Ambiente, biotecnologie e ICT trionfano nella StartCup 2009

Sono stati dieci i finalisti che  hanno presentato i loro progetti imprenditoriali alla Cerimonia di Premiazione della quinta edizione della Start Cup Torino Piemonte, il concorso per progetti imprenditoriali innovativi, promosso dai tre Atenei piemontesi ed organizzato dalle rispettive strutture di incubazione di impresa, rivolto a tutti coloro che desiderano trasformare i ritrovati della ricerca in progetti imprenditoriali innovativi.

La qualità dei progetti è garantita da una rigida selezione che ha analizzato sia gli aspetti tecnico-scientifici sia quelli imprenditoriali. La valutazione sulla fattibilità tecnico-scientifica è stata affidata ad esperti del settore in cui l’idea si collocava. Tre gruppi di Business Angel indipendenti hanno valutato se le imprese nascenti avessero le carte in regola per raggiungere il successo imprenditoriale ed affrontare le sfide del mercato. e.

Con 158 idee imprenditoriali e 55 piani di impresa presentati. La Start Cup Torino Piemonte ha attratto nel tempo un numero sempre crescente di partecipanti e ha dimostrato di essere una tappa importante per chi desidera realizzare la propria idea di impresa, infatti, mediamente, nasce una nuova impresa ogni tre business plan presentati.

Il primo premio è stato vinto da Cellufloc, azienda produttrice di isolanti termici per l’edilizia da recupero di scarti di cellulosa ad essersi aggiudicata il podio e quindi il premio di 20.000 euro. Al secondo posto si è piazzata B.Ionica, un’azienda, tutta al femminile, impegnata nel campo dei biomateriali e in particolare focalizzata sullo sviluppo, produzione e vendita di viti in titanio bioattivo e cementi per ortopedia e vertebroplastica. Terza piazza per I-See che offrirà servizi applicativi agli operatori nei campi di Fisica Medica, Radiobiologia, Radioprotezione per il calcolo e l’analisi degli effetti delle radiazioni sui tessuti viventi, in particolare nell’ambito delle terapie oncologiche.

La prossima tappa per i tre vincitori sarà ora il Premio Nazionale per l’Innovazione: la coppa dei campioni dei progetti di impresa nati in ambito universitario che si terrà a Perugia il 4 Dicembre e vedrà in gara i vincitori di 19 competizioni locali. In palio il primo premio da 60.000 euro offerto da Vodafone Italia, partner strategico dell’iniziativa; 30.000 per il secondo e 20.000 per il terzo classificato.

Partecipano alla finale nazionale altri due progetti selezionati tra quelli in gara per Start Cup Torino Piemonte: Biomedical S.r.l. che ha brevettato dispositivi per la diagnostica medica e sta iniziando la relativa industrializzazione ed Eolicar: Progettazione, produzione e commercializzazione di mini-turbine eoliche. Durante la premiazione sono anche stati assegnati i contributi ed i premi speciali, in particolare, il Premio Donna Innovazione assegnato a ScatterTape Test che fornisce un sistema di accertamento qualità nella produzione di corpi verniciati; il premio ICT conferito a BookMates che mira alla creazione di un SaaS – Software as a Service dedicato – che offra ai lettori nuovi strumenti per la lettura e alle case editrici la possibilità di interagire con i propri clienti anche dopo il momento di acquisto; ed ancora Geo4Map che si aggiudica il premio Turismo e Innovazione.

