Google ha annunciato l’integrazione di Google Apps Education e Moodle per dare vita una vera e propria piattaforma a supporto dell’apprendimento e insegnamento
Google Apps Education è offerta gratuitamente a istituzioni scolastiche e onlus ed è un insieme di applicazioni web che permette a studenti e docenti di lavorare insieme anche a distanza su documenti, elaborati, ricerche
Le funzionalità di Moodle, la piattaforma open-source più usata dalle scuole di tutto il mondo, permettono la creazione e organizzazione di corsi e lezioni on-line, con strumenti come forum, quiz, blog.
Google Apps vanta attivi oltre 80 mila account nelle università italiane. Pionieri nell’abbracciare la tecnologia sono state l’Università di Ferrara che ha attivato i servizi nel 2007 , l’Istituto Europeo di Design e la Johns Hopkins University di Bologna. A questi atenei, tra la metà del 2008 e l’inizio del 2009, si sono aggiunti l’Università di Torino, di Messina, di Sassari, di Camerino e lo Iuav di Venezia.
Categoria: Learning
Festa della Matematica 2009
Venerdì 20 marzo 2009 si svolgerà presso i locali dell’8 Gallery, in via Nizza 230, al 1° piano, la 6° edizione della Festa della Matematica, il grande evento per gli appassionati dei numeri e della logica, che riunisce esperti dell’ambito e dilettanti.
Ideatrice e promotrice della gara è l’associazione Subalpina Mathesis, Sez. Bettazzi, in collaborazione con il Liceo Scientifico N. Copernico di Torino e con il sostegno della Compagnia di San Paolo. A partire dalle 9,30 il professore Franco Pastrone e i rappresentanti del comitato organizzatore dell’evento presenteranno le attività della giornata in una delle multisale del cinema Pathè. A seguire, il prof. Antonio Fasano presenterà nella relazione “Quando la matematica esce dal suo habitat” alcune possibili applicazioni della matematica a processi industriali, alla biologia, alla medicina e ai beni culturali.
Successivamente nella conferenza “Chi ha paura della matematica?”, i Rudi Mathematici, fondatori dell’omonimo sito web di ricreazioni matematiche, proporranno al pubblico il volto inedito e non convenzionale della scienza dei numeri.
Nel pomeriggio, dopo l’intervento delle Autorità, avrà luogo la Gara olimpica, destinata ad una delegazione ufficiale di ognuno dei 28 istituti della provincia di Torino che partecipano al progetto, alla quale è affiancata la Gara del pubblico, una competizione a squadre senza limiti di iscrizione.
Google@School
Martedì 17 marzo a Milano, Google presenterà alle università italiane le novità della propria piattaforma web gratuita per la comunicazione e la collaborazione tra studenti e docenti già utilizzata da decine di migliaia di utenti all’interno degli atenei italiani.
Obiettivo dell’incontro è fornire un aggiornamento sulle opportunità offerte alle scuole dalla tecnologia on-line open source , spiegare le modalità di impiego da parte di alcune delle università italiane che già la utilizzano: Università di Ferrara e Johns Hopkins University di Bologna e Università di Torino
Verrà presentata l’integrazione di Google Apps con il diffusissimo ambiente di e-learning open source Moodle , il più usato dalle istituzioni scolastiche di tutto il mondo.
