Privatizzazioni e trucchi.

Ogni aziendina
anche piccola ha un conto dove sono registrate le ricchezze (dette “attivita’”)
ed i debiti dell`azienda, lo stato patrimoniale. Le Attivita` includono
terreni, case, macchinari, mobili, BOT, azioni possedute, conti in banca, ecc. Nonche’ debiti.
Cosi` un`azienda
che vende un terreno di sua proprieta` non necessariamente migliora i suoi
utili. Ad esempio, se la Pautasso s.r.l. vende per 100.000 euro un terreno che nel suo stato
patrimoniale era stimato 150.000 euro, l`azienda incassa si` 100.000 euro,
pero` allo stesso tempo sta perdendo 50.000 euro.

Infatti le sue
attivita` diminuiscono di 150.000 alla voce “terreni” ed aumentano di 100.000
alla voce “conto in banca”. La differenza e` 50.000.

Un grosso
problema con i conti pubblici e` la mancanza di uno “Stato Patrimoniale”. E
allora?
E allora dobbiamo
essere molto cauti quando qualcuno riduce un deficit privatizzando cose che non
erano mai state in uno stato patrimoniale.
E` ovvio che,
vendendo, qualcosa si incassa. E` da vedere se quello che si incassa sia il
giusto, se cioe` compensi la perdita di patrimonio subita. Sarebbe bene prendere atto che dopo aver venduto gli argenti di
famiglia per pagare i debiti, non si ha piu` molto altro da vendere.
Bisognerebbe
imporre per legge a tutte le amministrazioni pubbliche, incluso lo stato, di dotarsi di un vero e
proprio stato patrimoniale.

Ricerca: occhio alla scuola.

La ricerca scientifica
e` una specie di catena di attivita`
collegate, dove la prima e` necessaria perche` ci possa essere la seconda e
cosi via. Tecnicamente questo si chiama “filiera”. Un esempio di filiera e`
quella del pane : agricoltore – commerciante di grano – mulino – commerciante
di farina – panificatore – rivendita pane. La ricerca e` qualcosa di simile.
Alla base della filiera della ricerca probabilmente c`e` la scuola, elementare
e materna. E` li’ dove puo’ nascere un
interesse per la scienza ed e` li dove deve nascere la famigliarita` con i
numeri. E` per questo che dovremo prestare particolare attenzione perche` i
numeri e l`aritmetica siano insegnati bene. Possiamo pensare a forme di aiuto
ed incentivo per insegnanti ed alunni. Gli insegnanti potrebbero essere aiutati
con delle formazioni specifiche o dei sussidi didattici. Una cosa buona
potrebbe anche essere organizzare gare a premi di aritmetica. I premi potrebero
essere oggetti, es. computer, ma anche viaggi premio o corsi speciali. Per gli
studenti delle superiori questo dovrebbe anche incoraggiare e finanziare  la partecipazione alle Olimpiadi della
Matematica (vedi  http://imo.math.ca/ http://olimpiadi.ing.unipi.it/ ).

Dovremo in
particolare curare ed aiutare la formazione di insegnanti di materie
scientifiche, anche prevedendo che ogni studente delle superiori studi almeno
una materia scientifica un po` in profondita` (con almeno cinque ore alla
settimana di lezione). Gli insegnanti dovrebbero avere la preparazione per far capire che cio` che insegnano e’
molto utile e` puo` risolvere molti problemi pratici. Allo stesso tempo
dovrebbero avere la capacita` di far capire quanto attraente sia l`argomento
dal punto di vista teorico. Se dovessimo accorgerci che c`e` scarsita` di insegnanti di certe materie, si
dovrebbe poter pagare gli insegnanti in modo differenziato. Paghiamo di piu` gli
insegnanti di quelle materie che scarseggiano. Paghiamo di piu` gli insegnanti
che insegnano nelle scuole dove nessuno vuole insegnare. Paghiamo di meno gli
insegnanti che insegnano in quelle scuole dove tutti gli insegnanti vogliono
insegnare.

