Torino e` troppo grande

Torino e` troppo
grande quando una lampadina si brucia e la strada e` troppo buia, quando
l’asfalto o il marciapiede sono da rifare, quando c’e` da risistemare il
giardinetto dietro casa, quando in una zona i rifiuti sono raccolti molto
peggio di quanto sarebbe desiderato, quando c`e` da decidere il senso unico per
strade assolutamente secondarie, quando c`e` da stabilire di vendere una
vecchia palazzina di proprieta` del comune, quando c’e` da concedere licenze
per l’occupazione di suolo pubblico da parte dei ristoranti e dei bar,  quando c`e` da autorizzare un nuovo parcheggio sotterraneo, quando c`e` da organizzare il commercio nel
quartiere, quando c’e` da pensare al suo sviluppo economico ed urbanistico…..

I gusti dei
cittadini possono variare da zona a zona; una risposta unificata puo’
scontentare tutti.
In tutti questi
casi Torino e` troppo grande.

L`amministrazione
cittadina centrale ha troppi probemi da risolvere e troppo poca informazione
diretta per decidere bene ed in fretta. Il voto e l’opinione di quelli che sono
direttamente toccati dalle decisioni non conta quasi nulla. La gente osserva cio’ che viene stabilito dall’alto, spesso senza poterlo influenzare.
Tutti questi
problemi e altri ancora potrebbero essere affrontati meglio a livello di circoscrizione.

Cio’ non vuol
dire necessariamente creare in ogni settore dieci organi diversi, vuol dire che
molte decisioni (la gran parte) dovrebbero essere prese a livello decentrato.

Gianduiotti: si’ in Piazza d`Armi

I "Gianduiotti", le strutture disegnate da Giugiaro per piazza Solferino,  potrebbero stare molto bene nella zona dell`ex eliporto in piazza d’Armi. Li` sarebbero i gianduiotti a dare qualcosa al luogo, in Piazza Solferino quelle strutture sottraggono al luogo la natura stessa di piazza con giardino.

Certo Piazza d`Armi andra` anche meglio collegata con mezzi pubblici, video-sorvegliata, e protetta dal traffico esterno.

Porte Palatine e Sindone

Nella zona attorno alle Porte Palatine al posto del parcheggio si sta allestendo il “Parco archeologico” che ha l’intento di risistemare la zona (peccato solo che non si demolisca il “palazzaccio” dei lavori pubblici davanti al Duomo): addirittura si vuole ricostruire gli spalti esistenti in epoca medievale tra le Porte e c.so Regina.
A parte ciò, molto si sta facendo tra cui appare simpatica la presenza della piramide in vetro a ridosso del Duomo con la porzione di pavimento della antica chiesa del Salvatore di epoca alto medioevale.
Inoltre la mostra che spero possa diventare permanente, nella cripta del Duomo sembra abbastanza ben fatta con l’esposizione di suppellettili, statue ed altri oggetti rinvenuti o facenti parte di arredi del Duomo o di altra provenienza nonché gli scavi relativi alle chiese precedenti la Cattedrale o ancora spiegazioni sulla Sindone.
Purtroppo però quanto esposto ha spiegazioni solo in italiano o al massimo vi è un riassunto in inglese delle notizie relative ai periodi presi in considerazione o a diverse spiegazioni architettoniche.
Il video sul Sacro Lenzuolo e i meglio realizzati quadri esplicativi, hanno traduzioni anche in inglese e francese. Forse si poteva aggiungere lo spagnolo viste le possibili visite di fedeli spagnoli e sudamericani. Magari vi si rimedierà. In ogni caso l’allestimento pare buono per come è stato realizzato.
Marco Brignone

Le piazze sono preziose


Le piazze sono una delle caratteristiche forti dell’ Italia. Addirittura in Inghilterra le persone  piu’ istruite conoscono  la  parola  "piazza"  e considerano le nostre piazze qualcosa di speciale, un segno distintivo dell’ Italia.

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Dobbiamo difenderle,  cosi’ come dobbiamo difendere gli spazi aperti ancora esistenti nelle citta’.
Lo spazio e’ un valore, non a caso le persone piu’ ricche spesso finiscono col comprarsi case con giardino ed ampie terrazze. I poveri normalmente devono accontentarsi di piccoli spazi.
Purtroppo a volte le piazze vengono attaccate, in certe amministrazioni sembra che ci sia una specie di aristotelico o medievale "horror vacui". Ogni spazio, secondo loro, va riempito, con un edificio, con un gazebo, un tendone, un cioccolatino, una baita, un palcoscenico o qualcos’altro ancora.
Se qualche turista verra’ per le olimpiadi, non potra’ vedere Piazza Solferino, Piazza Castello, Piazza Vittorio… Che idea si potra’ fare di Torino?
Io credo che le piazze siano un valore.