Il Rettore Pellizzetti replica sugli scontri in ateneo
È il giorno dopo gli scontri tra studenti e polizia a Palazzo Nuovo. Scemata la tensione, resta un senso si amarezza e di preoccupazione. «È stato un tentativo di delegittimazione dell´Università – dice il rettore Ezio Pelizzetti – bisogna fare molta attenzione a quel che sta succedendo. Il momento è delicatissimo». Le accuse contro di lui piovono da destra e da sinistra. I ragazzi dei centri sociali lo ritengono il regista dell´aggressione delle forze dell´ordine. I dirigenti della Digos ribadiscono di aver avuto tutto il sostegno dei vertici dell´Università prima e durante l´intervento. Politici di ogni schieramento, Sergio Chiamparino compreso, ieri si sono pronunciati a favore del diritto di manifestare per tutti, per i ragazzi di estrema sinistra ma anche per quelli del Fuan che invece gli autonomi vorrebbero per sempre fuori dall´Ateneo. Lei cosa ne pensa? «Penso che è vero, tutti devono avere gli stessi diritti, però in più rispetto a ieri c´è da dire che il volantinaggio organizzato dal Fuan lunedì mattina a Palazzo Nuovo non era stato autorizzato. E se delle regole esistono, è giusto che vadano rispettate». Ha usato parole forti, ha parlato addirittura di complotto per spiegare in sintesi quel che è accaduto ieri, perché? «Perché la sensazione che ho avuto è che fosse tutto organizzato per far passare una pesante ombra sull´Università come istituzione. Questo è rimasto uno dei pochi luoghi liberi di pensare e di esprimersi nella società e molti, per questo, ci considerano scomodi». Perciò la storia dei due schieramenti politicamente contrapposti divisi dalle forze dell´ordine sarebbe tutta una messinscena? «Io i ragazzi dei centri sociali li conosco, perché non è certo la prima volta che vengono a protestare. Ma ieri ho visto poche facce note. Molte persone non c´entravano nemmeno con l´Università. Anche l´arrestato, per esempio, mica è uno studente».
Perché ci sarebbe un interesse a screditare l´ateneo? Chi ne trarrebbe vantaggio? «Non mi spingo così avanti con il pensiero. Dico solo che il momento storico è delicatissimo, che c´è una crisi economica che fa paura. Che comincia a farsi sentire il problema della disoccupazione. In questa situazione può far comodo attirare l´attenzione su un fatto come quello di ieri». Ma se invece non fosse come dice lei. Se si trattasse della solita commedia tra Fuan e Cuan, già vista centinaia di volte. Non pensa che l´intervento così duro della polizia abbia esasperato gli animi? «La tensione era altissima, già prima che la polizia intervenisse. Io non ero presente ma Sergio Roda, il vice rettore, era lì e può testimoniarlo». Quindi lei difende la scelta di far intervenire le forze dell´ordine? «Ma avete idea di quante persone transitano ogni giorno in Università? Come faremmo noi, con le nostre forze, ad avere un controllo su tutti. Se andate in Comune o altrove vi chiedono i documenti, oramai vi fanno passare attraverso il metal detector. Qui da noi non esiste, come potremmo mantenere un controllo senza l´aiuto delle forze dell´ordine».
Però le ricordo che gli stessi ragazzi che ieri sono stati caricati dalla polizia, sono stati per settimane nell´atrio di Palazzo Nuovo a occupare durante la protesta. Allora non è mai successo niente, perché dovrebbe essere cambiato qualcosa? «Ripeto, secondo me non si trattava delle stesse persone». Restano da gestire queste elezioni studentesche da qui a maggio. Come pensate di affrontarle, sempre con la polizia? «Ci stiamo organizzando con le poche risorse che abbiamo. Faremo con le nostre forze».
Scoperto a Torino il gene responsabile della Sla
Uno studio internazionale che ha avuto come capofila il reparto di Neurologia universitaria dell’ospedale Molinette di Torino, diretto dal professor Roberto Mutani, ha portato alla scoperta del gene che regola la Sla, la Sclerosi laterale amiotrofica, una grave malattia denegerativa del sistema nervoso.
Lo studio, che ha avuto come coordinatore il professor Adriano Chiò del nosocomio torinese ed è stato condotto da dieci centri italiani, cinque americani, due londinesi e due tedeschi, riguarda la Sla di tipo sporadico, ossia i casi non ereditari che sono la maggior parte, dal momento che quelli ereditari rappresentano solo il 5%.
Condotto nel 2008 e finanziato dall’Istituto superiore di sanità, dalla Regione Piemonte e dalla Figc, lo studio è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica internazionale ’Human Molecular Genetics’ e ha preso in esame 2.161 casi di cui 900 in Italia e ha individuato sette geni che regolano questa malattia uno dei quali, denominato ’Sunc 1’, è quello principale.
I risultati di questa importante scoperta scientifica saranno presentati in anteprima a Roma venerdì alla Figc.
Adriano Chiò è il consulente del sostituto procuratore Raffaele Guariniello che dal 1998 indaga sulle morti sospette di alcuni calciatori provocate dalla Sclerosi laterale amiotrofica, anche conosciuta come morbo di Lou Gehrig.
