Nata nel mese di ottobre, attualmente vive e lavora a Milano. Un Master in Giornalismo Enogastronomico presso l'Accademia Telematica Europea. Dopo alcune esperienze lavorative nel settore commerciale della comunicazione intraprende l'attività di consulente per aziende del food ed editorialista per alcune testate a diffusione nazionale. Giornalista, Scrittrice, trendsetter, dopo alcuni anni passati a farsi le ossa in giro per l'Italia è ora libera professionista nel campo più ampio della comunicazione di eventi legati alla cultura/lifestyle/travel, ed enogastronomia di nicchia. Appassionata d'arte, musica e letteratura, la scrittura per lei è sempre stata la sua forma di espressione più viscerale, l'intezione era quella di diventare scrittrice, per poter raccontare luoghi, persone, e pezzi di vita così diversi tra loro. Scrivere è stato un modo di riconoscersi, di mettere insieme piccoli frammenti di verità, ricordi, emozioni, destinati a prendere vita in una forma letteraria.
Sceglie di firmare i suoi libri sotto pseudonimo Isabel Sheldon, sensibile e curiosa, "abbiate anche una piccola fede, e non c'è nulla che non potrete fare", è il suo mantra.
Da brava fatina gourmet Isa Mazzocchi ha un occhio di riguardo davvero legato alla tradizione Emiliana, sono piatti belli da vedere, concretezza delle materie prime, ben studiati, il vostro palato ricorderà allungo i sapori di Isa, e dopo aver assaggiato le sue proposte non potete che darmi ragione.
Se vi trovate a Piacenza e non sapete dove mangiare per essere certi di non sbagliare ecco un indirizzo che abbiamo sperimentato, una cucina gourmet di gran classe. Con la sua brigata di cucina Isa Mazzocchi ha creato un menu accattivante, sapori Emiliani dalle tendenze più avanzate, siamo al ristorante “La Palta”, una stella Michelin.
La Palta è a Borgonovo Valtidone nel Piacentino, un ristorante che vanta una storia solida, complice di un’eredità gastronomica da osteria tradizionale, portata avanti con fierezza dai genitori di Isa.
Oggi la vecchia osteria che Isa ha rivoluzionato nel suo ristorante a cambiato indirizzo spostandosi sempre all’interno del suggestivo paesino di Bilegno. I pilastri della professionalità rimangono immutati, l’accoglienza, l’affabilità e il rispetto per questo lavoro li rendono una famiglia, ed è proprio la conduzione familiare che li rende affiatati ed unici. Scopriamolo.
La filosofia di Isa Mazzocchi si traduce in una grande semplicità, poche regole che le permettono di creare una cucina leggera con sapidità delicata, pochi ingredienti capaci di stuzzicare il palato favorendo uno stile di gusto familiare.
Le stagioni e il territorio favoriscono ottime materie prime da utilizzare, Isa Mazzocchi ha una grande capacità di associare il suo lato artistico direttamente sul piatto, forme geometriche, colori allegri, consistenze che affascinano. Il suo mantra è: “Se l’imperfezione è la massima espressione dell’arte allora la cucina, con la sua caducità e l’intensità dei suoi sapori, ne è una delle più alte realizzazioni”.
Tra una portata e l’altra vi sembrerà di essere all’interno di un viaggio alla scoperta di tante sensazioni, tutto è perfetto elegante e senza eccessi, così sentirete tutto il profumo dell’Emilia.
Qualche curiosità
La chef si distingue nel panorama gastronomico italiano e diventa la protagonista di Cucine D’Italia su Gambero Rosso Channel. Docente esterna e relatrice in vari festival, nel 2011 arriva la Stella Michelin e in The Best Femal Chefs Isa si classifica tra le migliori dieci chef donna del Nord Italia.
Conclusioni
Da brava fatina gourmet Isa Mazzocchi ha un occhio di riguardo davvero legato alla tradizione Emiliana, sono piatti belli da vedere, concretezza delle materie prime ben studiati, il vostro palato ricorderà allungo i sapori di Isa, e dopo aver assaggiato le sue proposte non potete che darmi ragione.
(Massimo Gelati ha contribuito alla realizzazione di questo articolo)
Ristorante La Palta 29011 Borgonovo Val Tidone (PC) Località Bilegno, 67 Tel. 0523 862103 Chiuso il lunedì Sito internet: www.lapalta.it E-mail: [email protected]
La data di apertura al pubblico è prevista il 21 febbraio in zona Porta Romana a Milano. Una full immersion nei più svariati modi di preparare gli spiedini, c’è ne per tutti i gusti; carne, pesce e vegetariani. Una proposta giocosa che coinvolge la cucina di strada all’interno di una bottega, un modo di mangiare che piace proprio a tutti.
