Il mare a Porta Nuova

A Torino nei prossimi anni la stazione di Porta Nuova perderà la sua utilità a causa della nuova linea ferroviaria interrata, risultèrà tagliata fuori dal percorso dei treni, nasceranno altre stazioni.
E’ una occasione straordinaria per la città: lo scalo di Porta Nuova con un’area di 200.000 metri quadrati di binari è in attesa di nuove destinazioni d’uso.

Il Mare a Porta Nuova propone di realizzare un sogno collettivo: portare un po’ di mare a Torino, un bacino d’acqua balneabile al posto dei binari dismessi. Il prezioso edificio di Porta Nuova potrà essere trasformato in stazione termale, per offrire bagni caldi nel lungo periodo invernale.

http://www.youtube.com/watch?v=NfpxbAxKXS8

Web 2.0 The Second Internet Revolution

Pubblicato, secondo un percorso originale ed innovativo, “Web 2.0 The Second Internet Revolution” il libro che vuole spiegare a tutti, in modo semplice, cosa sia il nuovo rivoluzionario fenomeno culturale che interessa il web. Una lettura immancabile per chi vuole comprendere il nuovo fenomeno di Internet: il Web 2.0

Il libro di Luca Grivet Foiaia, presentato alla stampa in occasione della Fiera del Libro, spiega con tono semplice e colloquiale, con esempi, metafore, immagini e citazioni, i diversi elementi e concetti alla base del Web 2.0 in una visione globale d’insieme.

Il libro
Una guida per tutti, una sintesi divulgativa, organizzata, completa che sarà utile a chi vuole capire, con un minimo d’approfondimento, con che cosa deve o dovrà avere a che fare. Vengono toccati tutti i temi che compongono il fenomeno, bilanciando componente tecnologica e culturale. Il risultato è un vero compendio sul Web 2.0.

“Spiegare cosa sia il Web 2.0 è complesso” ha detto Luca Grivet “perché oggi siamo di fronte ad un cambiamento più culturale che tecnologico, diversamente da com’era stato per Internet anni fa (nell’1.0)” “Il Web 2.0 è presente ogni volta che clicchiamo ‘Cerca’ su Google. Senza rendercene conto coinvolge già oggi tutti noi. Lo scopo di questo libro ” ha proseguito Luca Grivet, ” è di contribuire al fenomeno del Web 2.0 raccontandolo come se ne parla sulla rete, perché questo movimento, questo fenomeno sociale, ha il gran merito di far parlare di sé, di tecnologie, di società e di persone stimolando la riflessione, il dialogo, la comunicazione, l’iniziativa e quindi l’innovazione.”

“Web 2.0 The Second Internet Revolution”
di Luca Grivet Foiaia
prefazione di Vittorio Pasteris
200 pagine – €14,85 prezzo versione Beta su Lulu.com
L’anteprima del libro

Il percorso di pubblicazione – Un libro in Beta
Il libro, sposando la filosofia del fenomeno che descrive, esce in versione Beta. Si tratta, infatti, di una versione completa e dignitosa, ma ancora non definitiva e quindi potenzialmente con alcuni “piccoli bug”.

L’idea di base è quella dell’autore che fa tutto: scrive, impagina, fa la grafica e poi, non appena finito il libro, grazie all’utilizzo del servizio print on demand di Lulu, lo pubblica e lo rende disponibile alla vendita online su www.Lulu.com . Lulu si occuperà di stampare e di consegnare anche una sola copia venduta.

Successivamente, effettuato il primo periodo di presenza on line e raccolti i feedback dei beta tester (i lettori che possono acquistare il libro ad un prezzo ridotto) ed effettuate le opportune correzioni, si passa alla distribuzione sui canali tradizionali. L’Editore del libro è LULU. In caso di risultato positivo, l’autore può poi liberamente decidere di passare con un editore tradizionale.

