Una gita alla Mandria

La_mandria_con_il_castello_di_venaria

La Mandria, a Venaria-Torino
e` un parco molto bello.
Desidero pero` sottolineare alcuni punti che dobbiamo migliorare.

Raggiungibilita`

Oggi I due autobus che arrivano da Torino arrivano troppo lontano dal parco (certamente piu’
di un chilometro). Bisogna attraversare tutto il centro di Venaria, peraltro bello, e poi
percorrere il lunghissimo viale di accesso. E` un palese invito ad andare al
parco in auto. I parchi sono fatti per incentivare la gente ad andare in macchina?
Ma che senso ha?
Non ci vorrebbe molto a far arrivare un autobus  (il 72? )fino al cancello del
parco.

 

Viale d` accesso

Il lungo viale di accesso al parco da un lato ha gli stabilimenti Magneti
Marelli. Il turista non capisce se sta andando a vedere uno dei piu’ bei
parchi d`Europa o una zona industriale
in declino. Per coprire i capannoni non ci vorrebbe molto, starebbe bene una
fila di alberi ed una siepe multipla, cosi’ come e` stato ottimamente fatto al
parco delle Vallere. Quello e` separato dalla strada da un’ eccellente
divisione verde. Chi e` dentro il parco non si rende conto che oltre gli alberi
e la siepe, c’e` una strada a grande traffico. Copiamo il modello Vallere per nascondere  gli stabilimenti Magneti Marelli.

 

Il_viale_di_accesso_alla_mandria











Biciclette

Ottima cosa che si possano affittare delle
biciclette, pero’ e` difficile raggiungerle, perche sono in cascine abbastanza all’interno del parco. Sarebbe meglio se fossero piu’
vicine all’ingresso, non tutti han voglia di camminare fino alle cascine dove
le si affitta.

 

Edifici abbandonati o sottoutilizzati

Ce ne sono tanti. Alcuni sono destinati ad ospitare futuri musei,
altri non si sa.
L’Ente Parco e la Regione dovrebbero fissare
delle regole molto rigide circa il loro utilizzo:

  • No all’utilizzo di auto, si va e si viene
    con un pulmino elettrico.
  • Nessuna tolleranza per scarichi inquinanti.
  • Edifici dotati di tecnologie avanzate nel
    campo del  risparmio energetico e del risparmio dell’acqua e del suolo.

Dopo di che, la Regione o il Parco  potrebbero pubblicare un bando
alla ricerca di privati che vogliano utilizzare questi edifici abbandonati a scopo commerciale.

La
Mandria e` molto vicina a Caselle; Venaria potrebbe anche divenire sede di congressi. Degli agriturismo o degli alberghi in mezzo al parco ci
potrebbero stare bene e probabilmente ci sarebbe anche una domanda per essi. I
soldi della concessione per 20-30 anni dovrebbero andare all`ente parco, per finanziare attivita` di tutela o l’acquisto di nuovi terreni.
Lasciare andare in malora gli edifici  come vanno oggi non mi sembra cosa sensata.

Edificio_abbandonato

 

Cascina_abbandonata

 

Mediapolis si’, a Mirafiori.

Egregia Presidente della Regione Piemonte
Bresso,

Egregia Presidente del Fai Mozzoni Crespi,

 Io apprezzo e condivido l’interesse
della Presidente Bresso verso la possibilita` di creare posti di lavoro nel Canavese ed in Piemonte, io
apprezzo e condivido pure il desiderio della Presidente Mozzoni Crespi di
tutelare quell preziosissimo patrimonio che e` il paesaggio di certa parte di
Canavese nei pressi di Masino.

 Io credo che i nostri interessi e desideri per maggiore occupazione e  difesa della risorsa paesaggio potrebbero essere conciliati.

 Il Canavese ed il Piemonte sono  pieni di aree industriali
dismesse. Che ne e` delle  aree dove un
tempo lavoravano tanti operai del Canavese? Che ne sara` dell’immensa area
dello stabilimento di Mirafiori?