La data di apertura al pubblico è prevista il 21 febbraio in zona Porta Romana a Milano. Una full immersion nei più svariati modi di preparare gli spiedini, ce n’e per tutti i gusti; carne, pesce e vegetariani. Una proposta giocosa che coinvolge la cucina di strada all’interno di una bottega, un modo di mangiare che piace proprio a tutti.
Il cibo di strada non è un cibo qualunque, e l’Italia abbraccia con passione questa cultura godereccia, le ricette di Filz sono semplicemente cibo di strada con contaminazioni internazionali, con una forte presenza di materie prime italiane.
Trenta proposte che variano a seconda le stagioni, si possono scegliere diverse composizioni se si ha voglia di spaziare da un ingrediente all’altro, il menù è ricco di possibilità.
Ve ne segnaliamo alcuni davvero sfiziosi:
Gambero panko al curry, mela rossa e salsa al sesamo tostato. Salmone, finocchio, rapa, sesamo e miele. Rana pescatrice funghi e patate. Bombetta di Cisternino e nduya. Zampina di San Michele e salsa verde. Tiramiskewer” il tiramisù allo spiedo. E tantissimi altri. I prezzi variano a partire da 1,50/6,50 euro per spiedino.
Non si trascura il beverage 12 cocktails in carta proposti e rivisitati da Franco Tucci Ponti, con dei signature studiati solo per Filz.
Il locale ha uno stile pop italiano, atmosfera divertente dove godere di una pausa alternativa e sfiziosa. Un tocco di eleganza è dato dal bancone amaranto realizzato con piastrelle artigianali fatte a mano e profilato in ottone, a completare l’opera 23 sgabelli di facile comodità.
Filz ha colori che attraggono, ottone e amaranto, si distingue una singolare parete cipria a pois amaranto firmata Le Corbusier.Filz è un idea dei fratelli Francesco e Nicoletta Rubini, insieme ad Antonia Carammone moglie di Francesco. L’esperienza internazionale in giro per il mondo gli ha permesso di assorbire culture e tradizioni gastronomiche di varia natura. Nicoletta Rubini ha avuto esperienze nella ristorazione in Kenya, Antonia Carammone e Francesco Rubini hanno acquisito le loro nozioni vivendo per parecchio tempo in Cina. L’esperienza si è fatta preziosa e il focus ci piace. Milano ha un goloso indirizzo in più dove fermarsi a stuzzicare.
L’idea in Più
La pausa pranzo è pensata per un breck goloso ma non impegnativo; 2 spiedini del giorno con una vellutata o una insalatina fresca, tutto accompagnato da riso al vapore o pita. Acqua e soft drink a scelta per un totale di 10 euro.
A proposito del cioccolato, in prima linea richiama l’attenzione di ogni goloso il suo sapore prezioso trova spazio in ogni gusto personale, il cioccolato è un’esperienza sensoriale a 360° che conquista tutti i sensi e Knam il re del cioccolato ne conosce tutti i segreti.
La voglia di fare un’esperienza nuova non manca, siamo alla conferenza che presenta un nuovo progetto di formazione sul cioccolato nella scuola di cucina Knam Experience Cooking Class.
Infatti dal 22 al 25 febbraio, nella location PRESSO verranno organizzati quattro giorni di live showcooking, eventi selezionati e momenti di esplorazione, il protagonista è sempre lui il cioccolato, l’alimento che dona la felicità.
Ernst Knam dirigerà nel corso di una sola notte una cena particolare, dove il cacao verrà valorizzato e proposto in ogni portata, dal dolce al salato, per carpirne e degustarne ogni sfumatura.
Domenica 25 febbraio a partire dalle 10 si avrà la possibilità di partecipare al singolare “Brunch”, animato sempre da interessanti showcooking. Tre giornate piene di nozioni ed esiti, degustazioni speciali, condotte da Ernst Knam e dal sommelier Marco Brambilla, in cui i vini più particolari verranno abbinati a sapori dolci e salati.
Un susseguirsi di ospiti contribuiranno a rendere ancor più singolare ogni incontro con Ernst Knam, venerdi 23 insieme a Benedetta Parodi sforneranno una crostata allo zenzero, sabato 24 con uno speciale swocooking in coppia con Emis Killa, e domenica 25 dedicato ai bambini uno swo con Katia Follesa.
Questa inedita opportunità vi porterà a scoprire tutti i preziosi segreti del cioccolato.
Info e prenotazioni
Cena: 150 euro
Workshop: 30 euro
Brunch: 60 euro (comprensivo di 2 calici)
Degustazione: 20 euro
È necessario prenotare anticipatamente gli showcooking, la cena e il brunch attraverso prevendita, scrivendo a [email protected] o chiamando lo 02 5519440.