Tale modello è vantaggioso per tutti gli attori coinvolti:
– L’autore che pubblica senza attese la propria opera e che, se meritevole, può avere il riconoscimento dal mercato
– Lulu perché stampa e vende il libro
– Un eventuale editore successivo, che rischia poco in quanto può inserire tra i suoi un libro che ha già avuto riscontri dal mercato
– I lettori che vedranno uscire dai cassetti tanti libri belli ed utili.

“Avrei potuto mettermi direttamente a cercare un editore per la pubblicazione, d’altronde è solo il terzo libro in Italia che parla dell’argomento. ” ha dichiarato Luca Grivet, “però, un po’ per uscire prima e un po’ per essere più aderente agli aspetti culturali descritti nel libro stesso, ho preferito tentare una strada diversa, forse più rischiosa, più difficile, ma sicuramente più entusiasmante. Sarei chiaramente lusingato di essere contattato da un editore importante per la pubblicazione del libro, questo significherebbe che la sperimentazione è riuscita e potrei avere un grande supporto nella distribuzione. Credo in questo percorso, perché ritengo sia fondamentale cercare di trovare dei punti d’incontro tra il modo tradizionale di fare le cose e quello innovativo, entrambi i mondi hanno bisogno uno dell’altro e da guadagnarci.”

L’autore
Torinese, Economista di formazione e Consulente di Business ed ICT di professione, Luca Grivet Foiaia coltiva una vera passione per il Web da più di dieci anni.
Collabora a titolo personale a diverse iniziative di nicchia ed a sperimentazioni di successo legate a business, media e tecnologia Web.
Questo libro, per come è scritto e per come è nato, è l’ultima delle sue iniziative

Collaborazioni
TOP-IX (TOrino Piemonte Internet eXchange
Consorzio senza fini di lucro che, nell’ambito del proprio mandato, partecipa al programma di sviluppo della Regione Piemonte Wi-Pie supporta il lancio e la diffusione di “Web 2.0 The Second Internet Revolution” di Luca Grivet Foiaia
LULU
Fondata nel 2002, Lulu è il mercato a maggior crescita nel mondo per la pubblicazione su richiesta nel campo del fai da te digitale. Lulu.com pubblica e distribuisce “Web 2.0 The Second Internet Revolution” di Luca Grivet Foiaia

Sabato 12 maggio il Litcamp a Torino

Sabato 12 maggio, dalle 10 alle 18, presso il Circolo dei Lettori di Torino situato nello storico Palazzo Graneri della Rocciain via Bogino 9,si terrà “La Rete dei Segni”, primo litcamp (barcamp letterario) italiano sul tema di come cambia la scrittura e l’editoria all’epoca di internet.

L’evento si svolgerà in contemporanea con la Fiera del Libro di Torino per garantire la possibilità ai visitatori della Fiera di partecipare al Litcamp e viceversa.

Un BarCamp è un evento, molti lo definiscono una non-conferenza,dove non ci sono spettatori ma solo partecipanti, un incontro con discussioni aperte e libere, con lo scopo di comunicare, presentare ed apprendere fra i presenti. Il fenomeno dei barcamp sta crescendo in Italia: da Milano, a Roma, a Torino, Bologna e l’ultimo svoltosi a Genova.

I primi barcamp trattavano argomenti prettamente legati alla tecnologia e al web. Ora si stanno programmando barcamp tematici, specialistici, verticali i cui le comunità di addetti al lavoro di particolari argomenti o tematiche si confrontano fra di loro. Tutti i partecipanti possono preparare un intervento, una presentazione, una discussione o partecipare a quelle degli altri.

Al LitCamp Torinese partecipano scrittori, poeti, giornalisti, editori, blogger e lettori, in una sfida alla realtà e al sogno della scrittura sul web. Si parlerà di fan fiction, di nuova poesia, di scritture collaborative, di libera editoria, di scrittura come di segno, di riviste online, di scritture al femminile, del confine tra editoria cartacea e scrittura in rete, e degli altri oggetti connessi.

