Dove vai se il grattacielo non ce l'hai?

Alberto Statera su Affari e Finanza di Repubblica

Non c’è città d’Italia grande o media, da Nord a Sud, da Torino a Rimini, che non abbia in progetto la costruzione di un grattacielo o almeno di un grattacielino, nonostante la nuova tendenza verso le «città compatte» e i problemi di sicurezza, di costi energetici e di impatto ambientale che pone la verticalità. Ma che c’è di meglio per attirare cospicui investimenti? A Milano i cosidetti developers stanno spargendo su 8 milioni di metri quadri di aree dismesse dall’industria manifatturiera una selva di grattacieli firmati da architetti di fama mondiale. Dalla Bovisa all’ex Ansaldo, da Porta Vittoria a Porta NuovaGaribaldiRepubblica, dal Portello a MontecitySanta Giulia, sono venticinque i grandi progetti che stanno cambiando lo skyline meneghino. Quanti sono i grattacieli che svetteranno a far ombra alla Madonnina? C’è quello nuovo della Regione a Garibaldi, poi un’infinità di grattacielini «alla lombarda», una trentina di piani o poco più, tipo l’attuale Pirellone, definiti non proprio grattacieli, ma «casetorre». A City Life, nell’area della vecchia Fiera, tra le proteste dei residenti nella zona e di una parte della milanesità intellettuale, ne sorgeranno tre, uno dei quali alto 209 metri. Il nuovo Pirellone, fortemente voluto dal presidente della Regione Roberto Formigoni, è già a buon punto ad opera dell’Impregilo e, manco a dirlo, già oggetto di un’inchiesta della magistratura per l’aumento dei prezzi.

Torino, per non essere da meno, è pronta a partire con la costruzione al Lingotto, nell’ex area della FiatAvio, della sua torre di 181 metri, che dovrà ospitare 2750 impiegati regionali.
Ma il progetto sta procurando non pochi grattacapi al presidente della Regione Mercedes Bresso e al suo vice Paolo Peveraro. A ostacolare l’avvio della titanica opera che certificherà il moderno prestigio dell’antica capitale sabauda ci si è messo un imprevisto scherzo della natura: la rotta degli uccelli. Si è scoperto infatti che il grattacielo sorgerà nel bel mezzo di una rotta migratoria, una specie di autostrada nel cielo percorsa da rondini e da altre numerose specie di volatili. Poiché i 42 piani progettati dall’architetto Massimiliano Fuksas sono completamente trasparenti, c’è il rischio che interi stormi vadano a spiaccicarsi contro le pareti di cristallo.

«Il principale corridoio utilizzato dai volatili — ha spiegato un dirigente dell’assessorato all’Agricoltura alla cronista de «La Stampa» — è il Po. I volatili migranti si spostano lungo il suo asse, che è traversato anche dai movimenti tra collina e area urbana». Il grattacielo è proprio lì in mezzo. Bloccare il progetto pronto per la gara o rischiare un’ecatombe di rondini e un quotidiano imbrattamento degli scintillanti cristalli? La Bresso e Peveraro hanno quindi dovuto riaprire il dossier e ricorrere al genio dell’architetto Fuksas, che pare non si sia scomposto. La tecnologia fornisce tutte le soluzioni per imbrigliare la natura. Nel caso, sarà un sistema di avvisatori acustici installati sulla torre trasparente, capaci di deviare la pericolosa rotta degli uccelli. Ma si sa, anche le tecnologie più raffinate possono fallire. Così, oltre ai sensori acustici, le immense vetrate saranno coperte di adesivi, come quelli che i bambini appiccicano ai vetri delle loro camerette, in modo da ovviare alla totale trasparenza.

Superata brillantemente (?) la crisi degli uccelli, la Regione può adesso indire la gara per individuare la società di costruzione e aprire il cantiere entro dodici mesi. Così anche il Piemonte nel 2013 avrà il suo grattacielo. Più bello di quello di Formigoni.