La ripresa che non c’e`

Come dissi alla Camera dei Deputati a novembre 2013,  non ci puo’ essere ripresa, finche` non si cambia politica economica.

La domanda pubblica e` negativa,  quella estera e` solo in bilancio grazie al calo dei consumi  e  consumi  ed  investimenti ovviamente non  si  muovono.

La produzione industriale di solito anticipa un po’ enfaticamente quello che sara` il futuro dato sul pil.

Il graffico allegato ci dice come va la produzione industriale. Fino a quando continueranno a mentire parlandoci di ripresa?

140708 produzione industriale destagionalizzata_

Parliamo di sovranita` monetaria.

Prima di dire se la desideriamo o meno, se ci piace o non ci piace forse e` il caso di vedere cosa essa implichi.

Per lo piu’ si tralascia di dire che normalmente uno stato con piena sovranita` monetaria, la ha solo a condizione di avere anche sovranita` militare, di avere una certa rilevanza militare o avere l’avallo del paese militarmente egemone. Spesso chi piu’ parla e sostiene la sovranita` monetaria si oppone alle spese militari ed alle alleanze militari.

Molti paesi del mondo hanno una loro moneta, ma questa di fatto non e` che un pro forma; di fatto   la moneta di quei paesi e` di fatto ancorata al dollaro, all’euro (un tempo il marco tedesco o il franco francese), la sterlina, lo yen o il rublo. Il caso piu’ eclatante e` quello della corona danese, autonoma pro-forma, ma di fatto parte dell’euro-zona con una modestissima banda di oscillazione e nessuna rappresentanza nel consiglio BCE.

Il Regno Unito, ha una sua moneta, cosi’ come l’Australia ed il Canada. Se uno considera questa cartina   si puo’ facilmente rendere conto di cosa garantisca loro detta sovranita`: il pressoche` totale allineamento di questi paesi con le scelte politiche internazionali degli USA, espresse dai voti all’ONU da parte di quei paesi.  Chi vuole la sovranita` monetaria italiana e` disposto ad accettare cio’?

 

Paese Spesa militare (USD) 2009
Stati Uniti d’America 663.255.000.000
Unione Europea 321.031.600.000
Cina 98.800.000.000
Regno Unito 69.271.000.000
Francia 67.316.000.000
Russia 61.000.000.000
Germania 48.022.000.000
Giappone 46.859.000.000
Italia 44.427.000.000
India 36.600.000.000
Corea del Sud 27.130.000.000
Brasile 27.124.000.000
Canada 20.564.000.000

 

I dati sulla spesa militare ci dicono gia` parecchio: tutti i paesi con sovranita` monetaria appartengono alla categoria di coloro che spendono tanto in armi.

Infine si deve considerare il grado di affinita` tra il paese in questione ed i grandi gruppi multinazionali finanziari ed industriali. E` pensabile che quanto piu’ un paese fara` politiche gradite ai grandi gruppi multinazionali quanto piu’ essi sceglieranno di stabilirsi in quel paese, investire in esso e si renderanno disponibili a sostenerne la valuta.

Si pensi al caso di nuovo del Regno Unito o a quello della Svizzera ed al loro  stretto legame con tantissimi gruppi multinazionali che in molti casi han messo la loro sede in quei paesi.

Morale: e` piu’ facile avere e difendere una moneta autonoma se si fanno politiche molto gradite dai grandi gruppi multinazionali.

 

Conclusione: nel mondo si osserva che hanno una moneta sovrana paesi con almeno una di queste caratteristiche:

  • hanno grandi spese militari;
  • sono molto fedeli alla potenza militare principale;
  • sono molto simpatetici con gli interessi dei piu’ grandi gruppi multinazionali.

Il Regno Unito e` l’esempio da manuale perche’ ha tutte e tre queste caratteristiche.

Ma l’Italia in passato ha avuto qualche forma di sovranita` monetaria, non e` vero? Se vogliamo considerare solo l’Italia repubblicana non va dimenticato essa era parte del sistema di cambi fissi di Bretton Woods e le svalutazioni quando avvenivano erano effettuate con il consenso degli USA, di cui l’Italia era alleato fedelissimo e dai quali era occupato militarmente. Cio’ e` poi rimasto vero anche nei tempi del Sistema monetario Europeo. L’Italia ha si potuto svalutare ma sempre con il consenso della potenza egemone.