La partecipazione al Litcamp è come la scrittura: libera, possibile, e aperta a tutti anche perchè con la rete siamo tutti scrittori, tutti lettori, tutti editori, tutti giornalisti. Il Litcamp si svolge nella stessa giornata del BarCampMatera e per la prima volta in Italia due BarCamp diventeranno uno solo grazie a un collegamento in diretta che manterrà in costante contatto Matera e Torino.

Fra i presenti al Litcamp molti dei più conosciuti blogger e blogger letterari italiani che sono orami personaggi famosi anche in campo letterario o giornalistico, i rappresentanti di editori on-line e cartacei.

Update: il blog del Litcamp 

La mappa per arrivare al Litcamp

Redomino Plone Tour 2007

Il Redomino Plone Tour, occasione per entrare nel mondo del software libero, torna nel 2007 con un calendario ricco di date (Torino, Padova, Venezia, Napoli e Milano).
Anche quest’anno Redomino proporrà a tutti gli interessati, che incontrerà durante le tappe previste nelle maggiori città italiane, una giornata di presentazione gratuita sull’utilizzo del sistema di gestione dei contenuti (CMS) Plone.Durante il corso verrà data prova della semplicità con la quale Plone 2.5 permette la creazione di un applicativo web e consente la gestione e la modifica dei dati e verranno mostrati i più comuni impieghi del software libero. Tra gli argomenti principali anche Plone 3.0, il cui rilascio sarà possibile grazie ai recenti sviluppi.

L’evento sarà aperto a chiunque desideri avvicinarsi al mondo Plone e più in generale all’Open Source e al Software Libero, indipendentemente dalle proprie conoscenze informatiche. Sarà gratuito, per consentire e favorire la conoscenza del web attraverso Plone e per offrire una vantaggiosa occasione di formazione a tutti gli interessati.

La pagina web ufficiale dell’evento

ALPI365 Expo

ALPI365 Expo  Biennale delle montagne rappresenta il momento cardine del programma di ALPI365, un evento sulla montagna “fuori dal comune”, che si terrà a Torino dal 4 al 7 ottobre 2007 a Lingotto Fiere.

ALPI365 Expo Biennale delle montagne si candida ad essere l’appuntamento più innovativo nel panorama fieristico del settore. Un’esposizione in grado di conciliare il gradimento del grande pubblico e le esigenze degli operatori.

La montagna deve essere vissuta intensamente, 365 giorni l’anno.

Da questo concetto nasce ALPI365, il nuovo ed esclusivo punto di riferimento per chi promuove la montagna in ogni sua dimensione. ALPI365 racchiude un programma triennale di iniziative ed eventi culturali promosso dalla Regione Piemonte e dedicato alle tante espressioni della cultura montana: storia, letteratura, ambiente, sapori, artigianato, innovazione e sport.

Le folli spese del povero Cnr

Da Lastampa.it
Piange miseria e vorrebbe una fetta del tesoretto, ma investe 500 mila euro nel museo dell’orologio

Bontà loro, anche i vertici del Cnr hanno scoperto che i fondi disponibili per la ricerca di Stato bastano giusto per affitti, stipendi e bollette. Così s’è arrivati a discutere di sottogoverno più che di alta ricerca. Il presidente del Cnr Fabio Pistella pensa al tesoretto: «Spero – ha spiegato all’inizio della scorsa settimana – che la stagione dei congressi della maggioranza sia proficua e che, riguardo la ripartizione del tesoretto, porti buone notizie». Al Cnr raccontano che sono i sintomi di un addio annunciato. Che magari si concretizzerà proprio appena chiusa la «stagione dei congressi»: sarebbe pronto un accordo per sostituire Pistella offrendogli in cambio un incarico all’Autorità per l’Energia e il gas. Bisogna però trovare spazio per il suo vice Roberto De Mattei, di professione storico e nel tempo libero animatore del Centro Lepanto, cenacolo di ispirazione cattolica integralista. L’ha voluto accanto a Pistella Gianfranco Fini, che lo reclutò come consigliere di politica estera quand’era alla Farnesina.