Si trattera`
anche di premiare quegli insegnanti che non cessano di studiare ed approfondire
la loro materia, seguendo corsi di formazione, prendendo dottorati e
pubblicando su riviste scientifiche. Tutto cio` va premiato.

Verifichiamo che
i laboratori scientifici delle scuole siano ben attrezzati, aggiornati e dotati
di personale di laboratorio.

Le fondazioni
bancarie forse dovrebbero considerare di spendere piu` soldi nell`incentivare
lo studio delle scienze nelle scuole. Ovviamente questo dovrebbe valere a
maggior ragione per tutti i livelli di potere pubblico (stato, regione ed enti
locali).  Troppo spesso si pensa piu` ai
muri che alla qualita` delle persone.

Troppo spesso
quando si pensa alla scuola se ne parla o come un posto dove effettuare nuovi
tagli al bilancio o dove dare un lavoro ad insegnanti in certi casi molto
preparati e diligenti e ad in  altri casi no. Oppure se ne parla in termini
di conflitto chiesa – stato, molto attuale, ai tempi di Cavour. Troppe volte
passa in secondo piano il fatto che la scuola e` per molti ragazzi l`unica
opportunita` che offriamo loro. Cio` e` particolarmente vero per i piu` poveri,
quelli piu` privi di “contatti”.  La
scuola e` lo strumento che essi dovrebbero avere per costruirsi una loro vita autonoma e libera.

Una scuola non
adeguata per i ricchi e` una cattiva notizia, per i poveri e` un disastro.

Oggi la concorrenza internazionale si basa sulla conoscenza e  la scuola dovrebbe servire a trasmettere ed
acquisire questa risorsa strategica. Mettiamo questo al centro dei nostri
progetti.

Sfruttato in Italia, rispettato alle Hawaii

Riceviamo e volentieri publichiamo:

I miei piu’
sinceri complimenti alla Signora Francesca Paci
per l’articolo "Trentenni
di genio …" apparso su LASTAMPA
Venerdi’ 9 Dicembre. Finalmente qualcuno
inizia timidamente
ad accorgersi del problema! In Italia non esiste
"vivaio
generazionale" per la classe manageriale che deve guidare
il
paese verso il futuro. Io sono un "compagno di disavventura"
di
Francesco. Il ricercatore espatriato negli Stati Uniti
per cercare opportunita’
di carriera e sviluppo professionale.
Sono architetto ed a 44 anni compiuti
sono emigrato negli
Stati Uniti per cercare quello che in Italia non sono
riuscito
ad ottenere in 18 anni di carriera professionale.
Sfruttato, mal
pagato, a volte non pagato, sottovalutato.
Non sono mai stato politicamente
coinvolto, quindi molte
porte non si sono aperte ed alcune si sono chiuse.
Ho
capito che in Italia non c’era spazio per sviluppare
professionalita’ ed
avanzare con la mia carriera.
Anch’io, con la mia "non giovane" eta’
ho
iniziato ad inondare di lettere e
curriculum gli
indirizzi di posta elettronica dei piu’ grossi studi
di
architettura degli Stati Uniti.
Un giorno ho
ricevuta una risposta. Da Honolulu.
Sono salito su un aereo pieno di speranze e
con
lo spirito di ventenne.
Inaspettatamente
mi sono trovato ad affrontare
un serio colloquio di lavoro. Cercavano un
Project
Manager con esperienza per seguire la costruzione
di un grattacielo in
Waikiki. Io non ho mai costruito
grattacieli, ma posso imparare. Cosi’ ho
terminato
il mio colloquio con il Principal della company.
Pochi gioni dopo ho
ricevuto una telefonata sul mio cellulare:
Welcome aboard Sergio! Mi sono
traferito con tutta
la famiglia ad Honolulu. Nessun dubbio,
nessuna remora:
ho lasciato l’incerto per un salto nel buio. 
Ora, lavoro come
Project Manager in uno studio di architettura
di 200 persone su due
interi piani di un grattacielo
in pieno centro di  Honolulu. Mi
occupo di grossi progetti
architettonici gestiti in outsourcing nel Sud-Est
asiatico
ed amministro in prima persona progetti  di edifici
commerciali per importanti aziende di grossa distribuzione
alimentare in ambito
nazionale americano.
Dopo un solo anno di lavoro, ho ottenuto soddisfazioni e
riconoscimenti che in Italia non ho ottenuto in 18 anni
di professione.
Devo dire grazie.
Sinceramente grazie all’Italia, che con la sua
situazione mi ha
dato la spinta per saltare sull’altra sponda.
Ora sono felice.