Cosa significa cio’ per noi oggi? Se si vuole pensare a poter svalutare la valuta italiana, con il dissenso tedesco, bisognera` cercare di farlo con il consenso americano e rendendosi disponibili a spendere di piu’ in spese militari.

L’alternativa e  forse il caso peggiore sarebbe farlo mettendosi sotto la tutela dei grandi gruppi multinazionali finanziari, quelli che hanno grandemente contribuito alla crisi economica che ci ha portato in ginocchio. Essi chiederebbero in cambio di permettere loro di continuare ad agire indisturbati privatizzando gli attivi e socializzando i passivi.

Vi e` infine da considerare il caso’ di una misura temporanea. Non riuscendo in nessun modo ad ottenere una Banca Centrale Europea impegnata sostenere la nostra crescita ed acquirente di cospicue dosi di titoli italiani direttamente dal nostro Tesoro, ne` un aggiustamento del cambio dell’Italia con la Germania, si esce temporaneamente dall’euro, dicendo chiaramente che si e` disposti a rientrarvi con condizioni un po’ diverse. In questo caso dovrebbe essere chiaro a tutti che l’obiettivo non sarebbe la sovranita`, ma un Europa che funzioni meglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il nuovo miracolo spagnolo, esiste davvero?

Una delle grandi notizie del momento e` che la Spagna si sta riprendendo, grazie sopra tutto all’export.
E` quindi opportuno andare a consultare i dati dell’INE, l’ente statistico spagnolo. Come si puo’ osservare le esportazioni spagnole stanno si’ crescendo , come sono sempre cresciute dal 2000  ad oggi, con la sola eccezione del 2009 quando, a causa della crisi, diminuirono fortemente. Ne’ il periodo 2000 2008,  quando si misero le condizioni per le successive crisi, ne il periodo 2010-2013 possono essere considerati periodi  particolarmente felici per l’economia spagnola.

E’ vero, il saldo commerciale spagnolo oggi va assai bene, ma questo e` semplicemente dovuto al calo delle importazioni, diretta conseguenza dell’impoverimento della popolazione spagnola.

140503 export spagna jp

Lo Scopo della Forza.

forza
Troppo spesso il discorso circa chi e` piu’ forte prende il posto del discorso circa quale sia la cura migliore per curare un malato. Tante volte non si sa come curare il malato, tante volte nemmeno ce ne importa; ci interessa solo far vedere che siamo forti. Il malato e` un pretesto per esercitare la nostra forza. La forza serve solo se si sa per cosa usarla.

 

Chi decide cos’e` cioccolato?

Cioccolato
Cioccolato

Chi stabilisce cos’e` cioccolato? L’Unione Europea. Oggi i produttori italiani di cioccolato si trovano a competere con produttori che nel cioccolato possono usare non solo il piu’ prezioso e caro burro di cacao, ma molti altri grassi meno preziosi e di minor qualita`. Cio’ ovviamente crea problemi per chi fa un prodotto di maggior qualita` e piu’ caro. Il Parlamento Europeo decide anche su queste questioni. Se pero’ gli eurodeputati dormono o sono assenti o non capiscono le conseguenze di cio’ che si decide possono succedere disastri.

Il protocollo di Kyoto va eliminato.

stock-footage-smoking-power-plant

Il protocollo di Kyoto cosi’ com`e` non funziona. Rende vantaggioso demolire un impianto, che per ogni tonnellata di acciaio produce 100 di CO2 in Italia, per attivarne uno, magari in Cina, che per ogni tonnellata di acciaio produce 200 di CO2. Non ha senso. Il Parlamento Europeo dovrebbe decidere di abbandonarlo e sostituirlo con una tassa zsul CO2 emesso. Qualunque prodotto deve venire tassato proporzionalmente al CO2 che ha causato con la sua esistenza (produzione, uso e smaltimento). Non conta da dove viene il prodotto, conta quanto inquina. Questa nuova tassa deve poi venire completamente compensata con tagli di tasse sul lavoro e sull’impresa.

C’e` solo da sperare che qualcuno vada a dire queste cose a Bruxelles.

All’UE dobbiamo chiedere che combatta la concorrenza sleale.

Presto ci saranno le Elezioni Europee ed e` facile immaginare che le forze politiche faranno parecchie proposte su temi dove la competenza del Parlamento Europeo non c’e’. Una materia su cui il parlamento UE ha certo competenza e potere e` quella della concorrenza sleale. Oggi in Europa la Germania fornisce indebiti aiuti di stato alle sue imprese finanziandone una cospicua parte del loro costo del lavoro. In questo modo quelle imprese vengono ad essere piu’ competitive delle nostre. A confermare cio’ e` un ministro del governo federale tedesco, Michael Roth.
I nostri eurodeputati dovranno chiedere con forza che politiche del genere vengano interrotte subito e mai piu’ si ripresentino. Il mercato unico ha senso se si rispettano le regole.