«Dateci 70 milioni»
Venerdì Pistella ha fatto la seconda mossa: ha chiesto al ministero della Ricerca 70 milioni, accodandosi alle proteste dei Rettori contro il ministro dell’Università e della ricerca Fabio Mussi. Meglio tardi che mai: Pistella è al Cnr da tre anni, il rubinetto dei finanziamenti è in secca almeno da altrettanto e il braccino corto del ministero è ormai un fatto acclarato: tra il 1998 e il 2006 il fondo ordinario ha perso 86 milioni. La novità è che il vertice del Cnr non sente più la necessità di tener buono Mussi. Come accadde in autunno con la Finanziaria, quando l’ultima sforbiciata ha ridotto i fondi a 509 milioni nel disinteresse generale. Pistella, però, taglia corto su come il consiglio d’amministrazione (che lui presiede) ha suddiviso i sacrifici: 27 milioni di taglio? 23 pesano sulla ricerca. È lo stesso consiglio, d’altronde, che ha deliberato un aumento delle spese per convenzioni e consorzi del 63,15%: da 7 milioni 600 mila euro nel 2006 a 12 milioni 400 mila nel 2007. Meglio glissare.

Per chiedere 70 milioni al ministro – forse – sarà necessario spiegare anche nel dettaglio la ragione di contributi come i 500 mila euro spesi per acquistare il Museo degli orologi a muro di San Marco dei Cavoti, in provincia di Benevento, con tanto di finanziamento decennale (un milione) per poi mantenerlo. O quelle che hanno indotto il cda a destinare nel bilancio di previsione 2007 la bella cifra di 120mila euro a Geophysica-Geie, ente che figura in liquidazione dallo scorso 18 gennaio. Bisognerà ragionare sulle priorità della ricerca italiana, tanto per chiarire se davvero lo studio del «lessico intellettuale» europeo ed italiano meritino la dignità – e le necessità di bilancio – di istituti di ricerca.

Il balletto delle cifre
Potrebbe addirittura essere necessario mettere una volta per tutte nero su bianco i risultati raggiunti. Da settembre a oggi il Cnr ha prodotto tre documenti sull’argomento senza riuscire nell’impresa. Basta mettere accanto il Rendiconto 2005, il Piano triennale 2006-2008 e una nota di risposta alla rivista Le Scienze che aveva pubblicato un servizio sul calo della produzione scientifica, per accorgersi che i numeri non combaciano mai. In tanta confusione, una certezza resta inossidabile: se si tratta di burocrazia, tagliare è vietato. Le spese per gli istituti sono state ridotte da 75 a 52 milioni, ma in bilancio è rimasto ben saldo l’accantonamento di 5 milioni e 850 mila euro per la nomina dei nuovi direttori, e poco importa se il governo ha bloccato le nomine per decreto. Fermi anche un milione e 300 mila euro destinati ai capiprogetto, figura che aggiunge l’ennesimo gradino alla già burosaurica gerarchia del Cnr. A dispetto dei meriti «manageriali» sbandierati spesso e volentieri dai vertici, la nuova organizzazione costa – con questi chiari di luna – oltre 14 milioni di euro all’anno. Basta, per esempio, trasformare i direttori di istituto da professori universitari in manager con contratto privatistico per quintuplicare i costi di indennità.

Privato dimezzato
Pistella insiste sulla partecipazione privata: «Servono partenariati, programmi concordati e risorse concordate tra pubblico e privato – dice -. In questo quadro il Cnr ha superato le aspettative. I 500 milioni del ministero siamo riusciti a metterli a frutto recuperando altrettanto da varie altre fonti, da privati e con privati, anche partecipando a fondi europei». A leggere i documenti, si scopre che la raccolta privata (273 milioni) vanto del presidente altro non è che l’ennesima marcia indietro. Decide tutto Roma e gli istituti, presenti sul territorio e più adatti a raccogliere denaro da imprese e amministrazioni pubbliche, non hanno peso. Sarà un caso? La previsione iniziale 2006 parlava di oltre 42 milioni di euro raccolti tra Regioni ed enti locali. Nella previsione iniziale 2007 sono diventati 15, meno della metà.

