Sesto rapporto sull'innovazione nella Regione Piemonte

Il Sesto rapporto sull’innovazione nella Regione Piemonte si propone di aggiornare la precedente edizione rispetto alle novità emerse nel corso dell’ultimo anno, fornendo un quadro delle indicazioni strategiche provenienti dall’Europa e dall’Italia, e analizzando nel dettaglio le  policy e i progetti regionali, cercando di offrire un quadro il più possibile esaustivo della strategia piemontese in tema di e-government e di società dell’informazione.

Alle porte del 2010, anno di riferimento per verificare i risultati della strategia di Lisbona e per superare la recente crisi globale, il Piemonte insegue competitività e innovazione secondo alcune linee strategiche prioritarie che passano dalla riconversione produttiva, alla riqualificazione territoriale con particolare attenzione a garantire la sostenibilità ambientale e la valorizzazione delle risorse umane, perseguendo il raggiungimento di un buon livello di qualità della vita dei cittadini. Per il raggiungimento di questi obiettivi il ruolo di una
PA efficace e efficiente è imprescindibile.

La talpa della Metro arriva al Lingotto

La Metro è arrivata al Lingotto

Da 85 mila a 140-150 mila passeggeri al giorno. Il metrò raddoppia, o quasi. Non subito ma da marzo 2011, quando i treni raggiungeranno la stazione Lingotto. Il collaudo del primo convoglio è previsto a fine 2010.
Per ora a Lingotto è arrivata «Caterina», la colossale talpa meccanica che ieri ha completato il tunnel destinato a collegare Porta Nuova con la zona ospedali e il centro fieristico in appena sei minuti. Quanto basta per rallegrare i commercianti della zone interessate, speranzosi nella progressiva riduzione dei cantieri. Roberto Ravello, capogruppo di An-Pdl in Comune, parla di 65 negozi costretti a chiudere sull’asse di via Nizza e di un calo di fatturato tra il 50 ed il 70%.

Google Apps e Moodle a braccetto

Torino Valley usa Moodle

Google ha annunciato l’integrazione di Google Apps Education e Moodle per dare vita una vera e propria piattaforma a supporto dell’apprendimento e insegnamento

Google Apps Education è offerta gratuitamente a istituzioni scolastiche e onlus ed è un insieme di applicazioni web che permette a studenti e docenti di lavorare insieme anche a distanza su documenti, elaborati, ricerche

Le funzionalità di Moodle, la piattaforma open-source più usata dalle scuole di tutto il mondo, permettono la creazione e organizzazione di corsi e lezioni on-line, con strumenti come forum, quiz, blog.

Google Apps vanta attivi oltre 80 mila account nelle università italiane. Pionieri nell’abbracciare la tecnologia sono state l’Università di Ferrara che ha attivato i servizi nel 2007 , l’Istituto Europeo di Design e la Johns Hopkins University di Bologna. A questi atenei, tra la metà del 2008 e l’inizio del 2009, si sono aggiunti l’Università di Torino, di Messina, di Sassari, di Camerino e lo Iuav di Venezia.

Piemonte: arriva il digitale terrestre, ecco cosa fare

Luca Castelli via Lastampa.it

E’ il decennio dei cambiamenti epocali. Dopo la lira, congedata dall’avvento dell’euro nel 2002, un altro pezzo storico del ventesimo secolo, la tv analogica, si appresta ad andare in pensione, sostituita dalla sua versione in digitale terrestre. Il 2008 ha visto i primi esperimenti in Sardegna, nel 2009 toccherà a una porzione più grande del territorio italiano, a cominciare dalle province piemontesi di Torino e Cuneo. Un passaggio a nord ovest che prenderà il via nella seconda metà di maggio e probabilmente non sarà indolore. Ecco alcune informazioni, emerse dal convegno La tv digitale terrestre in Piemonte (tenutosi lunedì 9 febbraio a Torino), per non farsi trovare impreparati.

I vantaggi
La transizione al digitale terrestre non è solo una faccenda italiana. In questi giorni anche la Francia sta mettendo in moto la macchina della conversione e – se le tabelle di marcia verranno rispettate – entro il 2012 tutti i maggiori paesi europei avranno spento definitivamente la tv analogica. Con quali vantaggi per i telespettatori? In genere ne vengono indicati cinque:
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Pelizzetti all'attacco del Poli

Andrea Rossi su Lastampa.it

L’affondo arriva a metà dell’intervento del rettore dell’Università Ezio Pelizzetti. Inatteso. Duro. Quasi brutale. «Mentre la contingenza imporrebbe il rafforzarsi di un fronte comune delle università, non posso negare che qualche danno è venuto dall’atteggiamento non sempre collaborativo del Politecnico, che in molte occasioni ha preferito perseguire atteggiamenti di palese concorrenzialità». Frase che fa da sintesi a una serie di macigni che il numero uno di via Po ha appena finito di sganciare, quasi trasformando la cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico in uno scontro fratricida. Come se in ballo, oggi, ci fosse la supremazia cittadina.

