120 milioni di euro i benefici finanziari. I nuovi occupati saranno 375, 125 assunti direttamente dagli spagnoli. «L’azienda – spiega Bairati – si è impegnata a realizzare la totalità delle opere con manodopera locale e ad utilizzare le banche del territorio per finanziare le costruzioni».
Fabrizio Rostagno, amministratore delegato di Opde Italia, spiega che l’azienda spagnola ha presentato un progetto da realizzare in tre fasi. La prima è a buon punto: le aree dove installare le centrali sono già state acquistate, i piani finanziari sono pronti e «bancabili», le autorizzazioni all’Enel sono già state richieste. Entro la fine dell’anno l’azienda vorrebbe anche installare la fabbrica per la produzione degli inseguitori abbinata al polo logistico per la distribuzione del materiale dell’Opde. Prevista l’assunzione di una settantina di persone.
Il Piemonte potrebbe così diventare la piattaforma per l’espansione verso i Paesi dell’Est e la Grecia. Adalberto Rios, il presidente spagnolo della holding, nei suoi contatti con la Regione ha spiegato che la scelta è caduta sul Piemonte perché «il gruppo ritiene che abbia grandi potenzialità per lo sviluppo delle energie rinnovabili, per le sue condizioni morfologiche e produttive e grazie alla politiche di investimento regionali».A mettere in contatto l’Opde con la Regione è stato il Centro Estero del Piemonte che ha messo in campo gli incentivi del contratto di insediamento regionale. Spiega Bairati: «In modo autonomo l’azienda ha individuato le località più adatte dove costruire le centrali solari. Ora è disponibile a valutare insieme alla Regione il sito dove localizzare la produzione industriale e il polo logistico e della ricerca».
Tra le ipotesi in campo c’è quella dell’area industriale di None dotata di un collegamento ferroviario e con facile accesso al sistema autostradale. Accanto alla fabbrica sorgerà il centro di ricerca e la Opde – che collabora anche con Università e Atenei della Navarra – è pronta a cercare sinergie con il sistema della formazione e della ricerca torinese e piemontese.
Presentato bio P med
Sta entrando in fase di piena operatività bio P med, il nuovo Polo di innovazione della Regione Piemonte per i settori biotech e medtech con sede a Colleretto Giacosa (Torino). Riunisce ad oggi 55 tra aziende, centri di ricerca e istituzioni accademiche, compresi i tre atenei pubblici piemontesi – Università e Politecnico di Torino, Università del Piemonte orientale – che hanno siglato un accordo per sostenerlo e svilupparlo.
L’obiettivo del nuovo ente, presentato il 20 luglio, è favorire lo sviluppo internazionale del sistema biotecnologico e biomedicale piemontese attraverso il networking, la proposta e lo sviluppo di progetti di ricerca congiunti. Con oltre 100 aziende del settore, il Piemonte è la seconda regione italiana per numero di imprese biotech, la prima per quanto riguarda l’incubazione di start-up, con il 24% del totale italiano.
Incubatori d’impresa valdostani nel settore biomedico
A testimoniare come gli incubatori di impresa valdostani riescano ad essere un importante atout capace di attrarre imprese caratterizzate da un forte tasso di innovazione è l’esperienza e quanto sta succedendo alla BioDigital Valley, da poco più di un mese new entry presso l’incubatore di Pont Saint Martin e azienda che ha in atto collaborazioni scientifiche con diversi importanti partner accademici, tra cui l’Università di Milano, il Mondino di Pavia, l’Università «Federico II» di Napoli, l’Università dell’Insubria, l’Ospedale Cardarelli di Napoli, il Politecnico di Torino, il Centro Ospedaliero Universitario di Pisa e l’IRCC di Candiolo. A darne notizia e relativi particolari è il blog Impresa VdA.
