Premio Start-Up dell'Anno: sette finaliste in gara

Tra le 23 imprese in gara, la Giuria ne ha selezionate sette: le start-up finaliste presentano un fatturato complessivo di 14 milioni di euro, 180 dipendenti, e hanno in comune l’aver ricevuto un primo round di finanziamento prevalentemente pubblico, o in alcuni casi legato ad un business angel o ad un fondo di angel investment, come Piemontech.

Il premio
Start Up dell’anno è il premio per giovani imprese innovative nate ed ospitate presso le Università e gli Incubatori Italiani; in particolare, la competizione 2007 riguarda imprese nate tra il 2000 e il 2003.
Il Premio Start Up Nazionale è promosso da PNI Cube, L’Associazione italiana degli Incubatori Universitari e delle Business Plan Competition, che ad oggi riunisce 23 Atenei italiani.

Obiettivi
Obiettivo del premio è dare visibilità alle imprese che nei primi anni di vita hanno raggiunto i migliori risultati, riconoscendone quindi le migliori performance e le più promettenti prospettive per il futuro. Una ricaduta importante è anche il monitoraggio dei risultati ottenuti con le azioni di business plan competition e di incubazione svolte dai soci di PNI Cube.

I numeri
Complessivamente sono oltre 320 le imprese nate con il supporto degli incubatori e delle università italiane partner, ma tra queste per il premio 2007 ha monitorato unicamente le start-up nate tra il 2000 e il 2003, così da valutare imprese con almeno 3-4 anni di attività.

La Premiazione
La premiazione si svolgerà la sera del 29 Maggio, in occasione del secondo Workshop nazionale organizzato dall’Associazione. Sarà Luciano Modica, Sottosegretario del Ministero dell’Università e Ricerca, ad annunciare e premiare la start-up vincitrice.

LE START-UP FINALISTE
WITECH: Spin-off Università di Pisa
Settore: ICT – Wireless
TRE Tele-Rilevamento Europa: Spin-off Politecnico di Milano
Settore: ICT – ambiente
TRANSACTIVA: Ricercatori Univerisità di Udine
Settore: biotech
TECHIMP: Spin-off Università di Bologna
Settore: servizi, elettronica
SEAC 02: I3P: Incubatore Politecnico di Torino
Settore: ICT
NEPTUNY: Politecnico di Milano
Settore: ICT
CASPERTECH: I3P – Incubatore Politecnico di Torino
Settore: ICT

La giuria
La Giuria, composta da rappresentanti di operatori di fondi internazionali, ricalca la composizione del Polo del Venture Capital recentemente insediatosi presso I3P, l’Incubatore del Politecnico di Torino. Il Polo raggruppa undici fondi – molti dei quali provenienti dalla piazza di Londra – che complessivamente rappresentano risorse finanziarie gestite per circa un miliardo di euro.

La valutazione
Il processo di selezione e valutazione delle aziende è effettuato sulla base di parametri di: innovazione (misurata da indici come il contenuto di novità, il grado tecnologico di innovazione, il tempo di vantaggio competitivo, la generazione e il dominio della tecnologia); impatto significativo di prodotti e applicazioni (il rivolgersi cioè ad un mercato non di nicchia); caratteristiche imprenditoriali (ovvero un team adeguato); alto potenziale di crescita in termini di business (sulla base dell’analisi di grandezze quali fatturato, numero addetti, margine operativo).

I Premi
La vincitrice accede di diritto all’European Venture Contest rivolta a imprese technology based ad alto potenziale di sviluppo, che ogni anno si svolge nei principali paesi europei. Anche quest’anno l’unica tappa italiana si svolgerà a Torino l’11 e il 12 ottobre 2007 e sarà organizzata dalla Fondazione Torino Wireless. La partecipazione alla competizione dà l’opportunità alle imprese di accedere a un vasto network di importanti investitori e partner finanziari e industriali internazionali e la possibilità di avvalersi del loro supporto attraverso incontri individuali.
L’Associazione PNI Cube mette inoltre a disposizione della prima classificata una borsa di ricerca del valore di 10.000 Euro.

