Concorso per 80 posti da auditors alla Corte dei conti europea

europa C’è tempo fino al 28 aprile per candidarsi al concorso da auditors alla Corte dei conti europea.

La Corte dei conti europea, con sede a Lussemburgo, svolge audit sulle finanze dell’UE. Il suo compito è migliorare la gestione finanziaria dell’UE, pubblicare relazioni sull’utilizzo dei fondi pubblici e fare in modo che i soldi dei contribuenti dell’UE siano utilizzati nel modo più efficiente.

Per chi ricopre il ruolo di Auditor è previsto un salario mensile base di 4.384,38 euro per 40 ore di lavoro a settimana.

– essere cittadini di uno degli Stati membri dell’Unione Europea
– avere una laurea almeno triennale (o conseguirla entro il 31 luglio 2015) in un ambito di studio attinente al lavoro da svolgere presso la Corte dei Conti
– oppure avere una qualifica o una formazione professionale equivalente
– avere un’ottima conoscenza (a livello C1) di una delle lingue ufficiali dell’UE e una buona conoscenza di una seconda lingua fra inglese, tedesco o francese.

Potete trovare ulteriori informazioni a questo link:

http://europa.eu/epso/apply/jobs/perm/2015/audit/index_en.htm

La montagna e l’Europa

10405447_10204244979393735_1546375853753744910_nLe zone di montagna sono caratterizzate da enormi sfide, ma al contempo credo che si debba riconoscere anche che esse portano con loro enormi opportunità.

Nell’ambito della conservazione e protezione del territorio, nel campo dello sviluppo sostenibile e dell’uso efficiente delle risorse, nel campo del turismo e della crescita economica, della cultura, della promozione delle nostre eccellenze eno-gastronomiche e dell’agricoltura, è utile ricordare che le montagne, soprattutto in Piemonte, ma anche per l’Europa intera, possono offrire un contributo decisivo per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020.

Anche per questi motivi mi sono messa al lavoro nel Parlamento europeo, fin dalle prime settimane della nuova legislatura, proponendo di creare un Intergruppo sulle zone rurali, di montagna e remote: è stato un lavoro difficile, ma insieme ad altri colleghi provenienti da altri paesi e diversi gruppi politici, siamo riusciti ad ottenere un primo, importante risultato con la costituzione ufficiale dell’Intergruppo. Abbiamo già lanciato le sue attività, pensandolo da un lato come forum di discussione sulle tematiche di interesse e, dall’altro, come strumento per influenzare le scelte politiche del Parlamento e in generale delle istituzioni europee al fine di consentire alle comunità montane e rurali di essere protagoniste e di offrire il proprio contributo per il rilancio della crescita sostenibile in Europa.

Come voi saprete, al momento è in fase di discussione la creazione di una Strategia Macroregionale Alpina. Sarebbe la prima strategia macroregionale non basata sull’acqua, ma sulla terra e le montagne: fino ad ora infatti si è trattato di strategie che vedevano come punto unificante fiumi o mari, mentre oggi finalmente parliamo di una strategia che nasce e si sviluppa attorno alle montagne, in questo caso dell’arco alpino. Diventa quindi fondamentale riuscire a svilupparla nel modo migliore possibile proprio per dimostrare il valore aggiunto che la montagna può apportare allo sviluppo sostenibile dell’intera Unione europea.

Proprio il nostro Intergruppo si occuperà di tematiche legate anche alla strategia macroregionale alpina, come sviluppo rurale, energia e cambiamento climatico, trasporti, turismo e cultura, agroalimentare e enogastronomia. Sono qui anche in qualità di Presidente di questo Intergruppo, per offrire questo luogo come luogo di discussione e confronto tra le realtà locali e territoriali e le istituzioni europee su temi estremamente delicati, ma chiave per il nostro futuro.

Le strategie macroregionali in generale sono un’opportunità unica per superare sfide comuni, in particolare per la Macroregione Alpina esistono sfide enormi tra le quali: protezione dell’ambiente e lotta al cambiamento climatico (pensiamo ai ghiacciai, le zone naturali e protette, le specie animali e vegetali protette), infrastrutture (in particolare quelle dei trasporti), energia con il potenziale per la produzione di energie rinnovabili delle zone di montagna, turismo con il patrimonio naturale e culturale di quest’area e in generale lo sviluppo economico che potrebbe beneficiare di una maggiore e migliore interconnessione tra le diverse regioni coinvolte. Queste sfide possono essere meglio affrontate insieme, in collaborazione, con l’obiettivo di rafforzare la coesione sociale, economica e territoriale della macroregione.

