Oggi, giovedì 9 maggio, si terrà in 23 città il Giretto d’Italia, e Torino non manca all’appello. La manifestazione, promossa da Legambiente, Città in Bici e Fiab per favorire la mobilità ciclistica, è giunta al suo terzo anno. Lo scopo è quello di contare, attraverso una serie di Check point sparsi nelle strade cittadine il numero di ciclisti “passanti”, e nominare così la città con più pedalate e meno passaggi di auto. ”Vogliamo richiamare l’attenzione su quanti scelgono la bici per spostarsi in città e sulla necessità di fornire risposte e sostegno adeguati alla richiesta crescente di una mobilità nuova da parte dei cittadini”, è quanto sostengono i promotori dell’iniziativa. Aumentano infatti sempre di più gli Italiani che lasciano la macchina a casa preferendo uscire in bici, soprattutto nella bella stagione. Leggi tutto “Giretto d’Italia, il campionato nazionale della ciclabilità urbana il 9 maggio anche a Torino”
Effetto Serra teatrale alla Reggia di Venaria
È piuttosto raro sentir parlare di temi ambientali a teatro. Lo dico con un po’ di rammarico, visto il mio amore per il mondo del palcoscenico, ma rispetto all’arte contemporanea e al cinema, i teatranti dimostrano un certo ritardo sull’argomento.
Tanto di cappello, allora, alla compagnia torinese Tecnologia Filosofica, che da qualche mese porta in giro una nuova produzione: Effetto Serra.
Bambini della creazione: lo sfruttamento degli animali nelle parole di una grande scrittrice
Un cucciolo di beagle sospeso sul filo spinato guarda in basso, spaventato e mite, verso le mani tese che aspettano di accoglierlo. Chissà come fa a fidarsi ancora di quelle mani di uomo, dopo aver sperimentato tante volte quelle dei suoi aguzzini? Solo un cane può avere una tale incrollabile, ingenua, commovente fiducia verso il genere umano…
L’immagine-simbolo della liberazione dei cani di Green Hill mi ha fatto ripensare a come una grandissima scrittrice italiana definiva gli animali: i Bambini della creazione.
Lotta alle zanzare: se un pipistrello è meglio dello zampirone
Lo diceva mia nonna, i metodi tradizionali sono i migliori. Anche contro le zanzare. E non mi riferisco a misteriosi intrugli untuosi e puzzolenti, che oltre ai fastidiosi ditteri, di sicuro tengono lontano anche i fidanzati. Parlo di un sistema ancora più tradizionale: la catena alimentare.
Ce lo insegnavano anche a scuola: in una catena alimentare che si rispetti, ogni insetto ha il suo predatore. E le zanzare, in un ecosistema non modificato dall’uomo, dovrebbero vedersela con ben 500 specie di organismi antagonisti, dalle cimici acquatiche che si nutrono delle larve fino alle rane, agli uccelli e ai pipistrelli.
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Se dall’asfalto nascono i pomodori: orti urbani a Torino
A renderli chic ci ha pensato Michelle Obama. Che siano politically correct ce lo dicono quasi tutti i giorni pagine e rubriche su quotidiani e riviste. A dichiararli anche un toccasana per l’economia privata, soprattutto in un periodaccio come questo, si è scomodata persino l’Unione Europea, in fase di definizione della nuova Politica Agricola Comune.
Non c’è dubbio che sia il momento degli orti urbani.
Che si tratti di un fazzoletto di terra in periferia o di una serra con tutti i crismi, di una piantagione di pomodori in terrazzo o di un avveniristico tetto “verde” sopra lo studio di un architetto, l’importante è che siano coltivati a regola d’arte. Perché se giochiamo al bravo ortolano e poi imbottiamo rape e zucchine di pesticidi e diserbanti chimici, allora è meglio che continuiamo a comprare il minestrone surgelato al supermercato…
Per chi vuole avvicinarsi al mondo dell’orticoltura o, già con una certa esperienza alle spalle, vuole migliorare il suo raccolto di frutta e verdura, ci sono a Torino alcune iniziative interessanti.
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Riflessioni “smart” a bordo di un tram
Una macchina, una persona; una macchina, una persona; una macchina, una persona; una macchina, due persone… wow! C’è folla là dentro!
Guardo sempre le automobili dal finestrino del tram e da qualche tempo ho cominciato a fare questa specie di censimento estemporaneo, contando le macchine vuote che si muovono a passo d’uomo nel traffico del mattino.
Secondo l’Agenzia della Mobilità, Torino è attraversata da 250 mila vetture ogni giorno. Be’, non mi stupisce. Così come non mi stupisce che, da gennaio, in città si sia superato il valore limite di polveri sottili (le famigerate Pm10) per ben 58 volte, contro le 35 consentite in un anno (dati raccolti dal rilevatore della stazione Lingotto).
Busta di plastica? No, grazie. È la settimana di “Porta la Sporta”
146 miliardi 173 milioni 274 mila 646… 823… 935…
Il contatore va avanti ad un ritmo impressionante, non si riesce a stargli dietro ma è ipnotico. Il mio fidanzato mi si avvicina per vedere cosa sto fissando da 5 minuti sullo schermo del computer, e, leggendo di che si tratta, si lascia andare a un’esclamazione poco elegante.
