Il sostenibile sviluppo dell'auto

Via Torino Scienza

Le conseguenze a catena dell’impennata del petrolio si intensificano e assumono toni da incubo: negli ultimi 12 mesi, a fronte di un rincaro del 144 per cento del prezzo del barile, le tariffe elettriche sono aumentate del 10,3 per cento, ma la Banca centrale europea stima che i rincari del settore alimentare raggiungeranno addirittura il 44 per cento; nel primo trimestre 2008 le immatricolazioni di auto sono crollate del 20 per cento e i passeggeri Alitalia si sono ridotti di un quarto; autotrasportatori e pescatori sono in agitazione in tutta Europa; armatori di navi e flotte aeree riducono le velocità di crociera. Da un comparto economico all’altro, tutto il mondo dell’industria si sta attrezzando per sopravvivere al nuovo scenario. In prima linea il settore automobilistico, che dal 18 al 20 giugno ha convocato a Moncalieri (To) 150 esperti, provenienti da tutto il mondo, proprio per discutere di scarsità energetica e sviluppo sostenibile. Al convegno Gerpisa (Groupe d’etudes et de recherche permanent sur l’industrie et les salariés de l’àutomobile), riunito per la prima volta in Italia su iniziativa dell’Istituto di ricerca sull’impresa e lo sviluppo (Ceris) del Cnr, hanno partecipato docenti universitari ma, novità 2008, anche imprenditori e manager del settore.

Il programma, sviscerato in 25 sessioni parallele, ha fatto il punto su norme e politiche pubbliche, innovazioni tecnologiche, sviluppo nei Paesi emergenti, responsabilità sociale delle imprese e strategie aziendali. I ricercatori hanno presentato e discusso decine di studi sullo sviluppo sostenibile del comparto, spaziando dai motori ibridi ed elettrici alle prospettive di sviluppo in mercati nuovi come Cina e India, fino alle politiche pubbliche sui cambiamenti climatici. Particolarmente interessanti le analisi dedicate alle diverse strategie delle case automobilistiche: Fiat (a cui è stata dedicata un’intera sessione), Renault, Toyota, Audi e Bmw.

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Open Your Mountains Day: il programma

Ecco il programma generale di Open Your Mountains Day: immagine e creatività imn programma il 20 settembre 2008 ad Aosta

Ore 10.00. Photocamp, una non-conferenza sul tema ‘Lo sharing pixel produce condivisione’.
Ogni partecipante dovrà presentare una propria visione, idea o concept in un intervento che dovrà durare al massimo 10 minuti a cui seguirà uno spazio di condivisione.

Ore 10.30. Workshop ‘Una montagna di idee’ con un laboratorio sull’immagine/innovazione che utilizza
il ‘Pensiero Laterale’ di Edward de Bono.

Ore 13.00. ‘Lunch km 0’ con degustazione di prodotti del territorio valdostano e indicazione dei km percorsi da ciascun alimento.

Ore 15.00. Presentazione al pubblico dei risultati del workshop fotografico ‘Montagna e desertificazione’.

Ore 10.00 – 18.00. Durante tutta la giornata all’esterno: un’installazione denominata ‘Montagna di Rifiuti’ realizzata con imballaggi alimentari arricchita da ‘contributi’ aperti a tutti; una mostra di imballaggi alimentari con la loro ‘storia’; una postazione per il calcolo delle emissioni personali di Co2. All’interno della struttura, sempre durante l’arco della giornata, saranno proiettati in loop una serie di documenti video intitolati ‘La scalata all’incontrario’.

Il progetto Science Center

Via Torino Scienza

Il Progetto Science Center è un progetto strategico della Provincia di Torino per la realizzazione di uno science center, uno spazio che non sia solo la raccolta e l’esposizione di strumenti e oggetti della scienza e della tecnica, ma che sia anche una struttura in grado di coniugare il ricco passato della scienza torinese con il futuro della tecnologia avanzata e il presente della ricerca e della produzione scientifica.

La crescita di sensibilità da parte del pubblico per il progresso scientifico e tecnologico e per la ricerca ha posto al centro del dibattito sulla divulgazione scientifica il ruolo dei musei della scienza e la distinzione con i science center.

Le considerazioni che risultano da un confronto ormai trentennale tra due tipologie di strutture fanno emergere comunanze e divergenze. Entrambi vogliono favorire la conoscenza, si rivolgono ad un pubblico indistinto, comunicano attraverso una esposizione, svolgono la loro attività all’interno di un contenitore. In cosa consiste la differenza?