A Lastampa.it videochat con i guru della rete

Doppia videochat programmata a Lastampa.it con i protagonisti della tecnologia

Lunedì 28 maggio nel corso del dibattito Autori in digitale: quali prospettive per l’industria creativa in Italia? organizzato a Torino da Topix, terremo una videochat intorno alle 17. Tra gli ospiti l’inventore degli Mp3 fautore del Drm Leonardo Chiariglione, il discografico indipendente Stefano Senardi e l’autore blogger Giuseppe Granieri.
Partecipate qui mandando le vostre domande.

Giovedì 31 maggio alle ore 15.00, Raoul Chiesa, ethical hacker “anziano” nella comunità digitale italiana, esperto di sicurezza informatica, docente, autore di libri e articoli, sarà ospite di una videochat con i lettori di Lastampa.it.
Partecipate qui mandando le vostre domande.

I vincitori del Flash Festival 2007

Si è concluso  in Piazza Emanuele Filiberto a Torino, nel cuore del Quadrilatero Romano, il 6° Torino Flash Festival InterART e Animazione con la proiezione di 32 opere selezionate e provenienti da tutto il mondo.

La Giuria di Qualità, dopo una discussione “animata” ha assegnato a maggioranza il primo premio di 1.000 euro per la Migliore Animazione all’opera THE WHITE, THE BLACK del russo Andrei Bakhurin. L’opera di Bakhurin, presente al festival anche con l’animazione The Father’s Library, ha convinto la Giuria di Qualità per la raffinatezza del linguaggio che tra citazioni di Einseinstein e le simbologie artistiche che definiscono un’estetica flash non convenzionale.

Sempre per la Sezione a Tema Libero, la Giuria ha deciso di segnalare con una Menzione di Qualità i lavori del francese Joris Clerté – Ce que je suis, del greco Ilias SounasCirce of life e la trilogia dei torinesi Cristina Ferrian e Pierpaolo Rovero – in concorso con l’opera Circus Boulevard [ 123], esperimento di fumetto animato.

Per la Sezione InterART la Giuria di Qualità ha invece assegnato il primo premio a Guido Prestigiovanni con il sito www.elsewhere.tv per le potenzialità dello strumento realizzato.

Il Premio del Pubblicomolto numeroso alla proiezione finale del 6° Torino Flash Festival è stato assegnato quasi all’unanimità alla Meteo-passeggiata della fanciulla pensierosa dell’animatore francese Joris Clerté – Ce que je suis www.doncvoila.net

Il Distretto aerospaziale piemontese

Via Torino Scienza

I pilastri su cui poggia sono le grandi aziende conosciute a livello internazionale: Alcatel Alenia Spazio, Alenia Aeronautica, Avio Spa, Galileo Avionica, Microtecnica. Ad esse fanno capo lo sviluppo e la produzione di sistemi avionici ed elettrottici, di radar ed elettrobersagli, di simulatori di volo, di propulsori spaziali, di sistemi per satelliti scientifici e infrastrutture spaziali, di moduli per propulsori aeronautici, di velivoli o di segmenti di velivoli: i loro impieghi vanno dal trasporto civile alle applicazioni scientifiche, dalle telecomunicazioni alla difesa. Non manca la costruzione di piccoli aerei ultraleggeri, che viene realizzata da un paio di piccole aziende. Le principali società impiegano settemila dipendenti, hanno 1,3 miliardi di euro di fatturato e complessivamente coinvolgono un parco fornitori di circa 400 società con 3.000 dipendenti che producono per il Settore Aerospaziale un fatturato specifico di 300 milioni di euro.

A fianco delle maggiori imprese se ne collocano altre venti di dimensione media che nel corso degli anni si sono specializzate nella produzione di parti, componenti o interi gruppi funzionali per il settore aeronautico e spaziale.

Non va poi dimenticato il cospicuo numero di aziende, piccole e medie, di subfornitura, che dispongono di tecnologie e processi produttivi compatibili con gli standard tecnici (di qualità, di precisione, di capacità nel trattare materiali speciali) richiesti dall’industria aerospaziale.