Se Mediapolis finisse a Mirafiori sarebbe semplice compensare il Canavese in denaro, per il mancato investimento ricevuto. Semplicemente, parte di quello che Torino incasserebbe grazie all’investimento  dovrebbe essere destinato al Canavese.

 Le aree industriali dismesse sono i posti giusti per costruire
parchi tematici. Si ricuperino quelle aree e si dia loro una nuova funzione
produttiva. I parchi tematici in tal senso possono divenire ottime idee. Si lasci invece stare quelle aree relativamente incontaminate come le campagne vicino a Masino. Dobbiamo sanare quei luoghi dove ci sono delle ferite, non ferire i luoghi sani.

Il vantaggio competitivo dell’Italia e` nel suo fascino, non riduciamolo, cerchiamo piuttosto di aumentarlo.

Cordialmente,

 
Gustavo Rinaldi

 L’area che Mediapolis vuole trasformare in parco di divertimenti.

060519_masino

Dal sito web di Mediapolis.

Per saperne di piu’:

Questa mia lettera segue una lettera della Presidente FAI il 17/05/2006 ed una replica della Presidente della Regione Piemonte del 18/05/2006 entrambe publicate su La Stampa

http://www.gruppomediapolis.com/italiano/localizzazione.shtml

http://digilander.libero.it/idste/millenniumpark.html

http://www.parksmania.it/index.php?module=parchi&func=scheda&pid=134


http://eddyburg.it/article/articleview/1017/?PrintableVersion=enabled


http://www.dscanavese.it/publicmono/services/text/dscan_pl_2002_18dic_02.html

Alpignano: un parcheggio per favorire i pendolari

La Stampa dell` 11 maggio riferisce che ad
Alpignano e` stato organizzato un posteggio per I pendolari. Pare anche che
Alpignano progetti di ingrandirlo ulteriormente in futuro.
Credo che fare questo tipo di
parcheggi sia un passo nella
giusta direzione.

I parcheggi servono sopratutto per permettere alla gente di prendere treni, pullman,tram e metropolitane. I parcheggi al centro delle citta` creano traffico.


Quale sia la qualita` dell’opera  di Alpignano e` poi un altro discorso, bisognerebbe visitarla.

Vedasi anche:

http://gustavorinaldi.blog.lastampa.it/il_mio_weblog/2005/12/il_traffico_in_.html


In coda per Bookstock

Ieri alle 15.30 tanta gente, sopratutto giovani, erano in coda per accedere a Bookstock davanti al Pala-Isozaki in quello che una volta era corso Sebastoboli. Benche’ il sole fosse primaverile il caldo era gia`grande. La distesa di cemento non perdonava. L’assenza di un qualunque albero non dava appello.
Sia lode ed onore a chi organizza eventi come bookstock.
Sia dimenticato e deprecato chi crea delle fornaci come il piazzale davanti al Pala-Isozaki e lo Stadio Olimpico. Possa egli passare i suoi mezzogiorno d’estate su quel piazzale.
Quel piazzale va ri-umanizzato con del verde e degli alberi. Ora ad aprile  e` gia` caldo; a maggio, giugno, luglio, agosto e settembre sara` molto sgradevole. Per alcuni potra` essere letale.
Piazza d’Armi, dal lato dello stadio e` stata gravemente danneggiata e la superficie del parco e` stata ridotta.
Il ripristino dei confini del parco e del verde  nel parco e` urgente.

Torino e` troppo grande

Torino e` troppo
grande quando una lampadina si brucia e la strada e` troppo buia, quando
l’asfalto o il marciapiede sono da rifare, quando c’e` da risistemare il
giardinetto dietro casa, quando in una zona i rifiuti sono raccolti molto
peggio di quanto sarebbe desiderato, quando c`e` da decidere il senso unico per
strade assolutamente secondarie, quando c`e` da stabilire di vendere una
vecchia palazzina di proprieta` del comune, quando c’e` da concedere licenze
per l’occupazione di suolo pubblico da parte dei ristoranti e dei bar,  quando c`e` da autorizzare un nuovo parcheggio sotterraneo, quando c`e` da organizzare il commercio nel
quartiere, quando c’e` da pensare al suo sviluppo economico ed urbanistico…..

