Lavoro subito e soldi, a Torino laurea d'oro

Giovanna Favro su La Stampa del 27 ottobre 2007

Laurearsi all’Università di Torino conviene. Per la prima volta uno studio scientifico misura l’efficacia e la qualità formativa degli atenei badando all’ingresso nel mondo del lavoro dei laureati. Incrociando i dati sulla possibilità di impiego e di avere stipendi alti, l’ateneo di via Po risulta primo in Italia. Una performance ben 130 volte migliore degli atenei di Campobasso e Cagliari, ultimi nella top ten, ma le facoltà torinesi stracciano, quanto a «rendimento», tutti i concorrenti, da Milano a Venezia, da Bologna a Trieste, a Roma, a Bari.

Ne ha parlato ieri il rettore Ezio Pelizzetti nell’aula magna della facoltà di Economia, dove con il preside Sergio Bortolani ha accolto il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, che ha aperto la riunione annuale della Società italiana degli economisti. Davanti ai più importanti esperti di economia del Paese, tra i quali molti docenti torinesi – da Domenico Siniscalco a Franco Reviglio, Elsa Fornero e Mario Deaglio – Pelizzetti ha dato il benvenuto al Governatore «in un ateneo che ha un’illustre scuola di Economia e che è tra le migliori università italiane, come ribadisce una ricerca dell’università di Padova e della Cattolica di Milano, che ci colloca al primo posto per qualità e probabilità di occupazione dei laureati».

Il riferimento è a uno studio di Lorenzo Cappellari (Cattolica di Milano) e Giorgio Brunello (ateneo di Padova), i cui risultati (pubblicati anche su «Panorama») saranno presentati martedì all’Università di Milano. La ricerca spiega quanto paga studiare in un ateneo rispetto a un altro esaminando molti fattori, a partire dalla fotografia dei laureati italiani a tre anni dal titolo. Le conclusioni decretano il trionfo di Torino, prima assoluta nella classifica. Un risultato tanto più interessante, per Pelizzetti, «perché conclamato da seri studiosi di altri atenei, e perché i colleghi hanno applicato modelli econometrici utili a depurare i dati da elementi localistici, come l’andamento del mercato del lavoro di ogni territorio».

I due professori si sono invece proposti di misurare la produttività delle università (Politecnici esclusi) in termini assoluti. I risultati sono una messe di curiosità. Viene fuori ad esempio che un medico laureato a Padova guadagna il doppio del collega di Pisa, o che studiare a Bari «rende» più che a Roma. Stabilito che la qualità degli atenei è tutt’altro che uniforme, si dimostra che le facoltà private hanno mediamente performances migliori, e che la grande dimensione ha un effetto positivo, incrementando guadagni e impieghi del 10%. Salari più o meno pingui e buone o misere chances di occupazione creano più classifiche: certe università, come Cagliari, Cosenza, Messina o Salerno, sono sotto la media italiana sia per gli stipendi che per probabilità di occupazione. Napoli Orientale, L’Aquila e Sassari garantiscono guadagni sopra la media, ma poche chances di lavoro. Alta probabilità di impiego, ma stipendi bassi, caratterizzano Roma Sapienza, Modena, Ferrara e Tor Vergata. Nel gruppo che presenta le migliori performances per entrambi i fattori ci sono Milano, Brescia, Bergamo, Verona e, in testa a tutti, Torino.

Nella tabella si leggono i piazzamenti di alcuni atenei: dietro Torino (del 130% migliore rispetto al fanalino di coda) c’è Verona (126%), e conquista il terzo posto (125%) il Piemonte Orientale. Anche questo è per Pelizzetti fonte di soddisfazione: «L’ateneo Avogadro è nato come nostra gemmazione. Anche il suo piazzamento sottolinea la forza del sistema formativo piemontese». Del primo posto non s’è stupito: «Siamo primi in alcune aree di ricerca e per il basso numero di abbandoni degli studenti, ma in tutte le rilevazioni siamo sempre nel gruppo di testa: ci viene riconosciuta da tutti un’eccellente qualità complessiva. Giorni fa gli studenti hanno protestato per le aule affollate: lo sono anche perché ascoltare i nostri docenti è occasione preziosa».

I disegni premiati alla Notte dei Ricercatori

Via Torino Scienza

disegno premiatoLa Notte dei Ricercatori piemontesi ha mobilitato 228 giovani artisti appartenenti alle scuole elementari, medie inferiori e superiori, che hanno risposto all’invito lanciato dall’Europa di “Disegnare un ricercatore”. Questo era difatti il tema della competizione di disegno proposta in occasione dell’edizione 2007 della Notte dei Ricercatori.