Nella Strategia Alpina, una volta terminata la fase di consultazione, sarà importante continuare a coinvolgere adeguatamente le autorità regionali e locali, nell’ottica di un processo che porti ad una vera ed efficace governance multilivello dove sia assicurata la partecipazione di tutti i livelli di governo, a seconda delle rispettive competenze. Resto sempre fortemente convinta che le autorità regionali e locali, insieme alle comunità montane, debbano essere adeguatamente coinvolte in tutte le fasi dell’elaborazione politica in questi settori.

Ricordiamo che questa iniziativa non prevede nessuna nuova istituzione, nessuna nuova spesa per i cittadini europei, ma solo nuove opportunità: per esempio, potrebbe garantire un migliore coordinamento verso i fondi europei, sia in termini di partecipazione – più competenze, più dialogo, più partenership significa più chance di ottenere fondi diretti – sia in termini di spesa, particolarmente dei fondi indiretti, evitando duplicazioni e sprechi.

Nella nuova Strategia sarà importante considerare la diversità dei territori della macroregione alpina: la catena alpina e le zone di montagna saranno ovviamente al centro della strategia, ma non dimentichiamo che in queste regioni vi sono anche zone periferiche, pianeggianti, caratterizzate da urbanità di diverso tipo tra cui anche importanti città metropolitane (Milano, Torino in Italia), grandi centri produttivi, competenze di alto livello, centri universitari e di ricerca… per questi motivi la strategia dovrà tenere conto delle diverse realtà coinvolte. Non si tratta di una strategia che dovrà essere solamente concentrata sulla montagna e le alpi, che ovviamente saranno al centro…. ma per essere uno strumento che rilanci lo sviluppo sostenibile e rafforzi le regioni nel contesto europeo ed internazionale, questa strategia dovrà tenere conto di tutte le opportunità che essa possiede e sfruttarle al meglio.

Considerando anche la partecipazione di due stati terzi (Svizzera e Liechtenstein), questa strategia macroregionale può essere utile ad approfondire ulteriormente i rapporti e i legami di questi paesi con l’Unione europea, nell’ottica di spingere ad una maggiore integrazione dell’intero continente europeo. Tenuto conto che le sfide di cui abbiamo parlato sopra superano i confini dell’UE e possono essere affrontate solo con un approccio comune, è evidente quanto sia importante coinvolgere adeguatamente anche paesi terzi della macroregione.

Nel nostro paese negli ultimi anni ci sono state delle evoluzioni sul piano della rappresentanza delle comunità montane che in alcuni casi non hanno considerato le particolari condizioni di queste realtà, penso ad esempio al dibattito sul ridimensionamento delle comunità montane: se è vero da un lato che in tempi di crisi tutti siamo chiamati a fare sacrifici, dall’altro non si può dimenticare che questi territori hanno bisogni differenti dal resto del Paese e per questo necessitano di forme di rappresentanza specifiche. A seguito del taglio alle comunità montane è venuto a mancare un sistema di autogoverno della montagna. Potrebbe essere opportuno studiare soluzioni che non comportino spese eccessive per le casse pubbliche, ma che consentano comunque alle comunità montane di avere un ruolo nel governo della montagna.

Credo che il Piemonte sia stato in grado, in passato ma anche recentemente, di ritagliarsi un ruolo da protagonista in Europa, in molti settori: innovazione, turismo, cultura, agroalimentare. Sappiamo che la strada di fronte a noi non sarà facile, perché la competizione è sempre più forte e anche la nostra Regione deve fare i conti con attori diversi, europei e non. Sono convinta tuttavia che ci presentiamo di fronte alle sfide pronti e che, anche grazie al ruolo decisivo delle montagne e delle sue comunità, potremo continuare ad essere motori del cambiamento, dello sviluppo sostenibile e della crescita per il nostro Paese e per l’Europa intera.

