Dei delitti e delle pene

Sono ormai trascorse abbastanza ore perchè possa concedermi di scrivere un pensiero sul derby a mente fredda.
È anche passato abbastanza tempo per permettermi di vedere sorgere una follia collettiva, peraltro prevedibile.
È nella natura umana, ed ancora di più in quella del tifoso, dover trovare ad ogni problema un responsabile. Sacrosanto.
Non me ne voglia Beccaria per l’abuso che ho praticato nel titolo.
È però in giornate come queste che ringrazio il cielo che il potere di vita o di morte all’interno della società (intesa come Torino FC, e forse non solo..) non sia di dominio pubblico, altrimenti ad oggi i sopravvissuti in grado di vestire il granata al prossimo incontro sarebbero meno delle dita di una mano.

Abbiamo perso e, per carità, se tutti avessero giocato al meglio delle loro capacità forse, e dico forse, saremmo tornati a casa con uno o tre punti in più. Ma così non è andata.
Qualcosa deve essere andato storto, qualcuno non deve aver svolto il suo mestiere a dovere e qualcuno dovrà perdere la testa per questo.
Ed eccoci qui, dopo aver percorso questa serie di sinapsi frutto di una infanzia troppo ricca di Cluedo e ricordi della Rivoluzione francese, possiamo finalmente fermarci ad osservare divertiti a chi appartenga di volta in volta la testa nel cesto davanti al marchingegno del dottor Guillotin.

Si apre così una finestra di possibilità proposte dal web di non indifferente varietà, ma per ragioni di sintesi dovremo riassumere il tutto in un podio da tre posti.
Vediamo, quindi, chi troviamo al terzo posto tra coloro i quali, secondo il popolo di internet, dovrebbero caricarsi sulle spalle il peso della sconfitta.
Ed attenzione! Perchè sul gradino più basso del podio troviamo addirittura un gruppo!
Si prepari la piazza più grande della città! Ci si assicuri che ci sia abbastanza posto per far calare contemporaneamente la lama sulla cervicale dell’intera difesa granata!
Il punto di forza di tutte le stagioni precedenti, uno dei più elogiati gruppi di copertura degli ultimi anni, non può permettersi di avere un calo di qualche giornata, non da noi! Non al Toro!
Quelli con la maglia granata non conoscono la parola “calo”, di sicuro non quando si è guidati in campo dagli Invincibili!
P.s. Consiglierei una lama particolarmente pesante per Glik, il ragazzo sembra nerboruto..

Al secondo posto, si prepari ad essere decollato il mister Giampiero Ventura.
È facile campare di rendita su una decente promozione in serie A ed una Europa League strappata all’ultimo ad un Parma meritevole, il bonus della vittoria contro il Bilbao a casa loro (unica squadra italiana nella storia) si è esaurito da tempo ed aver vinto il primo derby dopo venti anni serviva solo a sanare il debito maturato con la sconfitta all’andata!
La difesa non starà funzionando, ma è colpa di Ventura se questi ragazzi giocano così, non si pensi che possa essere salvato il capo di un uomo con così pochi risultati alle spalle!

Ma è sul gradino più alto del podio che troviamo l’uomo sul quale collo una discreta parte dei tifosi farebbe scivolare la grande lama triangolare, per poi risollevarla e lasciarla cadere di nuovo.
Per una quindicina di volte, meteo permettendo.

Stiamo ovviamente parlando di Daniele Padelli e, santo cielo, se io stesso non mi sarei proposto come boia al 94′ di sabato sera.
Ma per fortuna, come ho già detto, noi tifosi guidati dall’istinto abbiamo il brutto vizio di reclamare sangue senza nemmeno aver chiesto cosa ne pensa il nostro cervello.
È per questo motivo che ho lasciato passare qualche giorno e solo ora mi trovo a scrivere tutto ciò.

Daniele Padelli non è un fenomeno e tantomeno una scarpa, si colloca in una posizione intermedia tra il talento di Sereni e l’onestà di Gillet.
Ichazo è l’alternativa invocata dal popolo, che a malapena l’avrà visto giocare un paio di volte.
L’unica certezza che abbiamo è che Padelli non sia in alcun modo in grado di gestire la pressione, soprattutto quella che gli viene dagli spalti. Lo vediamo chiedere scusa, mortificarsi con egual sofferenza quando subisce il suo stesso auto-goal o quando il rinvio risulta leggermente sbilenco.
È palese come le sue prestazioni, se scarse, siano destinate a peggiorare ulteriormente in proporzione ai fischi che riceve, mentre, se galvanizzato dal fomento generale, riesca a tirare fuori dal cilindro parate decisive come quella su Sturaro nello scorso derby (vinto) ed una di piede in quest’ultimo (perso).
Da qui le ragioni che mi spingono a mordermi la lingua ogni volta che vorrei inveire contro di lui. Provo a metterci il mio, provo a non contribuire all’astio che si genera nei suoi confronti, nella speranza che ritorni in sella e riprenda a galoppare.

Il tono ironico di queste mie parole è facilmente individuabile, ho preferito esprimermi così per ribadire qualcosa che già mi era capitato di sottolineare in precedenza: l’atmosfera che si genera intorno alla squadra sono convinto abbia risvolti più pratici di quanto si immagini.
Spero di aver fatto sbollire qualche animo, di aver ricordato agli accecati dalla rabbia che non abbiamo a che fare con una banda di sprovveduti, ma con un gruppo in grado di fare bene e di puntare a ben di più di una risicata salvezza, come leggo sempre più spesso da parte di persone deluse dalle ultime prestazioni.
Sono deluso anche io, ma non sono arrabbiato.
Lo sono stato per qualche ora dopo il triplice fischio.
Ora sono sereno e, con occhi più moderati, vedo una gratuita serie di sentenze che vale quanto una bustina di thè nell’oceano.

Non dobbiamo solo tifare Toro, amici.
Dobbiamo plasmarlo.