Nanotecnologie e beni culturali

Grazie al finanziamento della Regione Piemonte, Nanomat presenta le possibili applicazioni delle  nanotecnologie mediante l’utilizzo del laser, per la diagnostica e per il restauro di manufatti artistici (in pietra e metallo) e di opere pittoriche, come sperimentato con successo al Louvre di Parigi.

Il progetto di ricerca riunisce risorse e capacità piemontesi con l’obiettivo di sostenere la sperimentazione  di nuove tecniche per l’utilizzo del laser per la diagnostica e il restauro dei beni culturali,  favorendone poi le applicazioni su base industriale.

La tecnologia laser si è affacciata in questi ultimi  anni e sta dimostrando la sua potenzialità nell'ambito della conservazione e del restauro, sostituendosi  efficacemente sia alla pulitura meccanica sia all’utilizzo di solventi aggressivi o potenzialmente pericolosi –  oltre che per l’integrità dell’opera – anche per il restauratore e l’ambiente.
 
Intervengono:
A. Bairati, Assessore alla Ricerca Regione Piemonte
S. Coluccia, Presidente ATS Nanomat
C. Callieri, Presidente del Centro Conservazione e Restauro "La Venaria Reale"  
G. Caputo, Direttore Progetto Nanomat
O. Chiantore, NIS – Università di Torino
M. Cantello, Consulente Progetto Nanomat

Nanotech 2008

Quasi 600 partecipanti provenienti da 23 paesi diversi, 8 sessioni in 5 giorni di convegni, 60 relatori, esibizione di 80 poster scientifici, 21 tra sponsor e supporter, 160 docenti e ricercatori e oltre un centinaio di aziende. Questi alcuni numeri di NANOTEC2008.it, primo Convegno Internazionale sulle nanotecnologie mai organizzato in Italia, in programma a Venezia dal 10 al 14 marzo 2008.

Aprirà la conferenza inaugurale di lunedì 10 marzo, alle 14.30 presso l’Auditorium Santa Margherita a Venezia, il Governatore della Regione Veneto, Giancarlo Galan. A seguire, Luca De Biase, Direttore di NOVA24 (Il Sole24Ore) modererà i diversi relatori che interverranno in questo importante evento che registra già il tutto esaurito: Pier Francesco Ghetti, rettore dell’Università di Venezia, Luigi Rossi Luciani, Presidente Veneto Nanotech, Andrea Bianchi, Direttore Generale del Ministero dello Sviluppo Economico, Matthew Nordan, Amministratore Delegato dell’americana Lux Research, azienda leader a livello mondiale per lo studio degli investimenti e della commercializzazione di nanotecnologie, Nicholas Deliyanakis, Direzione Generale Ricerca della Commissione Europea, Renato Ugo, Presidente AIRI (Associazione Italiana per la Ricerca Industriale) ed Elvio Mantovani, Direttore di NanotecIT.

Il Convegno proseguirà poi da martedì 11 a venerdì 14 presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti a Venezia. Organizzato congiuntamente Veneto Nanotech e AIRI/Nanotec IT in collaborazione con la Regione del Veneto, Veneto Innovazione e Nòva24, NANOTEC2008.it metterà in evidenza come le nanotecnologie possono portare allo sviluppo di una nuova generazione di prodotti, dispositivi e processi in grado di rivoluzionare settori di grande rilevanza.

Conversazione su Torino con Bruce Sterling

Dal sito di Torino World Design Capital l’intervista di Mark Vanderbeeken a Bruce Sterling

Bruce Sterling è uno scrittore di fantascienza americano, noto in particolare per i suoi romanzi e l’autorevole progetto antologico Mirrorshades, che ha definito il genere letterario cyberpunk. Ma è anche un acclamato futurologo e un critico di design. Nel suo libro di recente pubblicazione “Shaping Things”, Bruce ha coniato il termine “spime” per indicare oggetti di futura fabbricazione, che si basano su un supporto informatico talmente esteso e vario, da renderli esemplificazioni materiali di un sistema immateriale.