Queste aziende producono parti meccaniche, assemblano circuiti elettronici, si occupano dello stampaggio di acciai e dei trattamenti termici e di superficie, della costruzione di stampi, utensili e cablaggi elettrici. Molte di queste imprese hanno i principali mercati di riferimento in altri settori industriali, come l’automotive o l’industria del macchinario, ma sono dotate di esperienze, tecnologie e capacità tecnico-produttive idonee a soddisfare le esigenze di fornitura delle aziende che occupano le posizioni terminali e intermedie della filiera aerospaziale.

Riguardo alla presenza sui mercati esteri delle imprese del settore aerospaziale, questa non si limita solo alle grandi imprese che sono leader internazionali, ma è una caratteristica diffusa anche presso le piccole e medie aziende: oltre la metà di esse ha tra i suoi committenti società estere, europee ed extra europee. Per una su dieci l’export rappresenta la componente principale del fatturato. In diversi casi, inoltre, la presenza internazionale è integrata dalla realizzazione di accordi con partner esteri, sia con finalità commerciali sia produttive o di scambio di know-how, e talora anche dalla creazione di filiali e stabilimenti nei paesi di maggior interesse.

Il Comitato promotore del distretto aerospaziale piemontese è presieduto da Mario Calderini che spiega: “La forza propulsiva del sistema piemontese e le prime alleanze in corso di definizione con la Regione Campania costituiscono il primo passo verso la costituzione di un modello di metadistretto nel settore aerospaziale di cui il Piemonte intende farsi promotore. A questo scopo il distretto piemontese va caratterizzandosi attraverso la definizione di una prima grande piattaforma tecnologica, nella quale far convergere le attività di innovazione e ricerca, che si incentrano sulle tecnologie aeronautiche e spaziali a servizio del monitoraggio e della sorveglianza del territorio, è il primo grande risultato del Comitato Promotore del Distretto. Inoltre è in fase di avvio la definizione di un’ulteriore piattaforma incentrata sullo sviluppo di soluzioni motoristiche innovative ecocompatibili.”

Un "semi wiki" per www.storiaindustria.it

WikiRedazione è un ambiente di redazione distribuita che permette agli utenti del sito
www.storiaindustria.it di offrire e condividere le proprie conoscenze sulla storia e sulla cultura industriale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Richiamando il paradigma di lavoro cooperativo diffuso Wiki, ciascun utente, dopo essersi
registrato con una e-mail, può contribuire alla redazione di nuovi contenuti, o modificare quelli già offerti da altri partecipanti, su temi specifici identificati da parole chiave legate a imprese, prodotti, personaggi.

www.storiaindustria.it ricostruisce e illustra la storia di fabbriche, prodotti, mestieri, modi di lavorare e organizzare le imprese che hanno caratterizzato la cultura e l’identità territoriale del Nord-Ovest dal 1850 a oggi.

L’obiettivo è offrire corsi multimediali on line, liberamente fruibili, sulla storia e sulle espressioni culturali dell’industria, della tecnologia e del lavoro in Piemonte, Liguria e Valle
d’Aosta. Sotto il profilo metodologico, i corsi sono progettati a partire da testi originali, elaborati e integrati con un gran numero di documenti e immagini forniti da archivi e aziende o reperiti sul web. Il sistema permette di consultare i contenuti attraverso tipologie di navigazione diverse: per settori industriali e imprese e per temi di cultura industriale. I percorsi sono indipendenti sotto il profilo concettuale, ma legati fra loro da una fitta rete di collegamenti ipertestuali.

L’utente ha inoltre a disposizione strumenti di orientamento (mappe cronologiche, territoriali e concettuali) e un archivio costituito da immagini, percorsi, fonti testuali e storiografia, per ulteriori approfondimenti.

Studiato per le scuole del secondo ciclo e per le università, www.storiaindustria.it è oggi uno strumento di più ampio valore formativo, culturale e di ricerca. È infatti possibile esplorare una ricca varietà di argomenti e costruire percorsi associati a specifici interessi e finalità: dalla pubblicità al design e all’architettura, dall’editoria all’alimentazione.