Carriera e futuro

Dodicesima edizione del Salone del Lavoro e della Formazione Giovedì 3 Maggio 2007 al Politecnico di Torino.

Il Salone del Lavoro e della Formazione, giunto quest´anno alla dodicesima edizione, vuole mettere a disposizione dei laureandi e dei laureati degli atenei piemontesi, un Career Day, che si proponga come tramite tra l’università e il mondo del lavoro, e di aiutare coloro che ancora sono nel pieno del percorso universitario, offrendo conferenze e workshops all’interno del salone, utili per integrare le conoscenze didattiche.

Per il secondo anno consecutivo la fiera avrà luogo all’interno del Politecnico di Torino in seguito alle numerose richieste delle aziende partecipanti. All’ingresso, totalmente gratuito, verrà distribuita una copia del C&F Book (tiratura di ventimila copie) che l´associazione J.E.To.P. – organizzatrice del salone – s’impegna a redigere ogni anno come memoria storica dell’evento in questione, materiale pubblicitario da utilizzare fino alla prossima edizione, guida per conoscere le aziende partecipanti e consigli per l’inserimento nel mondo del lavoro. A tutti i visitatori sarà inoltre garantita l’assistenza di esperti del settore per la stesura di un valido Curriculum Vitae da inserire eventualmente nel database di JEToP, creato per essere consultato da tutte le aziende partecipanti all’evento.

C&F non è solo il luogo in cui si incontrano la domanda e l’offerta di lavoro, poichè è in grado di proporre anche un ricco panorama culturale caratterizzato dalle presentazioni delle aziende partecipanti e da un’importante conferenza su temi d’attualità.

Per maggiori informazioni www.carrieraefuturo.com.

Qualche soluzione interessante dall'European Mobility Forum

Durante l’European Mobility Forum si sono succeduti seminari, presentazioni d’innovazioni, incontri di brokerage ed è stata quindi fornita alla platea una grande occasione per scoprire importanti novità e tendenze tecnologiche nell’infomobilità.

Qualche idea e qualche prodotto tra le soluzioni viste al Lingotto

L’AUTO HA ORA LA SESTA PORTA
Il Centro Ricerche Fiat con il suo dipartimento di Infomobility ha presentato la sua visione sulla connessione dei veicoli con le infrastrutture di servizio e con gli altri veicoli, per una mobilità efficiente e sostenibile.
Il Centro Ricerche Fiat è attivo su diversi progetti connessi alla mobilità e alla sicurezza, e la testimonianza più tangibile della validità dei risultati dell’attività di Ricerca & Sviluppo è il nuovo Blue&me Nav. Per 4 anni il Centro Ricerche Fiat ha lavorato con Microsoft allo sviluppo di una piattaforma telematica aperta e sempre aggiornabile con nuovi contenuti per ”Infoteinment” e predisposta a soluzioni innovative per servizi di SOS, informazioni sul traffico o per relazionarsi con le compagnie assicurative.
Attualmente il computer di bordo implementato per veicoli Fiat consente di connettere il proprio telefono e gestire la rubrica personale a bordo, sfruttare le funzioni di riconoscimento vocale universale per telefonare e ascoltare gli SMS ricevuti senza dover mai staccare le mani dal volante, e ascoltare la musica connettendo il lettore mp3 direttamente alla porta USB, la cosiddetta “sesta porta” dell’auto per la comunicazione semplice ed efficiente con l’esterno.