Nel 2003 ha ottenuto la cattedra presso l’European Graduate School, dove in estate tiene dei Corsi Intensivi di media e design. Nel 2005 è stato invitato a curare il programma “Visionary in residence” presso l’Art Center College of Design di Pasadena, in California. Da quest’autunno, vive a Torino con la moglie Jasmina Te¨anović, scrittrice e regista serba, e ha collaborato in veste di guest curator all’allestimento del Torino SHARE festival

Dom.:Come sei approdato a Torino?

Sono stato invitato. Lo scorso anno, ho partecipato allo SHARE Festival e mi ha profondamente colpito. E’ un piccolo festival, ma ogni anno acquisisce più importanza. Mi hanno proposto di diventare il curatore ospite e aiutarli ad organizzare l’edizione successiva. Allora mi sono detto: “Beh, ecco un peccato che non ho ancora commesso!”. E non avevo alcun motivo per rifiutare. Parafrasando Carla Bruni: “Non potevo dire di no al Presidente. Non c’era motivo per rifiutarlo!”. Neanche io avevo alcun motivo per dire di no, e ho ottenuto ottimi risultati con il lavoro svolto qui.

Dom.: Ti sei fatto un nome a Torino. Ti vedo spesso sul podio, come oratore, anche a fianco di rappresentanti politici.

Questo perché sono un giornalista. Mi interesso a ciò che fanno. Inoltre scrivo per la stampa italiana, e la gente è molto disponibile con i giornalisti, perché ama apparire sui giornali. Personalmente, non mi dispiace affatto. Non chiedo niente in cambio, per altro. Non sono qui per fare pressioni o avanzare richieste assurde. Sono un tipo allegro e innocuo, davvero.

Dom.: E nel frattempo hai avuto l’opportunità di comprendere a fondo la città.

Gli stereotipi non fanno mai giustizia a nessuno, ma se dovessi descrivere in poche parole i torinesi, dovrei rifarmi ai tratti classici per cui sono noti in tutta Italia: freddini, formali, squadrati, militarizzati, ingegneri, cervellotici, intellighenzia, con in più una bizzarra vena mistica. Torino può sopravvivere senza l’Italia, ma l’Italia non sopravvivrebbe senza Torino. I torinesi sono aristocratici, immersi nel proprio universo mentale… So che sto esagerando, ma c’è anche un briciolo di verità.

Dom.: Ma è anche una città in piena trasformazione. Desideravi prendervi parte?

Come americano, quando vedo un posto in fase di radicale cambiamento, mi domando quali siano le leve che mettono in moto il meccanismo. Di conseguenza, all’inizio, quando sono arrivato, ponevo le domande sbagliate, nel tentativo di individuare la mente alla base della trasformazione. E invece quest’ultima non viene dettata dal tecnocrate di turno, come accadrebbe negli Stati Uniti. Si tratta piuttosto di un fenomeno socio-culturale.

Dom.: In che senso?

In America, un forte cambiamento a livello sociale di solito è messo in moto da due categorie, avvocati e finanzieri, ed implica una revisione delle norme giuridiche. Inoltre gli americani si aspettano che i problemi e le sfide siano affrontate con una soluzione di natura tecnica.

All’estero, come americano, ho applicato la stessa logica e cercavo di individuare i soggetti che, da dietro le quinte, controllano il cambiamento. Tali individui esistono anche in seno alla società italiana, ma non hanno lo stesso peso. La società italiana, soprattutto a Torino, è dotata di un capitale sociale di gran lunga superiore a quello americano.