Storia e Cultura dell’Industria nasce da un’idea di Luciano Gallino, professore emerito
dell’Università degli Studi di Torino, che presiede il Comitato di Direzione formato da docenti universitari di storia dell’economia e dell’industria, con il compito di assicurare il rigore scientifico dei corsi, il loro valore didattico e la loro efficacia come mezzo di comunicazione culturale.

Open Source:risorsa per l'innovazione e per l'ICT

Venerdì 18 maggio 2007 alle ore 17,30 al Centro Studi Bruno Longo – Via Le Chiuse 14 – Torino si svolge un tavolo di lavoro per individuare strumenti normativi e finanziari per lo sviluppo dell’open source in Piemonte: una legge regionale; i fondi DOCUP; educational nelle scuole; servizi per le PA, per le imprese e per i cittadini.

Introduce

  • Marco STEFFENINO coord. InnovAzione Osservatorio ICT, Torino

Relazioni

  • Raffaele MEO Dip. di Automatica e Informatica, Politecnico di Torino
  • Federico DI GREGORIO Imprenditore software libero, Torino
  • Giuseppe BENEDETTO Direttore sett. Industria, Regione Piemonte

Dibattito

  • Andrea BAIRATI Ass. Politiche Innovazione, Regione Piemonte
  • Giuseppina DE SANTIS Ass. Attività Produttive, Provincia di Torino
  • Tom DEALESSANDRI Ass. Attività Produttive, Comune di Torino
  • Francesco BRIZIO Presidente, CSI Piemonte
  • Roberto REMMERT Presidente, Unimatica API Torino
  • Renato PARENTE VicePresidente, ICT Unione Industriale Torino

Modera

  • Claudio RUFFINI Presidente InnovAzione Osservatorio Reg.le ICT, Piemonte

Conclude

  • Claudio LUBATTI Coordinatore Prov.le, DL La Margherita

Science Commons

Science Commons ha il compito di incoraggiare l’innovazione scientifica, facilitando agli scienziati, alle università e alle industrie, l’uso di letteratura, dati e altri oggetti di proprietà intellettuale e la condivisione della loro conoscenza con gli altri. Science Commons si vale della vigente legislazione sul copyright e sui brevetti per promuovere strumenti giuridici e tecnici volti a eliminare le barriere alla condivisione.

Presupposti

La scienza dipende dall’accessibilità e dall’uso di dati di fatto. Grazie ai progressi nell’archiviazione e nel calcolo elettronico, l’indagine scientifica, in quasi tutte le discipline, sta diventando sempre più ricca di dati. Sia che si tratti di meteorologia, o di genomica, o di medicina, o di fisica delle alte energie, la ricerca dipende dalla disponibilità di database molteplici, provenienti da molteplici fonti, pubbliche e private, e dalla loro apertura ad essere ricombinati, esplorati ed elaborati agevolmente.

Le tradizioni statunitensi

Negli Stati Uniti, questo processo è stato tradizionalmente sostenuto da una serie di politiche, leggi ed usanze per lo più invisibili perfino a chi lavorava nel campo della scienza.
In primo luogo, il diritto americano sulla proprietà intellettuale (e, fino a poco tempo, quello dei paesi più sviluppati) non concedeva la tutela della proprietà intellettuale sui “meri fatti”. Si poteva brevettare la trappola per topi, ma non i dati sui comportamenti dei topi, o sulla resistenza a trazione dell’acciaio. Un articolo scientifico poteva essere sottoposto a diritto d’autore, ma i dati su cui si fondava no. La proprietà commerciale doveva essere limitata alla fase prossima al punto in cui un prodotto finito entra nel mercato. I dati al di sopra rimanevano a disposizione di tutto il mondo. In secondo luogo, la legge degli Stati Uniti imponeva che anche le opere del governo federale che potevano essere sottoposte a diritto d’autore ricadessero immediatamente nel pubblico dominio – una disciplina di grande importanza, a causa dell’enorme coinvolgimento dello stato nelle ricerca scientifica. In senso più ampio, la consuetudine, nel campo della ricerca scientifica a finanziamento federale, era quella di incoraggiare una diffusa disseminazione di dati a prezzo di costo o sottocosto, nella convinzione che, similmente alla rete delle strade interstatali, l’offerta di questo bene pubblico avrebbe prodotto incalcolabili vantaggi economici.
In terzo luogo, nelle scienze stesse, e in particolare nelle università, una forte tradizione sociologica – talvolta detta tradizione mertoniana della scienza aperta – scoraggiava lo sfruttamento proprietario dei dati – in quanto opposto alle invenzioni derivanti dai dati – e richiedeva, come condizione per la pubblicazione, la disponibilità degli insiemi di dati su cui si basava l’opera.