La BioDigital Valley è impegnata, infatti, nella creazione di un’applicazione digitale in grado di mettere a confronto, in tempi ragionevoli, tutte le radiografie giacenti nei vari ospedali del mondo di una qualunque malattia oncologica. Un progetto ambizioso che potrebbe aiutare la ricerca medica nel ridurre le tempestiche per creare nuovi farmaci e i relativi costi. Il progetto di ricerca allo studio si chiama «Image» (Image Meta Analysis and Exploitation) ed è stato finanziato dall’amministrazione regionale ai sensi dell’art. 8 della L. R. 84/1993 con un contributo di 541.585 euro.
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Biotecnologie piemontesi in mostra ad Atlanta
Per la prima volta il Piemonte partecipa a BIO International Convention di Atlanta dal 18 al 21 maggio, il maggior evento internazionale rivolto al mondo delle biotecnologie, dove illustrerà le proprie capacità e la sua posizione d’avanguardia, a livello italiano ed europeo. Sono 4 le imprese di eccellenza presenti all’interno della collettiva italiana organizzata dall’ICE, grazie al supporto della Camera di commercio di Torino e al coordinamento del Centro Estero per l’Internazionalizzazione (Ceipiemonte) in collaborazione con il Bioindustry Park. BIO International Convention è un appuntamento annuale negli Stati Uniti, dove il comparto, registra un continuo trend positivo e si colloca al primo posto al mondo, con oltre 1.400 aziende farmaceutiche, 180.000 dipendenti e un valore di capitalizzazione di 380 miliardi di US$. Evento di riferimento per i professionisti del comparto, l’edizione 2008, che si è svolta a San Diego, ha visto la partecipazione di 2.200 espositori, 6.600 delegati di settore 20.000 visitatori provenienti da 70 Paesi e l’organizzazione di circa 14.500 appuntamenti one-to-one.
L’Italia rappresenta il 15% del totale delle imprese biotech europee con oltre 200 imprese coinvolte in innovazioni a carattere biotecnologico e un mercato farmaceutico che è il sesto a livello mondiale. In Piemonte la base industriale del settore delle bioscienze (biotech, pharma, med-tech ecc) – composta da piccole e medie imprese e da gruppi multinazionali quali Merck-Serono, Bracco Imaging, Takeda, Diasorin Antibioticos e Sorin Cardio – gioca un ruolo rilevante con più di 100 aziende che impiegano oltre 3.000 persone e registra una continua espansione grazie alla nascita di imprese innovative nei settori farmaceutico, parafarmaceutico e diagnostico. In particolare, il Piemonte vanta una forte tradizione nel comparto delle biotecnologie – per numero di imprese secondo alla Lombardia – e ne copre tutti i campi: biotecnologie verdi (agroalimentare), grigie (processi industriali) e rosse (salute), queste ultime maggiormente presenti sul territorio.
il Piemonte è la prima regione italiana in termini di investimenti privati in ricerca e sviluppo e in numero di brevetti industriali oltre che in numero di start-up biotech. In questo contesto, i ricercatori impegnati nei settori biotech, farmaceutico e medico sono circa 1.500 e i gruppi di ricerca pubblici 800 (il 60% dei quali in biomedicina) e possono contare su una fitta rete di cooperazione tra aziende, Università, centri di ricerca, formazione e parchi scientifici e tecnologici (fra i quali spiccano il CNR, l’Istituto di Ricerca sul Cancro di Candiolo e il Bioindustry Park), laboratori, incubatori e società di venture capital (Eporgen Venture e Piemontech). Inoltre, importanti risultati in Piemonte si devono anche alla sinergia con le capacità esistenti nei settori dell’ICT, dell’elettronica e delle nanotecnologie, che hanno permesso lo sviluppo di competenze relative alla bioinformatica, alle analisi diagnostiche e alla progettazione di apparecchiature biomediche.
La medicina dei sapori
Marco Accossato e Maria Teresa Martinengo su Lastampa.it
Per molti anni e troppi malati è una condanna in più a una patologia cronica e a una salute precaria: una cucina povera, spesso insipida, quasi mai invitante. Ma oggi quaranta professori dell’Università di Torino, insieme a quattro scuole alberghiere del Piemonte, sfatano in un colpo solo la convinzione falsa che un malato debba mangiare sempre e solo leggero, che il gusto sia nemico delle terapie e rinunciare al sapore un scotto da pagare per sperare di guarire.