 
Lettera firmata

————————————————————————

Il male non e` solo che ricercatori e professionisti
se ne vadano, ma anche che quasi nessun
professionista o ricercatore straniero voglia
venire da noi.


Ricerca: 1° eliminare i pregiudizi culturali.

Abbiamo bisogno
di mettere la ricerca e l`innovazione al centro della nostra economia, ma per
farlo prima dobbiamo superare l`idea che ci sia una separazione o peggio una
frattura tra cultura scientifica e cultura umanistica.

Forse dovremo
superare certi pregiudizi come quello che tende a dimenticare che la geometria era
una delle materie principali degli studi nell`antichita` classica. Un altro  pregiudizio e` quello che l`Italia sia piu` un
paese di santi, navigatori ed umanisti piuttosto che di scienziati e di
tecnologi. Intanto non dimentichiamo che i navigatori dovevano sempre  essere astronomi e matematici. Ma poi le
nostre radici sono tanto nel Michelangelo del Giudizio Universale e delle rime
quanto in quello che faceva i calcoli per tenere su` il cupolone di San Pietro.
Leonardo e` tanto l`autore dell`Ultima Cena, quanto l`ingegnere militare ed
areonautico.

Torino e` la
citta` di Lagrange, un pilastro della matematica moderna, ma anche di Plana e di
Guarini; Torino vide insegnare matematici come Saccheri, Francesco Severi ed il
saluzzese Corrado Segre; Mantova ebbe Giovanni Ceva; Pavia ebbe Antonio
Cremona, la Calabria e` la patria di Pitagora, Siracusa di Archimede, Napoli di
Caccioppoli, Pisa di Galileo e Fibonacci, Firenze di Viviani, Brescia di
Tartaglia. E certo ne dimentico
tantissimi.  Voglio pero` ricordare come
tutti questi grandi erano sempre parte della comunita` scientifica mondiale,
non si isolavano. Fibonacci per esempio
era andato a studiare in quello che ai suoi tempi era uno dei centri del sapere scientifico,
Algeri.
Se la Scozia
vanta tanti bravi contabili, il padre della partita doppia fu Luca Pacioli di
San Sepolcro in Toscana. Tutta questa gente e` parte del nostro patrimonio
tanto quanto Dante, il Tasso, Mantegna o Juvarra.

Dobbiamo avere il
coraggio di riappropriarci di questa storia. Dobbiamo renderci conto che
l`Italia e` stata qualcosa di importante e di bello, quando ha saputo
sviluppare le scienze, applicandole al commercio e all`economia. E` su quella
base che si pote` sviluppare una societa` attenta al bello. E` su questi
principi che venne fondata l`Accademia delle Scienze di Torino.

Oggi troppo
spesso viviamo una separazione innaturale tra scienza, tecnologia, economia ed
arte. La scuola spesso perpetua questa separazione contraria ai fatti. La
pigrizia di alcuni (“io conosco solo le materie umanistiche e mi basta”) diviene
insegnamento universale. Dobbiamo superare queste barriere. Dobbiamo renderci
conto che la scienza e` parte del nostro patrimonio, del nostro DNA.

Noi saremo fedeli
a noi stessi solo se sapremo ridare dignita` e forza allo studio delle scienze.