Europa e green economy

greeneconomyNei giorni scorsi ho partecipato a Novara ad un convegno su Europa e Green economy dal titolo “Capitale naturale: strategie e fondi europei per la green economy” insieme ad Alberto Reda, la senatrice Elena Ferrara, il senatore Stefano Vaccari e Fabrizio Barini.

Normalmente in Europa si lavora su un tempo di sette anni, ma ad oggi i programmi in campo economico ambientale vanno al 2050, perchè sono tematiche per cui occorre guardare lontano, dandosi però delle tappe nel medio-breve periodo.

L’obiettivo generale dell’Europa è quello, entro il 2050, di riuscire ad avere un economia che sia ambientalmente sostenibile e che quindi non abbia un impatto sull’ambiente insopportabile rispetto alle risorse concretamente disponibili, quindi ricondurre la nostra economia dentro gli schemi della sostenibilità ambientale, che sono ancora in corso di definizione. Il quadro di definizione è quello dell’impronta ecologica, ovvero un indicatore sintetico del peso di una società sulle proprie risorse: una società non dovrebbe mai consumare più delle risorse che l’ambiente le mette a disposizione nell’anno e ogni anno noi vediamo che l’impronta ecologica complessiva dell’Europa è più pesante di quello che dovrebbe essere perché il consumo avviene sempre prima di dicembre. Entro il 2050 dobbiamo rientrare nei parametri, per fare questo occorre cambiare radicalmente la nostra economia e per questo bisogna parlare di green economy.

Molti pensano che la green economy porti a un sistema di vincoli che rende meno competitiva la nostra economia, ma non è così perchè i dati sulla Relazione sullo stato dell’ambiente ci dicono che fra il 2000 e il 2011 le industrie “verdi” sono cresciute di più del 50% e questo è stato l’unico settore in continua crescita anche nel periodo della crisi. Questo dato ci dice che il potenziale di trasformazione dell’economia europea è in marcia e la green economy rappresenta ad oggi il settore dove l’Europa è più avanzata ed ogni Paese ha le sue specialità: l’Italia ad esempio è tra i leader per le bioplastiche e i biocarburanti.

La Commissione europea punta su una serie di settori e il primo è sicuramente quello energetico, ovvero la de-carbonizzazione dell’economia, senza dimenticare l’economia circolare, cioè l’efficienza e il risparmio delle risorse e il pacchetto per applicare concretamente l’economia di circolare dovrebbe essere presentato proprio nel 2015.

Non tutto però brilla di alta qualità, infatti uno dei temi che va ricordato è che nonostante il lungo lavoro fatto sulla biodiversità (in particolare quella marina), la situazione è ancora molto a rischio: il numero di specie che si perdono continua. A livello internazionale una della azioni dell’Unione europea è quella della gestione della governance internazionale sostenibile degli oceani, che è uno dei problemi più complessi, in quanto gli oceani sono un grande patrimonio comune e su questo c’è un lavoro di squadra insieme alle Nazioni Unite per definire regole di tutela degli oceani.

La decarbonizzazione dell’economia è ormai in atto e l’obiettivo molto ambizioso che l’Europa si è dato è quello di ridurre fra l’80 e il 90 % entro il 2050 le emissioni di anidride carbonica. Malgrado i buoni risultati l’aria che respiriamo è di scarsa qualità ed è la prima causa ambientale di decessi prematuri. L’Europa ha messo in moto tutta una serie di strategie e di politiche grazie anche ai fondi europei, ai fondi strutturali e ai cofinanziamenti, ora tocca alle amministrazioni locali, alle imprese e anche ai singoli fare la propria parte. Si tratta di un grosso potenziale per le imprese che vogliono lavorare nel settore e per la creazione di nuovi posti di lavoro. Alla base ci deve essere un grande lavoro di ricerca e innovazione: ed è quindi chiaro che non bisogna distruggere i nostri centri pensanti, ma incentivarli, bisogna inoltre sburocratizzare le pratiche per fare interventi che contribuiscano ad abbattere l’inquinamento. Io credo inoltre che sarebbe utile introdurre tasse sull’importazione per quei prodotti che sono beneficiati dal dumping sociale ed ambientale.