I gusti dei
cittadini possono variare da zona a zona; una risposta unificata puo’
scontentare tutti.
In tutti questi
casi Torino e` troppo grande.

L`amministrazione
cittadina centrale ha troppi probemi da risolvere e troppo poca informazione
diretta per decidere bene ed in fretta. Il voto e l’opinione di quelli che sono
direttamente toccati dalle decisioni non conta quasi nulla. La gente osserva cio’ che viene stabilito dall’alto, spesso senza poterlo influenzare.
Tutti questi
problemi e altri ancora potrebbero essere affrontati meglio a livello di circoscrizione.

Cio’ non vuol
dire necessariamente creare in ogni settore dieci organi diversi, vuol dire che
molte decisioni (la gran parte) dovrebbero essere prese a livello decentrato.

La Regione va al Lingotto

L’idea della Regione di collocare i propri uffici nella zona dell’ex FIAT AVIO  va nella direzione giusta.
Gli uffici saranno non lontano dalla stazione di Lingotto invece che all’ ex-Materferro tra borgo Crocetta e borgo San Paolo. Si sposterannono attivita` amministrative verso la periferia, lasciando zone centrali, oggi occupate da assessorati, a disposizione di altri utlizzi, primo fra tutti il turismo. Probabilmente si togliera` anche del traffico automobilistico dal centro. La Regione sara` facilmente raggiungibile in treno da tutte le province del Piemonte. Un’area di periferia guadagnera’ ulteriore importanza.
Resta da vedere cosa fara’ il comune di Torino nella zona dell’ ex Materferro. Se assisteremo semplicemte alla continuazione dell’edificazione della zona, per il quartiere non sara’ un gran guadagno. Anche quando nuovi i complessi edilizi vengono chiamati, con poco senzo della realta`  "parco",  restano degli agglomerati di costruzioni non necessarie, poco innovative e poco fantasiose. La zona potrebbe guadagnare molto dalla presenza di un vero giardino (di piante), che riduca il grigiore notato da tanti corrispondenti esteri ai tempi delle olimpiadi e rinfreschi la zona durante le estati torride. Sarebbe un modo concreto per la Citta’ di Torino di affermare che crede nel Protocollo di Kyoto.

Autostrade del mare e balene

Poiche` il trasporto via mare e` uno  di quelli che inquina  poco e costa meno bisognera` cercare di incoraggiarlo. A cio’ si aggiunga che in un viaggio Palermo-Genova un TIR puo’ essere solo difficilmente piu’ veloce di una nave. Il primo deve percorrere 1428 chilometri agli 80 al’ora, se rispetta le leggi vigenti. Se potesse mantenere quella velocita` sempre, ci metterebbe quasi 18 ore; a cio’ si aggiunga qualche fermata, qualche coda e qualche incidente per la strada e facilmente si raggiungono le  20 ore di viaggio. Questo e’ quanto necessario ad una nave per fare Palermo Genova. Sono relativamente pochi i tipi di merce  per i quali poche ore di differenza contano molto. Certo organizzare dei trasporti navali efficienti e veloci non e` una cosa semplicissima, perche’  occorrono non solo porti moderni e ben attrezzati e navi veloci e capaci di caricare e scaricare in fretta e bene, ma anche una capacita` di organizzare il lavoro dentro e fuori i porti in maniera efficiente e competitiva. I porti non possono essere  isole e, se non sono ben collegati con una efficiente rete ferroviaria, divengono molto meno utili. Ancora una volta` l’accento va posto piu’ sull’organizzazione degli uomini che sulle strutture di ferro e cemento. Sono le relazioni tra esseri umani che ci vedono piu’ spesso deboli e perdenti.
Migliorare i nostri porti ed i loro annessi non solo favorira` i trasporti tra nord e sud dell`Italia, ma anche favorira` una partecipazione italiana nel mercato internazionale dei servizi portuali e di logistica, dove il potenziale di crescita e’ notevole.   foto:Stefan Jacobs