La frecciata più indolore arriva dai dati sugli studenti stranieri presenti nell’ultimo rapporto del Comitato per la valutazione del sistema universitario. Il Politecnico ha il 3,6 per cento di studenti non italiani, nonostante il forte investimento «sulla politica degli accessi fin dal primo anno». L’Università, invece, è al 4,6 per cento e – ricorda Pelizzetti – non ha mai fatto «alcuna politica di sollecitazione a iscriversi».

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Al via Enzima P

Enzima P vuole essere un social network dedicato all’innovazione in Piemonte. Il network nasce dalla strategia regionale per l’innovazione, elaborata di concerto fra Finpiemonte e la Giunta regionale, attraverso la trasformazione di Tecnorete Piemonte, consorzio di promozione dei Parchi scientifici e tecnologici piemontesi.

I Soci di Enzima P sono: Finpiemonte, Unioncamere, Università  di Torino, Politecnico di Torino, Università  del Piemonte Orientale, Confindustria, FederAPI, Tecnoparco, VR&MMP, Environment Park, Pst, Tecnogranda e Bioindustry Park.

Gli obiettivi del progetto:

  • Completare ed integrare le funzioni di trasferimento di conoscenza degli atenei , e delle strutture di ricerca piemontesi con servizi finalizzati alla valorizzazione di mercato, su scala globale, delle idee, della conoscenza e della tecnologia;
  • Creare una rete di knowledge brokers specializzati in grado di mediare tra la domanda e l’offerta di conoscenza su filiere specifiche, utilizzando come hub i parchi scientifici e tecnologici;
  • Accentrare e mettere a disposizione del sistema regionale dell’innovazione servizi professionali specializzati nel campo della proprietà  intellettuale e del sostegno alla nuova imprenditorialità ;
  • Creare una unità  tecnica specializzata nel sostegno della competitività  del sistema piemontese per l’accesso dei finanziamenti europei alla ricerca e all’innovazione;
  • Sfruttare e mettere a disposizione del sistema la base di conoscenza resa disponibile sia dalle attività  di erogazione e gestione dei finanziamenti sia da un’attività  di monitoraggio e ricerca;
  • Realizzare una piattaforma di dialogo e coordinamento tra i diversi policy makers e stakeholders sui temi sopra citati.

La piattaforma Enzima P sarà  sia uno strumento di integrazione di iniziative e progetti già  operanti sul territorio, attraverso la messa a disposizione di servizi di completamento, sia uno strumento di integrazione e gestione diinformazioni e dati sul mercato dell’innovazione piemontese, attraverso la gestione di un knowledge management system, a supporto delle attività  di valutazione, revisione e progettazione delle policy regionali per l’innovazione.

Il Piemonte? Una dinamo

Bruno Gambarotta nel dossier Piemonte di Lastampa.it

Una molla d’acciaio compressa e pronta a scattare se l’obiettivo merita lo sforzo: potrebbe essere questo il logo per caratterizzare le riserve di energia, accumulate nella volontà e nel carattere degli abitanti, delle nostre tre regioni: Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Se invece ci abbandoniamo al gioco delle libere associazioni, una valanga di immagini viene in soccorso della memoria. Rivediamo gli astigiani che, quando è trascorsa una sola settimana dalla disastrosa alluvione del 1994, ricevono la visita del presidente Scalfaro, che resta incredulo perché la città è già stata completamente ripulita e rimessa a nuovo e deve fi – darsi delle descrizioni.

Vediamo una guida alpina che, dopo aver condotto il cliente fi no al rifugio sotto il Cervino, lo saluta e ridiscende di corsa in valle saltando di roccia in roccia come uno stambecco perché un altro impegno lo attende.
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Da Torino un gene che costringe il cancro al suicidio

Marco Accosato su Lastampa.it

La nuova arma contro i tumori è spingere il cancro al suicidio. Inoculando nella cellula malata un gene terapeutico preparato in laboratorio, all’Istituto di Candiolo per la Ricerca e la Cura del Cancro si è riusciti a trasferire con la terapia genica il Dna di un anticorpo in grado di «spegnere» un oncogene responsabile per la crescita invasiva. Gli anticorpi prodotti da questa sorta di cellula-laboratorio e trasferiti alle cellule malate vicine, rallentano la crescita del cancro e impediscono la diffusione delle metastasi.

Lo studio, sviluppato dalla dottoressa Elisa Vigna, giovane e brillante ricercatrice dell’Ircc, e dal professor Paolo Comoglio, direttore scientifico dell’Istituto alle porte di Torino, è durato quattro anni e sviluppa una sofisticata tecnologia messa a punto negli stessi laboratori dal professor Luigi Naldini: l’infettività del virus dell’Hiv opportunamente modificato può essere utilizzata come proiettile biologico in grado di trasportare materiale genetico come fosse un farmaco. Un lavoro – quello di Naldini – descritto otto anni fa sulle pagine di Nature, arricchito oggi dal successo della dottoressa Vigna, pubblicato su Cancer Research, organo ufficiale dell’Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro. «Successo – dice la ricercatrice torinese – che incoraggia ulteriori studi sulla cura del cancro attraverso approcci molto promettenti, anche se non ancora applicabili ai pazienti».