L’America è molto più atomizzata: le relazioni sociali fondamentali sono di natura economica e legale. Sono fondate sulla Costituzione oppure sul dollaro onnipotente. Noi americani vogliamo arrivare al succo della questione: una cosa o è illegale o ha arricchito qualcuno.
Trovo che quello che sta accadendo in Piemonte sia affascinante. La regione ha molto da offrire al mondo esterno: ad esempio, il movimento Slow Food.

Tanto per cominciare, si tratta del “movimento” Slow Food, invece che di Slow Food Spa. Negli Stati Uniti, Slow Food sarebbe una catena anti-Mc Donald’s. Il fondatore avrebbe professato: “Odio Mc Donald’s, quindi creo il mio franchising”. Come è stato per Apple in opposizione a IBM.

Slow Food si fonda su una solida base sociale e rappresenta un autentico modus vivendi, con volti diversi: una scuola, una casa editrice, un’università, una serie di conferenze, un network internazionale, un dominio privatizzato di sistemi di controllo e garanzia, ed un guru culturale.

Definire Slow Food è un’impresa ardua. In inglese non lo si può descrivere in parole semplici, e anche questo mi ha colpito. All’inizio ero un po’ perplesso, ma il punto è che funziona perfettamente e probabilmente non sarebbe possibile gestirlo in nessun altro luogo, se non qui.

Oggi il movimento Slow Food è popolare anche negli Stati Uniti, ma l’America non sarebbe mai stata in grado di partorire un’idea simile. È il frutto di un’invenzione sociale, e del genio piemontese.

Dom.: Che cos’altro ti ha colpito?

Il rapporto che Torino ha instaurato con la sua storia: questa è la prima città al mondo a considerare l’industria automobilistica come parte del proprio passato economico. E lo fa in maniera delicata e rispettosa, senza voltare le spalle alla vocazione industriale di un tempo, e senza negare il XX°secolo. Ha semplicemente ideato un metodo, educato e conforme ai dettami del XXI°secolo, per la gestione di strutture in disuso come il Lingotto (ex-fabbrica FIAT), che a Detroit sarebbero state abbandonate, invase dai tossicodipendenti, ricoperte di graffiti, e con gli alberi che crescono da tutte le parti.

La versione americana di questa trasformazione probabilmente avrebbe fallito. In passato
ho affermato che le rovine dello sviluppo non sostenibile sono la frontiera del XXI°secolo. Il pianeta è giunto a saturazione e non ci sono altre vie d’uscita.

Attualmente sono i centri urbani decadenti, ristrutturati e trasformati in quartieri signorili, ad essere teatro dello sviluppo più vivace. O siti come il Lingotto, in cui un’immensa fabbrica di montaggio auto si è trasformata in polo commerciale e di ristorazione. Oggi il Lingotto costituisce uno spazio per i giovani che vogliono inserirsi nel mondo del lavoro. Trovo che sia una trasformazione formidabile.

Il resto dell’intervista

Aziende, ecco i giovani creativi

Luca Castelli su Lastampa.it

“Oggi sono sempre di più i giovani che investono nella creatività. E grazie alla piccola grande rivoluzione tecnologica degli ultimi quindici anni, possono farlo con strumenti sempre meno costosi e più semplici. E’ una generazione che sta sviluppando forti competenze. Il problema è aiutare i migliori a trovare anche sbocchi professionali per il proprio talento. E’ questa la filosofia da cui nasce il Faber Meeting”.

A parlare è Carlo Boccazzi Varotto, che della manifestazione in corso in questi giorni a Torino è ideatore e direttore. Non è un festival come gli altri, il Faber Meeting. Se non altro perché non segue il classico canovaccio delle conferenze/incontro per il pubblico, ma preferisce puntare sulla creazione di un contatto diretto ed esclusivo tra giovani eccellenze creative e grandi aziende impegnate nel mondo dell’entertainment e dei media (in senso piuttosto trasversale: si va da big come Rai, De Agostini e www.lastampa.it fino a piccole e medie imprese locali).