La green economy regala benessere e lavoro

Marco Trabucco su Repubblica

«Sulla green economy abbiamo anticipato Obama» dice sorridendo, con una punta di autoironia, Mercedes Bresso, presidente del Piemonte per sottolineare come gli investimenti della sua amministrazione nelle energie alternative siano stati una delle priorità in questi cinque anni di governo del Piemonte.
D’altronde lei, definita dagli avversari “la zarina” per il piglio decisionista, nella sua vita precedente, prima cioè di impegnarsi in politica, era stata docente di economia dell’ambiente al Politecnico di Torino. Un’esperienza che non ha mai dimentatico. Antinucleare o meglio «contro questo nucleare che è pericoloso e antieconomico», è stata tra le prime a convincersi che le energie alternative non sono solo una questione legata alla tutela dell’ambiente, ma anche una grande opportunità economica. «La green economy è la migliore risposta alla crisi — spiega — il primo obiettivo nella nostra amministrazione è creare benessere, quindi economia e lavoro, guardando al futuro e alla qualità della vita. Il futuro, come dimostrano le scelte di molti paesi del mondo avanzato, è legato all’economia verde, che incrocia praticamente tutti i settori economici, dall’edilizia alla meccanica, dalla chimica all’agricoltura. E il Piemonte che è una regione storicamente all’avanguardia, non vuole rimanere indietro in questo settore».

L’obiettivo è quello che “la zarina” chiama del 20+20+20: vale a dire ridurre, entro il 2020, i consumi di energia primaria del 20 per cento, abbattere il livello dei gas serra del 20 per cento rispetto al 1990 e coprire, sempre per quella data, almeno il 20 per cento del fabbisogno con le energie rinnovabili. «Raggiungere questi obiettivi significa creare lavoro, economia, risparmio per i cittadini e migliorare la qualità della vita. Obiettivi tanto ambiziosi però — dice Bresso — si possono raggiungere solo a due condizioni: bisogna favorire in Piemonte la nascita e lo sviluppo di una filiera produttiva che renda disponibili prodotti tecnologicamente avanzati per la produzione di energia da fonti rinnovabili. E allo stesso tempo bisogna fare in modo che i cittadini acquistino una consapevolezza nuova, ovvero capiscano che mettere sul tetto della propria casa o della propria azienda una serie di pannelli fotovoltaici non significa soltanto “fare un’opera buona per l’ambiente”, ma consente anche risparmi consistenti e duraturi. A loro e a tutti. Insomma inquinare meno è conveniente».

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La strategia verde del Piemonte

Diego Longhin su Repubblica

Il Piemonte ha deciso di dare un’impronta «Green» a tutta la sua economia, una scelta strategica in tempi di crisi, di cassa integrazione e di perdita di posti di lavoro nei settori tradizionali. Una stima di quanto valga l’economia verde del Piemonte è difficile, ma sul tavolo ci sono ad ora, tra soldi pubblici e privati, più di mezzo miliardo di euro per sostenere progetti, nuove aziende, ricerca e sviluppo, trasformazione di quelle vecchie.

L’impegno della Regione sul fronte dell’energia in questi quattro anni si è concretizzato in un consistente investimento. Ultimo atto: una serie di bandi aperti a giugno 2008, che utilizzano i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea. Nel complesso si tratta di risorse pari a 300 milioni. Sono oltre 300 le domande pervenute, cento già finanziate con lo stanziamento di 50 milioni, sul fronte della razionalizzazione dei consumi energetici e la produzione di energia rinnovabile negli insediamenti produttivi. Oltre 35 domande, di cui 16 già ritenuti ammissibili, per l’insediamento di nuovi impianti e nuove linee di produzione di sistemi su cui la Regione ha già investito 40 milioni di euro. Altri fondi, 15 milioni, sono serviti a sostenere il risparmio energetico nel patrimonio pubblico, mentre altri 15 milioni sui grandi progetti dimostrativi e strategici. «È una mobilitazione generale dice la Presidente della Regione, Mercedes Bresso – per risparmiare, creare economia e posti di lavoro, migliorare l’ambiente e diventare il più possibile indipendenti dal petrolio. È un grande strategia per moltiplicare l’innovazione in tutti i settori: dall’edilizia alla domotica, dalla meccanica all’informatica e alla chimica».
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Uniamo le energie 2009

Dal 7 ottobre torna Uniamo le energie, la più importante iniziativa dedicata alla sostenibilità ambientale per promuovere la mobilitazione energetica, voluta dalla Regione.