Il temporary store rimarrà aperto a ingresso gratuito per tutta la durata dell’evento con orario 10-18.
Un luogo Materia dove approfondire una cucina sostanziale, nessuna scelta è mai banale, di nuova morale e di nuove ideologie senza impoverire l’anima della cucina stessa. La Location è minimal, elementare, bianco e nero per un mood confortevole. Si contano all’incirca trenta coperti dislocati in due sale.
La figura dello chef ai tempi nostri è molto rilevante, soprattutto sé la definizione della sua cucina passa agli onori della cronaca, alcuni di questi cuochi sono, e sono stati veramente straordinari, bisogna necessariamente nominarne qualcuno:
Nino Bergese (1904 – 1977). Dopo la guerra apre il suo ristorante La Santa a Genova, dove crea i suoi piatti più noti, come gli spaghetti legati e il risotto mantecato.
Angelo Paracucchi (1929 – 2004), Chef innovatore della cucina italiana. Le sue attitudini gli hanno permesso di riesaminare le materie prime della terra e della pesca, rivoluzionandone l’uso tradizionale, nuove combinazioni in sintonia con il mutamento dei prodotti e del modo di vivere.
Alain Ducasse (1956), considerato da molti l’Escoffier moderno. Ha ottenuto a soli 33 anni le tre stelle Michelin, presso il ristorante d’albergo Le Louis XV di Montecarlo.
Gualtiero Marchesi (1930 –2017) E’ stato un cuoco, gastronomo e ristoratore italiano. Viene considerato il fondatore della “nuova cucina italiana”
Paul Bocuse, (1926 – 2018) Uno dei più grandi chef del ventesimo secolo, inventore della Nouvelle cuisine. Per 50 anni ininterrotti il suo ristorante ha mantenuto 3 stelle Michelin.
Massimo Bottura ( 1962). E’ un cuoco italiano, proprietario dell’Osteria Francescana a Modena, ristorante premiato con tre stelle Michelin e classificatosi primo ristorante al mondo nella lista dei The World’s 50 Best Restaurants Awards 2016 di New York.
Ovviamente i geni della cucina sono tanti con disparate filosofie.
Da qualche decennio in Italia i cuochi italiani under 30 hanno dato prova di essere una generazione d’assalto, capaci di trasformare alcuni punti di vista in cucina. Un temperamento che non è sfuggito alla critica, è quello di Davide Caranchini, giovane ventisettenne e già chef patron a Como del ristorante Materia.
Davide Caranchini acquisisce la sua tecnica in giro per il mondo, vanta un back ground di lavoro da Gordon Ramsey, Heinz Beck, ma principalmente al Noma con René Redzepi. Si ingegna nella realizzazione di piatti creativi dalla filosofia audace d’autore, tosto al punto giusto da esprimere una cucina elegante ma complessa. Ama le erbe selvatiche che coltiva con dedizione.
La sua Cucina
Una cucina quella di Davide incentrata nell’utilizzo delle erbe, le coltiva con impegno documentandole poi nei suoi piatti, se ne contano circa un centinaio di varietà presenti nella serra del ristorante. E’ la natura che detta i tempi nella sua cucina, gusti acidi e amari, ma ben equilibrati per chi a voglia di scoprire un’esperienza diversa. Tre menu degustazione: il “Classico” formato da cinque portate per gli amanti del gusto tradizionale, “Green power”, cinque passaggi vegetariani per chi ama osare, “ Sperimentazione a mano libera”, un percorso di sei o undici assaggi scelte a sorpresa dallo Chef, dove l’espressione di Caranchini ha una forte costante tra acidità e amarezza mantenendo il bilanciamento dei sapori. Nel menu alla carte troviamo diverse proposte ne menzioniamo alcune degustate: Trota salmonata marinata, rafano, kiwi fermentato e brodo freddo di mela. Linguine “pastificio Felicetti” al non pomodoro, “Risotto carnaroli “Riserva San Massimo”, cipolla, mela e levistico”. Baccalà, prezzemolo, cipolla rossa.
Accoglienza e servizio
Ambra, Marco e Luca Sberna, rimane tutto in famiglia. In sala ad accoglierci troviamo Ambra, compagna Davide, Marco entusiasta del servizio cura con passione anche il giardinaggio, le sue cure e il suo modo di essere polivalente rendono la serra un valore aggiunto singolare del locale, piante, erbe e radici e l’estro prende forma. La cantina è seguita da Luca e Marco, che hanno messo insieme delle avvincenti referenze di spessore.
Tiriamo le somme
Un luogo Materia dove approfondire una cucina sostanziale, nessuna scelta è mai banale, di nuova morale e di nuove ideologie senza impoverire l’anima della cucina stessa. La Location è minimal, elementare, bianco e nero per un mood confortevole. Si contano all’incirca trenta coperti dislocati in due sale.