“Il nostro è un evento giovane, alla prima edizione, voluto dall’Assessorato al Lavoro del Comune di Torino”, spiega Boccazzi. “In pochi giorni però siamo riusciti a raccogliere più di settanta opere di giovani autori tra i 20 e i 32 anni, provenienti da tutta Italia. Sono state le aziende stesse a scegliere le trenta migliori, suddivise in tre categorie: audiovisivi, animazione, Web. I trenta autori sono stati invitati a Torino per incontrare proprio i responsabili di quelle aziende che li hanno selezionati e per seguire i workshop di esperti come il regista Mimmo Calopresti (audiovideo), Franz Fischnaller del gruppo Fabricators (web) e Matthew Luhn della Pixar (animazione)”.

Uno strano ibrido, decisamente figlio dei nostri tempi, quello tra concorso e workshop. “Alla fine del Meeting ci saranno tre vincitori, uno per categoria, che saranno annunciati venerdì pomeriggio al Cinema Massimo di Torino e porteranno a casa duemila euro a testa. Tutti avranno comunque l’opportunità di avvicinare quel mondo del lavoro che rimane spesso molto distante dalle giovani creatività. Non vogliamo illudere nessuno: non crediamo che ci saranno immediate offerte o contrattualizzazioni. Ma speriamo che sia un primo passo per spiegare agli artisti come funzionano determinati ambienti di lavoro e per far conoscere alle aziende nuovi giovani di talento. Il livello dei concorrenti è altissimo: è incredibile cosa riescono a fare questi ragazzi. Lo stesso Calopresti è rimasto a bocca aperta e la Rai ha manifestato un forte interesse nei confronti di alcune opere”.

Contatto avvenuto, insomma. Da un lato un’industria tradizionalmente piuttosto chiusa come quella della comunicazione e dell’entertainment. Dall’altro un mondo aperto per natura, come quello dei nuovi creativi cresciuti a pane, Web e nuove tecnologie. Quali saranno i risultati?

Ricerca e Innovazione 2008

Parole d'ordine per il futuro è il titolo della Giornata della Ricerca e dell'Innovazione 2008 che si svolge Roma il 6 marzo, presso l'Auditorium della Tecnica. Dopo un saluto del Presidente della Repubblica Napolitano, il Vicepresidente Confindustria per  la Ricerca e l'Innovazione Pasquale Pistorio introdurrà il tema della giornata: l'iinovazione e il futuro.

Quali siano gli strumenti per competere in un contesto ormai mondiale; l'innovazione come strumento obbligato del cambiamento che è già fra di noi, saranno oggetto delle riflessioni di Roberto Vacca e di Nicholas Negroponte.Luigi Nicolais ed Emma Marcegaglia parleranno del Progetto "Imprese X Innovazione" e del Premio per le imprese più innovative; di seguito una tavola rotonda affronterà l'analisi di uno scenario in cui sono percepibili anche gli aspetti positivi dei risultati di imprese di successo, di "un cambiamento che ha già messo le radici", che è appunto il tema degli interventi successivi del Vicepresidente della Commissione Europea Frattini, del Ministro per lo Sviluppo Economico Bersani, del Presidente di Confindustria Montezemolo.
 