L’accesso aperto alla conoscenza scientifica
Mercoledì 4 marzo alle 10, presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Torino, si terrà, il seminario di studio dal titolo: “L’accesso aperto alla conoscenza scientifica: attori a confronto“. Temi dell’incontro saranno l’accesso alla conoscenza scientifica, il ruolo della conoscenza come patrimonio comune la produzione, divulgazione e circolazione della stessa.
La nostra è una società che, in misura maggiore che in passato, agisce e riproduce se stessa attraverso l’elaborazione della conoscenza. Come individui siamo chiamati a prendere decisioni e compiere scelte di cui è spesso difficile individuare implicazioni e conseguenze. Nella società dell’informazione, anche la conoscenza stessa e i processi che la gestiscono diventano oggetto di scelte tra alternative possibili.
Negli ultimi vent’anni alcune innovazioni tecnologiche e scientifiche hanno accentuato i dilemmi che riguardano il modo in cui guardiamo alla conoscenza: come frutto di uno sforzo collettivo in cui è talvolta difficile riconoscere con chiarezza i contributi individuali, piuttosto che come prodotto di professionalità altamente specializzate che rivendicano il diritto a vendere i risultati del proprio lavoro. Questi dilemmi coinvolgono soggetti portatori di motivazioni, valori, esperienze eterogenee: ricercatori e scienziati di base che lavorano in istituzioni pubbliche, aziende biotech, bibliotecari, editori commerciali, artisti e creatori di contenuti multimediali, studenti e semplici cittadini.
Questo seminario propone un’occasione di confronto tra alcuni di questi soggetti, a partire da alcune esperienze concrete condotte in questi ultimi anni. Lo scopo è quello di valutare voci e istanze diverse, alla ricerca di un possibile punto di incontro che salvaguardi la natura della conoscenza come patrimonio comune.
Un ateneo ad alta selezione
Via La Stampa
«In un momento di difficoltà generale di tutto abbiamo bisogno tranne che di polemiche o ulteriori conflitti. C’è da far quadrato per uscire dalla crisi il più in fretta possibile». Gianfranco Carbonato, presidente dell’Unione industriale, lancia tre parole d’ordine per il rilancio: governance allargata, specializzazione e poli d’eccellenza.
Stupito dalla polemica Università-Politecnico?
«Molto. L’industria e il territorio hanno bisogno di un sistema universitario forte e di eccellenza. La crisi sta facendo traballare i sistemi industriali con caratteristiche più tradizionali e meno tecnologiche. Per questo dico che serve un’università solida e coesa».
Gli atenei sono pronti a questa sfida?
«Il Politecnico ha compiuto molti passi in avanti nell’aprirsi verso il mondo delle imprese e l’internalizzazione. L’Università è più vasta e chiaramente più complicata da gestire. Ed è molto difficile raggiungere l’eccellenza con 70 mila studenti. Le migliori università al mondo sono quelle che fanno più selezione».
Un maxipolo che coinvolge il nordovest
Francesco Profumo su La Stampa
Aderiamo volentieri alla proposta del Sindaco, stimolata da Luigi La Spina, per la creazione del Polo del Sapere in quanto siamo certi che in questa Regione il virtuoso protagonismo delle istituzioni non degenererà in un localismo asfittico, nel quale si perdano irrimediabilmente i valori fondanti dell’istituzione universitaria.
Valori come libertà e indipendenza del pensiero, terzietà rispetto agli interessi organizzati e soprattutto la piena adesione al sistema di regole e valori che è proprio della comunità scientifica internazionale. Su queste basi siamo certamente disponibili a valorizzare quel modello di università in stretta relazione con il territorio che disegnammo qualche anno fa. Chiediamo però l’impegno di tutti ad affiancarci nel difficile esercizio di coniugare lo spirito di servizio al territorio con l’autorevolezza di un grande Ateneo internazionale. Un Ateneo di prestigio internazionale è una risorsa che si genera col lavoro e l’impegno di molte generazioni e va tutelata come un bene prezioso. Noi crediamo che l’autorevole invito del Sindaco di Torino vada onorato affrontando i nodi strutturali che ancora ostacolano una piena e virtuosa collaborazione tra le Università piemontesi. In particolare ci pare opportuno aprire un dibattito su due temi centrali: Governance e Infrastrutture.