“L’obiettivo di Uniamo le energie si può sintetizzare in 20-20-20. Ridurre i consumi di
energia primaria del 20%, abbattere il livello dei gas serra del 20% rispetto al 1990 e coprire almeno il 20% del fabbisogno attraverso l’uso delle energie rinnovabili. Sono questi i 3 macroobiettivi che la Regione, come previsto anche dalle politiche europee, si propone di raggiungere entro il 2020, coinvolgendo i cittadini, le istituzioni, le imprese e dando la possibilità di confrontarsi con esperti di fama mondiale, in campo energetico e ambientale. Raggiungere questi obiettivi significa creare lavoro, economia, risparmio per i cittadini e migliorare la qualità della vita.” – ha dichiarato la Presidente Bresso.

Dunque, un grande sforzo ed un progetto culturale di ampio respiro all’insegna dello sloga  “Sosteniamo il futuro”. L’edizione 2009 prevede un denso programma di 7 giorni, 2 forum internazionali, 10 convegni, oltre 30 workshop e meeting: tra gli ospiti attesi, personalità come Michael Gorbachev, presidente del World Political Forum, Wolfgang Sachs del Wuppertal Institute, Ashok Khosla, presidente della Unione internazionale di conservazione della natura.

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Piemonte capitale solare

Via Lastampa.it

Entro la fine dell’anno il Piemonte diventerà la prima regione d’Italia per potenza installata per centrali nucleari. La multinazionale spagnola Opde firmerà con la Regione un protocollo d’intesa che prevede la costruzione di 17 centrali solari e l’installazione di una fabbrica per la produzione dei pannelli inseguitori e di un polo logistica e di ricerca. Sette centrali saranno pronte entro la fine dell’anno e produrranno un’energia pulita pari a 50 milioni di kWh l’anno. I «girasoli» verranno costruiti nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria. La fabbrica, invece, sorgerà in provincia di Torino, forse nell’area industriale di None.

Il via libera della Regione è arrivato ai primi di settembre quando la giunta ha approvato il protocollo d’intesa predisposto dall’assessore all’Innovazione Andrea Bairati. L’esecutivo regionale si impegna ad assicurare la velocizzazione dell’iter burocratico e mette sul tavolo un contributo massimo di 10 milioni per l’insediamento dell’azienda. Il progetto avrà delle ricadute immediate, sia dal punto di vista economico che occupazionale: nei primi due anni è possibile valutare in 120 milioni di euro i benefici finanziari. I nuovi occupati saranno 375, 125 assunti direttamente dagli spagnoli. «L’azienda – spiega Bairati – si è impegnata a realizzare la totalità delle opere con manodopera locale e ad utilizzare le banche del territorio per finanziare le costruzioni».

Fabrizio Rostagno, amministratore delegato di Opde Italia, spiega che l’azienda spagnola ha presentato un progetto da realizzare in tre fasi. La prima è a buon punto: le aree dove installare le centrali sono già state acquistate, i piani finanziari sono pronti e «bancabili», le autorizzazioni all’Enel sono già state richieste. Entro la fine dell’anno l’azienda vorrebbe anche installare la fabbrica per la produzione degli inseguitori abbinata al polo logistico per la distribuzione del materiale dell’Opde. Prevista l’assunzione di una settantina di persone.
Il Piemonte potrebbe così diventare la piattaforma per l’espansione verso i Paesi dell’Est e la Grecia. Adalberto Rios, il presidente spagnolo della holding, nei suoi contatti con la Regione ha spiegato che la scelta è caduta sul Piemonte perché «il gruppo ritiene che abbia grandi potenzialità per lo sviluppo delle energie rinnovabili, per le sue condizioni morfologiche e produttive e grazie alla politiche di investimento regionali».

A mettere in contatto l’Opde con la Regione è stato il Centro Estero del Piemonte che ha messo in campo gli incentivi del contratto di insediamento regionale. Spiega Bairati: «In modo autonomo l’azienda ha individuato le località più adatte dove costruire le centrali solari. Ora è disponibile a valutare insieme alla Regione il sito dove localizzare la produzione industriale e il polo logistico e della ricerca».
Tra le ipotesi in campo c’è quella dell’area industriale di None dotata di un collegamento ferroviario e con facile accesso al sistema autostradale. Accanto alla fabbrica sorgerà il centro di ricerca e la Opde – che collabora anche con Università e Atenei della Navarra – è pronta a cercare sinergie con il sistema della formazione e della ricerca torinese e piemontese.