La nascita degli science center, alla fine degli anni sessanta, rappresenta un diverso modo di porsi nei confronti del visitatore, che assume un ruolo attivo e agisce nel contesto della rappresentazione scientifica. Si sviluppa un principio di interattività nella concezione tradizionale della divulgazione scientifica, con l’obiettivo di stimolare la curiosità del visitatore, l’interesse per la ricerca degli elementi significativi per la conoscenza e l’apprendimento, l’esperienza diretta anziché l’acquisizione di informazioni obbligatoriamente sequenziali.

L’evoluzione dei science center e il permanere di strutture museali tradizionali ha però evidenziato nel corso degli anni la complementarietà delle due strutture, restringendone la divaricazione.

Il museo ha cercato di lavorare per dare voce agli oggetti, stabilire una relazione, anche tattile, tra gli oggetti e il pubblico, utilizzare supporti multimediali per favorire il dialogo. Parallelamente il science center ha previsto nei suoi allestimenti anche oggetti originali, per aumentare e rendere più vive le suggestioni che sono alla base delle sue metodologie di apprendimento.

Gli USA vogliono tassare l'innovazione

Gli Stati Uniti puntano il dito contro l’Unione Europea, accusandola di “tassare l’innovazione”, imponendo diritti di dogana non conformi alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) su alcuni prodotti ad alta tecnologia.

Gli USA, insieme a Taiwan e Giappone, hanno annunciato di aver depositato una richiesta presso la WTO affinché questa avvii un esame sulle tasse imposte su determinati prodotti high-tech, quali alcune stampanti che funzionano anche da scanner, fax e fotocopiatrice.

Un accordo siglato nel 1996 vieta l’imposizione di diritti di dogana su una lista di prodotti high-tech, discussa dagli stati membri dell’organizzazione. “L’Unione Europea pretende di imporre diritti doganali su alcuni prodotti solo perché questi contengono tecnologie e funzioni che al momento dell’accordo non esistevano”, sottolinea in una nota l’amministrazione americana per il commercio con l’estero. “Questi prodotti erano inclusi nell’accordo sulle tecnologie dell’informazione. Di fatto l’UE tassa l’innovazione, e questo potrebbe avere ripercussioni sullo sviluppo tecnologico oltre che aumentare i prezzi per milioni di imprese e consumatori”.

Open Your Mountains Day

Open Your Mountains Day: innovazione, ambiente, immagine e creatività è un appuntamento programmato per il prossimo 20 settembre ad Aosta dedicato al connubio innovazione, creatività, ambiente e fotografia di montagna.

All’interno del Mountain Photo Festival di Aosta, evento fotografico dedicato alle montagne del mondo, alle loro genti e alle loro culture – Aosta 22 agosto/ 21 settembre 2008 – prenderà il via, il 20 settembre presso la Pépinière d’Entreprise (l’incubatore delle nuove realtà della regione), ‘Open Your Mountains Day’, una giornata completamente dedicata alla visione di frontiera, ove la parola innovazione, come dalle più recenti tendenze globali, si sposa con creatività, ambiente e comunicazione in un programma in cui la ‘contaminazione’ rappresenta la chiave di lettura più idonea.

La vicinanza di più temi centrali per l’odierno eco-sviluppo di una regione è ampiamente rappresentata nel programma ufficiale, che nella prima parte della giornata (sino alle ore 14.30) è strettamente ad inviti, per poi aprirsi alla condivisione del grande pubblico durante tutto il pomeriggio, che vede nella presentazione dei risultati del workshop ‘Desertificazione e montagna’ il suo punto centrale.

All’esterno della Pépinière d’Entreprise un’installazione denominata ‘Montagna di Rifiuti’ realizzata con imballaggi alimentari potrà essere arricchita da ‘contributi’ aperti a tutti; una mostra di imballaggi alimentari con la loro ‘storia’ illustrerà l’importanza della filiera ed identità alimentare; una postazione per il calcolo delle emissioni personali di Co2 potrà dare un contributo alla propria auto-consapevolezza ecologica. In contemporanea, all’interno della struttura, saranno proiettati in loop una serie di foto-video documenti intitolati ‘La scalata all’incontrario’. Aperto al pubblico.

La pala high tech da Grivel

palaSi chiama “Steel Blade” e ha appena vinto la medaglia d’argento dell’Outdoor Industry Award, la più importante fiera mondiale per l’outdoor e l’alpinismo che si è recentemente svolta a Friedrichshafen, in Germania.

E’ una pala da neve superleggera  firmata dall’azienda valdostana Grivel, leader mondiale nelle attrezzature di montagna. “Siamo particolarmente orgogliosi di aver ricevuto questo premio – ha commentato Gioachino Gobbi, proprietario della Grivel Mont Blanc -, innanzitutto è un riconoscimento internazionale, poi riconosce il nostro sforzo di apportare sempre, in tutti i nostri prodotti, un contenuto di innovazione che possa rendere più comoda e più sicura l’esperienza dell’utilizzatore”.