I grulli festeggiano il calo dello spread

La notizia del momento e` che lo spread italiano non e` mai stato cosi’ basso se non in tempi assai lontani. Evviva!
Peccato che lo spread sia solo una misura della rischiosita` del prestare ad un paese rispetto ad un altro, ma nulla ci dica della facilita` o difficolta` nel sostenere un debito. Sarebbe un po’ come se il geometra Pautasso facesse i suoi conti confrontando l’interesse che paga sul suo mutuo con quello pagato dalla signora Ferrero e gioisse o piangesse al ridursi o all’accrescersi di questa differenza. Pura idiozia. Il geometra Pautasso sa benissimo che per lui il peso dei debiti cresce quando il tasso d’interesse cresce piu’ dell’inflazione e diminuisce, quando l’inflazione cresce piu’ del tasso di interesse; quanto paghi la signora Ferrero sui suoi debiti, per il destino di Pautasso e` semplicemente irrilevante. Cio’ che conta e` il tasso di interesse reale. E allora? E allora 12 mesi fa l’Italia pagava il 4,21% quando l’inflazione era al 2,4% e pagava un tasso reale del 1,77%. Oggi l’Italia paga un interesse del 3,87% quando l’inflazione e dello 0,7% e quindi paga un tasso reale del 3,15%. C’e` davvero da festeggiare. I tassi reali sono in forte crescita, l’Italia si sta indebitando a tassi assai piu’ cari e cio’ rendera` tutto piu’ difficile.  E al Corriere della Sera chi glielo spiega?

Lo smantellamento del sistema industriale italiano

Il Financial Times del 28 gennaio 2014 conferma quello che molti gia` sanno.

Vi e` un processo di acquisizione da parte di medie aziende tedesche delle piccole-medie imprese italiane.

L’acquisizione in se` sarebbe gia` problematica per  i suoi effetti negativi sulle partite correnti della bilancia dei pagamenti (dividendi in uscita dall’Italia) nonche` sulla sostenibilita` finanziaria dell’Italia, ma vi e` di peggio.

La parte a piu’ alto valore aggiunto delle imprese viene trasferita in Germania. In Italia in molti casi non resta che il lavoro manuale e, a volte, neanche  quello. Leggi tutto “Lo smantellamento del sistema industriale italiano”

Letta e` peggio di Monti

Perche` Letta e` peggio di Monti? Monti aumentava le tasse e faceva tagli. Letta fa lo stesso, ma riesce a farsi notare meno, tagliando oltre al presente, il futuro degli italiani, vendendo le poste, i cantieri, le quote azionarie,  ed altre proprieta` dello Stato nonche` regalando denaro ai partecipanti di Banca d’Italia . In questo modo gli Italiani percepiscono meno il dolore del taglio, anche se la ferita` e` assai piu’ profonda.

Detto cio’, ripeto:  Letta  e` un mero esecutore. Dietro di lui c’e` il sistema finanziario che vuole agire indisturbato, impossessandosi per pochi soldi dei beni altrui. E ad esso che dobbiamo guardare. E` esso che dobbiamo regolamentare.

Benefici oggi, in cambio di disastri domani.

“Benche` le operazioni che comportano con bassa probabilita`grandi perdite e con alta probabilita` piccoli guadagni, possano portare dei disastri, esse possono sembrare attrattive  a molti per lunghi periodi o sempre.

Piacciono a tutti quelli in affari o in politica hanno una prospettiva di breve termine. Questi oggi sono la maggioranza. I benefici si vedono ora, i costi, se ci saranno,  saranno il problema di qualcun’altro.”