Dei 228 disegni realizzati 94 sono stati valutati per poter prendere parte alla fase europea di selezione. I disegni valutati dalla giuria illustrano, utilizzando tecniche e stili differenti, l’immaginario infantile e giovanile non solo del personaggio “ricercatore”, ma della attività di ricerca e della scienza in generale. In alcuni prevale la fantasia e il colore, in altri idee e concetti sembrano emergere con preponderanza.

La giuria era composta da esponenti sia del mondo scientifico sia del contesto artistico e culturale piemontese. A Marco Gastini e Luigi Stoisa, artisti piemontesi di fama internazionale, si sono infatti affiancati Piero Bianucci, giornalista scientifico, Angelo Mistrangelo, critico d’arte e Laura Plissetti, storica dell’arte. Tutti i ricercatori erano rappresentati infine da Sabrina Grassini, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienza dei Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico di Torino.

Linux Day 2007: orgoglio Open Source

Sabato 27 ottobre sarà ancora una volta festa nazionale per l’open source di casa nostra: in più di 100 città italiane va in scena il Linux Day 2007, settima edizione dell’oramai tradizionale appuntamento con la celebrazione e la diffusione di concetti quali software libero, sistemi operativi aperti e informatica svincolata dall’influenza delle corporazioni e dei patent troll in circolazione.

Per quanto il mondo di Tux il pinguino sia attualmente al centro di crescenti tensioni legali tra piccoli e grandi attori della scena informatica internazionale, Linux vuol dire soprattutto tecnologia e passione, la stessa passione che animerà i ritrovi del Linux Day variamente organizzati in tutta Italia, con mezzi che vanno dall’autarchia e autogestione più pure alla sponsorizzazione di un gigante come l’americana IBM e sale universitarie dedicate.

Promosso e coordinato come sempre dalla associazione pro-bono Italian Linux Society, il Linux Day è in realtà una manifestazione-ombrello organizzata e gestita localmente dai tanti Linux User Group e gruppi di free software sparsi per il territorio: a tali organizzazioni di aficionado del pinguino sta decidere cosa fare e quali tematiche affrontare durante la giornata, lavorando in totale autonomia ma nel rispetto delle linee guida stilate da ILS.

Una delle condizioni qualificanti per un Linux Day degno di tale nome e pienamente rispettoso della filosofia open sancisce la gratuità obbligatoria dell’ingresso e della partecipazione agli eventi, pena la riconsiderazione della candidatura del LUG colpevole di infrazione per l’edizione del prossimo anno. Ogni realtà locale è libera di promuovere donazioni, raccolta fondi o vendita di materiale promozionale, ma tutti gli eventuali gadget forniti da ILS non potranno che essere distribuiti senza chiedere un centesimo in cambio.

Se quindi lo scopo principale dell’evento è “promuovere l’uso e la conoscenza del sistema operativo GNU/Linux e del software libero”, le modalità di tale promozione sono materia di decisione da parte dei LUG stessi: c’è chi ospiterà interventi su OpenOffice.org e il Trusted Computing, chi porrà l’accento sul fatto che col pinguino ci si può anche far girare i videogame, chi presenterà le novità della distro Ubuntu 7.10 e chi affronterà le problematiche introdotte nell’universo open dalla discussa GPL v3.

La tendenza generale è quella di offrire una trattazione a più livelli a quanti volessero avvicinarsi al mondo di Linux e del software a codice aperto o volessero approfondire l’argomento, con interventi specialistici a tema ma anche l’immancabile punto di raccolta – o per meglio dire di prelievo – delle distro più apprezzate e accessibili come Ubuntu, e le “install fest” nel corso delle quali i volontari si offriranno di riconvertire il PC dei partecipanti in macchine motorizzate Tux.

Il numero di località coinvolte nel Linux Day conta al momento di scrivere 111 città, ma non è escluso che di qui a sabato possa aumentare ancora visto che è sempre possibile aggiungere nuove iniziative dei LUG alla lista. Al Linux Day partecipa praticamente tutta Italia, ma nonostante questo emerge piuttosto chiaramente il fatto che la rappresentanza è molto più fitta tra le regioni centro-settentrionali rispetto a quelle del meridione. Il maggior numero di città ad ospitare il Linux Day si trova in Veneto (14), Lombardia (13) e Toscana (11).