L’alto tasso di innovazione è proprio l’elemento che ha conquistato la giuria, che ha definito il prodotto un “equipaggiamento indispensabile per gli scialpinisti e i frequentatori di ghiacciai”, apprezzando in particolare “il suo brillante colore di sicurezza” che lo rende facile da individuare in caso di smarrimento. Multifunzionale al punto che può essere usata anche in spazi ridotti, “Steel Blade” non richiede alcun tipo di assemblaggio e può essere facilmente allungata con l’aiuto di una piccozza. La sua lama d’acciaio inossidabile consente inoltre di tagliare anche la neve molto ghiacciata.

La Grivel si è misurata con 280 prodotti provenienti da 25 Paesi, che hanno partecipato al premio dedicato all’innovazione organizzato e sviluppato dall’International Forum Design IF. Una giuria di esperti internazionali ha assegnato a 27 prodotti il riconoscimento per le eccezionali performance, valutando grado di innovazione, qualità del design, tecnologia di produzione, scelta dei materiali, eco-sostenibilità, funzionalità, utilità, sicurezza, caratteristiche di tendenza , valore del marchio.

Nominato il direttivo dell'Istituto europeo di innovazione

La Commissione Europea ha ufficialmente nominato il comitato direttivo dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT), spianando la strada per il lancio delle prime Comunità della conoscenza e dell’innovazione (KIC) nell’ambito della nuova iniziativa. Il comitato terrà il suo primo incontro il 15 settembre a Budapest, Ungheria, la nuova sede dell’EIT.

I 18 membri del nuovo comitato sono professionisti con esperienza in vari settori della ricerca, dell’istruzione superiore e dell’industria. Quando le KIC iniziali saranno operative, altri membri si uniranno al comitato, inclusi dottorandi e personale amministrativo di EIT e KIC.

I membri del comitato sono stati nominati da un comitato di identificazione indipendente ad-hoc. Sia il Parlamento che il Consiglio Europeo erano stati informati del risultato finale del processo di selezione, come ha affermato la Commissione in una dichiarazione.

Nel corso dell’incontro del mese prossimo, il comitato metterà in moto il processo che porterà alla costituzione dei prime due dei tre partenariati noti come “Comunità della conoscenza e dell’innovazione” (KIC), il cui lancio è previsto nel dicembre 2009. Le KIC sono i centri operativi di EIT.

Più esplicitamente, il comitato selezionerà, coordinerà e valuterà le KIC. Come reti integrate pubbliche-private, questi centri si riveleranno utili per gli attori principali e in particolare forniranno risorse europee strategiche per gli interessati di industria, ricerca e istruzione superiore. Le KIC lavoreranno per fornire innovazione ai settori economici e sociali. Importanti attività delle KIC includono la creazione, la divulgazione e l’uso di nuovi prodotti di conoscenza e di migliori pratiche nel settore dell’innovazione

Smau – Innovazione in anteprima

Via Blog Economy

Dato per spacciato col diffondersi capillare del Web, capace di portare a casa di operatori e professionisti le informazioni critiche sui prodotti in arrivo, e minacciato da un’errata commistione fra mondo consumer e tecnologie professionali, Smau nel 2008 è più vivo che mai. E scommette soltanto sulle soluzioni hi-tech dedicate al business o alla pubblica amministrazione, contando di replicare il successo dello scorso anno, quando contò 45 mila presenze: numeri certo inferiori agli anni precedenti, quando Smau era un salone aperto a tutti che faceva inutilmente il «tutto esaurito» con i ragazzini a caccia delle ultime novità.

Il grande evento milanese dell’informatica e delle telecomunicazioni si terrà fra il 15 e il 18 ottobre prossimi nei padiglioni di Fieramilanocity e la fiducia di cui ancora gode presso le aziende del comparto si può misurare dando un’occhiata agli investimenti che vi hanno destinato: «La partecipazione costa fra i 4.500 e i 40 mila euro circa» dice a Economy Pierantonio Macola, amministratore delegato di Smau, la società organizzatrice, «a seconda degli allestimenti e dei servizi aggiuntivi. In genere il valore dei contratti si aggira sui 4.500-6.000 euro».
E che tuttora la kermesse possa rappresentare un’ottima vetrina per le applicazioni aziendali e un interessante volano di business lo dice soprattutto l’impegno economico degli organizzatori: «Ogni anno» calcola Macola «allestimento e promozione di Smau costano 5 milioni, ma per rilanciare e consolidare la manifestazione è prevista una spesa da 20 milioni in quattro anni».

Perché questo sforzo dia buoni frutti è essenziale segmentare e individuare il bacino di pubblico della fiera in modo preciso. Macola e i suoi lo hanno fatto, e ora parlano in particolare ai manager delle più disparate funzioni aziendali, con un ruolo centrale nell’acquisto di tecnologie.