Infine qui il cibo è sintesi di una cultura “oscar green”, incentrata sull’esaltazione delle proprietà delle spezie e delle erbe aromatiche di un variopinto campionario che pittura in ogni piatto tinte vive e luminose.
Ristorante Materia
22012 Cernobbio (CO)
Via V Giornate, 32
Tel. (+39) 031 2075548
Chiuso lunedì, martedì a pranzo
Boatta rappresenta la tipica gastronomia mediterranea, pasta, pesce, verdure, olio, erbe aromatiche, mescoloanze d’ingredienti che esaltano un patrimonio unico di biodiversità e tradizioni. Un territorio che si è sempre contraddistinto per la sua cucina . I piatti della tradizione e le materie prime preziose si concentrano in piatti pieni di orgoglio e di sapori.
Boatta la Sicilia saporita .
La cucina siciliana rappresenta la tipica gastronomia mediterranea, pasta, pesce, verdure, olio, erbe aromatiche, mescoloanze d’ingredienti che esaltano un patrimonio unico di biodiversità e tradizioni. Un territorio che si è sempre contraddistinto per la sua cucina . I piatti della tradizione e le materie prime preziose si concentrano in piatti pieni di orgoglio e di sapori.
Ogni provincia della Sicilia annovera piatti tipici, ad esempio a Palermo, sono noti la pasta con le sarde, pane e panelle, il panino con la meusa (la milza). A Catania la pasta alla norma, la parmigiana di melanzane, la caponata, la lista è lunga di ogni prelibatezza. In tutta la Sicilia si possono gustare gli arancini, granite, dolci celebri in tutto il mondo, come la cassata, i cannoli. Oltre quando già detto è la terra del pistacchio di Bronte, del cioccolato di Modica e molti altri ingredienti allettanti.
Dopo un breve excursus sulla cucina Siciliana, vi racconto l’esperienza culinaria fatta al Boatta, un interessantissimo ristorantino dalle proposte Sicule, quelle della vera tradizione, e da Siciliana come sono il giudizio è più sincero.
Davide e Francesco i proprietari hanno scelto di portare un po’ della Sicilia a Milano, la cucina popolare senza filtri o contaminazioni, ma elaborate nel rispetto delle cotture più semplici col tutto il sapore del mediterraneo.
Piatto Signature
“Boatta Fish”, servito all’interno dell’apposito barattolo Cozze, vongole, calamari, ricciola, salmone e gamberi rossi di Mazara, un sapore ricco variegato, con tanti aromi che contribuiscono a rendere il piatto saporito.
Sapori ed ingredienti scopriamo il menu; serviti in miniatura troviamo gli arancini di totano, a seguire i moscardini affogati con fette di pane abbrustolito, il flan di zucca con fonduta di pecorino, nel menù diverse proposte come il classico fritto misto e la deliziosa caponata, tra i primi piatti tutti a base di pasta fresca fatta in casa menzioniamo, ( riso cacio e pepe e tartare di tonno, bucatini con le sarde, linguine ai ricci di mare). Tra i secondi troviamo proposte classiche dal gusto accentuato, come il trancio di Ombrina e il carciofo saporito, le polpette di baccalà, involtini di vitello alla messinese e tantissime prelibatezze che si evolvono in base alla stagione.
L’idea in più è il “beverage Boatta” cocktail scelti con cura e preparati con prodotti di qualità, gli aromi e le spezie danno quello sprint in più ai cocktail, che possono essere perfettamente serviti insieme alla vostra cena per quanto particolari ed originali. Qualche dritta; Mojito speciale al Gin mare, il “Boatta Mule” con vodka infusionata al jalapeno, Saint Germain, pompelmo e ginger beer.
La location è graziosa e attuale con cucina a vista che rende una bella visuale a chi ama sbirciare la preparazione dei piatti, i proprietari hanno fatto realizzare a mano da un artigiano Siculo un peculiare bancone bar che corre lungo la sala dove il bianco delle pareti suscita un atmosfera rilassata in combinazione alle luci soffuse delle candele, per poi trovare guardando all’insù uno stravagante soffitto verdeggiante annesso di piante.
Da provare
Il tris di tartare servito nei vasetti dove il pesce è adagiato su sfiziose creme di frutta,( tartare di tonno, salmone, pesce bianco). Spaghetto grezzo alla Seppia ed il suo nero, passatina di pomodoro Bufala e pane aromatizzato all’origano.
Curiosità
Boatta significa lattine ermetiche, in siciliano si pronuncia ‘buatte’ comunemente usate per conservare e mantenere i cibi.