Anche l’ICI salga sul Metro’

E`giusto fare sconti sulle imposte locali agli abitanti di certe zone, quando dei cantieri per opere pubbliche rendono molto meno gradevole la vita in quelle aree. In certi casi sarebbe anche giusto dare dei veri e propri sussidi a chi subisce gravi danni. Al contempo e` anche giusto prendere atto che quando il cantiere e` finito e l’opera funziona, il valore degli immobili nell’area circostante normalmente si rivaluta. Bisognera’ tenerne conto al momento di mandare la bolletta dell’ ICI. C’e` gente che vede il valore del proprio immobile rivalutato per il semplice fatto che la collettivita’ ha sborsato enormi somme per fare un’opera pubblica. Il denaro incassato potra’ servire a fornire qualche servizio a zone che hanno pagato, senza ricevere alcun beneficio.
E` semplicemente giusto che chi piu’ ha benefici dalla presenza della metropolitana o di un’altra opera pubblica paghi qualcosa. Sarebbe bello poter dire lo stesso per il passante ferroviario, ma per vedere i suoi benefici bisognera’ ancora aspettare.

Forse per un pensionato un aumento improvviso dell’ICI potra’ essere difficile da gestire. Bisognera’ permettere di posticipare il pagamento della maggiorazione fino al momento della morte, quando l’ente pubblico potra’ esigere il suo credito con gli interessi. 

Piazza d’Armi, parco o accampamento?

Ci potranno essere diverse opinioni a proposito dei lavori effettuati in Piazza D`Armi a Torino.
Una maggior protezione di chi sta nel parco dai rumori e l’inquinamento delle strade circostanti sarebbe auspicabile ed ottenibile con siepi e cespugli.
Certo suscita molte perplessita’ il fatto che tanti cambiamenti non abbiano incluso una ricollocazione altrove dell’accampamento di caravan e case mobili nella zona dell` ex eliporto.
Esiste un diritto all’abitazione, ma non esiste un diritto ad accampare nei parchi delle zone relativemente centrali della citta’, che sono tra l’altro oggetto di esposizione al mondo durante le olimpiadi.
Chi e` accampato in Piazza d’Armi va trattato come tutti coloro che fanno domanda di casa al Comune, senza discriminazioni o privilegi.   

Golden Palace * * * * *

L’apertura di un
nuovo albergo a cinque stelle a Torino e` una buona notizia.

Il Golden Palace
e’ in via Arcivescovado in un palazzo che prima ospitava uffici della Toro.
Mentre le sedi di
assicurazioni poossono anche essere decentrate, e’ estremamente utile avere
degli alberghi di pregio nel centro della citta’.

Si tratta di un’azienda
con piu’ di 100 dipendenti, che automaticamente genera un considerevole indotto
in termini di commercianti di alimentari, fiorai, produttori agricoli, riparatori e produttori di mobili, elettricisti,
informatici, contabili, legali, ecc.
Non abbiamo una cifra precisa, ma il numero di posti di lavoro creati indirettamente deve essere considerevole. Uno studio di un po’ di anni fa della prof. Margherita Chang Ting Fa mostrava come gli alberghi siano la parte dell’economia che piu’ compra da tutte le altre.

Gli alberghi di lusso possono essi stessi
divenire parte della decorazione della citta’, si pensi al Crillon a Parigi, ai
grandi alberghi di Budapest o a quelli sulla Park Lane a Londra, solo per fare
alcuni esempi. Il Golden Palace forse non e’ tanto grande come essi, ma puo’ a buon diritto vantare  un’architettura interessante
ed il luccichio degli hotel di lusso.

Non tutti noi
forse pernotteremo in un albergo a cinque stelle, ma tutti noi dobbiamo
rallegrarci che ci sia questo nuovo hotel e che sia dov’e’;  dobbiamo augurarci che abbia sempre
tanti clienti.

L’Oftalmico deve chiudere?