Per quel che riguarda la Governance, si può ripartire dall’Accordo di Programma del 2007 fra il Ministero dell’Università e della Ricerca, la Regione e le Università del Piemonte (il cosiddetto Sistema delle Università piemontesi) che prevede tra i settori di intervento il potenziamento della rete universitaria regionale, attraverso lo sviluppo di modelli di governo tesi a massimizzare l’efficacia delle azioni dei quattro Atenei piemontesi. Gli obiettivi prioritari dovrebbero essere un’offerta formativa organica ed integrata tra le Istituzioni universitarie e la collaborazione strutturata di ricercatori appartenenti ad Atenei diversi, con competenze interdisciplinari, condizione essenziale per competere a livello internazionale nei settori scientifici e tecnologici di frontiera.
D’altra parte i vincoli finanziari previsti dalle Leggi 133/2008 e 1/2009 ed i relativi tagli del Fondo di Finanziamento Ordinario richiederanno agli Atenei già nel prossimo futuro di trovare forme di ottimizzazione dell’uso delle risorse. Pertanto sul piano regionale il sistema delle Università piemontesi sarà chiamato a compiere uno sforzo congiunto, per mettere in comune alcune infrastrutture. Due soli esempi: il miglioramento dell’efficienza degli attuali sistemi informativi, spesso frammentati, attraverso il progetto di un’unica grande infrastruttura informatica; l’opportunità di promuovere una maggiore sinergia tra gli incubatori accademici, troppo parcellizzati tra le varie sedi territoriali delle università piemontesi. Dal tavolo auspicato dal Sindaco potranno poi emergere ulteriori proposte.
Le quattro Università piemontesi e la Regione, nell’ambito delle proprie competenze e della propria autonomia, hanno dimostrato in questi anni di avere la forza e la lungimiranza per sostenere un processo così difficile. Il Politecnico di Torino è pronto ad affrontare questa sfida comune insieme agli Atenei piemontesi e a verificare l’opportunità di estenderla anche ad un territorio più vasto, quale ad esempio il Nord-Ovest.
Un nuovo polo formativo sulle biotecnologie
E’ l’istituto di istruzione superiore Olivetti di Ivrea il capofila del nuovo polo formativo dedicato alle Biotecnologie. Insieme all’istituto Olivetti anche il Biotecnology Park del Canavese, oltre a numerosi altri istituti di Torino e provincia, agenzie formative, centri di ricerca e Università, tutti partner nel progetto.
Il Polo rappresenta uno dei 18 canali formativi post-secondari che la Regione ha realizzato per formare tecnici specializzati, e proprio in Regione, ieri, si è tenuta la presentazione alla presenza dell’assessore all’istruzione Gianna Pentenero.
«Ricordo – ha sottolineato Pentenero – che la realizzazione dei poli è frutto di un accordo territoriale sottoscritto da Regione, Province Piemontesi e Ufficio Scolastico Regionale per la formulazione e l’individuazione di Poli Formativi. Un processo questo, che mira a valorizzare e sviluppare le specificità territoriali e settoriali, in coerenza con il quadro di programmazione dell’offerta formativa regionale e che vuole rafforzare la centralità dell’alta formazione».
Costruire il polo del sapere
Luigi La Spina su La Stampa
Al di là della fondatezza e dell’opportunità delle critiche rivolte dal rettore dell’Università al suo collega del Politecnico, durante l’inaugurazione dell’anno accademico, dispiace constatare l’apertura di un altro dissidio nella classe dirigente della città. Proprio in un momento in cui la crisi economica internazionale sembra colpire Torino e il Piemonte con particolare gravità. Un momento che richiederebbe, invece, la massima collaborazione e la più stretta unità d’intenti tra le istituzioni locali, intese nella maniera più estesa, per contribuire ad individuare soluzioni che possano alleviare le difficoltà di una congiuntura eccezionalmente sfavorevole.
Ecco perché non dev’essere interpretata come una provocazione, o come una imperdonabile ingenuità, la proposta di una iniziativa pubblica che inviti tutti gli interessati al lancio di un progetto per il rafforzamento, nel nostro territorio, di un polo educativo-formativo di eccellenza.