Mano al portafogli
Spenderete a persona circa 35/40 euro, vino escluso. A pranzo troverete un menu speciale a 10 euro
L’appuntamento con il condimento più amato dagli italiani; l’olio, va in scena oggi dal 1 al 3 febbraio a Milano, la kermesse è “Olio Offina Festival” un movimento ideato da Luigi Caricato, appassionato e grande conoscitore in materia.
Il tema è comunicare l’importanza e le diversità degli oli esistenti con l’obiettivo di valorizzarne la cultura, il tema di sostegno del 2018 è; “Io sono un albero”, dove albero è vita, legame con la terra e l’olio che ne rappresenta uno dei suoi frutti.
Tante questioni di attualità e di analisi, ne elenchiamo alcuni: l’olio nella Gdo, il packaging, la comunicazione visiva, le nuove tendenze dell’olio, l’olio nella ristorazione, i frantoi del futuro, la sintesi percettiva attribuita all’olio, gli abbinamenti tra carne e olio, e tanti numerosi contenuti.
Stimolante l’argomento; “Progettare Cibo”, relativamente alla recenti acquisizioni intorno alla caratterizzazione dei fattori nutrizionali dell’olio extra vergine di oliva, del cacao, della mela e del globulo di grasso del latte.
Oltre 60 oli in degustazione da tastare in purezza o combinati alle vivande. Non mancherà un importante inchiesta sugli oli territoriali italiani senza dubbio realtà olivicole affascinanti, motore di una materia prima che rende l’Italia il cuore pulsante della produzione.
L’olio adatto a ogni piatto, a ogni inclinazione a ogni appetito, a ogni momento della giornata, potete venire a scoprirlo ad “Olio Officina Festival”
Presso Palazzo delle Stelline, C.so Magenta, 61, Milano.
Siamo sul set del premio Nonino con l’inviato Massimo Gelati, un viaggio enogastronomico, culturale, all’interno della più celebre distilleria Italiana, a cui si riconosce profondamente l’arte della tradizione volta a valorizzare i valori globali della conoscenza. In questo report ve lo raccontiamo.
Ronchi di Percoto, 27 Gennaio 2018
Gia’ da molti anni il Premio Nonino è diventato un punto di riferimento obbligato per il mondo della cultura: ciò non solo perchè la scelta dei premiati va a individuare ogni anno personaggi di prima grandezza a livello internazionale, ma soprattutto perchè in ogni sua edizione va a toccare temi di estrema importanza in un mondo nel quale sembrano sgretolarsi i valori tradizionali, in cui la stessa etica e’ messa pesantemente in discussione dalle ragioni della politica, dell’economia e della finanza, in cui un’informazione ansiosa e superficiale finisce per mettere in ombra con la cronaca del momento, la riflessione sui problemi reali della nostra società.
Quest’anno la Giuria del Premio Nonino, presieduta da V.S. Naipaul, premio Nobel per la Letteratura 2001, e composta da Adonis, John Banville, Ulderico Bernardi, Peter Brook, Luca Cendali, Antonio R. Damasio, Emmanuel Le Roy Ladurie, James Lovelock, Claudio Magris, Norman Manea, Edgar Morin ed Ermanno Olmi ha così assegnato i Premi Nonino Quarantatresimo Anno.
Premio Nonino Risit d’Aur – Barbatella d’Oro 2018 a P(our)
Nel nome, unione delle parole OUR e PURE, cioè nostro e puro, si sottolinea la missione del gruppo, che ricerca la “purezza” del prodotto, non contaminato, e del “nostro” inteso come passato condiviso in ogni angolo della terra. tre sono i paradigmi imprescindibili di P(our): conoscenza, sostenibilità e crescita. Alex Kratena, Ryan Chetiyawardana, Jim Meehan, Simone Caporale, Monica Berg, Joerg Meyer e Xavier Padovani sono i sette giovani bartender che si sono lanciati nella non facile impresa di rilanciare i valori fondanti di ogni società, gli stessi alla base del Premio Nonino.
Il loro progetto più significativo è PourProject Progetto Amazzonia, ideato per salvare l’ajè negro, una salsa fermentata di manioca amara, frutto di una cultura millenaria preparata dalle tribù indigene della foresta fluviale amazzonica. Esploratori del passato, immersi nel presente e proiettati nel futuro, ogni anno, organizzano il Symposium, un incontro internazionale per affrontare e approfondire temi fondamentali della società, come la questione del Gender, anche nel settore della bartender community. Ha consegnato il premio Adonis.