Il programma
Registrazione dei partecipanti
10.00 Apertura dei lavori
10.10 Saluto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
10.20 CULTURA E STRUMENTI PER COMPETERE NELL'ECONOMIA GLOBALE
Pasquale Pistorio Vice Presidente Confindustria per la Ricerca e l’Innovazione
10.45 CORRERE CON IL MONDO
Roberto Vacca Ingegnere e scrittore
11.10 IL PROGETTO IMPRESE X INNOVAZIONE: LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA DELL'INNOVAZIONE A 360° NELLE IMPRESE
11.20 Premio Imprese x Innovazione e Premio Qualità Italia Scuola
Luigi Nicolais Ministro per le Riforme e l'Innovazione nella Pubblica Amministrazione
Emma Marcegaglia Vice Presidente Confindustria per Energia e Coordinamento Politiche Industriali ed Ambientali
12.25 INNOVAZIONE COME LEVA DEL CAMBIAMENTO
Luigi Nicolais Ministro per le Riforme e l'Innovazione nella Pubblica Amministrazione
14.00 IL FUTURO È INNOVAZIONE
Introduce Nicholas Negroponte Media Laboratory Institute of Technology MIT – Massachusetts
14.30 Ne discutono
Ermete Realacci Presidente Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici
Alessandro Ovi Direttore Technology Review (Italia)
Roberto Cingolani Direttore Scientifico Istituto Italiano di Tecnologia – IIT
Gianfelice Rocca Vice Presidente Confindustria per l'Education
Sergio Dompé Presidente Farmindustria
Modera Gianni Riotta Direttore TG1
15.30 UN PAESE CHE VUOLE CRESCERE
Pasquale Pistorio Vice Presidente Confindustria per Ricerca e Innovazione
15.50 IMPRESE IN MOVIMENTO: PIÙ RICERCA ED INNOVAZIONE PER LA CRESCITA
Franco Frattini Vice Presidente Commissione Europea
16.10 INDUSTRIA 2015: UN CAMBIAMENTO CHE HA GIÀ MESSO LE RADICI
Pierluigi Bersani Ministro per lo Sviluppo Economico
16.30 Conclusioni
Luca Cordero di Montezemolo Presidente Confindustria

Faber Meeting: una tre giorni di eventi

Una giuria di esperti, indicati dalle aziende aderenti all’iniziativa, ha selezionato i 30 autori che saranno ammessi al Faber Meeting, una tre giorni di incontri, dibattiti e workshop che si terrà al Virtual Reality & Media Park di Torino tra il 5 e il 7 Marzo 2008, un modo per sperimentare una nuova modalità di interazione fra creatività e mercato. Rai, Mediaset, T-Lab, DeAgostini, ma anche tante altre realtà presenti sul territorio piemontese presenteranno il loro rapporto creatività – impresa attraverso una serie di incontri intitolati “Il mercato dell’entertainment – audiovisivi, internet, web: panorama e orientamenti del mercato” e “Tra mercato, sperimentazione e ricerca – l’evoluzione tecnologica e la produzione di contenuti”.

Il programma della tre giorni

La diretta delle conferenze di Faber Meeting

A Torino si prende il bus con Google

Via Vittorio Pasteris

Google annuncia il lancio di Transit, il nuovo servizio di Google Maps che fornisce agli utenti indicazioni su come pianificare un tragitto utilizzando i mezzi pubblici. Con un semplice clic, il servizio segnala all’utente le tratte coperte, le fermate più vicine al punto di partenza e di destinazione, i tempi di percorrenza e persino gli orari di riferimento, direttamente sullo schermo. Caratteristica principale di Google Transit è la possibilità di costruirsi ad hoc un percorso che preveda l’utilizzo di diversi mezzi: tram, autobus, metropolitana, treno.

Google Transit viene lanciato in Italia come primo Paese europeo e vede già coinvolte con importanti collaborazioni la Provincia di Firenze – dove Google Transit è disponibile per l’area metropolitana fiorentina, la zona del Mugello-Val di Sieve e quella del Chianti-Valdarno – e il comune di Torino, attraverso la GTT (Gruppo Torinese Trasporti). Prossimamente, il servizio verrà attivato anche presso il Comune di Genova e nel territorio veneto, grazie alla collaborazione avviata con la ACTV Spa di Venezia.

Un esempio concreto: da Porta Nuova al Castello di Venaria

Esperienza Italia a Torino nel 2011

Il Sindaco di Torino Sergio Chiamparino ha presentato il programma e le sedi al Comitato dei Garanti: 250 giorni di eventi, mostre ed expo per fare Esperienza dell’Italia.