Piuttosto singolarmente tra i convitati al Linux Day di quest’anno potrebbe esserci anche Microsoft: il gigante del software, che secondo alcuni openattivisti è il Diavolo con cui Novell ha stretto patti pericolosi per Linux e l’interno mondo open risulta tra gli sponsor di QuiFree, la due-giorni di “software libero e liberi saperi” che nell’ambito del Festival della Creatività di Firenze ospiterà il Linux Day della città toscana. Apparentemente anche altri due sponsor sono legati a Microsoft, mentre un quarto non avrebbe alcun collegamento con il soggetto della manifestazione, ovvero il software libero e gratuito.

Un ospite imprevisto che, a ben spulciare tra le linee guida della manifestazione – la numero sei in particolare, che ne sancisce il carattere indipendente, non commerciale e teso esclusivamente a promuovere gli obiettivi propri del Linux Day – potrebbe accollare all’edizione fiorentina il mancato rispetto del vademecum messo a punto da ILS. Ma ecco cosa accadrà sul territorio.

Le Linux fest sul territorio:
Offrire un quadro completo di quanto ha da offrire l’edizione 2007 della festa di Linux è impossibile, il luogo migliore per informarsi rimane il sito dedicato, ma mettere in fila alcuni tra gli happening più interessanti può rilevarsi importante per raccontare lo spirito delle cento e passa iniziative messe a punto dai sostenitori volontari del pinguino. Tanti sono gli sforzi di far conoscere le specificità del mondo open a chiunque volesse togliersi la curiosità, approfondire tematiche o perché no, provare a fare lo switch con l’aiuto di una guida esperta.

Il sito dell’evento

La metamorfosi

Emanuela Minucci su La Stampa

Tre linee di metrò auto e treni sottoterra diversi poli produttivi più cultura e «loisir»

Tre linee di metropolitana (di cui una leggera). Quartieri discarica che si convertono in cuori produttivi della metropoli. Grattacieli oltre i 150 metri che osservano dall’alto gli edifici-memoria dell’ex capitale dell’auto. Viali alberati e isole pedonali tutti da vivere nel cui sottosuolo sfilano treni ad alta velocità, auto e vagoni del metrò. Tutt’attorno un fermento di cultura e loisir.

E’ la Torino del futuro. Una città post-olimpica che ormai si trova a distanza siderale da quella disegnata, alla fine degli Ottanta, dalla coppia di urbanisti Cagnardi e Gregotti. Il loro piano regolatore, dal 1993 ad oggi è stato modificato da 1500 varianti: «un’umiliazione», per la sinistra radicale; un modo per poterlo applicare in maniera puntuale, secondo la giunta Chiamparino, assessore all’Urbanistica Mario Viano in primis. Ed è proprio a lui che il sindaco ha affidato, circa un mese fa, l’incarico di elaborare una complessa delibera-quadro che, senza dover ricorrere a un nuovo piano regolatore, risolvesse nodi come l’area di Spina 2, o «Bor.Set.To», o ancora Lingotto e corso Marche, senza che per far questo ogni volta si blocchi il Consiglio comunale. Empasse che ogni volta costringe il sindaco a convocare una riunione di maggioranza sul tema «diritti edificatori».

L’assessore Mario Viano ha deciso di anticipare a «La Stampa», i grandi temi che affronterà in quel documento da approvare nella primavera prossima. E’ come portare avanti le lancette dell’orologio sino al 2015, salire su un elicottero e scoprire, quartiere per quartiere, come cambierà Torino. Al di là di novità già ampiamente celebrate come corso Marche, che il suo ideatore Cagnardi definisce «la Spina del nuovo millennio.

Il nodo Stura e la To-Mi
E’ una delle zone che scandirà il futuro urbanistico di Torino secondo la «vision» di Mario Viano. «L’area a ridosso della stazione Stura – spiega l’assessore – dovrà trasformarsi radicalmente dal punto di vista trasportistico. E la sua metamorfosi servirà a rendere più accessibili i siti industriali e, magari ad accoglierne di nuovi. Intanto inaugureremo la nuova stazione Stura, poi l’ultimo tratto dell’autostrada Torino-Milano dovrà trasformarsi in viale aperto, scandito da rotonde e raggiungibile da tutte le strade possibili». Continua: «Sempre di qui passerà la linea 4 che avrà gli stessi pregi di una metropolitana se verrà interrata nel tragitto fra corso Novara e corso Sommeiller».

Fermata Vanchiglia
«Anche l’area Vanchiglia avrà notevole importanza dal punto di vista trasportistico e dei collegamenti con il resto della città – spiega ancora Viano – perché qui si realizzerà il nuovo nodo d’interscambio fra il metrò che va in direzione Porta Nuova e la statale 11 per Chivasso.