Pare che
il nuovo Piano Socio Sanitario preveda
l’eliminazione dell’Ospedale Oftalmico.
Abbiamo cercato
su internet il Nuovo Piano Socio-Sanitatio del Piemonte.
Non siamo stati
abbastanza bravi: non lo abbiamo trovato.

E’ difficile dire
se la chiusura dell’Oftalmico sia una scelta giusta o sbagliata. Crediamo pero’
sensato fare qualche riflessione.
La Regione
attualmente e`sia  produttrice che  acquirente di servizi di cura medica all’occhio.

Produce i servizi
con l’Ospedale Oftalmico (ed altre strutture probabilmente).
Acquista i servizi
per conto di alcuni cittadini piemontesi, bisognosi di cure.

 
Alcune  domande da farsi dalla Regione/acquirente di
servizi sono:

a) Abbiamo
bisogno in Piemonte di un centro oculistico di quelle dimensioni e che produce
quei servizi?

b) Gli
stessi soldi potrebbero dare maggior beneficio alla salute dei Piemontesi, se
spesi per altri scopi?

c) La
domanda piemontese e’ servita al meglio in via Juvarra, a Torino, o potrebbe
meglio venire servita altrove?

d) Il
passaggio ad eventuali  nuove strutture che costi comporterebbe?

Ci sono anche

delle domande che la Regione come produttrice di servizi potrebbe porsi:

· come
struttura produttiva l`Oftalmico e’ o puo’ facilmente divenire competitivo sul
mercato italiano o europeo dei servizi medici?

· Potrebbe
quindi fare dei profitti o pareggiare grazie a dei clienti provenienti da altre regioni o da altri paesi?

Sarebbe interessante l’idea di divenire esportatori di servizi medici ed in questo modo potremmo
creare o mantenere  alcune opportunita’
di lavoro qualificato ed eventualmente di ricerca.

 Non e` necessario
che sia la Regione/acquirente che la Regione/produttrice abbiano interesse a
mantenere l’Oftalmico in vita. Basterebbe che una delle due avesse una buona ragione.Forse queste questioni  sono gia’ state considerate dal Piano.
Se qualche
lettore sa dirci dove trovarlo, andremo a leggerlo con piacere.

Per un Lingotto raggiungibile

Il Lingotto
presto diverra’ sede della stampa internazionale in trasferta a Torino per
seguire le olimpiadi. Tutti noi speriamo che il Lingotto divenga un centro
fieristico, commerciale, alberghiero, ricreativo, ecc. (polifunzionale) davvero utilizzato appieno. In quelle occasioni in cui il Lingotto ha lavorato a pieno regime
si e` spesso sentito parlare di mancanza
di parcheggi. La cosa strana e` che Lingotto e` anche una stazione ferroviaria,
ma la ex fabbrica e la stazione non sono collegati ed il visitatore che arrivi
in treno deve fare un lungo percorso per raggiungere il centro fieristico,
l’albergo, l’auditorium e tutto il resto. Detto percorso, unitamente con lo scarso servizio spesso offerto dai treni, e’ sufficiente a convincere il visitatore a prendere l’auto.
La situazione non
migliorera’ di molto poco quando la passerella sospesa al grande arco rosso
bulgaro diverra’
accessibile al pubblico. Essa fa fare un’ inutile deviazione verso gli ex mercati
generali . E` un percorso troppo lungo per divenire la soluzione standard per
il grande pubblico diretto al Lingotto; praticamente e’ un invito a non venire in treno. Ricordo  che l’Italia e` il paese al mondo con la piu’ alta percentuale di anziani. E’ a loro che chiediamo di far una mezza maratona?
Resta aperto il
problema di collegare la stazione con il centro fieristico e la ex fabbrica.
Una buona soluzione potrebbe essere un collegamento veloce tramite scale mobili e tapis
roulant o con una specie di treno senza conduttore, come si usa in diversi
aeroporti del mondo. Potrebbe partire dal lato  ovest della  stazione, fermare al lato est, poi all’Oval, quindi all’estremo sud del  Lingotto, quindi a meta’ fabbrica ed infine all’estremo nord dell’ ex stabilimento.
Questa soluzione
permettera’ anche a chi non e’ un atleta o ha bambini piccoli al seguito o ha bagagli di prendere il treno per andare  al  Lingotto o all’Oval.
Prendere il treno
non deve essere una missione o una vocazione, deve essere la soluzione piu’
semplice e comoda.