Innovazione tecnologica e attrito giuridico

Questi tre principi fondamentali si sono evoluti – con il passo naturalmente lento degli ordinamenti giuridici – da concetti che esistevano anche prima della Rivoluzione Industriale. Analogamente, la pubblicazione scientifica ha una tradizione assai antica. Le tecnologie moderne, e soprattutto l’impiego progressivo del World Wide Web come biblioteca, hanno cambiato per sempre il meccanismo della trasmissione e della riproduzione dei documenti. In molti campi i risultati sono pubblicati quasi alla stessa velocità con cui vengono ottenuti. Ma il diritto d’autore è mutato con un passo diverso. La combinazione del progresso della tecnologia moderna con un sistema giuridico progettato per un ambiente basato su una tecnologia diversa sta oggi producendo alcune conseguenze non volute. Una di queste è una specie di “attrito” giuridico che ostacola l’uso delle scoperte scientifiche e può condurre a scoraggiare l’innovazione.
Per contrapporvisi, una comunità ampia e vigorosa si è unita a sostenere il concetto di Open Access per la letteratura scientifica. “digitalizzato, on-line, gratuito, e libero dalla maggior parte delle restrizioni connesse al diritto d’autore e alle licenze”. I National Institutes of Health statunitensi hanno proposto un Open Access obbligatorio per tutte le ricerche da loro finanziate, a partire da sei mesi dopo la data di stampa, e nel Congresso c’è sostegno per questa iniziativa. La maggior parte delle riviste importanti hanno concesso agli autori il diritto di pubblicare per proprio conto delle versioni dei loro articoli peer-reviewed. Ma le questioni giuridiche sono ancora senza risposta: come un autore può rendere disponibile al pubblico la sua opera, pur assicurandosi di conservare qualche diritto su di essa?
Il passo diverso del cambiamento della tecnologia moderna rispetto diritto crea attrito anche altrove. Per esempio, nell’ambito della genetica, la disciplina sui brevetti si è approssimata pericolosamente a un diritto di proprietà intellettuale sui meri fatti – i C, G, A e T di una particolare sequenza genetica. In altri ambiti, complicati contratti per adesione creano diritti di proprietà intellettuale de facto sui database, completati da accordi di estensione e da molteplici limitazioni sull’uso. Sul piano legislativo, gli Stati Uniti stanno considerando e l’Unione Europea ha già adottato un “diritto sui database” che effettivamente concede la tutela della proprietà intellettuale sui fatti – mutando una delle premesse fondamentali della proprietà intellettuale: che non si possono mai possedere fatti o idee, ma solo le invenzioni o le espressioni prodotte dalla loro intersezione.
Anche il ruolo del governo federale sta cambiando. Ai sensi dell’importante e meraviglioso Bayh-Dole Statute, i ricercatori con finanziamento federale sono incoraggiati a cercare un uso potenzialmente commerciale della loro ricerca. Le università sono divenute partner nello sviluppo e nella mietitura dei frutti della ricerca. Questo processo ha prodotto, in molti casi, dei risultati stupefacenti, convertendo la scienza nuda ed essenziale in prodotti utili per molte industrie. Ma, di conseguenza, il perseguimento della commercializzazione ha risalito la corrente, raggiungendo, in qualche caso, i livelli della ricerca e dei dati fondamentali, e ciò ha creato complicati requisiti giuridici. Se i particolari possono diventare complicati quando la proprietà intellettuale incombente è un nuovo “metodo” per mettere alla prova l’attività biologica, ci sono ancora più problemi per la tutela tramite brevetto dei geni, delle proteine e delle funzioni che se ne derivano.
Il mero costo, in termini di tempo e di denaro, di un lavoro legale così complesso e multilaterale può mettere la proprietà intellettuale in fuorigioco – le spese legali, semplicemente, sono più costose di quanto il prodotto potrebbe guadagnare sui mercati aperti una volta fatto il lavoro legale. Questo ostacola l’innovazione scientifica, poiché il valore dell’informazione scientifica aumenta esponenzialmente se è connessa ad altra informazione scientifica, e si minimizza quando essa è tenuta segregata dal diritto.