Nel 1975 ricercando gli antichi vitigni autoctoni friulani, per distillarne le vinacce, i nonino scoprono che i più rappresentativi – schioppettino, pignolo e tazzelenghe – sono in via d’estinzione, essendone vietate la coltivazione. Ad essi si aggiunge la ribolla gialla. il 29 novembre, con lo scopo di “stimolare, premiare e far ufficialmente riconoscere gli antichi vitigni autoctoni friulani”, e preservare così la biodiversità del territorio, istituiscono il Premio nonino risit d’aur – Barbatella d’oro.
Premio Internazionale Nonino 2018 a ISMAIL KADARE
Poeta, romanziere, autore di saggi e sceneggiatore nato in Albania, aedo innamorato e critico del suo popolo, tra realtà storiche e leggende, che rievocano grandezze e tragedie del passato balcanico e ottomano, ha creato grandi narrazioni. Esule a Parigi dal tempo della dittatura “per non offrire i suoi servigi alla tirannide”, ha rifiutato il silenzio, che è la metà del male, immergendo spesso il suo raccontare in mondi immaginari, divenendo testimone degli orrori perpetrati dal totalitarismo e dai suoi inquisitori. Ha fatto della tolleranza religiosa uno dei cardini della sua opera. Ha consegna il premio John Banville, dopo un videomessaggio di Claudio Magris.
Premio Nonino 2018 a ‘un Maestro del nostro tempo’ a GIORGIO AGAMBEN
Le sue indagini, sempre in cerca delle fonti, spaziano dal linguaggio alla metafisica e dall’estetica all’etica. Giorgio Agamben si definisce un epigono, considerate le sue intense esperienze con il fiorire del libero pensiero; costruisce sull’esempio di Michel Foucault, delle sue idee e intuizioni, una biopolitica e crea il concetto dell’Homo Sacer, un essere umano la cui vita è sacra, il che significa che può essere ucciso ma non sacrificato; traccia un’evoluzione, da un uomo antico che “poteva” a un uomo moderno che “vuole”, e si pone al di sopra sia delle leggi umane sia di quelle divine, aprendo la strada a un’età di olocausti. Per rendersi visibili, le società devono lottare fra due opposti principi: quello dei diritti legali e quello dell’anomia. Agamben spesso traduce la sua filosofia in pura poesia immersa nella natura; ascoltate la sua mirabile descrizione tratta dal suo ultimo libro, Autoritratto nello studio: “L’erba è Dio. nell’erba – in Dio – sono tutti coloro che ho amato. Per l’erba e nell’erba e come l’erba ho vissuto e vivrò”. Ha consegnato il premio Antonio R. Damasio.
La consegna dei premi è avvenuta presso le Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, Sabato 27 Gennaio, dove, dopo l’arrivo alle distillerie di Cristina, Antonella, Elisabetta, Benito e Giannola Nonino, con Chiara, Davide, Francesca, Sofia, Gaia, Caterina, Costanza e Beatrice, si sono aperte le celebrazioni per gli oltre 120 anni delle Distillerie Nonino.
Per il brindisi di benvenuto la Famiglia Nonino a distillato per gli ospiti una preziosissima Grappa Nonino Monovitigno® Ribolla gialla* Cru Vigna Nonino Buttrio-Friuli.
Dopo la toccante performance del Coro Manos Blancas del Friuli, sostenuto sin dalla nascita da Giannola Nonino, che si pone l’obiettivo di emancipare bambini e ragazzi dal disagio, offrendo loro un’opportunità di riscatto sociale tramite l’accesso gratuito allo studio della musica, lo spettacolo è proseguito con il coro “Artemisia” di Torviscosa ed il coro del Friuli Venezia Giulia, per concludersi con il gruppo folkloristico “Chino Ermacora” di Tarcento.
Al termine della pranzo, brindisi con Grappa Nonino Riserva Antivca Cuvee®, invecchiata 5 anni in barriques e piccole botti, e ÙE ® Acquavite d’Uva Nonino in barriques.
Moltissime le personalità presenti, tra i quali si notavano Rosita Missoni, il Conte Marzotto, Matteo Zoppas, Cesare Rimini, Riccardo Illy, numerosi giornalisti televisivi e della carta stampata, autorità civili e militari e rappresentanti dell’industria e della finanza internazionale.
Il segreto di questo successo risiede sicuramente nella capacità di pensare in grande, ma anche nel coraggio di saper decidere di modificare continuamente la propria creatura, anche quando sembra essere già baciata dal successo internazionale. Giannola Nonino questa manifestazione l’ha fatta nascere e crescere, e continua ancora a emozionarsi come nelle prime edizioni, garantendo l’eternità al Premio Nonino.
Il Moro propone una cucina di tradizione ispirata dal mare, e sempre con una punta di innovazione, tutti sapori che valgono un viaggio, tra cui spicca il gusto delle materie prime.