5 anni di A come Ambiente

4anni-a-come-ambientePer festeggiare i cinque anni di attività, il Museo A come Ambiente inaugura il suo nuovo ciclo di attività con un fitto di programma di nuove proposte, nuovi exhibit e allestimenti, e anche con una curiosa installazione temporanea sulla facciata del Museo.

L’inaugurazione e la presentazione del nuovo programma si svolgerà venerdì 11 settembre 2009 alle ore 12 (corso Umbria 90, Torino), alla presenza del direttore del Museo Carlo Degiacomi; del Presidente del Museo A come Ambiente Fiorenzo Alfieri, e degli assessori all’ambiente della Provincia di Torino Roberto Ronco, della Città di Torino Roberto Tricarico e della Regione Piemonte Nicola De Ruggiero.

L’installazione, frutto della collaborazione tra il Museo A come Ambiente, Public Art Association, Interaction Design Lab e Lindab, realizzata con il contributo della Provincia di Torino, è costituita da un sistema di tubi azzurri che, una volta sfiorati, “sussurrano” messaggi ecologici, e che possono essere utilizzati interattivamente dai passanti come telefono senza fili per mandare messaggi vocali, periscopio per scoprire immagini e guardare oltre il tetto, altoparlante per attivare voci e suoni e rumori e anche per veicolare messaggi “forti” anche se sussurrati.
L’inaugurazione dell’installazione è anche l’occasione per presentare il programma da settembre a dicembre del 2009 che per il Museo A come Ambiente coincide con il quinto compleanno: 5 anni di attività, con circa 200.000 presenze complessive (52.000 annue nel 2008).

Sulla Fiat 900 milioni per l´auto pulita

Marco Trabucco su  Repubblica

«Questo piano deve essere la dimostrazione che l´Italia crede nella qualità delle sue auto. E che perciò ci investe». Dopo le polemiche delle scorse settimane sul mancato impegno del governo a fianco della Fiat nell´operazione Opel, sono le regioni, in particolare le dieci regioni italiane che ospitano stabilimenti Fiat a scendere in campo.

Lo fanno lanciando un piano da 900 milioni di euro per lo sviluppo della ricerca nel settore automotive e in particolare nell´auto pulita: un piano finanziato, come accade in Germania con il cosiddetto «modello renano», per un terzo dalle regioni stesse, per un terzo dallo Stato e per un terzo da Fiat e dalle altre imprese del settore che ne avrebbero vantaggi. La proposta è stata annunciata (e illustrata ieri) al termine dell´incontro che era stato convocato a Roma dalla presidente piemontese Mercedes Bresso e a cui hanno partecipato anche i governatori (o gli assessori competenti) di Emilia Romagna, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia.

L´idea è piaciuta a tutti e sarà il presidente dell´Emilia (e della Conferenza delle Regioni) Vasco Errani nei prossimi giorni a presentarla al governo, insieme alla richiesta che venga aperto al più presto un tavolo sul settore auto che veda la partecipazione del governo stesso, di Fiat e delle Regioni. Bresso ha spiegato: «Noi siamo pronti a fare la nostra parte anche dal punto di vista finanziario e pensiamo di poter concorrere alla cifra complessiva richiesta per un terzo. Gli altri due terzi li dovranno mettere l´azienda e il governo». Bresso ha aggiunto di aver avuto contatti informali con la Fiat «che ha manifestato interesse alla proposta e che ora si attende la possibilità di un incontro tra le parti. Quindi mettiamoci attorno a un tavolo e parliamone: tutti i governi stanno mettendo delle risorse sull´auto. Lo stanno facendo gli Stati Uniti, lo fa la Germania. Noi pensiamo che debba farlo anche l´Italia, per evitare che si debbano chiudere degli stabilimenti e perché si creino degli spazi aggiuntivi di produzione proprio attraverso la ricerca nei settori più avanzati, in particolare nell´auto ecologica».