Il sito Science Commons

Presentazioni dal Litcamp

Un libro in BETA su Lulu

Modelli di business per le industrie creative

Succo di Melone: il portale delle idee

SuccoDiMelone (SdM) è il primo e unico “Portale delle Idee” in Italia, che ti consente di pubblicare, con la semplicità e l’immediatezza di un blog, idee creative e innovative realizzate da te o trovate su Internet.

Le idee possono essere formate da:
– testo (un articolo, una poesia, un racconto, il codice di un programma…)
– immagini (una foto, un’illustrazione, un quadro…)
– video (la preview di un corto, uno spot, un video girato col telefonino…)
– documenti (un progetto, un brevetto, una presentazione…)

SdM è anche la community dei creativi e dei concreti artefici dei propri sogni: tutti quelli che a noi piace chiamare “meloni”. Mancava un vero portale della creatività e dell’innovazione in Italia, un serbatoio di Idee che contribuisse a mettere in contatto la domanda e l’offerta di immaginazione, ovvero i creativi con i potenziali interessati e le persone creative tra loro. Un posto dove mostrare la propria creatività e misurarla con quella degli altri, divertirsi a condividere la propria “lista dei desideri”, farsi la giusta pubblicità per ciò che si è faticosamente creato e trovare i contatti giusti per emergere. Un posto dove incontrare creativi, artisti, visionari, pazzi totali, geni, imprenditori di loro stessi. Un posto dove questi incontri possono generare anche nuovi business.

Se sei un creativo:
– Pubblicare e promuovere un’opera creativa che hai realizzato (ad esempio un racconto, un brano musicale, un video, una foto, un quadro, un software…) allo scopo di condividerla con gli altri utenti della community o di fornire un “assaggio” a potenziali interessati a produrre la tua idea
– Far conoscere ed eventualmente trovare un acquirente per un brevetto che hai registrato
– Pubblicare un desiderio/un suggerimento/uno spunto innovativo che vorresti venisse realizzato per migliorarti la vita
– Conoscere altri creativi o contatti che possono esserti utili per realizzare le tue idee e creare business

Se sei un imprenditore/sponsor:
– Pubblicizzare un’attività che hai progettato e realizzato, facendoti trovare
– Cercare spunti/idee che vale la pena implementare o finanziare
– Trovare persone creative che potrebbero aiutarti nell’implementazione di un’idea
– Acquistare idee/brevetti su cui avviare nuovi business

Qualche esempio:
Hai scritto un romanzo? hai registrato una canzone? Hai girato un corto? Pubblica la tua opera su SdM e ingolosisci i produttori!
– Hai aperto un locale unico nel suo genere? Hai realizzato un programma open source mai visto prima? Pubblica il tuo progetto su SdM e fatti raggiungere!
– Ti è venuto in mente un possibile nuovo programma televisivo ma non sei un autore? Hai un’idea per nuovo ristorante ma non ti interessa la ristorazione? Hai scovato un nuovo sport che dovrebbe andare alle Olimpiadi? Pubblica la tua genialata su SdM e divertiti a discuterne con gli altri meloni!
– Trovi assurdo che nel 2000 si lavori ancora in ufficio e vuoi suggerire un modo diverso di lavorare? La scuola italiana è vecchia di 100 anni e vuoi suggerire al Governo come migliorarla? Sei stufo di fare la coda all’ASL e sapresti come evitarlo? Pubblica la tua idea su SdM e aiutaci a vivere meglio!