UE: la mancanza di amici puo` costare cara

(Continua dal post qui sotto)
Le accuse al Regno Unito di avere un ingiusto rimborso del proprio contributo sono solo parzialmente fondate. E` vero che il Regno Unito ha fatto una proposta di bilancio abbastanza priva di equilibrio, ma e` anche vero che con l`attuale struttura del bilancio comunitario ed in assenza di rimborso, il Regno Unito dovrebbe pagare una quota di PIL estremamente elevata, lo 0.62%, piu` di ogni altro paese. Non solo. Gli Inglesi sono anche particolarmente amareggiati perche` questi soldi non andrebbero ai piu` poveri o per lo sviluppo dell`Europa ma a ricchi latifondisti, come il Principe Alberto di Monaco, vari lords inglesi e le piu` grosse societa` agroalimentari francesi.
Se molti potrebbero capire che si dia qualche aiuto a contadini che fanno fatica a campare o a produttori che si sforzano a produrre senza inquinare, risulta piu` difficile capire come mai si debba finanziare con denaro pubblico i grandi produttori agricoli, che sono sempre ricchi e spesso dei grandi inquinatori. La Commissione Europea aveva proposto un limite all`ammontare di aiuto che si poteva dare ad un singolo produttore, implicitamente favorendo i piccoli e medi produttori. La Francia pero` si e` opposta a questa misura.
In pratica gli Inglesi non hanno torto perche’ si oppongono alla politica agricola cosi` come essa e`, ma perche` lo fanno senza proporre chiaramente un progetto alternativo. Nella fattispecie il bilancio che ora han proposto per il 2007-2013 e` abbastanza ingiusto.
Va precisato che Belgio e Lussemburgo si trovano nell`assurda situazione di ricchi che vengono sussidiati dall`UE perche` sono paesi piccoli, che ospitano molte istituzioni UE.
Non ricevono  molti aiuti diretti UE, ma sul loro territorio viene spesa gran parte delle paghe dei funzionari UE. Questo e` certo un bel sostegno alle loro economie.
L`Irlanda e` invece un chiaro esempio dell`assurdita` dell’ attuale politica  UE. Poiche` in Irlanda ci sono molti contadini, l`Irlanda incassa molto. Non importa che sia uno dei paesi piu` ricchi dell`UE.
Il ministro delle finanze irlandese  Charles Mc Crevy (cosi` come quello spagnolo) ha potuto per anni tenere le tasse basse, tanto la spesa sociale irlandese (come quella spagnola) la pagava la UE, fondamentalmente con soldi tedeschi. Mc Crevy e` poi divenuto commissario europeo al mercato interno e da quella cattedra s`e` messo a dare lezioni ai tedeschi:
"Dovete abbassare le tasse e cosi` avrete lo stesso successo economico di irlandesi e spagnoli, i due popoli che negli ultimi anni hanno avuto piu` crescita economica."  Similmente faceva il commissario spagnolo Solbes. Predicava ai tedeschi di tirare la cinghia e di imitare la virtuosa Spagna. Un paese senza deficit, ma largamente sussidiato dai tedeschi
Oltre al danno la beffa.
E l`Italia?
L`Italia sarebbe uno dei grandi perdenti della proposta britannica. Al tavolo delle trattative avremo un disperato bisogno di amici, per evitare di pagare una nota molto salata.

Bilancio UE, un criterio di giustizia

Abbiamo bisogno di un’ Europa che
funzioni.  Se l`Europa non fara` sentire la nostra voce nel mondo chi la
potra` far sentire?
E` pertanto il caso di essere sicuri che sia finanziata a sufficienza, secondo
criteri giusti.
Per quanto riguarda “a sufficienza” va detto che gli attuali progetti non
prevedono molto per l`UE. Si va dal piu` generoso progetto della Commissione
Europea che prevede l` 1.24% del PIL europeo al progetto della presidenza
britannica che prevede l`1.03 % del PIL Europeo. Questo mentre gli stati
nazionali, le regioni e gli enti locali, considerati assieme, prelevano circa
il 40% del PIL europeo.
Prima di dire se la proposta inglese e` giusta o e` sbagliata dobbiamo proporre
un criterio di giustizia. Io propongo il seguente:
I piu` ricchi pagano, i piu` poveri ricevono.
Tecnicamente  dobbiamo considerare il rapporto tra il reddito pro capite
di ogni cittadino  ed il reddito medio pro capite UE. Chi e` piu` ricco
della media dovrebbe pagare una tassa, chi e` piu` povero dovrebbe ricevere un
contributo.