Il Sindaco di Torino Sergio Chiamparino ha presentato il progetto Esperienza Italia, la manifestazione di 250 giorni che animerà Torino e il Piemonte nel 2011 in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

Il Sindaco, presidente del Comitato piemontese per i festeggiamenti, ha esposto le linee guida del progetto che mira a far vivere ai visitatori un’esperienza dell’Italia (da qui il titolo della manifestazione) e un’esperienza di identità nazionale, attraverso la valorizzazione del passato, il dibattito sul presente e soprattutto la sperimentazione del futuro del nostro paese.

La cerimonia inaugurale si terrà a Torino il 17 marzo 2011 e si svilupperà nei 250 giorni successivi con un intenso programma di attività, articolato in diverse sedi. La Reggia di Venaria Reale sarà il luogo della bellezza e del saper vivere, lo Spazio Italia 150 (nell’area di Spina 2) ospiterà le attività sulla storia e l’identità oltre che quelle sulla creatività e Made in Italy, Mirafiori sarà il luogo della mobilità del futuro, il nuovo Centro della Scienza ospiterà la ricerca e l’innovazione e infine i parchi Dora, Stura e del Valentino riqualificati proprio per il 2011 saranno la sede degli eventi dedicati ad ambiente e alimentazione.

Infine il sistema culturale torinese metterà a punto un ricco programma di attività, per accogliere al meglio i visitatori attesi da tutto il mondo per Esperienza Italia.

La presentazione, accolta con interesse dai venti Garanti che compongono il Comitato, ha ricevuto l’apprezzamento del Presidente Ciampi. “Torino e il Piemonte in questo grande progetto del 2011 hanno un ruolo non solo storico;” ha affermato all’uscita il Sindaco Chiamparino, “il recente passato di questo territorio, che ha saputo reagire a una situazione di profonda crisi, lo candidano a essere il palcoscenico naturale per un evento sul futuro dell’Italia, in un momento di crisi dell’identità nazionale”, conclude.

Le attività partiranno già dal prossimo 17 marzo, con un programma di avvicinamento incentrato sulla riflessione sull’identità italiana che sarà dapprima rivolto al territorio per aprirsi, in autunno, all’intera nazione. In particolare il 2009 vedrà la realizzazione della prima edizione della Biennale Democrazia, mentre nel 2010 prenderanno vita le attività sui Luoghi della memoria e il grande appuntamento internazionale Euroscience Open Forum.

Silicon Torino memories

da un articolo di Bruno Ventavoli sulla Stampa del 9 novembre 2000

Tecnologici, fantasiosi, flessibili: chi sono i protagonisti della net generation che hanno cambiato l’anima della città Silicon Torino capitael del web. Seimila miliardi di fatturato. 65 mila occupati. Secondo le statistiche, Torino è la capitale italiana della new economy. Dietro le cifre, i grafici, la mole di miliardi creati e spostati, c’è anche un nuovo mondo. Di professioni, competenze, genialità. Che trasforma l’anima e la vocazione di una solida metropoli industriale. Che sperimenta mestieri d’avanguardia.

Della Silicon Valley sappiamo molto. Conosciamo i capitani d’industria in rete come Bill Gates, Jeff Bezos, o Shawn Fanning, che hanno saputo estrarre cascate di miliardi dalle vene minime del silicio. Il sociologo David Brooks ci ha appena tratteggiato il popolo dei Bobos, i 30-50enni che hanno trovato il «paradiso» con la new economy, che mescolano ricchezza e pauperismo, feng shui e borsa. E cosa succede a Torino e in Italia? Qui l’economia della tecnologia avanzata si è sviluppata in ritardo rispetto agli Stati Uniti. La sua crescita tumultuosa determina mutamenti altrettanto radicali. Fa germinare una nuova classe di imprenditori e una nuova categoria di lavoratori. Quelli della net generation.

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