Stage presso il Mediatore europeo

180px-Mediatore_europeo C’è tempo fino al 30 aprile per presentare la propria candidatura per prendere parte a un tirocinio presso il Mediatore europeo. Il ruolo del Mediatore europeo è quello di indagare sulle denunce contro istituzioni, organi, uffici e agenzie dell’UE.

Il Mediatore tratta le denunce da parte di cittadini, imprese e organizzazioni dell’UE, contribuendo a scoprire casi di cattiva amministrazione, ovvero casi in cui istituzioni, organi, uffici e agenzie dell’Unione abbiano infranto la legge, non abbiano rispettato i principi della corretta amministrazione o abbiano violato i diritti umani ad esempio tramite la discriminazione, l’abuso di potere o il ritardo ingiustificato.

Gli stage hanno una durata minima di 4 mesi, ma possono essere estesi, a discrezione del Mediatore, per un periodo generalmente non superiore a 12 mesi. I tirocini inizieranno il 1 settembre

Possono partecipare agli stage i cittadini europei in possesso di una laurea in Giurisprudenza oppure livello avanzato di formazione o ricerca nell’ambito della legislazione dell’Unione europea. Sono previste borse di studio.

Potete trovare ulteriori informazioni a questo link:

http://www.ombudsman.europa.eu/it/atyourservice/recruitment.faces

Convegno “Capitale naturale: strategie e fondi europei per la green economy”

europa e green economy novara Venerdì 3 aprile alle ore 18 a Novara, presso l’albergo Italia in via Generale Solaroli 8, parteciperò al Convegno “Capitale naturale: strategie e fondi europei per la green economy“.

Introduce:
Alberto REDA, presidente CdA Fondazione DS Novara

Relatori:
– on. Mercedes BRESSO, parlamentare europeo
– sen. Elena FERRARA, commissione agricoltura
– sen. Stefano VACCARI, relatore collegato ambientale

Modera:
Fabrizio BARINI, componente CdI Fondazione DS Novara

La “bufala” sul bollo auto

2_24 Gira da qualche tempo in rete una bufala sul bollo auto. Ho deciso di parlarvene perché nelle scorse settimane sono stata contattata da alcune persone che mi chiedevano notizie sulla veridicità della questione.

Secondo il documento, che viene da molti condiviso sui social networks e inviato via mail, il bollo auto non deve essere pagato perché illegale in Europa. Il messaggio, firmato da un presunto dipendente di Equitalia, dichiara che solo in Italia esiste questa tassa (cosa non vera perché esiste in quasi tutti gli Stati) e che l’Europa avrebbe già multato l’Italia. A questo punto la bufala diventa simil complottistica: l’Italia nonostante le multe continua a mantenere il bollo auto perché gli introiti superano i costi delle multe.

Ovviamente non esiste alcuna multa inflitta all’Italia per il bollo auto, anche perché i regimi fiscali nazionali in materia di tassazione delle autovetture sono a discrezione degli Stati membri.

Attenzione alle informazioni che trovate online e verificate sempre la fonte.

Materiale didattico sull’Unione europea per gli insegnanti

europa Siamo nell’Unione europea, ma non siamo ancora pienamente cittadini europei. Questo percorso può e deve incominciare nelle nostre scuole, con i giovani a cui si deve spiegare perchè è nata l’Unione europea, dalle ceneri di un continente devastato da due guerre mondiali, che cos’è e cosa comporta essere cittadini europei.

Per aiutare gli insegnanti in questo compito l’Unione europea ha messo online un portale per aiutare gli insegnanti e gli studenti in questo percorso “L’angolo degli insegnanti”.

Potrete trovare materiale suddiviso per fasce di età con schede che spaziano dalla storia dell’euro al funzionamento dell’Unione europea, con slide e cartine.

Interessante è il progetto etwinning http://www.etwinning.net/it/pub/index.htm, la piattaforma europea per gli insegnanti, dove sarà possibile scambiarsi esperienze ed idee e realizzare progetti collaborativi.

Potrete trovare anche informazioni su come portare la vostra classe a visitare le istituzioni dell’Unione europea o vincere un viaggio a Bruxelles per tutta la classe.