È il numero di buste di plastica consumate nel mondo dall’inizio di quest’anno. Ho fatto due conti: considerato che siamo a metà aprile, significa che ogni giorno vengono usate circa 1 miliardo e 400 milioni di buste, più di 500 miliardi in un anno.
Il dato, o meglio, l’incessante conteggio si trova sul sito di Porta la Sporta, progetto di educazione ambientale promosso dall’Associazione Comuni Virtuosi, che comprende una cinquantina di aderenti in tutta Italia.
Per il terzo anno l’Associazione ha lanciato la settimana di “Porta la Sporta”, che da sabato 14 a domenica 22 aprile, al motto di “Ricominciamo a riusare. Meno plastica per tutti!”, riunisce 100 comuni, 14 province e molte grandi catene e aziende di distribuzione. Anche la Regione Piemonte e la Provincia di Torino hanno aderito, e per il primo anno partecipano alla manifestazione la sede torinese di Eataly e l’8 Gallery del Lingotto.
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Fino all’ultima goccia: la Giornata Mondiale dell’Acqua
Arrivati a casa dopo il lavoro, vi lavate la faccia e vi buttate sotto la doccia, 10 minuti almeno, anche di più se la giornata è stata stressante. Poi date da bere al gatto e mettete su il tè, e intanto lavate le tazze lasciate nel lavandino, e magari anche i piatti della sera prima. Attaccate la lavatrice, cambiate l’acqua ai pesci rossi, sciacquate l’insalata per la cena, mettete a bollire la pentola per la pasta, annaffiate le piante…
Prima di andare a dormire, aprite ancora una volta il rubinetto, riempitevi un bicchiere d’acqua e bevetelo fino all’ultima goccia, come se vi trovaste nel mezzo del deserto africano, a secco da 24 ore. Assaporatelo e pensateci: domani, 22 marzo, è la Giornata Mondiale dell’Acqua.
“Il mondo ha sete perché abbiamo fame” è lo slogan di questa ventesima edizione del World Water Day, la ricorrenza istituita dall’ONU in occasione della Conferenza Internazionale di Rio del 1992.
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L’arte del riciclo e le leggi di Lavoisier
“Nulla si crea nulla si distrugge”, Lavoisier XVIII secolo.
Dalle pagine del libro di fisica, la prima legge della termodinamica arriva in genere come una doccia fredda. Autoritario elogio dello status quo, suona tanto come un perentorio “Non toccate niente, guai a voi!”.
Per fortuna, subito dopo la virgola, Lavoisier ci riserva un colpo di scena che ribalta ogni cosa: “Tutto si trasforma”, aggiunge sornione, aprendo le porte dell’universo all’energia. Immediatamente si spalanca un mondo di possibilità, e poco importa se nulla si crea, perché trasformazione diventa sinonimo di creazione.
Perdonate la premessa tra l’amarcord e il filosofico, ma era dovuta, dal momento che praticamente ogni ente, associazione o azienda che si occupa di riciclo cita la legge di Lavoisier come motto o principio fondante.
Non fa eccezione – e a ragione – il Museo del Riciclo, visionario progetto online lanciato due anni fa e oggi arrivato al traguardo dei due milioni di click. A ragione, dicevo, perché museodelriciclo.it è nato proprio come una vetrina, virtualmente infinita e in continua crescita, della creatività che trasforma le cose, regalando nuova vita ad oggetti destinati alla discarica.
Il punto sulla TAV (secondo me)
Approfitto della momentanea tregua sul fronte TAV per schiarirmi un po’ le idee.
Giovedì 8 marzo è comparso sul sito del Governo Italiano un dossier sul progetto TAV Torino-Lione: 14 punti in cui si parla di importanza strategica, di costi, benefici, ricadute economiche, sociali e ambientali, sostenibilità energetica, rischi geologici e rapporti con il territorio.
Bene, grazie, ci voleva. Perché, se è vero che c’erano già i quaderni dell’Osservatorio, questi famosi sette tomi rischiano di rubare il primato di opera più citata e meno letta alla Ricerca del tempo perduto di Proust (sette volumi anche quella…). Ora si può anche continuare a discutere, ma almeno ci sono delle risposte chiare sulle principali questioni oggetto della protesta.
Forse è utile un rapido riassunto delle puntate precedenti.
La storia della TAV comincia 20 anni fa, anzi, di più, se si considera che il primo invito ad unirsi alla linea francese Tgv arriva nel 1989. Poi il progetto è stato più volte rivisto e modificato, come ben riassume la storia per tappe pubblicata su linkiesta.
La battaglia no-Tav si è scaldata fino diventare incandescente negli ultimi mesi, con l’approssimarsi dell’apertura dei cantieri, ora in fase preliminare (tra maggio e giugno dovrebbero partire gli scavi veri e propri della galleria geognostica della Maddalena). Leggi tutto “Il punto sulla TAV (secondo me)”