VIDEOSORVEGLIANZA COMODA E SICURA
Con 20 anni alle spalle nel mondo nell’ICT, Webon4 porta all’European Mobility Forum la sua esperienza nel mondo informatico con un particolare orientamento al WEB e alle tecnologie wireless. Webon4 ha proposto una soluzione domotica, anche grazie al sostegno di Piemontech e alla collaborazione dell’Istituto Superiore Mario Boella, denominata FreeDHOME e che coniuga videosorveglianza e domotica attraverso applicazioni evolute che garantiscono semplicità di installazione di utilizzo.
Tale soluzione, a differenza delle altre, non necessita di PC e software da installare localmente. L’accesso ai sistemi avviene semplicemente attraverso il portale web con una procedura analoga all’home banking o, grazie all’applicazione Freedhome Mobile, tramite cellulare e PC portatili dotati di data card HSDPA/UMTS/EDGE/GPRS.
FreeDHOME è un’innovativa soluzione di video sorveglianza di esercizi commerciali, studi professionali o abitazioni private che consente di monitorare ed interagire in tempo reale con gli impianti installati, sirene, luci, cancelli e telecamere motorizzate, attraverso un PC o il cellulare.

LA MAMMA DIVENTA DIGITALE
Sistemfamily.one è stato concepito come un sistema di controllo per i neo patentati. Più che un controllo però è inteso come una forma di accompagnamento e di tutela per questa particolare categoria di automobilisti. Con Sistemfamily.one il genitore, ad esempio, ha la possibilità di conoscere se il figlio guida con coscienza e di eventuali comportamenti che possano essere dannosi o semplicemente pericolosi.
L’utilizzo di questa tecnologia è molto semplice. Una volta installato Sistemfamily.one sull’autoveicolo, l’apparecchio invia al genitore una serie di dati, monitorando costantemente il veicolo. Dati accessibili via cellulare, tramite un semplice sms o attraverso un PC. Il genitore può, ad esempio, impostare una velocità limite da non superare, ed un tempo limite durante il quale questa velocità può essere superata, come nel caso di un sorpasso o per uscire da situazioni di pericolo. Una volta scaduto questo tempo prestabilito parte l’invio dell’sms che avvisa dell’avvenuto superamento di tali limiti. Lo scopo non è di controllare, anche se su esplicita richiesta è possibile usufruire della funzione di localizzatore, ma di abituare i propri figli ad uno stile di guida più prudente.
Il prodotto non è in vendita, è disponibile in locazione per 2 o 3 anni sottoscrivendo un contratto che comporta il pagamento di un canone mensile che varia dai 30 ai 40 euro, in base alla durata. Alla scadenza il genitore può decidere di riscattare o no l’apparecchio e con un costo minimo annuale (50 / 80 euro) utilizzarlo nell’auto come sistema di antifurto satellitare, con un notevole abbassamento dei costi assicurativi.

IL CONTROLLO DEI RIFIUTI PERICOLOSI
In Italia, come del resto nella maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea, negli ultimi anni si è registrato un vertiginoso aumento della produzione di rifiuti definiti “pericolosi”. Per gestire questo trend sono stati istituiti numerosi studi e programmi.
“Ritiro” è un progetto nato dalla collaborazione di sei aziende (Consoft Sistemi, Csdomotica, Ecostudio, Vasco De Gama, Finsoft, HAL Service) patrocinato e in parte finanziato da Torino Wireless. Ritiro è un sistema che punta al monitoraggio e alla tracciabilità dei rifiuti pericolosi. Lo scopo del sistema è di tenere sotto controllo, non solo il percorso dal sito di origine del rifiuto al sito di smaltimento, ma di monitorare in tempo reale attraverso un’elaborazione continua tutte quelle informazioni riguardanti la tipologia del rifiuto, la quantità della singola partita di rifiuto associato alla specifica tipologia, l’origine dello stesso e le condizioni dei contenitori di trasporto.
Ritiro si avvale di sensori, applicati sui contenitori direttamente allo stoccaggio, che trasmettono dati in tempo reale ad una unità intermedia che passa questi dati al mezzo di trasporto provvisto di una “scatola nera” denominata Genio, capace di intervenire in caso di problemi senza dover passare dal centro servizi. Tutto questo attraverso un sistema monitorato da un satellite, in futuro dal sistema Galileo. La nascita di un primo prototipo è prevista per la fine dell’anno, mentre una vera produzione e messa in commercio è prevista entro i primi mesi del nuovo anno. L’utilizzo di questo sistema in larga scala porterebbe all’abbassamento dei costi di gestione dello smaltimento di questi rifiuti e sicuramente ad un minor impatto ambientale.