Insomma il materiale è molto che questo sito propone è molto e soprattutto può essere da spunto per delle lezioni interessanti visto che da anni mi sono accorta che ogni volta che si parla di Europa i nostri giovani sono interessati e recettivi.

Potete visitare il sito seguendo questo link:

http://europa.eu/teachers-corner/index_it.htm

Guida per principianti ai finanziamenti europei

beuropa La Commissione europea ha deciso di pubblicare una guida per principianti ai finanziamenti europei per i Fondi 2014-2020. La guida, molto utile,  fornisce informazioni di base su come presentare la domanda e indica dove è possibile reperire ulteriori informazioni.

Vengono analizzati i finanziamenti per le piccole e medie imprese, le ONG, i giovani, i ricercatori, gli agricoltori e gli enti pubblici.

Da link a link le informazioni che vengono date sono molte e offrono una panoramica sui fondi europei.

Vengono spiegati i principali tipi di finanziamento e viene spiegato chi gestisce i fondi.

Importante è anche il Glossario, perchè magari quando si decide di partecipare ad un bando alcuni termini possono trarre in inganno.

Per approfondire il tema potete visitare il seguente link:

http://ec.europa.eu/budget/funding/index_it

 

Convegno l’Europa e la tutela del territorio

Evento Parchi Venerdì 20 marzo dalle ore 9.30 alle 13.00 presso la sala Viglione di Palazzo Lascaris, in via Alfieri 15 si terrà un convegno dal titolo “L’Europa e la tutela del territorio: 40 anni di parchi piemontesi. Esperienze europee a confronto.” Il convegno sarà in ricordo di Gigi Rivalta.

Porterà il suo saluto Davide Gariglio, Presidente del Gruppo PD in Consiglio regionale

Sono previsti interventi di:

Mercedes Bresso, Parlamentare europeo del gruppo SeD

Giorgio Giani, architetto e presidente Fondazione OAT

Alberto Valmaggia, Assessore all’Ambiente Regione Piemonte

Conclusioni:

Antonio Ferrentino, Portavoce PD Commissione Ambiente

Modera Silvana Accossato, Presidente Commissione Ambiente del Consiglio regionale

 

Nasce l’Intergruppo per le zone rurali di montagna e remote

11046310_10153351627392985_5414925054181694494_n Ieri abbiamo lanciato ufficialmente a Strasburgo le attività dell’Intergruppo del Parlamento europeo (PE) sulle zone rurali, di montagna e remote di cui sono stata nominata Presidente. È il primo passo di un percorso che abbiamo iniziato già da mesi, con un consenso trasversale tra diversi gruppi politici al PE e con il prezioso supporto di diverse associazioni e network europei del settore.

Vorrei ringraziare innanzitutto i miei colleghi eurodeputati membri del Bureau – Nedzhmi Ali, Jozo Rados, Eric Andrieu, Herbert Dorfmann, Franc Bogovic e Joseph-Louis Manscour – senza i quali la creazione di questo Intergruppo non sarebbe stata possibile. Inoltre, grazie anche alle associazioni che ci hanno supportato e che ci accompagneranno da qui in avanti – RED (Ruralité-Environnement-Développement), MER (Mouvement Européen de la Ruralité), Euromontana e FREE (Future of Rural Energy in Europe Initiative). Con loro condivido la necessità di una concreta iniziativa che rilanci il ruolo delle zone rurali, di montagna e delle aree remote nell’Unione europea come fattori di crescita e sviluppo, indispensabili attori per il futuro dell’Europa.

Questi territori, pur nelle loro diversità, sono accomunati da sfide vitali per il futuro dell’UE in settori diversi, come lo sviluppo economico e rurale, l’energia e i cambiamenti climatici, la tutela del territorio, la valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità, il turismo e la cultura, i trasporti e la modernizzazione digitale. Nei prossimi anni di legislatura del PE, attraverso questo Intergruppo, avremo quindi la possibilità di influenzare positivamente l’agenda politica dell’Unione europea facendo in modo che le enormi potenzialità di questi territori vengano adeguatamente valorizzate dalle istituzioni europee.

A breve sarà lanciato anche il sito web ufficiale dell’Intergruppo, dove saranno pubblicati aggiornamenti, iniziative, documenti e tutte le informazioni sulle nostre attività.