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Il mare e` anche abitato da altri mammiferi, le balene. Esse gia` oggi sono spesso vittime di incidenti nautici dove riportano ferite o muoiono.
Probabilmente esiste qualche modo intelligente per  risolvere il problema di questi incidenti. Intanto si puo’ stabilire che le navi seguano il piu’ possibile rotte precise, evitando  cosi’ i posti piu’ frequentemente abitati dai cetacei.  Inoltre gli zoologi marini forse potranno identificare e  suggerire qualche
modo per poter avvertire le balene dell’arrivo delle navi, tenendole  a debita distanza; una specie di clacson per balene.  Non dico di conoscere la soluzione, dico che e` possibile cercarla  e forse anche trovarla.
Il nostro mare ci puo’ aiutare a collegare  il nord ed il sud del paese, ma non per questo dobbiamo rinunciare all’onore e privilegio di ospitare alcune delle piu’ belle comunita` di balene del mondo.

L`agricoltura e` anche affar nostro

Troppo spesso pensiamo che la politica agricola dell’UE non sia affar nostro e che la si possa lasciarla nelle mani delle associazioni agricole, dei ministri e della commissione UE. Pero` la spesa agricola e` circa il 42% di tutta la spesa comunitaria. La spesa comunitaria in termini percentuali e` solo l’1% del prodotto europeo, ma sono comunque 112 miliardi di euro all’anno. Se e` fatta male, fa perdere la faccia all`  UE. Noi abbiamo un bisogno disperato di una UE forte e ben gestita e quindi dobbiamo far qualcosa perche` la spesa agricola non sia palesemente assurda.

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Nel 2002 in Europa c`erano  610 aziende agricole ricche  che ricevevano un sussidio  di circa €768,333 ciascuna. Questi erano i veri beneficiari della politica agricola europea.
C`erano anche 2,397,630 aziende agricole povere che ricevevano circa €405  ciascuna, meno di un millesimo degli altri. Il contributo medio annuo era di € 5000.
La giustificazione di tipo sociale per questo tipo di aiuti non sta in piedi. Riceve chi e’  piu` ricco ed al povero contadino di montagna vanno briciole.
I soldi UE sono dati in proporzione alla superficie posseduta e a quanto si produceva un tempo: chi possiede di piu’ riceve di piu’. Cio’ potrebbe anche avere senso se il possesso della terra fosse collegato a stringenti obblighi concernenti l’ambiente, la qualita` dei prodotti ed il benessere degli animali (in eurocratese questa si chiama “multifunzionalita` dell’agricoltura”), ma per ora i vincoli qualitativi ed ambientali non sono cosi’ severi da giustificare queste  grosse somme. Chi le riceve puo’ continuare ad inquinare il terreno ed i fiumi e a maltrattare gli animali.

L`agricoltura UE puo’ solo venire riformata dai governi nazionali, perche` il Parlamento Europeo non ha quasi voce in capitolo, quando si tratta di  sussidi all’agricoltura. Quindi sara` il governo che eleggeremo noi il 9 aprile che dovra` dire la sua, possibilmente formando una coalizione con altri governi.
I candidati vi han detto cosa intendono fare in merito?

Le piazze sono preziose


Le piazze sono una delle caratteristiche forti dell’ Italia. Addirittura in Inghilterra le persone  piu’ istruite conoscono  la  parola  "piazza"  e considerano le nostre piazze qualcosa di speciale, un segno distintivo dell’ Italia.

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Dobbiamo difenderle,  cosi’ come dobbiamo difendere gli spazi aperti ancora esistenti nelle citta’.
Lo spazio e’ un valore, non a caso le persone piu’ ricche spesso finiscono col comprarsi case con giardino ed ampie terrazze. I poveri normalmente devono accontentarsi di piccoli spazi.
Purtroppo a volte le piazze vengono attaccate, in certe amministrazioni sembra che ci sia una specie di aristotelico o medievale "horror vacui". Ogni spazio, secondo loro, va riempito, con un edificio, con un gazebo, un tendone, un cioccolatino, una baita, un palcoscenico o qualcos’altro ancora.
Se qualche turista verra’ per le olimpiadi, non potra’ vedere Piazza Solferino, Piazza Castello, Piazza Vittorio… Che idea si potra’ fare di Torino?
Io credo che le piazze siano un valore.