Museo Egizio: rettifichiamo ed aggiungiamo

Nei giorni
immediatamente precedenti il Natale siamo tornati al Museo Egizio. Benche’
facesse freddo e ci fossero le vacanze di Natale, non c’erano molti visitatori.
In piu’ di due ore di visita non ne abbiano visti piu’ di venti.
Le cuffie con
spiegazioni in italiano, inglese e
francese sono gia’ presenti e funzionanti. Quindi il nostro suggerimento in
merito, su questo stesso sito, era inutile. Mentre ci rallegriamo di quanto
gia’ c’e’ e chiediamo scusa per aver dato un consiglio inutile, notiamo che spiegazioni
in altre lingue potrebbero essere benvenute. 
Bisogna pero’
notare  che alcune vetrine non hanno il
numeretto di riferimento per le spiegazioni audio. Anche solo con le
spiegazioni attuali un visitatore puo’ riuscire a non sentire tutto, perche’
c’e’ gia’ molto da ascoltare. Resta il fatto che spesso al visitatore piace
scegliere; passare davanti ad una vetrina senza spiegazioni genera un po’ di
frustrazione.
Confermiamo che
al primo piano molte bacheche
continuano ad avere spiegazioni solo in italiano o non hanno spiegazioni. La
situazione al piano terra (Egitto pre-dinastico) e’ migliore.
In generale
l’attuale disposizione dei reperti soffre di mancanza di spazio. Il museo e’ molto delicato e sarebbe in
pericolo in presenza di molti
visitatori. Non sappiamo se ci siano molti reperti non esposti, ma
semplicemente con i reperti attuali un piano in piu’ nello stesso palazzo
sarebbe appena sufficiente per proteggere maggiormente i reperti e rendere le
sale accessibili da piu’ persone senza rischi per il patrimonio.
Se i reperti
fossero solidamente difesi, il museo potrebbe anche divenire sede di ricevimenti
di aziende e privati, con  pagamento a
beneficio del museo. Nelle attuali condizioni i rischi sarebbero troppo grossi.
Il problema spazio non
e’ da poco. Da un lato e’ bello vedere il Museo nella sede che lo ospita da
secoli, dall’altro il palazzo puo’ divenire il piu’ grande limite del Museo
stesso. L’ideale sarebbe se oltre ad i locali della Galleria Sabauda si
riuscisse anche a reperire altri vani nello stesso palazzo ed in edifici vicini.
Ce ne sono?
Il personale
dovra’ venire incentivato a formarsi. Benche’ il personale del primo piano sia
stato molto gentile, un semplice problema  con una cuffia sonora (passare da una lingua
all`altra) non ha potuto essere risolto dal personale del piano, ma ha
richiesto uno scomodo ritorno (con coda) alla cassa. La cliente in questione e’
stata richiamata per uso improprio dell’apparecchiatura. L’accusa era probabilmente fondata, ma una turista in vacanza non si aspetta di venire sgridata per una svista in un
posto dove ha pagato piu’ di 11 euro tra biglietto e cuffia sonora.
Il Museo potra’
ancora raccontare mille storie interessanti. Potra’ attrarre gli amanti degli animali,
parlando di mucche, coccodrilli, uccelli e gatti. Anche per certi animali  dovrebbe essere disponibile un servizio di
mummificazione.  Esso potrebbe dare
conforto a sconsolati padroni di gatti, da poco trapassati e potrebbe generare un`interessante fonte di reddito per il museo.
Il Museo Egizio parla di scioperi e relazioni sindacali durante la costruzione delle piramidi, di
contabilita’, di giustizia, di architettura e di sesso; i papiri erotici del
Museo forse potrebbero essere maggiormente reclamizzati.
Apprezziamo che
nel negozio del Museo ci sian gia’ molti libri. Se ci fosse piu’ spazio ci
starebbero bene anche scarpe infradito, parrucche, sedie, tavole incerate per scrivere e
scacchiere. Sarebbe il caso di svilippare un marchio del Museo Egizio, sviluppando
varie serie di prodotti e servizi . Sempre in un museo con piu’ spazio, potrebbe trovare
spazio un’agenzia di viaggi specializzata in viaggi in Egitto. Essa dovrebbe
pagare cospicue percentuali al Museo stesso.
Il sito internet
del Museo dovrebbe divenire un museo virtuale, dove i curiosi australiani,
cinesi o canadesi possano iniziare a pensare a Torino ed al suo Museo ancora
seduti a casa loro.