Partner per l'innovazione

Dal sito della Regione Piemonte

da sx Profumo, Bresso, Bairati, Courtois e ComastriRegione Piemonte, Microsoft Italia, Politecnico e Università degli Studi di Torino (Scuola di Amministrazione aziendale) hanno stipulato una partnership per l’innovazione mirata alla crescita scientifica e delle competenze informatiche per incrementare la competitività dell’industria ICT e delle piccole e medie aziende locali nel territorio, oltre che per la creazione e sperimentazione di nuove soluzioni di e-government.
L’intesa – firmata il 9 maggio dalla presidente della Regione, Mercedes Bresso, Marco Comastri, amministratore delegato di Microsoft Italia Mercedes Bresso, e Francesco Profumo, rettore del Politecnico di Torino, alla presenza di Jean-Philippe Courtois, presidente di Microsoft International, e Andrea Bairati, assessore regionale all’Innovazione – include una serie di progetti che saranno avviati e sviluppati nei prossimi anni, oltre ad attività e collaborazioni per la formazione e lo sviluppo di competenze manageriali in ambito tecnologico. Gli accordi si inseriscono all’interno del protocollo d’intesa del 7 maggio tra ministero dell’Università e della Ricerca e Microsoft Italia per la diffusione delle tecnologie e delle competenze informatiche in tre Regioni italiane – tra le quali appunto il Piemonte – a supporto dell’innovazione e della competitività delle imprese.
Un momento della firmaCuore della partnership sarà proprio il Centro per l’Innovazione, struttura che sarà ospitata dal Politecnico di Torino e supporterà le aziende locali nell’analisi e nella prototipazione di tecnologie, nella formazione e nel trasferimento di know-how sulle tecnologie “embedded”, un filone importante, anche per i potenziali sviluppi futuri, su cui la Regione intende consolidare una leadership a livello internazionale. Questo tipo di tecnologie consente la gestione e il controllo di dispositivi che sono al cuore di sofisticate soluzioni hardware e software in campi strategici quali ad esempio l’automotive, la robotica e la protezione civile.
Il Centro sarà strutturato sul modello dei “Microsoft Innovation Center” (MIC), strutture avanzate che l’azienda ha sviluppato in numerosi Paesi al mondo in collaborazione con le autorità locali (al momento se ne contano circa 120 in 60 Paesi). Ospiterà specialisti informatici per gli sviluppi tecnologici di base e la realizzazione di soluzioni avanzate insieme ad altri partner privati e pubblici. Sarà inoltre promotore sul territorio del trasferimento tecnologico, che avverrà attraverso formazione e iniziative di incontro e diffusione della conoscenza informatica. La struttura sarà aperta alle società private, istituzioni pubbliche e Università. Tutte le aziende informatiche, a prescindere dal loro modello di business e di sviluppo (commerciale o open source), potranno collaborare. La principale tecnologia di riferimento utilizzata nel Centro piemontese (Windows Embedded CE) verrà usata in modalità “shared source”, che essendo di tipo aperto e pubblico consente lo studio, la modifica, l’adattamento del codice e l’eventuale distribuzione commerciale. Altro obiettivo sarà l’interoperabilità e l’ibridazione dei prodotti e delle piattaforme tecnologiche, commerciali e non.
In occasione della firma, Bresso ha ricordato che ad Ivrea verrà riattivata una sede della fondazione Olivetti, per volontà di Laura Olivetti e in accordo con Regione, Politecnico e Microsoft: “Lavoreremo insieme sul tema degli asset intangibili, il capitale intellettuale che spesso il mondo delle imprese sottovaluta, ma che al contrario è una risorsa inestimabile e un patrimonio di conoscenza e di arricchimento per le imprese stesse”.
“Con questo protocollo d’intesa si chiude un quadro di accordi a 360° aperto la scorsa estate con Microsoft Research. – ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche per l’Innovazione, Andrea Bairati – L’obiettivo principale è far fare un salto di qualità al sistema delle information technologies piemontesi con un partner che è leader mondiale assoluto nel settore”.