Parliamo di Francesco

superga 4 maggio 2014 ambulanzaSi potrebbe parlare del Toro che a 180′ dal fischio finale è ancora in lotta per l’Europa, o del 1450° arbitraggio scandaloso nei confronti della squadra di Ventura. Si potrebbe parlare ancora della Lega Calcio, che ieri non ha ritenuto dover spendere una parola per omaggiare il Torino mentre perfino Sepp Blatter si scomodava. Si potrebbe parlare delle centinaia di persone al Cimitero, delle migliaia al Filadelfia, della gran massa a Superga al pomeriggio e dei 25mila alla sera. Si potrebbe parlare di Fassino che finalmente alza un dito per Torino e il Toro, ma non nel senso che speravamo, con la sola parziale consolazione di una doppia figura marrone che resterà incancellabile.

Oppure si potrebbe parlare di Francesco Giraud. Ma purtroppo non lo conoscevamo.
Si potrebbe parlare di come sia incredibile che un cuore granata scelga di fermarsi proprio il 4 maggio, proprio a Superga. Ma la famiglia di Francesco probabilmente non è in vena di poesia, no.

La famiglia di Francesco sarà annichilita dal dolore, e d’ora in avanti per loro il 4 maggio sarà ricordato ben più per lui che non per i nostri eroi. Perchè lui ora sarà pure “in compagnia degli Invincibili” etc, ma loro hanno perso la persona che amavano. E’ così.
E la famiglia di Francesco forse si chiederà perchè sia morto, se non si poteva fare qualcosa di più. Ed è di questo, anche se è infinitamente meno piacevole di tutte le altre opzioni sopra esposte, che vorremmo (dovremmo) parlare. Perchè dove c’è un assembramento di persone, l’amministrazione comunale deve predisporre tutte le misure d’emergenza del caso, specie quando tale assembramento è annunciato, annunciatissimo, anzi è prassi. Invece l’ambulanza non era lì, e ha impiegato mezz’ora a raggiungere Francesco. Non c’era personale medico, nè tantomeno un defibrillatore. Non c’erano servizi di sicurezza tali da agevolare l’arrivo dei soccorsi sul piazzale affollato.

Non sappiamo se ci saranno indagini o meno, e – in caso affermativo – se emergerà oppure no che qualcosa non è stato fatto come si deve. Ma ci pare doveroso farsi delle domande, anzi farle a chi di dovere. E ci pare anche, infine, che chi amministra la cosa pubblica abbia un motivo in più per vergognarsi della giornata di ieri, e magari per tacere.