E-WINE: TRACING THE BOTTLE
Immaginate di acquistare una bottiglia di vino o di ordinarne una al tavolo di un ristorante e, utilizzando il vostro cellulare o palmare, di poter ripercorrere l’intera storia del vino (dai processi di trasformazione in cantina alle lavorazioni nei campi, dalle fasi fenologiche alle rilevazioni di agrometeorologia), scoprire gli abbinamenti consigliati con i cibi, navigare nel vigneto mediante fotografie satellitari, con la garanzia dell’autenticità del prodotto che si sta per acquistare.
Tutto ciò è possibile grazie all’applicazione delle nuove tecnologie in settori tradizionali come quello dell’agroalimentare.
Il progetto “e-Wine: tracing the bottle”, realizzato da Torino Wireless in collaborazione con la Camera di commercio di Torino e l’Istituto Superiore Mario Boella, ha portato alla sviluppo di un sistema che intende far leva sulla tracciabilità alimentare per valorizzare la qualità e l’autenticità di prodotti tipici.
La soluzione, sviluppata e gestita con il coinvolgimento di tre aziende del Distretto Torino Wireless – 3A, LogiTagTech e Thinkmobi – è già stata sperimentata in 3 cantine piemontesi (Batasiolo, La Giribaldina, Marchesi Alfieri). Il notevole interesse suscitato lascia prevedere una veloce adozione a livello commerciale della soluzione o di parte di essa, sia da parte delle aziende coinvolte nella sperimentazione, sia di altre cantine che si stanno progressivamente aggregando.
Come funziona il sistema?
La lettura delle informazioni avviene accostando un palmare o uno smart phone a una bottiglia di vino dotata di “etichetta intelligente” in cui si integrano un tag RF-ID e un barcode 2D.
Non solo un motivo di interesse per il consumatore, ma soprattutto una grande opportunità di marketing per i produttori che potranno: differenziare i propri prodotti, rendere più visibile la qualità dei propri processi produttivi attraverso l’integrazione con il sistema di tracciabilità interno all’azienda, seguendo la bottiglia nel suo percorso dalla vigna al consumatore, adottare una tecnologia anticontraffazione, raccogliere le statistiche sulla lettura delle etichette per effettuare azioni di marketing mirate.
Inoltre, dotando le bottiglie di vino di etichette intelligenti, potranno essere automatizzate in parte le procedure di logistica e distribuzione, dall’identificazione del prodotto fino alla sua spedizione, creando le condizioni per la nascita di servizi di logistica integrata.

Mobilità: dalla gestione tattica a quella strategica
Multe, telecamere, gratta e sosta, persino costose fioriere che si aprono solo con il telecomando affidato a pochi residenti, tutto può essere utile.
Il tema diviene complesso quando aumenta di scala il volume del traffico oppure la volontà politico-progettuale di attuare una gestione del traffico più avanzata, che sia occasione per realizzare concretamente i concetti di pianificazione territoriale e servizio al cittadino.
La soluzione di Q-Free, basata sull’utilizzo integrato di un OBU – On Board Unit a standard DSRC europeo e di una carta elettronica (smart card) è orientata a supportare questo tipo di approccio
La soluzione è infatti assolutamente innovativa, in quanto permette, con semplici modalità di attuazione, di integrare i servizi di mobilità connessi al veicolo (pedaggio stradale e autostradale) e quelli connessi alla persona (parcheggi, ristorazione, trasporti pubblici, servizi on demand), non solo in ambito italiano, ma anche a livello europeo, grazie all’adozione di uno standard comune.
Una soluzione scalabile, personalizzabile, longeva, e che offre servizi al cittadino anziché porre divieti