Quando si tratta della famiglia Butticè rimaniamo sempre soddisfatti perché la loro cucina fonde elementi Siciliani e influssi creativi, tutto caratterizzato da una filosofia elegante, molto ben equilibrata, frutto di una precisa ricerca.
Il Moro propone una cucina di tradizione ispirata dal mare, e sempre con una punta di innovazione, tutti sapori che valgono un viaggio, tra cui spicca il gusto delle materie prime.
L’ambiente trasmette una sensazione di intimità, favorita dall’accoglienza di Antonella Butticè, responsabile di sala e attenta tutrice nella scelta delle etichette in cantina. Non sfugge la preferenza di costruire una lista dei vini mirata alle biodiversità italiane, con una forte vocazione ai vini della terra natia, la Sicilia. E come tale ci accompagna a degustarne alcune etichette.
Salvatore e Vincenzo Butticè gli chef si fanno apprezzare, hanno pensato ad un menu di trasporto con tante raffinate creazioni. Le sarde beccafico, cipolla bruciata, finocchietto e arancia, l’uovo di gallina allevata a terra, calamaro spillo Sicilia e tartufo uncinato, i paccheri dei Monti Sibillini con pistacchio di Raffadali e gamberi. Tra il secondo e il pesce crudo; zuppetta di conchiglie e granita, polpo, zucca piacentina e i suoi semi, indivia e amaretto.
La grande degustazione di crudo, ostriche, fasolari, cannelli, tartufi di mare, gamberi e scampi di Mazara del Vallo e carpacci (€60,00)
Ma un buon pasto deve accompagnarsi ad un buon vino
Note Positive
Profumi e sapori autentici, con delle proposte a mano libera dei “Butticè”. Si possono sperimentare tre diverse combinazioni elaborate così: 3 portate €55,00. 4 portate €65,00. 5 portate €70,00. Una buona soluzione che unisce il giusto connubio tra “gusto, qualità, prezzo”. Per la pausa pranzo hanno creato un Menu Business Lunch, un piatto unico a €18,00.
Mano al Portafogli
Prezzo medio p.p. bevande incluse: 55€
Così aggiungo alle parole un pizzico di sale, personalmente i piatti dei fratelli Butticè mi hanno dato golose soddisfazioni, ho ritrovato i sapori della mia terra, la “Sicilia”, una terra che una volta scoperta e assaporata vi si aprirà un mondo, in questi piatti ritroverete il gusto di meravigliarvi.
Io bevo così ci insegna a conoscere ed apprezzare una categoria di vini non convenzionali, dove il risultato ci consegna un vino con profumi, colori e sapori ampiamente diversi, stuzzicando i nostri sensi ad apprezzare elementi di carattere più complessi.
La Quinta Edizione di “Io Bevo Così” si è svolta oggi lunedì 22 gennaio 2018, presso l’Hotel Excelsior Gallia nella cosmopolita Milano
Il focus è sempre il vino e i suoi produttori. Una rassegna che ci ha permesso di assaggiare e degustare più di 600 vini naturali, biologici e biodinamici provenienti da tutta Italia e da alcune regioni della Francia, Spagna e Grecia così da confrontandosi con diversi produttori.
Un appuntamento dedicato ai vini naturali e il territorio.
Biologico, biodinamico, naturale, quali differenze possiedono? non si può infatti dire che biologico e il naturale siano la stessa cosa, ecco una breve sintesi che vi riferisce le diversità degli attributi.
L’entrata in vigore della legislazione europea sul vino Biologico è stata varata nel (2012) è necessario sapere che i prodotti coltivati secondo le norme ‘bio’ vantano l’eliminazione di sostanze chimiche per il trattamento delle piante., quindi seguono precisi standard qualitativi.
Non è consentito l’uso di acido sorbico e la desolforazione
Viene stabilito un tetto per i solfiti pari a 30-50 mg/litro in meno rispetto al vino convenzionale.
La derivazione del prodotto da uve biologiche sarà controllata e certificata.
Vino naturale
Con la dicitura “vino naturale” si fa cenno alla categoria di vini che adottano le tecniche dell’agricoltura biologica, ma non aggiungono nessuna sostanza al mosto, quindi nessun correttore di acidità, anidride solforosa o coadiuvanti vari. Non essendo controllati da nessuna normativa e spesso i solfiti vengono comunque aggiunti per prevenire ossidazioni o deviazioni batteriche.
Vino Biodinamico
Con la dicitura “vino biodinamico” si fa riferimento ad un vino ottenuto da uve da agricoltura biodinamica, dove vengono fissano limiti ancor più severi dal bio, soprattutto nella fase della lavorazione in cantina.
