Come pago il bus?

Si potrebbe scegliere di porre il trasporto pubblico urbano  a totale carico dei contribuenti rendendolo totalmente gratuito per gli utenti. Ciò nell’ottica che il trasporto pubblico urbano ha talmente tanti effetti su coloro che non ne producono e non ne acquistano i servizi, da rendere logico farlo pagare a tutti, semplicemente in base al loro reddito. Chi non usa il trasporto pubblico si trova l’aria meno inquinata,il traffico più scorrevole, maggiore facilità a parcheggiare e gode i benefici di una città dove la mobilità è facilitata (più affari, più turisti e più occupazione)

In alternativa  si può far pagare il trasporto pubblico a chi lo usa, ma allora è il caso di rendere le modalità di pagamento semplici e di evitare che molti viaggino senza pagare.

L’attuale sistema di pagamento dei trasporti pubblici a Torino non ne incoraggia il loro uso occasionale da parte dei residenti o dei turisti. Per comprare un biglietto è infatti necessario andare in qualcuna delle rivendite autorizzate a comprare il biglietto. Ciò a volte vuol dire pensare le cose prima, sapere quali sono le rivendite autorizzate, essere in grado di esprimersi in italiano e magari deviare dal proprio percorso, perdendo tempo. Per un utente abituale questi problemi non ci sono, ma per un utente occasionale che stiamo cercando di convincere ad abbandonare l’auto e a scegliere il bus, sì ci sono. Inoltre ci sono problemi per i forestieri.

In altre città si è deciso di mettere macchinette in tutte le fermate del centro e di vendere i biglietti sui mezzi stessi. Se la vendita sui mezzi, viene effettuata dall’autista stesso all’unica porta d’ingresso del mezzo, si riduce anche fortemente il non pagamento dei biglietti. Questo porta a maggiori entrate per l’azienda di trasporti. Le maggiori entrate saranno spendibili nell’acquisto di nuovi mezzi o nella riduzione delle tariffe. Certo non sarà semplice concordare con gli autisti questo nuovo compito e qualcuno farà notare che ciò comporterà la perdita di un po’ di tempo ed un piccolo rallentamento dei mezzi. Sarà opportuno far vedere agli autisti come i loro colleghi di altre città riescano a svolgere entrambi i compiti, eventualmente si potrà dare loro anche una piccola partecipazione agli incassi. Poi si potrà applicare tariffe differenziate a seconda che l’acquisto avvenga a terra o sul mezzo. Sul mezzo il biglietto potrà costare il 20% in più che dal giornalaio, perché la comodità ha un prezzo. Infine il tempo perso dagli autisti nel emettere e controllare i biglietti, potrà essere ricuperato con bus e tram più frequenti, risultato di un azienda che incassa di più.

Autore: Gustavo Rinaldi

Nato a Torino nel 1967, la sua prima maestra e` stata una vittima delle repressioni bolsceviche, Maria Bruch. Ha frequentato sia la scuola pubblica che quella dei Gesuiti. Come volontario ha promosso prima una raccolta carta e poi la riorganizzazione del gentro di formazione agricola di Andriamboasary in Madagascar. Ha fondato l'associazione Enthusiasmus che per piu' di dieci anni si e` occupata di formazione politico-sociale dei giovani, permettendo a molti giovani di conoscere il mondo esterno ed a qualcuno/a di trovare moglie o marito. Nel 1991 e` stato testimone oculare dei moti di piazza che a Leningrado si opponevano al tentato golpe anti-riformatore. Nel 1994 si e` laureato in economia con Sergio Ricossa ed ha prestato servizio presso l'Istituto Penale Minorile "Ferrante Aporti", occupandosi dei denari e delle spese dei detenuti. Dal 1995 ha iniziato a lavorare per diversi progetti di valutazione e formazione promossi dall'Unione Europea e da altri enti nell'ex Unione Sovietica. Nel 2000-2001 e` stato consigliere economico del governo della Georgia. Nel 2006 ha conseguito il Ph.D. in economics all'Imperial College dell'University of London. Ha lavorato come economista per l'Institute of Alcohol Studies di Londra. Dal 2008 lavora per l'universita' di Torino dove oggi insegna public economics; insegna inoltre fundamentals in mathematics ed economics for managers ad ESCP-Europe.