La nuova Mirafiori
Ma dal punto di vista neo-produttivo l’amministrazione non fa mistero di puntare molto sul cuore della Torino fordista: Mirafiori. «Partendo dal fatto che qui si stanno trasferendo parti qualificate del Politecnico come il polo del Design e quello dell’Ingegneria dell’Auto, anche tutt’attorno alla Fiat intendiamo attrarre nuovi insediamenti». Non solo auto quindi, ma ancora siti produttivi per la nuova vita di corso Agnelli e dintorni.

La città dei grattacieli
Rifondazione e Sinistra democratica (ma anche qualche cittadino comune che ha avviato una raccolta di firme contro la torre di porta Susa firmata Piano) contestano «la frenesia dello «skyline». Ma devono rassegnarsi. Entro il 2020 Torino sarà punteggiata di grattacieli. Da quelli firmati Fuksas e Piano (il primo per la Regione all’ex Fiat Avio, il secondo su Spina 2 per il Sanpaolo, sino a un terzo nell’ex Mater Ferro. «Magari cambieranno le altezze, ma il committente c’è anche per quello della Spina che ci renderà 22 milioni. E dire che qualcuno sosteneva che l’asta sarebbe andata deserta».

TheOpenCD edizione Italiana 3.3

Linux@studenti, il Centro di Competenza sull’Open Source  e sul Software Libero del Politecnico di Torino, e open@polito  hanno rilasciato  theOpenCD Edizione Italiana 3.3, la raccolta di programmi open source per  Windows della migliore qualita’.

Il CD è disponibile per il download all’indirizzo linux.studenti.polito.it/ileana.php.
Cinquemila copie di TheOpenCD sono in distribuzione gratuita, fino ad  esaurimento scorte, agli studenti del Politecnico di Torino.  E’ permesso e incoraggiato l’uso e la copia di tutto il materiale  distribuito da linux@studenti così come definito dalle rispettive licenze di utilizzo. linux@studenti esiste grazie all’attività per lo  più volontaria degli studenti del Politecnico di Torino.

Sono stati aggiornati alla versione piu’ recente: Firefox (2.0.0.7),  OpenOffice (2.3.0), Thunderbird (2.0.0.6), SeaMonkey (1.1.4), ClamWin  (0.91-2),Pidgin (2.2.1), VLC (0.8.6c), FileZilla (3.0.1), TightVNC
(1.3.9), GIMP (2.2.17), Blender (2.45), Inkscape (0.45.1-1), Scite  (1.74-1), Dia (0.96.1-7), Tribler (4.1.6), WinHTTrack (3.41-3), Tux  Paint (0.9.17) e SokobanYASC (1.400).
E’ possibile consultare online una dimostrazione dei contenuti della  nuova versione all’indirizzo  www.theopencd.it

TheOpenCD ha ottenuto il bollino di qualità Indire (Istituto Nazionale  di Documentazione per l’Innovazione e la Ricerca Educativa)

Nasce Glomera, la piattaforma di web p2p TV italiana

Nasce ufficialmente Glomera, la piattaforma di creazione e gestione di TV sul web che offre ad aziende, content provider e produttori video un modo nuovo per veicolare i propri contenuti e richiamare l’interesse degli utenti della rete. Glomera è uno strumento informativo, di marketing, di conoscenza e contemporaneamente un sistema per interagire in tempo reale con il proprio pubblico, fidelizzandolo.

Glomera è un’applicazione che crea e gestisce web TV, una chiave diversa per utilizzare le caratteristiche tecnologiche e di internet, basandosi sulle opportunità di sviluppo che derivano dall’incremento della fruizione dei video sul web e dalla progressiva diffusione della banda larga. Glomera fornisce tutti gli strumenti necessari per la gestione di palinsesti televisivi in totale autonomia, supportandoli in molteplici lingue. Si rivolge sia a chi dispone di una limitata quantità di contenuti video sia a chi desidera un canale dedicato per trasmettere 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.
Inoltre le funzioni interattive come la chat, i box dei commenti e le votazioni dei contenuti, utilizzate contestualmente ai video trasmessi, favoriscono la creazione di comunità virtuali e di altre forme di interazione tipiche del Web 2.0.

La tecnologia innovativa alla base di Glomera è il P2P (peer to peer) in streaming che permette la rapida distribuzione di contenuti di alta qualità ad un numero illimitato di utenti, offrendo la possibilità di sviluppare nuovi modelli di business e di comunicazione grazie alla consistente riduzione dei costi di banda. I video sono legali, sicuri e per il content provider protetti perchè non si scaricano sul PC dell’utente e non possono essere copiati.