La fabbrica di brevetti rischia lo spezzatino

Da Lastampa.it

Fra le eccellenze del gruppo Telecom c’è uno dei più avanzati centri mondiali di competenze e di potenziale d’innovazione nel campo delle telecomunicazioni: si chiama Telecom Italia Lab (l’ex-Cselt) e conta su che 6300 tecnici, di cui 1400 a Torino impegnati nell’innovazione vera e propria e gli altri distribuiti fra Roma e Rozzano (Milano), sedi dedicate allo sviluppo dell’«ingegnerizzazione» dei prodotti. Il TiLab ha un budget di 3,2 miliardi di euro e nel solo 2006 ha depositato 63 nuovi brevetti. In questi giorni viene indicato come uno dei gioielli che l’Italia rischierebbe di perdere qualora il gruppo Telecom finisse in mani straniere: un patrimonio di competenze «sequestrato» o trasferito all’estero dai futuri, nuovi padroni di Telecom, siano essi americani o messicani. Ipotesi ultra-pessimistica, improbabile ma non del tutto peregrina.

Continua la lettura

Maghi digitali sotto la Mole

Luca Castelli su Lastampa.it

Benvenuti nella «Torino Valley», trampolino di lancio per la sfida a YouTube di Arturo Artom e straordinaria culla di idee e innovazioni tecnologiche di respiro internazionale.

Qui ha avuto i natali Leonardo Chiariglione, l’ingegnere partito da Almese, bassa Val di Susa, e finito sulle pagine di «Time» nell’elenco dei 50 uomini più influenti in campo tecnologico. E’ stato lui a fondare l’Mpeg Group, un collettivo di scienziati a cui si devono le attuali potenzialità multimediali di Internet (i video Mpeg, i brani Mp3).

Nel 1999 Adriano Marconetto, Gianluca Dettori e Franco Gonella ebbero invece la bella pensata di aprire un negozio musicale con sede in via Principi D’Acaja. Si chiamava Vitaminic ed era il primo a cercare di vendere canzoni tramite Internet in tutta Europa. Quattro anni dopo, con un’idea simile e il contributo delle case discografiche, Steve Jobs lanciò iTunes e conquistò il mondo della musica online.

Internet si nutre di intuizioni. Come quella che un paio d’anni fa spinse Carlo Infante e Maurizio Cilli a ideare Glocalmap.to, piattaforma online basata su mappe fotografiche della città alle quali si potevano allegare foto, video, immagini. Pochi mesi dopo la geolocalizzazione e le cartine su Internet avrebbero trovato un successo globale grazie alle Google Maps.

In un’epoca in cui il volto più dinamico di Internet si riflette nel social networking, nella creazione di comunità virtuali, nella condivisione di dati e informazioni, Torino si conferma puntualmente uno dei centri nevralgici nazionali della nuova società digitale. Nel bene e nel male. Nei locali di Hiroshima Mon Amour lo scorso 2 dicembre è stato ospitato uno dei primi BarCamp italiani, evento autogestito nato in California nel quale blogger, appassionati e semplici curiosi presentano conferenze e workshop dedicati alle nuove tecnologie. E’ invece grazie all’Università di Torino se sono approdate in Italia le Creative Commons, licenze di copyright alternativo molto diffuse su Internet, adattate al nostro ordinamento dal Dipartimento di Scienze Giuridiche sotto la guida del prof. Marco Ricolfi.

All’ombra della Mole hanno trovato origine anche due dei casi di «cronaca Web» più discussi di recente: il video su YouTube del ragazzo down picchiato dai compagni di scuola e la sentenza di Cassazione a favore dei due studenti del Politecnico responsabili della condivisione di musica e film protetti dal diritto d’autore. Gioventù ribelle? Non solo. Complice il potenziamento delle infrastrutture, nelle aule delle università cittadine continuano a nascere idee innovative, a volte talmente valide da sedurre i big dell’industria informatica mondiale. Ne sanno qualcosa i quattro ragazzi responsabili di «Hello World», progetto premiato la scorsa estate in India da Microsoft come miglior idea innovativa del 2006. Un sogno nato nel cuore di Torino. Anzi, della Torino Valley.