Quaranta professori di medicina sono entrati in cucina e hanno stravolto le diete «da ospedale» con oltre 670 pagine di ricette saporite, invitanti, e soprattutto dedicate a oltre trenta tipi di malattie: da quelle dell’apparato digerente a quelle della tiroide, per chi soffre di cuore o ha disturbi renali, dalle malattie metaboliche dell’osso alle allergie, fino a chi è stato trapiantato, ha (o ha avuto) un tumore, a chi soffre di una patologia degli occhi, ha un disturbo psichiatrico o ha appena subìto un intervento chirurgico.
«Il medico in cucina» (Edizioni Minerva Medica) sarà presentato alla Fiera del Libro che s’inaugura giovedì a Torino. E’ una filosofia nuova, un altro punto di vista, un volume unico non solo per quantità di ricette dedicate ai malati, ma anche per il numero di medici coinvolti in un progetto cui hanno dato una collaborazione fondamentale la preside e il vicepreside dell’istituto alberghiero Colombatto di Torino, Vincenza Pisciotta e Carlo Di Iavoco.
Un orto da balcone verticale
A Revigliasco, sopra Moncalieri, davanti al cimitero con gli ovvii cipressi, la risposta è un immenso vivaio/cantiere dove si «fabbricano» muri verdi di erba, colorati di fiori, opulenti e gloriosi ed anticongiunturali se orpellati di frutta e verdure leggere, che non siano tirate giù dal loro stesso peso.
Muri soprattutto per le pareti esterne delle case, prima copribili solo con rampicanti o visitate, nelle crepe, da disordinate, convulse erbe spontanee. La creazione si chiama Reviwall, il nome lega Revigliasco a wall (muro), ma con minimo di fantasia si approda a revival, a una rinascita cromatica e casomai ortofrutticola della città.
Qualche anno fa in quel laboratorio si mise a punto il sedum, speciale vegetazione orizzontale destinata a coprire con poca spesa, pochissima manutenzione e molto effetto superfici piane vastissime, ma anche tetti e terrazze. Adesso a Revigliasco lavorano soprattutto al verde verticale, casomai con colori aggiunti. Bello da vedere specialmente quando sprigiona fiori, piacevole da toccare e da «respirare», buono da mangiare quando significa insalate, erbe aromatiche, pomidorini, peperoncini, fragoline, vegetali non pesanti. L’orto non più sdraiato, l’orto «in piedi» , a far verdi (e rossi, e gialli, e blu: dipende dalle fioriture) i muri più grigi.
Primo Levi e il Sistema Periodico
L’Associazione K.I.T.E. presenta il secondo appuntamento degli spettacoli-letture serali del programma Kite by night, gli scrittori e la scienza.
Primo Levi, il Sistema Periodico è il titolo dell’evento di Giovedì 7 maggio ore 21.00 con Lucia Gravante e Franco Tonso al pianoforte al Bioindustry Park del Canavese Via Ribes 5, Colleretto Giacosa
La parole di Primo Levi
“… convogliare ai profani il sapore forte ed amaro del nostro mestiere, che è poi un caso particolare, una versione più strenua del mestiere di vivere… non mi pareva giusto che il mondo sapesse tutto di come vive il medico, la prostituta, il marinaio, l’assassino, la contessa, l’antico romano, il congiurato e il polinesiano, e nulla di come viviamo noi, trasmutatori di materia …”.
L'enigma del batterio che fa cambiare sesso agli insetti
In alcuni insetti, un batterio è in grado di femminizzare i maschi. Una scoperta italiana rivela il meccanismo alla base di questa trasformazione sessuale. Lavoro in pubblicazione sui Proceedings of the Royal Society Biological Sciences.