Aziende, produttori video professionisti ed esordienti potranno, con estrema facilità, caricare i propri contenuti e gestire un canale di streaming personalizzato, integrandolo anche sul proprio sito internet. Glomera è infatti aperta al contributo di programmazioni anche frutto della produzione non di larga scala. Glomera fornisce, oltre ad un palinsesto di immediata comprensione per l’organizzazione della programmazione audiovisiva, anche l’opportunità di trasmettere eventi, interviste e riprese in diretta.

Glomera permette un’esperienza che va ben oltre la comune fruizione televisiva fornendo agli utenti occasioni di incontro e di partecipazione attiva. Inoltre la possibilità di integrare il proprio canale personalizzato e i box interattivi, anche all’interno di portali e siti esterni, consente ai partner di Glomera di allargare in modo significativo il propri bacino di utenza rendendo virale la propria presenza in rete.

Glomera, debutta ufficialmente online trasmettendo TV SMAU, la 44° edizione dell’Esposizione Internazionale dell’Information & Communications Technology. L’evento, che ogni anno coinvolge migliaia di professionisti e appassionati del mondo tecnologico, sarà trasmesso in streaming dal 17 al 20 di ottobre, offrendo la possibilità di fruire liberamente dei contenuti erogati: dalle interviste agli espositori, alle registrazioni delle conferenze e agli approfondimenti tecnici.

Ma non è tutto: i canali realizzati con la piattaforma Glomera saranno, in un successivo momento, disponibili anche su Glomera.tv, il portale dedicato a veicolare le televisioni dei partner. Glomera.tv se agli utenti permetterà di accedere ad un bouquet di canali tematici fruibili con differenti livelli di interazione, ai partner consentirà di disporre di un ulteriore strumento per diffondere la loro programmazione e raggiungere nuovi potenziali fruitori.

Glomera nasce a Torino. I suoi due fondatori sono Stefano Colonna e Daniele Alberti, due giovani imprenditori con
larga esperienza nel marketing e nella comunicazione del mondo web.
Stefano Colonna, Amministratore Delegato, trentatreenne, laureato in Scienze della Comunicazione. Socio fondatore, Presidente e Amministratore delegato di Dynamic Fun.
Daniele Alberti, General Manager, ventinovenne, laureato in disegno industriale al Politecnico di Torino, è diventato famoso nel mondo del web per essere il creatore di Myminutes.org, il primo calendario emozionale collettivo della rete. E’ stato uno dei fondatori, e Direttore Marketing di Bakeca.it.

Glomera è uno dei progetti attualmente attivi all’interno del Development Program di TOP-IX programma di supporto per la nascita e lo sviluppo di imprese innovative che usano Internet come strumento e
paradigma di riferimento.

Il Campus ONU apre le porte ai torinesi domenica 21

Per la prima volta da decenni, il Campus delle Nazioni Unite di Torino sarà aperto alle visite al pubblico. Aprirà le porte del Campus, domenica 21 alle 11 Massimo Gramellini vice direttore della Stampa.

Il Campus ospita tre enti del Sistema ONU: il Centro Internazionale di Formazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ITC-ILO), l’Istituto Interregionale delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia (UNICRI) e lo Staff College, Centro Alti Studi del Sistema delle Nazioni Unite (UNSSC).

Al Campus verranno organizzate una serie di iniziative che coinvolgeranno attivamente i visitatori attraverso un percorso che prevede, tra l’altro, incontri e mostre fotografiche. Gli ospiti parteciperanno inoltre a un evento speciale: la creazione di una delle bandiere più grandi dell’ONU.

L’iniziativa mira ad offrire alla città una domenica speciale con le Nazioni Unite. L’intento è anche quello di mostrare alle persone uno spaccato del lavoro delle tre organizzazioni su temi che vanno dai diritti umani, al diritto del lavoro, alla giustizia e alla pace. Per agevolare gli ospiti è previsto un servizio gratuito di trasporto che partirà ogni mezz’ora da Piazza Vittorio Veneto. I visitatori avranno inoltre la possibilità di pranzare al Campus, dove verrà servito un menu etnico al costo di 15 euro.

L’apertura del Centro ONU di Torino rientra in un ampio programma di celebrazioni della Giornata delle Nazioni Unite che comprende anche la visita della Vice-Segretario Generale dell’ONU Asha-Rose Migiro e che terminerà con un Concerto dell’Orchestra Sinfonica della Rai la sera del 23 ottobre.

L’ONU in Italia