Ora possiamo confrontare questo criterio
con quanto vorrebbe fargli pagare o vorrebbe dargli la proposta britannica (terza
colonna della tabella).

Come si puo` vedere essa prevede alcune
grosse anomalie.
Irlanda, Belgio e Lussemburgo dovrebbero pagare  ed  invece ricevono.Cipro
dovrebbe ricevere ed invece paga. Poi ci sono altre anomalie: il Regno Unito,
pur essendo piu` ricco di vari paesi UE  finirebbe pagando meno di loro
(Italia, Francia, Germania e Svezia). Qualche ingiustizia c`e` anche tra i
paesi riceventi un contributo netto (vedi ad esempio Portogallo e Malta o
Lettonia e Polonia). 
Qui di sotto il nome di ciascun paese e` seguito dal suo Reddito pro capite  (dove la media EU = 100) ed infine e seguito da quanta percentuale di PIL il paese riceve dalla UE come aiuto. I paesi con un numero negativo sono dei contribuenti netti.

Lettonia          43                        3.81
Polonia            47                        2.80
Lituania          48                        3.76
Estonia           50                        3.43
Slovacchia      52                         2.66
Ungheria        61                         2.61
Repubblica
Ceca              72                        2.11
Malta             72                        0.96
Portogallo       73                       1.68
Slovenia         78                       0.89
Cipro             82                   –   0.02
Grecia           82                       1.97
Spagna          98                      0.23
Italia           105                     -0.34
Germania    109                     -0.40
Francia        111                    -0.33
Finlandia     115                    -0.26
Svezia         116                    -0.39
Belgio          119                     0.69
Regno Unito  119                   -0.29
Olanda          120                   -0.43
Austria         122                   -0.40
Danimarca    122                  – 0.35
Irlanda          139                    0.21
Lussemburgo 223                    4.10

(Continua)

Una buona notizia: Gotovina arrestato

L`arresto oggi in Spagna del generale Ante Gotovina e` un`ottima notizia.
Nel settembre 1996 ho potuto spendere qualche giorno nelle zone attorno a Knin in Croazia.
Quelle zone nel 1995 erano stato oggetto di un offensiva militare comandata dal generale Gotovina. Centinaia di migliaia di persone sono state espulse dalle proprie case, dalla propria regione e sono finite in Serbia come rifugiati. I  Serbi rimasti parlavano di uomini ammazzati senza alcun processo e persone invitate a buttarsi dal tetto della propria casa per evitare di vedere la propria moglie ammazzata. Ho visto tante case bruciate e la distruzione del bestiame, per impedire ai contadini di vivere.
Non sappiamo se il generale Gotovina fosse a conscenza dei  i crimini commessi durante le operazioni militari e quindi non possiamo dire che sia colpevole.
Sappiamo che e` un ottima notizia che ora possa rispondere ad alcune domande che il Tribunale dell`Aia vuole porgli.
Infine il fatto che un cosi` importante generale croato sia stato arrestato, toglie ogni scusa alla Serbia. Anch`essa deve consegnare i ricercati serbi al piu` presto.

Ricerca: una causa che si potrebbe anche vincere.