John Kay sul FT del 11/12/2013

Irlanda: se questo e` un successo, …

L’eurozona in ripresa, l’export italiano che migliora sempre, ma sopratutto il risanamento dell’Irlanda. Questi sono i grandi successi delle recenti politiche europee. Ricordo per chi si fosse distratto che l’eurozona nel terzo trimestre 2013  e` stata in recessione cosi’ come si prevede per tutto il 2013 (-0,4 %)  nel suo insieme e  che l’export italiano tra gennaio e settembre e` diminuito dello 0,3% rispetto al periodo corrispondente dell’anno precedente. Beh, almeno possiamo consolarci con l’Irlanda, infatti. L’Irlanda e` tornata ad indebitarsi sui mercati finanziari ad un tasso abbastanza basso (3,5%) , ma le cose non vanno bene.  Il debito e` a livelli quasi italiani (124%) con la differenza che in gran parte il loro e` posseduto da stranieri. Il loro deficit al7,4%  e` terzo dopo Grecia e Cipro, in compenso sono in recessione (-0,3 nel 2013). Per trovare un valore a due cifre, bisogna guardare alla disoccupazione (12,5%).  IrelandSe questo e` un successo, cos’e` una sconfitta?

Il divorzio tra Tesoro e banca d’Italia e la lotta all’inflazione

Qualcuno pensa che il divorzio nel 1981 tra Tesoro e Banca d’Italia che tanto e` costato all’Italia in termini d’ interessi reali   e che fece esplodere il debito pubblico italiano  sia almeno servito a farci combattere l’inflazione.

Cio’ e` falso. L’Italia negli anni 70 era fortemente dipendente dal petrolio e tra il 1973 ed il 1981 il prezzo del petrolio passo’ da circa 16 a circa 75 dollari al barile, praticamente aumentando del 400% . Per l’economia Italiana si tratto’ evidentemente di un colpo durissimo che avrebbe potuto portare una catena di inflazione fortissima. La Banca d’Italia invece, pur comperando i titoli del Tesoro riusci’ ad avere un inflazione che solo occasionalmente tocco’ qualche punta prossima al 20%.

“Si’ pero’ poi dopo il divorzio l’inflazione diminui’!” . Vero. Ma diamo un ‘occhiata al  prezzo del petrolio negli anni successivi al divorzio. Esso precipito’, ovviamente con l’effetto di condurre ad assenza di inflazione o addirittura alla riduzione dei prezzi.

E’ il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia che ha ridotto l’inflazione? No. E` il fortissimo calo del prezzo del petrolio. Invece  che il divorzio abbia fortemente contribuito a far crescere gli interessi reali e` altamente probabile.

Oggi ricongiungere tesoro e banca centrale, far si’ che la banca compri i titoli del tesoro, non porterebbe nessuna pazza inflazione, ma ridurrebbe fortemente gli interessi che noi dobbiamo pagare sul debito, bloccandone  la crescita e liberando risorse per  far vivere il paese.

 

Seminario sull’Euro alla Camera dei Deputati

 

Il 4 novembre  alla Camera dei Deputati c’e` stato un seminario sull’euro con

Sergio Cesaratto, ordinario a Siena

Riccardo Bellofiore, ordinario a Bergamo

Gustavo Piga,  ordinario a Roma Tor Vergata

Guido Jodice, divulgatore e fondatore del Keynesblog.

Detto seminario e` stato organizzato dai gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle.

Ho partecipato anch’io. Il mio intervento principale e` al minuto 17.

Qui sotto  i testi che ho presentato:

131104 esposizione fatta alla Camera dei Deputati

131103 export ed import

131103 export ed import recente

 

 

 

La comunicazione innanzi tutto: il trionfo di Berlusconi

Proprio nelle ore in cui si decide il futuro parlamentare di Silvio Berlusconi credo sia giusto riconoscere uno dei suoi piu’ grandi successi: il trionfo della comunicazione sulla realta`.  Comunque  vada a finire il suo destino e` un fatto che Silvio Berlusconi ha convinto quasi tutti del suo vangelo. Non importa cio’ che si dice, importa come lo si dice. E la realta`, dietro cio’ che si dice, conta ancora meno. Non conta il messaggio che si da, conta la forma con cui lo si trasmette. Non importa avere delle idee, basta sapere comunicare. Non conta che ci sia un monaco, basta che si veda la tonaca.

La gente non dice piu’: “Tizio ha detto una sciocchezza” o “Tizio non sa manco come si chiama”. Dice invece: “Tizio comunica male”.

Amici e nemici di Berlusconi tendono comunque a seguire la sua logica: il medium conta piu’ del messaggio. In questo sta il suo trionfo. Il nulla se ben comunicato puo’ diventare piu’ importante di un libro sacro. Non esiste il vero o il falso. Esiste solo un modo avvincente per dire le cose.

I latini  dicevano: “Rem tene, verba sequentur”. Se sai cosa vuoi dire, troverai le parole per dirlo, mentre  se non hai nulla da dire, non ci sara` tecnica comunicativa che dia significato al nulla.