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Piemonte Fotovoltaico

Si chiama Piemonte Fotovoltaico il progetto, patrocinato dalla Regione e frutto di da un accordo tra le agenzie per l’energia di Torino, Cuneo, Vercellese e Valsesia, che intende promuovere la realizzazione di sistemi fotovoltaici “chiavi in mano” capaci di produrre energia elettrica tramite la tecnologia solare ed utilizzare le tariffe incentivanti introdotte dal decreto ministeriale del 19 febbraio 2007.

L’iniziativa, di durata triennale dal 2009 al 2012, si basa su convenzioni integrate tra i soggetti proponenti (le tre agenzie), le società del settore delle energie rinnovabili ed il sistema bancario locale. Possono aderirvi privati, imprese, condomini, soggetti pubblici e/o esercenti di pubblici servizi e si sviluppa intorno a quattro punti focali: adesione con la presentazione della domanda alle Agenzie per l’energia competenti secondo il Comune di residenza; analisi di fattibilità, che si effettua previo invio all’agenzia di riferimento di alcuni documenti quali foto panoramiche del sito d’installazione, planimetrie, bollette, nominativi delle società installatrici candidate a realizzare l’impianto, prospetti informativi delle banche aderenti; selezione dell’offerta, con il completamento della pratica di istruttoria del finanziamento e la possibilità di procedere con la fornitura immediata dell’impianto; verifica finale, nella quale l’agenzia controllerà che i progetti rispettino i migliori standard europei.

Nulla si crea, nulla si distrugge


La necessità di confrontarsi con le questioni legate all’impatto dell’uomo sull’ambiente è divenuta una questione centrale nel dibattito nazionale ed internazionale. Le recenti vicende che hanno colpito la Campania hanno suscitato forti polemiche a livello mondiale, offuscando in parte l’immagine di un Paese che ha basato parte della sua economia sul turismo e sul fascino del territorio.

Esistono dei percorsi e delle possibili soluzioni? In realtà, come dimostrano le recenti politiche statunitensi, questa criticità può divenire una risorsa. Il nuovo Presidente ha manifestato una volontà di cambiamento e prospettato le politiche ambientali come un percorso di sviluppo e un possibile antidoto alla crisi globale. E’ possibile immaginare un percorso simile anche in Italia?

Se ne discuterà  al prossimo incontro del C-Lab che si terrà giovedì 21 maggio presso l’Environment Park.

Electro Power Systems startup dell'anno

E’ l’azienda Electro Power Systems di Torino, attiva nel settore dei sistemi a celle a combustibile per la produzione di idrogeno, la vincitrice della terza edizione della StartUp dell’Anno.

Foto vincitore

Il primo premio del concorso “StartUp dell’Anno” è stato vinto dall’azienda Electro Power Systems, nata nell’incubatore I3P di Torino. Fondata nel 2005 e vincitrice quello stesso anno del Premio Nazionale Innovazione, Electro Power Systems è diventata in soli 4 anni leader nel settore dei sistemi a fuel cell per il backup energetico, un mercato mondiale che vale già oggi da 7,8 miliardi di dollari.  Sede a Torino, una fabbrica nuova ad Aosta, 32 addetti, ha clienti in Italia, Europa e a breve America. Il fondatore e CEO Adriano Marconetto ha dichiarato: “L’idrogeno è una soluzione per molti problemi energetici, ma dev’essere una soluzione completa e alla portata di tutti. La domanda di mercato c’è: noi abbiamo concretizzato l’offerta. Siamo l’unica azienda europea del settore con prodotto certificato CE e l’unica italiana tra le Cleantech Top 100.
Dopo tre anni di R&D e field tests, il 2009 per noi è l’anno della svolta industriale: nuova famiglia di prodotti, previsioni di fatturato quintuplicato, avvio delle operations in America. Obiettivo Asia per il 2010.”