Scoperto a Torino il gene responsabile della Sla

analisi-laboratorioUno studio internazionale che ha avuto come capofila il reparto di Neurologia universitaria dell’ospedale Molinette di Torino, diretto dal professor Roberto Mutani, ha portato alla scoperta del gene che regola la Sla, la Sclerosi laterale amiotrofica, una grave malattia denegerativa del sistema nervoso.

Lo studio, che ha avuto come coordinatore il professor Adriano Chiò del nosocomio torinese ed è stato condotto da dieci centri italiani, cinque americani, due londinesi e due tedeschi, riguarda la Sla di tipo sporadico, ossia i casi non ereditari che sono la maggior parte, dal momento che quelli ereditari rappresentano solo il 5%.

Condotto nel 2008 e finanziato dall’Istituto superiore di sanità, dalla Regione Piemonte e dalla Figc, lo studio è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica internazionale ’Human Molecular Genetics’ e ha preso in esame 2.161 casi di cui 900 in Italia e ha individuato sette geni che regolano questa malattia uno dei quali, denominato ’Sunc 1’, è quello principale.
I risultati di questa importante scoperta scientifica saranno presentati in anteprima a Roma venerdì alla Figc.

Adriano Chiò è il consulente del sostituto procuratore Raffaele Guariniello che dal 1998 indaga sulle morti sospette di alcuni calciatori provocate dalla Sclerosi laterale amiotrofica, anche conosciuta come morbo di Lou Gehrig.

Il robot urologo

Via Torinoscienza

Il robot urologo è sbarcato all’ospedale Molinette di Torino. Si tratta del primo in Piemonte ed uno dei primi in Italia. La chirurgia robotica rappresenta l’ultima innovazione tecnologica messa a punto per asportare completamente la prostata quando sia presente un tumore.

E’ attualmente la terapia chirurgica più utilizzata negli Stati Uniti per questo tumore. La sua diffusione in Europa è al momento ancora limitata dai costi relativamente elevati dell’apparecchiatura, anche se la sua diffusione è in crescita. La procedura consente di asportare la prostata in toto mediante un approccio laparoscopico, cioè utilizzando strumenti che vengono inseriti nell’addome attraverso dei piccoli fori. Il vantaggio del robot rispetto alla laparoscopia tradizionale è però quello di consentire una chirurgia molto accurata grazie ad un’eccellente visione tridimensionale ed a strumenti dotati di un’estrema precisione dei movimenti. Questo tipo di apparecchiatura consente un impatto meno traumatico, un ridotto rischio di sanguinamento, tempi di recupero della continenza urinaria più rapidi e minori rischi di danni permanenti alla funzione sessuale.

Ora la chirurgia robotica viene utilizzata presso il dipartimento di Urologia dell’ospedale Molinette per la cura chirurgica del carcinoma prostatico. I risultati sinora ottenuti sono in linea con quelli riportati da altri centri di riferimento. In particolare è stata ottenuta una drastica riduzione della necessità di trasfusioni di sangue ed un soddisfacente recupero della continenza urinaria, in tempi sicuramente più rapidi rispetto a quanto sia osservabile con l’intervento chirurgico tradizionale. L’ottimo grado di soddisfazione dei pazienti rappresenta per gli urologi delle Molinette uno stimolo a potenziare l’utilizzo di questa metodica che sembra essere il futuro della chirurgia in urologia. Con la stessa tecnica è infatti oggi possibile asportare anche la vescica ed effettuare in modo molto preciso l’asportazione selettiva di tumori del rene risparmiando la restante parte sana dell’organo.

Il robot urologo è stato presentato l’11 aprile 2008, presso il Centro Congressi “Molinette Incontra”, dove si è tenuto il Convegno “Il tumore della prostata – Domande & risposte. Specialisti e medici di famiglia a confronto”, organizzato e presieduto dal professor Alessandro Tizzani (direttore dell’Urologia Universitaria 1 dell’ospedale Molinette di Torino).