La ricerca scientifica e`
quello che permette di avere dei prodotti non immediatamente in concorrenza con
i prodotti dei paesi dove il costo del lavoro e` molto basso.
La ricerca e` cio` che puo` permettere a certi
prodotti industriali di godere un certo periodo di unicita’ e  relativo monopolio.
La ricerca e` cio` che potrebbe permetterci,
almeno per qualche decennio, di mantenere dei salari un po` piu` alti di quello
del lavoratore cinese medio.
Di ricerca scientifica
se ne fa anche in Cina ed in altri paesi dell` estremo oriente, ma noi,
Italiani ed Europei, non partecipiamo alla gara come dei perdenti sicuri.
Perdiamo solo se lo vogliamo.
In altri campi
invece, es. produzioni manifatturriere ad alta intensita` di lavoro e bassa
innovazione, la sconfitta e` garantita.
Fino ad ora
abbiamo fatto del nostro meglio per perdere anche nel campo della ricerca, ma
cio` non e` ineluttabile. Dovremo riconsiderare molti dei nostri atteggiamenti e delle nostre scelte, ma possiamo davvero farcela.

Alcune idee per il Museo Egizio

Il museo egizio
di Torino sta cambiando.
Io mi permetto di
dare alcuni consigli.
Prima di tutto, il Museo dovrebbe avere una serie di obiettivi. Proporrei i
seguenti:

  • Conservare un patrimonio prezioso.
  • Favorire lo studio e la ricerca sull`Antico Egitto.
  • Insegnare al grande pubblico.
  • Generare reddito ed occupazione.
  • Aiutarci a migliorare i nostri legami con l`Egitto di oggi.

Altri hanno gia`
detto che il Museo dovrebbe diventare piu` facile da visitare, piu` attraente.
Tempo fa,  trovai che molti oggetti erano
datati solo coi nomi delle dinastie o dei monarchi regnanti. Questo ad un
profano, come me, dice assai poco. Non dico di non
mettere queste indicazioni, dico di aggiungere anche delle date tipo “1000
a.c.” Le spiegazioni ovviamente dovrebbero essere sempre anche in inglese e
magari francese e tedesco. All`ingresso si possono fornire dele fotocopie con
traduzioni in altre lingue delle didascalie di almeno alcuni pezzi fondamentali.
Queste fotocopie dovrebbero essere disponibili anche in arabo, russo, cinese, indi,
turco, oltre che nelle piu` diffuse
lingue europee.

Video e filmati potrebbero farci vedere
ricostruzioni degli oggeti nel loro contesto originario o darci spiegazioni
sulla vita e la storia degli Egizi. Ideali sono certe cuffie nelle quali si
puo` adattare la lingua e l`oggetto di interesse. Se sono davanti alla statua
41 e parlo portoghese, mi racconteranno in portoghese vita morte e miracoli
della statua 41.

Il negozio/libreria
contiene relativamente pochi oggetti. Sarebbe bello potere acquistare
riproduzioni delle statue e dei sarcofagi del museo, nonche` di pitture ed
oggetti di uso quotidiano, come pettini, piatti , scodelle e vestiti.

 Ci vorrebbe
inoltre:

  • uno spazio dedicato alla scienza e
         alla tecnica presso gli Egizi:
         matematica, astronomia, idraulica, ingegneria, chirurgia…solo per fare
         alcuni nomi. Certo bisognerebbe tirare dentro la competenza matematici,
         astronomi, medici e di altri esperti di varie discipline.
     
  • uno spazio dedicato alla musica degli
         egizi, con ricostruzioni dei loro strumenti ,  offrendo a gente esperta e meno esperta
         la possibilita` di suonarli.
  • uno spazio dedicato alla cosmesi.
         Molte signore e signorine e magari anche qualche signore potrebbero essere interessati a provare gli unguenti ed i trucchi che si usavano 3000 anni fa.
  • uno spazio dedicato ai giochi con cui gli Egizi giocavano. Anche noi dovremmo poter giocare i loro giochi.

 
Ci dovrebbe
essere la possibilita` di mangiare il cibo che mangiavano gli Egizi.

Inoltre e` essenziale
la presenza di  un caffe`  dove fermarsi rilassatamente a leggere o
chiaccherare. Nel locale del caffe`, la disponibilita` di porte wireless per potersi collegare a internet con il proprio laptop sarebbe benvenuta.
Il museo potra`
anche cercare di coinvolgere la comunita` degli Egiziani che vivono a Torino ed
in Piemonte. Il Museo e` un grande legame che ci unisce a loro. Sarebbe bello
trovare delle occasioni per parlare anche dell`Egitto moderno, dei suoi abitanti,
dei suoi scrittori, del fatto che oggi non c`e` molta piu`democrazia  che 3000
anni fa, ma che e` comunque una societa` interessante e piena di fermenti .