La terapia genica potrà fornire un’alternativa all’utilizzo degli anticorpi monoclonali convenzionali. «Gli anticorpi convenzionali – dice la dottoressa Vigna – devono essere somministrati solitamente in dosi elevate, il che provoca effetti collaterali e può stimolare una risposta auto-immune dell’organismo». Grazie al trasferimento dei geni terapeutici nella cellula, è il cancro stesso ad autoannientarsi con un’arma naturale che l’organismo è in grado di sintetizzare, secernere e regolare.

Una «terapia attiva», com’è stata definita dalla rivista americana. La tecnica è stata sperimentata con risultati positivi su animali di laboratorio trapiantati con cellule umane di Glioblastoma Multiforme, un tumore del cervello per il quale le cure convenzionali presentano molti problemi. La stessa tecnica – che ha come bersaglio l’oncogene Met che interessa circa il 5 per cento di tutti i tumori epiteliali – si è comunque già dimostrata efficace anche nel trattamento di altri tipi di tumore. Per questa ragione, con «cauto ottimismo», i ricercatori dell’Ircc di Candiolo stanno compiendo i passi necessari per organizzare un trial clinico internazionale.

Innovazione e nuove tecnologie in Piemonte secondo il PD

Dal Manifesto del Forum del PD su innovazione e nuove tecnologie in Piemonte

Il nostro tempo è caratterizzato da un poderoso sviluppo della scienza e dell’innovazione tecnologica congiunto ad un fenomeno di abbattimento delle distanze e delle frontiere economiche e culturali noto sotto il nome di “globalizzazione”.

Le dinamiche ed i cambiamenti (economici, sociali, culturali, persino ambientali) sono sempre più veloci , complessi, interconnessi e non lineari.

Ad una crescita delle opportunità corrisponde un aumento dei rischi, tra cui quello che l’innovazione e lo sviluppo, anziché rispondere all’esigenza di migliorare le condizioni e le prospettive di vita delle persone e dell’umanità, si pieghino alle pure leggi del mercato competitivo e del profitto.

Diventa perciò sempre più urgente l’esigenza di un governo della complessità a tutti i livelli (locale e globale, individuale e collettivo, privato e pubblico), che consenta anche ai popoli e ai Paesi emergenti di accedere ai benefici dello sviluppo economico, ma che sia ispirato all’etica della democrazia liberale, della responsabilità sociale e della sostenibilità ambientale.

Sempre di più, la risorsa fondamentale per affrontare tutte queste sfide è la conoscenza, intesa sia come accesso all’informazione, sia come sapere, sia come competenza, ovvero padronanza delle tecniche e delle tecnologie; prime fra tutte, proprio quelle tecnologie informatiche che consentono di condividere e socializzare la conoscenza, fertilizzando il tessuto sociale e migliorandone i frutti.

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Da Banca della Memoria a Memoro

Banca della Memoria, il progetto web fondato da quattro ragazzi torinesi e inaugurato il 15 Giugno 2008 con la pubblicazione on-line del sito www.bancadellamemoria.it, si trasforma e diventa “Memoro – la banca della memoria”.

Spiega Lorenzo Fenoglio, uno dei quattro: “Avevamo bisogno di un nome internazionale, un unico nome che fosse pronunciabile e associabile al concetto di memoria nel maggior numero possibile di paesi.” Memoro” significa “io ricordo” in esperanto, e ci è subito sembrato il nome migliore, sia per la società che per lo sviluppo internazionale del progetto.”

Anche se il vecchio indirizzo rimarrà attivo e aggiornato in tempo reale, sarà www.memoro.org la nuova “casa” delle memorie raccolte. Spiega Luca Novarino: “La home page di Memoro sarà la porta attraverso cui accedere ai diversi siti nazionali. Al momento, oltre all’archivio italiano è già online il sito tedesco, con oltre 25 video, raccolti dalla redazione di Monaco. Seguiranno a breve le sezioni di Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Spagna.”

Il progetto ha raccolto in Italia un grande successo di pubblico ed ha beneficiato di una forte attenzione da parte dei media. Racconta Franco Nicola: “dal 15 Giugno 2008 abbiamo avuto oltre 270.000 visite, sono on-line 416 video e abbiamo ancora da montare materiale pari almeno a due volte questo numero. Inoltre arrivano ormai quotidianamente filmati realizzati dagli utenti. Questo è il punto di arrivo: un progetto in cui siano gli utenti a riscoprire il valore delle esperienze delle persone anziane a loro vicine e in cui la condivisione generi ricchezza culturale.”

Una ricchezza che giorno per giorno rischia di scomparire. Valentina Vaio: “il nostro simbolo, ovvero una clessidra, sta a ricordare quanto sia importante ed urgente trasmettere le esperienze e la saggezza raccolte durante una vita intera. Un tempo queste venivano tramandate attraverso i racconti degli anziani ai bambini. La società odierna lascia sempre meno spazio a questi “scambi”. Ci piace pensare di essere un piccolo stimolo a cambiare