Si potrebbe parlare del Toro che a 180′ dal fischio finale è ancora in lotta per l’Europa, o del 1450° arbitraggio scandaloso nei confronti della squadra di Ventura. Si potrebbe parlare ancora della Lega Calcio, che ieri non ha ritenuto dover spendere una parola per omaggiare il Torino mentre perfino Sepp Blatter si scomodava. Si potrebbe parlare delle centinaia di persone al Cimitero, delle migliaia al Filadelfia, della gran massa a Superga al pomeriggio e dei 25mila alla sera. Si potrebbe parlare di Fassino che finalmente alza un dito per Torino e il Toro, Leggi tutto “Parliamo di Francesco”
Cirociclone
Dice: “Nessuno ha mai segnato di più“, e sbaglia, perchè gli Dèi del passato hanno sfiorato la vetta del Monte Olimpo (Rossetti, Mazzola, Santos) volando con delle ali che nel mondo pallonaro di oggi non vengono più fabbricate. Dice “Ha raggiunto Pulici” ed è vero: nel calcio moderno nessun altro aveva mai raggiunto un traguardo così lontano, ventuno reti gonfiate. Dice “Quasi come Pulici, ora ci sono più partite” e sbaglia. Cioè: nell’arco del campionato ci sono più partite, ma il confronto è tra due giocatori, non fra due stagioni. Numeri? Pulici segnò i suoi 21 gol giocando (1975/’76) un totale di 2647 minuti; Immobile, per ora, ne ha totalizzati Leggi tutto “Cirociclone”
L’emozione non ha voce
The power of love.
Il momento di ieri, il minuto 93 di Toro-Genoa, è stato catartico, uno di quei momenti che ti rimangono dentro e non se ne vanno. Non un’emozione che passa ma poi lascia tutto più o meno come l’aveva trovato, no: una di quelle che ti segnano.
Non è ai tifosi che pensiamo, a loro è normale che sia entrato ieri una nuova perla nella testa e nel cuore, che non se ne andrà mai; pensiamo proprio a lui, ad Alessio Cerci. Sì, pensiamo che anche la carriera professionale di un atleta possa essere influenzata da un momento come quello.
Ecco il Brasile di Ventura
E’ passato come uno dei numerosi pesci che il 1 di Aprile nuotano nel mare magnum dell’internet, quello che annunciava il prossimo cambio sulla panchina del Brasile; ma fonti certe, o comunque certe fonti, ci comunicano come invece il sollevamento dall’incarico dell’attuale c.t. Felipe Scolari sia prossimo a concretizzarsi. La spinta arriverebbe direttamente dal governo Rousseff, che per attirare maggior pubblico vuole un nome straniero, esotico, ossia europeo. La scelta è caduta sull’Italia, dove (loro credono che) siamo ancora tatticamente i più preparati. E a questo punto, Felipe Scolari è esploso: “Un nome italiano? Perchè il mio, il mio da dove pensate che venga, dalla Cambogia??”, ma a nulla gli è valso.
Questione di stile
Dopo Torino-Atalanta dello scorso 26 gennaio, vinta per 1 a 0 grazie ad una errata valutazione arbitrale, i commenti di amici e conoscenti erano più o meno tutti dello stesso tenore, cioè quello di questi estratti che sono andato a riprendere nel mucchio:
Graziella: “Non mi piace vincere in questa maniera”
Mauro: “Rigore regalato”
Stefano: “A me così lascia l’amaro in bocca”
Francesco: “Oggi sono incazzato. Vincere in questo modo gobbesco non è nostra consuetudine”
Mauro: “Ho rivisto ora il rigore…minchia, inventato è dire poco. Mi infastidisce vincere così”
Emma: “Va bene la vittoria, ma spero sia l’ultima così”
Daniele (portiere Torino Fc): “Rigore molto, molto dubbio, episodio favorevole per noi. Lo dico con onestà”
Negri, terroni e tanti saluti
“Ci sono un romano, un napoletano e un marocchino a Verona…”
“Bella città. Ma a Verona dove?”
“In mezzo agli ultrà, quelli che erano le Brigate Gialloblu e gli altri, hai presente?”
“Ossignùr! Allora faranno una brutta fine…poveret…”
“Macchè! La brutta fine la fanno i veronesi…”.
La grande freddezza
Poi uno dice “la freddezza”, “ci vuole la freddezza”: certo che se non ce l’ha uno svedese, che è due volte biondo (una di suo, un’altra perchè platinato) …il Milan si salva. Invece davanti al portiere la freddezza ce l’ha, toh, il napoletano, che sarà pure biondo anche lui ma si chiama Ciro ed è 100% torrese (Torre Annunziata). Freddo sì, ma solo quando serve: prima e dopo, il bomber è ghiaccio bollente, esplosivo, mai fermo, sempre più in contraddizione con quella parola scritta sulla schiena. Leggi tutto “La grande freddezza”
La restituzione del maltolto

Compensazione. Anche se non nel corso della stessa gara, come avviene di solito quando a dirigere c’è un arbitro con pochi attributi, ma ad un girone di distanza. Questo è quello che – per chi scrive – è avvenuto ieri: la restituzione di quello che era stato ingiustamente tolto al Torino un girone fa, quando a Bergamo i nerazzurri segnarono due reti gravemente viziate da irregolarità, vincendo una partita che pure sotto il profilo tecnico avrebbe dovuto vederli soccombere.
Level three: clear

Dunque siamo a -3. No, avete ragione: a +12. Insomma, è tutto giusto, ma dove bisogna guardare? Mancano tre punti alla zona Europa League (“Europa”: brividi), o siamo lontani dodici punti da quella retrocessione (altri tipi di brivido)? Di certo, i punti non mancano ad Alex Farnerud: gliene hanno cuciti dieci sulla capoccia, alla base della cresta ossigenata. Lui dice che domenica vuole assolutamente essere in campo, e ci sarà.
Nota personale: in diretta tv su Torinow dopo la telecronaca della partita arrivano le telefonate degli ascoltatori; ieri il primo parlava di Europa, il secondo di salvezza. Sembrava quasi fossero d’accordo. Invece è solo la nostra atavica mancanza di mezze misure: soma parèj.
Volemose bbene

A guardare il tabellino, sembra che l’amicizia fra le curve si sia manifestata anche tra i giocatori: zero gol, un solo ammonito, volemose bbene. Poi se invece hai visto la partita, o anche solo gli highlights che la riassumono, guardi un primo tempo dove i viola fanno il tiro a segno con la porta di Padelli (per fortuna non la centrano quasi mai), e un secondo dove le scorribande granata fanno meritare un buon voto in pagella a Neto. Leggi tutto “Volemose bbene”