Le simbiosi che si possono stabilire tra i batteri e gli animali sono molteplici, ma oltre a quelle più comunemente conosciute, ve ne sono alcune veramente peculiari. La più strana in assoluto è certamente quella di un batterio chiamato Wolbachia che riesce a cambiare il sesso dell’insetto ospite, femminizzandone i maschi. I complessi meccanismi alla base di questa strana alterazione sessuale sono simili a quelli responsabili di gravissime patologie nell’uomo, come ad esempio il cancro, il ritardo mentale, le malformazioni a carico di alcuni organi. E’ questa la sorprendente scoperta alla quale è giunto uno studio appena pubblicato sui Proceedings of the Royal Society B – Biological Sciences, intitolato “Unravelling the Wolbachia evolutionary role: the reprogramming of the host genomic imprinting”.
La ricerca è stata sviluppata dalla Dr. ssa Ilaria Negri e coordinata dal Prof. Alberto Alma, del Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali dell’Università di Torino, grazie alla preziosa collaborazione con i Proff. Mauro Mandrioli e Antonella Franchini dell’Università di Modena, e il Prof. Daniele Daffonchio dell’Università di Milano. Negli ultimi anni, si è fatta sempre più strada la convinzione che alla radice di molte gravi patologie, fra cui i tumori appunto, non vi siano alterazioni a livello genetico – vale a dire semplici mutazioni nella sequenza del DNA – ma piuttosto a livello epigenetico (dal greco “sopra i geni”), cioè a carico dei meccanismi di regolazione dei geni. Lo studio dell’epigenetica sta diventando di primaria importanza anche perché tra le cause di tali alterazioni, oltretutto trasmissibili ai figli, ci sono i fattori ambientali. Il gruppo di ricercatori autore della presente scoperta ha ipotizzato che meccanismi epigenetici fossero alla base delle modifiche somatiche e sessuali causate da Wolbachia.
Campus, l'agricoltura cambia
Maurizio Tropeano su La Stampa
Campus, il salone della nuova agricoltura debutta sul mercato italiano. L’appuntamento è a Torino dal 26 al 29
marzo. La scelta del Lingotto, un tempo cuore della produzione automobilistica nazionale dà anche il senso di una
scommessa giocata dalla Regione: Far conoscere e capire il mondo rurale al consumatore, in particolare a quello di città, spiega l’assessore all’Agricoltura, Mino Taricco.Ma l’appuntamento è anche per dar voce e strumenti a vecchi e nuovi protagonisti che hanno deciso di puntare le loro carte sull’innovazione perché «oggi l’agricoltura non è più solo produzione ma gestione del territorio, promozione, educazione alimentare, produzione di energie alternative», spiega ancora l’assessore.
Nelle intenzioni della Regione Campus dovrebbe diventare «un punto di riferimento per il settore agricolo del nostro Paese con una filosofia precisa: offrire alle aziende agricole gli strumenti e le innovazioni utili ad affrontare in maniera più efficace il mercato, migliorando la qualità della vita, il lavoro e la redditività».
Campus insomma ha «una doppia anima», come spiega Andrea Venier, direttore di Lingotto Fiere. Da un lato si rivolge agli operatori professionali per i quali è stato organizzato un ricco calendario di convegni e workshop – dall’altro si apre al grande pubblico, nelle giornate di sabato 28 e domenica 29, giorno in cui, in particolare, il piazzale di Lingotto Fiere accoglierà il Farmers’ Market, con oltre 80 bancarelle di prodotti a chilometro zero, «un’occasione concreta per parlare di filiera corta, qualità e sicurezza alimentare».
La prima edizione di Campus ospita oltre 150 espositori, la maggior parte arriva dal Piemonte, ma con significative presenze da Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Lazio, Calabria e Sicilia. Gli organizzatori hanno allestito anche un area dove saranno illustrati i «Best Case», cioè «gli esempi migliori e più rappresentativi tra le aziende agricole italiane che producono, trasformano, si organizzano e distribuiscono in modo innovativo e vincente». Sono state selezionate 11 realtà produttive privilegiando quelle esperienze legate alla filiera corta e all’associazionismo. E poi sarà possibile approfondire l’esperienza degli agriasili, luoghi dove i bambini possono crescere seguendo il ritmo delle stagioni a contatto con la natura.