Nell’agricoltura biodinamica non vengono utilizzati prodotti di sintesi chimica (concimi, fitofarmaci, diserbanti). Si somministrano in dosi omeopatiche dei preparati naturali ottenuti da processi fermentativi, decotti e minerali, come polvere di quarzo, sempre tenendo conto delle fasi della luna e del sole. Il terreno si lavora con metodi tradizionali come arare (con il cavallo, non con il trattore).
Viene seguito un calendario lunare sia in cantina che per i travasi e l’imbottigliamento. L’uva sana e maturata bene e non ricorre ad interventi fisici o chimici, il mosto fermenta sui propri lieviti originari.
I vini ottenuti da uve di agricoltura biodinamica sono caratterizzati da una grande vivacità e da un colore intenso.
Di seguito riportiamo la nostra personale lista degli assaggi per regione:
Merita la mia preferenza: la Lombardia con “Stefanago Ancestrale Rosé” e “Stefanago Cruasé” DOCG dell’Oltrepò Pavese. Con la stessa tecnica anche lo Spumante Metodo Classico da uve Müller Thurgau.
LA TORRETTA (Piemonte)
ALDO VIOLA (Sicilia)
I MANDORLI (Toscana)
VITTORIO STILLO (Calabria)
CASEBIANCHE (Campania)
IL GELSOMORO (Marche)
ORESTE TOMBOLINI (Puglia)
MONTISCI (Sardegna)
BODEGA SCHATZ (Spagna)
VIN DES POTES (Francia)
JORG BRETZ (Austria)
MARVLA TINDO (Slovacchia)
KTIMA LIGAS (Macedonia)
Io bevo così ci insegna a conoscere ed apprezzare una categoria di vini non convenzionali, dove il risultato ci consegna un vino con profumi, colori e sapori ampiamente diversi, stuzzicando i nostri sensi ad apprezzare elementi di carattere più complessi.
(Io Bevo così è realizzato da; da Andrea Pesce e Andrea Sala)
Oggi vi parlo di Kisen restaurant, già dal nome si capice che si tratta di un ristorante giapponese, fa parte di una catena di ristoranti in grado di soddisfare pienamente ogni necessità, la sperimentazione e la scelta delle materie prime rendono il un menù prelibato e unico.
Oggi vi parlo di Kisen restaurant, già dal nome si capisce che si tratta di un ristorante giapponese, fa parte di una catena di ristoranti in grado di soddisfare pienamente ogni necessità, la sperimentazione e la scelta delle materie prime rendono il menù prelibato e unico.
Uno spazio ampio che richiama la natura giapponese, la pietra solida e caratteristica, il legno caldo che richiama semplicità, le canne di bambu fonte d’ispirazione culturale estetica.
La cucina giapponese è amatissima e viene a sua volta rielaborata e spiegata in maniera più alternativa, i giapponesi sono liberi di scegliere tra una varietà di abbinamenti incredibili visto che la cultura gastronomica giapponese si basa sulla mescolanza di cucine diverse e ingredienti ereditati dalle varie incursioni straniere.
Kisen Restaurant è un’evoluzione di combinazioni che valorizzano fin da subito ogni proposta assaggiata, sfogliando il menù si apprende la creatività e nel contempo la semplicità della loro filosofia, assaggiamo ciò che viene pensato per noi per essere gustato.
Piatti tipici senz’altro il sushi cardine primario la varietà tris di tartare preparate con armonia di forme e colori (Salmone,avocado, tobiko, mandorle, chicchi di melograno con salsa maio sbagliata.Tonno, avocado, tobiko, mela verde, philadelphia, kisen souce. Ricciola, avocado, pomodorini, olive taggiasche e salsa al sesamo).
Bellezza e soddisfazione ci donano queste proposte;
Bignè di patate croccanti avvolte da salmone scottato alla piastra. kani cream korokke (crocchette in crema di granchi al latte con salsa dello chef) Ebi flower (tempura di gambero e fiore di zucca avvolto da salmone scottato alla piastra) dim sum (alla barbietola al the verde, nero di seppia e zafferano).
Degustazione mista di gunkan
degustazione mista di dragon ball (salmone, tonno, gambero) Temaki (Sake furai: salmone impanato, tartare di salmone, insalata e tobiko; Amaebi: gambero crudo avocado e tobiko; Yellow: riso allo zafferano, tartare di ricciola, mango, gambero rosso e chips di fiori di loto)
Tra gli special roll (Yellow roll con riso giallo, tartare di ricciola, gambero rosso e chips di fiori di loto; Fritto Maki Special; Barbabietola con riso rosso, salmone teriyaki, avocado, gambero crudo e chips di barbabietola)
Per tutti gli appassionati di conoscere una nuova apertura giapponese il Kisen vi coinvolgerà deliziandovi sulle più gustose specialità nipponiche.