 Infine molti, visitando
il museo Egizio di Torino restano impressionati dall` attenzione che quella grande
civilta` prestava ai morti. Qualcuno sara` certamente attratto dall`idea di
venire un giorno , dopo la propria morte, mummificato. Perche` non poter
prenotare la propria mummificazione, se lo si desidera? Il Museo dovrebbe farsi
garante che avvenga secondo procedure autenticamente e rigorosamente di tipo faraonico.

 Infine sara` anche il
caso di migliorare ed aggiornare il sito internet (http://www.museoegizio.org),  il quale come e` oggi,  e` tutt`altro che attraente ed e`
rigorosamente mono-lingua.

TAV, una lezione dalla Svizzera

Intuitivamente sono d’accordo nell’utilizzare di piu’ il
treno per fare attraversare le Alpi a
persone e merci. E` piu` efficiente ed inquina meno. Abbiamo sottoscritto il protocollo di Kyoto e
quello ci impone di ridurre le nostre emissioni di gas di scarico.

Vorrei che tutti
coloro che dicono di condividere il principio che le Alpi si
attraversano in treno (UE, Governo Italiano, Regione Piemonte, Provincia di
Torino ed alcuni comuni) fossero d’accordo con l`idea che gia’ oggi bisogna usare tutti I mezzi tariffari e legali per
far si’ che le Alpi siano attraversate via treno e non via camion. Questo va
fatto fino al pieno utilizzo della capacita` della linee ferroviarie esistenti.
La Svizzera lo fa, ed in questo modo ha convinto i propri valligiani ad
accettare l` Alp Transit , (un enorme progetto ferroviario
che include una nuova galleria del
San Gottardo di 57 Km;
vedi http://www.alptransit.ch/pages/i/index.php
). I cittadini delle vallate svizzere accettano molti disagi e danni, ma in
cambio hanno fin da subito una contropartita. Meno camion, meno traffico di TIR
pesanti, meno inquinamento dell`aria, meno puzza e meno rumore.

Ai nostri valligiani si offrono  danni e fastidi in cambio di promesse e consigli.

  La
Svizzera ha sempre curato con amore e diligenza le proprie ferrovie e le comunita`
locali in Svizzera sono considerate attori principali. Questo oggi rende credibile l`interesse svizzero per Alp Transit.

Gli elvetici non si limitano a cercare di far crescere
una sequoia nel Sahara, hanno un vivaio e fanno crescere tutto un bosco, al cui
interno c`e` anche un super-albero.

Nel campo dei trasporti l’UE e l`Italia possono imitare la Svizzera; devono pero` cercare di partire dalla testa, non dalla coda.

Se sara` bene mettere le merci su rotaia tra venti anni,  non si capisce perche’ non debba esserlo gia`
oggi. Dobbiamo immediatamente utilizzare appieno la capacita` di trasporto della
linea del Frejus.

Ci scontreremo contro chi di autotrasporto vive? Metteranno
i TIR di traverso sulle autostrade e ci lasceranno tutti in coda? 
Puo`
darsi; ma il problema ci sara` tra venti anni come c’e` oggi; e` inutile
nascondersi dietro ad un dito. Tanto vale affrontarlo subito.
Se tra venti anni non saremo capaci di imporre la
ferrovia e tassare pesantemente il transito dei camion, cosi` come fanno gli
Svizzeri oggi, allora possiamo fare a meno di costruire nuovi binari. Tanto resteranno largamente inutilizzati, mentre le autostrade continueranno a congestionarsi.

Le opere che che coinvolgono la vita di molte persone per molti anni ed impongono sacrifici richiedono credibilita` e trasparenza. Queste due merci in Italia oggi scarseggiano.